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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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stante il sole. Pensasti alla Grecia, alla Croazia, alla Slovenia, all' Alban<br />

al Montenegro. Anche là ti guardavano cosÌ. Avesti un brivido e un<br />

dolore al cuore. Non te l'aspettavi» 4.<br />

Ma c'è un'altra testimonianza di quei giòrni lontani. « Una sera », rac.<br />

conta Nuto Revelli, «andai davanti alla caserma Cesare Battisti del 2° 1\).<br />

pini, quella della Cun ee n ~·e. Mi avevano detto che erano tutti alpini d e l1~<br />

Tridentina, catturati al Brennero, volevo vederli. lo ero già partigiano, ma<br />

siccome mi trovavo in convalescenza per fer<strong>it</strong>e e congelamento in Russia<br />

tentai. Che i miei alpini fossero adesso con i tedeschi mi sembrava impossi.<br />

bile. Alle sei e mezzo, all'ora della libera usc<strong>it</strong>a, ero là davanti alla caserma.<br />

Sono usc<strong>it</strong>i tutti insieme. Una gran confusione. Erano vest<strong>it</strong>i proprio<br />

da alpini: cappello da alpini, mantella corta, l'uniforme grigioverde della<br />

naja, le fasce mollettiere. Guardavo quei visi, non conoscevo nessuno. Poi<br />

ho visto tre sottufficiali. Sapevo che c'erano dei valtellinesi tra quei soldati t<br />

dei bergamaschi, me l'avevano rifer<strong>it</strong>o. Dopo tre giorni che erano a C unCQ<br />

.Jandavano in trattoria e dicevano: "Veniamo dal Milanese, dalla Berga ma_<br />

sca, dal Bresciano ... ". F ermo i tre sottufficiali e dico che sono fratello di Un<br />

disperso in Russia. Uno di questi era M anzolini [Damiano Manzolini, na.<br />

to il 77 dicembre 7976, che neLL'agosto del 7944 sarà proposto per una de.<br />

corazione germanica dal suo comandante di compagnia, tenen te GiuselJ l<br />

E tter, per il suo (( comportamento coraggioso)) nei rastrellamenti di parligiani<br />

di R oreto e Pra Catinat, N.d.R.]. Manzolini mi guarda un po' e di ce:<br />

"Ma lei è il tenente Revelli ... ". L'ho preso per un braccio e l'ho portato<br />

via. Gli altri due se ne sono andati senza capir niente. " 10 sono un ribelle",<br />

gli dico, "come fa a conoscermi ".<br />

"Non ero del suo battaglione", risponde, "ma di un altro, dell' Edolo.<br />

Mi ricordo di lei fer<strong>it</strong>o all'ospedale da campo della Tridentina".<br />

"Ti parlo chiaro", aggiungo: "io sono partigiano, tu sei un fascista".<br />

"Noi non siamo fascisti", risponde Manzolini, "ma dei poveri ctisti<br />

che, dopo aver fatto la Russia, Dio Santo, 1'8 settembre eravamo al Brcnnero.<br />

Ci hanno caricati sulle tradotte, maledetti, e portati fino al N ord.<br />

Siamo andati di nuovo su, lei si immagina cosa significa questo. poi abbiamo<br />

ader<strong>it</strong>o per venire qui. Siamo disperati, altrimenti scapperemmo. Ma<br />

abbiamo paura di scappare perché ci hanno schedati. Abbiamo paura per le<br />

nostre famiglie".<br />

"Guarda, io ti capisco, perché sei stato in Russia, l'importante è sapere<br />

che non sei fascista".<br />

"Non c'è nemmeno un fascista in mezzo a noi. Siamo dei poveri diavoli"<br />

.<br />

" Per me puoi essere prezioso, essendo là dentro. Inutile che ti dica ·di<br />

scappare: hai paura per la famiglia. Stabiliamo un contatto continuativo: tu<br />

mi dici tutto quanto succede nel reparto".<br />

38<br />

Ci siamo trovati alcune volte. Mi ha giura lO he non avrebbe mai spasui<br />

partigiani, perché sapeva che tra quelli in montagna c'era gente<br />

ra lo mC. Manzolini mi comunicava gli ordini di spostam ento delle compa­<br />

(O~ema il gioco è durato poco. È andato avanti fino a lullO il dicembre.<br />

gnle, . '1 5<br />

. lui è spanto con I reparto» .<br />

1'01 Ali improv v i s~, il. 9 ~ ice mbr e, i.1 ba ll ag ~i~n e viene im p ie~to in ~n att.ac:<br />

