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Le SS italiane - Giuliocesaro.it

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che appariva ormai sicuro retaggio della Germania e dei suoi alleati. Lo<br />

sviluppo della guerra dai tempi della battaglia di Stalingrado è presente alla<br />

mente di noi tutti. Alle altezze luminose del trionfo seguirono i contrac_<br />

colpi inesorabili, la cui origine non vale qui la pena di ricordare. Ma la vera<br />

grandezza non si mostra soltanto nel momento del trionfo, bensì anche<br />

nelle difficoltà dell'ultima battaglia decisiva; occhio nell'occhio con la mOr_<br />

te, i veri grandi incidono il loro nome sulla roccia dell'etern<strong>it</strong>à ... ".<br />

"Avanguardia" che è giunto al quindicesimo numero del suo secondo<br />

anno e costa tre lire ha ancora una settimana di v<strong>it</strong>a. Tutto è ormai trabal_<br />

lante, il giornale non giunge a tutti i reparti, che non hanno il tempo di<br />

leggere q uelle poche pagine messe su in fretta, con tono grigio, nella reda_<br />

zione milanese di viale Monte Santo. Se potessero leggerle capirebbero che<br />

la campana suona già a morto. Nella penultima colonna della prima pagina,<br />

in un articolo int<strong>it</strong>olato Per non cadere nell'assU1·do, c'è qualcuno che<br />

scrive, pur arrivando poi a conseguenze logiche del tutto diverse: « Battaglia<br />

di onore No. L'onore dell'Eserc<strong>it</strong>o, del popolo e del nome tedesco sarebbe<br />

già salvo e consacrato per i millenni anche se la Germania, oggi stesso, cedesse<br />

le armi. Oggi, continuare la guerra in quelle condizioni di irrimediabile,<br />

schiacciante inferior<strong>it</strong>à, quali ci appaiono sui vari fronti, significherebbe<br />

offrire alla morte le sole donne e i soli bambini, e alla completa distruzione<br />

le ultime c<strong>it</strong>tà non ancora del tutto rase al suolo. Un epilogo del genere,<br />

anziché illuminare di nuovo eroismo il popolo tedesco, lo coprirebbe<br />

piuttosto di infamia: ché gli innocenti non si possono offrire in olocausto<br />

senza una ragione. La strage di Dresda - per c<strong>it</strong>are solo questa - avrebbe<br />

già deciso un popolo che non avesse più speranza alcuna a chiedere la<br />

pace. Il popolo delle c<strong>it</strong>tà e dei villaggi massacrati non ha e non può avere<br />

la disciplina di un eserc<strong>it</strong>o combattente. Ad un dato momento, se la causa è<br />

persa e se la continuazione della lotta non ha uno sbocco, esso forza la cessazione<br />

del macello ormai inutile. È una meccanica storica oltre che umana.<br />

Non un grido di "basta" si è, invece, ancora levato dalle popolazioni tedesche.<br />

Al contrario, si osserva, anzi, il furore con cui le donne e i fanciulli<br />

dei terr<strong>it</strong>ori invasi si sono dati alla guerriglia e al sabotaggio degli eserc<strong>it</strong>i<br />

nemici attraverso l'organizzazione del Werwoif. C'è, dunque, qualcosa che<br />

sostiene questo popolo, oltre alla fierezza e alla disperazione: c'è una certezza,<br />

una coscienza, una consapevolezza di una imminente ripresa [ ... ]».<br />

Chi ru ba i codici mil<strong>it</strong>ari ledeschi<br />

Basta, tuttavia, leggere tra le righe per capire: la fine sta arrivando, e le<br />

parole scr<strong>it</strong>te menlre si pensa allo sgombero non riusciranno ad esorcizzarla.<br />

Ma c'è qualcuno che ancora cre~ nell'impossibile, come le due <strong>SS</strong> <strong>it</strong>a-<br />

