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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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non si fa alcun cenno. Non se ne parla perché nessun battaglione è part<strong>it</strong> .<br />

i tedeschi che comandano ogni spostamento di reparti non intendono ma:~<br />

dare al fronte un<strong>it</strong>à abborracciate anche se pervase da entusiasmo. Prilll<br />

vog l· IOno c h' e siano sottoposte ad un duro trattamento addestrativo, come s' a<br />

usa in Germania e come non si è mai fatto con le un<strong>it</strong>à del regio eserc<strong>it</strong>ai<br />

Perciò bisogna aspettare: l'ordine di Kesselring per l' <strong>SS</strong>-Obergrup:<br />

penfuhrer Wolff seguirà la sua strada, e sarà una strada molto lenta.<br />

Il duce tuttavia non molla e pochi giorni dopo - siamo al 6 di febbrai<br />

del 1944, e i tedeschi fanno puntualmente rapporto ai loro superiori 5 :<br />

esprime la sua meraviglia per il fatto che le <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> non siano ancora<br />

state porlale al fronte. L'indomani riceve l'addetto mil<strong>it</strong>are a Berlino, co.<br />

lonnello Morera, e discute con lui il problema. La cosa migliore, convengo.<br />

no i due, sarebbe un incontro con il Fuhrer per paterne parlare apertamen.<br />

te. Una settimana dopo rientra da Roma Renato Ricci, ed anche lui è d'ac.<br />

corda per l'incontro con H<strong>it</strong>ler. Ma l'incontro non si farà mai, i tedeschi<br />

lasciano che il loro Gaule<strong>it</strong>er salvato dai paracadutisti di Student al Gran<br />

Sasso e i gerarchi che lo circondano chiacchierino fin che vogliono. Ciò che<br />

hanno deciso è deciso: in campo mil<strong>it</strong>are comandano soltanto loro. Per anda.<br />

re in linea, se ci andranno, gli <strong>it</strong>aliani dovranno ottenere il loro permesso.<br />

La ragione c'è, ed è sempre la stessa: dei mil<strong>it</strong>ari <strong>it</strong>aliani, fascisti o no,<br />

non si fidano. <strong>Le</strong> direttive impart<strong>it</strong>e per l'istruzione in senso teutonico dei<br />

volontari e dei collaboratori (Armeegruppe von Zangen, 13 febbraio 1944)<br />

sono piene di pignolerie. « Il comandante <strong>it</strong>aliano di battaglione ", si dice<br />

per esempio, « dirige sotto la sua personale responsabil<strong>it</strong>à l'addestramento,<br />

l'educazione e l'assistenza del proprio reparto secondo le disposizioni che<br />

gli vengono trasmesse dal proprio comando superiore tedesco (divisione o<br />

reggimento), tram<strong>it</strong>e il comandante del personale tedesco incaricato dèll'addestramento<br />

[... ] In collaborazione con il comandante del personale tedesco<br />

incaricato dell'addestramento, compila il piano di servizio del suo battaglione<br />

o reparto e dà tutte le disposizioni per lo svolgimento del servizio interno,<br />

secondo il sistema tedesco [.. .] Se esiste divergenza di opinioni con il comandante<br />

<strong>it</strong>aliano, il comandante del personale tedesco incaricato dell'addestramento<br />

lascia decidere il proprio comando superiore tedesco». Unica<br />

concessione, come prescrive il capo di Stato Maggiore generale, generale<br />

Nagel, il rancio: « Il personale tedesco, ufficiali e soldati, riceve il rancio<br />

dalla medesima cucina dalla quale lo ricevono i camerati <strong>it</strong>aliani» 6. La tavola<br />

è eguale per lutti.<br />

({ Gli <strong>it</strong>aliani non combattono))<br />

Sul campo di battaglia i camerati <strong>it</strong>aliani non dànno, dunque, affidamento.<br />

Un messaggio segreto inviato il 17 febbraio dal Gruppo d'Armate von Zan-<br />

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ai comandand dell'Alpenvorland (Trentino-AllO dige) e dell'Adrtati­<br />

