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Scarica il quaderno - Vicenza Jazz

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Maurizio Franco<br />

58<br />

1925, dell’antologia di racconti The New Negro, curata da Alain<br />

Locke. Il mondo nero viveva quindi la sua grandiosa fioritura culturale,<br />

mentre quello bianco comincerà ad affluire ad Harlem per<br />

assistere alla ricchezza di proposte artistiche del “nuovo negro”<br />

dopo l’uscita di un altro libro: Nigger Heaven, del 1926, scritto dal<br />

romanziere bianco Carl Van Vechten e all’origine della moda della<br />

borghesia bianca di recarsi nella parte “nera” di Manhattan per<br />

frequentare i locali nei quali si esibivano le vedettes afroamericane<br />

del tempo. Ma gli anni ’20 americani sono segnati anche dal proibizionismo<br />

(istituito nel 1919 e abolito solo nel 1933), dal disagio<br />

esistenziale di quella che Gertrude Stein definì la Lost Generation<br />

e da una situazione generale caratterizzata da prese di posizione<br />

molto nette; negli Stati Uniti di quel decennio, che terminerà con<br />

la crisi del 1929 e l’inizio della Grande Depressione, prevalevano i<br />

dibattiti manichei, nei quali si era o a favore o contro qualsiasi cosa.<br />

Naturalmente, quella è anche l’età del jazz, come ci ricorda <strong>il</strong> titolo<br />

di un celebre romanzo del grande scrittore bianco Francis Scott<br />

Fitzgerald. In effetti, <strong>il</strong> jazz fu sia la nuova musica che conquistò<br />

prima <strong>il</strong> paese e poi l’Europa, sia <strong>il</strong> simbolo del nuovo e di ciò che<br />

era ribelle, insofferente all’american way of live; o, almeno, molti<br />

bianchi la pensavano così. L’affermazione del nuovo genere musicale,<br />

partito soprattutto dal modo di concepire la musica maturato<br />

a New Orleans, ha avuto in Chicago e New York i suoi due maggiori<br />

centri di diffusione, ma è nel secondo che ha trovato una sua<br />

centralità e la possib<strong>il</strong>ità di d<strong>il</strong>agare a livello di popolarità, diventando<br />

un fenomeno nazionale e internazionale. La transizione dalla<br />

linea polifonica neworleansiana, rappresentata dal New Orleans<br />

Style e dalla sua variante bianca, <strong>il</strong> Dixieland, verso le forme tipiche<br />

dello Swing, con la predominanza del linguaggio solistico, è avventa<br />

proprio nella Grande Mela nel corso degli anni ’20, quando<br />

appunto <strong>il</strong> jazz stava emergendo come fenomeno artistico assolutamente<br />

nuovo. Prima di entrare nel dettaglio della scena jazzistica<br />

di quel decennio, occorre ricordare che la citata esplosione discografica<br />

ebbe come protagoniste anche le cantanti del cosiddetto<br />

Blues Classico, Bessie Smith in testa. Nel 1920, con Crazy Blues,

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