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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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sparati colpi di pistola. Il corpo sotto il quale giacevo fu rimosso. Sentii<br />

qualcosa di caldo e di viscido colare su di me, poi più nulla» 2. N ella notte<br />

qualcuno gli lolse le manette, lo sollevò e lo portò in un locale, dove lo depose<br />

su un leltino. Una suora gli rase i capelli e lo medicò al capo.<br />

«Cadendo, i compagni ai quali era legato al momento dell'esecuzione,<br />

l'avevano trascinato a terra un attimo prima che il proiettile indirizzato alla<br />

sua fronte lo colpisse: e questo giunse solamente a sfiorargli il capo. Lavato<br />

e con panni nuovi, fu poi condotto in un giardino. Un signore gli diede<br />

denari e lo accompagnò sulla strada per Torino. Da allora egli continuò<br />

fino al giorno della Liberazione la sua v<strong>it</strong>a di partigiano in diverse local<strong>it</strong>à,,3.<br />

Borca era uno di quelli che si trovavano alle "Nuove" di Torino e che<br />

il 3 aprile era slato porlalo al CoUe della Maddalena a scavare le fosse per<br />

27 pal'ligiani, Quattro giorni dopo, il 7 aprile, .d inlerprete fece un econdo<br />

appello. <strong>Le</strong>sse dodici nomi, lra i quaU il mio di partigiano: Fellini. Incatenali<br />

quattro a quallro, salimmo su un camion scortato da un mares iallo<br />

ledesco e da una diecina di soldati. Ero assai impressionala e chiesi dove ci<br />

conducessero. "Vi portiamo ad un interrogatorio", mi fu risposto. "Se tentate<br />

di scappare vi spariamo un colpo in testa". A Caluso ci fecero sostare<br />

nel cortile della caserma dei carabinieri. Vidi quattro ufficiali: uno era tedesco,<br />

un altro parlava la nostra e la lingua germanica. Altri due ufficiali<br />

erano <strong>it</strong>aliani, indossavano la divisa grigioverde e avevano mostrine rosse. I<br />

gradi di uno lo indicavano quale tenente, quelli dell'altro non li vidi» 4.<br />

Mentre i fucilati restano ammucchiati lungo il muro dell'ospedale nella<br />

piazza di Caluso, un mil<strong>it</strong>e incolla un manifesto su cui, a mano, qualcuno<br />

ha scr<strong>it</strong>to in grandi caratteri a stampatello: «Qui giacciono le carogne di<br />

sedici ribelli alle leggi repubblicane che i <strong>Le</strong>gionari hanno voluto giustiziare<br />

per vendicare la barbara uccisione in quel di Lanzo di sei loro compagni<br />

della Waffen Miliz. Questo non è che un acconto, il resto fra breve ». Poi le<br />

salme vengono portate nelle fosse scavate lungo la cinta esterna del cim<strong>it</strong>ero.<br />

Su quel muro, nella notte, una mano sconosciuta scriverà a vernice una<br />

frase grande che campeggerà intoccata per molti giorni: «Martiri d'Italia»<br />

mentre altri ignoti deporranno mazzi di fiori 5.<br />

Due ore dopo aver sparato a Caluso lo stesso plotone di volontari <strong>SS</strong><br />

dell'XI Battaglione Milizia Armata, nel viaggio di r<strong>it</strong>orno alla caserma di<br />

Aosta, si ferma a Carema, a pochi chilometri da Pont Saint Martin, e fucila<br />

il «girovago" Giacinto Comazzo, fu Giuseppe, nato a Ronsecco (Vercelli),<br />

che è stato lrovalo in possesso - riferisce sempre la lettera del capo<br />

della provincia Carnazzi - «di un bracciale che lo indicava quale appartenente<br />

a banda ribelle, di un manifesto scr<strong>it</strong>to a mano, col quale si inv<strong>it</strong>ava<br />

la popolazione a non partecipare ai funerali dei coniugi Clorin uccisi; di<br />

arma da fuoco e di un elenco di nomi di fascisti che dovevano essere uccisi<br />

