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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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sé gli ab<strong>it</strong>i borghesi che si sono procurati per tempo, gli altri li stavano cer_<br />

cando presso le famiglie della zona. <strong>Le</strong> divise e le armi che essi depongono<br />

le raduna a casa sua un civile, Giovanni Felappi, che pagherà poi cara<br />

questa sua iniziativa. Thaler manda pattuglie nella zona, e tutte si lasciano<br />

disarmare. Arriva un'altra pattuglia di dodici volontari, ed i partigiani sparano.<br />

Una <strong>SS</strong> <strong>it</strong>aliana, Panceri, cade al suolo fer<strong>it</strong>a ad una mano e ad Un<br />

braccio, le altre si sbandano. Un sergente, Volpi, le riunisce minacciandole<br />

con la pistola alla schiena. Verso il Monastero avanzano adesso due grossi<br />

gruppi di volontari <strong>SS</strong>: una cinquantina dalla strada che unisce Saiano COn<br />

Rodengo, un reparto del "pronto impiego" da Corneto per prendere l'edifi_<br />

cio alle spalle, e altre due colonne dal Bettolino e dal Gandovere, un torrente<br />

in secca. Due <strong>SS</strong>, il sergente maggiore Luigi Estro e il volontario<br />

Mario Cerretti, cadono nella sparatoria, mentre altri restano a terra fer<strong>it</strong>i.<br />

Dopo un'ora di combattimento, le <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> irrompono nel Monaste_<br />

ro lanciando bombe a mano, sparando con i Panzerfau:;te, sventagliando<br />

raffiche di m<strong>it</strong>ra. Quattro partigiani, Andrea Corridori, Mario Andreis,<br />

Giovanni Pezzotti e Renzo Zanardelli, vengono catturati. Un figlio del tenente<br />

colonnello Gardini che comanda una pattuglia vuole fucilarli sul posto,<br />

ma gli altri lo convincono a portarli dal maggiore Thaler. <strong>Le</strong> <strong>SS</strong> già in<br />

borghese corrono a rivestire l'uniforme, gridano che sono state obbligate a<br />

farlo dai ribelli e indicano dove se ne trovano altri. Uno di questi, Paolo<br />

Lancellotli, fer<strong>it</strong>o gravemente, viene catturato, mentre un altro, Luigi Zanardelli,<br />

che fuggiva, è fermato da una pattuglia tedesca. Luigi Bono e<br />

Giovanni Lancellotti vengono intercettati mentre, senza saper niente di ciò<br />

che accade, tornano da Gussago, dove erano andati a chiedere aiuti. A Villa<br />

Fenaroli, in una stanza, un giovane sergente di cui non si è saputo mai<br />

il nome, li percuote all'impazzata con un nerbo di bue dal puntale d'argento,<br />

mentre altri li colpiscono con pugni e calci. <strong>Le</strong> <strong>SS</strong> fanno altri prigionieri<br />

. Thaler ne conta sei: Giovanni Pezzotti, Mario Andreis, Gaetano Lumini,<br />

Giovanni Felappi (quello che raccoglieva le divise), Gastone Tiego e<br />

Angelo Franchini. «Plotone d'esecuzione», dice, e i sei nella notte, mentre<br />

piove a dirotto, cadono sotto le raffiche d'un plotone di volontari sui declivi<br />

dietro la Villa Fenaroli.<br />

Mentre Thaler fa disporre postazioni di artiglieria nel con'vento (gli<br />

americani sono già alla periferia di Brescia, e a Rodengo-Saiano il telefono<br />

non funziona più e non c'è più nemmeno l'energia elettrica), il tenente colonnello<br />

Gardini raduna le <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> nel cortile della scuola e tiene un discorso.<br />

L'ufficiale esorta in tono allucinato i volontari a combattere per la<br />

Patria e ripete le frasi dell'ultimo coraggio o fanatismo: «La Patria si<br />

aspetta che voi le dimostriate il vostro entusiasmo e il vostro valore [ ... ]".<br />