, ,ntfO i partigIani di Boves chc, andali In Valle tura, SI sono mscdmu<br />

CO ;nadio, banno innalzato il tricolore e proclamato il luogo "cillà libera".<br />

;1 battaglione di <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> appena arrivato dalla Germania viene aggr -<br />

ad una colonna tedesca e mandato all'attacco. D opo un giorno e mezzo<br />

:~ tduri combattimenti gli alpini passati alle <strong>SS</strong> ed i tedeschi ha nno ragione<br />

d~lla resistenza ~ e i pa rtigiani ch ~ si .di. s p ~ rdno e ri ~ ntra n o po~ ~ Bo~ e s. I<br />

deschi e gli ilaha nl fanno alcuJlJ pnglOJlIcn , tra CUI un sotlufflclale IOglele<br />

passato nelle fil e della resistenza e li portano a Cuneo: qui tutli, com­<br />

S~C!si i. fer<strong>it</strong>i, vengono fucilati 1'11 di cembre 6 •<br />

p Presidente del tribunale mil<strong>it</strong>are volante è il vice-comandante del baltaglio<br />

ne <strong>SS</strong> <strong>it</strong>alia ne, Aldobr~ndino Allodi, sedicente tenente dei paracadutisti<br />

e amante delle guasconen e. «Combatteremo con tutte le nostre forze», ha<br />

serino nel breve ed<strong>it</strong>orial del primo numero del giornalino del battaglione.<br />

. AbPiamo fede in noi questo ci basta, ci basta per vincere! T utto non è<br />

porduto ... La nostra bandiera arà lavata nel no tro sangue nuovamente il<br />

nostro bel so<strong>Le</strong> risplenderà ulla nostra terra benedetta da Dio - da quel<br />

Dio Grande e Onnipotent - che ci illuminerà e che ci rarà compiere le<br />

più grandi e le più nobili imprese » 7.<br />

Pochi giorni dopo la fucilazione dei prigionieri si sposa. Prende in moglie<br />

la figlia di un trattore di Cuneo (il locale era il "Pan di Spagna") e si<br />

fa portare in duomo su un landau con un tiro a quattro. In~ossa l'uniforme<br />

di <strong>SS</strong> e si comporta come un moschettiere dell'Ottocento. «E stata una manifestazione<br />

mondano-mil<strong>it</strong>are», ricorda Nuto Revelli. «Il duomo, in via<br />

Roma, era pieno di fascisti e di curiosi. Hanno fatto un sacco' di fotografie»<br />

s.<br />

Quello di Vinadio è stato il primo duro impatto dei volontari con la<br />

realtà <strong>it</strong>aliana: Himmler li ha arruolati non per fare bella figura in prima<br />

linea, ma per portar avanti la lotta ai guerriglieri che minacciano le retrovie<br />

delle grandi un<strong>it</strong>à naziste. Il battaglione ha due morti, il caporalmaggiore<br />

Pasquale Mùoio e il soldato Ilario Piccolo, mentre il tenente Vincenzo<br />

Colonna viene portato all'ospedale in gravi condizioni. Due ufficiali delle<br />

<strong>SS</strong> vengono presi prigionieri a Gaiola, dove avevano stabil<strong>it</strong>o un posto di<br />

blocco con un gruppo di soldati, ed erano stati sorpresi in un colpo di mano<br />

della banda Boves-Peveragno di Ignazio Viano Il comandante partigiano si<br />

è buttato su un lettino per riposare e accanto a lui è Nardo Dunchi.<br />

« I due ufficiali erano giovani» racconta Dunchi, «non tanto alti.<br />

- Beh! - fece uno, il più piccolo di statura.<br />

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