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CATERINA VARZI attrice by DONNA IMPRESA MAGAZINE

Caterina, Tinto Brass ed “Io”…L’AFFASCINANTE, BELLISSIMA PSICANALISTA-AVVOCATO CATERINA VARZI CI PARLA DI SÉ E DEL SUO RAPPORTO CON IL MAESTRO DELL’EROTISMO PER ECCELLENZA: GIOVANNI BRASS DETTO TINTO CHE AMA DEFINIRE “UN INTELLETTUALE VERO CON I MODI DI UN GENTILUOMO D'ALTRI TEMPI CHE CONSERVA LA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI STUPIRSI E LA DISPONIBILITÀ A FARSI ANCORA SEDURRE DALLA VITA”. L’INCONTRO CASUALE FRA I DUE, DOTATI DI RARI QUANTO VIVACI INTELLETTI E DI UNA ALTRETTANTO INCONSUETA, STRAORDINARIA SENSIBILITÀ SI È TRASFORMATO IN BREVE IN UNA RECIPROCA SEDUZIONE “IO CERCAVO LEI, L'EROS - CI DICE L’INTELLETTUALE VENEZIANO - CATERINA È JUNGHIANA E IN ME INVECE CERCAVA UN’ANIMA

Caterina, Tinto Brass ed “Io”…L’AFFASCINANTE, BELLISSIMA PSICANALISTA-AVVOCATO CATERINA VARZI CI PARLA DI SÉ E DEL SUO RAPPORTO CON IL MAESTRO DELL’EROTISMO PER ECCELLENZA: GIOVANNI BRASS DETTO TINTO CHE AMA DEFINIRE “UN INTELLETTUALE VERO CON I MODI DI UN GENTILUOMO D'ALTRI TEMPI CHE CONSERVA LA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI STUPIRSI E LA DISPONIBILITÀ A FARSI ANCORA SEDURRE DALLA VITA”. L’INCONTRO CASUALE FRA I DUE, DOTATI DI RARI QUANTO VIVACI INTELLETTI E DI UNA ALTRETTANTO INCONSUETA, STRAORDINARIA
SENSIBILITÀ SI È TRASFORMATO IN BREVE IN UNA
RECIPROCA SEDUZIONE “IO CERCAVO LEI, L'EROS
- CI DICE L’INTELLETTUALE VENEZIANO - CATERINA È JUNGHIANA E IN ME INVECE CERCAVA UN’ANIMA

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ASCENSORI<br />

SALIRE E SCENDERE IN UN BATTITO D'ALI<br />

Di<br />

WINTER 2008/09<br />

donna impresa magazine<br />

DOSSIER<br />

CULT-URA: SPOSTAMENTI<br />

PROGRESSIVI DEL “PANIERE”<br />

www.donnaimpresa.com<br />

TECNOLIFTsrl<br />

porto san giorgio (ap/fm)<br />

Proprietà editoriale e progetto grafico <strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong><br />

SPECIALE<br />

donne<br />

nessuno tocchi i sogni<br />

PUBBLICO&<br />

PRIVATO<br />

a tu per tu con Nicholas Carè<br />

ATTUALITA ’<br />

FRANCO BIXIO<br />

storie di pirati e libertà<br />

EVENTI<br />

i premi alla carriera<br />

CAVALIERI D’ITALIA<br />

AEREC<br />

40°KEY AWARD<br />

JACKBELLAVITA<br />

l’altro roma cinema festival<br />

storia di<br />

copertina<br />

<strong>CATERINA</strong><br />

<strong>VARZI</strong>


** T. 0734 671419 ** F. 0734 440233 ** MOBILE 333 8999379 - 349 3076688<br />

PICCOLE<br />

www.donnaimpresa.com<br />

DONNE<br />

CRESCONO<br />

** PER IL TUO ABBONAMENTO ANNUALE: MAIL abbonamenti@donnaimpresa.com<br />

** MILANO milano@dimagazine.it ** ROMA roma@dimagazine.it ** PORTO SAN GIORGIO redazione@donnaimpresa.com<br />

I testi e le foto sono coperti da copyright. E’ vietata la riproduzione parziale o totale salvo espresso consenso degli autori. Info: b.baldassarri@dimagazine .it<br />

NEL PROSSIMO<br />

NUMERO DIETRO LE<br />

QUINTE DI<br />

il magazine è on-line su www.donnaimpresa.com<br />

SOMMARIO<br />

BARCELLONA<br />

20 GENNAIO 2009<br />

4 STORIA DI COPERTINA Caterina Varzi<br />

Caterina, Brass ed “Io”... a cura di Valeriana Mariani<br />

15 DOSSIER<br />

Cul-tura: spostamenti progressivi del “paniere”<br />

19 SPECIALE DONNE<br />

Nessuno tocchi i sogni<br />

26 BELLE SCOPERTE<br />

Rimettersi in gioco: Mary e Francesca si raccontano<br />

31 PUBBLICO E PRIVATO: Camera di Commercio di Sidney<br />

a tu per tu con il Segretario Generale Nicholas Carè<br />

37 IN PRIMO PIANO<br />

Bioos:Congresso internazionale di Oftalmologia<br />

39 EVENTI<br />

Quirinale:cerimonia di consegna delle insegne dell’Ordine<br />

“Al Merito del Lavoro” ai Cavalieri del Lavoro<br />

49 Aerec:tra internazionalizzazione economica e solidarietà<br />

61 Milano:le notti i degli Oscar di Media Key<br />

67 ATTUALITA’<br />

Storie di pirati e libertà:Intervista a Franco Bixio<br />

71 LETTERE AL DIRETTORE<br />

73 LIBRI E ARTE<br />

L’alfabeto immaginario in mostra di Dick Adelaar<br />

75 ABITARE IL TEMPO<br />

Alfredo Gattafoni:Il guru degli ascensori<br />

Metropoli contemporanee e spazi abitativi privati<br />

81 OBIETTIVO BELLEZZA 2009<br />

89 JACK /BELLA VITA<br />

Gossippando fra modelle, musica ed eventi speciali<br />

98 PROVOCAZIONI<br />

Donne emerse dal nulla<br />

Si ringraziano<br />

per il materiale fornito e la preziosa<br />

collaborazione prestata a Donna<br />

Impresa magazine<br />

Il dott. Paolo Pisani Segreteria<br />

del Ministro Claudio Scajola ed<br />

il dott. Foschi Ufficio stampa per<br />

il Ministero dello Sviluppo<br />

Economico; il dott. Pasquale<br />

Cascella Consigliere del<br />

Presidente della Repubblica per<br />

la Stampa e l’Informazione; la<br />

segreteria del dott. Franco<br />

Caramazza Segretario Generale<br />

della Federazione Nazionale<br />

Cavalieri del Lavoro; il giudice<br />

drammaturgo Gennaro<br />

Francione EUGIUS (Unione<br />

Europea Giudici Scrittori); la<br />

dott.ssa Meryem Benchenane<br />

General Manager Press<br />

Departement EPAM; Luigi<br />

Mariani Media Liaison Officer<br />

Camera di Commercio di Sidney;<br />

Gianfranco Salis fotografo.<br />

partner ufficiale:<br />

DI.<strong>DONNA</strong><br />

international<br />

www.di.donna.com


Caterina,<br />

Brass<br />

ed “Io”…<br />

di Valeriana Mariani<br />

L’AFFASCINANTE,<br />

BELLISSIMA<br />

PSICANALISTA-AVVOCATO<br />

<strong>CATERINA</strong> <strong>VARZI</strong> CI PARLA<br />

DI SÉ E DEL SUO<br />

RAPPORTO CON IL<br />

MAESTRO DELL’EROTISMO<br />

PER ECCELLENZA:<br />

GIOVANNI BRASS DETTO<br />

TINTO CHE AMA DEFINIRE<br />

“UN INTELLETTUALE VERO<br />

CON I MODI DI UN<br />

GENTILUOMO D'ALTRI<br />

TEMPI CHE CONSERVA LA<br />

STRAORDINARIA CAPACITÀ<br />

DI STUPIRSI E LA<br />

DISPONIBILITÀ A FARSI<br />

ANCORA SEDURRE DALLA<br />

VITA”. L’INCONTRO<br />

CASUALE FRA I DUE,<br />

DOTATI DI RARI QUANTO<br />

VIVACI INTELLETTI E DI<br />

<strong>CATERINA</strong><br />

<strong>VARZI</strong><br />

MAGNIFICA INTERPRETE DI “ZIVA. L’ISOLA CHE NON C’È” DI BRASS<br />

DIVENTA LA REGINA DELL’IMMAGINARIO EROTICO DEGLI ITALIANI.<br />

Storia di<br />

copertina<br />

foto Gianfranco Salis<br />

UNA ALTRETTANTO INCONSUETA, STRAORDINARIA<br />

SENSIBILITÀ SI È TRASFORMATO IN BREVE IN UNA<br />

RECIPROCA SEDUZIONE “IO CERCAVO LEI, L'EROS<br />

- CI DICE L’INTELLETTUALE VENEZIANO -<br />

<strong>CATERINA</strong> È JUNGHIANA E IN ME INVECE CERCAVA<br />

UN’ANIMA…QUELL’ANIMA CHE PERÒ IO NON MI<br />

SONO MAI SENTITO DI POSSEDERE..” EPPURE<br />

BRASS RIVELA, UNITAMENTE AD UNA SPICCATA<br />

QUANTO INDISCUTIBILE MASCOLINITÀ, UN LATO<br />

FEMMINILE ASSOLUTAMENTE APPREZZABILE E<br />

L’ANIMA IN PSICOLOGIA, LO RICORDIAMO, NON È<br />

ALTRO CHE LA FEMMINILITÀ INCONSCIA<br />

CONTENUTA NELLA PSICHE DELL’UOMO, OVVERO<br />

L’EQUIVALENTE PSICOLOGICO DEI GENI FEMMINILI<br />

PRESENTI NEL SUO PATRIMONIO GENETICO…<br />

“NESSUN UOMO - SOSTIENE JUNG - E’ TANTO<br />

VIRILE DA NON AVERE IN SÉ NULLA DI FEMMINILE”<br />

Ho incontrato Caterina<br />

Varzi e Tinto Brass<br />

a Roma nella bellissima residenza storica oggi<br />

Hotel Lord Bayron, in un pomeriggio umido e grigio<br />

minacciato da nubi ostili prossime alla pioggia.<br />

Scendendo dal taxi intravedo le sagome dei miei<br />

interlocutori chiamati ad una intervista ed<br />

immediatamente mi accingo a raggiungerli per<br />

quello che poi si è rivelato un inconsueto,<br />

piacevolissimo, incontro informale. Lui si rivela da<br />

subito una interessante conferma alle mie<br />

aspettative sia dal punto di vista estetico che<br />

caratteriale, rivelando una personalità autentica,<br />

vivace ed una cultura quasi ingombrante,<br />

nonostante continuasse a palesare sogghignando<br />

il suo non esemplare patrimonio di saperi ed a<br />

giustificare la mancanza di attenzione alle cose di<br />

tipo immateriale perché troppo concentrato a<br />

soddisfare desideri più terreni. Lei semplice ed<br />

elegantemente avvolta in un tailleur pantalone dal<br />

taglio ricercato e dalle linee morbide che non<br />

lasciavano intravedere alcun particolare del suo<br />

corpo. L’assenza di trucco, se non per le labbra di<br />

un rosso deciso a porre in risalto un sorriso quasi<br />

fanciullesco, valorizzava oltremodo i lineamenti<br />

delicati, la pelle chiara e vellutata, gli occhi attenti e<br />

vivaci. Unico elemento volutamente e<br />

garbatamente sexy, i soffici capelli mossi biondo<br />

scuro dai riflessi dorati a sfiorarle le spalle e ad<br />

incorniciarle il volto dai lineamenti minuti. Caterina<br />

è bella, di quella bellezza non ostentata che<br />

incanta le donne e rapisce gli uomini. A conferma<br />

di ciò i miei apprezzamenti e lo sguardo di Tinto, il<br />

cui coinvolgimento lasciava intuire un trasporto che<br />

andava certamente oltre l’ovvia seduzione fisica.<br />

Brass e Caterina: carnalità e ascetismo a<br />

confronto; due opposti modi di essere che proprio<br />

nella diversità trovano il principale elemento di<br />

attrazione. Caterina è una donna spirituale, attenta,<br />

matura ed oggi anche piacevolmente consapevole<br />

del potere seduttivo del suo corpo per troppo<br />

tempo celato, o peggio ancora “mortificato”, come<br />

precisa Brass quando mi parla del loro primo<br />

incontro, da vesti che ne occultavano l’autentica<br />

5<br />

www.donnaimpresa.com


“Fate l’amore e non fate la guerra”<br />

DISERZIONE, PACE E GUERRA NEL NUOVO FILM DEL MAESTRO<br />

DELL'EROS SU PELLICOLA<br />

“Rifuggire dalla drammaticità della guerra che ha distrutto i cuori e ribellarsi. Opporre al non valore<br />

di ogni tipo di patriottismo il valore della diserzione. Grazie soprattutto all'amore. La diserzione<br />

viene promossa, agitata come un miraggio, da questa donna, la guardiana del faro, attraverso i<br />

contatti che ha con gli uomini che via via arrivano sull'isola, aiutandoli, curandoli e amandoli. E'<br />

l'amore che si fa strumento per convincere questi uomini ad abbandonare l'ideologia di guerra, di<br />

violenza, di odio e di morte e abbracciare quella dell'amore e della vita”.<br />

Tinto Brass<br />

foto Gianfranco Salis<br />

bellezza…quasi a nascondere una avvenenza fisica che<br />

temeva potesse, in una qualche misura, eclissare le sue<br />

indubbie, oltre modo apprezzabili, capacità intellettive. Oggi,<br />

affermata professionista, può liberare quel suo innato sex<br />

appeal, certa di non essere fraintesa.<br />

conoscere<br />

Caterina<br />

significa avere l’immediata consapevolezza di trovarsi di fronte<br />

ad una donna anticonformista, assolutamente libera se non,<br />

forse, della parte più romantica di sé; una donna dotata di forte<br />

empatia, ovvero capace di quell’ascolto attivo che è la vera e<br />

propria “chiave di accesso” ai sentimenti, agli stati d'animo, alle<br />

motivazioni e più in generale al mondo dell'altro sintonizzandosi<br />

sulla sua stessa “lunghezza d'onda” psico-emotiva. Una sorta di<br />

capacità di leggere fra le righe, di captare le spie emozionali, di<br />

cogliere anche i segnali non verbali senza lasciarsi guidare dai<br />

propri schemi di attribuzione di significato, di sperimentare i<br />

sentimenti di un‘altra persona, sia pure temporaneamente. La<br />

fiducia d’altronde non necessita di grandi dichiarazioni: la si<br />

legge nella qualità e nella quantità del dire, o anche nella<br />

profondità dei silenzi e in una piacevole, preziosa complicità. Ed<br />

è stato proprio quel tacito condividere le emozioni a solleticare<br />

la mia naturale curiosità tanto da indurmi, complice la<br />

suggestione dello sguardo sagace di Brass, a non seguire la<br />

rigida scaletta di domande che avevo diligentemente ordinato al<br />

fine di non sciupare la piacevolezza di quell’incontro che si<br />

delineava un “autentico” e condiviso piacere di raccontarsi,<br />

nonostante avessi la consapevolezza di trovarmi di fronte ad<br />

una donna incline professionalmente a stabilire con i suoi<br />

interlocutori un clima di reciprocità e affidamento. Con Caterina<br />

abbiamo parlato della sua infanzia e di come avesse respirato<br />

da sempre in casa i valori legati a quel progetto di vita di un<br />

uomo, suo padre, che ha visto nell’imprenditoria il “compimento<br />

di un sogno” in una terra come la Calabria. Quella Calabria più<br />

vera: quella viva, colta ed intraprendente, ancora troppo in<br />

ombra nel nostro Paese, perché, è bene ricordarlo, esiste un<br />

altro Sud, che purtroppo non appare nelle cronache dei media<br />

nazionali, fatto di persone tenaci che lavorano in silenzio e con<br />

duro sacrificio; persone che mantengono un legame speciale<br />

con la loro terra, che ne conservano il dna nell’anima e<br />

trasmettono questo amore ai loro figli, quell’amore che a lei è<br />

stato trasferito e che serba gelosamente. Abbiamo poi disquisito<br />

di tematiche relative l’universo femminile che tocca contesti<br />

ampi e complessi. In primo luogo, evidentemente, tocca<br />

questioni inerenti le caratteristiche del mercato del lavoro, ma<br />

una riflessione circa le pari opportunità coinvolge tutto<br />

quell'insieme dell'esistenza degli individui che concerne le<br />

relazioni familiari, la sfera privata, le dimensioni della<br />

soggettività: tutto ciò che associamo all'emancipazione, come<br />

processo storico, come orizzonte di vita individuale, come<br />

dimensione esistenziale. Abbiamo ragionato su come i nuovi<br />

livelli di autonomia femminili siano sì generalmente accettati, ma<br />

più come idea generale che come prassi concreta e<br />

dell'opposizione tra maschile e femminile che ha dominato da<br />

sempre il paesaggio del nostro pensiero e ha caricato su di sé<br />

l'evocazione di altre opposizioni fondamentali, come quella tra<br />

ragione e passione, tra pubblico e privato, ed ancora di come la<br />

donna abbia visto depositarsi sulla propria immagine ruoli<br />

definiti: quello di madre che si cura della prole e quello di<br />

amante avvinta dalle passioni, in antitesi con il ruolo maschile<br />

che è sempre stato quello del potere pubblico, guidato dalla<br />

legge e capace di sottrarsi ai richiami del cuore.<br />

“La rappresentazione dei generi sta andando incontro a una<br />

crisi profonda che deriva anche da una critica al sistema dei<br />

valori che essa incorpora–mi dice Caterina- con la egemonia<br />

del ruolo maschile e la subordinazione di quello femminile. Le<br />

società contemporanee hanno cominciato a mettere in<br />

discussione non solo questo modello, bensì la stessa necessità<br />

di vivere con identità di genere definite che pure davano<br />

sicurezze e guidavano più facilmente le vite, ma producevano<br />

repressione e soprattutto limitavano le possibilità di vita, aperte<br />

a ciascuno. Quello che appare oggi, è un’ampia elaborazione<br />

dei generi sessuali, le immagini molteplici, che del maschile e<br />

del femminile sono state prodotte, sono modelli a disposizione<br />

di chiunque per delineare la propria vita con maggiore<br />

libertà…tuttavia, dovremmo chiederci se la scomparsa dei<br />

concetti tradizionali di maschile e di femminile costituiscono una<br />

perdita o una conquista di nuove possibilità per l'immaginazione<br />

e la vita. Questa sorta di passaggio epocale tra ruoli maschili e<br />

ruoli femminili in effetti potrebbe, da una parte, essere<br />

un'acquisizione, qualcosa di nuovo che potrà rendere realmente<br />

pari le opportunità tra i due sessi ma al contrario,<br />

semplicemente caratterizzarsi, come uno degli esiti del<br />

ripiegamento del sesso maschile oggettivamente in difficoltà in<br />

una società in cui si assiste ad un profondo mutando<br />

dell'immagine della virilità e della femminilità verso una sempre<br />

crescente androginia. Virilità e femminilità che sono<br />

compresenti nello stesso sesso…- precisa - la maggioranza<br />

delle persone corrisponde nel genere, cioè nell'atteggiamento<br />

conscio, più o meno a quella che è la propria struttura sessuale,<br />

dimostrandosi al tempo stesso femmina e femminile o maschio<br />

e maschile…quello che è assai meno evidente è invece<br />

l'aspetto controsessuale, e cioè la componente psicologica che<br />

non corrisponde al sesso anatomico, cioè l'elemento maschile<br />

nella donna e quello femminile nell'uomo. I nostri tempi<br />

permettono alla donna di entrare in contatto con il suo<br />

potenziale maschile interiore in modo assai meno restrittivo di<br />

una volta. Man mano che le donne abbandonano il lavoro<br />

domestico come unica attività ed assumono modi è funzioni<br />

tradizionalmente riservati agli uomini, gli uomini cominciano ad<br />

assumere modi di vita che prima erano loro negati per ragioni di<br />

convenienza o di convenzione. Albeggia una coscienza nuova<br />

che prende nota del declino di una società polarizzata sul<br />

razionalismo, la tecnologia, l'acquisizione dei potere attraverso<br />

la competizione sfrenata. La nostra società denuncia uno<br />

squilibrio nato dall'eccesso dei cosiddetti elementi “virili”, al<br />

tempo stesso notiamo l'affermazione graduale di un<br />

orientamento nuovo che sottolinea i valori femminili o i valori<br />

che, almeno in passato, si associavano più all'elemento<br />

femminile che a quello maschile. Se vogliamo evitare di essere<br />

coinvolti una volta di più in una guerra tra i sessi o se vogliamo<br />

vincere la battaglia che ci troviamo adesso a fronteggiare,<br />

dovremo rivedere accuratamente le nostre nozioni polarizzate<br />

del maschile e del femminile nel quadro della nostra società e,<br />

parallelamente, la polarizzazione dell'Animus e dell'Anima a<br />

livello inconscio. Io penso che donne, invece di cercare di<br />

imitare gli uomini, debbano in primo luogo cercare di diventare<br />

consapevoli di se stesse come donne, ma anche come persone<br />

complete perché solo attraverso la interazione dinamica di due<br />

persone che sono divenute più “intere” potrà essere concepito<br />

un nuovo livello di coscienza, una nuova androgina raffinata e<br />

differenziata. Da un lato l'androgino femmina, una donna la cui<br />

umanità prevalentemente femminile è in grado di dare i suoi<br />

frutti a seguito della fecondazione continua di cui il suo Animus<br />

è portatore, dall'altro l'androgino maschio, una persona<br />

maschile che ha trovato il luogo di maturazione per i semi della


propria creatività nelle profondità umide e oscure della sua<br />

stessa anima. In questo processo di integrazione della<br />

propria controparte sessuale, esistono però anche gravi<br />

rischi perché quando l'Anima o l'Animus diventano<br />

accessibili alla coscienza, la relativa libido, a lungo<br />

rimossa, dà all'individuo un senso di potere che può<br />

essere distruttivo: alcune donne che cominciano ad avere<br />

successo nel mondo esterno, si formano l'idea che gli<br />

uomini non sono molto importanti per loro o per la loro<br />

immagine di sé ed in questo suo cercare di conseguire<br />

l'indipendenza, può trovarsi a rifiutare e a negare la sua<br />

naturale femminilità respingendo l'uomo. Se è vero che la<br />

supremazia dell’uomo sulla donna era un primato basato<br />

su un equivoco e su dei ruoli reciprocamente mutilati, è pur<br />

vero che la ricerca di una autentica parità deve oggigiorno<br />

necessariamente passare attraverso una ridefinizione<br />

delle identità di genere, in modo da arrivare a permettere<br />

lo svolgimento di ambedue dei ruoli, e di entrambi le<br />

funzioni di tutti e due i sessi.. ecco dunque il bisogno di<br />

una nuova prospettiva di genere riflettente i mutati rapporti<br />

fra uomo e donna, intesi come una costruzione<br />

relazionale, che si espande e cresce proprio nel<br />

riconoscimento delle differenze e della natura sessuata dei<br />

saperi. E’ evidente allora che il rapporto con il proprio<br />

corpo necessita di riflessione, non nel senso letterale di<br />

volgersi indietro o dentro, ma di rispecchiare la propria<br />

esposizione nel mondo, di «percepire» la propria<br />

immagine in rapporto agli altri”. Ed è proprio in relazione al<br />

corpo come dimensione soggettiva e relazionale, che<br />

chiedo a Caterina di spiegarmi le motivazioni che l’hanno<br />

indotta ad interpretare il personaggio di Ziva nell’ultimo film<br />

di Brass, un ruolo non facile per una donna che ha visto<br />

nella austerità un valore da perseguire “Ho accettato la<br />

proposta di Tinto fondamentalmente per due motivi. Il<br />

primo è indubbiamente legato al tema del soggetto che mi<br />

ha sottoposto e che ho trovato straordinariamente<br />

interessante in quanto si evince una centralità della donna<br />

non soltanto all’interno della sfera privata ma, più in<br />

generale, all’interno della società; e poi perché, volevo<br />

mettermi alla prova, consapevole di essere in buone<br />

mani. Accettare quel ruolo significava denudarmi anche<br />

metaforicamente, dal punto di vista più propriamente<br />

legato agli aspetti più intimi della mia personalità, del mio<br />

femminile. Ho cominciato così pian piano ad ascoltare il<br />

mio corpo, a guardarlo con occhi diversi, a toccarlo e a<br />

conoscerlo meglio…insomma, ad accettarlo. La scoperta<br />

del mio corpo è stato il fondamentale punto di partenza<br />

nell’accettazione di un’altra me stessa. Con questa<br />

consapevolezza il rapporto con l’altro, il rapporto tra il mio<br />

corpo e il corpo dell’altro, è diventato meno difficile, più<br />

maturo e di conseguenza più bello e piacevole. Questa<br />

esperienza mi ha aiutata ad essere maggiormente<br />

consapevole del mio “Io” interiore, a capire bene in fondo<br />

chi sono: Anima, Corpo, la loro relazione. Perché non<br />

riuscendo a rispondere chiaramente a questo dilemma mi<br />

sono rifugiata nell’idea di un Io pensante, non dando<br />

importanza al corpo o comunque ritenendolo inferiore in<br />

qualche modo al vero essere. E così per molto tempo non<br />

l’ho conosciuto, l’ho nascosto, non l’ho ascoltato.<br />

Paradossalmente solo grazie all’incontro con Tinto ho<br />

conosciuto una parte nascosta di me stessa, me stessa<br />

intesa come corpo..”. Disinvolta, sicura di sé, dolcemente<br />

carismatica e morbidamente femmina, Caterina rivela una<br />

personalità matura ed una formazione intellettuale<br />

eccellente. Brass l’ha voluta al suo fianco per interpretare<br />

Ziva, un film ancora in produzione ma presto nelle sale, la<br />

cui ambizione è quella di solleticare, attraverso il piacere<br />

dell’erotismo, le coscienze individuali portandole a<br />

ragionare su uno degli orrori del mondo: la guerra. Sarà lei<br />

a raccontare il dramma dei popoli belligeranti attraverso la<br />

storia di una donna che, attraverso l’amore, lotta per<br />

opporre al non valore di ogni tipo di patriottismo il valore<br />

della diserzione. Un invito a deporre le armi. Un apologo<br />

della vitalità delle donne e della loro attitudine alla<br />

conciliazione, alla pace. Quelle donne che rappresentano<br />

in molti casi l’aspirazione ad un mondo più giusto e meno<br />

violento, che paiono promettere una gestione del potere<br />

più equilibrata e meno soggetta ai poteri forti e nella cui<br />

“grandezza” Brass sembra riporre il riscatto dell’uomo.<br />

dedicato a<br />

Caterina<br />

“è fondamentale bilanciare la parte cosciente con<br />

quella inconscia così che l'individuo possa<br />

raggiungere la propria totalità”.<br />

Il Dr. Jeckyll e Mr. Hyde<br />

Per Jung è importante che un individuo abbia a che fare<br />

con gli aspetti nascosti della sua persona. A questo<br />

proposito egli parla di «ombra», e vuole indicare una<br />

dimensione sempre presente che però è fuori dagli aspetti<br />

evidenti della vita. Per sintetizzare il suo pensiero<br />

l'esempio più interessante è forse dato dal romanzo Lo<br />

strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde di Robert L.<br />

Stevenson. Il dottor Jeckyll, medico rinomato nella Londra<br />

del tempo, che devolveva le sue ricchezze per aiutare i<br />

poveri, era contemporaneamente portatore di una parte<br />

violenta e assassina della quale non era consapevole: non<br />

si rendeva infatti conto della trasformazione improvvisa cui<br />

era soggetto. Tutti hanno un mister Hyde, quell'ombra in<br />

cui sono racchiusi gli aspetti problematici, quelli di cui ci si<br />

vergogna. Questa dimensione che si critica e che si valuta<br />

negativamente può essere anche fonte di potenza. Si<br />

diventerà forti solo quando si riuscirà a smascherare<br />

questa ombra e ci si renderà conto della malvagità di cui si<br />

è o si potrà essere responsabili. Più rimane nascosta e più<br />

questa immagine prende il sopravvento. Per Jung è<br />

fondamentale quindi bilanciare la parte cosciente con<br />

quella inconscia così che l'individuo possa raggiungere la<br />

propria totalità.<br />

Interpretazione Esoterica<br />

Il Dr. Jeckyll e Mr. Hyde<br />

Nel suo fascino discreto dell'orrore Carotenuto si occupa<br />

abbondantemente del noto romanzo di Stevenson. Fra le<br />

tante interessantissime cose dice: " L'incontro con l'ombra<br />

porta a un reale ampliamento della personalità solo lì dove<br />

vi sia riconoscimento e confronto: l' esperimento del nostro<br />

scienziato, al contrario, origina dal bisogno di espellere da<br />

sé, di negare, di allontanare, offrendole l'appagamento di<br />

una vita propria, la parte 'deviante di sé. Si tratta di<br />

un'operazione sostanzialmente analoga alla repressione,<br />

culturale e psicologica, che ha presieduto alla formazione<br />

dell'Ombra". E più avanti "l'oscurità dell'ombra può essere<br />

integrata senza effetti nocivi soltanto se diventiamo<br />

sufficientemente coscienti della luce". Dal punto di vista<br />

psicologico, quanto detto è molto illuminante. Cerchiamo di<br />

andare un tantino oltre cominciando col chiederci: se l'ombra rappresenta<br />

il rimosso, l'inaccettato, e se mister Hyde è tutto questo, cos'è il dott.<br />

Jekyll Una sedimentazione di abitudini, il non rimosso, l'accettato Se<br />

cos' fosse, la vera identità di Stevenson (e di tutti noi) consisterebbe di<br />

rimosso e non rimosso, con qualche sbuffatina di archetipi d'inconscio<br />

collettivo! Da questo particolare punto di vista "Newtoniano" è proprio<br />

così: supponendo che esista davvero un 'io' o un 'ego' che rappresenti il<br />

centro, il fulcro, l'essenza dell'uomo, tutto il ragionamento è perfetto. Ma<br />

dal punto di vista "Einsteiniano" , questa è, e rimane, una realtà relativa ad<br />

un solo 'punto di riferimento'. Noi dubitiamo fortemente che esista un<br />

cosiddetto 'io' e crediamo che la psicanalisi (con Freud) sia caduta nel più<br />

grosso degli equivoci, prendendo lucciole per lanterne: laddove lucciola è<br />

l'io e lanterna l'inconscio (e ciò in senso molto lato). E quando qualche<br />

anno fa ci siamo imbattuti in Un corso in miracoli , la nostra gioia è stata<br />

grande. Pensate, ad una psicologa americana, Helen Schucman, un bel<br />

giorno successe una cosa insolita: in lei, donna di scienza, materialista,<br />

una voce cominciò a “dettare” , per un arco di tempo di sette anni, delle<br />

frasi o periodi, che alla fine formarono un voluminoso corso di<br />

autoconoscenza, di spiritualità. Una laica non credente ( e parecchio<br />

imbarazzata) era stata “costretta” a scrivere sotto 'dettatura mentale' uno<br />

dei più interessanti testi di misticismo degli ultimi decenni. La tesi del<br />

corso, da Kenneth Wapnick, nel suo Introdusione a Un corso in miracoli, è<br />

stata riassunta così: Quel falso sé che è l’ego ha interesse a farci sentire<br />

in colpa. Fino a che riesco a vedere in me o in altri una colpa e a<br />

considerarla reale, l’ego è reale; se si è senza colpa o senza peccato,<br />

l’ego non esiste. Ora, questo falso sé ci suggerisce lui come fare a<br />

liberarci della colpa (una colpa verissima a suo dire): negarla in noi,<br />

proiettarla in altri e poi attaccare questi ultimi, i veri colpevoli! Il mondo, che<br />

è basato sull’egoità, gira tutto attorno alla proiezione. Però, se riesco a<br />

perdonare la colpa tua, perdono me stesso. “ Disfare la nostra colpa è il<br />

lavoro di una vita perché la colpa in noi è enorme e se dovessimo<br />

affrontarla tutta in una volta ne saremmo sopraffatti…” A nostro parere, ciò<br />

è quanto accaduto al povero dott. Jekyll: il suo mister Hyde è solo il sogno<br />

di un sogno, l'ego di un ego, una doppia illusione. Ma in un mondo<br />

illusorio, un male illusorio può fare tanto, ma tanto male! Torniamo quindi a<br />

introduzione a Un Corso in Miracoli, per conciliare le due cose (misticismo<br />

e psicanalisi) con una frase di K. Wapnick: "……Nel momento in cui si<br />

prova rabbia, giudizio o critica, è sempre perché si è visto in un’altra<br />

persona qualcosa che si è negato in se stessi” . A questo punto sorge<br />

spontanea la domanda: come visitare la propria interiorità senza pericoli<br />

L'alchimista di ogni epoca e di ogni confessione religiosa lo ripete da<br />

secoli, forse da millenni: segui la natura, prega e lavora. Seguire la natura<br />

vuol dire seguire la propria vera natura: l'essenza dell'uomo non è l'ego<br />

ma l'Uno; pregare vuol dire tendere con tutte le forze dell'anima verso se<br />

stessi, verso di Sé; lavorare vuol dire prodigarsi per abbattere quelle false<br />

pareti egoiche che fanno di questo mondo un inferno di competizioni, di<br />

odi, di settarismi, ecc., dimorando nella mente corretta, per dirla con Un<br />

corso in miracoli. E per concluderla in maniera allegra, l'occultum<br />

lapidem che scopriremo visitando l'interno della nostra terra, potrebbe<br />

essere rappresentata dalla pietra tombale dell'ego con inciso epitaffio: qui<br />

giace la più grande illusione dell'umanita, l'ego: mai nato, mai morto, figlio<br />

di una madre sterile (Maharaj). Partendo da Stevenson e dai problemi<br />

dell'ombra siamo arrivati al problema fondamentale dell'uomo riassumibile<br />

nelle tre classiche domande: chi siamo Da dove veniamo Dove<br />

andiamo Che siamo anche un corpo, ce lo disse il primo specchio; che<br />

siamo anche una mente, ce lo disse il primo filosofo; che siamo altro, ci è<br />

stato ripetuto da millenni da tutti i mistici del mondo. Poiché noi dobbiamo<br />

avere la massima cura e il massimo rispetto per i nostri veicoli, dobbiamo<br />

tenere puliti il fisico e il mentale. Come mantenersi puliti nel corpo e'<br />

notorio, come mantenersi puliti nella mente lo è un po' meno. Visto che<br />

abbiamo sposato la tesi di Un corso in miracoli, la quale parla di<br />

proiezioni, tenuto conto che il film parla di ombra, considerato che Robert<br />

