luigi zurlo martire della resistenza - Giuliocesaro.it
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che e degli scontri aperti, prima inimmaginabili, con i proprietari terrieri<br />
che cedevano di malavoglia le loro proprietà.<br />
Luigi Zurlo visse questo periodo con piena consapevolezza <strong>della</strong> realtà<br />
e dei comp<strong>it</strong>i che lo attendevano: per aprirsi una via nel mondo, alle fatiche<br />
dei padri dovevano corrispondere la tenacia e lo spir<strong>it</strong>o di sacrificio<br />
dei figli. La sua carriera scolastica offre testimonianza di questa tenacia<br />
e di questo spir<strong>it</strong>o.<br />
Frequentò le classi elementari nelle scuole pubbliche di C<strong>it</strong>ta<strong>della</strong>, fra<br />
le poche allora esistenti nel nostro Comune, avendo, per primi amici,<br />
ragazzi di c<strong>it</strong>tà e di campagna. Non è stata esperienza da poco per lui.<br />
Come tanti giovanissimi di allora, figli di famiglie non agiate, passò poi<br />
un breve periodo del ginnasio nel seminario di Thiene (Diocesi di Padova),<br />
che da sempre la Chiesa provvida aveva dischiuso ai piu mer<strong>it</strong>evoli<br />
e devoti fra loro. La Chiesa: ecco un altro punto di riferimento per Luigi<br />
Zurlo.<br />
Continuò gli studi presso il Regio Ist<strong>it</strong>uto Magistrale di Vicenza e ivi<br />
si diplomò nella sessione estiva nel 1933 con ottimi voti. Nel novembre<br />
dello stesso anno fu chiamato alle armi per essere ammesso a frequentare<br />
il corso allievi ufficiali di complemento nella scuola di Palermo, arma<br />
di fanteria. Verso la fine del 1934 fu nominato sottotenente e prestò il<br />
suo primo servizio da ufficiale nell'eserc<strong>it</strong>o <strong>it</strong>aliano.<br />
2) Dalla scuola ai campi di battaglia<br />
Nel 193610 troviamo insegnante nelle scuole elementari di Lana d'Adige<br />
(Bolzano). Lo ricordiamo anz<strong>it</strong>utto cosi: un bravo maestro, preparato<br />
e stimato.<br />
Richiamato alle armi, nel 1939 continuò ugualmente gli studi e riuscf<br />
a conseguire nella sessione estiva del 1940 l'abil<strong>it</strong>azione magistrale<br />
(esami di concorso).<br />
Nel novembre dell'anno successivo fu promosso tenente e inviato in<br />
Albania dove, presso il "Liceo Ginnasio Italiano" di Tirana, superò gli<br />
esami di matur<strong>it</strong>à classica nella sessione estiva del 1941.<br />
Lo stesso anno si iscrisse all'Univers<strong>it</strong>à di Bologna nella facoltà di<br />
medicina veterinaria.<br />
La sua lunga e faticosa carriera scolastica si concludeva cosi in quella<br />
che egli considerava (ed era di fatto) la sua prima grande conquista,<br />
e ne era fiero; lo si leggeva nel suo volto sereno, fiducioso e ridente. lo<br />
lo conobbi cosi e lo ricordo cosI.<br />
Nel dicembre del 1942 si sposò con la gentile signorina Celestina Sgarbossa<br />
e, dopo un breve soggiorno in Albania, r<strong>it</strong>ornò in Italia per malattia<br />
e per sbrigare alcune pratiche. L'S settembre lo colse a Fano. Fatto<br />
prigioniero dai tedeschi e fatto salire su un autocarro, riusci sub<strong>it</strong>o a fuggire<br />
e a trovare rifugio in una famiglia (una delle mille e mille che aiuta-<br />
•<br />
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rono i nostri soldati in quei tragici giorni) che lo accolse per qualche tempo<br />
fornendogli alloggio, v<strong>it</strong>to e ab<strong>it</strong>i civili.<br />
1117.09.1943 fu di r<strong>it</strong>orno a casa, in C<strong>it</strong>ta<strong>della</strong>, e dopo pochi giorni,<br />
il 23.09.1943, fu allietato dalla nasc<strong>it</strong>a del figlio Ugo.<br />
3) La sua partecipazione alla Resistenza<br />
Attento osservatore degli avvenimenti, trascorse la fine del 1943 e i<br />
primi mesi del 1944 dedicandosi all'insegnamento presso le scuole elementari<br />
di C<strong>it</strong>ta<strong>della</strong>.<br />
Verso la primavera del 1944 si incontrò con Luigi Pierobon, nostro<br />
indimenticato conc<strong>it</strong>tadino, che sarà medaglia d'oro <strong>della</strong> Resistenza. Fu<br />
un incontro emblematico che sembra aver determinato le sue scelte e le<br />
sue azioni.<br />
Cosa si dissero i due Certamente il primo confidò al secondo di far<br />
parte di formazioni partigiane armate; forse gli raccontò qualche impresa.<br />
Di certo sappiamo che, sub<strong>it</strong>o dopo, Luigi Zurlo confidò alla moglie<br />
la sua intenzione di far parte delle formazioni partigiane ed espresse il<br />
suo fermo propos<strong>it</strong>o: "Qualunque cosa mi potesse accadere, ricordati,<br />
non tradirò mai i miei ideali e mai farò i nomi dei miei compatrioti" (dalla<br />
dichiarazione scr<strong>it</strong>ta di Celestina Sgarbossa-Zurlo alla Associazione Volontari<br />
Libertò di C<strong>it</strong>ta<strong>della</strong>, che pubblichiamo in appendice).<br />
Poco dopo ebbe l'incontro piu importante e decisivo per lui: quello<br />
col suo vecchio amico Bino Rebellato. Ne parla lo stesso Bino in una<br />
breve testimonianza che pubblichiamo qui di segu<strong>it</strong>o.<br />
E anche a Bino, dal quale ebbe le armi insieme alla formale introduzione<br />
fra i "Ribelli" (cosi venivano chiamati allora i partigiani nelle nostre<br />
contrade, e il termine è, per se stesso, molto significativo) <strong>della</strong> Brigata<br />
Damiano Chiesa, ripetè il giuramento: "Qualora venissi catturato<br />
e cadessi nelle mani dei nazifascisti e mi torturassero per farmi dire i nomi<br />
dei miei compagni, io non parlerei e affronterei la morte".<br />
La Resistenza si andava, nel frattempo, organizzando sempre piu e,<br />
non certo a caso, aveva collocato gran parte delle sue basi operative, dei<br />
suoi rifugi e depos<strong>it</strong>i presso quelle famiglie contadine che erano state fautrici<br />
dei primi sindacati contadini e delle Leghe Bianche e la cui organizzazione<br />
non era mai andata distrutta. Non sarà mai ripetuto abbastanza<br />
che la Resistenza, nell'alto padovano, fu facil<strong>it</strong>ata nella sua azione proprio<br />
da quella vecchia organizzazione.<br />
Luigi Zurlo era ben conscio di questi fatti e vedeva perciò nella Resistenza<br />
non solo il banco di prova del r<strong>it</strong>rovato patriottismo, dign<strong>it</strong>à e<br />
amore <strong>della</strong> libertà degli <strong>it</strong>aliani, ma anche una prova <strong>della</strong> fratern<strong>it</strong>à che<br />
andava legando, nella comune lotta, i giovani <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà e <strong>della</strong> campagna.<br />
Verso la tarda primavera del 1944 incontrò vari esponenti del CLN<br />
locale e del Corpo Volontari Libertà: l'Avv. Gavino Sabadin, Antonio