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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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Ma il peggio deve ancora arrivare, e succederà nella zona di Cumiana, a<br />

nord di Pinerolo, sulla strada che porta ai monti di Giaveno. A metà di<br />

marzo è giunta voce che stanno per arrivare reparti delle <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> al comando<br />

di ufficiali germanici con il comp<strong>it</strong>o di effettuare rastrellamenti, ed<br />

allora una banda partigiana di oltre trecento uomini che si trova nella frazione<br />

Verna di Cumiana si trasferisce in parte nella Val Chisone e in parte<br />

a Forno, nell'Alta Val Sangone 8 . <strong>Le</strong> <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> arrivano come previsto e<br />

alloggiano alle Cascine N uove di Cumiana. Fanno parte. del VII Battaglione<br />

Milizia Armata già di stanza a Casale e poi passato a Torino, e all'alba<br />

del 30 marzo 1944 iniziano le operazioni di caccia ai partigiani. Fermano<br />

una settantina tra ren<strong>it</strong>enti, disertori, riformati ed esonerati: in parte verranno<br />

rilasciati, in parte arruolati o deportati in Germania.<br />

Il giorno dopo un autista, Mollar, arrestato per collaborazione con i<br />

partigiani, viene obbligato a trasportare col proprio autocarro sino a Cumiana<br />

i generi tesserati assegnati al paese per la prima quindicina del mese<br />

di aprile. Scortano il camion una quarantina di <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> e due tedeschi.<br />

La merce viene consegnata al salumaio Giuseppe Balbo, dichiarandogli<br />

che ne è personalmente garante. Il salumaio risponde che, se verranno i<br />

partigiani a prelevare i viveri, non potrà farci niente. Il comandante dei<br />

volontari <strong>SS</strong> decide allora di restare nel paese. Nella notte un'automobile<br />

del Gruppo Partigiani Val Sangone trans<strong>it</strong>a per caso a Cumiana e viene<br />

presa a raffiche di m<strong>it</strong>ra dai soldati con le mostrine rosse: riesce, però, a<br />

fuggire e ad avvisare il comando in montagna.<br />

Il mattino dopo - è ilIo aprile 1944 - una quindicina di partigiani<br />

della Val Sangone scende dai monti di Giaveno e sorprende il nucleo di <strong>SS</strong><br />

che si trova davanti alla salumeria Balbo in piazza Vecchia, in via Giaveno<br />

e in via Chisola. Dieci minuti di fuoco violento anche dalle finestre delle<br />

case. Il cap<strong>it</strong>ano delle <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> si r<strong>it</strong>ira con parte del gruppo, l'ufficiale<br />

subalterno, un tenente, decide di arrendersi con i suoi uomini. I partigiani<br />

catturano così trentadue <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> e due sottufficiali tedeschi, tutto il loro<br />

armamento e un autocarro. Hanno avuto un morto, Andrea Gaido, di 23<br />

anni, di Carmagnola, e un fer<strong>it</strong>o. Salgono sull'autocarro delle <strong>SS</strong> e si allontanano<br />

in frella. Il tenente prigioniero piange ed inveisce contro il governo<br />

mussoliniano che obbliga gli <strong>it</strong>aliani alla lotta fratricida.<br />

<strong>Le</strong> <strong>SS</strong> hanno avuto diciannove fer<strong>it</strong>i: uno morirà all'ospedale mil<strong>it</strong>are<br />

di Pinerolo. I più gravi verranno portati fino a Torino, gli altri a Pinerolo<br />

ed a Piscina. Nell'attesa che qualcuno venga a prenderli, il medico condotto,<br />

dollor Ferrera, e il vice-curato Don Bosso, aiutati da alcune donne, li<br />

hanno raccolti in una casa assieme al morto partigiano. Arrivano altri reparti<br />

di <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> e un gruppo tedesco con lanciafiamme e fanno sgomberare<br />

la popolazione della zona di piazza Vecchia. Intanto sia tra i civili del<br />

paese che tra i passeggeri delle corriere in arrivo dal Bivio le <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong><br />

prelevano 180 ostaggi.<br />

Sono circa le 16 quando i tedeschi con i lanciafiamme cominciano ad<br />

appiccare il fuoco alle case nelle quali si erano piazzati i partigiani per<br />

sparare contro le Ss. In particolare quelle del mugnaio Giovanni Ruffinatti,<br />

del negoziante Giuseppe Canale e del medico condotto Michelangelo<br />

Ferrera. Il mugnaio ha nascosto tutti i suoi risparmi in un angolo del mulino;<br />

non può muoversi e vede le fiamme che divorano tutto. Una donna<br />

che sta per dare alla luce un bambino chiede di poter restare: la mandano<br />

via, il giorno dopo partorisce in aperta campagna.<br />

Gli ostaggi sono stati portati al Comando del Battaglione <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong>,<br />

che ha fissato un termine di scadenza per la riconsegna dei mil<strong>it</strong>i fatti prigionieri:<br />

le 9 del mattino del 3 aprile. Se entro quell'ora i soldati con le<br />

mostrine rosse presi prigionieri non saranno di r<strong>it</strong>orno, gli ostaggi verranno<br />

fucilati e tutto il paese incendiato. Il medico condotto e il parroco salgono<br />

su un'auto e vanno al comando della Val Sangone a parlamentare. Il comandante,<br />

tenente Giulio Nicoletta, tergiversa. Ha un forte numero di prigionieri<br />

in mano e potrebbe usarli come merce di scambio con tanti partigiani<br />

fin<strong>it</strong>i in mano ai fascisti e ai tedeschi. Intanto a Cumiana, prevedendo<br />

il peggio, la gente lavora tutta la notte a portar fuori dalle case il più<br />

necessario. Lo ammucchia nei prati e sui carri, come se dovesse partire in<br />

migrazione. <strong>Le</strong> case rimaste in piedi in piazza Vecchia vengono incendiate:<br />

tra le altre anche quella di un cieco di guerra. Se ne salva una sola, oltre il<br />

ponte sul torrente Chisola.<br />

Spunta l'alba del 3 aprile. I parlamentari partigiani scendono in auto<br />

da Giaveno, ma, giunti alla Cappella della Colletta, sono bloccati da reparti<br />

<strong>SS</strong>. Non possono proseguire ed allora r<strong>it</strong>ornano a Giaveno e raggiungono<br />

Cumiana per la via di Trana, Bruino e Piossasco che è più lunga, ma senza<br />

ostacoli. Il tempo massimo concesso dal VII Battaglione <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> è<br />

spirato, e purtroppo la tragedia si è già consumata. I contadini presi come<br />

ostaggi sono stati portati alla borgata Riva di Caia, il parroco ha provveduto<br />

a raccogliere quanto ognuno di essi ha lasciato in ricordo alle famiglie.<br />

Un vecchio di oltre 60 anni, semi paral<strong>it</strong>ico e senza famiglia, viene scartato<br />

e sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o tra i mor<strong>it</strong>uri con il negoziante in ferramenta Vincenzo Ambrosio,<br />

vedovo e padre di quattro bambini. Tra i condannati viene inclusa anche<br />

la guardia comunale Cesare Baudino.<br />

È un plotone di volontari <strong>it</strong>aliani delle <strong>SS</strong> che deve sparare, ma i mil<strong>it</strong>i<br />

si rifiutano: l'orrore li inchioda. Allora un sottufficiale tedesco tracanna del<br />

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