A. Johnson, nel suo piccolo ma interessante libro Metti in luce la tua<br />

ombra ci suggerisce come schermare la mente da proiezioni d'ombra, non<br />

ci rimane che riportarne il brano, dopo avere ricordato che le esperienze di


minatori che hanno visitato la propria interiorità possono essere di<br />

enorme aiuto: " Di solito, quando ricevete la proiezione di un'ombra,<br />

la vostra ombra reagisce e la guerra è inevitabile. Quando la vostra<br />

ombra è come un bidone di benzina che aspetta solo un fiammifero<br />

acceso, voi siete caccia libera per tutti quelli che vogliono irritarvi.<br />

Per rifiutare l'ombra di un altro voi non dovete combattere, ma, come<br />

un bravo torero, dovete semplicemente lasciare che il toro vi passi<br />

accanto…C'è una meravigliosa citazione attribuita al Mahatma<br />

Gandhi: ' Se segui il vecchio codice di giustizia - occhio per occhio e<br />

dente per dente - finisci con il ritrovarti con un mondo cieco e senza<br />

denti". Con l'inceneritore della nostra consapevolezza dobbiamo a<br />

qualunque costo recuperare tutta l'energia investita in istinti mai<br />

soddisfatti, in desideri mai realizzati, in sogni mai concretizzati, e<br />

poi, con mente creativa, darci all'arte o all'artigianato. Pensate a<br />

quello che è riuscito a fare Shakespeare con tale energia! Ma<br />

l'ombra e' proprio inevitabile Lao-tze ci dice di no nel capitolo 64<br />

del Tao Te Ching:” …Cio' che non e' ancora apparso si previene<br />

facilmente…agisci prima che qualcosa sia; crea l'ordine prima che ci<br />

sia disordine.Un albero dello spessore di due braccia e' nato da un<br />

pezzetto di filo; una torre di nove piani e' uscita da un mucchio di<br />

terra; un viaggio di mille leghe ha inizio da cio' che sta sotto i<br />

piedi…”Una cosa da tenere presente è che il dott. Jeckyll, resosi<br />

conto che il bene e il male convivono in lui, vuole fare in modo, con i<br />

suoi esperimenti, di staccarli uno dall’altro, e soprattutto di riuscire a<br />

isolare il male. Ma cos’è il bene, e cosa il male Se il primo è<br />

l’immagine di Dio in noi, dobbiamo presupporre che un principio<br />

metafisico del male abbia creato una parte di noi a sua immagine e<br />

somiglianza Noi escludiamo a priori tale ipotesi, e pensiamo<br />

piuttosto che il male cui si riferisce il nostro stimato dottore abbia a<br />

che vedere con quello che nella Psicologia Analitica junghiana viene<br />

chiamato “Ombra”, quindi una sorta di “male” personale. Noi<br />

rimproveriamo a Jeckyll di non avere assorbito la sua ombra nel<br />

momento in cui ne ha preso coscienza, gli rimproveriamo l’aver<br />

rilasciato ad essa una patente di impunità, che le ha consentito di<br />

scorazzare indisturbata con tutte quelle energie che andavano<br />

recuperate e impiegate in una ricerca più responsabile. Gli animali<br />

gli avevano già fornito preziose indicazioni sugli effetti collaterali<br />

della “bevanda”. Egli ha preferito proiettare la sua ombra su un suo<br />

doppio regredito e nanizzato. Non va dimenticato che “ quando<br />

mettiamo nel sacco una parte di noi stessi, quella parte regredisce”<br />

verso primitive parti di noi che diventano ostili verso colui che<br />

dovesse aprire il sacco: ogni parte della nostra personalità che non<br />

“amiamo” (le virgolette sono mie) ci diventa ostile (Bly – il piccolo<br />

libro dell’ombra). Jeckyll non ha tenuto conto di ciò ed ha cominciato<br />

a provare un graduale infiacchimento, ha cominciato a perdere<br />

sempre più energia, a tutto vantaggio di Hyde:“più grosso èil sacco,<br />

meno energia abbiamo” (idem). Egli in effetti aveva cominciato<br />

come un buon alchimista: aveva visitato la sua interiorità,<br />

scopertone i lati negativi e ombrosi, e li aveva persino “recuperati”<br />

riconoscendoli come suoi. Cosa che aveva scatenato in lui<br />

dapprima solitudine e malinconia(èilmomento della comparsa di<br />

Saturno nell’opera alchemica, come ci ricorda ancora Bly) e poi<br />

filantropia. Ma dopo, decidendo di continuare gli esperimenti,<br />

bevendo l’intruglio, consegna tutto il suo essere a quelle antiche e<br />

istintive forze distruttive dai neri contorni. Ecco perché parla di male<br />

e non di ombra: Jeckyll sa benissimo che il male è doloso, cosciente<br />

atto di volontà: egli si è guardato allo specchio, si è riconosciuto<br />

nelle sue due potenzialità, e poi ha scelto con freddezza di essere<br />

Hyde. Il nostro dottore è carente in una funzione, quella istintuale,<br />

perché la funzione pensiero è ben sviluppata, quella del sentimento<br />

anche, e così pure per l’intuizione. Avrebbe dovuto dar sfogo ai suoi<br />

istinti in maniera artistica, artigianale, creativa in genere, e far sì che<br />

tutta l’energia da essi rubata venisse utilizzata per alimentare la<br />

creatività. I suoi istinti bestiali repressi nel tempo hanno assunto una<br />

forte autonomia e lo hanno posseduto al punto da renderlo schiavo.<br />

Se posso usare un termine poco psicanalitico, egli ha giocato<br />

troppo con un’ombra, la sua, che non è una placida notte<br />

complementare del giorno, ma qualcosa che, mancando della terza<br />

dimensione, ha sviluppato odio per ciò che, tridimensionale (il corpo<br />

che l’ha emanata), ha qualcosa che lei non ha. I contenuti<br />

dell’ombra hanno natura emotiva – dirà Jung – hanno una certa<br />

autonomia, e sono di tipo ossessivo, o meglio ‘ possessivo’. A<br />

questo punto, per il nostro dott. Jeckyll non c’è via di scampo: come<br />

un magnete attirerà a sé tutto ciò che vibra in simpatia con Hyde ( i<br />

simili si uniscono). Una sorta di contagio psichico sottile lo investe<br />

di energia negativa e distruttiva, e così, anziché trasformare il vile<br />

piombo in oro, è costretto ad assistere alla trasformazione del<br />

piombo in veleno.<br />

Per concludere, alcune citazioni<br />

sull’ombra.<br />

*“Per esser disposti a distaccare dal loro oggetto proiezioni di<br />

tonalità affettiva, bisogna prima esser convinti di potere,<br />

all’occasione, aver anche torto”<br />

*Leggere Atti degli Apostoli 5, 12-16: Pietro guariva con la sua<br />

ombra!…<br />

*“Nessuno sta fuori dalla nera ombra collettiva dell’umanità. Che il<br />

crimine sia vecchio di molte generazioni, o si sia prodotto ai nostri<br />

giorni, esso rimane il sintomo di una disposizione sempre e<br />

dovunque presente” (Jung)<br />

conoscere<br />

Brass<br />

N.M.<br />

Vuol dire avere il desiderio di addentrarsi nel suo mondo, significa<br />

voler arrivare a comprenderne l'essenza attraverso questa sua<br />

ricerca del piacere, quel suo interesse per tutto ciò che non è<br />

mistificato, così come il suo amore ed il rispetto per le donne tanto<br />

forte da riporre in esse il destino dell'umanità, questo suo quasi<br />

“assoggettarsi” senza riserve alla concupiscenza, alla carnalità, alle<br />

pulsioni erotiche, alla lussuria. Cercare di comprenderlo significa<br />

interrogarsi, malgrado il nostro credo, sul senso delle cose, su<br />

quella esperienza comune così preziosa che chiamiamo “vita”.<br />

Significa guardare senza paraocchi recuperando forse anche un<br />

pizzico di irrazionalità, significa imporsi una riflessione su alcuni<br />

concetti fondamentali del nostro “essere” spirituale e biologico "Io<br />

sono tutto corpo, e nient'altro" scriveva Nietzsche "Il corpo è una<br />

grande ragione, una moltitudine unanime, uno stato di pace e di<br />

guerra, un gregge e il suo pastore". Il fatto è che Brass,<br />

diversamente da Caterina che tende ad identificare l'anima (“anima”<br />

per i maschi ed “animus” per le femmine) con ciò che permette<br />

all'individuo di interagire con il proprio mondo interiore e che in<br />

psicologia viene definito “ inconscio”, si attiene alle leggi della<br />

comunità scientifica secondo la quale è il cervello a svolgere tutte le<br />

funzioni che si attribuiscono all'anima. “ E poi l'anima serve per<br />

consolarsi delle frustrazioni della vita, sperando in un futuro extra<br />

corporale, senza contare tutti coloro che sfruttano il concetto di<br />

anima per immaginare di essere qualcosa di più di una semplice<br />

macchina biologica. Non esiste nessun elemento minimamente<br />

concreto grazie al quale l'anima dovrebbe esistere, e il fatto che<br />

quasi tutti credano alla sua esistenza non vuol dire che essa esista<br />

realmente. E comunque la mancanza di un'anima è un motivo in più<br />

per rispettare ulteriormente la vita e godere dei suoi piaceri terreni”.<br />

E' la sintesi di quanto io abbia percepito in una breve “disquisizione<br />

sull'anima” da quello che è considerato uno dei più controversi<br />

registi italiani, così apprezzato all'estero, che nel 2002 la<br />

Cinémathèque Française di Parigi (una delle più prestigiose<br />

istituzioni del cinema mondiale) gli dedica addirittura una rassegna-<br />

omaggio dal titolo “Elogio della carne”, quanto sottovalutato in Italia, liquidato<br />

tout court come autore di B-movie. Non che Brass abituato com'è ad andare<br />

controcorrente se ne faccia una preoccupazione, consapevole di aver<br />

contribuito invece a modernizzare il costume nazionale con le sue pellicole,<br />

certo è però che dalle sue parole emerge un pizzico di amarezza per quella<br />

élite culturale ancora troppo bigotta e falsamente perbenista che già a partire<br />

dagli anni sessanta censura i contenuti provocatori dei suoi soggetti<br />

ritenendoli, in alcuni casi, addirittura sovversivi e comunque, sempre, troppo<br />

espliciti e volgari…come se la volgarità fosse in correlazione con la nudità e<br />

non fosse invece, come egli dichiara, pensiero che mi sento pienamente di<br />

condividere, la diretta conseguenza dell'ipocrisia. D'altronde ogni epoca<br />

storica ha espresso artisticamente il corpo maschile e femminile senza tante<br />

storie o falsi pudori. Picasso s'era già accorto che il punto rispettabile del<br />

nudo era nel rapporto modella-artista, nel suo essere voyeur, e difatti alcuni<br />

grandi pittori hanno ritratto la donna amata, cogliendola nuda, senza veli,<br />

oscena e madonna, erotica e idealizzante, ad iniziare dai nudi di Tiziano,<br />

dalla "Bethsabea al bagno" di Rembrandt con la sua pancia flaccida e la<br />

"Helene Fourment" di Rubens con la pelliccia che le scivola via dalle spalle e<br />

le gambe un po' divaricate, fino a Guttuso, a Grosz, Albert Penot, Henry<br />

Moore, Richard Avedon, Gibson, Man Ray e perfino Minayoski Takada. Ed<br />

ancora nella letteratura D'Annunzio, Baudelaire, Giorgione, Tiziano,<br />

Courbet…e con ciò abbiamo toccato solo alcune delle infinite questioni,<br />

filosofiche, morali, giuridiche, che l'erotismo ancora oggi pone. Ma in funzione<br />

di quali principi morali si stabilisce che cosa è volgare e che cosa non lo è o<br />

che cosa è osceno e censurabile Sono volgari, per esempio, le scene,<br />

descritte in ogni particolare, spesso con humour e ironia, dagli scrittori<br />

spagnoli tra cui Javier Cercas e Leonardo Padura, gli scatti del giovane<br />

toscano Francesco Caruso, degli statunitensi Terry Richardson, Richard Kern<br />

e del cecoslovacco Jan Saudek noti per il loro stile provocatorio e<br />

trasgressivo o i lavori di Eric Kroll divenuto famoso proprio per i suoi<br />

cortometraggi in super8 le cui proiezioni al pubblico sono state spesso<br />

interrotte a causa di risse e proteste, sfociando in alcuni casi in denunce e<br />

processi a tutela di quello che normalmente viene definito il comune senso<br />

del pudore“Ciò che fotografo probabilmente offenderà qualcuno- dichiara<br />

Kroll - l'unica cosa che posso dire è di evitare di guardare…” . Alcuni<br />

riterranno questi lavori offensivi, altri no…e comunque come sostiene Oliviero<br />

Toscani, certamente uno dei più significativi esponenti di casa nostra per<br />

quello che concerne la fotografia d'autore i cui scatti sono spesso stati<br />

oggetto di agguerrite polemiche “ E' compito dell'arte portare avanti delle<br />

nuove idee in quanto rappresenta l'espressione più alta della comunicazione.<br />

Ritengo sia fondamentale colpire l'attenzione. Chi non colpisce non è un<br />

artista. Trasgredire alla morale comune è un obbligo dell'arte. La sovversione<br />

appartiene all'arte, e senza non può considerarsi tale. La responsabilità<br />

dell'artista è proprio questa. Chi non trasgredisce non è un vero artista” .<br />

Tesi condivise da autorevoli voci contemporanee, prima fra tutte quella di<br />

Vittorio Sgarbi che non risparmia parole di stima nei riguardi di Brass “mi<br />

piace il suo entusiasmo dice- la sua assenza di ipocrisia, l'uso del sesso<br />

come strumento di libertà e non solo come compimento di un desiderio”così<br />

come non manca di sostenere le ragioni di Toscani che ha voluto all'interno<br />

della giunta del comune di Salemi, città di cui è sindaco, a ribadire e<br />

sostenere le cause della libertà di pensiero e di espressione in netta<br />

contrapposizione ai poteri coercitivi che si ergono in nome, e per conto, di<br />

quell'etica di cui ne denuncia da sempre le aberrazioni e della quale anche<br />

egli è stato più volte vittima. Censura che non tiene conto del valore<br />

intrinseco “del messaggio” qualsiasi esso sia. Che si tratti della mostra datata<br />

2007 “ Vade retro-Arte e omosessualità” autorizzata dallo stesso Sgarbi in<br />

qualità di assessore alla cultura di Milano ma bloccata dalla stessa giunta<br />

comunale perché ritenuta blasfema piuttosto che del diniego di affissione del<br />

manifesto realizzato dall'agenzia Arnold Italy in occasione della giornata<br />

mondiale contro la violenza sulle donne il cui “contendere” era l'uso allegorico<br />

della croce di Cristo a significare l'annientamento graduale che passa dalla<br />

violazione della personalità e arriva spesso alla distruzione della vita stessa,<br />

l'esito non cambia. In entrambi i casi facili e forse (!!) non qualificate<br />

interpretazioni, hanno fatto sì che ne fosse occultata la visione. Così, come<br />

accade con i film di Brass. Eppure il suo erotismo è riconosciuto in campo


internazionale come un'arte sottile che coinvolge l'istinto e tutti i<br />

sensi, e anche l'intelligenza, la cultura; è un erotismo che parla, che<br />

si lascia guardare, che cattura i sensi, che trascina lo spettatore in<br />

una sorta di sublimazione erotica stimolandone le più intime fantasie<br />

che, per Brass non sono altro che desideri inappagati “Ogni singola<br />

fantasia mi dice- è la realizzazione di un desiderio, la correzione di<br />

una realtà insoddisfacente”. I suoi film sono cult, vere e proprie oasi<br />

di sensualità, un gioco di sensazioni, di sguardi, di corpi svelati e<br />

conturbanti esplorati in tutte le sue possibili angolazioni espressione<br />

di un eros che va ben oltre alla mera bellezza fisica delle interpreti.<br />

Quella sensualità che a volte si perde nella dolcezza di un sorriso o<br />

nella sfrontatezza di uno sguardo. Le sue donne non sono mai<br />

"prede", ma cacciatrici, anche quando non lo sembrano. Sono il<br />

"centro del mondo", giocatrici, furbe, intelligenti, amanti della vita e<br />

dei suoi divertimenti. “Sono loro infatti e solo loro a condurre i<br />

giochi, le protagoniste assolute dentro e fuori dal letto. Niente<br />

maschilismo dunque, niente volgarità commenta Brass - solo voglia<br />

di stupire e di stupirsi, di divertirsi con un po' di “sano” e giocoso<br />

sesso finalmente liberato dai pregiudizi che lo incatenano alla<br />

vergogna, al segreto, alla devianza, all'immoralità e percepito<br />

ancora troppo spesso in modo negativo e colpevolizzante. Vi è una<br />

chiara volontà di promuovere una sessualità “buona” in opposizione<br />

a una sessualità libera, corruttrice. Ancora una volta attraverso le<br />

leggi in vigore vediamo la diffidenza della società nei confronti della<br />

sfera sessuale considerata un territorio pericoloso, negativo,<br />

riprovevole. Ma soprattutto queste leggi rivelano la volontà moralista<br />

dello Stato che ti dice: puoi fare sesso ma solo alle condizioni che<br />

considero buone per te…” Sarebbe opportuno allora tornare a<br />

riflettere sul concetto di libertà, così come sarebbe utile pensare alla<br />

morale come ad una legge non fissa, statica, predefinita ma coniata,<br />

creata, modellata ad immagine e somiglianza dell'uomo stesso o<br />

meglio dettata dall'individuo e quindi mobile, indefinibile e legata al<br />

cambiamento stesso della coscienza individuale. A riconoscere<br />

come opinabile il giudizio “etico” e di “valore” delle cose: di un<br />

pensiero, uno scritto, un'opera d'arte o più semplicemente un gesto.<br />

A Chiedersi se, come sostiene Giulio Mozzi“Un giorno ideale per i<br />

pescibanana di Salinger e ciò che ogni giorno mia madre appunta<br />

con estrema diligenza e lascia in cucina accanto al telefono, prima<br />

di infilarselo nella tasca del cappotto insieme alle chiavi della<br />

macchina, sono la stessa cosa. La questione di fondo è che dice -<br />

non si può pretendere di decidere che cosaèechecosanonè<br />

letteratura sulla base di criteri qualitativi. Qualunque cosa scritta è<br />

letteratura, anche la lista della spesa..”. A domandarsi perché ci<br />

sono voluti trent'anni per “riabilitare” l'originale serie di fotografie in<br />

bianco e nero del fotografo giapponese Kohei Yoshiyuki che<br />

immortalano scene di sesso clandestino nell'oscurità di un parco di<br />

Tokyo la cui esposizione, vietata sin dagli anni '70, è oggi ospitata in<br />

tutto il mondo Italia compresa. La verità è forse che questo paese<br />

non è pronto, come già scrisse Nietzsche in “Al di là del bene e del<br />

male: Preludio di una filosofia dell'avvenire” in cui denunciava la<br />

vacuità morale dei pensatori del suo secolo, la mancanza di senso<br />

critico dei filosofi e la loro passiva accettazione della morale “I più<br />

grandi avvenimenti e le più grandi idee e le idee più grandi sono<br />

anche i più grandi avvenimenti sono gli ultimi ad esser compresi: le<br />

generazioni contemporanee non li vivono, vivendo passano accanto<br />

a loro. Avviene nella vita come nel regno degli astri. La luce delle<br />

stelle più lontane giunge più tardi a noi; e sino a tanto che l'uomo<br />

non l'abbia percepita, egli nega che quelle stelle esistano” Ciò a<br />

significare che siamo spaventati da quello che non conosciamo o<br />

non comprendiamo. Gridiamo allo scandalo per quello che<br />

generazioni future acquisiranno come “prezioso” e non ci<br />

scandalizziamo invece per tutte quelle cose che ledono fortemente<br />

la dignità di ogni essere umano o ne mettono in discussione la<br />

stessa sopravvivenza. La fame nel mondo, lo sfruttamento di esseri<br />

umani, per la compra-vendita di bambini, la corruzione..(ecc.),<br />

sembrerebbero solo presi in considerazione a fini strumentali da<br />

quella “informazione”che invece di stimolare la coscienza collettiva<br />

a riappropriarsi del senso di “bene” attraverso l'esempio di<br />

comportamenti virtuosi, fa scempio del progressivo decadimento<br />

sociale accusandone ed amplificandone solo i lati deplorevoli. Il fine,<br />

si sa, è quello di contendersi il primato di una lotta di potere giocata<br />

sui numeri, comunemente definita “odiens”. Nulla di male, in fondo<br />

la fidelizzazione del “cliente” è una delle più importanti chance a<br />

livello di business, anche quando questa passi attraverso la<br />

spettacolarizzazione e la mercificazione esasperata di tutto, sfera<br />

affettiva compresa. Ma se tutto questo è lecito, o comunque<br />

accettabile, fa riflettere il fatto che ci si scandalizzi per uno spot<br />

piuttosto che per una mostra e che si definisca il cinema di Brass “<br />

la rappresentazione di un voyeurismo esasperato”…Il voyeurismo<br />

vero, quello patologico, sta ormai, drammaticamente, altrove. Sta,<br />

per l'appunto, in TV, nell'oscenità e nella morbosità con la quale ci<br />

viene quotidianamente somministrato, e quotidianamente<br />

cerchiamo, la nostra dose giornaliera di morboso, ed a prescindere<br />

dalla connotazione più o meno esplicitamente “sessuale” della<br />

morbosità cui si indugia. Sta nelle varie piazze e piazzette televisive<br />

che ci propinano incessantemente le lacrime ed i sentimenti (più o<br />

meno fasulli) altrui, nei talk shows che altrettanto incessantemente<br />

si occupano e ci propinano malsani dettagli dei crimini più efferati e<br />

sanguinosi, nelle quotidiane e violente risse televisive tra il<br />

sedicente etrosessuale ed il sedicente bisex di turno, in chi li invita<br />

ed in chi li guarda, nel microfono del giornalista che intervista il<br />

fratello-olasorella - della vittima di turno chiedendogli cosa si<br />

prova di fronte alla morte della persona amata. Oggi non è più<br />

opportuno, credo, parlare del classico voyeurismo come di una<br />

perversione; rispetto alla cultura imperante, i voyeurs stile Brass<br />

sono solo dei poveri dilettanti, destinati a scomparire sopraffatti dalla<br />

“cultura del voyeurismo” che ormai ci appartiene. Quando<br />

l'assuefazione alla violenza viene percepita come “pratica abituale”<br />

e il un nichilismo come un inesorabile percorso al quale non<br />

possiamo sottrarci; quando accettiamo di essere passivi di fronte ad<br />

una realtà che viola i nostri diritti ed infrange i sogni dei nostri figli;<br />

quando accettiamo il profanare di un credo religioso non tanto per il<br />

fatto di rinchiudere un crocifisso, simbolo centennale di cristianità,<br />

nei cassetti di una cattedra scolastica, bensì per il commento“non<br />

serve” pronunciato da un docente metodista di Bologna il quale<br />

sostiene di aver insegnato per molti anni con il crocifisso alle spalle,<br />

senza mai notare che la presenza di questo suscitasse negli alunni<br />

riflessioni profonde sul destino umano o sul senso della vita o<br />

peggio ancora si ammettono dichiarazioni come quelle di Adel Smith<br />

e seguaci..“<br />

Quel cadavere in miniatura turba l'animo sensibile dei<br />

bambini”…significa che possiamo soprassedere su tutto. Anche sui<br />

lavori cinematografici dello “scandaloso” ed irriverente Brass...<br />

interrogato recentemente da Marzullo su che cosa preferisse si<br />

scrivesse sulla sua tomba dopo il trapasso risponde “ Ai posteriori<br />

l'ardua sentenza..”<br />

dedicato a<br />

Brass<br />

ovvero l'impossibilità di avere una visione unica e<br />

certa della realtà “Vi vedo affannati a cercar di<br />

sapere chi sono gli altri e le cose come sono, quasi<br />

che gli altri e le cose per se stessi fossero così o<br />

così”.<br />

Così è (se vi pare)<br />

Luigi Pirandello<br />

è tratto dalla novella La Signora Frola e il Signor Ponza, suo genero<br />

contenuta nella raccolta Una giornata. Il titolo, dal sapore ironico,<br />

racchiude la problematica esistenziale che Pirandello affronta nella<br />

storia: l'impossibilità di avere una visione unica e certa della<br />

realtà.<br />

Il tema sarà attentamente sviscerato nel romanzo del 1926, Uno,<br />

nessuno e centomila, ma appare già chiaro in questa commedia nelle<br />

parole proferite da Lamberto Laudisi: «Io sono realmente come mi<br />

vede lei. Ma ciò non toglie, cara signora mia, che io non sia anche<br />

realmente come mi vede suo marito, mia sorella, mia nipote e la<br />

signora qua…vi vedo affannati a cercar di sapere chi sono gli altri e le<br />

cose come sono, quasi che gli altri e le cose per se stessi fossero<br />

così o così». Queste battute poste a inizio commedia, quasi<br />

un'introduzione fatta dall'autore stesso per chiarire quale sia il punto<br />

cruciale di tutta la vicenda, mettono subito il lettore o lo spettatore di<br />

fronte a una prospettiva diversa che li allontana dal banale<br />

pettegolezzo. Tutto un paese si affanna per sapere quale sia la verità<br />

intorno allo strano comportamento della famiglia Ponza. La curiosità<br />

nasce dal fatto che la sedicente madre della Signora Ponza, la<br />

Signora Frola, non vive con la figlia e il marito, anzi non entra<br />

neanche in casa loro, comunica con la figlia solo attraverso dei<br />

bigliettini scambiati per mezzo di un cestino calato dalla finestra. Alla<br />

Signora Frola la gente pone insistenti domande, e la poveretta si<br />

vede costretta ad asserire che il Signor Ponza, avendo perso nel<br />

terremoto tutti i suoi parenti, ha un amore ossessivo per la moglie che<br />

gli impedisce di farla uscire di casa e di far incontrare madre e figlia.<br />

Dal canto suo il Signor Ponza sostiene, invece, che la Signora Frola<br />

sia impazzita, poiché crede che la figlia morta, la prima signora<br />

Ponza, sia ancora in vita, scambiandola con la sua seconda moglie:<br />

per non deludere la suocera e per non importunare la nuova Signora<br />

Ponza, non permette che le due donne s'incontrino. Poiché non c'è<br />

maniera di confutare nessuna delle due affermazioni, la gente,<br />

smaniosa di dover a tutti costi attribuire una maschera e un ruolo ben<br />

definito ai componenti di questa famiglia, non può fare altro che<br />

interrogare la Signora Ponza, convinta che solo così finalmente si<br />

possa venire a capo del ginepraio. Ma la donna, che entra in scena<br />

velata, a simboleggiare l'impenetrabilità della verità, afferma di essere<br />

la seconda moglie del Signor Ponza, per il marito, e la figlia della<br />

Signora Frola, per la madre, ma per se stessa nessuna: «Io sono<br />

colei che mi si crede». Per Pirandello quindi l'uomo non ha una<br />

propria essenza a priori, l'uomo diventa una persona solo sotto lo<br />

sguardo degli altri, assumendo tanti ruoli e tante maschere, quante<br />

sono le persone che lo vedono.<br />

Reinterpretazione<br />

Così è se vi pare - di L. Pirandello<br />

La bellissima parabola in tre atti che ci accingiamo a commentare,<br />

potrebbe essere nata così come ve la raccontiamo in prima persona,<br />

fingendo di essere Pirandello.<br />

Un giorno, la mia immaginazione era particolarmente accesa, e sullo<br />

schermo della mia mente apparve una porta posta alla sommità di<br />

sette scalini. Era chiusa. Sullo stipite di essa c'era scritto<br />

"FILOSOFIA". Non era una casa, non era un castello, ma solo<br />

un'apertura luminosa su un fondo nero. Là dentro dovevano<br />

certamente esservi tutti i filosofi che nel corso dei secoli avevano<br />

dedicato la loro vita alla ricerca delle Cause Prime, alla ricerca della<br />

Verità ultima. Improvvisamente uscirono tre personaggi strani.<br />

Avevano un'aria distratta, come se la loro mente fosse distante da<br />

loro mille miglia. Erano sicuramente tre filosofi greci che discutevano<br />

animatamente. Appena mi videro, si avvicinarono, e uno di loro mi<br />

disse: "Perché non entri Là dentro ci si diverte da morire. Pensa,<br />

siamo tantissimi, e per ognuno di noi,il Principio di tutte le cose è<br />

diverso. Per me, per esempio, è "l'Acqua" (Talete), per lui è "l'Infinito"<br />

(Anassimandro), e per quest' altro è "l'Aria" (Anassimene). Ma in<br />

quella grande sala c'è chi pensa che l'essenza di tutte le cose sia il<br />

"Numero" (Pitagora), chi dice che la sola realtà è "l'Essere"<br />

(Parmenide), chi vede il principio di ogni cosa nel "Fuoco" (Eraclito),<br />

oppure nei "Quattro Elementi" spinti ad aggregarsi o a disgregarsi<br />

sotto la spinta di "Amicizia" oppure "Odio" (Empedocle). Poi c'è chi<br />

parla di particelle invisibili dette "Omeomerie" (Anassagora), chi di<br />

"Atomi" (Democrito). Per non dire poi di certi Scettici, secondo cui la<br />

verità non può essere oggettiva, e la scienza non ha principi<br />

universali. Per essi, il pensiero è tutto. Credimi, se entri, ti divertirai".<br />

Ciò detto, andarono via. Mi ero quasi convinto, e stavo per mettere<br />

piede sul primo scalino, quando qualcuno mi posò una mano sulla<br />

spalla, mi superò, salì sul secondo gradino, e da lì mi disse: " Non ho<br />

potuto fare a meno di ascoltare: non dare retta a quei tre, là dentro<br />

nessuno ragiona, quindi non entrare. Ti basti sapere questo: "La vera<br />

natura dell' uomo è 'Ragione', e con essa puoi conoscere te stesso e<br />

il mondo" (Socrate). Detto questo, salì gli altri gradini e scomparve<br />

dentro. A questo punto da quella apertura sbucò una specie di<br />

cameriere con camicia bianca, pantaloni neri, papillon, un tovagliolo<br />

bianco ad un braccio, ed un rotolo di pergamena in una mano. "Di tipi<br />

come lei, signore, a queste scale, se ne presentano tanti - mi disse -.<br />

Rimangono lì come imbambolati, e non si decidono mai ad entrare. Il<br />

mio compito è di stimolarli a farlo. Io, signore sono un…butta dentro.<br />

Mio compito è di stimolare il suo appetito intellettuale e di<br />

"costringerla" al pasto filosofico". Srotolò la pergamena e prima di<br />

cominciare a leggere, "questo è il menù" -disse- "abbiamo:<br />

Trascendenzidealismo gratinato,<br />

con contorno di anima prigioniera<br />

al forno (Platone);<br />

Frittura mista di dualismo al macero di anima e corpo<br />

(Aristotele);<br />

Atomi tritati alla Ben=Piacere e Mal=Dolore (Epicuro);<br />

Materia e Forza alla brace (Democrito);<br />

Uno in salmì, con insalata di Idee, Anima Mundi et Materia<br />

(Plotino);<br />

Minestrone romano parafilosofico alla parolaia bullonesca;<br />

Patristica alla Buona Novella,<br />

con Madre=Nonna et Figlio=Padre<br />

dogmati con panna;<br />

Agostino alla platonesca;<br />

Panteismo neo-Platonico al cartoccio (Giovanni Scoto Eriugena) ;<br />

Dimostratio Dei alla griglia (Anselmo);<br />

Qui lo dico e qui lo nego all'aquinate (Tommaso);<br />

Provare per credere alla Ruggero (Bacone);<br />

Coincidentia Oppositorum alla Nicolò (Da Cusa) ;<br />

Arrosto alla Campo de' Fiori in terra tunda et sole fermo,<br />

oa<br />

scelta, Monadi pre- Leibniz al sugo,<br />

con contorno d'inquisitio<br />

sadicato alla cainesca (G. Bruno).”<br />

Stava per srotolare ulteriormente quell'infinito, strano menù filosofico,<br />

ma con un cenno deciso lo invitai a tacere: "no, grazie - gli dissi - per<br />

ora non ho appetito".<br />

"Il mio dovere, signore, io l'ho fatto. Non mi resta, pertanto, che<br />

rientrare ed aspettare fino al prossimo titubante. Buona sera". E<br />

andò. Io stetti un po’ lì davanti alla piccola scalinata. Poi dissi fra me<br />

e me: " Di certo fame non ho, ma conoscere gli autori di così prelibate<br />

pietanze, non mi dispiacerebbe affatto." Salii le scale in fretta, ma<br />

giunto all'ultimo gradino, sulla soglia apparve un uomo robusto, con<br />

dei baffi enormi. La sua statura ed il suo aspetto mi intimorirono, ma<br />

quando posò i suoi occhi sui miei, un senso di grande pietà mi<br />

inondò. Il suo sguardo mi ricordava quello di mia moglie, ma c'era in<br />

più qualcosa di strano, di misterioso, come se la sua follia non fosse<br />

una malattia ma una "benattia" (mi si perdoni il conio): come se a<br />

causarla fosse stato un eccesso incontenibile di Bene. Di solito si<br />

ammattisce per male, quello lì era diventato folle, per bene. Era<br />

Nietzsche con tutta la sua fragile potenza, con tutta la sua potente<br />

fragilità, con tutta la sua "sana" follia. Avrei voluto dirgli subito che il<br />

suo pensiero era stato frainteso, che le sue parole non erano state<br />

capite da nessuno o quasi, ma prima che potessi aprir bocca, disse<br />

fra sé, ma non tanto da non farsi sentire:”Eccone un’altro”. Nemmeno


a questo, dunque, hanno detto che la Verità è morta". Abbassò il<br />

capo, mi guardò per un attimo, e poi rientrò. Varcai quella soglia con<br />

molta tristezza nel cuore e col proposito di non aprir bocca ma di solo<br />

ascoltare. L'ambiente era un enorme "parlatorio" immerso nella luce.<br />

Ognuno dei filosofi stava davanti a uno specchio e ripeteva a se<br />

stesso le proprie convinzioni. Cartesio cantilenava il suo "Cogito ergo<br />

sum", compiacendosi della consapevolezza che il proprio pensiero<br />

aveva di sé. Quando gli fui vicino, mi scrutò e disse: "Dio esiste, fra<br />

un cogito e un altro, nel concetto che noi abbiamo della Sua<br />

Esistenza", dopo di che si rivolse alla sua immagine riflessa,<br />

continuando nel suo potente cogitare. Invece Pascal non mi guardò<br />

direttamente, ma attraverso la sua immagine speculare: " Oltre il<br />

pensiero - mi disse - va il cuore con le sue intuizioni e le sue<br />

certezze. Non dimenticarlo: la Verità , passando per il cuore, diventa<br />

'sentimento', certezza". Si aggiustò il vecchio cappotto con un'alzata<br />

di spalle, e tornò a se stesso. Intanto, una voce particolarmente<br />

appassionata, quella di Spinoza, così sentenziava: "Una è la<br />

Sostanza, con due attributi: Pensiero ed Estensione, Spirito e Corpo.<br />

Le singolarità sono 'modi' della Sostanza". Ma non facevo in tempo<br />

ad afferrare una voce, che subito un'altra catturava la mia attenzione.<br />

Erano tutte da ascoltare e da condividere, perché tutte avevano<br />

quella particolare profondità capace di raggiungerti nel profondo e di<br />

scuoterti. Quei personaggi, quei filosofi erano tutti ammirevoli per il<br />

loro estremo sacrificio, quello della propria vita per la ricerca.<br />

Quando ognuno di loro parlava a se stesso allo specchio lo faceva<br />

per uno scopo ben preciso: per raddoppiare gli sforzi che la mente<br />

operava al fine di impregnare di Verità ogni atomo di quella forma<br />

innamorata di Sofia. Era un vero e proprio lavoro alchemico<br />

tendente a corporificare lo Spirito, e così facendo a sottilizzare il<br />

corpo. Quello che più di tutti c'era andato vicino era stato<br />

sicuramente Nietzsche, ma nel corso del suo lavoro, nel suo<br />

laboratorio era accaduto qualcosa che aveva a che fare col regime<br />

dei fuochi. Lo Spirito scese con tutta la sua Potenza, con tutto il suo<br />

Amore, con tutta la sua Saggezza, ma nel momento in cui il corpo lo<br />

accolse, un non domato ego offrì ad esso quel conbustibile che<br />

qualificò la fiamma secondo principi scorretti. L'Opera era fallita, ma<br />

briciole di Sapienza erano rimaste qua e là nella poesia<br />

dell'ammirevole folle. Ma ecco un'altra voce, quella di Leibniz: "Non<br />

dissolverti nell'infinito, individualizza la sostanza e sarai 'Monade',<br />

una Unità unica"; e poi un' altra ancora: "L'immaginazione è<br />

creazione; attraverso la poesia sapiente, o la sapienza poetica, puoi<br />

contattare la Verità più che col pensiero" (Vico). Alla fine decisi di<br />

ascoltare le ultime tre, perché se no rischiavo un'indigestione: quella<br />

di Kant che criticava la ragione che ragiona di metafisica, e che<br />

affermava essere il soggetto pensante il vero sole del sistema<br />

conoscitivo; quella di Hegel: "Il mondo è tutto pensiero, Logos"; e<br />

quella di Schopehauer: "Il mondo è la mia rappresentazione".<br />

Ovviamente, ogni filosofo non si limitava a ripetere quelle scarne<br />

frasi, corrispondenti all' appena il 10% delle loro tesi, ed era per<br />

questo che ero saturo di concetti e idee. Ero stanco nel corpo e nella<br />

mente, e non vedevo l'ora di andar via da quel posto così<br />

"intossicante" per chi non è abituato a quelle pietanze. No, quello<br />

non era posto per me, né da vivo, né da morto. Lasciai quel luogo e<br />

guadagnai la città più vicina. Decisi di perdermi per un po' nelle le<br />

vetrine dei negozi. Fui catturato da ognuna di esse. Improvvisamente<br />

però, una vetrina a specchio riflettente, anziché farmi "entrare" ,<br />

ripropose me a me stesso. Per qualche attimo mi osservai , e la<br />

figura riflessa mi osservò. Ma dopo un po' quella immagine riflessa<br />

cominciò a parlare senza alcuna autorizzazione da parte mia:<br />

"Ognuno, su questa terra - disse solennemente - più che ricercare la<br />

Verità, può nuotarvi dentro, e nel farlo, schiumando, 'sentirla' per<br />

consapevole contatto. Di Essa, tutti i fondatori di religioni, hanno<br />

parlato, ma i loro seguaci ne hanno frainteso le parole, ed anziché<br />

pace, armonia e amore, sono riusciti solo a seminare odio e<br />

disarmonia. I Grandi filosofi hanno "visto" un aspetto di Essa, ed<br />

hanno dato vita a scuole di pensiero in lotta fra loro. Ma possibile<br />

(per dirla Nietzschianamente) che nessuno abbia detto a tutti costoro<br />

che la Verità è quell'Immenso Mare che li accoglie tutti, che li nutre<br />

Possibile che nessuno si accorga che il poeta poetando, lo scultore<br />

scolpendo, la colf colfando, e la nonna nonnando, tutti non fanno<br />

altro che cantarLA Fin tanto che facciamo quanto ci tocca di fare<br />

con la convinzione che la strada della ricerca sia diversa dal dovere<br />

richiesto dal nostro stato, la Verità sarà altrove. Ma nel momento in<br />

cui scorgeremo nella nostra vita quotidiana la strada maestra "verso"<br />

la Verità, il mondo diventerà vero ed ogni cosa LA canterà nel modo<br />

che gli compete. Tu sei un commediografo e non un filosofo, dunque<br />

scrivi le tue brave commedie per il teatro. Quella è la tua strada. Che<br />

ognuno faccia quello che deve, quella è la sua strada ."Non potevo<br />

che prendere atto di questo strano settimo personaggio che era un<br />

me stesso inatteso (ma non tanto…), e delle sue sagge parole. Mi<br />

diressi subito verso casa. Guadagnai il mio studio, e cominciai a<br />

scrivere quello che andava accadendo in un salotto borghese d'una<br />

città di provincia, qui, nella mia mente, grazie ad una sfrenata<br />

immaginazione, che mi suggeriva il modo teatrale migliore per dire la<br />

mia () sulla Verità. Il discorso fluiva in modo comprensibile,<br />

popolare, semplice, attraverso i dialoghi di personaggi che, carne<br />

della mia carne e mente della mia mente, guadagnavano la loro<br />

autonomia nel momento stesso in cui li osservavo e li ascoltavo.<br />

Ubbidiente alla mia "fantasia", scrissi tutto come doveva esser<br />

scritto, ed alla fine cercai anche di capire il senso profondo, il<br />

messaggio subliminale dell'intera parabola. La Verità è fatta di Cielo<br />

e Terra. Se il solo Cielo o la sola Terra volessero definirla, Essa non<br />

sarebbe che mezza Verità. Non può essere solo dare (Cielo) o solo<br />

avere (Terra) essa è paradossale: dare e avere allo stesso tempo,<br />

Spirito e corpo, sottile e denso, figlia della signora Frola e seconda<br />

moglie del signor Ponza allo stesso tempo. Quei patetici salottieri<br />

rappresentano i soffiatori, i falsi filosofi che vorrebbero<br />

comprenderLA a chiacchiereea"sidiceche…".Essivorrebbero<br />

vedere la Verità, con un solo occhio. La loro mente razionale ha<br />

completamente escluso il cuore e quindi l'intuizione, e pertanto si<br />

perde in un labirinto di discorsi inutili, ed alla fine non può che essere<br />

divorata dal minotauro della superficialità. La sventura di cui alla fine<br />

parla la velata Verità-Ponza, va riferita proprio a quel claudicante<br />

laboratorio alchemico che è quel salotto: quel modo di ricercare è da<br />

compatire, e porta con sé la sventura della follia: "Qui c'è una<br />

sventura, come vedono, che deve restar nascosta". Nessuno di quei<br />

"solo pelle" può comprendere che Lei, Ponza-Verità, pur essendo<br />

Una, è allo stesso tempo figlia-terra-avere per la signora Frola, e<br />

seconda moglie-cielo-dare per il signor Ponza. Essa è solo ciò che<br />

comprende entrambi, non può pertanto avere un suo volto, una sua<br />

forma. La Verità è oltre ogni dualità, oltre ogni forma, oltre ogni<br />

parola, fatto, atto. E' oltre…Adesso, approfittando della pazienza di<br />

Nat, cercherò di spendere due parole sulla regia di De Lullo e sulla<br />

Compagnia dei (sempre) Giovani. I salottieri, venendo presentati<br />

come burattini sia nella faccia che nella mente-voce, ben<br />

rappresentano tali falsi filosofi. La loro parola è frutto di fredda<br />

curiosità e di pettegolezzo (non parlare, ma s-parlare: parole a cui<br />

manca qualcosa, l'anima…). Laudisi è l'unico a parlare come un<br />

uomo, l'unico che oltre alla superficiale ragione usa anche il cuore e il<br />

buon senso. I burattini salottieri proiettando ombre con quel geniale<br />

gioco di luci, mostrano la loro intima natura: il buio pesto nel quale<br />

calano le loro lenze con finti ami, con la speranza di pescare qualche<br />

pesciolino di luce: cosa impossibile. Quanto agli attori: tutti<br />

protagonisti. Anche chi nella commedia-parabola dice poche parole,<br />

riesce a mettere tutto se stesso. Primus inter pares, Romolo<br />

Valli.Anche la trovata dello specchio sottolinea che, in quel salotto, il<br />

solo in grado di poter colloquiare con se stesso è Laudisi, per cui tale<br />

specchio viene dato in prestito solo a lui per qualche attimo, e poi<br />

vien subito tirato su.<br />

NAT<br />

LA CRITICA RUSSA<br />

INTANTO DEFINISCE<br />

BRASS IL “BOCCACCIO<br />

CONTEMPORANEO”, VOCI<br />

AUTOREVOLI NEL<br />

MONDO DELLA<br />

LETTERATURA MODERNA<br />

“IL POETA DEL<br />

DERRIÈRE” PERCHÉ<br />

“CULO”, COME DIREBBE<br />

LUI, “NON È SOLO UNA<br />

QUESTIONE SEMANTICO-<br />

LINGUISTICA, È UNA<br />

QUESTIONE DI<br />

CONTENUTI”<br />

SOFFERMANDOSI ANCHE<br />

SULL'IDEA PIÙ<br />

ANTROPOLOGICO-<br />

CULTURALE CHE LE<br />

NATICHE DELL'UOMO<br />

SAREBBERO, PER<br />

QUALCHE VERSO,<br />

ALL'ORIGINE<br />

DELL'EVOLUZIONE<br />

IMPETUOSA DEL SUO<br />

CERVELLO, TESI<br />

INSINUATA NEL<br />

MAGISTRALE SAGGIO<br />

SULLE NATICHE DI<br />

JEAN-LUC HENNI. IN<br />

ITALIA PERÒ, A<br />

CONFERMA DEL DETTO<br />

“NESSUNO È PROFETA<br />

IN PATRIA” BRASS<br />

PRODUCE I SUOI FILM<br />

CON NON POCHE<br />

DIFFICOLTÀ. NON MOLTI<br />

SONO I “SIGNORI” DELLE<br />

PRODUZIONI CHE<br />

RISPONDONO AI SUOI<br />

ACCORATI APPELLI OGNI<br />

VOLTA CHE LA SUA<br />

CREATIVITÀ PRENDE<br />

FORMA…CONFORMISMO<br />

E PURITANESIMO, SUI<br />

NEMICI DA SEMPRE,<br />

DOVRANNO PRIMA O POI<br />

CHINARSI AD<br />

OMAGGIARLO...NOI<br />

ASPETTIAMO IMPAZIENTI<br />

QUEL GIORNO…<br />

La storia<br />

“E' indubbiamente il sedere più famoso del mondo.<br />

Deve trattarsi dell'unico sedere a essere divenuto<br />

oggetto di culto. E' ovunque, sui giornali musicali, sulle<br />

copertine delle riviste, tappezzato sui muri dell'intera<br />

città, perché è l'unico sedere che ride ! ”. Quando, nel<br />

1927, Georges Simenon scrisse delle esclusive<br />

capacità espressive del fondoschiena di Josephine<br />

Baker - e c'è da credergli visto che, essendo uno degli<br />

amanti della straordinaria diva americana, ebbe certo<br />

modo di verificare “de visu” le espressioni del soggetto<br />

trattato - la disinibita metropoli francese all'interno della<br />

quale viveva, pur essendo a suo dire satura delle<br />

immagini del posteriore della ballerina di St.Louis era<br />

certo ben lontana dalla proliferazione esponenziale di<br />

nudità cui l'universo di immagini occidentale ci ha ormai<br />

abituati; in una sorta di fruizione ineluttabilmente<br />

narcotizzata, organizzata tra edicole rutilanti di<br />

calendari scontatamente nudi e altezzosi settimanali<br />

che, per ogni inchiesta, dall'aumento delle tasse<br />

all'ultima tendenza “intellettuale”, trovano il modo di<br />

mostrarci le terga sferiche o le giberne siliconate di<br />

qualche ninfetta catodizzata. La tristezza del terzo<br />

millennio sta proprio nella fine dei sederi che sorridono<br />

(con una certa discrezione, funzionale all'evocazione<br />

del desiderio, con manifesti d'antan dai colori pastello<br />

ingenuamente allusivi e proprio per questo capaci di<br />

consentire appaganti astrazioni) e nell'esplosione dei<br />

culi-che-parlano…fino a frastornarci. Natiche patinate e<br />

palestrate, che ottundono in realtà il desiderio, che<br />

nell'ostentare non rappresentano né evocano più nulla,<br />

che-nello strusciarsi da manifesti stradali, nel finto<br />

offrirsi dai lividi riflessi azzurrini dei video notturni saturi<br />

di numeri telefonici, nell'incontenibile tristezza delle<br />

guaine contenitive strillate dagli imbonitori in canali dai<br />

nomi orrendi, nel falso ammiccare di reality shows che<br />

non hanno neppure la schiettezza della pornografiadiventano<br />

paradossali sagome di costrizione più che di<br />

liberazione. A furia di vedere ovunque ciò che era bello<br />

scoprire, intuire, cercare, finiamo col non osservarlo<br />

più, reagendo tutti con un pavloviano interesse di pochi<br />

istanti, subito distratto da altri segnali assolutamente<br />

simili, quindi dimenticabili, come quando col carrello<br />

scorriamo al supermercato metri e metri di scatolette<br />

colorate, senza davvero notare quella che ci serve,<br />

quella che cercavamo, finendo col comprare nulla o<br />

peggio, prendendo ciò che non volevamo. C'è<br />

probabilmente un dolente interagire tra i troppi culi che<br />

“si sprecano” in giro e l'insostenibile proliferare di facce<br />

da culo che, fiere della loro protervia, adorati gran<br />

sacerdoti di quel plafond di ovvietà che oggi si spaccia<br />

per intelligenza, spettacolo o creatività, tracimano dagli<br />

schermi serializzati, dai libri e dai giornali, spiegandoci<br />

la vita, ciò che noi siamo e dobbiamo voler essere e<br />

avere. Eppure il fondoschiena è nato per certi aspetti<br />

proprio come uno degli elementi evoluzionistici, cioè di<br />

genialità, di “progresso”, dell'Umanità. Prima ancora<br />

diquella cottura del cibo che Levi Strauss ci ha spiegato<br />

essere il primo passaggio da uno stato istintuale a uno<br />

di riflessione, di intelletto, è stato lo sviluppo dei glutei a<br />

dare il via a un vertiginoso gioco di neuroni che ha<br />

realizzato prima il perfezionamento della posizione<br />

SPOSTAMENTI PROGRESSIVI DEL “PANIERE”<br />

Cult-ura<br />

di Gianluca Trivero<br />

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eretta e poi tutte le consequenziali trasformazioni, dall'australopithecus afarensis di quattro milioni di anni fa, fino a Voi che state leggendo. Il<br />

disidratamento della regione orientale africana fece sì che si sviluppassero immensi altipiani d'erba secca, mentre nella zona centro-occidentale<br />

equatoriale restassero le giungle, con scimmie che non avevano nessuna intenzione di scendere dalle loro confortevoli frasche. Chi viveva invece<br />

nell'alta erba arida delle savane etiopiche doveva correre; non solo, doveva guardare anche dove andava a “finire”. Nel senso che la corsa-e<br />

l'esistenza-potevano anche concludersi tra le fauci di qualche fiera dai denti a sciabola acquattata nella secca erba giallastra. Rizzarsi sugli arti<br />

posteriori diede più possibilità, sia di sguardo che di vita, mentre le mani acquistavano nuove funzionalità e la saldatura tra cranio e spina<br />

dorsale–come conseguenza della nuova postura-veniva modificandosi, rendendo possibile anche un maggiore sviluppo della massa cerebrale:<br />

