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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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lussano, «sarà, dopo la viltoria deWAsse, la repubblica ba ala sulla preminenza<br />

del lavoro sul cap<strong>it</strong>ale. Il dOll. Gocbbcls, nel uo discorso rivolto<br />

ad una delegazione degli operai stranieri che lavorano in Germania, ha l'ibad<strong>it</strong>o<br />

questo principi, afferm, ndo esplic<strong>it</strong>amente che la Germania combal_<br />

te non solo per la libertà di tutti i popoli, ma combatte per una Europa libera<br />

e socialista».<br />

Colui che si ceda solto lo pseudonimo' Il camerata <strong>SS</strong>" - probabil_<br />

mente il cap<strong>it</strong>ano alvatore Piras che l'ha mutuato dal reporter di gu rra<br />

morto alla fine del 1944 - conclude la sloria di questo giornale delle <strong>SS</strong><br />

<strong>it</strong>alian con un appello: Chi sei tu a cui già rispondono senza incertezze<br />

gli avvenimenti che si succedono di ora in ora. «O tu che ab<strong>it</strong>i in Italia» ,<br />

invoca il cor ivista, «che sei nato, cresciuto, edu ato in Italia, perché nOn<br />

ami questa tua Patria che la terra dei tuoi cari morti e dei tuoi parenti<br />

ancora vivi , la terra che raceoglie le chiese dci luoi padri e la gente del tuo<br />

sangue, questa ltalia che ha una storia millenaria di gioie di dolori , di<br />

glorie e di grandezze Un russo (che è un russo), un americano, un inglese,<br />

un francese mai rinnegano, mai tradiscono, mai avviliscono la loro Patria,<br />

ma si gloriano, anzi, di ringraziarla e di difenderla, di abbellirla e onorar­<br />

Ia. Solo tu, <strong>it</strong>aliano, li proclami un senza patria, un disposto a fare lo<br />

schiavo dei russi, degli americani, degli inglesi e francesi , e magari anche<br />

degli Ottentolli [...] Oggi una rovina immensa incombe sulla nostra Pall-ia:<br />

chi sei tu Un urapiedi dei tuoi nemici o un suo degno figlio pronto a luLle<br />

le prove Non 'è via di sedIa. Rispondi: ehi sei tu».<br />

Forse quello del "camerata <strong>SS</strong>" <strong>it</strong>aliano lo stesso stupore (o la stessa<br />

disperazione per un sogno svan<strong>it</strong>o) dei cosacchi del Don, del Kuban e del<br />

Terek che hanno trad<strong>it</strong>o I idea della grande Madre Russia si sono schierali<br />

Con Himmler mettendo sul colbacco il teschio d'argento, o di quel migliaio<br />

d, miliziani francesi guidati dali <strong>SS</strong>-Stu1"mbannjiJ.hrer Damand che<br />

ora sanno di rovarsi, a Grosotto nel "ridotto valtelljnese", all'«ora XII a<br />

dei turchi orientali (gli OsUiirken di Harun el Raschid B y) o dei croali,<br />

dei bo niaci e di tanti altri che l'onda finale della guerra ta per investire e<br />

travolgere: tulla gente che, credendo nell'infallibil<strong>it</strong>à di H<strong>it</strong>ler, ha scelto invece<br />

la parte perdenle.<br />

A questo gruppo appartiene certamente anche il cap<strong>it</strong>ano delle S . <strong><strong>it</strong>aliane</strong><br />

<strong>Le</strong>ale Martelli, già comandante del entro di arruolamento di Fil' n­<br />

ze, che in quel mese lragico che segnerà l'apocalisse fa uscir~ a Como, per i<br />

tipi della tipografia CavalIeri, prezzo lire 10, un manualetlo. arancione dal<br />

t<strong>it</strong>olo incredibile: La<br />

- Formaz ione pol<strong>it</strong>ico-mil<strong>it</strong>are della Nùoua Eurol)a.<br />

Quarantollo pagine, con il teschio nella prima, alcune fotografie del<br />

cOl'rispondente di guerra <strong>SS</strong> A. de Palma i r<strong>it</strong>ratti del Fahrer, del Duce e<br />

di Himmlel' e qualche timido appunto ai nazisti.<br />

«I camerati Tede chi », dice il cap<strong>it</strong>ano MarteIli, «non comprenderanno<br />

mai la profond<strong>it</strong>à del nostro dolore, durante gli interminabili giorni in cui<br />

