Le SS italiane - Giuliocesaro.it

«Il resto» in mano alle SS è logicamente un'arma che spara, una bomba
che scoppia, un razzo che vola sul Canale della Manica ed esplode su Londra,
un nodo scorsoio che strozza la gola dell'oppositore, un forno crematorio
che crepita arrostendo cadaveri. Perché i volontari siano edotti di quanto
avviene alla base di lancio di Penemli.nde, il direttore Hermann
Schramm fa tradurre un pezzo di Schwarz von Beck apparso su "Das
Reich" e lo impagina accanto alla poesia. S'intitola: I pregi della V.l. È la
pubblicità della nuova arma tedesca cui è affidato il sogno di porre definitivamente
in ginocchio l'Inghilterra e viene presentata come nel dépliant di
una casa automobilistica. Ai volontari dalle mostrine rosse deve infondere
una nuova carica di entusiasmo e servire a distoglierli da pensieri funerei.
I "pregi" sono dodici, ma noi li riassumeremo nei punti essenziali: la nuova
arma agisce senza equipaggio a bordo; costa soltanto una parte di quanto
occorre invece per allestire un bombardiere; non è vincolata alle condizioni
del tempo, alla stagione, alla visibilità ed all'orario; non deve compiere
il viaggio di ritorno; la sua produzione è largamente distribuita nel Paese,
cosicché gli attacchi aerei non possono interromperla. Un vero business.
Il linguaggio del periodico assume, come si può rilevare, un tono sempre
più germanico. Facendo parte di una unità tedesca, i volontari italiani
vengono martellati con notizie e pensieri ispirati esclusivamente da Berlino.
In un articolo intitolato La SS europea l'SS-Oberfuhrer Tschimpke, quello
che ha presieduto il giuramento dell'ultimo battaglione messo in piedi a
Cremona, parla della preminenza della SS germanica e del suo compito di
guida rispetto alle altre unità formate con soldati degli altri popoli europei.
Inizia annunciando che, «collegate con la SS germanica, in molte nazioni
europee si sono già costituite, o verranno costituite, altre unità popolari
della SS» e, ricordato che la «SS germanica ha fatto sue le belle parole del
Fli.hrer: "Le resistenze esistono non per capitolare innanzi a loro, bensì per
romperle!", attacca senza nominarlo espressamente il governo di Salò e la
sua smania di costituire forze armate repubblicane.
«Quando venne creata la SS", dice raccontando la situazione in Germania
negli Anni Trenta, « esisteva già la grande organizzazione nazionalsocialista.
La consegna fu di scegliere le migliori forze per la SS. E si dovette
lottare anche con la Wehrmacht. E ciò è, del resto, comprensibile perché
nessun condottiero cede volentieri i suoi migliori figli. Fu, però, tale
lotta a dare i migliori per la SS, ben sapendo quali siano le esigenze richieste
dalla stessa agli uomini [00') Ben diverse sono le proporzioni della SS
italiana. Il più grande svantaggio per essa fu di essere stata costituita in
Germania, mentre in Italia alcune attive personalità politiche hanno riunito
degli italiani impavidi combattenti, raggruppandoli in varie unità dai
nomi più diversi. Allorquando la SS italiana venne in Italia, cominciando
anche qui.la propaganda di arruolamento, i migliori figli d'Italia facevano
già parte di altre forze. Eppure dopo un certo processo di scelta abbiamo
ora in Italia una piccola, ma coraggiosa SS, la quale s'è già distinta
nell'impiego contro le bande e si dimostrò valida anche al fronte di Nettuno».
L' SS-Oberfuhrer Tschimpke è chiaramente contrario ad un esercito
mussoliniano dopo 1'8 settembre 1943: tutte le unità armate dovrebbero essere
in mano esclusivamente alle SS ed alla Wehrmacht. Perciò lancia un
attacco a Salò molto esplicito: «Dovendo essa [cioè la SS it~liana, N.d.R.)
soddisfare il suo compito nella lotta di liberazione del popolo italiano e del
pensiero europeo, occorre che si lascino andare i migliori figli d'Italia verso
la strada che conduce alle SS, e senza che gli stessi debbano incontrare
ostacoli. Anche qui debbono essere rotte le resistenze. Gli uomini che l'anno
scorso hanno costituito in Italia unità di lotta di tutte le forze [00') renderebbero
ora un servizio molto più grande lasciando alle loro migliori unità
via libera verso la SS».
La proposta è chiara: smantelliamo la Guardia Nazionale Repubblicana,
le varie Legioni autonome dei militi neri, le polizie di tutti i tipi e certe
fragili divisioni di alpini o fanti o bersaglieri come quelle allestite in Germania
e lasciamo che il comando delle SS scelga per sé tutti gli uomini che
ritiene idonei ad indossare l'uniforme nazista ed a battersi al comando del
Fli.hrer. Probabilmente è anche la dimostrazione che non tutti i reparti con
le mostrine rosse sono ancora degni di cambiarle con quelle nere, come invece
hanno già fatto i danesi (che sono stati portati in aereo sul fronte russo),
i norvegesi, i belgi, gli ucraini, i bosniaci e persino gli svizzeri (in buona
parte dell'area di Zurigo, Berna, Basilea e Winterthur). Il materiale
umano non è ancora temprato come richiesto dal regolamento germanico, ci
vogliono ancora altre prove, e non tutti le supereranno. Soltanto allora
l'unità potrà essere inviata al fuoco, su qualsiasi fronte.
«La SS italiana», conclude l'SS-Oberfuhrer Tschimpke, «dopo un breve,
ma profondo periodo di addestramento, e dotata delle nuove armi germaniche,
in base ad una promessa del Capo germanico della SS, sarà tra
poco tempo autorizzata a combattere per la sua Patria e l'Europa. E cosÌ,
dopo un sano allenamemo ed un avvenuto impiego al fronte, anche la SS
italiana avrà il diritto di essere inquadrata nella cornice della SS europea,
quale sostegno della pulsazione del pensiero europeo».
Il giudizio è secco, sferzante. Quanto hanno fatto finora le formazioni
italiane fedeli a Hitler non basta. Come vedremo, le «gole alpine» attendono
i volontari per prove molto più impegnative. È il giro di vite dopo l'attentato
alla "tana del lupo". Ora, veramente, "pietà l'è morta".
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