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L’improvvisazione<br />
loso. Se a Thelonious Monk era permesso di pensare “come<br />
viene viene” o di sentenziare «ho fatto gli errori sbagliati», lo spontaneismo,<br />
non sostenuto da tecnica e mestiere, può portare in un<br />
vicolo cieco.<br />
L’improvvisazione assoluta, dunque, quasi non esiste, nel senso<br />
che, anche quando si intende comporre estemporaneamente (ex<br />
novo e senza verifica ex post), si tende d’istinto a par tire da un’idea<br />
preesistente nella memoria. Esistono più fac<strong>il</strong>mente dei processi<br />
im provvisativi che scaturiscono da un’idea tematica, quasi<br />
sempre espressa ad incipit, come accade per l’enunciazione di<br />
una tesi in un testo argomentativo.<br />
Nella storia della musica e del teatro popolare, la prassi improvvisativa<br />
seguiva lo studio di canovacci (nel teatro, per esempio,<br />
quelli della commedia dell’arte). Ma sia in un caso che nell’altro, <strong>il</strong><br />
superamento dell’atto improvvisativo è stato ritenuto, a un certo<br />
punto, un pas so in avanti, atto a dare maggior importanza all’atto<br />
compositivo e a salvaguardare la volontà del compositore nei confronti<br />
dell’interprete.<br />
Certamente non si può improvvisare una sinfonia come quelle di<br />
Beethoven per <strong>il</strong> semplice fatto che si tratta di un’opera complessa,<br />
dovuta al pensiero di un unico compositore che abbisogna<br />
però di una pluralità di esecutori.<br />
Forse, tuttavia, se Mozart avesse guidato dal cembalo un piccolo<br />
ensemble cameristico, con un primo violino di spalla dotato di una<br />
certa personalità, egli avrebbe forse potuto improvvisare anche<br />
una delle sue sinfonie più semplici come quelle che scriveva da<br />
bambino, ad esempio la K.16. In questo caso, <strong>il</strong> vero improvvisatore<br />
sarebbe stato probab<strong>il</strong>mente solo <strong>il</strong> primo violino o chi avesse<br />
tenuto la voce guida, mentre gli altri – qualora fossero stati abituati<br />
alla prassi del basso continuo, su forme musicali frequentate abitualmente<br />
– sa rebbero stati impegnati in un tipo di improvvisazione<br />
più limitata.<br />
Ecco che Bach amava improvvisare i preludi e le toccate (ma an -<br />
che armonizzare e variare i corali e in qualche caso persino eseguire<br />
di getto un’invenzione o una fuga a più voci) perché la situa-<br />
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