250<br />

le lente tradotte ci trasferivano dai Balcani in ~erm.ania. co~e prigionieri,'<br />

Non sapranno mai lo schianto al cuore, e le lagnme lI1ghlOttlt~ che procuro<br />

la consegna dell'arma a soldati d'onore che non a~ev~no tr~dlto, ~a :rano<br />

ta ti essi pure trad<strong>it</strong>i e che non attesero neppure l arnvo nel campi di con­<br />

~entramento in Germania per rinnovare l'offerta della v<strong>it</strong>a a favore della<br />

patria e della lotta comune.<br />

Questa macerazione intima a cui non tutti ressero, ci purificò dell'onta<br />

'rnrner<strong>it</strong>ata che il tradimento aveva gettato su di noi e ci rese degni di com­<br />

~attere ancora - alla pari - con i camerati germanici. E chi di noi mantenne<br />

intatta la fede e decisa la volontà poco restò nei c~mpi di concentr~~<br />

rnento. I migliori non attesero di essere interpellati. Chi non lo aveva gla<br />

fatto nel settembre al suo primo contatto con i camerati germanici invocò di<br />

combattere. E i camerati capirono questo nostro grido di dolore, questo nostro<br />

ardente desiderio di rinasc<strong>it</strong>a, e ci vennero incontro.»<br />

Quanti di questi manualett~ ven~ero d~stribu<strong>it</strong>i No.n l sappia.mo. Ma<br />

quello el:a, piuttosto, il . le~po. lJl C.UI molti cercavano. di dls~arsl d.1 ~uan.to<br />

avevano II1t0I'l10; an h I Ciechi capivano che era ormai questione eh giorni.<br />

In VaJteLllna il l ° Battaglione dell 2° Reggimento <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong> sta porlandosi<br />

a Pome di Lt:gno (quota 1258), a dieci chilometri dal Passo del<br />

Tonale (quota 1883). Sulla strada che conduce a Edolo lascerà distacca c<br />

menti a Vezza d'Oglio ed a Temù. Dà il cambio ai reparti della Taglwmento<br />

e nelle sue file annovera ufficiali e soldati che hanno partecipato nel<br />

Cuneese, in Val Germanasca, in Val Chisone, in Val Pellice e nella Bassa<br />

Pinerolese ai rastrellamenti del 1943-44: il cap<strong>it</strong>ano Giuseppe Etter (nato<br />

il 7 gennaio 1907), il cap<strong>it</strong>ano Cosimo Etter e il sottotenente Gaetano Sansone.<br />

Due plotoni rinrorzati da due squadre m<strong>it</strong>raglieri (in totale 80 uomi*<br />

I\i) las iano Temù e vanno verso il Passo dell'Aprica (quota 1l6) si.stemandosi<br />

a Trivigno (quota 1696) e Guspessa. Li comandano, nspetllvamente<br />

i sotlotenenti D anti c Mosconi. Due di questi volontari (il caporaJma~iore<br />

Ubaldo Boldi e il soldato Luciano Savorani) saranno falti prigionieri<br />

la sera del 27 aprile 12.<br />

Nella Bassa Piacentina l'<strong>SS</strong>-Obersturmbannfuhrer Franz Binz dà l'ordine<br />

di r<strong>it</strong>irata al suo Kampfgruppe: è il 25 aprile, il momento in cui Mussolini<br />

sta andando all' Arcivescovado di Milano a trattare, tram<strong>it</strong>e il cardinale<br />

Schuster, con il Com<strong>it</strong>ato di Liberazione Nazionale, mentre a Genova<br />

già da due giorni i nazisti hanno cap<strong>it</strong>olato nelle mani dei partigiani. Arriva<br />

a Gérbido ed a Bosco dei Santi, e poi alla Mortizza, dove il Po forma<br />

una grande an a le sue acque si fanno quiete. Qui traversa il fiume approdando<br />

a anto Stefano Lodigiano poco prima di Codogno. A Santo Stefano<br />

aUacca un gruppo partigiano che tiene prigionieri 350 fascisti della<br />

"terr<strong>it</strong>oriale", li libera e cattura dodici autocarri che aggrega al Kampfgruppe,<br />

il quale continua la r<strong>it</strong>irata piegando verso Somaglia 13. Tra i primi<br />

morti il caporalmaggiore Cadi e i volontari Giorgio Giorgi, Nicola Ingrosso<br />

e Orazio Sii no.<br />

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