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Scarica il quaderno - Vicenza Jazz

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Il jazz di Re Salomone<br />

mente significativo come gesto di rottura della barriera tra musicisti<br />

neri ed ebrei emersa a seguito delle tendenze antisemite di<br />

alcuni leader nazionalisti neri, e come messa in evidenza delle<br />

caratteristiche comuni di jazz e klezmer. Dopo questo riuscito<br />

esperimento Byron non si dedicherà più alla esplorazione del linguaggio<br />

klezmer, ma nel suo disco “Sphere Music” del 1992 fa <strong>il</strong><br />

suo esordio <strong>il</strong> pianista Uri Caine, che si afferma poi a livello internazionale<br />

come pianista nel gruppo del trombettista Dave<br />

Douglas; come leader hanno destato particolare interesse le sue<br />

interpretazioni in cui riscopre le radici dei temi di Gustav Mahler<br />

nel folklore ebraico.<br />

Tra gli altri protagonisti della Radical New Jewish Culture, Marc<br />

Ribot è uno dei più eclettici e distanti dal materiale di origine ebraica,<br />

ispirandosi piuttosto alla musica latina, al futurismo italiano e<br />

al free jazz nei suoi progetti come Los Cubanos Postizos (dedicato<br />

ad Arsenio Rodriguez) e Spiritual Unity (dedicato ad Albert<br />

Ayler). Emerso grazie alla collaborazione con Tom Waits in alcuni<br />

memorab<strong>il</strong>i album, nella musica del suo gruppo “Shrek”, da lui<br />

stesso definita “atavismo brutale”, si incontrano <strong>il</strong> punk, Jimi<br />

Hendrix e remoti echi yiddish.<br />

Una delle sintesi migliori che mette in evidenza la comune natura<br />

diasporica della musica afroamericana e di quella ebraica è la riuscita<br />

tr<strong>il</strong>ogia realizzata dal trombettista Steven Berstein e anch’essa<br />

pubblicata dalla Tzadik. I tre volumi “Diaspora Soul”, “Diaspora<br />

Blues”, e “Diaspora Hollywood” sono dedicati a tre diverse facce<br />

della musica afroamericana, dal soul alla lounge music; a “Dia-<br />

spora Blues” prende parte <strong>il</strong> veterano del free Sam Rivers, tenore<br />

e sassofono; <strong>il</strong> suo senso contemporaneo del blues si sposa<br />

mirab<strong>il</strong>mente con la musica cantoriale di Moshe Kous sevitzky, <strong>il</strong><br />

cui brano “V’Lirushalaym Irchu” apre l’album, in cui si alternano<br />

temi di Koussevitzky e brani originali di Bernstein. Il nuovo secolo,<br />

come quello passato, si apre con le tradizioni di due grandi<br />

popoli sradicati violentemente dalla loro terra che trasformano<br />

insieme questa tragica esperienza in una musica che parla a tutta<br />

l’umanità sofferente.<br />

g<br />

89

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