“soffermiamoci su quest’idea interessante: le natiche dell’uomo sarebbero, per qualche verso, all’origine dell’evoluzione impetuosa del suo<br />

cervello”insinua nel suo magistrale saggio sulle natiche Jean-Luc Hennig. Anche se il grande caos oggi esistente sui modi e contenuti<br />

dell’evoluzione umana, che mette in discussione le stesse teorie darwiniane, tende oggi a negare questo rapporto di causa ed effetto, è<br />

indiscutibile che esista un originario legame tra la parte in qualche modo più materiale, “bassa”, palpabile del nostro corpo e la componente più<br />

immateriale, astratta dello stesso, il pensiero, l’energia mentale e le sue infinite direzioni. Sui glutei l’uomo cominciò a immaginare e a produrre<br />

metafore magiche e propiziatorie–dunque artistiche-in epoche remotissime. Le più antiche statuette muliebri del primo paleolitico, risalenti ad<br />

almeno 20 millenni fa, esaltano in modo centrifugo la rotondità delle terga, sono deretani debordanti, smisurati bulbi lardosi che evidenziavano un<br />

richiamo sessuale che era venuto collegandosi allo sviluppo stesso delle natiche, come elemento di attrazione, si pensi-anche oggi-alle donne<br />

boscimani. Come avviene ancora in certe culture africane o mediterranee, più il fondoschiena era voluminoso più il segnale di richiamo<br />

all’accoppiamento era evidente. L’accoppiamento dei primati, come della quasi totalità degli animali - e degli esseri umani del paleolitico -<br />

avveniva da dietro, e la grandezza del sedere doveva avere un potere seduttivo irresistibile… Quanto impacciante. Fu dunque l’ingombro di<br />

cuscini di adipe preponderanti a portare - come sostiene Desmond Morris - al coito frontale O fu una scelta etica prima ancora che pratica, come<br />

mette in scena nel suo la Guerra del Fuoco il regista francese Jean Jacques Annaud, che nella posizione avanti individua suggestivamente (e<br />

piuttosto fantasiosamente) la ricerca di una maggiore parità tra i sessi, sancita dall’incrociarsi degli sguardi prima ancora che degli umori corporei.<br />

Nel corso della storia sociale la sagoma del sedere, e l’energia vitale che la permea, hanno conosciuto alterne fortune, le trasformazioni del<br />

costume occidentale lo hanno visto ora nascondere sotto rigide tuniche o gonne a cupola, ora esagerare – recuperando stereotipi preistorici –<br />

quando si diffusero strutture posteriori che trasformavano le gonne delle matrone borghesi di metà ottocento in vere molgolfiere – ora tornare a un<br />

minimalismo discreto, si pensi ai vestiti lineari a tubo dei “roaring twenties” - ma resta indimenticabile la riflessione della più grande artista della<br />

moda del primo Novecento, Madeleine Vionnet, a Bruce Chatwin, ricordando con nostalgia i corpi delle sue clienti argentine “con le loro natiche<br />

ondeggianti da carnivore”, fulminea sintesi di ancestrale, spontanea bellezza ferina di un movimento ed estetizzazione del desiderio -. La fruizione<br />

del sedere, se in epoche lontanissime ebbe probabilmente ben poco a vedere con “la bellezza”, intesa come ricerca di una forma, di un canone di<br />

proporzioni e linee adeguate, svolgendo meramente un preciso, prosaico ruolo di segnale, di richiamo sessuale simile a quello degli altri primati,<br />

trovò una decisiva fondazione/riorganizzazione estetico-spaziale nella cultura ellenica e romana, ma subì un drammatico annichilimento nel<br />

medioevo cristiano, con la sua apocalittica condanna della carne generata primariamente degli scritti di San Paolo, poi dalla Patristica - ma<br />

Agostino fece in tempo a togliersi alcune soddisfazioni prima di approdare alla castità – per poi risorgere con l’immaginario rinascimentale e –<br />

naturalmente – autocelebrarsi “en plein air” col libertinaggio settecentesco. E’ davvero emblematico-pur senza dimenticare la cultura indiana, con<br />

le sue danze sacre e i suoi arditi bassorilievi - che la civiltà che ha in qualche modo fondato la cultura dell’Occidente abbia dedicato così tanto<br />

interesse all’armonia delle natiche, dall’Afrodite Kallipigia ai bronzi di Riace, generando al tempo stesso quella sovrapposizione attrazionale tra<br />

maschile e femminile che era una delle costanti della quotidianità del desiderio dell’età classica. Il fondoschiena ipertonico, di chiara architettura<br />

virile, che oggi, almeno nella sua esposizione consumistica, sembra averla avuta vinta sul gluteo più antropologicamente femmineo, morbido e<br />

grasso, ampio e più soggiacente alla tirannide gravitazionale, che tanta fortuna ha avuto nella creatività artistica, da Tiziano a Rubens, da Ingres a<br />

Fellini, sembra quasi conformarsi a quell’ideale biomeccanico, industrializzato, velocizzato, da cuscinetti a sfera, che pare essere la costante del<br />

nostro tempo, dove si scambia la fretta col progresso, la superficialità con la modernità. E’ tipico che alla definizione di queste natiche della “donna<br />

d’oggi”, assemblata da spot che la inventano autonoma, aggressiva, androgina, volitiva, sia venuta affiancandosi–ma ciò riguarda un po’ tutto il<br />

corpo-una dimensione del sedere assolutamente innocua, asettica, di puro nitore alogeno, circondata da deodoranti, creme rassodanti, depilanti, il<br />

cui compito è esorcizzare l’indicibile: quell’ano che attira e disgusta, che evacua lordure e contemporaneamente allude a un’opzione sessuale.<br />

Parallelamente si è venuto organizzando, specie sulla scia della cosiddetta“liberazione dei costumi” dell’ultimo dopoguerra, e attraverso<br />

l’artificioso tam tam massmediologico contemporaneo, un estenuante antagonismo culo/seno; come se il piacere della fruizione di un corpo fosse<br />

pateticamente unidirezionale, come se, per compiacere l’onanismo sondaggistico dell’ultimo decennio sempre alla caccia di contrapposizioni<br />

bartali/coppi, mazzola/rivera, certi voyeurismi subliminali, certe pulsioni dell’anima prima ancora che dei ventri, potessero essere standardizzate e<br />

incapsulate in numeri e percentuali. Per trovarci oggi a questo punto, era in effetti accaduto alcune decine di millenni fa che, con la locomozione<br />

verticale, quello che prima era “sotto” si fosse trasformato in “davanti”, diventando quindi un’area di vera e propria comunicazione corporea,<br />

sviluppando elementi attrazionali prima ignorati o sottovalutati. Nell’evoluzione umana il seno sarebbe dunque venuto acquisendo turgore e<br />

appeal in quanto mimesi del deretano. Ricordando la rotondità e la pienezza delle natiche, i seni si sarebbero gonfiati per riprodurre le più ampie<br />

mezzelune del fondoschiena. Come i corpetti settecenteschi che spingevano verso l’alto le poppe offerte in generose scollature, o i moderni<br />

wonder bra, che duplicano la fenditura delle chiappe. Che il mostrare il culo si presti a molteplici connotazioni, al di là della mera ostentazione<br />

erotica, è una costante di culture diverse, come segno di spregio o burla, di sfida o sottomissione, dai racconti di Geoffrey Chaucer a quelli di<br />

Francois Rabelais, da Giovanni Boccaccio ad Alvaro Vitali. Negli Stati Uniti si chiama “mooning” l’offrire repentinamente le chiappe, simili appunto<br />

a pallide lune piene, a qualche sprovveduto, o a persone che si vogliono fare oggetto di scherzi. Il cinema ne ha lasciato esempi clamorosi,<br />

impossibile non citare American Graffiti di George Lucas, con l’occhialuto ragazzino linfatico che si vede scherzato da ridenti chappe di teenagers<br />

affacciate dai finestrini di una vettura che gli transita a fianco; e una delle scene iniziali di Fandango, la pellicola che lanciò Kevin Costner come<br />

attore e Kevin Reynolds come regista, con il gruppo di studenti nomadici su una freeway texana, che sottopongono allo stesso trattamento un<br />

esterrefatto camionista che si vede superato dalla loro sgangherata cadillac. Il finestrino dell’auto non è tra l’altro nel “mooning” un elemento<br />

marginale, in qualche modo incornicia il deretano, generando un’operazione paradossale di straniamento, di decontestualizzazione delle terga,<br />

facendole diventare forma pura, fine a se stessa, “arte”: un ready- made surreale. “Questo-non-è-un-culo”! Stessa cosa fanno alcuni dei lavori di<br />

queste pagine, che in modo estremamente variegato ci parlano di culi nel momento stesso in cui ne celebrano l’astrazione, la contaminazione con<br />

altre figure, immagini e territori. L’evoluzione estetica che la modernità ha portato è stata soprattutto di quantità: alla riduzione delle misure siè<br />

contemporaneamente affiancata la ricerca di un’ostentazione basata sulla qualità della forma e sul modo di “porgerla” nell’iconografia,<br />

contemporanea. In francese si chiama infatti Cambrure, (gli inglesi dicono Camber, i tedeschi Krümmung) il gesto che inarca e incurva la parte<br />

posteriore, esasperandone la sinuosità in un’offerta che a ben vedere solo la fotografia, il disegno o la pittura rendono possibile. Il cambrure è di<br />

per sé un atto “d’arte”. Il far sporgere le terga arcuando in modo esasperato la schiena non consente un movimento continuo nel tempo e nello<br />

spazio, non è lo storico ancheggiare ondivago di Marilyn Monroe, è un “fermoimmagine” naturalmente innaturale, un’offerta che solo l’otturatore<br />

della fotocamera o lo scorrere del pennello sulla tela possono bloccare, in una seduzione senza fine. Tendere ad altro da sé pare essere una vera,<br />

antica vocazione delle natiche, il sedere presenta e rappresenta al tempo stesso, e l’arte ne è stata irresistibilmente avvinta, da Neandhertal a<br />

Bacon, da Rubens a Warhol. Tuttavia, e questo libro lo dimostra in modo eterogeneo quanto esauriente, il sedere, così pieno e apparentemente<br />

bastevole a se stesso, pare invece richiamare un’incompletezza, un assenza (a differenza del più autonomo seno). Nella sua narrazione artistica<br />

risulta indispensabile un ornamento, un completamento, una cornice, un’inquadratura, si tratti di una mano, un oggetto, uno specchio, un tessuto,<br />

un velo. Il desiderio è generato dal vuoto, dall’incompiutezza, il bisogno di ornarsi e “completare” il sedere è uno degli elementi fondanti sul ruolo<br />

dell’abbigliamento in relazione al sesso. E in tale contesto che l’abbigliamento intimo, al di là della sua, pur recente, origine di carattere igienicoprotettiva<br />

svolge un ruolo decisamente complementare e propedeutico alla celebrazione estetica e alla messa in scena, spesso incontrollabile,<br />

delle natiche. Caterina de’ Medici, in periodo rinascimentale, tentò di riproporre nella corte transalpina un indumento che sia l’età romana che il<br />

medioevo avevano poco frequentato, dandogli il significativo nome di “briglia delle natiche” e indicandone l’utilità, specie nel particolar modo del<br />

tempo di cavalcare di traverso sulla sella lasciando dunque scoperte le pudenda. Più o meno nello stesso periodo il grande erudito e grecista<br />

francese Henry Estienne rilevò come l’indumento costituisse anche un ultimo riparo dalle aggressioni dei maliziosi giovanotti che avevano<br />

l’abitudine di insinuare le mani sotto le gonne, pur correggendosi subito dopo riflettendo, correttamente, sul fatto che le mutande servissero “ad<br />

attirare i dissoluti più che a difendersi dalla loro impudenza”. Anche se ci sarebbero voluti ancora molti decenni perché tale indumento si<br />

affermasse definitivamente, cominciando a subire anch’esso i capricci della moda, l’intuizione del gentiluomo francese affermava già la seduzione<br />

dell’intimo come ornamento, fonte di offerta proprio nel suo celare, immagine essenziale di feticismo e seduzione. Da secoli “punto” di conflitto tra<br />

decenza e carnalità – si pensi alle celebri “mutande” imposte durante la Controriforma persino al “Giudizio Universale” di Michelangelo - tra pudore<br />

e libido, oggi più che mai esaltate e mostrate, intraviste o meno. In effetti le mutande non hanno conosciuto una reale “evoluzione” nel tempo, ma<br />

sono venute modificandosi secondo i rituali del gusto, le abitudini e le mentalità dominanti nelle diverse epoche storiche e sociali. Inoltre, a<br />

differenza di altri orpelli dell’intimo, le mutande si indossano dai primissimi anni, non sono un indumento che segna l’accesso all'età puberale o<br />

adulta, esse seguono un’intera esistenzae–volendo - possono anche variare pochissimo di forma, dai 6 mesi ai 95 anni: insomma, le<br />

mutande…possono anche non mutare mai, basta si cambino spesso, bien sur! Con probabile grande disperazione di certi appassionati giapponesi<br />

che, come tempo fa i rotocalchi televisivi propagandarono, si fanno incellofanare le mutandine che le metodiche, candide studentesse ginnasiali<br />

nipponiche in divisa indossano coscienziosamente alcuni giorni, per poi venderle ad appositi negozi, specializzati a soddisfare simili esasperazioni<br />

feticistiche. Tuttavia è indiscutibile che se la loro presenza sia comunque un potenziale elemento d’attrazione è indiscusso che la loro sagoma, il<br />

tipo di colore, giochino un ruolo essenziale nell’incorniciare, ricordare ed evidenziare le forme. Se il nero è almeno dall’inizio del novecento il segno<br />

della seduzione femminile esiste una plurisecolare lettura simbolica del rosso: considerato fin dall’antichità come segnale di fertilità ed eccesso, e<br />

benaugurante per i tempi futuri. Le sarabulle rosse indicavano nell’età romana le signore “espansive” e di facilissimi costumi. La Pompadour donò<br />

al sovrano francese delle brache carminio senza gambe, come simbolo della sua attrazione per Luigi XV. Tra una guerra e l’altra Napoleone III,<br />

travolto sessualmente dalle grazie della Contessa di Castiglione, le donò un “cache-sex” rosso fuoco dicendole – “le mutande sono una virtù<br />

elastica, prima di abbassarle, bisogna riflettere”-. Le danzatrici di can-can dei locali parigini vestivano mutande rosse negli spettacoli di fine anno,<br />

con la speranza di un anno nuovo pieno di “soddisfazioni”. Una scelta propiziatoria che oggi il consumismo ha diffuso in modo esponenziale, con<br />

scintillanti boutiques e meste mercerie che espongono nelle feste di fine anno un’inesauribile congerie di slip e tanga rossi, con tanto di carion<br />

musicali e improbabili frasi umoristiche. Certo oggi si assiste, in perfetto parallelismo a ciò che le sta sotto (O intorno O di fianco) a<br />

un’ostentazione totale delle mutande, che è più estesa più in proporzione si riduce la superficie del tessuto adoperato. L’inflazione del tanga ne è<br />

un esempio, slip ridotto, per l’appunto, all’essenziale, venne - secondo le leggende metropolitane - "inventato" nei primi settanta da una fanciulla<br />

intraprendente di Rio De Janeiro, tagliuzzando un tradizionale costume da bagno ai minimi termini, per farsi notare in spiaggia. Il successo fu<br />

istantaneo quanto planetario, sapientemente modellato e instradato da vettori pubblicitari, televisivi e cinematografici. I tempi erano ormai maturi<br />

per generare il salace motto -“Un tempo dovevi spostare le mutande per vedere le natiche, oggi deve spostare le natiche per vedere le mutande!”-.<br />

La sgambatura del tanga è tale che il tessuto posteriore è ridotto a un’unica strisciolina sottile, che lascia il fondoschiena scoperto. I glutei sono<br />

separati da una striscia che li divide, ma contemporaneamente li esalta, rendendoli di fatto ancora più nudi. Baudrillard ci ricorda che “certi segni<br />

rendono il corpo più nudo che se fosse nudo”. Segni, cioè elementi, oggetti che agiscono in modo simbolico; le calze che finiscono, tagliano,<br />

incorniciano le natiche e ne sottolineano tutta la vis seduttiva, il reggicalze che ne inquadra la superficie, il busto che stringe e dunque “apre” verso<br />

il basso alla rasserenante rivelazione curvilinea delle natiche. Non è per caso che il film che fece abbandonare il cinema autoriale a Brass e lo<br />

lanciò come agiografo nazional-popolare delle natiche di celluloide, “la Chiave”, sia ricordato nelle nostre retine dall’immagine del culone<br />

rassicurante di una generosa Stefania Sandrelli, “inquadrato” dalle fasce nere delle calze e dai “tralicci” del reggicalze, prima ancora che dalla<br />

cinepresa. Ha scritto nel suo raffinato saggio sul reggicalze il semiologo Giovanni Bottiroli “Interroghiamo il desiderio, ed esso ci dirà che il<br />

reggicalze è una straordinaria architettura sospesa nel vuoto. Infatti, non è tanto la donna che indossa il reggicalze quanto piuttosto il reggicalze<br />

che indossa la donna. C’è un vuoto che attira verso il corpo femminile”. Le natiche, il ventre, vanno a completare il vuoto che il tessuto, i ganci, i<br />

lacci hanno circoscritto, disegnato, ma non saturato. Il sedere, proprio oggi che viene così programmaticamente offerto dalla quotidianità, trova<br />

proprio nell’arte–cioè proprio da ciò che nella sua epifania si stacca dal quotidiano per darsi come evento atemporale, infinito - la possibilità di<br />

recuperare quell’alterità, quel gioco di non finito michelangiolesco che è la ragione della sua forza iconica da millenni, il bisogno di essere<br />

completato da un gesto, una mano, un insidia. Evocato ma non raffigurato, alluso, ma non intruso. Secondo il mito dell’androgino narrato nel<br />

“Simposio”da Platone, ai primordi esistevano creature in cui i sessi erano riuniti. Agili e vigorose, esse furono così ardite da sfidare le divinità. Zeus<br />

li punì tagliandoli in due. Da allora questi esseri divisi vanno alla ricerca della loro metà mancante, verso la quale provano un’inestinguibile<br />

nostalgia. Così uomini e donne si desiderano reciprocamente. Il sedere pare idealmente ricordarci questa comunanza, quest’uguaglianza mitica in<br />

cui la realtà dell’evoluzione si trasfigura nell’evoluzione del reale. Spetta all’Arte, come quella“catturata” da questo libro, alla sua ineffabile<br />

scansione dalla banalità dell’osceno, rappresentarne tutte le inebrianti declinazioni. Connotando piuttosto che denotando, interpretando anziché<br />

illustrando. Con quell’intensità-ora ludica ora ironica-capace di scardinare ogni ripetitiva serialità.<br />

GLI ALTRI SI ACCONTENTINO PURE DEI CALENDARI.


Adele Liana<br />

21 23<br />

Valentina<br />

25<br />

NESSUNO TOCCHI I<br />

sogni<br />

a cura di Valeriana Mariani<br />

Quando si diventa adulti o semplicemente maturi si<br />

sogna ancora...solo che i sogni si preferisce chiamarli<br />

progetti...perchè finalmente si ha la possibilità di fare<br />

qualcosa per porli in essere.<br />

Donne che hanno avuto un sogno vero, l’hanno riconosciuto e l’hanno saputo coltivare,<br />

facendone una passione per tutta la vita, perché i sogni veri “ti restano incollati addosso”<br />

e spesso per riconoscerli “bisogna rinnegarli, cosicché la vita te li rimetta davanti”. Una<br />

passione ti corrode, ti chiama, ti impedisce di vivere se non la affronti e se non le dai lo<br />

spazio che lei reclama. Una passione ti promette la felicità, la realizzazione piena della<br />

Valeriana<br />

Mariani<br />

Titolare<br />

di World Service<br />

la comunicazione pensata<br />

Editore<br />

Donna Impresa Magazine<br />

Presidente Donne Impresa<br />

Uapi Confartigianato<br />

Presidente<br />

di Aziende Associate<br />

Presidente nazionale<br />

DI.Donna<br />

International<br />

BUSINESS AL FEMMINILE<br />

<strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> MILANO - ROMA<br />

PORTO SAN GIORGIO ITALY<br />

Mary<br />

26<br />

Francesca<br />

27<br />

www.donnaimpresa.com 19


tua natura, indipendentemente dalle contingenze<br />

spazio-temporali che ti vincolano, indipendentemente<br />

dalle tue possibilità economiche o di nascita. Se un<br />

“sogno vero” viene riconosciuto e coltivato, con un po’<br />

di fortuna e tanta energia l’esistenza umana ne viene<br />

illuminata, e il posto dell’individuo nella società diviene<br />

chiaro e imponente, per se stesso e per gli altri. Una<br />

esistenza di questo genere diventa “guida” per le altre,<br />

ed ecco che ciò che in origine era un sogno diviene, in<br />

seguito, “missione”. Ed è proprio sulla base della<br />

profonda convinzione dell’importanza della crescita<br />

delle donne imprenditrici, e di quanto il loro Ruolo sia<br />

un fattore potente per lo sviluppo e la ricchezza di un<br />

paese che Meryem Benchenane (Founder & General<br />

Manager della società EPAM) ha realizzato<br />

“The 100 first european & arabic Managersun”<br />

annuario tradotto anche in lingua italiana di cui mi<br />

onoro di firmare la prefazione, in cui si renderà<br />

omaggio all’ eccellenza femminile dell’Europa e del<br />

mondo arabo. “Lo scopo è quello di mettere in luce il<br />

percorso delle donne Manager al di là del modello<br />

classico di successo-ci dice Meryem- sottolineando la<br />

diversità delle strategie adottate per guidare<br />

un’impresa, sia essa una piccola azienda privata o un<br />

grande ente pubblico, certi che la qualità professionale<br />

e umana che portano al successo hanno un<br />

denominatore comune: la performance. Per celebrare<br />

l’uscita della pubblicazione, in agenda per il giorno 6<br />

marzo, abbiamo organizzato una cerimonia durante la<br />

quale saranno insignite ufficialmente le 100 Manager<br />

che abbiamo selezionato per l’anno 2008” .<br />

IL XXI<br />

SECOLO<br />

sara’ il secolo delle donne nell'economia: parola di<br />

Gary Becker, premio Nobel per l'Economia 1982, che<br />

ha concluso il Festival dell'Economia di Trento. "Le<br />

donne laureate sono sempre piu' numerose - ha detto<br />

lo studioso-einalcunipaesi hanno superato gli<br />

uomini. Anche i loro salari sono in crescita, tanto che in<br />

Usa il 30% delle donne guadagnano piu' dei loro<br />

mariti: per alcuni e' un boccone duro da digerire, ma<br />

bisognera' farlo" . Becker e' stato il primo studioso a<br />

introdurre il concetto di capitale umano, sottolineando<br />

l'importanza di elementi immateriali, come istruzione e<br />

formazione professionale, per la crescita economica.<br />

Sono stati molti gli esempi portati dal professore di<br />

Chicago, che e' l'economista piu' citato dal Social<br />

Science Index, per dimostrare ad esempio che a una<br />

maggiore istruzione corrispondono redditi piu' alti, che<br />

le persone istruite hanno matrimoni piu' stabili,<br />

investono di piu' nella formazione dei figli, pianificano<br />

meglio i loro beni finanziari, si adattano meglio agli<br />

imprevisti, hanno stili di vita piu' sani e si curano<br />

meglio. Becker ha dimostrato che il progresso<br />

tecnologico favorisce i lavoratori qualificati, che il<br />

capitale umano e' un potente motore di crescita e ha<br />

concluso che nel XXI secolo il capitale umano<br />

diventera' piu' decisivo di quanto lo sia stato finora.<br />

" Non sara' il petrolio o le risorse naturali o le macchine,<br />

ma le persone, a determinare la ricchezza dei paesi -<br />

ha detto- e i paesi che sapranno investire nei cittadini<br />

saranno quelli che avranno piu' crescita e successo” .<br />

DA QUARANT’ANNI SUL<br />

PALCOSCENICO DEL<br />

DESIGN, OGGI IL GRUPPO<br />

“YCAMI”<br />

E’ CAPEGGIATO<br />

DALLA GIOVANE<br />

ED ESUBERANTE<br />

ADELE<br />

Nata a Novedrate (Co) nel 1990, Ycami SpA nasce come<br />

divisione di Caimi Export SpA, azienda già consolidata e<br />

presente con quattro realtà produttive sul territorio<br />

italiano. Si specializza nella produzione di mobili e<br />

complementi d'arredo per la casa e per ambienti pubblici,<br />

elementi che colpiscono per la sobrietà delle linee e per<br />

l'eleganza delle forme e che hanno nell'alluminio un<br />

significativo filo conduttore.<br />

Ycami utilizza infatti il grande know-how sviluppato negli anni da Caimi Export<br />

relativamente alla lavorazione di questo materiale, un ambito in cui il marchio è<br />

lungimirante precursore. Materiale estremamente elegante, l'alluminio offre molte<br />

possibilità di impiego e di utilizzo. E' inoltre leggero, resistente, durevole.<br />

Consente una straordinaria libertà alla creatività e allo sviluppo di nuove idee e<br />

rende possibile offrire risposte adeguate alle più svariate necessità. In base alle<br />

variate esigenze del mercato, Ycami è oggi in grado di rendere l'alluminio adatto<br />

ad ogni situazione domestica. Grazie alla lavorazione del materiale con decori a<br />

rilievo che ne rendono piacevoli le linee, l'alluminio diventa elemento caldo anche<br />

grazie all'accostamento con materiali quali il legno e la pelle. Ma alla base della<br />

funzionalità delle creazioni Ycami vi sono anche una tecnologia d'avanguardia e<br />

un rigoroso studio stilistico ed ergonomico, che danno vita ad una linea di<br />

prodotti basati sull'eccellenza della qualità, la particolarità della lavorazione e la<br />

versatilità nell'utilizzo. Il design caratterizzante è frutto della collaborazione con<br />

prestigiosi designer di calibro internazionale. Solo per citarne alcuni: Carlo<br />

Colombo, Ludovica e Roberto Palomba, Raul Barbieri, Antonello Mosca e Tamar<br />

Ben David. Tutti i prodotti della collezione ben si adattano sia ad un utilizzo<br />

privato che ad uno specifico nel settore contract: diverse sono infatti le<br />

realizzazioni firmate Ycami effettuate nel corso degli anni: alcuni Autogrill della<br />

catena, le Navi della Costa Crociere, le sedi Porsche. Il prodotto Ycami è<br />

destinato ad un pubblico evoluto che cerca l'individualità nel proprio ambiente<br />

domestico, una identità spiccata, estetica o emotiva. Per questo Ycami è<br />

tecnologia, progettualità, emozioni.<br />

di Silvia Marinoni<br />

Adele Caimi è laureata in legge con<br />

specializzazione in diritto pubblico di<br />

impresa, inizia la sua esperienza<br />

lavorativa al di fuori dell'impresa di<br />

famiglia, in aziende legate al settore<br />

del mobile, che le permettono di<br />

crescere professionalmente e di<br />

acquisire una buona conoscenza nel<br />

mercato. Mette successivamente le<br />

proprie competenze e conoscenze<br />

all'interno del Gruppo Caimi. In<br />

particolare opera all'interno di Caimi<br />

Export, dove sviluppa un contatto<br />

giornaliero e costante con uffici tecnici<br />

e con lo sviluppo della produzione. Da<br />

tre anni e mezzo è amministratore<br />

delegato del Gruppo Caimi, di cui fa<br />

parte anche Ycami.<br />

ROMA<br />

ITALY<br />

www.donnaimpresa.com 21<br />

YCAMI<br />

COMO - ITALY<br />

Adele Caimi<br />

business al femminile


COME TI<br />

INVENTO LA<br />

DISTRIBUZIONE<br />

DEI FREE PRESS<br />

UNA IDEA NUOVA PER UNA REALTÀ IN CRESCITA<br />

CHE NASCE DALL'INTUITO FEMMINILE DI UNA<br />

MANAGER FIORENTINA. LEI È LILIAN MAMMOLITI,<br />

LA SOCIETÀ LA EXPRESS DELIVERY E IL CAMPO<br />

D'AZIONE LA DISTRIBUZIONE DI EDITORIA FREE<br />

PRESS DALL'ALTO PROFILO TECNOLOGICO. LILIAN<br />

È UNA <strong>DONNA</strong> GIOVANE, MA CON UN BACKGROUND<br />

PROFESSIONALE DI TUTTO RISPETTO. PROVIENE<br />

DALL'EDITORIA FREE PRESS ED È PROPRIO<br />

ANALIZZANDO LE ESIGENZE DEL SETTORE CHE GLI<br />

SÌ È ACCESA LA LAMPADINA. "NON UN AZZARDO<br />

– PUNTUALIZZA - MA LA VOGLIA DI CREDERE<br />

FORTEMENTE IN UN PROGETTO".<br />

TANTO<br />

CORAGGIO<br />

AGGIUNGIAMO NOI, SPECIE IN UN MOMENTO IN<br />

CUI È TUTTO UN PIAGNIUCOLARE INTORNO AL<br />

MONDO DEL LAVORO E DELL'ECONOMIA.<br />

Una donna ed un'azienda giovane che sta andando oggi, ad<br />

occupare una nicchia inesplorata del mercato editoriale: quella<br />

della distribuzione certificata della stampa gratuita.<br />

"Il mondo dei free press vede oggi praticamente ogni giorno nascere<br />

una nuova testata" - ci racconta l'amministratrice della Express<br />

Delivery - ma la distribuzione di questi prodotti non cresce di pari<br />

passo. Ci sono i quotidiani gratuiti (tipo Leggo, Metro, etc...), ci sono<br />

tutta una serie di prodotti editoriali specializzati dall'alto fatturato<br />

pubblicitario e molti giornali distribuiti a livello locale. Ebbene,<br />

ognuna di queste tre diverse tipologie di prodotto editoriale ha<br />

esigenze diverse e necessita quindi di una distribuzione ad hoc.<br />

I quotidiani ad esempio mirano ad un target medio-basso che<br />

difficilmente va in edicola ad acquistare ed adottano il metodo dello<br />

"stillonaggio". Questi quotidiani, non di rado vengono buttati quasi<br />

subito, oppure, nelle mani del lettore hanno vita brevissima: giusto il<br />

breve tragitto sul mezzo pubblico. Noi non è su questo prodotto che<br />

puntiamo, ma sui free press di qualità, quelli su cui spesso scrivono<br />

anche penne famose e che per risultare appetibili agli investitori<br />

devono fornire un'alta profilazione del lettore unita ad una<br />

distribuzione mirata che raggiunga effettivamente il mercato<br />

d'interesse. Non di rado infatti capita che, a parità di qualità con<br />

testate vendute in edicola, questi periodici hanno una diffusione<br />

superiore, grazie al fatto di essere interessanti e al contempo<br />

gratuite e quindi accessibili.<br />

Ma come gli è venuta l'idea di creare una società di<br />

distribuzione editoriale così specializzata<br />

Siamo nati anni fa come piccola società facente parte di un gruppo<br />

editoriale del settore free press. Poi, dal 2007 abbiamo iniziato a<br />

valutare la possibilità di offrire i nostri servizi anche ad altri editori e<br />

così abbiamo iniziato a studiare le singole esigenze e la<br />

composizione del mercato ed è emerso che il settore è costituito da<br />

una miriade di società che subappaltano il servizio, sui singoli<br />

territori, a padronicini che a loro volta impiegano studenti e cittadini<br />

extracomunitari per distribuire le testate per la strada, nei bar e fuori<br />

dalle metropolitane. Noi invece offriamo un modello diverso, ad alta<br />

tecnologia, che offre vantaggi a tutti: all'editore, ai distributori, ai<br />

punti di distribuzione, al lettore e all'inserzionista.<br />

Ma come funziona esattamente il vostro metodo<br />

Inanizitutto utilizziamo nostro personale dipendente con vetture di<br />

proprietà e poi sfruttiamo la tecnologia Rfid (radio frequency<br />

identification). Il concetto è semplice: dare l'opportunità di avere le<br />

copie del giornale sempre nel posto giusto, al momento giusto e con<br />

un monitoraggio costante. Quando un editore viene da noi, come<br />

prima cosa studiamo insieme il suo potenziale e il suo profilo ideale<br />

di lettore. Poi analizziamo il territorio ed individuiamo i possibili punti<br />

di distribuzione che contattiamo, uno a uno, per verificare la<br />

disponibilità a distribuire la rivista in un apposito dispenser da noi<br />

fornito. Ed eccoci al nostro cuore tecnologico! L’addetto inserisce le<br />

copie nel dispenser; il palmare di cui è dotato riceve<br />

automaticamente dall’Rfid installato nelle vicinanze il segnale di<br />

conferma della consegna e lo ritrasmette ad un sistema centrale.<br />

Così, in sintesi il servizio e la certezza di far trovare la copia "fresca"<br />

ed offrire all'editore l'opportunità di monitorare tutto il percorso del<br />

suo giornale, in tempo reale, via web.<br />

Il servizio che abbiamo messo a punto - prosegue Lilian Mammoliti -<br />

risolve i problemi di puntualità, precisione e controllo dell’efficienza<br />

nella distribuzione della free press.<br />

Siamo orgogliosi di essere i primi in Italia ad offrire un servizio così<br />

evoluto che sfrutta la radio frequency Identification.<br />

Attualmente quali sono le testate di cui vi occupate<br />

Blu Magazine (www.blumag.it), Capri Magazine<br />

(www.caprimagazine.com), Firenze Magazine (firenzemagazine.it),<br />

Toscana & Chianti News (www.toscanaechiantinews.com) e il<br />

giornale di annunci economici La Locandina (www.lalocandina.it).<br />

Dove vuole arrivare<br />

Come imprenditrice e come donna, dopo tanto credere in questo<br />

progetto in cui ho buttato tutte le mie energie e dove non sono<br />

mancati ostacoli e sacrifici, sono felice dei risultati raggiunti, ma<br />

guardo a nuovi traguardi. Nel nostro caso, abbiamo già nel mirino<br />

l'acquisizione di nuovi clienti mirando agli editori nazionali per<br />

posizionarci quali leader tecnologico del settore. Siamo felici di<br />

essere la prima società italiana di questo settore ed una delle prime<br />

al mondo e a poter vantare un progetto di business trasformation<br />

grazie all'adozione della tecnologia Rfid e la sua integrazione con il<br />

web. Essere all'avanguardia per essere competitivi, questo il nostro<br />

motto!<br />

di Nadia Fondelli<br />

AMMINISTRATORE DELEGATO<br />

QUALITY PRESS<br />

FIRENZE - ITALY<br />

Liliana Mammoliti<br />

business al femminile<br />

www.donnaimpresa.com 23


ALLA GUIDA<br />

DI UN“MONDO” DOVE<br />

LE DONNE<br />

SONO INVISIBILI<br />

Valentina è la bellissima dirigente di Elevatori Srl, azienda<br />

di famiglia oggi alla terza generazione, dove lavora dal<br />

1991. Il suo percorso professionale, nonostante fosse la<br />

figlia del titolare non è però molto diverso da tanti giovani<br />

che per raggiungere posizioni di responsabilità sono<br />

sottoposti a lunghe gavette. Nessun privilegio per quella<br />

ragazza appena ventunenne che, per i primi sette anni<br />

lavora come impiegata presso l’ufficio tecnico; una vera e<br />

propria palestra di vita che giova a chi, come lei, è<br />

consapevole di quanto sia importante acquisire quella<br />

abilità e quella competenza necessari ad essere voce<br />

autorevole in un settore prettamente maschile ma<br />

soprattutto per meritare il plauso di un papà che non si<br />

abbandona a facili apprezzamenti. Preparazione non<br />

teorica indispensabile anche alla stabilità di una realtà<br />

imprenditoriale il cui primato di eccellenza è da attribuirsi,<br />

oltre che alla meticolosità dell’assistenza, alla flessibilità di<br />

produzione, al progresso tecnologico ed al know-how,<br />

all’esperienza maturata sul campo che è sinonimo di<br />

affidabilità. Da oltre 55 anni infatti la Elevatori si distingue<br />

sul mercato per serietà e buone prassi progettando,<br />

costruendo, commercializzando e svolgendo manutenzione di impianti conformi alle normative e<br />

soprattutto certificati. Il 1998 segna il passaggio di Valentina in amministrazione dove si occuperà, fino al<br />

giorno della sua promozione a mansioni di tipo manageriale, di quelle che in gergo vengono definite “di<br />

ordinaria quotinianità”.<br />

Come è cambiato il rapporto con suo padre negli anni<br />

cui avevo l’impressione di non essere ascoltata, o meglio non presa in<br />

Io sono una figlia innamorata di mio padre, idealmente è sempre stato la considerazione così come avrei voluto in quanto abituati, fino al mio<br />

mia figura di riferimento. Un punto fermo, un esempio che ho cercato di arrivo, a confrontarsi esclusivamente tra uomini. Con il tempo però le<br />

prendere a modello. L’impegno profuso negli anni, la diligenza con la cose sono radicalmente cambiate, e questo progressivo mutamento<br />

quale ho sempre cercato di svolgere le mie mansioni e la tenacia potevo valutarlo attraverso una serie di indizi: primo fra tutti il cominciare<br />

nell’acquisizione delle competenze sono certamente in parte dovute al a rivolgersi a me come fossi un uomo. Sta a noi, in ogni caso, sempre,<br />

mio intimo desiderio di sentirmi sempre maggiormente apprezzata da lui. dimostrare quello che sappiamo fare, criterio essenziale affinché la<br />

