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Scarica il quaderno - Vicenza Jazz

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Riccardo Brazzale<br />

102<br />

abbia a fornire una certa quantità di informazioni, secondo un<br />

ragionamento capace di seguire un percorso saldamente strutturato<br />

e, dunque, si presuppone, non improvvisato.<br />

Fatto è che, nel linguaggio comune, improvvisare è un verbo che<br />

può avere due tipi di significati: uno, legato alla pratica del vivere<br />

quotidiano, sostanzialmente negativo; l’altro, legato all’espressività<br />

artistica (o quantomeno artigianale), potenzialmente positivo.<br />

In ambedue i casi, improvvisare sta per “inventare sul momento”<br />

ma nel primo caso si tratta quasi sempre di organizzare qualcosa<br />

in fretta, senza un programma precostituito e con scarsa preparazione,<br />

di norma per soddisfare un’esigenza improvvisa, ovvero per<br />

risolvere una situazione imprevista, comunque per far fronte a<br />

una mancanza, e con la certezza che <strong>il</strong> risultato sarebbe potuto<br />

essere migliore se le circostanze ci avessero permesso di elaborare<br />

un pensiero con la possib<strong>il</strong>ità dell’analisi e di un’eventuale<br />

revisione.<br />

In ambito artistico, sia che si tratti di musica che di teatro o danza,<br />

l’atto dell’improvvisare mette in primo piano l’azione del performer,<br />

dell’interprete, rispetto all’azione del compositore, dell’autore,<br />

di chi ha preventivamente pensato a tavolino.<br />

Sempre, tuttavia, sembra prevalere un assunto: l’improvvisazione<br />

è solitamente da considerarsi una scelta di seconda mano, che<br />

può diventare primaria solamente nel caso in cui, a praticarla, sia<br />

un artista di valore. Come dire: solo Michelangelo può scagliarsi<br />

d’impeto su un blocco di marmo per farne scaturire un capolavoro;<br />

solo Charlie Parker può improvvisare Ko-Ko; solo Bach può<br />

improvvisare una fuga a quattro voci.<br />

Appare chiaro perciò che, se <strong>il</strong> performer usa improvvisare solo per<br />

far fronte alla mancanza di conoscenza e di studio, in questo caso<br />

l’atto – come avviene nella pratica quotidiana – nasce da subito<br />

come deficitario rispetto al processo compositivo. Se invece la<br />

composizione è vista come una serie di obblighi che ostacolano<br />

l’uscita dell’immaginazione personale, al lora l’improvvisazione di -<br />

venta strumento necessario per la salvaguardia dalla ripetitività.<br />

Del resto, anche <strong>il</strong> concetto di “spontaneità” può rivelarsi perico-

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