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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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<strong>it</strong>aliana) mentre H immler (6 marzo 1944) stabilisce che « gli <strong>it</strong>aliani eh<br />

hanno prestato giuramento al FUhrer e combattono nelle <strong>SS</strong> o nella Weh"t<br />

machl possono ricevere tutte le decorazioni come i soldati tedeschi. Queu:<br />

che, invece combattono con la Wehrmacht o con le <strong>SS</strong>, ma non hanno anc~<br />

ra giurato, hanno dir<strong>it</strong>to soltanto a q ueste: I) E isernes Kreuz; 2) Deulsch<br />

Kreuz in Gold; 3) Ostmedaille; 4) Kampfschilde; 5) Deutsches Adler Of!J<br />

r.<br />

den; 6) Ehrenzeichen fur deutschen Volkspflege" s.<br />

Una diSlinzion ben precisa e picna di pignoleri a hc sottolinea cOme i<br />

volontari <strong>it</strong>ali ani nelle eh hanno dato la loro pa rola d'onore ad Adolr<br />

H iII r siano a lulti gli cffclli soldati tedeschi. TUili i tentativi. degli Organi<br />

di • alò di considerare questi uomini come apparlenenli in qualche modo<br />

alle forze repubbJicane sono, quindi, non validi: il solco tra i due gruppi è<br />

in uperabile per la Slessa scelta ideale operata al momento dell'arruola.<br />

mento.<br />

Anche l'uniforme che a mano a mano viene concretandosi nei vari bat.<br />

taglioni è chiaramente d'impronta tedesca: mostrine rosse tipo artiglieria e<br />

Flak (poi diventeranno nere soltanto per gli uomini che si sono battuti in<br />

prima linea), pantaloni rotondi (i Rundbundhosen), cinturone germanico<br />

con agganciamento centrale, cappotti tedeschi, borsa viveri, maschera anti.<br />

gas e munizioni germanica e gradi tedeschi, pur con segni distintivi _<br />

un 'aquila su fascio l<strong>it</strong>torio o lo scudo tricolore - indicanti l'appartenenza<br />

al gruppo etnico <strong>it</strong>aliano, così come succedeva ai bosniaci, ai belgi, ai noI'.<br />

vegesi, ai danesi, ai russi, ai galiziani, ai francesi ed agli altri volontari accolti<br />

nelle file delle <strong>SS</strong>. L'inquadramento secondo la concezione teutonica,<br />

la tattica dispiegata in zona operativa, il tedesco usato negli ordini ad alto<br />

livello, la cerimonia del giuramento, l'iscrizione nei libri di arruolamento e<br />

paga depos<strong>it</strong>ati negli archivi centrali delle <strong>SS</strong> a Berlino (che poi finiranno<br />

come preda bellica nell'Archivio di storia cecoslovacco, dal quale non sono<br />

ancora sta ti resi noti), le stesse canzoni (spesso, nelle cerimonie, la banda<br />

reggimentale suonava la Prinz f.,'ugen Marsch e motivi comuni al soldato<br />

tedesco, oltre all'inno delle <strong>SS</strong> ed a canzoni naziste) sottolineano questo carattere<br />

speciale del gruppo <strong>it</strong>aliano fin<strong>it</strong>o nelle un<strong>it</strong>à dal teschio d'argento.<br />

L'VIII Ballaglione <strong>SS</strong> <strong>it</strong>aliana, giunto prima a Como e poi spostatosi a<br />

<strong>Le</strong>cco (un centro importante dove si costruiscono parti della V 1 e della V<br />

