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Enzo Boddi<br />
54<br />
“Wagner e Venezia” (1997), inciso dal vivo al Caffè Quadri di<br />
Venezia, intende rievocare l’omaggio tributato a Wagner nello stesso<br />
luogo da un’orchestrina di soldati austriaci. Ad un primo ascolto,<br />
si rimane disorientati dagli estratti da Cavalcata delle Valchirie,<br />
Tristano e Isotta, Lohengrin, Tannhäuser e I Maestri Cantori di<br />
Norimberga eseguiti da piano, due violini (Feldman e Joyce<br />
Hammann), cello (Erik Friedlander), contrabbasso (Drew Gress) e<br />
fisarmonica (Dominic Cortese). Un raffinato gioco intellettuale che<br />
ridimensiona, ma non ridicolizza, gli originali.<br />
Non senza qualche esitazione iniziale, Caine ha poi affrontato due<br />
autori che più di altri rappresentano la perfezione: Bach e Mozart.<br />
E lo ha fatto con l’unico criterio possib<strong>il</strong>e, vale a dire un atteggiamento<br />
affettuosamente (e rispettosamente) irriverente, a tratti giocoso.<br />
In “The Goldberg Variations” (2000) Caine è riuscito a rivelare<br />
le infinite potenzialità racchiuse nelle architetture contrappuntistiche<br />
di Bach, facendone scaturire gospel, blues, elementi latin,<br />
agganci alle polifonie di New Orleans, echi klezmer, citazioni da<br />
Vivaldi, Mozart, Händel, Verdi e Rachmaninoff.<br />
In “Plays Mozart” (2006) ha interpretato al meglio <strong>il</strong> significato del<br />
verbo to play, giocando a distruggere e ricomporre celebri pagine.<br />
Basti pensare alle timbriche e anche ad un certo rock beat che animano<br />
<strong>il</strong> primo movimento della Sinfonia n. 40 in Sol minore K550,<br />
<strong>il</strong> secondo della Sinfonia n. 41 in Do maggiore K551 ed <strong>il</strong> terzo della<br />
Sinfonia concertante in Mibemolle maggiore K364, grazie anche<br />
all’apporto del chitarrista Nguyên Lê; o al trattamento dispari, di<br />
netta matrice balcanica, cui è sottoposto <strong>il</strong> Rondò alla turca, condotto<br />
dal clarinetto indiavolato di Chris Speed.<br />
In una sintesi moderna e lungimirante <strong>il</strong> pianismo di Caine racchiude<br />
anche parecchi elementi desunti dalla tradizione: dallo stride al<br />
boogie, dal blues allo honky tonk, con allusioni a James P. Johnson,<br />
Jelly Roll Morton, Fats Waller fino ad Art Tatum, per la capacità di<br />
interpolare fonti differenti. Tali caratteristiche sono espresse al<br />
meglio in “The Diabelli Variations” del 2002 (in cui Caine, ut<strong>il</strong>izzando<br />
<strong>il</strong> fortepiano, ripropone da par suo le trentatrè variazioni beethoveniane<br />
op. 120) e nella recente presentazione dal vivo della Va ria -