Sei entrata in azienda da giovanissima Valentina…<br />

relazione professionale si basi sulla reciproca stima.<br />

Normalmente ci si laurea, si fa il master, poi si lavora. Per me è stato il Che cosa le piace sentirsi dire<br />

contrario.<br />

Che sono brava…aspetto soprattutto che lo faccia papà. Io sono certa di<br />

Che cosa significa essere donna all’interno di un settore così godere della sua stima nonostante non lo esprima così ricorrentemente,<br />

fortemente maschile<br />

anzi per lo più quando siamo in pubblico tende a riprendermi...(sorride).<br />

Ci sono fondamentalmente due aspetti che devono essere considerati. Quale il vantaggio competitivo della sua azienda<br />

Da una parte essere donna conferisce dei privilegi, sarebbe un’ipocrisia Il nostro prodotto oggi altamente richiesto, fornito e manutenuto da un<br />

non riconoscere che una gonna ed un paio di tacchi non abbiano il loro efficiente team di collaboratori,eèilrisultato di un binomio vincente:<br />

peso in termini di chance in un settore come il nostro, proprio in funzione innovazione tecnologica e cura artigianale. Siamo inoltre orgogliosi di<br />

di quella connotazione fortemente maschile cui prima accennava; d’altro essere un'azienda indipendente, in crescita e aperta ai giovani.<br />

canto però si fatica maggiormente ad imporsi, nel momento in cui Crediamo nella qualità, professionalità e cura del cliente: la serietà, la<br />

soprattutto si assurga a ruoli di tipo manageriale, perchè culturalmente vi competenza e la correttezza con le quali ci occupiamo di ascensori sono<br />

è ancora una sorta di pregiudizio nel riconoscere autorità ad una donna. il risultato di anni di professionalità e dedizione e di una preziosa squadra<br />

Ci sono state anche nel mio caso delle iniziali difficoltà…dei momenti in capace di fornire un prodotto a “regola d' arte”.<br />

BARI<br />

ITALY<br />

foto realizzate presso il Tanka Village (CA) in occasione del<br />

Congresso naz.le ANACAM<br />

business al femminile


MARY CAMPANELLI<br />

TRATTORIA LA ROCCA<br />

PORTO SAN GIORGIO<br />

ITALY<br />

BELLE<br />

SCOPERTE<br />

DUE DONNE CHE HANNO DECISO<br />

DI RIMETTERSI IN GIOCO<br />

CAMBIANDO PROFESSIONE,<br />

MALGRADO FOSSERO IN UN’ETÀ<br />

IN CUI IL RAZIOCINIO TENDE AD<br />

ANNULLARE I SOGNI...<br />

La conduzione familiare porta in tavola le<br />

tradizioni e una scelta di prodotti esclusivamente<br />

genuini e freschi, materie prime che esaltano la<br />

freschezza di ogni singolo piatto. L’esigenza di<br />

reperire sul mercato prodotti ad elevato valore<br />

salutistico è la loro principale missione perché<br />

non vi è dubbio che il senso di benessere prodotto<br />

dal cibo si accompagna con la certezza della<br />

genuinità del cibo stesso. Ma in realtà non è solo<br />

la cucina che crea una similitudine nella storia di<br />

Mary e Francesca; ad accomunarle, una dolcezza<br />

disarmante ed una personalità talmente forte da<br />

sfidare “quel destino” a cui spesso attribuiamo la<br />

responsabilità dei nostri fallimenti.<br />

l cibo è una delle esperienze che accompagnano i primi giorni<br />

della nostra vita e che è diventato occasione di incontro, di<br />

riflessione e naturalmente di piacere. Consumarlo poi in posti in<br />

cui non è richiesta alcuna norma se non il doveroso saluto alle<br />

padrone di casa, è una esperienza che tutti dovrebbero<br />

provare. Le trattorie “Non conosco nulla che vellichi così<br />

voluttuosamente lo stomaco e la testa quanto i vapori di quei<br />

piatti saporiti che vanno ad accarezzare la mente preparandola<br />

alla lussuria”. Così De Sade descrive uno dei più grandi piaceri<br />

della vita: il cibo. Iperonimo di ingordigia, la gola, divenne per<br />

Dante peccato capitale.<br />

MARE, MONTI E TERRENI<br />

FORNISCONO UNA RICCA<br />

E VARIEGATA DISPENSA<br />

CHE LASCIA SPAZIO ALLA<br />

CREATIVITÀ.<br />

DI PESCE<br />

Riservare un tavolo alla trattoria la Rocca, nel cuore della<br />

parte storica della cittadina rivierasca, significa gustare i sapori<br />

migliori del Mar Adriatico, serviti, dall’antipasto ai secondi<br />

piatti, in tante proposte appetitose. Un ambiente elegante e<br />

raffinato, ideale in ogni momento, dove assaporare il gusto<br />

vero del mare accompagnato da un’<br />

ottima lista di vini. Tra le<br />

specialità, da non perdere la crudità di pesce, il fritto misto con<br />

il pescato del giorno e poi mazzancolle, patate e baccalà, vongole e cozze in guazzetto, gamberoni rossi, mezze maniche allo scoglio,<br />

stringozzi bianchi e rossi, risotti e, per concludere, una lista di desserts rigorosamente fatti in casa. Il menù, organizzato in funzione del<br />

pescato giornaliero, solitamente propone anche piatti semplici che fanno parte della tradizione marinara locale: ottime le grigliate di pesce. In<br />

sala troverete i consigli e la simpatia della titolare, Mary, che saprà guidarvi nella scelta dei piatti più prelibati, abilmente preparati anche grazie<br />

al “contributo preziosissimo” di Umberto, il maggiore dei suoi due fratelli che, assieme alla moglie, di sovente si reca a darle una mano. “Mia<br />

cognata è una donna splendida a cui devo moltissimo - mi confida Mary - così come sono grata a tutti gli altri componenti della famiglia per<br />

l’affetto ed il sostegno morale che mi hanno sempre dato. Se oggi sono qui lo devo innanzitutto a loro perché sono riusciti, ancora una volta,<br />

ad infondermi sicurezza. Un grazie che nasce dal profondo del cuore è rivolto pertanto a mia madre, a mio padre ed ai miei fratelli: Umberto e<br />

Vincent, che sono sempre stati motivo di grande orgoglio. Benedico infine il giorno in cui mi sono detta “perché no!” pensando di poter anch’io,<br />

come tutti, aspirare alla felicità” . Quella felicità nata sulla scia di un’incontro occasionale con i titolari della passata gestione che, essendo a<br />

conoscenza della professionalità acquisita da Mary nel settore, sia per mezzo di sua mamma con la quale ha lavorato per tanti anni in sala<br />

nella trattoria di famiglia, quanto per l’esperienza successiva in cucina presso il ristorante dello zio, le hanno proposto di rilevare la struttura.<br />

E DI CARNE<br />

Trattoria Marmetta, una gestione familiare per uno dei<br />

locali più caratteristici di Porto San Giorgio che nasce<br />

dalla volontà di creare un’attività in cui i coniugi<br />

Francesca e Luigi potessero esprimere, al di là dell’ovvia<br />

passione per la cucina e l’esperienza di entrambi<br />

maturata nel settore, il desiderio di ritrovarsi<br />

quotidianamente con i giovanissimi figli a condividere<br />

quel progetto di vita che, fino a qualche anno fa,<br />

sembrava dover rimanere un’utopia. La qualità è<br />

l’elemento distintivo sul quale la coppia ha puntato sin<br />

dall’inizio. Paste fatte con la trafila di bronzo, gnocchi<br />

lavorati a mano, ragù cotti a fuoco lento come da<br />

tradizione, verdure, pinzimoni, carne “scottona”di<br />

primissima scelta, olio, aceto, tartufi, lardo di colonnata,<br />

formaggi e salumi DOP che ricercano personalmente<br />

recandosi nelle zone di produzione più caratteristiche<br />

d’Italia, sono da ritenersi, unitamente ad una selezione di<br />

vini, acquaviti e distillati fra i più rari e pregiati in ambito<br />

nazionale, il punto forte della trattoria. Francesca mi<br />

racconta la storia della sua vita e di quando, ancora<br />

giovanissima, decide di non seguire la sua famiglia<br />

nell’ennesima sofferta migrazione dall’Italia (terra natia<br />

del papà nella quale si erano stabiliti) verso l’Australia,<br />

per restare vicina a quell’uomo dal viso mite e sereno<br />

con il quale è sposata da più di un ventennio; distacco<br />

non facile che ancora oggi le provoca grande<br />

commozione. Mamma di due splendidi ragazzi, il<br />

primogenito Roberto che si occupa della gestione della<br />

sala insieme a lei con molta diligenza e Francesco,<br />

appena diciassettenne, che apprende l’arte non facile<br />

“dei fornelli” dietro l’abile insegnamento di papà Luigi, mi<br />

confessa “E’ un lavoro che non cambierei con<br />

nessun’altro al mondo perché ci tiene uniti e soddisfa la<br />

mia naturale inclinazione a stare in mezzo alla gente.<br />

Il locale poi, date le piccole dimensione, mi consente di<br />

prendermi cura del cliente in maniera scrupolosa,<br />

consigliandolo e appagandolo in tutte le sue richieste…<br />

l’ospitalità, il calore, la cortesia in fondo, sono cose a cui<br />

nessuno, se potesse, vorrebbe rinunciare” . La Marmetta,<br />

uno di quei posti in cui mangiare diventa un piacere<br />

perchè insieme al gusto del cibo c'è l'allegria del convivio<br />

e la preziosa semplicità dei titolari.<br />

Quando sarete usciti dal loro<br />

locale, provate per un’istante a chiudere gli<br />

occhi, mettete alla prova il palato affinchè<br />

sentiate ancora il sapore e la qualità di ciò<br />

che avete mangiato e allo stesso tempo<br />

mettete alla prova anche il cuore; se<br />

ripensando alla serata vi viene spontaneo<br />

accennare ad un sorriso significa che vi<br />

siete trovati bene, questo vuol dire che<br />

Mery e Francesca non saranno più<br />

dimenticat e…<br />

27<br />

www.donnaimpresa.com<br />

FRANCESCA FRANCESCA FIOCCHI<br />

TRATTORIA MARMETTA<br />

Roberto e Francesco (a destra nella foto)<br />

con il papà Luigi


Sulla bocca di tutti<br />

L’arte del cucinare è la semplicità<br />

Sicuramente uno dei ristoranti migliori per una cena di qualità nel cuore di Porto San<br />

Giorgio, dove poter gustare una cucina ricercata e creativa, basata sull’utilizzo di<br />

prodotti freschissimi scelti personalmente ogni giorno dallo Chef. Il menù vario e<br />

raffinato, coniuga sapientemente il colore ed il sapore in un’esplosione di profumi decisi<br />

e particolari, che sanno di spezie, di campagna, di tradizione. Ottimi gli antipasti caldi<br />

e freddi, indimenticabili il profumo intenso e la bontà del prosciutto tagliato a mano e<br />

dei salumi nostrani, tutti rigorosamente selezionati fra le migliori produzioni artigianali<br />

locali. Non mancano prelibatezze di carne, memorabili primi piatti e dessert.<br />

L’abbinamento a vini di qualità è consigliato in sala dalla titolare, Patrizia Valori, una<br />

giovane donna che possiede la straordinaria capacità di farti sentire bene, come a casa.<br />

Il servizio è accurato e l’ambiente è elegante ed intimo. Il ristorante disposto su due sale<br />

di cui una all’interno di una veranda, è indicato anche per colazioni di lavoro, cene di<br />

rappresentanza, banchetti, cene tra amici.


a tu per tu con...<br />

Ernesto Carpintieri<br />

PRESIDENTE DELL’AEREC<br />

Una Compagine strutturata come un collegio internazionale, soluzione privilegiata e gradita a chi desidera<br />

interagire e non isolarsi, in un'era di mercato sempre più dinamico, globale e aperto a tutte le persone,<br />

senza distinzione di sesso, di razza, di nazionalità o etnia, di religione o di lingua, di opinioni, idee,<br />

appartenenza politica, demografica e sociale. Una rete internazionale di persone, uomini e donne, il cui<br />

interesse è quello di giovarsi delle opportunità di business da cogliere in diverse aree geografiche e Paesi<br />

del mondo.<br />

Come è nata AEREC e perché<br />

L’Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali, da anni impegnata nello sviluppo di progetti sia di ordine economico che<br />

umanitario a livello internazionale, annovera tra i suoi Accademici illustri professionisti, operatori economici, imprenditori, nonché personaggi<br />

L’ACCADEMIA EUROPEA PER LE<br />

RELAZIONI ECONOMICHE E CULTURALI<br />

NASCE COME DIPARTIMENTO DELL’ENTE<br />

NAZIONALE PER LA VALORIZZAZIONE<br />

DELL’INDUSTRIA, COMMERCIO ED<br />

ARTIGIANATO FONDATO NEL 1981 CON<br />

LO SCOPO DI PROMUOVERE L’OPEROSITÀ<br />

ITALIANA NEL MONDO ATTRAVERSO<br />

SCAMBI ECONOMICI E CULTURALI CON<br />

ENTI ED ISTITUZIONI INTERNAZIONALI.<br />

IN TALE OTTICA, L’ACCADEMIA SI PONE<br />

COME PUNTO DI SNODO E DI<br />

PROMOZIONE DI INCONTRI ED EVENTI<br />

TESI A FAVORIRE LO SCAMBIO DI IDEE E<br />

PROGETTI PROFESSIONALI ED<br />

IMPRENDITORIALI IN ITALIA E<br />

ALL’ESTERO, DIRETTAMENTE O<br />

MEDIANTE LA COLLABORAZIONE CON<br />

ISTITUZIONI ITALIANE ED ESTERE COME<br />

UNIVERSITÀ ED ENTI DI SVILUPPO E DI<br />

PROMOZIONE ECONOMICA. DALLA SUA<br />

COSTITUZIONE L’ACCADEMIA È<br />

DIVENUTA UN PUNTO DI RIFERIMENTO<br />

PER QUEI PROFESSIONISTI ED<br />

IMPRENDITORI CHE INTENDANO<br />

AMPLIARE I PROPRI ORIZZONTI OLTRE I<br />

CONFINI NAZIONALI, FAVORENDO LA<br />

CREAZIONE DI JOINT-VENTURES CON<br />

OPERATORI ECONOMICI DI ALTRI PAESI,<br />

L’ACCADEMIA HA L’ORGOGLIO DI<br />

ANNOVERARE TRA I PROPRI MEMBRI<br />

EVENTI<br />

AEREC<br />

TRA INTERNAZIONALIZZAZIONE ECONOMICA E SOLIDARIETA’<br />

www.donnaimpresa.com 49


PERSONAGGI DI ALTO PROFILO CULTURALE,<br />

UMANO, SCIENTIFICO E PROFESSIONALE<br />

INDIVIDUATI MEDIANTE UNO SCRUPOLOSO<br />

LAVORO DI SELEZIONE E PROVENIENTI DA<br />

DIVERSI SETTORI ECONOMICI. CIÒ HA<br />

PERMESSO UN CONFRONTO TRA GLI<br />

ACCADEMICI SU SVARIATE TEMATICHE<br />

PROFESSIONALI ED IMPRENDITORIALI CON<br />

L’OBIETTIVO DI SVILUPPARE OPPORTUNITÀ DI<br />

BUSINESS CHE, RICORDANDO LO SLOGAN<br />

LANCIATO DAL PRESIDENTE ERNESTO<br />

CARPINTIERI, POSSANO CREARE LE<br />

CONDIZIONI DI “FARE DEL BENE FACENDOSI<br />

DEL BENE! ” PROPRIO IL TEMA DELLA<br />

SOLIDARIETÀ È LA SECONDA, MA NON PER<br />

IMPORTANZA, DELLE FINALITÀ CHE PERSEGUE<br />

L’ACCADEMIA MEDIANTE L’ORGANIZZAZIONE<br />

ONG “MISSIONE FUTURO” CHE PROMUOVE<br />

CON IL SUPPORTO DEGLI ACCADEMICI<br />

PROGETTI SOCIALI E UMANITARI,<br />

FINANZIANDO TRA L’ALTRO IMPORTANTI<br />

INIZIATIVE NEI PAESI DEL TERZO MONDO.<br />

TERZO OBIETTIVO PERSEGUITO<br />

DALL’ACCADEMIA È QUELLO DELLA COSTANTE<br />

RICERCA DELL’ELEVAZIONE MORALE E<br />

CULTURALE DEI PROPRI MEMBRI OFFRENDO<br />

LORO OPPORTUNITÀ DI INCONTRO E<br />

CONFRONTO SU VARIE TEMATICHE CHE PER<br />

LE LORO CARATTERISTICHE SFIDANTI<br />

AIUTANO A TENERE ALTO E COSTANTE<br />

L’IMPEGNO PERSONALE E PROFESSIONALE<br />

DEGLI ACCADEMICI.<br />

del mondo culturale, scientifico, politico ed<br />

ecclesiastico. L’Accademia è inoltre sostenuta da<br />

alte personalità politiche e diplomatiche. Scopo<br />

precipuo dell’AEREC è quello di favorire lo<br />

scambio di idee e progetti professionali ed<br />

imprenditoriali, promuovendo incontri, convegni e<br />

missioni in Italia ed all’estero, favorendo contatti<br />

con istituzioni politiche, diplomatiche, finanziarie<br />

e culturali a livello internazionale. La salvaguardia<br />

del bene comune e l’incentivo allo sviluppo<br />

economico e culturale è da sempre al centro del<br />

lavoro che la nostra Accademia svolge da molti<br />

anni, insieme alla promozione di iniziative di<br />

solidarietà verso popolazioni meno fortunate della<br />

nostra. Tale lavoro, fin dal 1999, è stato<br />

riconosciuto e lodato dalle Istituzioni. Tra le<br />

finalità dell’Accademia Europea per le Relazioni<br />

Economiche e Culturali, c’è quella di stimolare<br />

l’aggregazione in una fitta rete di relazioni,<br />

ponendosi come un punto di riferimento per tutti i<br />

professoinisti, imprenditori, uomini di scienza e di<br />

cultura che desiderano allargare i propri orizzonti,<br />

anche oltre i confini nazionali. AEREC ha istituito<br />

la Commissione Affari Internazionali per<br />

intensificare l’opera di mediazione tra i membri<br />

dell’ AEREC e le realtà produttive in diversi Paesi<br />

del mondo; sono stati promossi diversi Convegni,<br />

tutti di altissimo livello, dai quali sono emersi<br />

spunti di grande interesse per investimenti e<br />

consulenze professionali internazionali.<br />

Qual è essenzialmente il vostro compito<br />

La mission della nostra Accademia è orientata<br />

alla ricerca dell’eccellenza attraverso tutte le sue<br />

espressioni ed alla promozione di essa attraverso<br />

una comunicazione dinamica e flessibile, alla<br />

selezione di interlocutori qualificati, al problem<br />

solving ed allo screening di strategie e strumenti<br />

all’avanguardia capaci di raccogliere la sfida di un<br />

mercato globale. Fra i nostri principali obiettivi, vi<br />

è anche quello di alimentare la vivacità del<br />

dialogo e stimolare la coesione fra tutti i nostri<br />

membri affinché permanga quel clima di<br />

familiarità e di reciprocità che da sempre ci<br />

caratterizza. L’Aerec è una grande famiglia in cui<br />

vigono benevolenza e rispetto; i suoi “fratelli”<br />

sono cittadini del mondo che sanno guardare al<br />

futuro con fiducia ed ottimismo, che si<br />

confrontano al fine di ricercare elementi e<br />

traguardi comuni su cui poggiare le basi di<br />

un’alleanza, per condividere benefici e<br />

moltiplicare insieme le opportunità.<br />

Un processo impegnativo volto ad<br />

incrementare relazioni di business che si<br />

svolge come<br />

Sono molteplici le responsabilità alle quali<br />

adempiere perché vi sono dei principi sui quali<br />

non dobbiamo transigere ed un procedimento<br />

che si snoda attraverso fasi che si attengono al<br />

criterio di complementarietà. Dalla ricerca delle<br />

condizioni favorevoli, che avviene<br />

essenzialmente attraverso lo studio dei processi<br />

economico-culturali a livello globale e per mezzo<br />

della capacità di instaurare relazioni di fiducia e di<br />

reciprocità con enti, associazioni, organismi<br />

istituzionali e/o corpi diplomatici internazionali, si<br />

passa a quella che possiamo definire la fase operativa,<br />

che presuppone il costante accompagnamento in tutto il<br />

percorso di internazionalizzazione.<br />

Cosa significa aderire alla community<br />

dell’Accademia<br />

Significa comprendere che la crescita di ognuno equivale<br />

allo sviluppo dell’intero corpo accademico, in quanto passa<br />

attraverso la condivisione di valori e la consapevole<br />

appartenenza a un’area sociale e culturale comuni che si<br />

radica in una comprensione allargata, fondata sull’attiva<br />

solidarietà e sulla mutua comprensione delle diversità<br />

culturali che costituiscono l’originalità e la ricchezza<br />

dell’Europa. Vuol dire ancora cooperare al fine di<br />

sviluppare relazioni culturali ed economiche appaganti sia<br />

dal punto di vista strettamente personale che nell’interesse<br />

del Paese. Essere membro dell’AEREC vuol dire avere la<br />

capacità di vivere il concetto di solidarietà come valore<br />

universale, di coesione sociale. Implica il rigetto dei<br />

pregiudizi discriminatori nei confronti di ogni diversità e<br />

l’affermazione del valore dell’uguaglianza basata sul<br />

riconoscimento del valore della difformità, sull’apertura a<br />

un mondo pluralistico nel rispetto delle differenti culture e<br />

della legittimità d’espressione dei diritti collettivi, della<br />

tolleranza e dell’attivo interesse per la ricchezza culturale<br />

altrui, dell’appartenenza all’Europa e al mondo.Valori intesi<br />

come diritti dell’uomo: la dignità umana, la legittimità<br />

democratica, la pace e il rigetto della violenza come mezzo<br />

o metodo, il rispetto degli altri, la solidarietà umana<br />

(all’interno dell’Europa e verso il mondo nel suo insieme),<br />

lo sviluppo equo, la parità delle opportunità, la<br />

preservazione dell’ecosistema, la responsabilità<br />

individuale. È sulla base di essi che vorremmo maturasse<br />

l’idea di una società più moderna che eccellesse nel<br />

rispetto dei principi di giustizia e di solidarietà ed in cui la<br />

conoscenza dell’altro fosse compresa come il miglior<br />

antidoto all’intolleranza.<br />

Lei poc’ anzi accennava alla necessità di riflettere sul<br />

senso della vita e su quanto fosse importante<br />

riappropriarsi di tutte quelle piccole cose che abbiamo<br />

smarrito nel tempo o delle quali, per diversa<br />

disposizione dell'animo, ci siamo liberati. Convengo<br />

sulla necessità di riappropriarsi della capacità di gioire<br />

anche di un “semplice” sorriso in quanto, oltre che<br />

per esprimere agli altri le nostre emozioni e i nostri<br />

sentimenti, ad esso viene riconosciuta una grande<br />

funzione sociale…ovvero quella di assolvere, nello<br />

stesso modo nelle diverse culture, alla prima funzione<br />

di ogni società: la comunicazione…<br />

Il sorriso è indiscutibilmente una delle prime espressioni<br />

dell’uomo, rivelandosi uno strumento indispensabile della<br />

comunicazione interpersonale, consentendo all’individuo di<br />

esprimere ai suoi simili sentimenti di felicità e<br />

soddisfazione e al tempo stesso, veicolo di comunicazioni<br />

intenzionali molto personali e profonde. Spesso si suol dire<br />

che un sorriso valga più di mille parole. Ed è vero. Esso fa<br />

parte di quelle acquisizioni culturali tese a sublimare e a<br />

sfumare i conflitti. Davanti a un sorriso l’aggressività<br />

scema quasi completamente, il sorriso diviene un<br />

fortissimo messaggio antiaggressivo e mira all’instaurarsi<br />

di una relazione alla pari. Dovremmo prendere un po’ più<br />

seriamente il sorriso. Dovremmo divenire fautori di<br />

un’apertura incondizionata al sorriso cercando di vivere la<br />

quotidianità con un maggiore senso dell’umorismo, quella<br />

quotidianità che facilmente ci rende cinici e insensibili.<br />

Dovremmo promuovere il sorriso per noi stessi, sfidando le<br />

frustrazioni della vita.<br />

C.M.


CONVEGNO DEL 5 DICEMBRE 2008 ORGANIZZATO DALL'AEREC -ACCADEMIA EUROPEA PER LE RELAZIONI<br />

ECONOMICHE E CULTURALI- PRESSO LA SALA DELLE COLONNE DI PALAZZO MARINI, CAMERA DEI DEPUTATI.<br />

LA LUCE DELL'EST<br />

LE NUOVE FRONTIERE OLTRE IL TUNNEL DELLA CRISI.<br />

INVESTIMENTI ED OPPORTUNITÀ IN MOLDAVIA E ROMANIA<br />

Dopo il benvenuto del Presidente Ernesto Carpintieri, sono intervenuti i relatori al convegno: Pino Galati, Onorevole e Membro<br />

Commissione Parlamentare per le attività produttive e della delegazione Italiana al Consiglio d'Europa e della UEO; Stefano Mercuri,<br />

Presidente Associazione Imprenditori Italiani in Moldavia; Remo Facchinello, Membro del Collegio sindacale di Veneto Banca; Davide<br />

Bernardini, Prossimo Console Onorario di Moldavia a Milano, Neculai Ontanu, Sindaco di Bucarest Settore 2; Corneliu Dinu, Ministro<br />

Consigliere Economico e Commerciale Ambasciata Romania; Daniel Rekitar, Presidente Gruppo DGL Land Holding; Gheorghe Rusnac,<br />

Ambasciatore della Moldavia in Italia e Monsignor Vittorio Formenti della Segreteria di Stato Vaticana.<br />

nell'edilizia. Anche la Romania ha una posizione centrale e ha un grande<br />

potenziale da spendere nella cooperazione con altri partner europei” .Ma<br />

in tutto ciò, l'onorevole Galati si chiede che cosa può fare l'Italia per<br />

riuscire a sfruttare questa grande miniera nell'Est: “Per gli imprenditori<br />

italiani, i paesi dell'Est rappresentano una vera opportunità, una luce, un<br />

mercato in evoluzione con enormi potenzialità. I fattori principali sono i<br />

costi bassi della manodopera, una nuova utenza, investimenti ad alta<br />

capitalizzazione e gli imprenditori devono prendere atto di questo -<br />

risponde Galati - In particolare il tessile, l'abbigliamento e il calzaturiero<br />

sono ambiti di forte interesse così come le attività di import export per<br />

tutti gli imprenditori ai quali consiglio vivamente di investire nei paesi<br />

suddetti. Un altro aspetto rilevante è anche quello della finanza<br />

agevolata, in quanto ognuno di questi paesi ha previsto, per l'anno in<br />

corso, vari aliquote contributive a seconda dell'investimento. Alcuni<br />

temono che la delocalizzazione possa impoverire l'economia nazionale,<br />

con perdita di posti di lavoro e valore aggiunto;mentre altri pensano che<br />

si tratti di un rafforzamento delle imprese italiane e un importante<br />

strumento competitivo. Le maggiori regioni cheinvestono all'estero,<br />

soprattutto all'Est, sono la Lombardia, seguita dal Piemonte, Emilia<br />

neanche difficoltà di lingua” . Mercuri sostiene che si vuole “ trasformare la<br />

Moldavia in una < piccola Svizzera2 > per la sua posizione, per tutti gli<br />

investimenti russi che attualmente invece vanno a Malta o a<br />

Lussemburgo. Dal momento che appunto non ci sono problemi di lingua<br />

e che gli interessi passivi sono al 18 e 19%, all'investitore russo<br />

converrebbe mettere il proprio capitale in Moldavia” . Durante il convegno<br />

si è parlato anche dell'economia e dei possibili investimenti in un altro<br />

paese, la Romania. A tal proposito, è intervenuto il sindaco di Bucarest<br />

settore 2, Neculai Ontanu, che ha innanzitutto ringraziato l'Aerec per<br />

l'opportunità datagli per parlare del proprio paese: “Secondo uno studio<br />

dell'economia, il totale degli invest in Romania è al 31% pari a 37 miliardi<br />

di dollari, soprattutto nell'industria di trasformazione, intermediazione<br />

finanziaria e assicurazioni, commercio al dettaglio e telecomunicazioni.<br />

Attualmente ci sono 26 mila società con capitale italiano che offrono 800<br />

mila posti di lavoro in Romania. E per quanto riguarda gli interscambi<br />

commerciali con l'Italia, nel 2004 gli investimenti erano di 5 miliardi di<br />

euro e nel 2007 di ben 12 miliardi. A Bucarest - prosegue Ontani - ci<br />

sono molti cantieri aperti soprattutto nelle infrastrutture e si prevede che,<br />

nei prossimi anni, la città avrà 5 milioni di abitanti. Quindi, ci sarà molto<br />

IL TAVOLO DEI RELATORI da sinistra:<br />

* Neculai Ontanu Sindaco di Bucarest 2 * Corneliu Dinu Ministro Consigliere Economico e Commerciale<br />

dell'Ambasciata Romania in Italia * Patrizia Marin moderatrice * Gheorghe Rusnac Ambasciatore della<br />

Moldavia in Italia * Carmen Seidel Presidente Missione Fururo ONG e Vice Presidente AEREC<br />

Ernesto Carpintieri Presidente AEREC * L’ Onorevole Pino Galati * Monsignor Vittorio Formenti della<br />

Segreteria di Stato Vaticana<br />

Ernesto Carpintieri, Presidente dell'Aerec, ringrazia “l'Onorevole Fini per<br />

aver concesso questa prestigiosa sede, la Sala delle Colonne,<br />

solitamente sede delle nostre convocazioni accademiche” .<br />

Dopo i ringraziamenti ai relatori e alla moderatrice Patrizia Marin e alla<br />

vicepresidente di Aerec, Carmen Seidel, presenta l'organizzazione: “Il<br />

nostro impegno istituzionale è individuare personalità di spicco nel mondo<br />

della cultura, dell'imprenditoria, della professionalità, aggregarli e far sì<br />

che si possano sviluppare opportunità imprenditoriali.<br />

Abbiamo organizzato diverse conferenze sulle tematiche della<br />

internazionalizzazione con le ambasciate dei paesi dello scacchiere del<br />

Mediterraneo, dell’India e dell’Oman e organizzato due convegni molto<br />

importanti cofinanziati dall'Unione Europea in Romania e Bulgaria, sui<br />

temi della sicurezza alimentare per indicare in che modo i nuovi Paesi<br />

Membri si debbano allineare, essendo entrati a far parte della Comunità<br />

Europea. Insomma, affari e cultura, ma abbiamo anche un braccio<br />

“umanitario” rappresentato da Missione Futuro, una organizzazione non<br />

governativa riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri, la cui Presidente<br />

è Carmen Seidel. Al nostro attivo, la costruzione di un presidio sanitario in<br />

Costa d'Avorio ed il sostentamento di un orfanotrofio in Camerun ed in<br />

programma il sostegno ad una cooperativa di 500 donne per la<br />

lavorazione della manioca. Un impegno importante per generare lavoro in<br />

quelle terre”. Il primo a intervenire all'interessante convegno, che vuole<br />

mettere in luce le nuove frontiere dell'est per l'economia italiana, è stato<br />

l'Onorevole Pino Galati, che dopo i doverosi ringraziamenti e saluti ai<br />

presenti, accademici e non, affronta l'argomento della crisi economica<br />

mondiale in atto. “Mi sento di dire però che l'ottimismo è la benzina del<br />

motore dell'economia – esordisce Galati – perciò bisogna pensare che la<br />

crisi finirà. Sarà il tempo di una nuova etica nel capitalismo mondiale che<br />

saprà ristabilire i giusti valori. Negli anni recenti, l'economia mondiale è<br />

sempre più aperta e integrata e i flussi di capitali sono più liberi di<br />

muoversi rispetto al passato. La realtà dell'Unione Europea è nel corso<br />

degli anni radicalmente mutata, si è passati da 15 a 27 stati in pochi anni<br />

e, nel contesto attuale di crisi economica e finanziaria, questa evoluzione<br />

richiede grande attenzione. Gli attuali confini tra gli Stati non<br />

rappresentano più chiusura e separazione, ma punti di contatto tra<br />

individui e entità nazionali e tra sistemi amministrativi, politici e culturali<br />

diversi. L'Est dell'Europa rappresenta in questo momento per la nostra<br />

nazione - ha proseguito l'onorevole – una grande opportunità di sviluppo<br />

e un'importante possibilità di investimento con l'obiettivo di armonizzare<br />

l'economia e la realtà strutturale di questi Paesi con il resto dell'unione<br />

Europea. Appaiono, quindi, evidenti le opportunità che possono cogliere<br />

l'economia e la realtà strutturale di questi Paesi con il resto dell'unione<br />

Europea. Appaiono, quindi, evidenti le opportunità che possono cogliere<br />

sia le Piccole e Medie sia le Grandi aziende che si accingono a investire<br />

nei paesi dell'Est. La Moldavia, per esempio, spicca fra tutte per la sua<br />

posizione centrale e strategica fra Europa e Est Europa. Qui, i settori che<br />

possono fare moltissimo sono l'agricoltura, il tessile, il manifatturiero e lo<br />

sfruttamento del territorio, ricco di argilla e altre risorse utili soprattutto<br />

Romagna, Lazio, Veneto e Toscana. Perciò – conclude Galati – sviluppo e una permanente crescita. Lo sviluppo di transazioni territoriali<br />

confronto, interscambio culturale e economico, qualità dei prodotti e inoltre permette di investire soprattutto nelle zone del Nord con nuovi<br />

valore professionale del capitale umano possono essere delle<br />

quartieri residenziali e sempre più collegamenti” . Corneliu Dinu, Ministro<br />

opportunità per uno sviluppo equo e solidale” . Concorde all'Onorevole Consigliere Economico e Commerciale dell'Ambasciata Romania in<br />

Pino Galati, anche Stefano Mercuri, Presidente dell'Associazione Italia, afferma poco prima della conclusione del convegno, che:<br />

Imprenditori Italiani in Moldavia, spiega quali sono i motivi e i settori per i “Tornando al concetto di asilo politico, che dobbiamo cambiare in asilo<br />

quali gli imprenditori italiani devono investire all'Est: “Il settore<br />

economico. Tutti quelli che verranno in Romania avranno asilo<br />

immobiliare è un buon investimento in Moldavia, al 20% e al 30%, ma economico per fare gli investimenti. Nel dossier del nostro settimanale, ci<br />

non basta. Nel paese molte parti sono arretrate, mentre Chisinau si sta sono due articoli in cui pensiamo di far nascere una filiera di Piccole e<br />

sviluppando a ritmi elevati - da poco, è stata proprio qui aperta la sede Medie Imprese, non solo di grandi aziende, per sviluppare l'economia e<br />

dell'Ambasciata italiana - ma due sono le lacune più grandi: la mancanza l'internazionalizzazione del paese” . E' intervenuto successivamente<br />

di manodopera specializzata e di infrastrutture. In Moldavia, c'è lo Daniel Rekitar, che dirige una compagnia californiana di San Francisco<br />

sbocco sul Danubio e sul mar Nero, per questo sarebbe utile costruire specializzata in costruzioni, palazzi residenziali e centri commerciali: “Nel<br />

una fitta rete di porti. Inoltre, gli imprenditori devono delocalizzare le 2003, abbiamo scelto di investire al di fuori degli Stati Uniti e attualmente<br />

imprese verso i confini con la Romania e l'Ucraina. Devono poi siamo in Romania, Moldavia e Ucraina, dove proprio ultimamente<br />

intervenire nell'agricoltura, il vino soprattutto (anche se un investitore avviato dei progetti residenziali e centri commerciali. Vogliamo, inoltre,<br />

estero non può intervenire secondo una legge,<br />

precisamente la legge, diversificare i settori nei quali investire, anche se abbiamo avuto diverse<br />

simile alla nostra 488,<br />

dice che “La richiesta di contributo da parte di difficoltà iniziali. Secondo me - conclude Rekitar - ci sono comunque<br />

un'azienda estera deve essere fatta attraverso l'utilizzo di leggi locali che grandi opportunità per gli uomini d'affari italiani e per i loro investimenti” .<br />

regolino l'erogazione dei fondi comunitari e tali finanziamenti sono Gheorghe Rusnac Ambasciatore della Moldavia in Italia, che parla del<br />

indicati solo per quelle imprese che intendono effettuare investimenti suo paese: “La Repubblica Moldova nel 1991 crea uno stato unitario<br />

superiori ai 300 mila euro in tali paesi dell'est ”). Un altro motivo indipendente. Nel 1992 il paese diventa Repubblica e entra a far parte<br />

importante è perchè la Moldavia è un paese in un punto strategico per dell'Onu. Attualmente siamo 4 milioni di abitanti, 1 milione sta in diaspora<br />

colloquiare con l'Europa e con la Russia, con la quale non ci sono soprattutto in Russia (250 mila) e 200 mila circa sono in Italia. I moldavi


NELLE FOTO:<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

8<br />

9<br />

- Platea degli ospiti<br />

- Gli accademici 2008<br />

- L’Onorevole Pino Galati<br />

- Gheorghe Rusnac Ambasciatore della Moldavia in<br />

...... Italia<br />

- Neculai Ontanu Sindaco di Bucarest settore 2<br />

- Corneliu Dinu Ministro Consigliere Economico<br />

...... Commerciale dell'Ambasciata Romania in Italia<br />

7 - Stefano Mercuri Presidente dell'Associazione<br />

...... Imprenditori Italiani in Moldavia<br />

- Remo Facchinello Sindaco di Veneto Banca<br />

- Davide Bernardini Prossimo Console Onorario a<br />

...... Milano di Moldavia<br />

2<br />

3 4 5 6 7 8 9<br />

1<br />

si trasferiscono in Russia perché qui non è<br />

rischiesto il visto e non ci sono problemi di lingua,<br />

mentre vanno in Italia perché sostengono di<br />

in quanto i moldavi erano<br />

già stati sotto l'impero romano ”.<br />

Rusnac afferma<br />

che “dovete venire in Moldavia perchè è un paese<br />

attraente e le terre sono ricche (e cita un passo<br />

della Bibbia). Se visitate la Moldavia - prosegue -<br />

e la Romania sarete convinti della vostra scelta.<br />

Inoltre, la Moldavia dal 1° gennaio 2007<br />

appartiene all'Unione Europea, che attualmente<br />

investe molti fondi in progetti di crescita del paese,<br />

come la costruzione di strade. Inoltre, in Moldavia<br />

non esistono tasse doganali e il paese ha stretto<br />

con l'UE un patto che va dal 2007 al 2012.<br />

Pertanto, è necessario accelerare l'entrata<br />

dell'Italia in Moldavia poiché le condizioni sono<br />

ancora molto buone per gli investimenti” .<br />

Remo Facchinello Sindaco di Veneto Banca è<br />

d'accordo con quanto detto dai precedenti relatori<br />

per gli investimenti italiani nei paesi dell'Est. Dopo<br />

una breve presentazione dell'Istituto di Veneto<br />

Banca, parla del suo sviluppo: “Nel Nord est, vi<br />

sono molte imprese ben affermate con spiccata<br />

tendenza all'internazionalizzazione, soprattutto<br />

all'Est, tra queste anche Veneto Banca. Essa<br />

nasce a Montebelluna (TV), e attualmente è una<br />

delle 20 realtà bancarie più importanti in Italia.<br />

Esistono 260 filiali di veneto Banca nel Nord Est,<br />

oltre a filiali nel Sud, in Puglia e Basilicata, e nel<br />

Nord Ovest. Da oltre nove anni, Veneto Banca,<br />

che è anche assicurazione, è presente in<br />

Romania e anche in Moldavia, dove il nostro<br />

Amministratore delegato è Nicola Damiani. In<br />

Croazia ci sono 14 filiali, fra poco saremo presenti<br />

anche in Albania” , conclude Facchinello,<br />

affermando l'importanza dello sviluppo del<br />

mercato verso Est anche per Veneto Banca.<br />

Davide Bernardini, prossimo Console Onorario a<br />

Milano di Moldavia, ringrazia i presenti e i relatori:<br />

“Da imprenditore, invito gli imprenditori a investire<br />

in Romania e in Moldavia. I reali mercati per<br />

espandere l'economia italiana in questi paesi sono<br />

molti: dall'energetico, alle costruzioni, alle strade e<br />

alle autostrade per ampliare le comunicazioni.<br />

Le strutture economiche finanziare sono presenti<br />

così come quelle governative basta solo iniziare” .<br />

Infine, interviene Monsignor Vittorio Formenti:<br />

“Il Vaticano ha rapporti con 180 stati nel mondo,<br />

ma con essi non fa affari. Però colgo l'occasione<br />

per salutare i due paesi che sono legati alla<br />

miafamiglia poiché i miei genitori avevano due<br />

badanti, anche se non mi piace il termine,<br />

provenienti da Romania e Moldovia. Sono popoli<br />

di grande cultura, di prestanza fisica e di grandi<br />

lavoratori. lo sviluppo non è solo questione di<br />

logistica e tecnica, ma di moralità. Lo sviluppo<br />

economico e sociale va valutato mettendo la<br />

persona umana al centro di tutte le discussioni.<br />

Insisto su questo punto perché allo stato attuale<br />

troppe persone non hanno assistenza economica<br />

e sociale di base e molte non hanno un lavoro.<br />

Dobbiamo quindi muoverci verso non solo la<br />

crescita economica, ma anche, e soprattutto,<br />

verso il sostegno sociale e sanitario delle<br />

popolazioni” .


