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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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I mugugni devono essere tanti che un certo Arturo Pettenati il 15 gennaio<br />

1944 scrive in propos<strong>it</strong>o un corsivo sul "Lavoro Casalese", un foglio fasci.<br />

sta che esce in q uella c<strong>it</strong>tà del Piemonte.<br />

«Ancora oggi, ad oltre un mese dal loro arrivo a Casale", dice Pettenati<br />

nel suo <strong>it</strong>aliano traballante, «vi sono molti casalesi che hanno un concetto<br />

errato sui mil<strong>it</strong>i del Battaglione Milizia Armata "<strong>SS</strong>". Eppure costoro<br />

hanno sempre tenuto un contegno ineccepibile, e nulla hanno fatto per me.<br />

r<strong>it</strong>arsi qualifiche non appropriate.<br />

[ .. . ] Essi [ .. . ] hanno saputo resistere a tutto e ora non anelano che al<br />

momento in cui potranno essere impiegati e fremono d'invidia quando ap.<br />

prendono le imprese di altri <strong>it</strong>aliani, più fortunati come "0' Scugnizzo"[un<br />

sollotenente fascista che alla fine di dicembre del 7943 operava contro gli<br />

angloamericani a Napoli, N.d.R .] compiono nelle terre invase.<br />

M a essi sanno pure benissimo chi sono coloro che credono diffamarli<br />

diffondendo vociferazioni e calunnie sul loro conto: sono coloro che hanno<br />

sempre trad<strong>it</strong>o il fascismo e la Patria giocando una doppia part<strong>it</strong>a, sono gli<br />

imboscati di tulli i tempi che nascondono la loro imbelle vigliaccheria sotto<br />

l'egida di giuramenti da mantenere e che si fingono disgustati degli errori<br />

altrui. Sono quei giovincelli ben lustrati dai cappelloni a larghe falde o dai<br />

lunghi ri ccioli, che temono di dovere sottostare alla dura ma virile disciplina<br />

mil<strong>it</strong>are. Sono gli illusi che credono al verbo d'oltre atlantico e alle ipotetiche<br />

facili ricchezze che una invasione anglo-americana apporterebbe.<br />

Sono coloro che volutamente chiudono gli occhi dinnanzi al pericolo bolscevico.<br />

Sono le z<strong>it</strong>elle isteriche che sperano di essere sessualmente riabil<strong>it</strong>ate<br />

da certi orrori d'invasione, fidando nel facile gusto di americani, di australiani<br />

e di ottentolli. Sono tutti gli snobbetti provinciali il cui mondo è illuminato<br />

da sigarette americane, la cui fonte di v<strong>it</strong>a è un Wiscky and Soda,<br />

la cui letteratura è fondata su Steinbeck o Caldwell. Sono tutti coloro, infine,<br />

che per qualsiasi motivo attendono gli anglo-americani e non si preoccupano<br />

della Patria invasa, della c<strong>it</strong>tà distrutta, delle donne violate, dei<br />

bambini rap<strong>it</strong>i, dei beni manomessi , di tutto il sangue versato nei secoli per<br />

la nostra libertà.<br />

Di fronte a costoro si ergono i Mil<strong>it</strong>i delle <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong>, puri cavalieri di<br />

un grande ideale, continuatori delle tradizioni Garibaldine, con le loro divise<br />

che conoscono il fango d'Albania, le nevi delle pianure Sarmatiche, le<br />

sabbie dei deserti africani, con il cuore grandissimo che pulsa sol o per la<br />

Patria.<br />

Quei Mil<strong>it</strong>i che i veri Italiani, e molti per fortuna ve ne sono anche in<br />

Casale, hanno avvicinato e hanno saputo apprezzare tanto che molte famiglie<br />

non hanno es<strong>it</strong>ato a mandare tra loro i propri figli, quali volontari nel<br />

Battaglione <strong>SS</strong>" 7.<br />

Il linguaggio di <strong>Le</strong>cco e di Casale è comune, e nasconde l'amarezza di<br />

non aver riscosso la solidarietà della gente, che li sente estranei e manifesta<br />

