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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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sul posto dal mese di giugno e che è venuta nella zona del lago da Santa<br />

Sofia (Forlì) dove ha operato duri rastrellamenti, ha catturato il penultimo<br />

giorno di agosto trentatré giovani, la maggior parte partigiani della 104'<br />

Brigata Garibaldi, sorpresi di notte. C'è anche Itala Corti tra di loro, è un<br />

sottufficiale di fanteria, nato a Calprino (Lugano), e non è un ribelle: 1'8<br />

settembre 1943 lasciando la caserma si è portato a casa un camion pieno<br />

d'armi e le ha nascoste nel cim<strong>it</strong>ero. I tedeschi hanno arrestato le sorelle, e<br />

lui ha dovuto consegnarsi assieme al fratello Antonio, che finirà paralizzato<br />

per le sevizie subìte nel carcere di San V<strong>it</strong>tore, a Milano. I trentatré vengono<br />

messi nella cantina della scuola comunale dove alloggia la compagnia e<br />

picchiati sulla schiena con un nerbo di bue. Poi li portano alla Casa del fascio<br />

di Monza, dove ci sono le <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong>, e quindi per quattro mesi a San<br />

V<strong>it</strong>tore, nel secondo raggio, prima di essere avviati in Germania. <strong>Le</strong> <strong>SS</strong> di<br />

Oggiono hanno un prete cappellano, e nelle loro file c'è un tenente meridionale,<br />

di nome Barra, che dorme in paese presso la famiglia Manzoni.<br />

Itala Corti, sopravvissuto, ricorda anche che in paese c'era un colonnello<br />

toscano, Sessa, che dormiva presso la famiglia Mati. «C'era anche un tale<br />

che si fingeva partigiano, ed era invece uno di loro. L'ho trovato sul treno<br />

quando tornavo dalla Germania e l'ho buttato giù, lungo la scarpata» 12.<br />

In Valtellina si parla di «rido.tto alpino », nel Biellese il tenente Schuh<br />

delle <strong>SS</strong>, che alloggia a Villa Schneider, si incontra all' Albergo Quadretto<br />

di Selve Marcone con alcuni esponenti semi clandestini e con don Giuseppe<br />

Vernetti, già cappellano mil<strong>it</strong>are in Etiopia, e discute di una «repubblica<br />

cisalpina indipendente», che dovrebbe fare quadrato di fronte agli alleati. Il<br />

comando delle <strong>SS</strong> di Milano ne è al corrente e segue le discussioni per motivi<br />

che è facile intuire: i nazisti tengono d'occhio ogni pista, convinti che in<br />

un modo o l'altro poi potranno sfruttarla. Gli incontri si svolgono nell'arco<br />

di un me·e ed un'em<strong>it</strong>tente fascista, "Radio Ba<strong>it</strong>a", diffonde questi concetti<br />

inv<strong>it</strong>ando i partigiani a scendere dalla montagna e ad unirsi, in uno slancio<br />

di solidarietà, a coloro che si battono contro gli «invasori" per creare la<br />

nuova «repubblica». Ma i comandi partigiani non abboccano e il sogno ambiguo<br />

svanisce nel nulla 13.<br />

Se questo è un sogno, una realtà sono invece gli attacchi che i partigiani<br />

effettuano contro le comunicazioni ferroviarie e stradali. Il 21 agosto il<br />

Comando germanico (Sud-Ovest) ha inviato un telegramma 14 al Supremo<br />

Comandante delle <strong>SS</strong> e della Polizia in Italia ed al generale che comanda il<br />

servizio dei trasporti che interessa la zona dove si muovono le <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong>.<br />

Dice testualmente:<br />

« 1) La distruzione di ponti ferroviari ad opera delle bande di partigiani,<br />

particolarmente nei settori nord-ovest e nord-est, è tanto aumentata negli<br />

ultimi tempi che la ricostruzione di quei tratti che sono importanti per<br />

il proseguimento della guerra è ora impossibile in un prossimo futuro. Gli<br />

attacchi in questione sono effettuati da gruppi partigiani veramente forti,<br />

dopo matura preparazione. Per esempio, su un ponte tra Torino e Milano,<br />

770<br />

i partigiani hanno potuto piazzare molte centinaia di chilogrammi d'esplo­<br />

SIVO.<br />

2) I ponti ferroviari sulle tratte v<strong>it</strong>ali di ogni linea devono, perciò, essere<br />

sorvegliati in modo sufficiente, con effetto immediato, su disposizione del<br />