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liane che un mese fa, in marzo, si sono presentate a don Renato Rossi, cappellano<br />

partigiano della Brigata M ortiTolo, un paese di montagna sulla<br />

strada da Sondrio a Tirano, in Valtellina. Uno ha detto di chiamarsi Bruno<br />

Zola, dell'altro non sappiamo il nome. Uno, pent<strong>it</strong>o, ad un certo punto<br />

si è confidato ad una ragazza, ha raccontato l'inganno: fingevano di essere<br />

degli sbandati, erano alla ricerca di notizie. Nell'attesa di provvedimenti, la<br />

notte della confessione l'hanno messo in una cantina. Al mattino l'hanno<br />

trovato cadavere: si era dato la morte. L'altro ha continuato il gioco.<br />

"Resto con i partigiani », ha detto, ed è stato accettato. Dopo una ventina di<br />

giorni è scappato, ed ha raccontato tutto al comando del Battaglione <strong>SS</strong> <strong><strong>it</strong>aliane</strong><br />

che si trova in Valtellina. Così, ora che mancano dieci-quindici giorni<br />

alla fine, a Tirano si scatena la rappresaglia 5 .<br />

Il generale Nagel, capo di Stato Maggiore del comando dell'Armata<br />

Ligurien, che ha il suo quartier generale a Mandello Lario (Como), dirama<br />

una circolare dalla quale si comprende che ormai all'interno del fronte<br />

anche i rapporti tra nazisti e <strong>it</strong>aliani di .Salò sono diventati assai difficili, e<br />

che i nazisti vedono nemici e spie dappertutto. « Molti soldati <strong>it</strong>aliani », dice<br />

il documento, « alle stazioni vengono rimandati indietro dai soldati tedeschi<br />

e non possono raggiungere le loro un<strong>it</strong>à. I tedeschi devono rispettare i soldali<br />

che hanno il libretto di marcia in ordine. I rapporti tra i soldati tedeschi<br />

e <strong>it</strong>aliani si vanno deteriorando. Bisogna chiarire questo punto di vista<br />

ai nostri soldati: quanto sia importante che gli <strong>it</strong>aliani si trovino al nostro<br />

fianco in questo periodo» 6. Parecchi soldati <strong>it</strong>aliani sono, però, disertori, e<br />

lo stesso Nagel inv<strong>it</strong>a «ad annunciare sub<strong>it</strong>o per telescrivente al DI. Insp.<br />

der ila l. Verbande del settore OB-Stidwest a Bergamo" tutti i casi relativi,<br />

per i provvedimenti pun<strong>it</strong>ivi del caso.<br />

I tedeschi hanno ragione di diffidare: le spie ci sono nei posti più impensati.<br />

L'8 dicembre 1944 la donna che esegue le pulizie agli uffici dei comandi<br />

dell'Armata Ligurien è stata sorpresa mentre raccoglieva le carte<br />

dai cestini e ne faceva un pacco per passarlo a qualcuno. «Il materiale usato»,<br />

aveva allora avvert<strong>it</strong>o Nagel, «deve essere tolto dai cestini e bruciato<br />

dai soldati, e non dai civili ». Ma ora non si tratta più di carta usata o di<br />

appunti. Ora spariscono anche i codici. Il 3 aprile scompare il codice SHM<br />

293, che qualcuno riesce .a far pe"rvenire ad una missione alleata. «Entra in<br />

vigore il codice SHM 277", avverte sub<strong>it</strong>o il capo di Stato Maggiore per telescrivente,<br />

mentre vengono aumentate le misure di sorveglianza. Ma anche<br />

questo secondo codice ha breve v<strong>it</strong>a: dopo due settimane scompare anche<br />

lui, e viene sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da quello SHM 110. I tedeschi comprendono di<br />

essere circondati da spie ovunque e che ogni ora può essere quella decisiva:<br />

reagiscono come possono, e i meno fanatici sono attenti a non morire adesso<br />

che tutto sta per finire 7.<br />

N el Piacentino - è il 20 aprile - una parte del Kampfgruppe Binz<br />

(il battaglione Debica) si dispone a cavallo della Via Emilia, nella fossa<br />

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