». Il fascista repubblicano Pietro Clorin e sua moglie Angela J en, sorpre-<br />

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si a Carema nella nolte del 3 aprile da un gruppo di partigiani, erano stati<br />

passati per le armi. Di qui la rappresaglia.<br />

Cinquantun morti sul prato<br />

Per i volontari <strong>SS</strong> <strong>it</strong>aliani arruolatisi in Germania o afflu<strong>it</strong>i nelle caserme<br />

in patria aderendo agli appelli dei tedeschi il periodo iniziale di confusione<br />

ed ambigu<strong>it</strong>à è terminato: è chiaro che adesso saranno principalmente impiegati<br />

contro i partigiani in massicci e spietati rastrellamenti e che ormai<br />

dovranno battersi contro altri <strong>it</strong>aliani che non parteggiano per H<strong>it</strong>ler o<br />

Mussolini: la guerra civile, proprio ciò che all'inizio si era creduto di poter<br />

ev<strong>it</strong>are. Il 20 marzo 1944 - lo stesso giorno in cui l'autocarro dell'XI Battaglion~<br />

Milizia Armata partiva da Aosta per Vigevano - i reparti del<br />

BattaglIone Cuneo che hanno fissato i loro alloggiamenti a Perosa Argentina,<br />

nella Val Chisone, alle 9.30 del mattino aprono il fuoco con mortai e<br />

m<strong>it</strong>:~gliatrici da~le ultime case dell'ab<strong>it</strong>ato contro gruppi di partigiani in<br />

aVVICInamento. SI accende una violenta sparatoria che dura fino alle sei del<br />

pomeriggio. Intervengono anche due carri armati germanici. Muore un<br />

partigiano, Bruno Jourdan, di Aldo e di Rosalia BarraI, classe 1922, di<br />

Roreto Chisone; le <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> hanno un fer<strong>it</strong>o.<br />

Il giorno dopo i volontari <strong>it</strong>aliani aiutati dai tedeschi effettuano un duro<br />

rastrel~amento incendiando diverse case delle frazioni di Prageria, Ciapella,<br />

Chlalme ed Enfus e sequestrano una trentina di capi bovini ed una<br />

diecina di ovini, che trasportano al comando di Pinerolo. I danni sono rilevanti,<br />

grave il pedaggio tra la popolazione: quattro morti (i fratelli Ferdinando<br />

e Albert Pietro Barret, di 58 e 69 anni, il quarantenne Arturo Bernard<br />

e il trentanovenne Alfredo Bonaud, tutti di Perosa Argentina) e sei<br />

fer<strong>it</strong>i (Giovanni Pietro Beltramo, di 74 anni, Frida Eugenia Baret, di 12<br />

an~i, Enrichetta Grill, di 85 anni, Lorenzo Giovanni Laggiard, di 58 anni,<br />

FelIce Caffer, di 57 anni, tutti di Perosa Argentina, e Clementina Trevignono,<br />

di 44 anni, di Torino) 6.<br />

Prima di allontanarsi dalla zona le <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong>, affiancate da <strong>SS</strong> tedesche,<br />

rastrellano la Val Germanasca. Come comunicherà il sottotenente<br />

Renato Maggi, comandante della tenenza Carabinieri di Pinerolo _<br />

Gu.ardia .Nazi~~al: Re~ubblicana, «gli stessi hanno proceduto alla precett~zlOne<br />

di tutti I glOvam delle classi dal 1914 al 1925 compreso dei comuni<br />

di Perrero, Prali e Massello, pare per essere internati in Germania. Il depos<strong>it</strong>o<br />

munizioni di Perrero è stato totalmente sgombrato dei materiali ivi<br />

esistenti, che sono stati trasportati con automezzi al forte San Carlo di Fenestrelle»<br />

7.<br />

. A questo punto, i morti causati dalle <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> sono già venti, i volontan<br />

con le mostrine rosse si sono immersi fino al collo nella lotta fratricida.<br />

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