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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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CAPITOLO VIII<br />

UNA LUNGA ESTATE DI SANGUE:<br />

PAESI INCENDIATI, BOMBE, RAPPRESAGLIE<br />

A Monza un centro di torture<br />

Luglio e agosto sono due mesi terribili per la Lombardia, cuore di quella<br />

parte dell'Italia che è in mano ai tedeschi. A mano a mano che passano i<br />

giorni, a Milano si avverte la tensione che sale: sabotaggi alle vie di comunicazione<br />

ed alla rete dei collegamenti, sparatorie nelle strade, bombe contro<br />

automezzi nazisti e fascisti, rappresaglie spietate. I partigiani che operano<br />

nei centri ab<strong>it</strong>ati, cioè i gappisti (da GAP, gruppi di azione patriottica)<br />

sono entrati in azione con una temerarietà che impensierisce il Comando<br />

tedesco. Alcuni colpi di mano che sorprendono tutti per la loro audacia:<br />

un autocarro tedesco minato a Niguarda con due morti della Wehrmacht<br />

(4 luglio); lo stabilimento aeronautico Caproni bloccato per alcuni giorni<br />

essendo stata messa fuori uso la cabina di trasformazione (6 luglio); un<br />

quadrimotore distrutto ed un altro danneggiato all'aeroporto di Cinisello<br />

Balsamo (7 luglio); un carro officina germanico fermo davanti all' Hotel<br />

Gallia presso la Stazione Centrale di Milano salta in aria per lo scoppio di<br />

una bomba (11 luglio); un autocarro tedesco salta a sua volta in aria in viale<br />

Tunisia (14 luglio); l' <strong>SS</strong>-Sturmscharfiihrer Polizei-Sekretiir Peter Kess~ls<br />

(Staalsj)()lizeistel<strong>Le</strong> Koblenz, ma appartenente all'Aussenkommando<br />

Mailand) cade in un'imboscata ·(20 luglio) e il dr. Harster, <strong>SS</strong>-Brigadefiihrer<br />

u. Generalmajor der Polizei, gli concede la croce di guerra al mer<strong>it</strong>o<br />

di seconda classe con spade; il sergente delle <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> Lanfranchi viene<br />

freddato ad una fermata del tram in corso Buenos Aires assieme a due suoi<br />

amici (28 luglio); due ufficiali delle <strong>SS</strong> muoiono bruciati in un'auto cui è<br />

stato appiccato il fuoco (2 agosto) l.<br />

L'escalation tocca il suo culmine sei giorni dopo, quando una bomba<br />

posta su un autocarro della Wehrmacht in viale Abruzzi scoppia causando<br />

una strage: cinque passanti uccisi sul colpo e quindici fer<strong>it</strong>i, quattro dei<br />

quali moriranno all'ospedale. I tedeschi non riportano nemmeno una scalf<strong>it</strong>tura,<br />

ma ordinano un'immediata rappresaglia. All'alba dell'l 1 agosto,<br />

mentre gli angloamericani entrano a Firenze, un plotone della Muti fucila<br />

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a piazzale Loreto quindici uomini lasciando i loro corpi esposti per lunghe<br />

ore. Il comando delle Brigate Garibaldi dispone come contro-rappresaglia<br />

la fucilazione di trenta prigionieri nelle sue mani e di quindici fascisti catturati<br />

su un treno in Val d'Ossola, una zona nella quale già il 4 agosto è<br />

stato passato per le armi un volontario delle <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> (De Santis) assieme<br />

ad un funzionario della polizia, il dottor Corvo Amorosi 2.<br />

Milano è angosciata, vive sotto una cappa di terrore. Tre giorni dopo<br />

l'eccidio di Piazzale Loreto un giovane prende il tram in corso Buenos Aires<br />

con un amico e punta verso Vimercate (sette chilometri e mezzo a nordest<br />

di Monza), dove deve trovarsi ad un appuntamento con un certo<br />

"Gino". Il giovane è Roberto Costa (nell'aprile del 1945 sarà il primo<br />

speaker e direttore di "Radio Tricolore", appartiene al gruppo Venegoni e<br />

collabora con Gillo Pontecorvo) e l'amico che viene con lui, un op"eraio bolognese,<br />

preparatissimo, si chiama pure Gino. I due vanno a sedersi su una<br />

panchina dei giardini e fingono di leggere il giornale. "Gino", l'uomo con<br />

cui dovevano incontrarsi e che, invece, è una spia nazista, arriva con altre<br />

persone. Due giovanotti in borghese, eleganti, con giacche di velluto, si<br />

piazzano alle spalle di Costa e dell'amico, puntando contro di loro le rivoltelle.<br />

Sono due ufficiali delle <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong>: uno è lombardo, magrissimo, l'altro<br />

forse toscano. Altri mil<strong>it</strong>i <strong>it</strong>aliani delle <strong>SS</strong>, in uniforme, circondano il<br />

giardino.<br />

I due prigionieri vengono portati alla Casa della G IL (Gioventù <strong>it</strong>aliana<br />

del L<strong>it</strong>torio) di Monza, dove si trova un gruppo speciale delle <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong>,<br />

probabilmente del battaglione Visetti. È un luogo destinato agli interrogatorì<br />

e alle torture, chi picchia di più è un giovane pugile tedesco. Costa<br />

vede in una stanza due partigiani appesi con le braccia all'indietro e le<br />

spalle slogate. Ci sono nel locale anche due ausiliarie delle <strong>SS</strong>, toscane dalla<br />

pronuncia, camicia nera e gonna grigioverde. Una, con gesto osceno, alza<br />

la gonna davanti ai due giovani gonfi di percosse e dice: «Guardatela, è<br />

l'ultima volta che la vedete!".<br />

Costa viene portato su un terrazzo interno e vi rimane per circa un'ora,<br />

sempre controllato a vista da un gruppo di giovani in divisa di <strong>SS</strong> <strong>it</strong>aliana.<br />

Ci sono anche dei lombardi tra di loro. Uno spiega di essere un ex-partigiano<br />

della zona di Luino che ha accettato di arruolarsi nella formazione<br />

nazista in cambio della v<strong>it</strong>a. Il futuro direttore di "Radio Tricolore" viene<br />

riportato nell'interno dell'edificio e, approf<strong>it</strong>tando di un momento di disattenzione,<br />

fugge attraverso il finestrino di un gabinetto con un gran salto nel<br />

vuoto. Si rompe una caviglia, ma riesce a prendere il treni no delle linee<br />

dell' Adda ed a scendere a Greco-Turro, dribblando le postazioni delle <strong>SS</strong> e<br />

della polizia repubblicana. Gino, il suo amico bolognese, verrà invece fucilato<br />

3.<br />

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