14<br />

Valeriana Mariani,<br />

Mario Monicelli<br />

e l’agente letterario Lino Valente<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

15<br />

GRAN GALA<br />

CON CONFERIMENTO<br />

DEI PREMI<br />

INTERNAZIONALI:<br />

SPECIALI E<br />

ALLA CARRIERA<br />

AEREC 2008<br />

. . . . .<br />

NELLE FOTO<br />

CARMEN SEIDEL ED ERNESTO CARPINTIERI PREMIANO:<br />

- Don Backy cantante-autore<br />

- Vira Carbone giornalista e conduttrice<br />

......... televisiva di Rai Uno.<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

15<br />

16<br />

18 -<br />

19<br />

......<br />

- Jimmy Fontana cantante-attore<br />

- Gabriele Cirilli attore e comico<br />

- Mario Monicelli regista e sceneggiatore<br />

- Valeriana Mariani Direttore di“Donna Impresa<br />

......... Magazine”, Presidente naz.le Di.Donna international<br />

e di Donne Impresa Uapi Confartigianato<br />

17 - Mauro Moretti amministratore delegato del<br />

......... Gruppo Ferrovie dello Stato<br />

Alda Boscaro Pittrice<br />

- Alina Costina Barbulescu project manager<br />

Gruppo Dynamica Italia spa<br />

NELLA PAGINA SUCCESSIVA:<br />

20 - Aperitivo a Palazzo Brancaccio<br />

21 - Ernesto Carpintiericon<br />

Fred Buongusto in<br />

una foto della passata edizione<br />

22 - Stefano Balsamo Direttore J.P.Morgan Italia<br />

23 - Maria Rita Gismondo Presidente Fondazione<br />

......... Donna a Milano che ha presentato il suo ultimo<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19


20<br />

21<br />

THE EUROPEAN ACADEMY FOR<br />

ECONOMIC AND CULTURAL RELATIONS<br />

The European Academy for Economic and Cultural<br />

Relations was founded as a department of the National Body for<br />

the Development of Industry, Commerce and Handicraft constituted<br />

in 1981 with the key purpose to promote the Italian effort in the<br />

world in co-operation with International bodies and institutions.<br />

Its members<br />

include distinguished professionals and<br />

representatives of the cultural, political. financial, scientific,<br />

ecclesiastical and academic communities. The Academy has<br />

fostered the exchange of professional and entrepreneurial ideas<br />

and projects for them promoting meetings and organizing<br />

ceremonies in Italy and abroad autonomously as welt as in<br />

cooperation with other Italian and International Institutions, such as<br />

Universities, Cultural Institutes, Embassies and, Bodies.<br />

Its Committee for International Affairs promises to be a<br />

solid buttress for all those professionals and entrepreneurs who<br />

wish to widen their horizons beyond the national borders<br />

stimulating dynamic partnerships and the creation of joint-ventures<br />

with foreign entrepreneurs. High personalities of the political and<br />

diplomatic societies sustain AEREC.<br />

AEREC sustains and finances important social and humanitarian<br />

projects implemented <strong>by</strong> the Ong Missione Futuro.<br />

24<br />

22<br />

23<br />

TESTO<br />

MISSIONE FUTURO ONG


IL GRUPPO EDITORIALE MEDIA KEY:<br />

DA 26 ANNI AL SERVIZIO DI CHI COMUNICA<br />

Il Gruppo Media Key rappresenta da 26 anni un punto di<br />

riferimento per chi opera nel mercato della pubblicità e della<br />

comunicazione d’impresa. Nato nel 1982, ha sviluppato la<br />

propria attività in tre aree: quella editoriale, attraverso due<br />

testate: Media Key (che propone due edizioni speciali annuali<br />

di grande formato ovvero il Media Key Annual e Genio Italiano)<br />

e Tv Key; quella relativa agli eventi, curando a cadenza<br />

annuale l’organizzazione del Key Award che premia i migliori<br />

spot pubblicitari, l’Interactive Key Award dedicato al mondo del<br />

web e del mobile e il Press & Outdoor Key Award, dedicato alle<br />

migliori campagne stampa e affissione; l’area online, con la<br />

web tv www.mediakey.tv e la newsletter Mediakey.TVinforma.<br />

Media Key rappresenta il magazine di riferimento per direttori<br />

marketing e responsabili della comunicazione, per i gestori di<br />

media relations, per il top management delle imprese che<br />

investono in pubblicità, per le agenzie, gli studi e gli operatori<br />

della comunicazione. I contenuti editoriali di Media Key<br />

forniscono una panoramica completa su quanto accade nel<br />

mondo del marketing, della comunicazione, dei media e dei<br />

new media. Pubblicato in dieci numeri l’anno più l’Annual, che<br />

costituisce una guida completa al mercato della pubblicità, e i<br />

numeri speciali, legati agli eventi da noi organizzati (Interactive<br />

Key Award e Press & Outdoor Key Award), ha una diffusione di<br />

10.500 copie, aumentate di 1.000 in occasione del Press &<br />

Outdoor Key Award (maggio), del Festival dell’advertising di<br />

Cannes (giugno), dell’Interactive Key Award (ottobre) e del<br />

Ponte Vecchio Challenge (dicembre). Tv Key è invece il<br />

Roberto Albano<br />

PRESIDENTE MEDIA KEY MILANO<br />

EVENTI<br />

MEDIA KEY<br />

MILANO: LE NOTTI DEGLI OSCAR<br />

www.donnaimpresa.com 61


veicolo più adatto per raggiungere chi conta nel<br />

mondo della televisione: dai manager ai creativi che<br />

intervengono nello studio e nella realizzazione degli<br />

spot, dai media planner ai media buyer che<br />

pianificano e acquistano gli spazi televisivi, dai<br />

produttori ai compratori di programmi televisivi, dai<br />

manager delle tv satellitari, generaliste e locali ai<br />

responsabili delle case di produzione e di servizi, agli<br />

operatori dell’home video e dell’hardware tv. Informa<br />

esaurientemente sul mondo della televisione, dalla<br />

creatività pubblicitaria al mercato della produzione e<br />

della post produzione di spot televisivi, dal panorama<br />

delle emittenti televisive ai dati sulle audience.<br />

Anch’esso pubblicato in dieci numeri l’anno, ha una<br />

diffusione in 9.500 copie, standard incrementato di<br />

1.000 unità in occasione del Sat Expo di Roma<br />

(marzo), del Festival dell’advertising di Cannes<br />

(giugno) e del Key Award (settembre). Media Key<br />

organizza inoltre alcuni tra i più importanti<br />

appuntamenti del settore, con la conduzione di<br />

celebri personalità del mondo dello spettacolo. Primo<br />

fra tutti il Key Award che, ormai giunto alla 41ª<br />

edizione, premia i migliori spot pubblicitari prodotti in<br />

Italia ponendosi come uno dei più autorevoli<br />

strumenti per conoscere le novità e le ultime<br />

tendenze della produzione pubblicitaria. A seguire,<br />

ma solo in relazione all’ordine temporale in quanto<br />

festeggerà il decimo compleanno il prossimo<br />

novembre 2009, l’Interactive Key Award pensato per<br />

premiare la creatività e l’innovazione tecnologica nel<br />

web, nella viral communication, nella mobile<br />

communication e nella comunicazione interattiva.<br />

Ultimo, perchè datato maggio 2004, il “Press &<br />

Outdoor Key Award”, ovvero il premio dedicato alle<br />

campagne stampa e affissione ‘made in Italy’. Per ciò<br />

che concerne l’area relativa alla comunicazione in<br />

rete è importante precisare che www.mediakey.tv<br />

lanciata a giugno 2007, è l’unica web tv in full screen<br />

dedicata al mondo della comunicazione.<br />

Numerosissime le interviste video ai protagonisti del<br />

mondo delle case di produzione, delle emittenti tv<br />

digitali e satellitari, delle agenzie e delle aziende. Non<br />

mancano le showreel di registi, location, case di<br />

produzione e post produzione ed i contributi speciali<br />

sugli eventi di Media Key Events, come il 5° Press &<br />

Outdoor Key Award, il 40° Key Award e l’edizione<br />

2008 dell’Interactive Key Award. Il mese di gennaio<br />

2009 ha segnato una importante tappa sia per ciò<br />

che concerne la promozione delle aziende che<br />

figurano negli Annual di Media Key e TV Key, in<br />

quanto esse saranno ora dotate di una scheda<br />

attraverso la quale avranno la possibilità di<br />

evidenziare le individuali peculiarità, che in relazione<br />

alla nascita di Mediakey.TVinforma, una newsletter<br />

interamente dedicata al mondo della comunicazione,<br />

dell’advertising, delle aziende, della televisione, dei<br />

media, che avrà cadenza bisettimanale. Ogni lunedì<br />

e ogni giovedì mattina gli oltre 10mila iscritti alla<br />

mailing list riceveranno infatti gli ultimi aggiornamenti<br />

sul mondo della pubblicità, con tante notizie di<br />

straordinario rilievo per chi lavora in questo ambito.<br />

La newsletter inoltre metterà in risalto le principali<br />

interviste video realizzate quotidianamente dai<br />

giornalisti della redazione di Media Key, anch’esse<br />

ospitate nella home page di www.mediakey.tv.<br />

UN TEMPO,<br />

“COMUNICARE” ERA<br />

SINONIMO DI “VIAGGIO”<br />

I canali di comunicazione erano le<br />

strade, le vie d’acqua e le ferrovie. La<br />

velocità di comunicazione era limitata<br />

alla velocità di viaggio umana.<br />

L’invenzione del telegrafo provocò la<br />

prima rottura tra movimento<br />

informativo e movimento fisico. Per la<br />

prima<br />

volta infatti, la velocità di un<br />

messaggio complesso riuscì a superare<br />

quella di un messaggio in carne e ossa.<br />

L’invenzione e l’uso del telegrafo<br />

inaugurarono il processo di<br />

appiattimento delle differenze<br />

informative fra i vari luoghi.<br />

Accorciando le “distanze comunicative”,<br />

si cominciò a superare sia le distanze<br />

fisiche che le barriere sociali.<br />

L’osservazione reciproca tra Est e Ovest<br />

parve ridurre le dimensioni del paese e<br />

avvicinare maggiormente luoghi e<br />

persone. I messaggi elettronici non<br />

creano ingressi sociali; si muovono<br />

furtivamente nei luoghi come ladri<br />

notturni…si infiltrano attraverso le<br />

pareti e coprono istantaneamente grandi<br />

distanze trasportando informazioni ed<br />

esperienze in ogni luogo e da ogni luogo.<br />

Funerali di Stato, guerre, scambi di<br />

ostaggi e voli spaziali sono spettacoli<br />

ormai recitati sul palcoscenico di<br />

qualunque salotto e i personaggi di questi<br />

spettacoli sono vissuti quasi come se<br />

fossero abituali frequentazioni .<br />

Comunicare con i media elettronici non è<br />

certamente come viaggiare da un posto<br />

all’altro e interagire con altre persone in<br />

incontri dal vivo, ma le informazioni<br />

trasmesse sono molto più simili<br />

all’interazione faccia a faccia rispetto alle<br />

informazioni contenute nei libri o nelle<br />

lettere. Inoltre, i “rapporti” con gli altri<br />

attraverso essi sono praticamente<br />

accessibili a chiunque, a prescindere dalla<br />

collocazione fisica e dalla “posizione”<br />

sociale.<br />

di Bruno Baldassarri<br />

LA BELLA E BRAVA GIORGIA SURINA (NELLA FOTO),<br />

CONDUTTRICE D'ECCEZIONE NELLA SERATA DI GALA DELLA<br />

PRESTIGIOSA MANIFESTAZIONE CHE COINVOLGE E PREMIA I<br />

PROFESSIONISTI DEL WEB, DEL WIRELESS E DELLA<br />

COMUNICAZIONE DIGITALE CHE SI SONO MAGGIORMENTE<br />

DISTINTI NELLA COMUNICAZIONE ONLINE PER CREATIVITÀ,<br />

ORIGINALITÀ E INNOVAZIONE TECNOLOGICA.<br />

Interactive<br />

9ª<br />

Key Award<br />

edizione<br />

Nella cornice prestigiosa dell' Aula Magna dell’Università IULM di Milano si è svolta la<br />

manifestazione dedicata al web, al mobile e al social marketing che premia i professionisti della<br />

comunicazione digitale. Alla serata hanno partecipato alcuni esponenti del mondo della<br />

comunicazione, delle aziende e dello spettacolo: tra questi L’A.D di Treccani Francesco Tatò,<br />

l’Amm. Unico di Le Fablier Michela Barona insieme al comico Paolo Migone e al deejay<br />

Federico Russo da Radio Deejay. Tra i premi di categoria si segnalano quelli conferiti ai siti di<br />

Maserati (categoria "Trasporto ed energia"), di Treccani (categoria Siti Corporate), Kraft Foods<br />

Italia ("email Communication), di Deutsche Bank ("mobile communication") e di Lufthansa<br />

("Tempo libero"), mentre nella categoria social marketing, novità di questa edizione che<br />

comprende i progetti di comunicazione attraverso gli strumenti del "Web 2.0", social network,<br />

l'award è stato vinto dal blog “AlfaMito” di Alfa Romeo. Di prestigio pure i premi speciali<br />

assegnati dal Gruppo Media Key. Wellnesstv di Technogym ha vinto come Best web tv,<br />

Le Fablier come Best spot on line. Il premio per la migliore Performance è stato consegnato<br />

all’agenzia A-Tono nella persona di Orazio Granato, mentre Iveco Origin 100% si è aggiudicato<br />

il Cross Media Interactive Key Award. La giuria dell'Interactive Key Award è composta da<br />

esperti del web e delle nuove tecnologie, da account manager, creative director e giornalisti di<br />

settore. I criteri in base ai quali i giurati hanno valutato i lavori iscritti sono la creatività, la qualità<br />

dei contenuti, l'innovazione e la facilità di fruizione.<br />

media key celebra il<br />

“genio italiano”www.mediakey.tv<br />

Media Key va in stampa con lo specialissimo volume di oltre 250 pagine "Capitani d'Impresa e<br />

Protagonisti della Comunicazione" Media Key chiude in bellezza il 2008 celebrando in un<br />

volume speciale le carriere di successo di molti fra i più importanti imprenditori e top manager<br />

italiani e una "Communication Story" ovvero la cronologia degli eventi più importanti accaduti nel<br />

mondo della comunicazione dal 1982 ad oggi. Nel volume di oltre 250 pagine da leggere e<br />

conservare, sono presenti gli esempi dell’eccellenza manageriale che hanno conquistato le vette<br />

più importanti del successo nell’Economia, nella Moda e nell’Industria: Giorgio Armani,<br />

Guido<br />

Barilla, Leonardo Del Vecchio, Guido Confalonieri, Sergio Marchionne,<br />

Luca Cordero di<br />

Montezemolo, Emma Marcegaglia, Giorgina Gallo, Franco Tatò, Carlo De Benedetti,<br />

Luciano Benetton sono alcuni dei personaggi che compaiono nelle pagine di questo importante<br />

numero di Media Key. Nel volume speciale figura anche una sezione dedicata alla<br />

‘comunicazione’ con le interviste ai protagonisti della marketing communication italiana.


QUARANTESIMA EDIZIONE DEL KEY AWARD, L’UNICO PREMIO<br />

NAZIONALE INTERAMENTE DEDICATO AL MONDO DEGLI SPOT,<br />

CHE HA RAGGIUNTO L’ATTESO TRAGUARDO DEI VENT’ANNI DI<br />

VITA. TANTI I FILM ISCRITTI E LE NOVITÀ CHE HANNO RESO<br />

INTERESSANTE LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE AL CINEMA<br />

ORFEO DI MILANO MAGISTRALMENTE PRESENTATA DA<br />

MASSIMO LOPEZ<br />

Key Award<br />

Il Key Award festeggia 40 edizioni con una<br />

super giuria: sul palco Massimo Lopez e<br />

Valeriana Mariani testimonial 2008 per le<br />

“campagne istituzionali e sociali:<br />

comunicazione pubblica e politica” in qualità<br />

di editore di “Donna Impresa Magazine” ,<br />

presidente “Uapi Confartigianato Donne<br />

Impresa” e presidente nazionale “Di Donna<br />

International”<br />

40ªedizione<br />

215 le campagne iscritte a quello che si conferma<br />

ancora punto di riferimento e significativo momento di<br />

incontro e confronto per coloro che operano nella<br />

creatività pubblicitaria italiana.<br />

Durante la cerimonia di premiazione sono stati assegnati oltre ai classici premi di categoria, fra cui<br />

spiccano i film pubblicitari di Orogel, Berloni, Telecom Italia, Citroen, Geox, Intesa Sanpaolo,<br />

RCS Gazzetta dello Sport, Antonio Merloni, Volkswagen, Caffè Kimbo, anche i premi speciali<br />

fra cui il Kodak Vision Award, per la migliore fotografia, alla campagna "Beghelli Pianeta Sole<br />

Abbracci "; l' Innovation Key Award per l'innovazione nel linguaggio pubblicitario, conferito al film di<br />

Arena - "Audience";<br />

il Premiere Key Award assegnato a Cirio ÒTengo o' core italianoÓ che ha<br />

avuto come testimonial Gerard Depardieu e l'Editor's Choice, vale a dire la migliore campagna per<br />

la redazione di TV Key assegnato a Sara Assicurazioni "Sara Free" prodotto da Movie Magic<br />

International). La serata è stata caratterizzata dalla verve e dall'humour raffinato di Massimo Lopez,<br />

capace di ironizzare con garbo sul mondo della pubblicità con un guru come Lorenzo Marini<br />

(direttore creativo della Lorenzo Marini & Associati) dalla comicità dissacrante di Dario Vergassola<br />

e dalla presenza di Anna Carlucci, al Key Award in veste di madrina d'eccezione della giuria<br />

(composta da giornalisti appartenenti a importanti media italiani, pubblicitari di grande esperienza, e<br />

un ristretto gruppo di professionisti). La regista è stata inoltre direttamente coinvolta nelle votazioni<br />

della categoria "product placement" , importante novità di questa edizione che mirava a premiare i<br />

migliori collocamenti di brand all'interno di pellicole cinematografiche e videoclip. Il riconoscimento è<br />

andato alla promozione della Gazzetta dello Sport all'interno del film “ L'allenatore nel pallone 2” .<br />

Alla serata hanno partecipato alcuni importanti esponenti del giornalismo e della comunicazione: tra<br />

questi Michele Goettsche, Layla Pavone,Walter Pancini, Pasquale Barbella, Fabrizio Russo, Andrea<br />

Castellari. Il Galà dei Winner è organizzato da Media Key Events in collaborazione con Kodak,<br />

Event Management, Rai Trade e Mediakey.Tv<br />

LA GIURIA: Assante Ernesto La Repubblica, Belli Katia Top Girl, Ciccola Marzia Posh, Coretti Alberto<br />

Urban (City Italia), Di Matteo Gabriele Affari & Finanza di Repubblica, Fatiguso Rita Il sole 24 ore, Fugnoli<br />

Laura All music- All news, Greco Andrea A-Anna, Guslandi Valerio Ciak, Magliocco Paolo Eva tremila,<br />

Mancini Gabriella La Gazzetta dello sport, Mariani Valeriana Donna Impresa Magazine /testimonial 2008<br />

comunicazioni istituzionali e sociali, Mortara Ariela docente comunicazione Iulm, Picardi Biagio Soprattutto,<br />

Pini Giancarlo Panorama travel, Pronzato Luisa Corriere magazine, Schieppati Mattia GQ, Sebastiani<br />

Massimo Ansa, Serra Silvestro Gente Viaggi, Stafuzza Silvio Vodu Srl, Zanelli Danilo Enjoy Milano,<br />

Zilio<br />

Maria Tilde Amica, Carlucci Anna regista tv e cinema,<br />

De Micheli Andrea Pres.Casta Diva Pictures,<br />

Florindia Salvatore General Manager di Staff-B, Guidone Silvano Pres. 'Silvano Guidone & associati’,<br />

Guslandi Matteo Ciak, Marini Lorenzo Pres. e dir. creativo 'Lorenzo Marini & associati', Pontiggia Federico<br />

Rivista del cinematografo, Pratesi Paolo dir. creativo Bottegacinema, Sias Gianni executive producer Made<br />

Group, Zanardi Landi Federico Avv. Studio Legale SJ Berwin, Badiani Maurizio Expansion, Betti Van Der<br />

Noot Dino B Communications, Bonomini Enrico On, Cacciapaglia Roberto Glance, Calvi Chiara McCann<br />

Erickson IT, Canti Antonio Planet Service, Concato Andrea Life Longari & Loman/Andrea Concato, Godi<br />

Franco Best Sound, Guarnera Bruno Fono Video Sync Ibba Flavio Top Digital


Le politiche a favore del cosiddetto sesso debole risalgono ai primi decenni del secolo<br />

scorso. Erano in realtà interventi mirati ad agevolare il ruolo delle donne al di fuori della<br />

famiglia e nascevano soprattutto dalla spinta del movimento femminista. In molti casi, le<br />

donne erano assimilate da leggi ad hoc ad altre categorie disagiate, quali i portatori di handicap,<br />

gli ex detenuti o le minoranze etniche, da aiutare in qualche modo perché potessero fare le cose<br />

tradizionalmente riservate all’altro sesso. Adesso molti economisti propongono un approccio<br />

diverso. Non si tratta solo di soddisfare la domanda delle donne che vogliono una presenza<br />

maggiore anche al di fuori della famiglia, pur senza essere troppo sacrificate dal doppio ruolo,<br />

bensì di considerare che senza un maggior apporto alla produzione di ricchezza dell’altra metà<br />

della popolazione mondiale, l’economia non cresce abbastanza. “Women are now the most<br />

powerful engine of global growth” , scrive l’Economist: “le donne sono ora il più potente motore<br />

dello sviluppo mondiale” . Non solo,<br />

in molti Paesi, unicamente quando le donne lavorano (a<br />

condizione di avere servizi sociali di supporto e condivisione di ruoli da parte degli uomini) è<br />

possibile fare il secondo figlio o addirittura il primo, ad assolvere il problema della bassa natalità<br />

soprattutto legato agli Stati più sviluppati. Ma in economia la crescita del potere femminile fatica a<br />

superare il cosiddetto “soffitto di cristallo”. La percentuale di donne nei consigli di<br />

amministrazione delle società quotate è del 7% nel mondo, del 15% in Usa, meno dell’1% in<br />

Giappone. In parte è una loro scelta prediligere impieghi meno competitivi e che consentono una<br />

miglior conciliazione con la famiglia, in molti altri casi è un limite imposto dalla società. Realtà<br />

destinata a cambiare anche perché diversi studi dimostrano che in molte attività le donne<br />

riescono meglio degli uomini. Metamorfosi che in Italia si realizza a ritmi più sostenuti grazie ad<br />

una sistema produttivo fatto essenzialmente di aziende di piccole e medie dimensioni nelle quali<br />

le donne hanno un peso crescente, ma anche dovuto al loro coraggio di mettersi in gioco con<br />

tutto quanto attiene l'impresa, collegando i bisogni dell’azienda, non ultimo l’utile, alla capacità di<br />

ispirare fiducia sia nei clienti quanto ai propri dipendenti dei quali non trascura le attese e<br />

considerando il principio di responsabilità come non eludibile. Ad affermarlo è il Censis che, nel<br />

Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2008, definisce l’imprenditoria femminile “Un<br />

fenomeno che cresce con ritmi più sostenuti di quelli dell'imprenditoria maschile, tanto che oggi<br />

le donne reggono - secondo dati di Unioncamere - il 25% del totale delle aziende italiane” .<br />

Successi pure confermati attraverso quei riconoscimenti ufficiali in cui le donne hanno<br />

incrementato significativamente la loro presenza, grazie anche alla politica effettuata dal<br />

Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a cui va il plauso di sostenere, promuovendole,<br />

le politiche di genere.<br />

INTERVENTO DEL<br />

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA<br />

di Valeriana Mariani<br />

GIORGIO NAPOLITANO<br />

IN OCCASIONE DELLA CONSEGNA DELLE INSEGNE DI<br />

CAVALIERE DELL'ORDINE "AL MERITO DEL LAVORO"<br />

Palazzo del Quirinale, 30 ottobre 2008<br />

Partecipo con grande piacere per il terzo anno a questa tradizionale, sempre<br />

significativa cerimonia. E' per me un'occasione d'incontro col mondo delle imprese,<br />

rappresentato da figure che ne incarnano la carica di dinamismo e la funzione<br />

sociale, e teso ad accogliere nuove promettenti energie, quelle dei giovani Alfieri.<br />

Anche nel corso dell'ultimo anno, ho cercato di dare particolare spazio - nel corso<br />

delle mie visite in varie regioni del paese - a prese di contatto con realtà<br />

imprenditoriali che esprimono le eccellenze raggiunte dal nostro sistema produttivo<br />

in molteplici campi e i processi di ristrutturazione e di avanzamento tecnologico<br />

che hanno consentito crescente competitività nel contesto internazionale. Vorrei<br />

aggiungere che ho nei miei viaggi all'estero trovato dovunque rappresentanze<br />

nutrite e qualificate dell'imprenditoria italiana, vere e proprie business community<br />

bene inserite nella rete dei rapporti economici e istituzionali: così in paesi<br />

importanti dalla Russia all'Egitto. E' stato per me un motivo di speciale<br />

soddisfazione vedere quanto siano apprezzate le presenze dei nostri operatori, le<br />

tradizioni e le capacità di cui sono portatori. E spero di aver potuto contribuire<br />

- come è mio dovere - allo sviluppo delle loro attività facendo sentire il nostro<br />

EVENTI<br />

QUIRINALE<br />

CONSEGNA DELLE INSEGNE DI CAVALIERE: SETTE LE DONNE<br />

www.donnaimpresa.com 39


sostegno nel rapporto con le autorità dei paesi in cui mi<br />

sono recato in visita di Stato. Guardare alle opportunità<br />

che ci offrono soprattutto le economie emergenti, è<br />

oggi particolarmente importate. Mi riferisco ad<br />

economie da anni in forte e addirittura impetuosa<br />

ascesa, che si può prevedere reagiscano meglio - pur<br />

risentendone anch'esse - alle conseguenze del disordine<br />

finanziario mondiale originato dalla crisi americana e ai<br />

rischi di recessione, ai venti di recessione che<br />

avvertiamo con tanta preoccupazione in Italia e in<br />

Europa. Penso che da parte di quanti hanno<br />

responsabilità di governo, in varii ambiti, nel nostro<br />

paese, si presterà attenzione, non si lesineranno sforzi,<br />

iniziative e risorse da destinare alla proiezione<br />

internazionale del nostro sistema di imprese e anche, in<br />

questo quadro, al settore della cooperazione allo<br />

sviluppo. Non occorre sottolineare quanto critico si sia<br />

fatto rispetto a un anno fa, il quadro globale in cui<br />

anche la nostra economia e i suoi pilastri - il mondo<br />

delle imprese e del lavoro, il risparmio e i consumi<br />

delle famiglie - sono immersi. Richiamo a questo<br />

proposito - senza la pretesa di sintetizzarli né<br />

tantomeno di integrarli - gli elementi di analisi e di<br />

giudizio espressi pochi giorni fa, in termini aggiornati e<br />

con l'abituale rigore e obbiettività, dal Governatore<br />

della Banca d'Italia in Parlamento. Gli effetti sull'Italia<br />

della crisi finanziaria internazionale sono stati lì<br />

puntualmente indicati, sottolineandosi come essi si<br />

sommino a debolezze strutturali preesistenti; e nello<br />

stesso tempo si è, nell'esposizione del Governatore,<br />

offerta una puntuale motivazione delle misure adottate<br />

dal governo. Ulteriori elementi saranno di certo<br />

pubblicamente offerti con gli interventi delle autorità<br />

che parteciperanno alla Giornata mondiale del<br />

risparmio. Mi basti rilevare come vincoli già molto<br />

stringenti posti alle politiche pubbliche e alle decisioni<br />

di bilancio dall'impegno e comunque dalla necessità<br />

obbiettiva cui il nostro paese deve rispondere, di<br />

riduzione costante e sensibile del debito pubblico -<br />

come a detti vincoli si sia venuta aggiungendo l'ipoteca<br />

che di fronte al divampare della crisi non si poteva non<br />

accendere sulle risorse finanziarie dello Stato per<br />

procedere a interventi di sostegno del sistema creditizio<br />

e anche delle imprese industriali in difficoltà. E' stato<br />

essenziale muoversi a questo proposito in sintonia con<br />

l'Unione europea e segnatamente con l'Eurogruppo:<br />

guai se la spesso bistrattata Europa non avesse<br />

confermato, e più fortemente espresso, il suo<br />

insostituibile ruolo. Ma spetta alle nostre istituzioni<br />

nazionali compiere le difficili scelte che riguardano la<br />

distribuzione delle misure di contenimento della spesa<br />

pubblica corrente, la definizione di priorità strategiche<br />

da osservare anche in questa fase di ristrettezze se<br />

vogliamo mantenere aperte per l'Italia prospettive di<br />

più intensa ed equilibrata crescita economica e di<br />

maggiore coesione sociale. Si tratta di scelte che<br />

dovrebbero scaturire da un confronto aperto, ponderato<br />

e costruttivo tra le forze politiche e tra le forze sociali. Ho confidato che tale confronto si potesse avviare dopo le elezioni<br />

dello scorso aprile: i fatti non hanno confortato questa aspettativa, mi auguro ancora e ritengo possibile che la forza delle<br />

cose faccia maturare un clima di reciproco ascolto, di attenzione, senza rigidità preclusive, alle rispettive ragioni e proposte.<br />

Questo io auspico e sollecito avendo, da qualche tempo, abbandonato il ricorso ad una parola oramai logorata e troppo vaga<br />

come quella "dialogo". Puntiamo intanto, qui oggi, sui motivi di fiducia che ci vengono dalle prove superate da imprese e<br />

imprenditori, che trovano riconoscimento nelle nomine dei nuovi Cavalieri del Lavoro. Abbiamo lavorato anche quest'anno<br />

col ministro per lo sviluppo economico - sulla base della lunga fase istruttoria imperniata sull'Ordine e sulla Fondazione dei<br />

Cavalieri del Lavoro - ad una selezione finale che corrispondesse agli indirizzi della legge del 1986 e anche ai criteri da me<br />

suggeriti per le ultime edizioni; ad una selezione finale che rispecchiasse realtà di tutte le ultime edizioni; ad una selezione<br />

finale che rispecchiasse realtà di tutte le parti del paese, che incoraggiasse l'imprenditore meridionale chiamato ad operare in<br />

condizioni difficili, che valorizzasse l'apporto delle donne - prescelte quest'anno nel numero di 7, una in più del 2007 - e che<br />

premiasse comportamenti virtuosi sul piano sociale e della sicurezza del lavoro. Ringrazio per il risultato ottenuto il nuovo<br />

Presidente dott. Benedini - cui auguro pieno successo nello svolgimento del suo mandato e a cui desidero esprimere il mio<br />

vivo apprezzamento per le considerazioni che ha svolto questa mattina e per l'enfasi che ha voluto porre su iniziative volte a<br />

valorizzareeamettereinluceleeccellenze e gli sforzi di Napoli e del Mezzogiorno. E rivolgo un affettuoso incitamento<br />

agli Alfieri del Lavoro: ragazzi, contiamo molto sulla vostra passione e sul vostro impegno.


INTERVENTO DEL MINISTRO<br />

ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE<br />

ON. CLAUDIO SCAJOLA<br />

Signor Presidente della Repubblica, Donna Clio, Signor Presidente del Senato, Signor Presidente della Camera, Autorità,<br />

Signore e Signori il conferimento delle insegne di Cavaliere del Lavoro costituisce, da oltre un secolo, l’occasione per tributare<br />

all’imprenditoria italiana un solenne riconoscimento per l’attività svolta e per il prezioso contributo reso al progresso<br />

economico e civile del Paese. Questa onorificenza ha conservato, intatta nel tempo, la sua importanza e il suo alto valore<br />

simbolico e rappresenta, oggi, uno dei titoli di maggior prestigio della nostra Repubblica: una Repubblica, che è<br />

costituzionalmente “fondata sul lavoro” e che, della cultura e dell’etica del lavoro, deve continuare a fare il pilastro del proprio<br />

sviluppo. Proprio sulla base di questi alti valori è possibile costruire una società migliore, premiare il merito, promuovere la<br />

crescita e il benessere dell’intera comunità nazionale. Lo testimonia la grande tradizione imprenditoriale italiana, che trova<br />

un’ennesima, positiva conferma nelle donne e negli uomini di impresa, che, oggi, ricevono le insegne di Cavalieri del Lavoro.<br />

Le loro storie professionali sono costellate non solo di brillanti risultati aziendali, ma anche di straordinarie qualità umane e<br />

sociali: senso di responsabilità, spirito di sacrificio, passione per la propria attività, dedizione al lavoro e rigore nei<br />

comportamenti. Sono queste le qualità, di cui il Paese ha bisogno, soprattutto nella difficile congiuntura che stiamo<br />

attraversando. La tempesta finanziaria che si è abbattuta sui mercati internazionali - infatti – comincia a far sentire i propri<br />

effetti anche sull’economia reale, aprendo scenari ricchi di difficoltà. In realtà, il tessuto produttivo italiano, solidamente<br />

ancorato alla tradizione manifatturiera, appare meno esposto, rispetto ad altri Paesi, alle conseguenze della crisi, e mostra anzi<br />

segnali di confortante dinamismo e vitalità, attestati dal recente dato sull’export, che segna un incremento dell’8,3% nelle<br />

esportazioni verso i Paesi extraeuropei. È necessario, tuttavia, mantenere alto il livello di attenzione. Il Governo Berlusconi è<br />

determinato nell’adottare tutte le misure che possano contribuire a rilanciare la crescita, attenuando l’impatto della crisi<br />

internazionale sull’economia italiana. Per conseguire questo obbiettivo è necessario agire secondo tre direttrici principali:<br />

l’aumento della competitività, il rilancio della domanda, la stabilità del credito. Se la competitività è un obiettivo strategico,<br />

di fronte alle sfide dell’economia globalizzata, che richiede anche grandi interventi infrastrutturali di medio periodo, tuttavia essa<br />

dipende per gran parte proprio dalla capacità degli imprenditori, di quegli imprenditori dei quali è qui rappresentata l’eccellenza.<br />

La sfida della competitività si vince con l’innovazione, con la capacità creativa, con lo spirito di sacrificio delle imprese e dei<br />

lavoratori. Ma si vince anche assicurando alle imprese la possibilità di finanziare l’innovazione. Questo significa che il sistema<br />

bancario deve fare la sua parte, pur in questo momento difficile. E che il governo deve mettere le banche in condizione di farlo.<br />

Il credito alle aziende, e anche il credito al consumo, non può interrompersi, per evitare l’avviarsi di una spirale recessiva che<br />

potrebbe avere gravi conseguenze. Il sistema delle garanzie sul credito verrà quindi rafforzato con risorse adeguate, che aiutino il<br />

sistema bancario a svolgere la sua funzione positiva, che non è solo quella di raccogliere il risparmio, ma anche quella di<br />

assicurare i finanziamenti al mercato. Tutto questo va anche nella prospettiva di assicurare un adeguato sostegno alla domanda<br />

interna, fatta di consumi e di investimenti, essenziale per l’industria, per il commercio, per tutte le attività produttive.<br />

Signor Presidente, in questa stagione difficile tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali o politiche non possono essere<br />

sordi ai Suoi autorevoli e ripetuti richiami al senso dello Stato, alla necessità di individuare – al di là della naturale dialettica fra le<br />

forze politiche – quella solidarietà e quell’omogeneità di intenti che nei momenti difficili una classe dirigente deve saper trovare.<br />

L’impegno dell’imprenditoria italiana, del quale i Cavalieri del Lavoro sono simbolo e testimonianza, e con esso l’impegno di<br />

tutto il mondo del lavoro, merita uno sforzo altrettanto costruttivo e responsabile da parte della politica e delle istituzioni.<br />

Il Governo farà la sua parte, e si augura di trovare nel Parlamento e in tutte le forze politiche in esso rappresentate lo stesso spirito<br />

di responsabilità. Signori Cavalieri del Lavoro, l’Italia può contare su di uno straordinario patrimonio imprenditoriale, di cui Voi<br />

rappresentate i campioni di eccellenza. Istituzioni, mondo dell’impresa e mondo del lavoro debbono lavorare insieme, dialogare<br />

ed agire concordemente nell’interesse generale. In questo modo, ne sono certo, riusciremo a superare anche le difficoltà di questi<br />

mesi e potremo guardare con fiducia ad un futuro di rinnovata crescita per il Paese!


IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE<br />

DEI CAVALIERI DEL LAVORO<br />

BENITO BENEDINI<br />

Palazzo del Quirinale, 30 ottobre 2008<br />

Signor Presidente, è per noi tutti un onore, e per me personalmente un grande privilegio, prendere parte alla cerimonia<br />

solenne che vede oggi insigniti 25 nuovi Cavalieri del Lavoro. Per loro, come per ciascuno di noi, essere prescelti e insigniti<br />

della più alta onorificenza al Merito del Lavoro è motivo di legittimo orgoglio. Ma sappiamo che questo atto non esprime<br />

solo un riconoscimento per il contributo portato al mondo dell’impresa, dell’economia e del lavoro. È, soprattutto,<br />

un’investitura, l’assegnazione di un compito e di una responsabilità importanti: rinnovare il nostro impegno, con spirito di<br />

servizio, per concorrere a costruire il progresso e lo sviluppo del Paese. Noi Cavalieri del Lavoro, Signor Presidente,<br />

troviamo in Lei un imprescindibile punto di riferimento. Così come lo troviamo nella Costituzione della Repubblica Italiana,<br />

che compie sessant’anni in questo 2008 e che Lei stesso ha recentemente richiamato come un fondamento che “è vivo e ha<br />

un futuro: una tavola di principi e di valori, di diritti e di doveri, di regole e di equilibri, che costituisce la base del nostro<br />

stare insieme animando una competizione democratica senza mettere a repentaglio il bene comune”. Avvertiamo una grande<br />

sintonia con queste Sue parole. Dove leggiamo, nel Suo citare il bene comune, la garanzia e la misura dei diritti della<br />

persona; e, nella competizione democratica, il luogo in cui la<br />

libertà di iniziativa economica trova la propria espressione più<br />

alta e il proprio significato più pieno. Oggi, il Paese ha bisogno<br />

di riferimenti forti come questi, perché la crisi della finanza<br />

mondiale coinvolge anche noi e i riferimenti alla recessione,<br />

per la nostra economia, sono sempre più espliciti e autorevoli:<br />

non ultimo, quello del Governatore della Banca d’Italia, Mario<br />

Draghi. Tracciare un quadro realistico della situazione e dei<br />

suoi effetti è senz’altro prematuro. Ma è evidente l’opportunità<br />

di attivare al più presto misure a favore delle imprese, richieste<br />

più volte, anche nei giorni scorsi, dalla Presidente di<br />

Confindustria, Emma Marcegaglia. Così come è stata buona,<br />

opportuna e tempestiva l’azione del Governo fin dai primi<br />

segnali della crisi finanziaria, insieme alle sue prese di<br />

posizione in sede europea. È proprio in momenti come questi,<br />

a nostro avviso, che bisogna raccogliere le energie migliori per<br />

reagire, con la consapevolezza che qualunque crisi può e<br />

deve essere generatrice di rinnovamento. Tra queste energie<br />

ci sono sicuramente la ricerca e l’innovazione, temi ai quali,<br />

circa un mese fa, la nostra Federazione ha dedicato l’ultimo<br />

convegno nazionale. La ricerca sfida il sapere consolidato e<br />

le sue frontiere per produrre nuova conoscenza.<br />

L’innovazione è la capacità di gestire la conoscenza per<br />

generare vantaggi competitivi attraverso la produzione di<br />

nuovi beni, processi e sistemi organizzativi. Entrambe hanno<br />

per fondamento la circolazione delle idee. Ed entrambe<br />

sono, prima di tutto, una risorsa: in una stagione in cui<br />

l’economia mondiale è scossa da turbolenze così forti,<br />

promuovere la cultura della ricerca e dell’innovazione, la<br />

sua diffusione pervasiva, è forse il modo più efficace di<br />

interpretare il diritto-dovere di difendere e promuovere<br />

l’impresa e i suoi valori: gli stessi in cui crede ciascuno di<br />

noi. Un’altra risorsa, un’altra energia positiva di cui cogliere<br />

il potenziale come fattore di sviluppo, è la migrazione.<br />

L’Italia ne ha un bisogno strutturale, non solo per alimentare<br />

la crescita economica, ma anche per ricostruire un equilibrio<br />

demografico da cui si allontana giorno dopo giorno. Così<br />

come ha un bisogno sostanziale di immigrazione di lavoro<br />

qualificato, se non vuole restare fuori dai flussi di<br />

circolazione mondiale della conoscenza, essenziali per lo<br />

sviluppo della ricerca, dell’innovazione, della competitività.<br />

Gli stranieri regolari – ha detto qualcuno – sono il<br />

lubrificante del mercato del lavoro; possiamo aggiungere<br />

senz’altro che sono la benzina dell’economia. La condizione<br />

è che vi sia integrazione: uno scambio tra concessione di<br />

libertà e di diritti, e assunzione di responsabilità e rispetto di<br />

doveri; uno scambio fondato sul riconoscimento reciproco,<br />

sullo sforzo di conoscere e di comprendere, anche se questo<br />

non porta necessariamente a pensarla sempre e su tutto allo<br />

stesso modo. Reciproco, perché non può che essere un<br />

processo a due direzioni. Un tema al quale la nostra<br />

Federazione ha dedicato ampio spazio nelle proprie attività,<br />

portando il proprio impegno all’attenzione dell’opinione<br />

pubblica con il convegno del maggio 2007, sotto il Suo Alto<br />

Patrocinio. Un’ulteriore azione per mettere in circolo<br />

energie positive, per concorrere a ricostruire un clima di<br />

fiducia indispensabile per superare le difficoltà del momento<br />

attuale, è dare visibilità e valorizzazione alle esperienze<br />

esemplari: il modo più efficace per combattere i pregiudizi e<br />

sconfiggere gli atteggiamenti negativi, vittimistici o<br />

disfattisti che siano. È la strada che ha imboccato diversi<br />

mesi fa il Gruppo del Mezzogiorno della Federazione dei<br />

Cavalieri del Lavoro, portando all’attenzione della stampa<br />

nazionale e internazionale le esperienze imprenditoriali di<br />

eccellenza nell’area di Napoli, per ridimensionare con fatti<br />

oggettivi un’immagine enfaticamente negativa che<br />

danneggia la città e l’intera Italia: l’inizio di un percorso che<br />

intendiamo proseguire, per dare un segnale incisivo e per<br />

stimolare proposte di rilancio del nostro Sud. Un’area,<br />

peraltro, dove in questi mesi il Governo ha lavorato bene e<br />

ha dato segnali concreti di volontà e di capacità di<br />

intervento, rispondendo a una necessità condivisa da tutti gli<br />

italiani: più presenza dello Stato per meglio combattere la<br />

criminalità organizzata. Signor Presidente, le Sue<br />

sollecitazioni chiare e puntuali su questi temi e sui tanti altri<br />

problemi che gravano sul Paese, sono per noi uno stimolo<br />

quanto mai incisivo a esprimere una partecipazione<br />

responsabile. Così come è uno stimolo la Sua attenzione<br />

costante e vigile alla tutela della salute e della sicurezza nei<br />

luoghi di lavoro: un fattore che è, insieme, indice del livello<br />

di civiltà di un Paese ed elemento di competitività e di<br />

sviluppo. Le nostre esperienze aziendali, per quanto<br />

ciascuna abbia una propria unicità distintiva, sono


accomunate da una convinzione: le imprese sono<br />

fatte di persone, e la prima forma di responsabilità<br />

sociale d’impresa è quella che un imprenditore<br />

assume verso i propri collaboratori. Per le imprese,<br />

perseguire la prevenzione degli infortuni e la<br />

sicurezza sul lavoro è prima di tutto un fatto di<br />

responsabilità sociale, che deve esprimersi nella<br />

tensione continua al miglioramento della sicurezza<br />

sul luogo di lavoro e deve coinvolgere la<br />

formazione delle risorse umane, l’organizzazione<br />

del lavoro, l’innovazione tecnologica. La<br />

formazione, non solo costituisce la risposta corretta<br />

al problema della sicurezza sul lavoro, ma<br />

rappresenta uno strumento decisivo per poter dare<br />

una risposta efficace alle esigenze di<br />

riqualificazione e di sviluppo della capacità<br />

produttiva e competitiva del sistema delle imprese.<br />

Ma il contrasto al fenomeno degli incidenti sul<br />

lavoro sarà pienamente efficace solo quando lo<br />

sforzo di creare una cultura diffusa della sicurezza<br />

investirà integralmente la comunità sociale; quando<br />

il messaggio di cui questo sforzo è portatore<br />

raggiungerà il cittadino prima ancora che diventi un<br />

lavoratore, entrando nelle case, nelle scuole e in tutti<br />

i luoghi e i contesti che hanno il compito di far<br />

crescere nelle persone la consapevolezza di sé e del<br />

proprio valore, la propria coscienza civile, il proprio<br />

essere parte di una comunità. Ambiti, ancora una<br />

volta, in cui i Cavalieri del Lavoro potranno mettere<br />

a disposizione le proprie competenze e la propria<br />

esperienza per il raggiungimento di un obiettivo<br />

condiviso e irrinunciabile.<br />

Signor Presidente, a conclusione di questo incontro<br />

– che molto ci onora – l’auspicio che riteniamo di<br />

poter formulare per il nostro Paese è che esso riesca<br />

a superare, con equilibrio, la fase assai complessa e<br />

impegnativa che sta attraversando. Ma, prima<br />

ancora che un augurio, questo è per noi un obiettivo<br />

al quale rivolgere uno sforzo concreto. In momenti<br />

come questi, infatti, l’attenzione torna a<br />

concentrarsi sulle imprese, sulla loro capacità di<br />

competere sui mercati e di creare sviluppo: su<br />

questo fronte, noi Cavalieri del Lavoro, con le<br />

nostre aziende, siamo impegnati in prima persona.<br />

Con la consapevolezza che un’assunzione di<br />

responsabilità da parte di tutti gli attori in gioco, un<br />

impegno corale, è tanto più strategico quanto più è<br />

complessa la situazione da affrontare. Per quella che<br />

dobbiamo gestire oggi, in particolare, realizzare un<br />

rapporto virtuoso tra il fare impresa e il fare credito<br />

è un passaggio obbligato. Più in generale, è<br />

soprattutto nei momenti di crisi che occorre creare<br />

un legame profondo tra l’etica della società, quella<br />

dell’economia e i comportamenti delle<br />

organizzazioni e degli individui che fanno parte<br />

dell’una e dell’altra. Proprio oggi, insieme a un<br />

nuovo Statuto, la nostra Federazione approverà per<br />

la prima volta il proprio Codice Etico. Per noi è il<br />

coronamento di un percorso che porta a rendere<br />

espliciti i valori nei quali ci riconosciamo, i principi<br />

che ispirano le nostre azioni e le responsabilità che<br />

abbiamo scelto di assumere nei confronti dei nostri<br />

interlocutori. Ma è anche un modo per affermare<br />

quanto sia necessario recuperare a tutto campo<br />

quell’etica, quel modo di interagire basato sulla<br />

fiducia e sull’onestà, che è premessa indispensabile<br />

per la competitività, per il mercato e per lo sviluppo.<br />

Patrizia Bambi<br />

Direttore creativo<br />

di Tessilform,<br />

azienda di famiglia<br />

all’interno della<br />

quale crea, nel<br />

1993 il brand<br />

“Patrizia Pepe”<br />

Paola<br />

Michelacci<br />

Imprenditrice nel<br />

settore turistico<br />

alberghiero. E’<br />

proprietaria e<br />

gestisce 10 hotel, 4<br />

residence ed una<br />

beauty farm: la<br />

“Maison D’O”<br />

Raffaella Braga<br />

Radice<br />

Presidente di Sessa<br />

Marine una delle<br />

realtà di maggior<br />

successo del<br />

panorama nautico<br />

europeo<br />

Angela<br />

D’Onghia<br />

Amm. unico della<br />

Nocese Manifatture<br />

titolare del<br />

marchio “Harry e<br />

Sons”. Valore<br />

aggiunto della<br />

Nocese una<br />

produzione tutta<br />

italiana<br />

Giovanna<br />

Furnaletto<br />

Amministratore<br />

delegato e<br />

Presidente di<br />

Furla, Amm. unico<br />

di Furla Holding<br />

spa, Furla Real<br />

Estate srl e Furla<br />

Leasing srl<br />

Cesara<br />

Garbarino<br />

Mazzola<br />

Presidente di Abet<br />

spa, azienda<br />

leader in europa e<br />

tra le prime del<br />

mondo nel settore<br />

dei materiali edili<br />

Maria G.<br />

Mazzocchi<br />

Presidente di<br />

Editoriale Domus,<br />

attività imp.le di<br />

famiglia in cui,<br />

oltre a mantenere<br />

la leadership di<br />

riviste storiche,<br />

avvia nuove<br />

iniziative editoriali<br />

FEDERAZIONE NAZIONALE DEI CAVALIERI DEL LAVORO<br />

La Federazione<br />

Nazionale dei Cavalieri<br />

del Lavoro è<br />

l'associazione alla quale<br />

i Cavalieri del Lavoro<br />

aderiscono dopo essere<br />

stati insigniti<br />

dell'Ordine al "Merito<br />

del Lavoro", istituito<br />

nel 1901 da Vittorio<br />

Emanuele III come<br />

segno del riconoscimento pubblico agli<br />

imprenditori che, all'inizio del secolo<br />

scorso, crearono le basi per lo sviluppo<br />

economico dell'Italia. Dal punto di vista<br />

giuridico la Federazione, nata nel 1923, è<br />

un ente morale, riconosciuto come<br />

associazione senza scopo di lucro sin dal<br />

1925. Concorre, con la partecipazione al<br />

Consiglio dell’Ordine al Merito del<br />

Lavoro, alla nomina dei Cavalieri del<br />

Lavoro. Dal 24 ottobre 2007 è presieduta<br />

da Benito Benedini, nominato Cavaliere<br />

del Lavoro nel 1994.<br />

La totale indipendenza economica e la<br />

natura apolitica, ne garantiscono obiettività<br />

e imparzialità dei suoi impegni, volti<br />

premiare i valori umani del lavoro,<br />

dell'ingegno e della realizzazione<br />

dell'individuo ad essi connessa, così come<br />

riportato nello Statuto riveduto ed<br />

approvato dall'Assemblea del 12 ottobre<br />

2001. Il titolo viene concesso il giorno del<br />

2 giugno di ogni anno dal Capo dello<br />

Stato, in occasione della festa della<br />

Repubblica, a venticinque imprenditori che<br />

si sono distinti nei settori dell'industria,<br />

dell'agricoltura, del commercio, del<br />

turismo e dei servizi, dell'artigianato e<br />

delle attività creditizie e assicurative, con<br />

importanti ricadute nel sociale e in<br />

particolare nell'occupazione.<br />

Le onorificenze vengono consegnate nel<br />

mese di ottobre al Quirinale. A scorrere<br />

l'Albo dell'Ordine "al merito del lavoro",<br />

dove sono iscritti tutti gli insigniti, si<br />

ritrovano nomi che consentono di<br />

ripercorrere le tappe evolutive<br />

dell'economia italiana e dei suoi maggiori<br />

protagonisti. Vi figurano i pionieri della<br />

prima industrializzazione, i grandi<br />

personaggi del mondo economico italiano<br />

dalla prima metà del '900, tecnici e<br />

scienziati come Guglielmo Marconi e<br />

Angelo Salmoiraghi e, nella seconda metà<br />

del '900, i protagonisti del miracolo<br />

economico e dello sviluppo industriale del<br />

Paese. Tra costoro, anche quanti, pur non<br />

partecipando al capitale d’impresa, hanno<br />

assunto decisioni strategiche o comunque<br />

hanno svolto funzioni di direzione<br />

manageriale.<br />

Le Attività<br />

La Federazione Nazionale dei Cavalieri del<br />

Lavoro non si limita a una pura funzione di<br />

rappresentanza associativa, ma costituisce<br />

uno strumento di presenza dei Cavalieri del<br />

Lavoro nella società.<br />

01<br />

02<br />

03<br />

04<br />

05<br />

06<br />

07<br />

08<br />

09<br />

10<br />

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12<br />

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14<br />

15<br />

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17<br />

18<br />

Luigi Artoni<br />

Presidente Amministratore<br />

Artoni trasporti spa<br />

Giannantonio Brugola<br />

Presidente e Consigliere<br />

delegato di OEB<br />

E. Tommaso Cucchiani<br />

Membro del Vorstand di<br />

Allianz SE; CEO e Amm.<br />

delegato Allianz spa<br />

O. Spagnoletti Zeuli<br />

Imprenditore Agricolo e<br />

Accademico Onorario dei<br />

Georgofili<br />

Roberto Poli<br />

Presidente Eni spa<br />

Aurelio De Laurentis<br />

Produttore Cinematografico<br />

Ernesto Gismondi<br />

Presidente di Artemide<br />

Group spa<br />

Antonello Montante<br />

Presidente MSA spa,<br />

Mediterr Shock Absorbers<br />

Mario Nencini<br />

Presidente Incom spa<br />

Giuseppe Ramonda<br />

Presidente Sorelle<br />

Ramonda spa<br />

Michele Paolo Levi<br />

Presidente di Nilit Ltd, di<br />

SN Fibers j.v. e MCA Ltd<br />

Jannotti Pecci<br />

Amm. delegato Impresa<br />

A. Minieri spa,<br />

Titolare<br />

Terme di Telese, GH Telese<br />

e dello stabilimento di<br />

imb. acqua Telese<br />

Giancarlo Selci<br />

Fondatore e Amm. delegato<br />

Biesse spa<br />

Fiorindo Stroppiana<br />

Amm. delegato Mondo spa<br />

e di Mondo Fin spa<br />

Orazio Boccia<br />

Pres. di Arti Grafiche spa<br />

Enrico Salsa<br />

Pres. del Consiglio di<br />

Gestione Intesa SanPaolo<br />

Pres. Italconsult spa e Amm.<br />

delegato Tecno Holding spa<br />

Giandomenico Di Sante<br />

Amm. e Coordinatore di<br />

numerose attività imprenditoriali<br />

tra cui EXPO 2000 e<br />

Mobilificio Di Sante<br />

Adriano Calvini<br />

Presidente MadiVentura spa<br />

Presidente ALCE e Ass.<br />

Utenti Portuali<br />

1 2 3<br />

4 5 6<br />

7 8 9<br />

10 11 12<br />

13 14 15<br />

16 17 18


Nel distretto affaristico di<br />

Sydney batte un cuore<br />

italiano. Level 20, 44<br />

Market Street: qui si trova<br />

il quartier generale della<br />

Camera di Commercio e<br />

Industria Italiana a<br />

Sydney,unufficio<br />

composto da oltre dieci<br />

persone che lavorano<br />

instancabilmente per<br />

avvicinare il piú possibile<br />

Italia e Australia.<br />

di Luigi Mariani<br />

La Chamber of Commerce é una societá no profit operativa dal 1922,<br />

che, oltre a offrire servizi commerciali alle aziende italiane e<br />

australiane, organizza eventi promozionali e anima un network che<br />

incorpora non solo la business comunity locale, ma anche i media e le<br />

autoritá politiche. La pubblicazione camerale, Voi Tutti (trimestrale in<br />

lingua inglese), da semplice bollettino per i soci é divenuta la prima<br />

rivista di lifestyle italiano in Australia, tanto che si appresta ad uscire<br />

presso edicole selezionate in allegato al popolare magazine Vogue<br />

Living. Con un fatturato di cinque milioni di dollari australiani, la<br />

Camera di Sydney si é confermata per il quarto anno consecutivo la<br />

prima nel suo circuito. Un successo che non si basa solo sui numeri,<br />

naturalmente, ma su un’idea, su una vision alternativa del ruolo di<br />

Camera di Commercio all’estero. E dietro un’idea vincente, come<br />

avviene nella maggior parte dei casi, c’é un uomo ispirato, sostenuto da<br />

un team affiatato. Nicola “Nicholas” Caré, 49 anni, ingegnere, nel 1983<br />

si é trasferito a Sydney, dopo aver trascorso la sua infanzia tra<br />

Catanzaro e Roma, e dal 1999 é Segretario Generale della Camera.<br />

La bontá del suo lavoro gli é valsa un posto nel Consiglio di<br />

Amministrazione di Assocamerestero, in rappresentanza di tutti i<br />

segretari generali, e negli organi di altre aziende australiane, pubbliche<br />

e private, oltre al titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.<br />

NICHOLAS<br />

CARÉ<br />

Segretario Generale<br />

THE ITALIAN CHAMBER OF COMMERCE<br />

AND INDUSTRY IN AUSTRALIA INC.<br />

PUBBLICO&PRIVATO<br />

A TU PER TU CON<br />

www.donnaimpresa.com 31


“Da italiano,<br />

poi, non posso<br />

non citare la<br />

mamma: é lei<br />

che mi ha<br />

educato, é lei la<br />

persona alla<br />

quale devo quel<br />

che sono. Non<br />

scordiamoci<br />

che essere una<br />

buona madre,<br />

in fondo, é<br />

l’impresa delle<br />

imprese”.<br />

Era un ragazzo quando si trasferí in Australia: cosa la<br />

spinse a dare questa svolta radicale alla sua vita<br />

La prima volta venni in vacanza e rimasi immediatamente<br />

colpito dalla semplicitá dello stile di vita australiano.<br />

Ai tempi realizzai subito che l’Australia era la Valle<br />

dell’Eden dove avrei voluto spendere il resto della mia<br />

vita; oggi, a distanza di venticinque anni, devo dire che é<br />

rimasto un paese a misura d’uomo, in cui si vive bene.<br />

Qui le differenze di classe non si avvertono, a differenza<br />

di quanto accade in altre societá piú antiche e tradizionali,<br />

come quelle europee; le opportunitá di lavoro sono<br />

numerose e soprattutto c’é la possibilitá di crescere<br />

professionalmente in qualsiasi campo. Io fui fortunato,<br />

quando arrivai, a inizio anni ottanta, perché anche le<br />

ultime forme di discriminazione nei confronti degli<br />

italiani stavano svanendo: la popolazione cominciava<br />

finalmente ad apprezzare il contributo dei migranti<br />

italiani allo sviluppo del paese. Ricordo ancora il mio<br />

primo lavoro, per ripagarmi gli studi di ingegneria: ero<br />

addetto alla filatura in un’azienda che produceva tappeti.<br />

Ai tempi non parlavo quasi una parola d’inglese, ma<br />

quando il manager, durante il colloquio d’assunzione, mi<br />

chiese se conoscessi la lingua, io risposi solamente “yes!”<br />

e cosí ottenni il posto. Non ho mai lavorato tanto<br />

duramente come in quel periodo, ma la considero ancora<br />

come una delle esperienze piú intense e formative della<br />

mia vita: ho imparato a condividere le gioie e i sacrifici<br />

quotidiani degli emigrati, non solo italiani, che<br />

lavoravano insieme a me, e coi quali comunicavo<br />

attraverso un idioma del tutto particolare, un misto tra<br />

calabrese, inglese, croato e lingue di altre comunitá<br />

rappresentate in fabbrica. Fuori dal lavoro preferivo<br />

frequentare australiani, per questioni di adattamento,<br />

anche se questo significava rimpinzarsi di hamburger e<br />

patatine e rinunciare alla pasta.<br />

Come é cambiata l’Australia, da allora<br />

E’ cambiata in maniera considerevole. Negli anni ottanta<br />

il paese era ancora isolato dal resto del mondo, poi é<br />

arrivata la globalizzazione dei mercati e delle<br />

comunicazioni, l’evoluzione dei mezzi di trasporto e la<br />

maggior facilitá negli spostamenti, che hanno avvicinato<br />

l’Australia agli altri paesi industrializzati. Il fatto di essere<br />

una nazione relativamente giovane, dal punto di vista<br />

storico, e quindi particolarmente aperta al confronto con<br />

altre realtá, ha fatto sí che s’integrasse efficacemente con<br />

culture diverse da quella anglosassone, dando vita a<br />

quello che ritengo essere un modello di societá<br />

multiculturale vincente e senza eguali al mondo.<br />

Dall’ingegneria al commercio: cosa ha ispirato la sua<br />

carriera professionale<br />

Il passaggio dagli studi d’ingegneria al network delle<br />

Camere di Commercio all’estero é profondamente legato<br />

alla mia personalitá. Dopo piú di dieci anni di vita<br />

trascorsi a Sydney, durante i quali l’unico legame con<br />

l’Italia era la mia famiglia, ho sentito l’esigenza di<br />

realizzare qualcosa di utile per gli italiani residenti in<br />

Australia. Grazie al mio carattere estroverso,<br />

all’esperienza e alle conoscenze maturate sino ad allora,<br />

ho cominciato a porre le basi per realizzare un ponte che<br />

mettesse in contatto la business community australiana<br />

con la societá d’affari italiana.<br />

Quando fu nominato Segretario Generale della<br />

Camera, aveva giá una un’idea dell’impronta<br />

personale che avrebbe dato alla societá<br />

La mia intenzione era quella di creare non solo un<br />

soggetto a cui tutti coloro che interagivano con l’Italia per<br />

motivi d’affari potessero rivolgersi per un sostegno, ma<br />

un punto di riferimento per rafforzare l’immagine<br />

dell’Italia e del Made in Italy, che, come sappiamo,<br />

costituisce la marcia in piú dell’italiano rispetto al resto<br />

del mondo. Sono stati anni duri, ma con l’aiuto della<br />

Provvidenza e la collaborazione di quanti, intorno a me,<br />

hanno creduto in questo progetto, abbiamo dato vita a un<br />

ufficio che oggi promuove con successo l’italianitá non<br />

solo presso la comunitá d’affari italo-australiana, ma<br />

anche la grande industria australiana, e che si propone sul<br />

mercato come una vera e propria azienda. Sotto altro<br />

aspetto, ho cercato di costruire un ambiente di lavoro nel<br />

quale le persone potessero esprimere il meglio di se<br />

stesse, dove passione per la vita e professione<br />

s’integrassero fra loro. Dal punto di vista istituzionale,<br />

invece, ho sempre creduto nel confronto e nella<br />

collaborazione con gli altri soggetti del Sistema Italia, in<br />

particolare con l’ICE: questa strada, finora, ha sempre<br />

dato ottimi risultati.<br />

La sua idea di Camera di Commercio dunque sembra<br />

andare oltre l’offerta di servizi commerciali e la<br />

promozione degli scambi tra Italia e Australia.<br />

Promuovere il made in Italy, a mio modo di vedere, non<br />

consiste solamente nel promuovere dei prodotti di<br />

derivazione italiana. Significa promuovere un’idea, un<br />

concetto, una cultura che appartiene alla storia di un<br />

popolo. Allo stesso tempo, peró, occorre farlo in maniera<br />

sempre nuova, con un taglio avvincente e giovanile. Da<br />

qui sono nati l’ Aperitivo Club e Voi Tutti. Il primo é un<br />

evento importantissimo, perché mira ad aggregare il<br />

meglio della gioventú imprenditoriale locale, che si<br />

ritrova per parlare, per scambiarsi idee, per fare network.<br />

All’italiana, naturalmente, davanti a un cocktail e a delle<br />

tartine. Davvero un successo eccezionale, di cui sono<br />

orgoglioso. Attraverso Voi Tutti, il nostro magazine<br />

camerale, vogliamo invece diffondere la passione e<br />

l’amore per la vita che da sempre contraddistinguono gli<br />

italiani, dar voce a quei personaggi che tanto hanno fatto<br />

e continuano a fare per la business community locale,<br />

sotto il profilo del sostegno all’italianitá. Sono convinto<br />

che uno dei compiti principali delle camere di commercio<br />

italiane all’estero sia proprio quello di creare un legame<br />

forte tra il paese di riferimento e l’Italia: la cultura e le<br />

tradizioni viaggiano anche attraverso il commercio. In<br />

fondo é questo che ci distingue dalle altre 73 camere nel<br />

mondo e che ci ha reso leader del network: la capacitá di<br />

investire nei giovani e di saperci adeguare al continuo,<br />

repentino cambiamento della societá. Basti pensare che il<br />

nostro staff si compone di ragazzi al di sotto dei<br />

trentacinque anni e lo stesso Consiglio di<br />

Amministrazione non supera la media dei cinquanta.<br />

Inoltre ospitiamo periodicamente stagisti di alto profilo,<br />

selezionati sulla base di una convezione con il CRUI<br />

(Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e<br />

l’Universitá Bocconi.<br />

Come hanno influito negli anni le congiunture


economiche internazionali sui suoi progetti L’attuale crisi finanziaria globale, ad esempio, compromette in qualche<br />

modo la piena operativitá della Camera, che peraltro gode di sussidi governativi<br />

Quando i soldi non ci sono, non ci sono, c’é poco da fare. Di periodi difficili ce ne sono stati, in passato, ma quello attuale<br />

forse é uno dei peggiori; d’altro canto non possiamo certo strapparci i capelli e starcene a guardare. Non sono i successi, a<br />

mio modo di vedere, che formano un uomo, ma le avversitá che é riuscito a superare. L’essenziale é sapersi rinnovare,<br />

rimettersi in discussione e trovare sempre vie alternative, che ci possano garantire la realizzazione dei nostri obiettivi e<br />

delle idee in cui crediamo.<br />

Indichi il motivo principale per il quale un’impresa italiana in cerca di fortuna in Australia dovrebbe rivolgersi alla<br />

Camera di Commercio Italiana di Sydney...<br />

Semplice: la profittabilitá. Se un cliente investe con noi mille, noi gli garantiamo un ritorno di diecimila. Naturalmente<br />

questa garanzia poggia sulla professionalitá dei servizi che forniamo: a prezzi assai competitivi sul mercato, assicuriamo<br />

alle aziende un’assistenza scrupolosa, che si tratti della ricerca di agenti e distributori, dell’organizzazione di missioni<br />

commerciali, appuntamenti B2B ed eventi promozionali. La lista di clienti che hanno sfondato nel mercato australiano<br />

grazie al nostro aiuto é lunga.<br />

Le donne: che posto hanno avuto e hanno tuttora nella sua vita<br />

Le donne hanno avuto molta importanza nella mia vita: sono convinto che a fianco di un grande uomo ci sia sempre una<br />

grande donna. E di grandi donne, oltre alla mia attuale compagna, sono circondato ogni giorno, anche per motivi di lavoro.<br />

Penso alle tante imprenditrici e manager nostre socie, una su tutte Carla Zampatti, stilista italiana che non solo gestisce con<br />

successo la sua azienda, ma ricopre la carica di Presidente dell’SBS, la radiotelevisione di stato Australiana, e siede presso i<br />

consigli di amministrazione di societá molto importanti. Da italiano, poi, non posso non citare “la mamma”: é lei che mi ha<br />

educato, é lei la persona alla quale devo quel che sono. Non scordiamoci che essere una buona madre, in fondo, é l’impresa<br />

delle imprese.<br />

The Italian Chamber of Commerce is committed to promoting and extending business relations between<br />

Australia and Italy. Since our beginnings in 1922, the Italian Chamber of Commerce has helped countless<br />

companies in both Italy and Australia succeed in business, has fostered a range of trade developments, and has<br />

helped relations between our two great countries grow.<br />

3<br />

1<br />

1- Ingresso della Italian Chamber di Sydney<br />

2- Il team camerale in una foto scattata in<br />

occasione dell’Aperitivo Club organizzato<br />

con Barilla Australia e denominato “La<br />

cucina povera”. Da sinistra: Federica Guidi<br />

(Sales and Membership Manager), Dario<br />

Privitera (Trade Coordinator), Silvia Selmo<br />

(Events & Trade Fairs Coordinator), Marco<br />

Moretti (Trade Manager), Katherine<br />

Stevenson (Communications Manager),<br />

Nicola Rossi (Trade Assistant), Elisa Costoli<br />

(Events Assistant), Vincenzo Pagano<br />

(Trade Assistant), Luigi Mariani (Media<br />

Liaison Officer);<br />

3- La rivista “Voi Tutti”<br />

2


Il diritto d’autore risulta essenziale per la politica culturale attraverso “l’industria culturale” termine introdotto nel ’47 da<br />

Adorno per indicare il processo di erosione da parte dell’industria verso l’arte e della massificazione della cultura. Esso<br />

diventa un concetto dominante nell’industria creativa a partire dalla stampa a caratteri mobili (riproducibilità) ed esprime<br />

il diritto dell’autore di escludere altri dalla copia o alla rappresentazione del loro lavoro senza un’autorizzazione; oltre alla<br />

protezione costituisce un incentivo alla creatività. Con il progresso tecnico la riproduzione dell’arte è divenuta banale,<br />

con costi di riproduzione sempre più bassi e qualità delle copie sempre più alta; per questo si cerca di aumentare anche<br />

il grado di protezione, ma il mercato culturale (in particolare quello musicale) sembra entrato in una situazione<br />

pericolosamente stagnante.<br />

I pirati sono tra noi. O meglio, i<br />

pirati siamo noi.<br />

Il download (cioè il prelievo di file) di musica e video sulla Rete è ormai pratica ampiamente diffusa e consolidata, e, soprattutto, socialmente<br />

accettata. A fianco della pirateria “fisica” consumata nelle strade attraverso la vendita di cd masterizzati, spopola infatti il download illegale di<br />

musica via Internet, le cui cifre, a livello mondiale, si attestano sui 20 miliardi di brani musicali scaricati l’anno e punte di 10 milioni di utenti attivi<br />

contemporaneamente. Gli ultimi dati Eurispes stimano che il 25 per cento degli italiani che hanno accesso a Internet scarichi abitualmente file<br />

illegali. “Uploader” così vengono definiti coloro i quali mettono a disposizione di altri utenti della comunità virtuale contenuti di vario genere.<br />

L'operazione di contrasto dello scambio illegale di file di opere musicali, video ed informatiche - effettuato mediante condivisione delle stesse in<br />

rete, il cosiddetto peer to peer - quasi sempre in grado di anticipare la diffusione dei brani musicali prima ancora che arrivino negli scaffali dei<br />

negozi, è da inquadrarsi in un contesto di prevenzione e repressione del fenomeno della illecita diffusione di materiale coperto da copyright, che<br />

costituisce una grave turbativa del mercato legale e genera mancati introiti all'Erario per milioni di euro all'anno. l'Italia tra i Paesi con i livelli più<br />

preoccupanti di contraffazione. L’Ifpi (l’organizzazione che rappresenta a livello mondiale l’industria discografica) ha collocato, infatti, il nostro<br />

paese nella lista delle dieci nazioni più vessate dal fenomeno conferendole la medaglia d’oro per quanto riguarda l’Europa occidentale. Per quanto<br />

lontano dalle punte di Indonesia (dove l’88% del mercato è nelle mani del crimine), Cina (85%), Russia (67%) o Grecia (50%).<br />

(14 GENNAIO 2009 PALAZZO CHIGI)<br />

Il mercato discografico è sempre stato uno dei più ricchi e rigogliosi, tuttavia, oggi, sta attraversando un periodo di forte crisi dovuto al crollo delle<br />

vendite dei CD e alla contemporanea diffusione di nuove tecnologie e applicazioni illegali che permettono di acquisire prodotti musicali<br />

gratuitamente ed istantaneamente. Colpire i grandi spacciatori di musica illegale, costituisce un segnale di fermezza contro una crescente attività<br />

organizzata che causa notevoli danni ai nuovi business model della musica in rete. Ma l’offensiva giudiziaria non basta a fermare i milioni di<br />

consumatori, soprattutto giovani che ormai ritengono superato il problema della proprietà privata in campo musicale. Oltre cinque miliardi di euro<br />

l'anno, due dei quali per la violazione del diritto d'autore, sono i danni totali subiti dallo stato italiano a causa della pirateria e della contraffazione.<br />

Un fenomeno in crescita secondo il Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Paolo Bonaiuti che pone il<br />

problema di affrontare l’infausto, rovinoso, primato dell'Italia nel ristretto gruppo dei paesi più industrializzati in il cui il danno è più marcato. Ed è<br />

proprio per questo che si è insediato alla presidenza del Consiglio dei ministri lo specifico comitato tecnico - chiesto dal ministero dei beni culturali<br />

e coordinato dal Segretario Generale del dipartimento informazione ed editoria di Palazzo Chigi e delegato italiano all'Onu per la proprietà<br />

intellettuale Mauro Masi – che nell’arco massimo di un trimestre incontrerà tutti i rappresentanti del settore, compreso il mondo di Internet, per<br />

raccogliere idee e trovare una strategia efficace nella lotta al fenomeno specificando che “Non c'è alcun intento repressivo dei confronti del fenomeno di<br />

Internet: sarebbe tecnicamente impossibile ma anche culturalmente sbagliato” . Masi e con lui il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi hanno poi<br />

evidenziato la necessità di “trovare un punto di equilibrio fra libertà individuali, interesse pubblico, diritti d'autore e sviluppo economico del Paese” e<br />

sottolineando come l'Italia sia nella «watch list» del governo americano per quanto riguarda la pirateria multimediale. La presentazione del progetto<br />

è stata accompagnata dai numeri che fotografano il fenomeno della pirateria in Italia: 1.400.000 CD sequestrati solo nel 2004, denunce e arresti<br />

solo in sensibile calo e venditori ambulanti che la fanno da padrona nei dati relativi alle retate che hanno portato al sequestro del materiale illegale.<br />

Importante, soprattutto, il dato secondo cui la pirateria rappresenterebbe ad oggi circa il 25% del mercato musicale italiano, percentuale che le<br />

istituzioni intendono ora scalfire partendo dalla comunicazione mediatica. Infatti la Presidenza del Consiglio ha anche finanziato con 131.000 euro<br />

una campagna promozionale contro la pirateria firmata Alan Bates che presto attraverserà i media italiani. Faletti il testimonial inchiodato al muro<br />

da cd sputati fuori da un masterizzatore. La pirateria è un crimine: è questo il concetto che emerge dalle immagini che uno spot di prossima visione<br />

porterà in tv e non solo, in quanto accompagnato da una pubblicazione quadrimestrale denominata "Crimes & computer" . Il plauso all'iniziativa<br />

trova l'immediato accorato assenso da quanti attendevano che si riparasse all’equivoco secondo il quale in internet tutto sarebbe lecito e/o fruibile<br />

gratuitamente.<br />

IL MERCATO DEL DISCO È ATTUALMENTE DOMINATO DA GRANDI SOCIETÀ MULTINAZIONALI, COMUNEMENTE<br />

CHIAMATE "MAJORS". ESSE CONTROLLANO OLTRE L'80% DEL MERCATO MONDIALE DELLA MUSICA RIPRODOTTA<br />

(77% NEL 1999), IL RESTO È APPANNAGGIO DELLE COSIDDETTE ETICHETTE INDIPENDENTI, CHE PERÒ SPESSO<br />

DEVONO AVERE ACCORDI CON LE MAJOR PER LA DISTRIBUZIONE DEI DISCHI AI PUNTI VENDITA.<br />

Lotta alla pirateria musicale, le<br />

major e le etichette indipendenti<br />

cambiano strategia<br />

Creare, distribuire ed acquisire i contenuti in rete: tra economia e libertà, quale paradigma per il futuro Internet ha radicalmente modificato le realtà<br />

pratiche ed economiche del patrimonio culturale e della diffusione del sapere. Siamo di fronte ad un fenomeno del tutto nuovo nella nostra specie: per<br />

la prima volta la Rete offre l'opportunità di costruire un'istanza globale, interattiva ed universalmente accessibile della conoscenza e dell'eredità<br />

culturale umana. Si apre in questo contesto lo spazio del cosiddetto "dilemma digitale", ossia il delicato equilibrio che necessariamente il legislatore<br />

deve assicurare tra "il diritto di ciascuno di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso<br />

scientifico ed ai suoi benefici" e "il diritto in capo all'autore alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica,<br />

letteraria ed artistica" (Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo, art. 27). continua a pagina 68-69<br />

“La vita senza<br />

musica sarebbe<br />

un errore”<br />

(Friedrich Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli)<br />

LA MUSICA È STATA DEFINITA<br />

LINGUAGGIO DEGLI AFFETTI.<br />

NIETZSCHE È COLUI IL QUALE<br />

PIÙ DI ALTRI HA COMPRESO<br />

COME ESSA CELASSE IL<br />

SEGRETO PROFONDO DEL<br />

LINGUAGGIO UMANO, IN CUI<br />

L’ORIZZONTE DEL SENSO SI<br />

APRE QUANDO LA LOGICA SI<br />

BAGNA NELLA PURA<br />

SONORITÀ DELLE PAROLE.<br />

Che la musica rappresentasse una disciplina fortemente educativa lo avevano<br />

già scoperto i filosofi greci. Platone aveva della musica una visione etica<br />

fortemente legata all’educazione morale e civile. Pitagora ne ricercò invece le<br />

regole scientifiche e matematiche. Nei secoli, oltre al sistema educativo, la<br />

musica è stata accostata addirittura al principio del “Buon Governo”. Secondo<br />

alcuni pensatori del XV secolo infatti, per ottenere la massima armonia dai loro<br />

strumenti, i regnanti dovevano comportarsi come i musicisti. Già per Platone i<br />

sovrani dovevano avere le stesse qualità dei musicisti. Nel 1531 Andrea Alciati<br />

nel suo Emblemata gioca sull’ambiguità dei termini “chorda” (corda) e cor,<br />

cordis (cuore) per sottolineare l’importanza di “accordo”e “concordia”, intese sia<br />

come armonia di suoni, sia come alleanza. L’accordo rimanda<br />

contemporaneamente all’unità dei sentimenti (cuore) e all’unità dei suoni<br />

(corde). I sovrani illuminati dovevano imparare dai musicisti. Nei dipinti del<br />

