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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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CAPITOLO VI<br />

DUE BATTAGLIONI AL FRONTE<br />

INQUADRATI NEI REPARTI TEDESCHI<br />

Un seuìmanale S5 a Milano<br />

Sabato 28 marzo 1944 compare a Milano un nuovo periodico. Si chiama<br />

"Avanguardia europea" l ed ha come sottot<strong>it</strong>olo la dic<strong>it</strong>ura quanto ma'<br />

strana d .<br />

I<br />

I "settimanale pol<strong>it</strong>ico-letterario». La sua redazione si trova in<br />

quel "quadrilatero delle forze nazifasciste" che va da via Moscova fino a<br />

piazza della Repubblica (allora piazza Fiume), cioè al numero 4 di corso di<br />

~orta ~ u~va, telefono 60.548. Viene stampato nella tipografia Gemest, in<br />

VI~ Galilei 7, e ne è direttore responsabile Felice Bellotti, un giornalista<br />

milanese che, già camicia nera in Africa Orientale nella Divisione d'assalto<br />

X X Vi Il OUobre, era stato corrispondente da Berlino de "La Stampa" e<br />

che non manca in alcun modo di dimostrare le sue simpatie per il nazismo.<br />

"Avanguardia europea" è il nuovo settimanale per i volontari <strong>it</strong>aliani<br />

nelle 55 ed ha preso il posto dei giornaletti che i singoli battaglioni hanno<br />

provveduto, a cura delle loro sezioni propaganda, a stampare durante la loro<br />

prima permanenza in vari centri dell'Italia settentrionale. Tutte le un<strong>it</strong>à<br />

composte da volontari stranieri ne hanno uno: serve all'educazione pol<strong>it</strong>ica<br />

e all'indotLrinamento dei soldati, ed è posto SOllo il controllo e la ·u.pervisione<br />

dell 'Ufficio per l'educazione germanica (Cennanische Erziehung<br />

~mt. I~l) d~l~ 55, che sl~mpa anche altri giornali e opuscoli eli propaganda<br />

lJl diecine di ~mguc stramere. Quello delle fran esi si stampa a Parigi al<br />

numero 24 di Avenue Recteur-Poincaré e si chiama "Devenir" e porta a<br />

sua volta uno strano sottot<strong>it</strong>olo: «Journal de la Communauté Européenne"l<br />

ma è impaginato in forma abbastanza moderna, con grandi fotografie.<br />

Quello che viene preparato a Milano è francamente di tono grigio e deprim~nte,<br />

e rivela. nella sua impaginazione un certo qual carattere germanico,<br />

prl:'o di fantasia, anche se in prima pagina campeggia un disegno di Boccasile:<br />

un soldato delle S5 (ma senza distintivi) che suona l'appello. In alto<br />

a destra una manchelle dice: «Chi non sa portar l'armi in mano, volti cantone<br />

e stia z<strong>it</strong>to», una frase pronunciata nell'Ottocento, e per tutt'altri motivi,<br />

da Cesare Balbo. .<br />

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L'articolo di fondo è del direttore: Per la bandiera. E il direttore spiega:<br />

"Questo settimanale esce all'insegna della Nuova Europa. Senza equivoci,<br />

senza riserve, senza tentennamenti. L'Europa di domani per la quale ci<br />

battiamo è un'Europa che sia una comun<strong>it</strong>à di popoli, nella quale i più<br />

forti siano garanti dei dir<strong>it</strong>ti dei più deboli, i più ricchi responsabili del benessere<br />

dei più poveri, mentre, a loro volta, i più deboli e i più poveri collaborino<br />

con la loro lealtà e con il loro lavoro al progresso morale, culturale<br />

e materiale del continente».<br />

A questo punto il direttore diventa ancora più esplic<strong>it</strong>o: «I ponti con il<br />

passato sono tutti bruciati. I barbari d'oltremare hanno dimostrato di avere<br />

in odio non già la sola cultura germanica come volevano e vogliono pertinacemente<br />

dar da bere, ma tutta la civiltà europea. Questo perché i principì<br />

morali e sociali della vecchia, ma immortale Europa, figlia di Roma, sono<br />

inconciliabili con le loro materialistiche dottrine, che si riassumono in<br />

un'irrefrenabile mania di ricchezze, di dominio e di prepotenza [ ... ) L'Italia<br />

sola non può resistere all'urto. Il popolo <strong>it</strong>aliano è impotente a sostenere la<br />

loro violenza satanica e criminale [ ... ) Dio ha posto ai nostri confini il popolo<br />

tedesco. Per un avvenire di pace e di benessere, perché ogni ventennio<br />

la gioventù non vada a farsi macellare sui campi di battaglia e la nazione<br />

non sia trascinata nella rovina, occorre che <strong>it</strong>aliani e tedeschi vadano d'accordo.<br />

N ai siamo ancora in tempo per creare, un<strong>it</strong>amente ai nostri alleati<br />

germanici, la Nuova Europa. Essi ci onorano oggi consegnandoci di nuovo<br />

quelle armi che il tradimento ci aveva strappato di mano. Se sapremo farne<br />

uso, se sui campi di battaglia noi dimostreremo che quella di Badoglio è<br />

stata un'aberrazione di pochi e non la vigliaccheria dei più, allora l'Italia<br />

potrà ancora rientrare a testa alta nel consesso delle nazioni europee. Nessun<br />

miglior retaggio noi potremo lasciare alle generazioni future».<br />

A Bellotti nel primo numero si affianca il teorico dell'antiebraismo Giovanni<br />

Preziosi con un articolo: Perché, mentre in terza pagina il cieco di<br />

guerra Carlo Borsani presenta un suo racconto - Il trombettiere - e altri<br />

giornalisti e scr<strong>it</strong>tori (Silvio Giovaninetti, Angelo Rozzoni, Luciano Ramo,<br />

Oreste Gregorio, Aldo Missaglia, Alfredo Camperti, Fidenzio Pertile, Arnaldo<br />

Cappellini e il tenente Luigi Sidari) offrono in collaborazione i loro<br />

pezzi.<br />

Nel secondo numero (25 marzo) la testata perde l'aggettivo «europea»<br />

e diventa soltanto "Avanguardia", mentre la scr<strong>it</strong>ta spiega più concretamente<br />

che quello è un « settimanale illustrato per i volontari ». Ma quali<br />

volontari Per quelli della repubblica di Salò c'è già il bisettimanale "Sveglia!",<br />

ed ha grosse ambizioni e molti fondi e collaboratori. E allora Senza<br />

svelare ancora nulla, Bellotti continua con i suoi fondi retorici. «Bando agli<br />

egoismi, ai personalismi, alle invidie, alle gelosie. La Patria eterna », dice,<br />

«ci chiama tutti a raccolta. Ogni c<strong>it</strong>tadino deve sentire il dovere di accorrere<br />

sotto la bandiera che oggi sventola. E dobbiamo ricordare agli Italiani<br />

che, se il nostro vessillo nazionale ancora sventola, dopo l'infamia dell'8<br />

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