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Scarica il quaderno - Vicenza Jazz

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I m<strong>il</strong>le suoni della Grande Mela<br />

forme di marketing, che poi sarebbero diventate la norma e tuttora<br />

sono presenti nel mondo dell’industria musicale. In particolare,<br />

lo stupefacente mondo timbrico di Elling ton e la particolarità delle<br />

sue composizioni fecero di lui <strong>il</strong> pri mo musicista afroamericano di<br />

jazz considerato un artista “serio” anche dal mondo di derivazione<br />

accademica. Non a caso, a lui è dedicato <strong>il</strong> primo cortometraggio<br />

girato su un jazzista: Black And Tan, del 1929, nel quale la sua im -<br />

ma gine non viene certo presentata con i classici stereotipi del trovarobato<br />

razzista, a cui fu costretto a sottostare persino Arm -<br />

strong, ma come quella di un autore di valore e di un uomo assolutamente<br />

in grado di far valere i propri diritti.<br />

Questo già vasto panorama non è comunque completo, anzi vi<br />

mancano ancora delle figure imprescindib<strong>il</strong>i, tra le quali l’appena<br />

citato Louis Armstrong, la cui ascesa ai vertici della scena jazzistica<br />

e musicale avrà proprio in New York <strong>il</strong> suo centro nevralgico; ma,<br />

anche, personaggi come Joe Venuti ed Eddie Lang, Bix Beider -<br />

becke e <strong>il</strong> mondo del Dixieland. Proprio quest’ultimo viene considerato<br />

<strong>il</strong> più significativo esponente del jazz bianco degli anni ’20,<br />

<strong>il</strong> cornettista che aveva trovato una sonorità davvero alternativa a<br />

quella dei musicisti afroamericani. Artista pienamente consapevole<br />

della sua origine culturale e sociale, Bix è forse <strong>il</strong> primo esempio<br />

di musicista bianco che sceglie <strong>il</strong> jazz come f<strong>il</strong>osofia di vita, al di là<br />

del conformismo borghese della società americana, diventando<br />

una sorta di maudit, alcolizzato e al di fuori degli standard del musical<br />

business: per esempio, non aveva mai voluto imparare a leggere<br />

bene la musica, preferendo <strong>il</strong> più spontaneo approccio dell’apprendimento<br />

orale. A lui si deve <strong>il</strong> primo esempio di coolness<br />

nella storia jazzistica. Un altro f<strong>il</strong>one originale, che arricchisce un<br />

quadro già impressionante, è quello del jazz da camera del violinista<br />

Joe Venuti e del chitarrista Eddie Lang. Entrambi figli di emigrati<br />

italiani (Lang si chiamava in realtà Salvatore Massaro), posero<br />

delle solide basi sui loro strumenti. Il primo per virtuosismo, precisione<br />

e senso melodico, <strong>il</strong> secondo per aver introdotto <strong>il</strong> voicing<br />

moderno nella disposizione degli accordi della chitarra. I duetti realizzati<br />

nel 1926 e le registrazioni con i gruppi denominati Joe Ve -<br />

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