Supremo Comandante delle <strong>SS</strong> e della Polizia in Italia. Il generale che comanda<br />

il servizio trasporti è responsabile della richiesta di guardie direttamente<br />

al Supremo Comandante delle <strong>SS</strong> e capo della Polizia, con copia al<br />

Comando germanico (Sud-Ovest). Il Comandante Supremo delle <strong>SS</strong> e capo<br />

della Polizia deve evadere queste richieste ed informare il Comando (Sud­<br />

Ovest) su quanto ha fatto in ogni caso.»<br />

<strong>Le</strong> misure adottate sono probabilmente efficaci, però i partigiani fanno<br />

intervenire l'aviazione alleata che in due bombardamenti successivi colpisce<br />

gravemente, sabato 20 settembre, il ponte sul Ticino a Magenta e un po'<br />

meno quello di Oleggio. Ora le truppe naziste ed i loro alleati possono traversare<br />

il fiume soltanto servendosi di ponti su barche stesi dai genieri, il<br />

che rallenta un po' i movimenti delle colonne.<br />

Sempre per sicurezza, i nazisti hanno intanto r<strong>it</strong>irato da Roma ormai<br />

in mano alleata il Kommando dell'<strong>SS</strong>-Obersturmbannfuhrer Herbert Kappier<br />

che ha esegu<strong>it</strong>o materialmente la strage àelle Fosse Ardeatine, ridistribuendolo<br />

in varie c<strong>it</strong>tà. La suddivisione degli specialisti è la seguente: 13 a<br />

Verona (tra cui l'<strong>SS</strong>-Sturmbannfuhrer Dr. Domizlaff, che sparò due volte e<br />

la terza si r<strong>it</strong>irò e che pochi giorni dopo la strage ricevette la Kriegsverdienstkreuz<br />

2. Kl. m<strong>it</strong> Schwerten, la croce al mer<strong>it</strong>o di guerra di seconda<br />

classe con spade, e gli <strong>it</strong>aliani Ruta, interprete, e Monica, impiegato); 6 a<br />

Brescia (tra cui l'<strong>SS</strong>-Hauptsturmfuhrer Priebke, che a mano a mano che i<br />

condannati entravano nella cava per ricevere il colpo alla nuca spuntava i<br />

nomi dall'elenco), 14 a Parma, 2 a Bologna (tra cui l'<strong>SS</strong>-Hauptsturmfuhrer<br />

Wetjen, anche lui decorato come Domizlaff e promosso di grado, che, folle<br />

di terrore, si era tolto fuori dalla fila di chi sparava e vom<strong>it</strong>ava, e l'impiegata<br />

L6wenstein-Conti), 18 a Forlì (tra cui l'<strong>SS</strong>-Hauptsturmfuhrer Karl<br />

Schutz che aveva ammon<strong>it</strong>o i suoi dipendenti: «Chiunque es<strong>it</strong>erà nello sparare,<br />

passerà dall'altra parte», e gli <strong>it</strong>aliani Miliani, interprete, e Grossi,<br />

impiegato), 4 a Como, 3 a Torino, 4 a Genova, uno a Padova l'<strong>SS</strong>-Sonderfuhrer<br />

Wilhelm Kofler, il quale testimonierà, dopo la guerra, al processo a<br />

Roma, che Kappler aveva passato il tempo fuori della cava parlando con le<br />

v<strong>it</strong>time che attendevano di entrare ed essere abbattute) ed uno a Trieste.<br />

Kappler si insedia in un ufficio suo proprio a Maderno, sul lago di Garda,<br />

presso il capo della polizia <strong>it</strong>aliana Ceruti, e si trasferirà poi a Vobarno.<br />

Un telex di Kesselring: attacco ai partigiani<br />

Da poche migliaia i partigiani sono diventati tanto forti da impegnare sei o<br />

sette divisioni tedesche e fasciste, forse un quarto delle truppe germaniche<br />

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