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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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con un colpo alla nuca: quando cadevano finivano su un grande fuoco pre.<br />

parato dai tedeschi 22. Nel bosco di <strong>Le</strong>sienice i mil<strong>it</strong>i della Gestapo abballe.<br />

vano gli <strong>it</strong>aliani a raffiche di m<strong>it</strong>ra.<br />

Migliaia e migliaia di ufficiali e soldati provenienti dall'Austria e dalla<br />

Jugoslavia finirono a Biala Podlaska. C 'era un campo di 120 baracche SOr.<br />

vegliato dai tedeschi e dagli ucraini, che seminavano il terrore con esecu.<br />

zioni cap<strong>it</strong>ali all'ordine del giorno. Fu qui che arrivarono alcuni gerarchi<br />

fascisti del gruppo di Berlino a far propaganda per gli arruolamenti<br />

nell'eserc<strong>it</strong>o tedesco, W ehrmacht e <strong>SS</strong>. Nel mese di ottobre del 1943 un mi.<br />

gliaio di prigionieri affamati accettò di battersi sul fronte orientale; in OG.<br />

vembre un altro scaglione cedette e passò nelle <strong>SS</strong>: nelle file di questi li<br />

laureato in farmacia Antonio Torinesi, già dell'ARMIR. Lo aggregarono Co.<br />

me tenente ad un reparto san<strong>it</strong>ario delle <strong>SS</strong>, addetto al magazzino ed alla<br />

distribuzione dei medicinali. Catturato dai partigiani nel gennaio 1944 sul.<br />

la strada di Rusti Brod, chiese clemenza: «La mia famiglia ab<strong>it</strong>a nei <strong>Le</strong>ni.<br />

tori occupati dalla Germania», disse, «certamente eseguiranno rappresagl<strong>it</strong><br />

contro di essa". I partigiani polacchi lo lasciarono libero 23. Gli altri lennero<br />

duro: mangiavano erba, radici e persino bruchi, diventarono degli spettri<br />

e cominciarono a morire appena giunse il terribile inverno. I superst<strong>it</strong>i costruivano<br />

casse con tavole sbozzate dagli alberi e portavano quei poveri Coro<br />

pi al cim<strong>it</strong>ero, su un carretto.<br />

Nicola Grandi, un alpino della Tridentina, battaglione Morbegno, fini<br />

a Christenstadt, vicino a Breslavia, dov'era una fabbrica di dinam<strong>it</strong>e;<br />

«Dopo un mese venne un gerarca (Anfuso ): ci radunarono nel cortile I:<br />

chiesero chi voleva partire e combattere per l'Italia, con Mussolini. Furono<br />

molto pochi. Ma era una disperazione. Davano un pezzo di pane da tagliare<br />

in cinque fette per cinque persone. Si giocava alla morra per la distribu<br />

zione. C'era chi credeva di averne un pezzo più grande degli altri, magari<br />

soltanto un grammo in più. M a quando l'avevi in mano era piccolo ome<br />

gli altri. Ho dalo via l'orologio per un chilo e mezzo di pane. Prendevo lè<br />

pelli delle patate, le seccavo e le mangiavo. Una fame incredibile. E ravamo<br />

in ottantamila. Gli ufficiali erano in un altro Lager. Dieghi, aiutante maggiore<br />

del comando gruppo Bergamo, è passato alla Monterosa,<br />

fi nì con i tedeschi» 24 .<br />

A Chelm Lubelski, presso Lublino, c'erano diecimila soldati e ufficialì<br />

<strong>it</strong>aliani provenienti dalla Grecia , dalla Jugoslavia e dall'Alto Adige. Ottomila<br />

vennero spostati a Czestochowa e nel forte di Deblin-Irena.<br />

che accettarono di collaborare ebbero cibo e una certa libertà, gli altri<br />

rono le peggiori angherie: isolamento, razioni ridotte, bastonate. Gli<br />

lati veni'vano portati all'ospedale del campo, da cui non r<strong>it</strong>ornavano pi ò.<br />

Molti sospettano che venissero soppressi con iniezioni di fenolo.<br />

Altri furono fucilati . Il primo ufficiale di grado elevato assassinato in<br />

Polonia fu il generale Alberto De Agazio: morì nel campo di conceOlra-<br />

enlO di Antoninow (distr etto di W ag'rowiec, nel voivodalO di Poznan).<br />

~ le mesi dopo, il 24 novembr 1943, neUo stesso OJlag (Olfiziel'slager)<br />

\irono per gli stemi i generali D avide Dusrnet e ' mben o D i Giorgio. Il<br />

~; gennaio, sempre per stenti, pirò il genera le Rodolfo TOl'resan segu<strong>it</strong>o<br />

'ù tardi dal generale Chiappi Armellini.<br />

pJ A <strong>Le</strong>opoli i nazisti procedettero a fucilazioni in massa. Caddero davan ti<br />

al plotone di esecuzione parecchi generali (tra cui Enrico Manganini, Al·<br />

fredo F ornarolli e G iuseppe Gampoti) tre colonnelli (Luigi M aganini ,<br />

Carlo Stefanini e Achenzo) e ci nquanta ufficia li di vario gl'ado. N e sono<br />

stati identificali ventiquattro, e i loro nomi sono questi: Gino Capusso<br />

Luigi Fuzaroli, Tommaso erafini, E nrico Fornarolli , Nino M an to,<br />

Eduardo M anganini, Alfredo L ombardi, Livio orsini Giovanni G iacomini,<br />

Luigi Stefanini, Cleno Persini, Riccardo Castellani, Tullio Persianini,<br />

Marino Delnieri, Gino Valentini, Luigi Savo, Riccardo Sabo, Alfredo Morossi,<br />

Eduardo Storelli, Giovanni Beniami, Emanuele Vicenti, Lorenzo Veranini,<br />

Alfonso Toscano. Ma i morti furono migliaia, tutti colpevoli di non<br />

voler aderire agli appelli di H<strong>it</strong>ler 25.<br />

Ai soldati e ufficiali che - in preda al terrore o per vera spinta ideale<br />

_ avevano accettato di far parte delle un<strong>it</strong>à con la "testa da morto" il<br />

Reichsfuhrer-<strong>SS</strong>, che conosceva bene quanto contasse per un prigioniero<br />

una razione abbondante, concedette l'alimentazione prevista dalla "colonna<br />

B" (Spalte b) delle diete giornaliere tedesche (tra l'altro 1200 grammi di<br />

patate fresche al giorno e verdura). Come presentare un osso con un po' di<br />

carne ad un cane affamato: alcuni, stremati, resistettero sulle prime a<br />

quell'offerta allucinante, ma poi, in UO' secondo tempo, cedettero 26. « La fame<br />

era orribile ", ricorda il tenente Mario Mari, che tuttavia resistette fino<br />

alla fine, «ottundeva ogni altra sensazione, tranne l'istinto di conservazione<br />

e il desiderio di r<strong>it</strong>ornare in Italia>, 27.<br />

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