Rinascimento è frequente trovare strumenti musicali a corde, accostati a figure<br />

di regnanti: il governante usava la scienza musicale per imparare a “governare”<br />

i suoi “strumenti”. Nel 1907, Jules Combarieu, musicologo francese di area<br />

positivista, nel saggio “La musica, sue leggi, sua evoluzione” vede la musica<br />

come fenomeno articolato e complesso, comprensibile attraverso il ricorso a<br />

sette discipline tra loro correlate: acustica (scienza del suono), fisiologia (come<br />

reagiamo fisicamente quando percepiamo i suoni), matematica (le regole che<br />

governano armonia, ritmo e melodia), la psicologia (l’influenza della musica sul<br />

nostro stato d’animo), l’estetica (il valore intrinseco dell’opera musicale), la<br />

storia(evoluzione delle forme di espressione musicale), la sociologia (il ruolo<br />

della vita collettiva nella formazione dei vari tipi di musica).<br />

ATTUALITA’<br />

Storie di pirati e libertà<br />

LE NUOVE FRONTIERE DEL DIRITTO D’AUTORE<br />

www.donnaimpresa.com 67


Nasce il grande progetto musicale<br />

in rete “HAVE A SYNC!”<br />

firmato CinevoxRecord a dimostrazione che “essere vivi nel proprio tempo” implica,<br />

come ci spiega il Presidente della storica casa editoriale Bixio, l’accettazione<br />

consapevole di talune irreversibili trasformazioni sociali alle quali dobbiamo<br />

necessariamente conformarci…come dire "Eu danço conforme a musica" citando<br />

un proverbio brasiliano la cui traduzione è: "Ballo a seconda di quello che sta suonando".<br />

Franco Bixio lei è uomo dotato di grandissima competenza musicale. La musica, come sappiamo, è il linguaggio dell’uomo più universale,<br />

capace di far riflettere e di modificare le motivazioni immediate, capace di riportare al centro dell’esistenza (anche per solo un attimo) il<br />

rapporto tra essere e significato; ciò prende corpo nel confronto che si realizza, dopo il silenzio, tra il flusso musicale e il pensiero (o<br />

riflessione). La composizione musicale si configura come una produzione autonoma dalle altri arti, è antica quanto il bisogno dell’uomo di<br />

comunicare e rappresenta le inquietudini dell’evoluzione<br />

umana. La musica unifica e aggrega le persone.<br />

Appartiene a tutte le culture, a tutte religioni, a tutte le<br />

lingue. Tutti riescono a intuirne e coglierne i significati.<br />

Tutti riescono a sperimentarla direttamente. Non vi sono<br />

barriere fisiche. Può suonare e cantare chiunque perché<br />

essa, a differenza di molte metodologie didattiche<br />

praticate in outdoor, non discrimina. La musica è<br />

accessibile a tutti e rappresenta un’esperienza formativa<br />

a 360°. In modo “soft” coinvolge corpo, mente e spirito<br />

in quanto attiva il sistema sensoriale: udito, vista, tatto;<br />

stimola l’emisfero sinistro e l’emisfero destro; sollecita<br />

la sfera emozionale intervenendo sul nostro sistema<br />

limbico. La musica scatena emozioni ed energia; àncora<br />

l’esperienza ai suoni, al sistema spazio-temporale<br />

condiviso, alla gestualità del proprio corpo, creando<br />

un’unità di apprendimento unica e compatta. Attraverso<br />

la musica si può sperimentare la disciplina, la creatività,<br />

il lavoro individuale e quello di squadra. La vibrazione<br />

musicale alza i toni dell’esperienza verso l’intimità di<br />

ciascun individuo esorta a condividere un valore<br />

universale comune al di sopra delle parti: quello della<br />

persona. Con essa si ritrovano atmosfere, profumi,<br />

odori, voci, luci, ma soprattutto "sensazioni" che non si<br />

possono descrivere a parole ma che, sembra incredibile,<br />

si radicano dentro di noi, in chissà quale angolo del<br />

nostro cervello… “L'uomo nel cui cuore la musica è<br />

senza eco, che non si commuove ad un bell'accordo di<br />

suoni, è capace di tutto, di ferire, di tradire di rubare.<br />

Non fidarti di lui, ascolta la musica!” diceva Nietzsche a<br />

sostenere la sensibilità, quasi la soavità, di un animo<br />

che di essa si nutra. Questo in un tempo in cui il<br />

concetto di “digitale” era ben lungi dall’essere scoperto<br />

ed interpretato e la diffusione della cultura musicale<br />

avveniva esclusivamente “vis a vis” attraverso le<br />

performance nei teatri. Astrazione divenuta una realtà di<br />

tale indiscutibile potenza da porre il problema della<br />

regolamentazione, come essenziale per la longevità di<br />

un settore fortemente in crisi quale il vostro. La<br />

Federazione contro la pirateria musicale (Fpm),<br />

denuncia infatti che il valore della musica scaricata da<br />

Internet in Italia senza pagare i diritti è di 300 milioni di<br />

euro, più dell'intero mercato che nel 2007 aveva fatturato<br />

266 milioni. Il fenomeno rallenta sul fronte musicale<br />

grazie alla crescita dell'offerta legale di chi, come lei, ha<br />

deciso di cambiare strategia ricercando nuovi modelli di<br />

Franco Bixio<br />

PRESIDENTE DEL GRUPPO<br />

EDITORIALE BIXIO<br />

Il Gruppo Bixio, fondato da Cesare Andrea Bixio negli anni venti, si è imposto nel mondo<br />

musicale internazionale, abbracciando il repertorio delle canzoni celebri del passato<br />

insieme alle più note colonne sonore del cinema italiano, fino ai grandi successi della<br />

musica leggera e del Festival di Sanremo.<br />

FRANCO BIXIO<br />

business. Sto parlando naturalmente di “HAVE A SYNC!” il grande progetto multimediale di cui è titolare, in cui sono pubblicati vecchi e<br />

nuovi titoli del ricco catalogo di cui il Gruppo Editoriale Bixio dispone, in edizioni cd digipak arricchite da bonus track (la cui distribuzione<br />

italiana è a cura della Deltadischi ), pensato al fine di rispondere sia all’esigenza di un mercato profondamente mutato dall’avvento della<br />

tecnologia digitale che privilegia il web sia per le relazioni interpersonali quanto per l’acquisizione della cultura in senso ampio, che per ciò<br />

che concerne la necessità di promuovere una nuova cultura che rifugga l’illegalità come principio e che privilegi l’ascolto di “qualità”. I<br />

nomi inseriti nel vostro catalogo sono V.M. prestigiosi e la richiesta giunge da ogni parte del mondo, non solo da semplici appassionati ma<br />

anche dagli addetti ai lavori che di fatto oggi rappresentano i suoi principali interlocutori…<br />

Nel nostro catalogo si trovano i più svariati generi musicali, dal drammatico alla comedy, dall’horror all’evergreen; motivo per il quale sempre più spesso<br />

a noi si rivolge anche la pubblicità: con “Parlami d’amore Mariù” inserita in uno spot di Dolce & Gabbana, quest’anno abbiamo addirittura vinto un Key<br />

Award. E intanto, contemporaneamente ai titoli più noti, cerchiamo anche di valorizzare quelli che erano finiti un po’ nel dimenticatoio. Novità, titoli<br />

storici e compilation trovano nuove vetrine promozionali e opportunità commerciali in rete rompendo gli schemi dellasolida routine promozionale a cui<br />

eravamo abituati. Abbiamo creato nuove figure professionali specializzate nel web marketing e, nel prossimo futuro, lanceremo delle iniziative<br />

finalizzate a innescare un’interazione con il pubblico. Il nostro principale obiettivo è invogliare la gente a “giocare” con il nostro catalogo rovesciando la<br />

nostra prospettiva tradizionale: stimolare la creazione di immagini per la musica, oltre che di musica per le immagini. E poi, trattandosi nella maggior<br />

parte dei casi di brani strumentali, si evitano gli ostacoli legati alla lingua e diventa più facile farsi apprezzare anche all’estero. Grazie a questo, oggi<br />

siamo una delle etichette italiane più note in tutto il mondo. In Giappone, soprattutto, che rimane il mercato più fiorente per le colonne sonore, italiane in<br />

particolare, ma anche negli Stati Uniti, da cui arrivano molte richieste di musiche per la sonorizzazione di film e telefilm. La domanda è vivace anche in<br />

Francia e in Germania, un po’ meno in Inghilterra. E in Italia, dopo anni di torpore, ci sono fortunatamente segnali di risveglio. L’operazione di ristampa,<br />

intanto, è ancora in essere…abbiamo iniziato con i titoli più famosi, ma con 700 film e 8 mila ore di musica registrata a disposizione è ovviamente lunga<br />

la strada da percorrere.<br />

Produzione, distribuzione e condivisione dei contenuti in rete: analisi del paradigma economico, della tutela autoriale, dell'accesso e<br />

dell'accessibilità dei contenuti…La riflessione sui modelli di produzione e distribuzione dei contenuti da una parte, e su quelli di<br />

apprendimento dall'altra si è resa urgente anche per le istituzioni, l’abbiamo appurato con l’insediamento di una speciale commissione di<br />

vigilanza presso la Presidenza del Consiglio alla quale è stato demandato il compito di trovare soluzioni normative e politiche, nonché<br />

proposte programmatiche, che tutelino i produttori di conoscenza, ma al contempo consentano “l'accesso” alla conoscenza.<br />

Il settore dell’industria discografica è stato influenzato negli ultimi decenni dallo sviluppo delle tecnologie che hanno cambiato radicalmente i parametri<br />

commerciali, come anche le attitudini dei consumatori. Prima il walkman, poi l'iPod sono diventati non solo potenti mezzi per portare la musica nella<br />

propria quotidianità camminando, viaggiando…ma soprattutto sono sempre più simboli di uno stile di vita dinamico, curioso, attivo. Esistono ormai<br />

autorevoli ricerche che parlano di "generazione iPod",..e la prova più immediata di questo cambiamento è nella quantità di cuffiette bianche che si<br />

vedono in giro, e non solo nei grandi centri urbani. Da tempo si esibiscono anche gli appartenenti allo "star System". Inoltre, proprio le tecnologie<br />

hanno ampliato i confini stessi del mercato consentendo l’ingresso a nuovi attori estranei al settore. E’ il caso, ad esempio, delle imprese informatiche e<br />

di telecomunicazioni. Gli strumenti fino ad oggi adottati dalle case discografiche per contenere la concorrenza e per mantenere quote di mercato non<br />

sono stati efficaci, mentre appare fondamentale, per superare i limiti strutturali del settore, un deciso rinnovamento organizzativo di marketing e, più in<br />

generale, culturale, sia nei processi produttivi, sia nei confronti della concorrenza, sia verso il consumatore. Quest’ultimo, infatti, ha assunto e riveste un<br />

ruolo sempre più attivo e decisivo anche alla luce degli attuali strumenti di comunicazione, più accessibili, più veloci, più globali. In modo particolare<br />

l’avvento e l’accesso a Internet, oltre a incidere significativamente sulla filiera e sui costi, consente all’acquirente finale di intervenire talvolta addirittura<br />

nella definizione del prezzo d’acquisto e, spesso, di sancire il successo o il fallimento di un prodotto. Che il sistema della comunicazione musicale sia<br />

stato modificato radicalmente dall'avvento del digitale, è un dato innegabile sul quale noi operatori dobbiamo riflettere; palese che si necessitasse<br />

anche di una regolamentazione che da una parte non limitasse la diffusione della musica in quanto cultura, ma dall’altra tutelasse la longevità dei<br />

settori produttivi coinvolti e la creatività degli autori. Per quanto riguarda noi il “creare” un contenitore attraverso il quale si sia resa legittima l’operazione<br />

di scaricare musica con pochi centesimi, ha fatto sì che potessimo essere riammessi all’interno di un mercato che, lo ricordiamo, seppure fortemente<br />

compromesso dal punto di vista delle garanzie, ha però grandissime chance in termini “universalità”.<br />

L'anonimato, l'immediata disponibilità dei file desiderati, l'assenza di barriere fisiche, la rapidità, concetti base tanto della rete quanto dei<br />

software di file-sharing, hanno provocato un aumento esponenziale nella diffusione di musica illegale…<br />

Il problema è che esperienze come quella di Napster, e successivamente come quella dei suoi vari cloni, hanno creato l'opinione diffusa che la musica<br />

debba essere gratuita, in particolare in rete. Ormai l'equazione musica online = musica gratuita è stata fatta propria da gran parte dei frequentatori<br />

abituali di internet. Come è ovvio immaginare, il web offre grandi opportunità di business per le aziende del settore ma tale business non potrà<br />

svilupparsi in maniera compiuta finchè quell'equazione sarà accettata come pratica abituale e finchè la "competizione" non sarà bilanciata. Aziende che<br />

spendono cifre enormi in ricerca, in promozione, in produzione, che pagano royalties ad artisti e alle società degli autori ed editori, che pagano tasse e<br />

devono mantenere strutture presso le quali lavorano decine, se non addirittura centinaia e migliaia, di persone non possono competere con chi non<br />

sostiene gli stessi costi..<br />

Quali strategie ritiene debbano essere adottate nel breve e nel lungo termine per porre definitivamente fine a questa piaga<br />

E' necessario insistere sulle due strade della lotta alla pirateria: sensibilizzazione e controllo. E' necessario che si riporti la legalità nel Web, a quel<br />

punto gli investimenti sulla vendita di musica on line non rischieranno più di essere un’utopia, così come bisogna continuare a informare i consumatori<br />

sui danni provocati dalla pirateria e sui rischi (molto alti) che si corrono producendo e anche acquistando CD falsi. E’indispensabile che la soglia di<br />

attenzione delle forze dell'ordine nei confronti del problema rimanga alta al fine di debellare tanto la produzione quanto la vendita al dettaglio deiCD<br />

masterizzati; dove questo è stato fatto con continuità la situazione è notevolmente migliorata.<br />

Quali invece le attività che svolgete al fine di sensibilizzare la collettività ed in particolare i giovani, che sono i maggiori fruitori di musica<br />

Numerose sono state le campagne sul tema, i dibattiti nelle aule scolastiche. La sensibilizzazione del consumatore è una priorità assoluta…in fondo i<br />

soggetti coinvolti sono sempre due, il produttore del falso e colui che lo acquista. Troppo spesso il consumatore di prodotti contraffatti non sa (o non<br />

vuole sapere...) ciò che realmente si cela dietro la pirateria musicale, l'impatto che questa ha sulla nostra economia, e l'allarme sociale che desta in<br />

termini di arricchimento dei network criminali (troppo spesso sottovalutato). Personalmente sono impegnato con la Associazione dei Fonografici Italiani<br />

(A.F.I.), alla quale è iscritta la mia società, insieme alla SIAE e all’IMAIE nel progetto “Rispettiamo la creatività”, campagna di sensibilizzazione nelle<br />

scuole medie italiane sul valore della musica e dei suoi protagonisti. L’iniziativa si propone di illustrare ai giovani e ai loro insegnanti l’importanza della<br />

proprietà intellettuale nella musica e il suo ruolo nella difesa della creatività e nel progresso delle arti, senza affrontare questi temi dal punto di vista<br />

delle conseguenze legali repressive previste per gli atti di pirateria, ma con l’obiettivo di far capire quanto, perché e come questi temi possono<br />

coinvolgere la nostra vita e il nostro futuro. Il progetto fa parte delle iniziative di E.M.C.A. Italia un’alleanza tra gli enti che rappresentano gli autori, gli<br />

editori. i produttori e gli artisti nata con lo scopo di promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai giovani sul valore della creatività. Finoadora<br />

abbiamo coinvolto circa 1.600 scuole e stiamo preparando, con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione, la nuova campagna 2009 con<br />

l’obiettivo di estendere il progetto a tutte le scuole italiane. Ritengo che questa iniziativa sia perfettamente in linea con quanto annunciato dal Ministro<br />

Bondi in merito agli interventi, anche di prevenzione, di cui si occuperà il Comitato Tecnico del quale fa parte anche il Presidente della SIAE, Giorgio<br />

Assumma, che avrà l’importante compito di rappresentare tutte le istanze degli operatori culturali.<br />

Un appello alle nostre lettrici e lettori titolari di aziende affinché non utilizzino incautamente brani dei quali non hanno legittimità di<br />

diffusione...<br />

Non posso che scongiurare loro di rivolgersi alla casa detentrice del copyright nel momento in cui si decidesse di utilizzare un qualsivoglia brano<br />

musicale da diffondere a mo’ di colonna sonora in un messaggio pubblicitario, onde evitare onerosi risarcimenti in quanto rivendicabile il diritto di<br />

proprietà.<br />

Un ringraziamento particolare a Jiulian Borghesan, Paola Sangiorgio ed Enzo Parrino per il coordinamento tecnico


Discipline orientali, cibo biologico e<br />

tendenze new age: tutti noi cerchiamo<br />

costantemente il benessere di mente e<br />

spirito attraverso elementi che del<br />

benessere fanno il loro principale<br />

obiettivo. Spesso però trascuriamo delle<br />

parti più importanti del nostro corpo,<br />

specchio di tutti i nostri stati d’animo e di<br />

salute: la pelle. Sottoposta<br />

quotidianamente a stress di ogni tipo, la<br />

pelle ha bisogno di ritrovare il proprio<br />

benessere in modo delicato e naturale,<br />

con prodotti che nascono dall’incontro tra<br />

elementi primordiali ricchi di virtù.<br />

IDRATARE E NUTRIRE:<br />

gli agenti<br />

atmosferici a cui la pelle quotidianamente<br />

è esposta sono i principali responsabili<br />

della secchezza e della desquamazione.<br />

Per questo è importante ogni giorno<br />

nutrire viso e corpo con prodotti che<br />

idratano in profondità, dissetando la pelle<br />

e rispettandone il suo equilibrio naturale.<br />

LEVIGARE:<br />

avere la pelle liscia e ben<br />

levigata è un risultato che si può ottenere<br />

facilmente ogni giorno. Esfoliare le<br />

cellule cutanee morte con un prodotto<br />

che stimoli il processo di rinnovamento<br />

epidermico è la prima regola<br />

fondamentale. Lo step successivo è una<br />

corretta idratazione corporea unita<br />

all’utilizzo di prodotti lifting che<br />

consentano di ridurre la profondità delle<br />

increspature cutanee.<br />

DETERGERE: Qualsiasi risultato si<br />

voglia ottenere sulla propria pelle, il<br />

primo passo da compiere è la<br />

detersione. Una pelle pulita in profondità<br />

è estremamente ricettiva a tutti i tipi di<br />

trattamenti cosmetici, acquista tono e<br />

risulta luminosa.<br />

RILASSARE: stress, stanchezza,<br />

aggressioni esterne: il nostro ha bisogno<br />

di una quotidiana pausa relax. E’<br />

fondamentale che, ogni giorno, la pelle<br />

del corpo e del viso venga riossigenata,<br />

rinfrescata e decongestionata, perché<br />

possa riacquistare elasticità e tonicità.<br />

ILLUMINARE: esposizione al sole e<br />

l’abbronzatura conferiscono<br />

naturalmente alla pelle un aspetto sano e<br />

radioso. Scegliendo il giusto prodotto<br />

cosmetico, possiamo esaltare la naturale<br />

luminosità della pelle non solo nei mesi<br />

estivi ma anche durante l’anno.<br />

5<br />

REGOLE PER UNA PELLE SANA<br />

81<br />

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SALUTE, PERCHÉ LA PELLE PARLA DI NOI, DELLA NOSTRA VITA PRESENTE<br />

E PASSATA. E’ IL NOSTRO SPECCHIO DI BENESSERE<br />

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E’ il primo sistema antietà globale che affronta<br />

l’invecchiamento cutaneo tenendo in<br />

considerazione i diversi bioritmi stagionali. Il<br />

metodo consente all’estetista di individuare, per<br />

ogni cliente ed in qualunque momento dell’anno,<br />

una serie di trattamenti specifici per contrastare<br />

l’invecchiamento cutaneo in tutte le sue fasi. Per<br />

ottenere i massimi risultati estetici nei confronti<br />

del passare del tempo, il progetto prevede la<br />

rotazione integrata di 4 linee d’avanguardia,<br />

studiate sulla base di sistemi di rilascio controllato<br />

altamente sofisticati e contenenti principi attivi di<br />

ultima generazione.<br />

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BodyWave emette una<br />

luce rossa a 633nm,<br />

selettiva. La tecnologia<br />

sulla quale si basa<br />

l’efficacia e la<br />

funzionalità della 42<br />

Collagen BodyWave viene definita fotobiostimolazione ad una specifica<br />

lunghezza d’onda, nel nostro caso a 633nm. A 633nm la luce rossa viene<br />

assorbita dai mitocondri delle cellule e stimola la produzione di ATP<br />

(molecola di riserva energetica) che porta ad un potenziamento dell’attività<br />

cellulare e aumenta la vitalità delle cellule. Infatti numerosi studi sono stati<br />

fatti sulla luce rossa a 633 nm, la quale viene assorbita dai fibroblasti con<br />

un conseguente aumento della sintesi di nuovo collagene. In questo modo<br />

viene stimola una risposta biologica senza aumento di temperatura e<br />

senza trasmettere energia sufficiente per danneggiare il tessuto a<br />

differenza di laser, radio frequenza e luce pulsata che lavorano con elevate<br />

energie per cm2 e con un aumento della temperatura che produce una<br />

fototermolisi selettiva. I programmi di Beauty Vibro PlatePLUS sono<br />

studiati per combinarsi con le sessioni di foto-ringiovanimento.<br />

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nel campo e della continua innovazione richiesta da un mercato esigente come quello tedesco. A questa valida linea cosmetologica in grado di<br />

soddisfare le esigenze più diversificate, si affianca il supporto del team tecnico Beauty Services, sempre a disposizione sia per corsi personalizzati<br />

che per consulenze sul miglior utilizzo dei prodotti forniti che, nelle normali e prevedibili condizioni di utilizzo, sono sicuri e realizzati con sostanze<br />

che non aggrediscono l’unghia naturale, bensì la arricchiscono di sostanze idratanti e rinforzanti.


1<br />

nelle foto:<br />

1- Aktive 4 Nails<br />

2/3 Momenti del corso<br />

A4N che si è tenuto al<br />

Parco dei Principi a<br />

Grottammare (ap) ITALY<br />

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2<br />

3<br />

UNGHIE SHOCK<br />

LA SEDUZIONE È<br />

SOPRATTUTTO UNA<br />

QUESTIONE DI MANI<br />

O MEGLIO…DI<br />

UNGHIE. LE DONNE LE AMANO; LE LIMANO E LE LUCIDANO<br />

ALLA PERFEZIONE. VANNO NEI CENTRI DI ESTETICA PER MANICURE E PEDICURE. DAL<br />

MODO IN CUI VENGONO TRATTATE VERREBBE DA PENSARE CHE SIANO DELLE PARTI<br />

SUPERFLUE DEL CORPO, DESTINATE AD ESSERE DECORATE PER VANITÀ. E’ ANCHE<br />

COSI’...MA NON SOLO. LE UNGHIE NASCONO COME PROTEZIONE PER LE DITA DELLE<br />

MANI E DEI PIEDI, E’ INDISPENSABILE PERTANTO PRESERVARNE LO STATO DI SALUTE<br />

La moda della Nail Art imperversa in tutto il mondo e un numero sempre maggiore di donne ricorre a trattamenti di<br />

ricopertura o di ricostruzione artificiale delle proprie unghie. Dopo anni bui, in cui l'attenzione per le mani passava in<br />

secondo piano, anche in Italia il fenomeno sta prendendo piede tanto che termini come gel, acrilico, ricoperture o<br />

french tips sono diventati di uso comune tra le donne. Il mercato offre un numero incredibile di prodotti e di tecniche<br />

di allungamento ormai collaudate. Anche il livello dei servizi offerti sta aumentando progressivamente tanto che il<br />

nostro paese, Cenerentola del settore sino a pochi anni fa, è ormai diventato il terzo mercato europeo per<br />

importanza. Mentre la "Nail Mania" dilaga, anche il settore estetico dei servizi di manicure e pedicure conosce nuovi<br />

stimoli. Quindi non soltanto il pubblico femminile amante del "french perfetto" sembra aver preso coscienza<br />

dell'aspetto delle proprie mani ma anche le amanti dell'unghia naturale e gli uomini sono diventati assidui<br />

frequentatori di istituti estetici e centri benessere.<br />

PER SAPERNE<br />

DI PIU’SULLE TERAPIE<br />

NATURALI DEL BENESSERE<br />

L'AROMATERAPIA<br />

E’ il trattamento dei disturbi (terapia) attraverso l'impiego degli oli essenziali delle piante<br />

aromatiche, ed è una delle tecniche della medicina naturale, alternativa o olistica, ad essersi guadagnata una<br />

posizione importante nella cura di molti disturbi psicosomatici o psicologici. Sin dagli albori dell'umanità, la natura è<br />

sempre stata un toccasana per l'uomo e la pianta in particolare, madre di sostanze quasi magiche per uso culinario,<br />

medicinale e anche religioso, continua ad affascinare ancor'oggi. La passione dell'uomo per le erbe risale addirittura<br />

al periodo paleolitico, ai tempi antichi, si narra che esse erano già conosciute e apprezzate 5.000 anni fa in Cina,<br />

Tibet, India ed Egitto. Tra i nostri sensi, l’olfatto è quello più intimamente legato alle emozioni ed è collegato alla<br />

memoria, fatto che spiega lo straordinario potere evocativo degli odori.<br />

MUSICOTERAPIA Ogni popolo ha organizzato, in ogni tempo ed in ogni angolo del pianeta Terra, manifestazioni<br />

musicali che confermano il potere del suono, e quindi della musica, sull’essere umano. Tutti hanno riconosciuto e<br />

riconoscono alla musica il potere di influire sulle emozioni. Utilizzare l'ascolto musicale per guarire e prevenire<br />

significa, tra l'altro, nutrire letteralmente il corpo con il suono e servirsi del suono per scoprire le dimensioni nascoste<br />

nel profondo e per accelerare il processo di evoluzione della coscienza. Gli effetti terapeutici del suono e della<br />

musica sono in grado di modificare l'attività del sistema nervoso vegetativo, tanto da essere un'efficace aggiunta<br />

terapeutica in varie condizioni, specie quelle caratterizzate dal dolore cronico in quanto capace di modulare<br />

complesse attività nervose che si esprimono in quantificabili alterazioni neurovegetative. Risalgono al secolo


Fai spazio in casa tua e goditi un bagno di sole rigenerante e rivitalizzante insieme a tutta la tua<br />

famiglia per ritrovare buonumore e vitalità.<br />

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angoscia.<br />

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in commercio o proposte on-line,<br />

utilizzano tutte o quasi irradiatori di<br />

tipo ceramico, un tipo di lampada<br />

oramai superata nel panorama degli<br />

infrarossi e meno efficaci perché<br />

irradiano con uno spettro più ristretto e<br />

ad una temperatura più bassa, rispetto<br />

alle nostre lampade al magnesio e al<br />

quarzo. In special modo queste ultime<br />

lavorano a temperature molto più alte<br />

con uno spettro d'onda più ampio ,<br />

conferendo un notevole incremento<br />

della circolazione sanguigna.<br />

TUTTE LE CABINE<br />

POSSONO ESSERE<br />

EQUIPAGGIATE CON LE<br />

OPZIONI :<br />

AROMATERAPIA,<br />

MUSICOTERAPIA,<br />

CROMOTERAPIA.<br />

scorso, invece, le vere e<br />

proprie ricerche<br />

scientifiche sulle<br />

modificazioni fisiologiche<br />

indotte dalla musica<br />

attraverso la misurazione<br />

dei suoi effetti sulla<br />

respirazione, il ritmo<br />

cardiaco, la circolazione e<br />

la pressione sanguigna.<br />

Ma oltre a questi effetti<br />

fisiologici, essa può<br />

sollecitare l'immaginario e<br />

provocare risposte<br />

creative.<br />

CROMOTERAPIA<br />

La cromoterapia è un<br />

metodo terapeutico che<br />

usa i differenti colori per<br />

far sì che le "vibrazioni",<br />

possano penetrare<br />

nell'organismo a varie<br />

profondità causando<br />

variazioni biochimiche<br />

nelle cellule e nel sangue.<br />

La vibrazione che ciascun<br />

colore genera dentro un<br />

organismo rende<br />

possibile, quindi, il<br />

riequilibrio di condizioni<br />

psico-fisiche alterate (sia<br />

da errori nel quotidiano<br />

stile di vita, alimentazione<br />

errata, mancanza di<br />

esercizio, fumo ed alcool,<br />

etc. che originate da<br />

fattori estranei alla nostra<br />

volontà - incidenti,<br />

dispiaceri, emozioni<br />

negative, etc.) : in questo<br />

modo, il naturale<br />

processo di<br />

autoguarigione<br />

dell’organismo viene<br />

stimolato. Studi e ricerche<br />

a livello mondiale hanno<br />

evidenziato che le<br />

persone che passano la<br />

maggior parte della sua<br />

giornata in ambienti chiusi<br />

con una quantità e<br />

tonalità della luce<br />

insufficiente sono<br />

maggiormente esposte a<br />

depressione, stanchezza<br />

ed ansia, causa<br />

l’indebolimento<br />

dell'efficienza del sistema<br />

immunitario. L'idea che il<br />

colore influenzi<br />

positivamente il<br />

benessere, sia fisico che<br />

psichico, è vecchia<br />

quanto la stessa storia<br />

della medicina naturale.


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L'UOMO QUOTIDIANAMENTE OPERA E VIVE.<br />

Il progetto non come pura dimensione dello spazio decontestualizzata, bensì di fronte a paesaggi dotati di direzioni di senso, legati a culture di<br />

appartenenza, a simboli e a segni.<br />

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Come raccogliere la sfida di un’urbanizzazione ecocompatibile<br />

METROPOLI CONTEMPORANEE E SPAZI ABITATIVI PRIVATI<br />

Nel 2050 la popolazione mondiale arriverà addirittura a 9 miliardi, dei quali i 2/3 abiteranno nelle città. Con la sempre maggior crescita delle aree<br />

urbane e dei costi dell’energia, si pone la sfida di progettare edifici efficienti dal punto di vista ambientale e capaci di assicurare la fluidità di<br />

movimento delle persone. Il tasso di crescita atteso della popolazione determina un problema: dove abiteranno E’possibile far vivere un<br />

numero sempre crescente di persone sulla stessa superficie se all’interno dei piani urbanistici si prevedono la costruzione di edifici di altezza<br />

media ed elevata. Questo è il solo modo per risparmiare la terra destinata ad usi agricoli o ricreativi. Lo sviluppo in verticale, differentemente che<br />

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in orizzontale dell’edilizia, consente inoltre una migliore<br />

razionalizzazione dei costi, in termini di traffico e<br />

infrastrutture, e la logistica per l'erogazione di servizi alle<br />

persone risulta semplificata. La pianificazione degli spazi ha<br />

un ruolo importante anche per gli spostamenti all'interno delle<br />

città, una delle principali fonti di emissione dei gas serra.<br />

E’importante notare in tal senso come le città densamente<br />

costruite utilizzino una quantità pro capite di combustibili<br />

fossili per il trasporto di molto inferiore a quella di città con<br />

strutture decentralizzate. Ciò è dovuto in parte al fatto che le<br />

persone si spostano principalmente in verticale e solo per<br />

brevi distanze in orizzontale, senza la necessità di percorrere<br />

lunghi tratti. Gli ascensori, le scale mobili e i tappeti mobili<br />

saranno il principale mezzo di spostamento a breve raggio e<br />

forniranno accesso ai trasporti pubblici e ad altri mezzi di<br />

trasporto a lunga percorrenza che saranno disponibili ai<br />

margini delle aree residenziali e lavorative. Nell’ottica di una<br />

nuova visione che rappresenta la visione del futuro, nascono<br />

strumenti e strategie finalizzati a soddisfare nuovi bisogni sia<br />

in termini di “capacità di trasporto” locale sufficiente per il<br />

60–70% della popolazione mondiale che si prevede vivrà in<br />

centri urbani, quanto per migliorare la sicurezza e la qualità<br />

della vita degli uomini, soprattutto di anziani e disabili,<br />

limitando ed eliminando gli eventuali effetti dannosi derivati<br />

dagli strumenti e tecnologie normalmente utilizzati che oggi<br />

appaiono obsoleti, ma anche per risparmiare energia,<br />

contenendo gli sprechi e riducendo i consumi con vantaggi di<br />

ordine economico.<br />

UN NUOVO MODO DI ABITARE LA CASA: LA DOMOTICA<br />

Come per magia, il salotto diventa un cinema; mentre si<br />

è seduti comodamente sul divano, si chiude il portone,<br />

si imposta l'allarme di sicurezza e antintrusione, si<br />

abbassano le tapparelle, la temperatura e l'intensità delle<br />

luci vengono impostate al valore desiderato e l'impianto<br />

audio-video si accende. Cambiano i tempi, cambia il modo<br />

di pensare, cambia il modo di vivere la propria casa. Nel<br />

nuovo contesto, l'integrazione e la coesistenza tra i dispositivi<br />

elettronici, gli elettrodomestici, i sistemi di comunicazione e<br />

controllo ed i servizi abitativi che non devono essere più<br />

considerati come parti singole e isolate dalle altre, creano un<br />

nuovo scenario abitativo. Il controllo domotico si preoccupa<br />

di attuare, all’interno dell’abitazione, uno stato ottimale di<br />

benessere e comfort, di sicurezza e controllo, di risparmio<br />

energetico, di assistenza e molto altro ancora: temperatura<br />

ideale in ogni stanza (gestione del riscaldamento e comfort<br />

ambientale); luci d’atmosfera per il relax o luci tecniche per il<br />

lavoro, apertura o chiusura di persiane in caso di luce<br />

eccessiva o di pioggia (gestione dell'illuminazione e<br />

apparecchi elettrici); rilevamento di presenza di persone<br />

all’interno delle stanze, sorveglianza di bimbi attraverso<br />

l’occhio vigile delle telecamere (gestione della sicurezza);<br />

regolazione e controllo di impianti audio-video (gestione degli<br />

impianti audio-video e di comunicazioni e trasferimento dati).<br />

Tutti gli impianti sono integrati e controllati tramite un<br />

software personalizzato; in tal modo è possibile verificare e<br />

assistere al funzionamento delle varie utenze domotiche nei<br />

diversi ambienti dell’abitazione, visualizzandole in tempo<br />

reale su un monitor o sullo schermo della tv/touch-screen: le<br />

tende d’arredo del salone si abbasseranno in caso di troppo<br />

sole e si posizioneranno tutte alla stessa altezza; al<br />

passaggio si attiverà una musica di sottofondo che<br />

accompagnerà discretamente la conversazione; quasi<br />

inconsapevolmente si percepirà il dolce profumo dell’ambra<br />

nel salone o si avvertirà l’odore della salsedine nella piscina<br />

coperta (domotica olfattiva); appena giunti in veranda, il<br />

sensore intercetterà la nostra presenza ed attiverà il<br />

termoconvettore, per creare in pochi minuti la temperatura<br />

ideale; l’ascensore ci condurrà nella zona sotterranea e<br />

gradualmente le luci si posizioneranno ad un intensità adatta<br />

a creare l’atmosfera.<br />

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Protagonista in passerella,<br />

preferito dalle dive, must<br />

della stagione invernale: la<br />

moda saluta il ritorno del<br />

pizzo. Elemento ormai<br />

irrinunciabile per gli amanti<br />

di tutto ciò che è trendy, il<br />

macramé entra<br />

prepotentemente anche in<br />

casa, in hotel o in Spa, con<br />

le nuove creazioni firmate<br />

LAMP. Ricercata e<br />

preziosa, l’interpretazione<br />

LAMP delle ultime<br />

tendenze in fatto di stile dà<br />

vita ad una collezione di<br />

grande fascino ed<br />

eleganza, che riesce a<br />

fondere in perfetta armonia<br />

l’anima romantica del pizzo<br />

con linee sobrie ed<br />

essenziali. Raffinati giochi<br />

di trasparenze prendono<br />

forma grazie al particolare<br />

procedimento<br />

dell’INCAMICIATURA, la<br />

tecnica di lavorazione del<br />

vetro che permette di<br />

sovrapporre diverse tonalità<br />

di colore intervallate da<br />

vetro trasparente. In questo<br />

caso l’accostamento dei<br />

due strati si ottiene<br />

immergendo il soffiato allo<br />

stadio iniziale (bianco) in un<br />

crogiolo di differente colore<br />

e, successivamente, in uno<br />

trasparente. Il tutto viene<br />

poi dilatato ottenendo così<br />

la sovrapposizione.<br />

L’effetto pizzo si ottiene con<br />

una particolare lavorazione<br />

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DENTRO<br />

CASA<br />

Anche l’Abitare è un linguaggio e come tale evolve e<br />

si modifica.<br />

Negli ANNI 50 la cucina<br />

era un locale di servizio.<br />

. Negli ANNI 80 diventa una<br />

status symbol.<br />

Negli ANNI 90 è sinonimo<br />

di una riscoperta voglia di<br />

cucinare.<br />

OGGI la cucina acquista il<br />

nuovo significato di luogo<br />

dove vivere insieme agli<br />

affetti, secondo i propri<br />

valori e riti<br />

I linguaggi cambiano in base alla cultura, ai<br />

Miam<br />

costumi e ai tempi<br />

autorevoli<br />

esponenti dell’eccellenza italiana contemporanea<br />

La casa è quel posto dove, quando ci andate, vi<br />

accolgono sempre. (David Frost)


IN PRIMO PIANO<br />

IL PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO GIORGIO<br />

GUERRINI (nella foto) ritiene “indispensabile<br />

inserire tra le misure allo studio del Governo<br />

per fronteggiare la crisi il principio che il<br />

versamento dell’ IVA avviene solo al momento<br />

dell’effettivo pagamento della fattura da parte<br />

del committente. Con questo intervento<br />

contenuto peraltro nel programma elettorale<br />

della maggioranza verrà evitato l’esborso anticipato di somme prima che si siano<br />

verificati i correlativi flussi finanziari. Inoltre, avrà un ulteriore effetto positivo:<br />

indurrà i committenti a pagare in tempi più brevi per poter detrarsi l’imposta versata<br />

ai fornitori. Si tratta di uno strumento efficace contro il malcostume dei ritardi di<br />

pagamento tra imprese che penalizza soprattutto le aziende di piccole dimensioni<br />

che operano per conto terzi”.<br />

PALAZZO CHIGI: è stato firmato dal<br />

Ministro<br />

della Difesa, Ignazio La Russa, e dal Ministro<br />

per le Pari Opportunità, Maria Rosaria<br />

Carfagna, un Protocollo d’intesa che intende<br />

realizzare un rapporto di collaborazione tra le<br />

parti per rendere più efficace sia l’azione di<br />

prevenzione e di contrasto nei confronti di atti<br />

persecutori, violenti, sessualmente finalizzati o<br />

vessativi verso vittime vulnerabili, sia il raccordo<br />

tra i soggetti competenti ad intervenire.<br />

Roma 16 gennaio 2009<br />

A CONCLUSIONE DEL PROGETTO “COAST TO<br />

COAST: Il territorio preso in esame e sul quale si<br />

sono incentrate le varie azioni previste dal<br />

progetto è quello che va dalla costa emilianoromagnola<br />

alla zona del Delta del Po (province<br />

di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, Ferrara e<br />

Rovigo) per la parte italiana e dall'Istria, il golfo<br />

del Quarnaro alla Dalmazia settentrionale<br />

(Contee di Rijeka, Pula e Zadar) per la parte<br />

croata. Gli obiettivi di carattere generale, alla<br />

base del presente progetto, sono riconducibili<br />

alla volontà, fortemente condivisa su entrambe<br />

le coste, di procedere ad una valorizzazione del<br />

bacino del medio-alto Adriatico da un punto di vista economico, facendo leva in<br />

particolare sul turismo quale fattore di sviluppo. L’area in questione infatti, pur<br />

essendo caratterizzata da una forte vocazione turistica su entrambi i litorali,<br />

costituisce, a parere dei partner di progetto, uno degli anelli deboli nelle relazioni<br />

transadriatiche tra Italia e Croazia, sia per la carenza di progetti di promozione<br />

turistica integrata che per l’insufficienza di collegamenti diretti (aerei e marittimi)<br />

che possano facilitare il commercio e la cooperazione internazionale fra le PMI<br />

delle due coste. Interpretando lo spirito della Legge 84/2001, il Progetto “Coast to<br />