2 e, alla Fiocchi, si lavora 17 ore su 24 per mandare vagoni di munizioni<br />

in Germania), comincia già agli inizi di febbraio a stampare il suo periodico:<br />

s'int<strong>it</strong>ola "Onore" 6 e nel suo primo numero, apparso il 5 febbraio 1944<br />

con i tipi della tipografia La Grafica, porta in prima pagina un neretto incorniciato<br />

dal t<strong>it</strong>olo chiaro: "chi siamo", e dal contenuto un po' equivoco. È<br />

una specie di decalogo, nel q uale si tenta di sfumare agli occhi dei lettori la<br />

pienezza dell'abbraccio ai nazisti e contemporaneamente di c<strong>it</strong>are Mussolini<br />

. C'è ancora qualche illusione, ma col tempo scomparirà. L'incorniciato<br />

dice testualmente:<br />

72<br />

CHI SIAMO<br />

. <strong>it</strong>aliani al cento per cento, non mercenari, non venduti a nessuno.<br />

SlaJllO . . d" . .<br />

,_ Siamo i trad<strong>it</strong>i, si amo coloro che dopo mesI e mesI l nnunCia ~ pnva-<br />

2 zioni, dopo aver sostenuto su tutti i fronti l'onore dei comb~tt1mento ,<br />

fummo abbandonati a noi stessi e gettati nelle mani del nemico.<br />

, _ Siamo coloro che non hanno dimenticato i nostri fratelli morti.<br />

3, _ Siamo coloro che nelle ore più scure, quando un vento di follia suicida<br />

4 travolse animi ed intelletti, minoranze di fede, si strinsero attorno ai<br />

vessilli dell'Italian<strong>it</strong>à e dell'Alleanza.<br />

5' - Siamo i volontari della morte, decisi a lavare col sangue l'onta dei più<br />

vergognoso tradimento.<br />

6' - Siamo soprattutto uomini pronti ad offrire la nostra v<strong>it</strong>a alla Patria<br />

affinché essa possa vivere e risorgere.<br />

7' - Siamo i fedeli di ieri, di oggi, di sempre.<br />

8' - Non siamo gli arricch<strong>it</strong>i e gli arrivisti, non abbiamo mai ricoperto cariche,<br />

abbiamo fatto la guerra in nome dell'Italia che volevamo vedere<br />

grande, sempre più grande, ed in nome di questa Idea ci sentiamo fascisti,<br />

nei vero senso della parola e siamo fieri di dichiararlo.<br />

9' - Apparteniamo alla <strong>SS</strong> <strong>it</strong>aliana, aristocrazia di fede e presto di valore.<br />

tO' - SIAMO UOMINI DI ONORE.<br />

Il periodico ha la sua redazione alla Caserma Sirtori, il vecchio distretto<br />

mil<strong>it</strong>are in vi a <strong>Le</strong>onardo da Vinci, dove fino all'8 settembre c'erano gli<br />

alpini, ed è diretto dal tenente Italo Libero Guardone, accanto al quale<br />

funziona come redattore capo il tenente Gian Paolo Posocco. Il tono è alquanto<br />

goliardico, ma fin dal primo numero si capisce che quei mil<strong>it</strong>ari venuti<br />

dalla Germania dopo un viaggio in tradotta durato sei giorni non hanno<br />

avuto - cosÌ come il battaglione approdato a Cuneo - alcuna fervida<br />

accoglienza.<br />

«Stavo per .aprir bocca », scrive il caporale Mario Avancini, autore<br />

dell'articolo di fondo che inaugura il giornale, « per chiedere che cosa trovassero<br />

di strano nella mia persona, quando un distinto signore, sulla quarantina,<br />

profumato, ben pasciuto, mi si avvicinò un po' tra l'indifferente ed<br />

il guardingo, sorreggendo a mezz'aria un grosso sigaro con la mano inguantata.<br />

Mi osservò ancora e poi:<br />

Dimmi un po' - mi chiese - di dove vieni<br />

- Dalla Germania.<br />

- Dalla Germania - ripetè lui meravigliato -. E come avete fatto<br />

a tornare<br />

- Siamo tornati - gli risposi - perché abbiamo chiesto di continuare<br />

a combattere per la noslra Patria.<br />

73

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