Gli aerei alleati sorvolano la zona, ci sono autoblindo alleate lungo le strade,<br />

a sei chilometri di distanza da dove parla il tenente colonnello i partigiani<br />

liquidano una colonna tedesca, un carro armato si rovescia ai bordi<br />

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della carreggiata. Altri quattro partigiani vengono fucilati dai volontari <strong>SS</strong>:<br />

sono il dottor Battista Vighenzi, segretario comunale di Saiano, Pino Malvezzi,<br />

Giovanni Ceretti (da Gussago, di 19 anni) e Giuseppe Caravello (di<br />

Palermo, classe 1921). Li troveranno, il giorno dopo, in tre fosse di circa<br />

mezzo metro di profond<strong>it</strong>à scavate nell'orto dietro la Villa Fenaroli.<br />

Il Comando della divisione T<strong>it</strong>o Speri delle Fiamme Verdi ha inviato al<br />

maggiore Thaler una lettera con l'inv<strong>it</strong>o alla resa. L'inv<strong>it</strong>o non viene accettato.<br />

Allora nella zona vengono lanciati manifestini che dicono:<br />

«Volontari <strong>SS</strong> Italiane!<br />

<strong>Le</strong>ttera analoga è stata consegnata ai vostri comandanti. Hanno risposto<br />

armandovi alla battaglia e con lo stato d'assedio del paese. È una sfida: vi<br />

impegneremo quando, dove e come vorremo. La caduta di Brescia vi preclude<br />

la r<strong>it</strong>irata. Tutta la valle è in armi contro di voi. Mussolini, Pavolini,<br />

Farinacci, Buffarini-Guidi sono stati arrestati mentre tentavano la fuga.<br />

Non avete più capi <strong>it</strong>aliani. I vostri padroni tedeschi vi faranno massacrare<br />

per salvare la loro r<strong>it</strong>irata.<br />

Questa lettera del Comando Divisione Fiamme Verdi vi indica la sorte<br />

che vi riservano i Patrioti se non vi arrenderete con le armi.<br />

Insorgete contro i vostri superiori prezzolati che, a prezzo della vostra<br />

v<strong>it</strong>a, tentano di prolungare la loro sporca esistenza di qualche giorno ancora.<br />

I nuclei di armati che passeranno nel nostro campo dovranno essere<br />

preceduti - a deb<strong>it</strong>a distanza - da staffetta disarmata. La presente lettera<br />

potrà servire di salvacondotto.<br />

PENSATECI: avete 24 ore di tempo. Il termine scade domani, 29<br />

aprile 1945 alle ore 24 ( ventiquattro») 20.<br />

Ma Thaler, con i volontari che gli rimangono - molte <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> se la<br />

sono svignata col favore della notte - alle 3 e 30 di sabato 28 aprile lascia<br />

la zona con undici autocarri e undici automobili. Punta verso Iseo per salire<br />

verso la Valle Camonica, ma viene fermato poco dopo a Paratico, alle<br />

soglie di Sarnico. Una parte della colonna si arrende ai partigiani (il figlio<br />

del tenente colonnello Gardini vedendo tra gli armati due di quelli che voleva<br />

fucilare, i fratelli Zanardelli, sviene), Thaler con 25 uomini si rifugia<br />

in una cascina. Lo assediano per una giornata e mezzo, poi con una m<strong>it</strong>ragliatrice<br />

da 20 mm incendiano la casetta. Ma Thaler con alcuni tedeschi è<br />

fugg<strong>it</strong>o. Ha buttato via l'arto in modo da far credere d'essere morto. Lo arrestano<br />

ilio maggio mentre, appoggiandosi a un bastone, tenta da solo di<br />

guadagnare l'alta Val Camonica. Lo portano prima a Chiari, poi a Brescia,<br />

dove la folla che sa del massacro di Saiano vorrebbe linciarlo. Processato<br />

e condannato a morte, rifiuta i conforti religiosi. « lo non ho fatto che<br />

eseguire la sentenza emanata dal tribunale mil<strong>it</strong>are delle <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong>", dice,<br />

e muore gridando: «Viva la Germania! Viva H<strong>it</strong>ler!» 21.<br />

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