':: '$ Ktlstenla11d (L<strong>it</strong>orale Adriatico) avverte che «le formazioni <strong><strong>it</strong>aliane</strong><br />

s ~~crealesi , dalle esperienze che abbiamo, non combatLOno ( ach den bis­<br />

~~r gemachten . EI~ahrun~en !.'~mpfen .a.uf slch ge~telLt e ilal. Verbande ni­<br />

-/Il). In caso d I1nple~o dI grossI repartI In concom<strong>it</strong>anza con bar hi nemici<br />

c c il pericolo ehe Pl1llcro c<strong>it</strong>are costiera e le armi colà presenti vengano<br />

~duti senza colpo rerire l· .. ]" 7. Un altro comunicalo (questo è del 23 gennio)<br />

è ancora più grave. «A sei chilometri a nord di Finale Ligure, a Pcnli~O<br />

, un magazzino d.i polveri ha preso fuoco alle 18.15, probabilmente per<br />

~1botaggio - D magazzino era sorvegliato dalla Milizia <strong>it</strong>aliana. L'incendio<br />

è stato spento dai pompieri. Due <strong>it</strong>aliani sono stati arre tati dalla po,lizia<br />

<strong>it</strong>aliana »- Ma ce n'è un terzo, del 31 gennaio, ancora più ignifica tivo:<br />

.A1l'una e trenta di questa notte un ponte della ferrovia lungo 4-5 metri,<br />

vigilato dalla Milizia, cinque chilometri a sud-ovest di Pesaro, è stato fatto<br />

saltare da ignoti, probabilmente due o tre uomini. L'esplosione è avvenuta<br />

con materiale di fabbricazione inglese. Il ponte è distrutto, la linea ferroviaria<br />

inutilizzabile per cinquanta metri. La ronda tedesca in bicicletta passata<br />

tra le 23.15 e 23.30 non ha trovato nessuna guardia <strong>it</strong>aliana. Probabilmente<br />

il ponte non era vigilato al momento dell'esplosione. <strong>Le</strong> sentinelle<br />

della Milizia responsabili del fatto sono state arrestate» 8.<br />

Succedono anche altre cose che lasciano di stucco i tedeschi. Un ragazzo<br />

di Como, Aldo Rizzi, classe 1927, si arruola volontario nella Milizia verso<br />

la fine del 1943 e viene trasfer<strong>it</strong>o in Piemonte. Probabilmente appena lontano<br />

da casa, l'entusiasmo gli vien meno. Ha appena sedici anni e perciò<br />

diserta. Rimane nascosto per tre mesi, ma poi qualcuno lo denuncia ed allora<br />

si ripresenta, questa volta alla Decima Mas 9 . Il 2 dicembre 1943 tre<br />

legionari torinesi, in forza al battaglione <strong>SS</strong> di quella c<strong>it</strong>tà - si tratta di<br />

Sergio Corbelletti, Angelo Camagna e Fioravante Gambino - si allontanano<br />

dal reparto: montano su un treno e vanno a Casale, dove ci sono altri<br />

commil<strong>it</strong>oni. Sono tutti giovani, classi 1924 e '25, e inclini alle balordaggini.<br />

Dopo essere andati al cinema, si dànno alle perquisizioni. Entrano prima<br />

al Caffè Principe, poi al Nazionale e quindi al Rossignoli per passare<br />

infine all' Albergo Reale: domandano se ci sono generi che alimentano il<br />

mercato nero, discutono sul Battaglione <strong>SS</strong> di stanza in quella c<strong>it</strong>tà, minacciano<br />

un intervento da Torino, dicono di essere in missione programmata<br />

dal comando della Polizia tedesca di Torino. Infine i fascisti della Guardia<br />

Nazionale Repubblicana li arrestano: convocano il sottotenente Giuseppe<br />

~edeschi del VII Battaglione Milizia Armata di Casale, li interrogano e li<br />

nrnandano al reparto d'origine. Naturalmente Renato Ricci, Generalkommandant<br />

der C.N.R .) manda in tedesco una comunicazione al Befehlshaber<br />

der.Ordnungspolizei. Ogni volta che i mil<strong>it</strong>i <strong>SS</strong> alle dipendenze dei tedeschi<br />

compiranno qualche arb<strong>it</strong>rio, i fascisti lo rileveranno con clamore nei<br />

loro documenti: una guerra a tavolino con continue punture di spillo lO.<br />

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