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I m<strong>il</strong>le suoni della Grande Mela<br />
George Gershwin<br />
pio, la plunger (o wa-wa). Il jazz si intrecciava quindi con altri universi<br />
sonori, evidenziando la sua penetrazione nel più generale<br />
mondo della musica americana vista nel suo complesso. New York<br />
fu <strong>il</strong> centro focale di questo incontro, oltre che <strong>il</strong> punto di partenza<br />
della saga discografica del jazz, visto che nel febbraio del 1917<br />
aveva tenuto a battesimo <strong>il</strong> primo disco della storia jazzistica, <strong>il</strong><br />
celeberrimo Livery Stable<br />
Blues inciso dalla Original<br />
Dixie land <strong>Jazz</strong> Band guidata<br />
da un musicista di<br />
origine italiana, <strong>il</strong> cornettista<br />
Nick La Rocca. In<br />
seguito al successo del<br />
disco e del gruppo, <strong>il</strong> jazz<br />
di New Or leans penetrò<br />
nella so cietà newyorchese,<br />
suscitando grandi clamori<br />
e aprendo un dibattito<br />
su que sta “nuova musica”,<br />
che per molti andava<br />
emen data dai suoi aspetti<br />
più espressionistici, per<br />
altri rappresentava un’autentica<br />
nuova frontiera.<br />
Indipen dente men te dal<br />
non sempre elevato livello<br />
del dibattito, quello che<br />
conta è analizzare l’enorme<br />
varietà di situazioni in<br />
cui si articolava <strong>il</strong> “jazz”<br />
(usiamo <strong>il</strong> termine in<br />
maniera estensiva) degli<br />
anni ’20 nella metropoli<br />
americana. In primo luogo<br />
occorre sottolineare che<br />
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