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. differenza se non disprezzo,. come ad sempio ad Acqui, dove c'è di guar­<br />

I~g i o ll e una compagnia del VII Battaglione di stanza a Casale. In mezzo a<br />

I1 l1cst 'atmo fera gelida, nel CO l' o di un inverno particolarmente rigido, gli<br />

qrtiglier i di <strong>Le</strong>cco as ieme a quelli di L ucca raggiungono Rivoli Torinese,<br />

j!,lllll re i volonta ri che a ppartenevano a lle compagnie del genio partono per<br />

~iossas co e C umiana, due centri pure non lontani dal capoluogo torinese.<br />

Rivoli c'è gi à la scuola allievi uffi ciali della G uardia N azionale Repubblicana:<br />

la comanda il tenente colonnello Ettore Lucas. M a i volonta ri <strong>SS</strong><br />

fanno v<strong>it</strong>a a sé, stretti nella disci plina germanica che non lascia spazio aUa<br />

fan tasia. Il loro giorna letto non esce più, mentre continua ad apparire a<br />

Cuoeo cla ndo fastidio ai fascisti. Il 17 maggio 1944, con lettera di G iorgio<br />

Almirante, il ministero della Oultura Popolare comunicherà che il periodi­<br />

CO " Folgore" non è autorizzato e inv<strong>it</strong>erà il Prefetto a vietarne l'u!teJ'Ìorc<br />

pubblicazione 8. Sarà un ~pisodio a ~ a rgin e .perché, ~ome racc.ontere~o: l~<br />

propaganda delle <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong>, come e prescntto per I volontan stramen di<br />

tutte le nazional<strong>it</strong>à, sta per essere centralizzata con un proprio settimanale<br />

ideato e stampato a Milano.<br />

Il Battaglione Davide: partigiani nazisti<br />

Mentre Himmler pi azza a Gargnano a protezione (e sorveglianza) di<br />

Mussolini un suo complesso d'artiglieria contraerea (la Flak-Abteilung<br />

Kommando-Stab-Reichsfuhre1"-<strong>SS</strong>), in Piemonte nelle file delle <strong>SS</strong> avviene<br />

qualcosa d'incredibile. Siamo a Torino, nella centrale via Roma, sono le tre<br />

del pomeriggio del 12 marzo 1944. Quattro ufficiali della Guardia N azionale<br />

Repubblicana, gruppo Carri <strong>Le</strong>onessa, vanno a passeggio - sono i<br />

sottotenenti Gianfiliberto Tiloca, Nicola Sanfelice, Valerio Cappelli e Giuseppe<br />

Soncini - e notano un gruppo in uniforme mil<strong>it</strong>are <strong>it</strong>aliana da paracadutista,<br />

con una fascia tricolore al braccio sinistro, che si comporta<br />

stranamente. Si avvicinano, chiedono i documenti a quelli che li circondano<br />

e, come i cowboys, posano la mano sulle fondine da cui spuntano le loro<br />

Beretta. «Siamo ribelli ", dicono, e si mettono a sghignazzare quando gli altri<br />

li inv<strong>it</strong>ano al Comando mil<strong>it</strong>are tedesco che è lì vicino, all'Albergo Nazionale.<br />

«Noi non riconosciamo la vostra autor<strong>it</strong>à ", dicono agli ufficiali.<br />

Sono in sedici e soltanto dopo un lungo parlamentare vanno al posto di<br />

polizia tedesca. Qui dicono di aver fatto parte di bande di «patrioti" di<br />

stanza nelle province di Cuneo ed Asti e di essere attualmente alle dipendenze<br />

di un reparto delle <strong>SS</strong> germaniche. «Non riconosciamo l'attuale governo<br />

della Repubblica Sociale", aggiungono, «odiamo i trad<strong>it</strong>ori fascisti e<br />

vogliamo combattere contro di essi ".<br />

Tra lo sbalordimento dei quattro ufficiali, il collega tedesco di servizio<br />

al posto di polizia conferma che è vero: quelli sono ribelli che hanno stipu-<br />

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