Coast” ha inteso quindi porre il turismo, visto come veicolo di conoscenza ed<br />

integrazione tra i popoli e di crescita economica dei territori e dei rispettivi sistemi<br />

di piccole e medie imprese, come fondamentale ed imprescindibile motore<br />

dell’integrazione di questa parte di Europa. Nell’idea del progetto le due coste<br />

dell’Adriatico devono, quindi, crescere insieme e diventare insieme un polo di<br />

attrazione turistica importante, senza alcuno spirito competitivo. L'accordo è stato<br />

sottoscritto dal Presidente della Camera di Commercio di Rimini, Manlio<br />

Maggioli, (a destra nella foto, in rappresentanza delle Camere di FC, FE, RA, RO),<br />

e dal presidente della Camera della Contea di Rijeka Vinko Micetic. Il Segretario<br />

Generale Dott. Maurizio Temeroli<br />

EXPORT: I PAESI EMERGENTI SPINGERANNO IL MADE IN ITALY NEL I°<br />

TRIMESTRE 2009. Nonostante i venti di crisi il Made in Italy continuerà a segnare<br />

un andamento positivo sui mercati internazionali.<br />

E’ questa la previsione che<br />

emerge da un’indagine Unioncamere-Assocamerestero sull’andamento<br />

tendenziale delle esportazioni italiane nei primi 3 mesi dell’anno in corso. A<br />

sostenere l’export dei nostri prodotti di punta saranno principalmente i Paesi<br />

petroliferi e le economie emergenti, la cui domanda tenderà a contrastare il<br />

rallentamento delle vendite verso i paesi industrializzati. Sistema Moda, mobili,<br />

agroalimentare, meccanica e elettronica si<br />

configurano in particolare tra i comparti con le<br />

dinamiche più positive, a conferma del<br />

cambiamento in atto dei modelli di<br />

specializzazione del sistema produttivo e dei<br />

processi di ristrutturazione e riqualificazione<br />

della nostra industria. Nella foto: il Presidente<br />

Unioncamere Andrea Mondello<br />

intervista a Marcello Stagni (socio BIOOS)<br />

diabete e<br />

retinopatia<br />

diabetica<br />

di Sonia Amaolo (giornalista e conduttrice TV)<br />

Che cosa è il diabete<br />

Il diabete è una malattia causata da un insufficiente azione<br />

dell’insulina, un ormone secreto dal pancreas che permette<br />

al glucosio (zucchero) del sangue di entrare nelle cellule<br />

dell’organismo per essere trasformato in energia. Se lo<br />

zucchero non viene utilizzato al meglio questo si accumula<br />

nel sangue disturbando complessi processi vitali e<br />

comportando col tempo dei danni gravi all’organismo,<br />

specialmente all’apparato circolatorio ed a quello nervoso. Si<br />

conoscono due principali tipi di diabete: Il Tipo 1 colpisce<br />

soggetti adolescenti o giovani ed è legato ad un danno del<br />

pancreas su base immunitaria. Il Tipo 2, è la forma più<br />

comune della malattia, colpisce in genere soggetti oltre i 40<br />

anni di età, si associa ad obesità ed iperalimentazione che<br />

determinano un progressivo indebolimento dell’effetto<br />

dell’insulina.<br />

Quali sono le complicanze oculari del diabete<br />

I pazienti con diabete, come è stato dimostrato, sono i più<br />

soggetti a sviluppare malattie oculari, come la cataratta, il<br />

glaucoma o alterazioni della cornea, ma la malattia che<br />

colpisce la retina, e cioè la retinopatia diabetica, è quella più<br />

grave per le conseguenze invalidanti che comporta. Questa<br />

malattia si manifesta in genere entro 20 anni dall’inizio del<br />

diabete e costituisce un problema di rilevanza sociale poiché<br />

essa costituisce la maggiore causa di perdita della vista in<br />

soggetti affetti da diabete.<br />

Che cosa è la retinopatia diabetica<br />

La microangiopatia diabetica è una grave complicanza del<br />

diabete che colpisce i piccoli vasi di diversi organi. Quando<br />

vengono interessati quelli della retina si parla di retinopatia<br />

diabetica che è la complicanza più temuta tra le complicanze<br />

oculari poiché risulta potenzialmente pericolosa tanto da<br />

portare fino alla perdita della vista. Secondo i dati<br />

epidemiologici più recenti, dopo circa 20 anni di malattia, il<br />

70% dei pazienti diabetici sviluppa una forma di retinopatia.<br />

Come si scopre la retinopatia diabetica<br />

In caso di diabete l’occhio può ammalarsi di nascosto! Chi è<br />

affetto da diabete, anche in assenza di disturbi della vista,<br />

deve sottoporsi a regolari visite oculistiche perché la RD<br />

inizia prima di dare compromissione della vista ed è<br />

fondamentale scoprirla e trattarla il prima possibile. L’<br />

Oculista, guardando la retina, saprà descrivere se sono<br />

iniziate delle alterazioni e in che fase esse si trovano.<br />

Chièarischio<br />

Tutti i pazienti diabetici sono a rischio di sviluppare una<br />

retinopatia diabetica ma il rischio maggiore si corre quando il<br />

diabete non è ben controllato con i farmaci e con la dieta.<br />

Con il passare del tempo le probabilità che si sviluppi una<br />

RD aumentano ma una diminuzione della vista si ha solo<br />

quando le alterazioni della retina coinvolgono la sua parte<br />

centrale, e cioè la macula, dove si percepiscono e si<br />

mettono a fuoco le immagini.<br />

Che cosa si deve fare per evitare la retinopatia<br />

diabetica<br />

Anche se nel corso degli anni i pazienti diabetici possono<br />

sviluppare come complicanza la retinopatia diabetica, tale<br />

rischio si riduce in maniera elevata se si mantiene la<br />

glicemia sotto controllo attraverso i farmaci, la dieta e<br />

l’esercizio fisico. Uno scrupoloso auotomonitoraggio della<br />

glicemia con apparecchi adeguati è fondamentale ai fini di<br />

un buon controllo glicemico. La riduzione del rischio di avere<br />

complicanze si ottiene anche attraverso sistematici controlli<br />

da parte del Diabetologo e dell’Oculista.<br />

CONGRESSO INTERNAZIONALE<br />

DI OFTALMOLOGIA<br />

organizzato da Bioos<br />

Bioos azienda leader nazionale nel settore oftalmico è oggi un gruppo guidato da una Holding spa che gestisce 10<br />

aziende operative rappresentate da 5 commerciali ed altrettante di ricerca, produzione e logistica. Sooft e Bioos<br />

Italia (industria oftalminica) Potoox (ottica), Oofta hi-yech (innovazione tecnico-chirurgica) , Glaucoon<br />

(Glaucoma), Bioosoft (ricerca), Neoox (neo-natale) ed Oox (logistica).<br />

TEATRO DELL’AQUILA<br />

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Quale terapia per la Retinopatia diabetica è oggi disponibile<br />

Una cura per far regredire la retinopatia diabetica purtroppo non esiste. Una terapia molto utile a contrastare la progressione della retinopatia e quella<br />

Laser. Il raggio luminoso crea delle piccole bruciature della retina. Le zone colpite dopo il trattamento funzionano meno ma questo è un “sacrificio”<br />

necessario per consentire un controllo della malattia. Nei casi ancora più gravi (emorragie estese, distacco di retina) occorre un vero e proprio<br />

intervento chirurgico: la vitrectomia. Recentemente si è dimostrato molto interessante l’impiego di iniezioni all’interno dell’occhio di preparati a base di<br />

cortisone utili nel controllare l’edema maculare.<br />

Possono specifici nutraceutici aiutare nel rallentamento della patologia<br />

Naturalmente ci sono diversi preparati attivi sul microcircolo che sono stati proposti per la retinopatia diabetica. Sono principi che ostacolano la<br />

fuoriuscita dei liquidi dai capillari rafforzando l’integrità della parete e che nello stesso tempo tendono a migliorano il flusso ematico garantendo il miglior<br />

metabolismo della retina. Questi preparati, se da un lato rappresentano un valido approccio nella prevenzione del danno retinico, dall’altro non sono<br />

risolutivi quando la patologia retinica è già conclamata. Ma se associati alla terapia Laser e a quella generale per il diabete essi possono costituire un<br />

valido rimedio nel controllare la progressione delle alterazioni della retina. Inoltre sostanze a forte azione antiossidante, come l’acido lipoico, si sono<br />

dimostrati utili nel proteggere i tessuti oculari limitando principalmente i danni provocati dai radicali liberi.<br />

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NEL PROSSIMO NUMERO “normativa antiriciclaggio e segnalazione di operazioni sospette” di Ermanno Cappa - “Sponsoring dalla A alla Z- Manuale Operativo” dI Elisa Bortoluzzi Dubach<br />

DOPO IL SUCCESSO IN EUROPA DI<br />

PERCHÉ “GLI UOMINI PICCHIANO LE<br />

DONNE”, ESCE IN ITALIA IL NUOVO<br />

LIBRO INCHIESTA DI ALDO ROCCO<br />

Troppo forte era la tentazione di tornare<br />

sull’argomento delle violenze<br />

domestiche, per questo scrittore che ha<br />

fatto dell’impegno il motore principale<br />

della propria ispirazione. Dopo aver<br />

sviscerato le ragioni dell’impulso<br />

maschile al maltrattamento dei propri<br />

cari, e in particolare della donna, in<br />

“Perché gli uomini picchiano le donne” , tema peraltro drammaticamente<br />

presente nel libro immediatamente successivo, “GHB – La droga dello<br />

stupro” , Aldo Rocco torna a guardare in faccia lividi e percosse inferte<br />

al gentil sesso, spinto forse da un desiderio di rivalsa. Un affresco scuro<br />

a tinte rosa poiché, anche se agrodolce, il finale d’ogni racconto vede<br />

migliorate le sorti di queste eroine.<br />

di Meryem Benchenane<br />

“LE PRIME 100 DONNE IMPRENDITRICI<br />

ARABE E EUROPEE” è una pubblicazione<br />

che offre una varietà di analisi sullo<br />

sviluppo e la crescita delle imprese,<br />

attraverso reportage, interviste e<br />

soprattutto crea la prima top delle<br />

imprese guidate da donne, a livello sia<br />

nazionale che regionale nel mondo<br />

Arabo e in Europa. Inoltre dedica un<br />

dossier speciale alla rete delle<br />

imprenditrici in Quebec. L’uscita,<br />

prevista a marzo, sarà seguita da una<br />

cerimonia per i trofei delle prime donne<br />

che si sono distinte nel percorso<br />

dell’anno 2008 e l’inizio dell’ 2009.<br />

Approfondimento a pag. 20<br />

IL NUOVO VOLUME DI DOLCE & GABBANA, “ DIAMONDS & PEARLS ”,<br />

APPARE SIN DALLA SUA VESTE GRAFICA, IDEATA DA ALEX WIEDERIN,<br />

UNO “SCRIGNO” EDITORIALE PER UNICITÀ E ORIGINALITÀ. La ricerca<br />

della perfezione e della bellezza sono al<br />

centro del lavoro di Domenico Dolce e<br />

di Stefano Gabbana, che hanno<br />

selezionato appositamente per il libro<br />

abiti e accessori, accomunati dalla<br />

presenza di gemme e pietre multicolor,<br />

macro o micro paillettes, perle di svariate<br />

dimensioni, foglie d’oro e Swarovski.<br />

Quello delle applicazioni è l’elemento che<br />

caratterizzava le prime sfilate degli anni<br />

’80 e ’90 e che periodicamente ricompare<br />

nelle collezioni della donna.<br />

di Lino Valente<br />

di Elena Gramatica<br />

YARIS, IL PICCOLO GENIO<br />

L’autore, Antonio Dini, giornalista e<br />

saggista del Sole 24Ore che collabora<br />

con l’Università Cattolica di Milano e<br />

l’Osservatorio sulla Comunicazione,<br />

nel<br />

suo libro ricostruisce, svelandone i<br />

segreti, la storia del primo grande<br />

successo commerciale di Toyota in Italia.<br />

Il nostro Paese infatti è, dopo il<br />

Giappone, il mercato in cui il “ piccolo<br />

Genio” ha incontrato il maggior favore al<br />

mondo. Il merito di questa storia<br />

straordinaria, che ha permesso in meno<br />

di dieci anni a Toyota di vendere più di<br />

mezzo milione di vetture e proiettare un<br />

marchio praticamente sconosciuto in Italia al vertice delle classifiche, è<br />

soprattutto del management italiano dell’azienda.<br />

Amministrazione di<br />

cui Dini ci racconta attraverso interviste e analisi dei dati di mercato.<br />

Pablo Echaurren “Cina addio” 1989,<br />

tecnica mista su carta esposto al MIAAO<br />

Museo Internazionale delle Arti Applicate<br />

Oggi. Torino - ITALY<br />

Prorogata al 15 febbraio 2009 la personale<br />

di Italo Zuffi. Ospitata presso Monotono, il<br />

nuovo spazio per il contemporaneo da poco<br />

inaugurato a Vicenza, la mostra propone<br />

una riflessione sul concetto<br />

dell’ “esportabilità” di uno stile e delle sue<br />

successive alterazioni, alla ricerca di una<br />

perenne adattabilità. Attraverso una<br />

spiccata versatilità e l’uso di diversi<br />

linguaggi (dalla scultura, alla fotografia, alla<br />

performance), Zuffi è riuscito così a fare di<br />

Erased Palladio un progetto frutto di diverse<br />

ricerche e suggestioni.<br />

In mostra a Roma le opere di rara<br />

delicatezza del cosiddetto "Maestro della<br />

natura" , Utagawa Hiroshige: paesaggi,<br />

atmosfere, animali, interpretati dalla tecnica<br />

e dalla raffinatissima sensibilità di uno dei<br />

maggiori artisti giapponesi del XIX secolo.<br />

IL Diavolo e l’Acquasanta “ Museo<br />

Archeologico”<br />

fino al 31 maggio 2009<br />

Sarsina (FC) ITALY. Ventidue artisti di fama<br />

internazionale interpretano gli Arcani<br />

Maggiori dei Tarocchi, sotto l'egida di un<br />

decano d'eccezione, l'architetto-scultore<br />

Ilario Fioravanti. Arte, magia, esoterismo.<br />

Passato, presente, futuro.<br />

SI E’CONCLUSA IL 18 DICEMBRE CON GRANDISSIMO SUCCESSO DI PUBLICO E CRITICA LA<br />

MOSTRA DI PAOLO SISTILLI, PITTORE E GOVERT HEIKOOP, SCULTORE PRESSO IL<br />

RIJKSINSTITUUT VOOR VOLKSGEZONDHEID EN MILIEU (RIVM) IN BILTHOVEN OLANDA.<br />

Dal catalogo della mostra,<br />

curata da Dick Adelaar, le recenti opere di Paolo sono parlanti<br />

nel vero senso letterario della parola. Dal 2005 infatti, l’artista lavora ad una ricerca<br />

sull’ “alfabeto immaginario”, un motivo sulla comunicazione non verbale. Tutto quello che<br />

viene lasciato sui muri: scritte, caratteri, manifesti, messaggi, dalla politica all’amore e alla comunicazione in<br />

generale, sbiaditi, strappati testimoni oramai non più legati al contemporaneo e lontani dal loro originale<br />

significato. Nel suo atelier Paolo ricostruisce, scoprendo nuovi significati ed emozioni ed applicando diverse<br />

tecniche pittoriche, i colori dati strato su strato: grigi, mummia, neri con accenti finali dal rosso vermiglio al<br />

pompeiano e con elementi che richiamano le forme organiche della corteccia. E’ chiaro l’interesse dell’artista<br />

per la patafisica, una filosofia che guarda oltre la metafisica, una parodia alle teorie e ai metodi delle moderne<br />

scienze, in un assurdo creativo e diverso uso della lingua. Alcuni suoi lavori ci richiamano ai miti, ai simboli di<br />

un mondo magico...dai totem agli spiriti protettori di popoli primitivi in una ricerca sempre condivisa dalle<br />

avanguardie europee; le surrealistiche fotografie di Brassai (1899-1984) presentate negli anni 30 sotto il titolo<br />

grafiti o “muro con scritte” (1945 moma museum) di Jean Dubuffet artista dell ArtBrut e perchè no, Max Ernest<br />

(1891-1976). Paolo prosegue la ricerca usando in maniera originale vecchie e nuove tecniche pittoriche e<br />

grafiche. Nel 2050 organizzerà de “Tate Modern” una retrospettiva sui lavori tratti dall’alfabeto immaginario<br />

con il critico che chiuderà la sua presentazione pronunciando le parole: it is amazing !...<br />

di Dick Adelaar<br />

WWW.PAOLOSISTILLI.NL<br />

PAOLO SISTILLI<br />

UTRECHT<br />

NEDERLAND<br />

www.donnaimpresa.com 73


lettere<br />

al DIRETTORE<br />

Riflessioni digitali<br />

Il più grande difetto nei discorsi legati ai social<br />

network è che se ne parla sempre come di un<br />

fenomeno globale.<br />

In questo atteggiamento<br />

ovviamente c’è del vero, ma<br />

pensandolo sempre in questo<br />

modo si perde un dato<br />

fondamentale. Sicuramente l’uso<br />

dei social network è un fenomeno<br />

globale, ma il loro significato, il<br />

modo in cui come sono usati e<br />

perché, credo non sia affatto un<br />

fenomeno uguale né fra stato e<br />

stato, tantomeno fra Europa e<br />

America. E’ come se uno stesso<br />

strumento, abbastanza elastico,<br />

rispondesse a bisogni e pulsioni<br />

personali diverse. Per capire come<br />

MARINA MACCHI e perché è usato il social network<br />

DIRETTORE GENERALE RDM in America è utile tornare ai<br />

discorsi di Bourdieu sul capitale.<br />

Un individuo ha tre tipologie di capitale che definiscono il suo status<br />

sociale: il capitale monetario, culturale e relazionale. Il primo<br />

ovviamente sono i soldi, il secondo è un patrimonio di conoscenze, il<br />

terzo è legato alla rete di conoscenti/amici . Tale definizione è vera in<br />

tutto il mondo occidentale, ma in USA ha alcune declinazioni<br />

interessanti. Prima di tutto il patrimonio relazionale è sempre visto in<br />

chiave di business ed è, quindi, molto coerente con le proprie<br />

aspirazioni sociali e, il patrimonio culturale, è molto legato all’idea di<br />

patrimonio storico/culturale. Non avendo gli Stati Uniti una storia<br />

paragonabile a quella Europea, utilizzano come capitale culturale tutto<br />

ciò che a che fare col nostro continente. Fare un corso da sommelier,<br />

un corso di italiano, andare ad una mostra di impressionisti, è legato,<br />

più che a interessi personali, ad un tentativo di ampliare il proprio<br />

capitale culturale in termini di visibilità sociale: è più visibile sapere<br />

l’italiano o sapere distinguere vini, che avere un reale capitale culturale.<br />

Un altro dato importante è che gli USA sono un luogo dove la mobilità è<br />

altissima, e le relazioni sociali “intense” molto rare. Per dirla banalmente<br />

la gente si sente, ed è, molto più sola rispetto all’Europa. I social<br />

network hanno successo, in USA, per questi motivi: rendere le persone<br />

meno sole, rendere visibile il capitale relazionale e culturale di ognuno.<br />

In Europa invece tali bisogni sono molto meno forti, o comunque con<br />

delle distinzioni molto importanti. La peculiarità con cui nasce in<br />

Europa, al di là della moda del social network, è che è un modo per<br />

avere luoghi di conoscenza. Una ricerca che ho condotto all’UCLA<br />

riguardava proprio l’analisi di contenuto di alcuni fra i social network più<br />

importanti: face book, flickr, anobii, linkedin, myspace. Da un lato alcuni<br />

usi dei social network sono molto simili. Tutto ciò che ha un obbiettivo<br />

legato ad una comunità professionale è simile in europa e Usa:<br />

linkedin; le micro comunità di scrittori e musicisti su myspace… Invece<br />

le differenze sono grandi per quanto riguarda l’uso ludico dei SN. La<br />

dimensione ludica è molto più marcata in Europa, mentre in USA è<br />

comunque legata ad una esposizione di ciò che un utente fa sul lavoro,<br />

quali posti visita, cioè come se anche la dimensione ludica dei SN fosse<br />

un modo per rendere visibile il proprio capitale culturale o sociale. Infatti<br />

in USA un utente ha gli stessi “amici” sia su SN professionali, sia su<br />

quelli più amicali, come se ci fosse poca distinzione. Invece gli europei<br />

tendono a tenere distinti i due piani. E’ anche interessante vedere come<br />

in Europa abbiano successo quei social network basati sulla<br />

condivisione della conoscenza, ma non collegata ad ambiti lavorativi.<br />

Due esempi italiani sono 2spaghi.it e anobii. Il primo è un modo per<br />

collettivizzare la conoscenza rispetto a trattorie/ristoranti, il secondo è<br />

un modo per rendere pubblica la propria libreria, dando giudizi e<br />

valutazioni sui romanzi che si stanno leggendo. Ovviamente anche tali<br />

SN possono essere visti come modi per costruire un capitale culturale.<br />

Però gli utenti su tali SN hanno network diversi, più allargati, rispetto ai<br />

SN classici, perché l’obbiettivo è condividere conoscenze, più che<br />

mettere in mostra il proprio capitale culturale. Credo che questa<br />

differenza fra due modi diversi di concepire i SN sia indispensabile per<br />

capire come creare strategie di marketing efficaci. In Europa una parte<br />

di social network sono usati per aumentare il proprio patrimonio di<br />

conoscenza, non per renderlo visibile, sono usati per scherzare con i<br />

propri amici, non per rendere pubblico il proprio status. Di conseguenza<br />

pensare ad una strategia comune sui social newtork che non tenga<br />

conto di tale differenza è destinata a non essere efficace.<br />

Trittico drammaturgico<br />

contro la guerra<br />

L'unica cosa che in questo mondo va combattuta è la guerra.<br />

L'unico impegno, civile e gandhiano, è lottare con tutte le proprie forze<br />

contro la guerra urlando la voglia dei deboli di mettere al bando per<br />

sempre le armi del mondo.In<br />

quest'operazione munchiana un valido<br />

aiuto viene dal teatro dove Francione<br />

sta operando con ben tre messe in<br />

scena – due affreschi e una miniatura<br />

- di sue opere dai sapori e toni diversi;<br />

tutte mosse dall'unico intento di<br />

educare gli uomini ma soprattutto i<br />

giovani a lottare contro la guerra.Si è<br />

partiti il 21 dicembre 2008 dal teatro<br />

Giannelli di Roma con Suoni e luci di<br />

guerra e pace (coautore Francesco de<br />

Cicco), un’opera sostenuta con ardore<br />

dalla Regione Lazio. E’ una pièce<br />

multimediale a collage dove artisti e<br />

ragazzi, uniti insieme, lanciano il loro<br />

urlo contro l'infamia della guerra, di<br />

qualunque guerra, auspicando un<br />

GENNARO FRANCIONE<br />

MAGISTRATO<br />

mondo diverso con un nuovo sole che riscaldi la fratellanza degli<br />

uomini finalmente accomunati dalla pace, dall'emozione e dalla<br />

creatività comuni. In quest'epoca di teatro povero ben 53 tra attori,<br />

danzatori e cantanti in scena, creano un’azione ricca perché mossa<br />

dalla passione drammaturgica che accomuna tutti.Un'opera più<br />

raccolta è La guerra culinaria di monsieur Gurdjieff in un atto, per la<br />

regia di Vincenzo Sartini la cui prima si è avuta nel prestigioso e amico<br />

Hotel Turner, a pochi passi da Porta Pia, il 20 dicembre. Racconta<br />

l'insegnamento di George Ivanovitch Gurdjieff(1877-1949), il maestro<br />

armeno che agli inizi del secolo scorso fondò una scuola<br />

d'insegnamento esoterico volto alla liberazione dell'uomo. Attraverso il<br />

Triagramma Drammaturgico rappresentato dal Maestro Musicale,<br />

dall'Allievo Poeta e dall'Amante Pittrice si dipana la storia di tre anime<br />

nascoste nella casa di una Parigi appena invasa dalle truppe<br />

tedesche. La guerra si fa metafora della condizione umana in sé con<br />

l'insegnamento di Gurdjieff che spinge l'essere lungo la Quarta Via<br />

della consapevolezza e della fratellanza operosa. Nel maggio 2009 si<br />

ritornerà al maestoso con Unkaya, per la regia di Stefano Loconte e la<br />

coreografia di Rocio Neri che guida il gruppo di danzatori messicani<br />

"Sesto sole". Si tratta appunto di teatro-Danza descrivente l'epopea<br />

azteca con una nuova visione del sacrificio inteso come personale e<br />

volontaria immolazione al dio Sole nel trionfo della forza e del coraggio<br />

del Grande Guerriero. Questa visione, attraverso una storia d'amore e<br />

la ribalta zodiacale di un intero popolo alla ricerca di un senso alle<br />

cose, verrà rivoluzionata dall'Unkaya. E' il "mai più" del sacrificarsi<br />

dell'uomo in una nuova prospettazione vivifica e salvifica della vita che<br />

va vissuta e protetta integralmente, contro la guerra e l'inutile<br />

sacrificio, in ecologia come in rituale. Tre azioni sceniche per tre<br />

momenti in cui gridare tutti in coro: “Mai più la guerra!”. Informazioni:<br />

Suoni e luci di guerra e pace sarà ripresa il 17-18 gennaio al Teatro san<br />

Leonardo di Acilia; La guerra culinaria di monsieur Gurdjieff il 24-25<br />

gennaio al Teatro Stabile di Ostia Antica, il 7-8 marzo al teatro Gassman<br />

di Civitavecchia. Per altre informazioni consultare ADRAMELEK<br />

THEATER: http://www.antiarte.it/adramelekteatro oppure scrivere ad<br />

azuz@inwind.it<br />

L’emancipazione delle<br />

donne, un punto<br />

di non ritorno<br />

Con il riconoscimento dell’uguaglianza<br />

dei sessi niente è più come prima.<br />

I comportamenti violenti, i sistemi culturali<br />

discriminanti possono ormai essere denunciati e<br />

perseguiti. In Francia, solo nel 1938 è stato<br />

modificato il Codice civile del 1804 che sanciva<br />

l’incapacità civile della donna sposata. Nel 1944 è<br />

stato garantito il diritto di voto attivo e passivo alla<br />

donna. Fino al 1942 l’aborto è condannato con la<br />

pena di morte. Nel 1970 sparisce la nozione di<br />

capo-famiglia e l’autorità parentale è così condivisa<br />

dai due coniugi. Nel 1974 la legge Veil autorizza<br />

l’interruzione volontaria della gravidanza. È dei<br />

nostri giorni la proposta di legge sulla parità dei<br />

sessi nella vita politica. Certo l’emancipazione di cui<br />

godono oggi le donne occidentali è passata<br />

attraverso dure lotte e rivendicazioni femministe, a<br />

volte estremiste e non sempre rappresentative di<br />

tutte le donne, ma alla fine barriere considerate<br />

insuperabili sono state eliminate e le donne hanno<br />

cominciato a liberarsi da quelle immagini<br />

stereotipate che le tenevano prigioniere: o «donne<br />

diaboliche», seduttrici e oggetti sessuali maschili o<br />

«madonne» tutte spose e madri, più madri che<br />

spose. Oggi, nessun ruolo è vietato alle donne e lo spazio sociale ritrova<br />

una protagonista a lungo confinata nello spazio privato della casa.<br />

L’emancipazione della donna è così un punto di non ritorno, una vera<br />

rivoluzione sociale, ma non mancano ombre e perplessità. Ogni anno<br />

su 210 milioni di gravidanze nel mondo 22% vengono interrotte da un<br />

aborto, di cui 26 milioni sono aborti legali e circa 20 milioni sono aborti<br />

illegali. I tassi sono simili per i Paesi sviluppati, in cui l’aborto è per lo più<br />

legale, e per quelli in via di sviluppo, in cui l’aborto è illegale. Tuttavia, i<br />

tassi di mortalità in seguito ad aborto sono di 330 morti su 100.000 nei<br />

Paesi in via di sviluppo contro un numero oscillante fra 0,2 e 1,2 su<br />

100.000 nei Paesi sviluppati. Senza entrare nel merito della moralità<br />

dell’aborto, non tutte le donne hanno comunque le stesse possibilità,<br />

neppure quelle minime di vita e di morte. Inoltre la nuova donna<br />

emancipata corre il rischio di farsi ingabbiare da altre immagini e<br />

stereotipi non meno pericolosi dei<br />

precedenti: la superwoman, efficiente,<br />

materna, iperattiva, seducente... e mai<br />

stanca...Infine se è importante<br />

difendere l’uguale dignità tra uomo e<br />

donna, non bisognerà comunque<br />

cancellare o dimenticare la differenza.<br />

Infatti, non è stata la differenza<br />

naturale dei sessi a legittimare<br />

l’ineguaglianza delle donne, ma<br />

piuttosto la negazione di questa<br />

differenza. Nella nostra storia le donne<br />

non sono state veramente considerate<br />

come «diverse» incarnando però<br />

l’umanità allo stesso titolo degli<br />

uomini, ma sono state definite come<br />

uomini incompleti, inferiori e quindi<br />

discriminate. Bisogna allora<br />

comprendere che questa logica della<br />

mancanza e dell’inferiorità non è la<br />

logica della differenza. Quello che<br />

minaccia oggi la relazione uomodonna<br />

è infatti l’indifferenziazione,<br />

l’unisex, l’annullamento dei sessi,<br />

l’androgino... ciò che serve a tutto e a<br />

tutti perché non si preoccupa di alcuna<br />

specificità. Il vero problema è che<br />

dall’indifferenziazione all’indifferenza il<br />

passo è molto breve, lasciando così gli individui, uomini e donne, in una<br />

insanabile solitudine.<br />

di Lorenzo Prencipe<br />

Ssst...!Parla Piunti, Capogruppo An<br />

Comune di S. Benedetto del Tronto<br />

Al giro di boa del mandato amministrativo il bilancio di questa giunta può definirsi,<br />

senza tema di smentita, deludente...<br />

da un sindaco che vanta una esperienza amministrativa ventennale ci si aspettava un’azione più decisa ed<br />

energica, invece si è limitato a portare avanti interventi già messi in atto dalla passata amministrazione di centro<br />

destra senza dare una impronta programmatica a quella attuale, un comportamento più da amministrazione di<br />

condominio che da Sindaco. I vari flop (vedi lungomare a pagamento e corsia preferenziale per i bus) e le<br />

defaillance, clamorosa quella sullo stadio Ballarin, che oltre a fare perdere un contributo di 10 milioni di euro, ci<br />

ha esposti ad una brutta figura internazionale, hanno di fatto isolato il primo cittadino dal resto della giunta e della<br />

sua maggioranza, ma soprattutto ha deluso i cittadini sambenedettesi che hanno creduto in questa politica degli<br />

annunci che prevedeva: la riqualificazione del lungomare nord, la Piazza S. Pio X, il risanamento del Torrente<br />

Albula, l’ampliamento della Sala mensa alla Scuola Caselli e la realizzazione della circonvallazione che avrebbe<br />

in buona parte risolto il problema del traffico sulla Statale 16. Ma a fronte di tante insufficienze, sono stati solerti<br />

nell’ammettere le tasse ICI e addizionale IRPEF (nell’attesa della Tarsu che avverrà a breve). Andando ad<br />

appesantire ancor di più la situazione economica dei cittadini. Più tasse e meno servizi, insomma una gestione al<br />

contrario della cosa pubblica. Infatti il nostro territorio in questi due anni e mezzo è arrivato a contare una<br />

disoccupazione pari al 23%, contro il 7% di media nazionale e regionale, e, come se non bastasse, anche da<br />

regina del turismo marchigiano abbiamo dovuto subire una contrazione consistente nel periodo estivo anche<br />

grazie alla iniziative sbagliate nel campo turistico – culturale. Nel frattempo si continua nell’assegnare incarichi<br />

ad amici e amici degli amici (550 mila euro solo nel 2007) oltre ai 100mila per una fantomatica riorganizzazione<br />

PASQUALINO PIUNTI<br />

VICE PRESIDENTE<br />

PROVINCIALE (AP)<br />

del personale, che in realtà nascondeva solo la volontà di “premiare o punire” il dipendente a seconda della sua appartenenza politica e la ciliegina<br />

sulla torta dei 100mila euro spese in cene e convegni (sempre nel 2007). Un Robin Hood al contrario che è riuscito nel non facile compito di<br />

scontentare tutti con le facili promesse da marinaio. Proprio ciò di cui San Benedetto non ha bisogno.<br />

71<br />

www.donnaimpresa.com


JACKBELLA<br />

VITA-WINTER<br />

2009<br />

IN QUESTA RUBRICA:<br />

Roma Cinema Festival<br />

• Notte speciale<br />

Irene Mezzocapo voce degli AFO4<br />

• Vincent Campanelli<br />

La giovanissima Rima sbarca in Italia<br />

• I migliori anni...70’ !<br />

www.donnaimpresa.com 89<br />

ELLA VITA<br />

www.captainjack.it


Le luci del festival del cinema romano si sono spente.<br />

COSA RESTA...<br />

DA RACCONTARE…<br />

ROMA<br />

ITALY<br />

1<br />

NATA PER RESTITUIRE ALLA<br />

CITTÀ IL SUO TRADIZIONALE<br />

PRIMATO IN AMBITO<br />

CINEMATOGRAFICO, LA<br />

MANIFESTAZIONE SI<br />

PROPONE COME<br />

ALTERNATIVA AI PIÙ FAMOSI<br />

FESTIVAL DEL CINEMA<br />

EUROPEI. IL TUTTO SENZA<br />

RINUNCIARE, PERÒ, A QUEL<br />

TANTO DI MONDANITÀ CHE<br />

BASTA PER POPOLARE LE<br />

STRADE DELLA CAPITALE ED I<br />

“LUOGHI CULT” DI STAR E<br />

STARLETTE IN GRADO DI<br />

CATTURARE L’ATTENZIONE DI<br />

CURIOSI, FAN ED<br />

INSTANCABILI PAPARAZZI IN<br />

CERCA DI SCOOP.<br />

2 3<br />

4<br />

Le luci del festival del cinema si sono spente. Cosa resta da raccontare<br />

Tutto quello che non avete visto in televisione o nelle fotografie di paparazzi<br />

strapazzati. Partiamo da loro. I nostri eroi ogni sera sono stati sbattuti da<br />

una festa ad un’altra. Le notti del dopo Red Carpet sono state notti dure,<br />

difficili per gli uomini e le donne dallo scatto facile. Sei un attore Chi sei<br />

Eh si, perché in queste feste non è sempre stato facile riconoscere l’attore<br />

di grido o quello del momento. Tanti i volti giovani e freschi alla ricerca di un<br />

posto al sole. Tante le fanciulle che hanno fatto di tutto per una “ posaaaaa”.<br />

Nel dopo Red Carpet si ritorna insomma alla parità. Fuori da quel tappeto<br />

rosso tutti possono essere grandi, medi e piccini. Le location delle feste<br />

Location, si dice cosi adesso.. si Bene, molte feste sono state fatte alle<br />

Officine del Farneto. Un posto che non è il massimo dell’eleganza, sia<br />

chiaro, ma in questo momento nella capitale è il posto di tendenza. E non si<br />

può andare mai contro tendenza. Specialmente nel mondo del cinema. E<br />

alle Officine del Farneto è arrivata in pompa magna “nientepopodimenochè”<br />

una Monica Bellucci bella più che mai, ma anche un Beppe Fiorello sempre<br />

meno Fiorello e più Beppe. E poi E “ Poi sarà come morire” canta Giorgia,<br />

ma in questo festival la voce che ha incantato è stata quella di Carmen<br />

Consoli. Anche lei non si è sottratta dal dopo festival e con la comitiva<br />

guidata da Anna Sole Tognazzi hanno brindato fino a notte fonda tra baci e<br />

abbracci. Un brindisi per un film che farà soffrire molto gli uomini. In “<br />

L’uomo che ama” c’è tutta la sofferenza di quegli uomini che non devono<br />

chiedere mai. Uomini, tanti sono stati gli uomini della sicurezza. Autisti,<br />

bodyguard, manager e scrocconi. Oio ioi…quanti ne abbiamo visti in queste<br />

cene di gala. Eh si, perché nel dopo Red Carpet non si balla soltanto, ma si<br />

è “magnato”. E tanto. Cene in ville, in palazzi e in quella sala chiamata<br />

Spazio Etoille ( San Lorenzo in Lucina) che di giornoè“mercato” e la notte<br />

si trasforma in un’elegante salone. In quello spazio, bella, è stata la cena di<br />

gala di Paola Comin. Una cena di gala in beneficenza(èstata dura trovare<br />

beneficenza…) che ha visto come protagonista Brando De Sica. Brando, il<br />

giovane arrivato con la camicia bianca e il codino, il fanciullo che ha<br />

risposto con garbo a tutte le domande di cronisti che hanno aperto la<br />

cartella del suo cuore. Il rapporto con tuo padre E tuo nonno Su di lui<br />

ancora poche domande. Il prezzo da pagare del figlio d’arte, un altro figlio<br />

d’arte presente nel festival è stato Davide Rossi. Protagonista del film<br />

Albakiara, Davide, ha regalato spettacolo con Califano nella festa tutta<br />

pazza del Joia. Musica maestro. La notte del dopo red carped non finisce<br />

mai. Chiedetelo a Mikey Rouche che nella notte del Gilda non si è fermato<br />

un attimo. L’unica “follia “ di Alpacino invece è stata quella di fare aprire un<br />

ristorante chiuso a trastevere. Cene, e non è mancato l’apertivo<br />

“strettostretto”, ma “figofigo”. Al Rhom per l’aperitivo in onore di Caterina<br />

Murino e Mena Suvari, le due protagoniste del bacio saffico, arrivano<br />

persino Fausto Bertinotti e la sua Lella e poi… Cecchi Gori con la sua<br />

biondona misteriosa. Tutto qui Tutto qui… questo è il dopo festival, quella<br />

sana follia di una festa senza fine.<br />

di Marcello Romanelli (in alto nella foto)<br />

GOSSIPPANDO


UNA NOTTE SPECIALE<br />

31 12<br />

2008<br />

IL PRIMO ASSAGGIO DI MONDANITÀ DELLA STAGIONE 2009 STAVOLTA L'HA OFFERTO DAMIANI & ROSSI<br />

CHE HA FESTEGGIATO IL NUOVO ANNO CON UN CARNET DI OSPITI D'ECCEZIONE.<br />

101<br />

.<br />

2009<br />

.<br />

2008<br />

CLUBZEN<br />

Giusy e Lino Vittorio e Lalla Nadia e Raffaele<br />

da sinistra:<br />

Lino ed Alfredo<br />

in basso:<br />

Josè, Giuseppe e Gianni<br />

Bruno e Valeriana<br />

da sinistra: Livia, Irma e Giusy<br />

www.clubzen.it<br />

Wolfrano e Alfredo Wolfrano e Carla Maura e Ganni Marcello e Daniela<br />

Amerigo ed Irma Gianni e Laura Daniela ed Elena<br />

Livia e Arturo<br />

VIA SOLFERINO . PORTO SAN GIORGIO . USCITA A14 . INFOLINE 0734.676312


RIMA<br />

SADAUSKAITE<br />

NATA NELLA SPLENDIDA CITTA’ DI JONAVA (LITUANIA) NEL 1988<br />

PROFESSIONE MODELLA E SHOW GIRL<br />

HA LAVORATO PER LA GRIFFE DI ERMANNO SCERVINO ”Mi piace l’idea dei contrasti tra i<br />

materiali, scoprire equilibrio in un contrasto dà libertà”<br />

HA RAPPRESENTATO LA CAMPAGNA PUBBLICITARIA PER A.B./SOUL<br />

E’ ENTRATA A PIENO TITOLO CON LE MAGGIORI AGENZIE DI MODA MILANESI<br />

E’ STATA FOTOGRAFATA DAL MAGISTRALE MAURIZIO MONTANI uno dei più abili e<br />

creativi fotografi di moda presenti in Italia. Richiestissimo dalle migliori agenzie di moda e pubblicità, Montani nel corso della<br />

sua carriera ha fotografato molti tra i più importanti modelli e modelle del panorama Internazionale.<br />

PROFESSIONE MODELLA/SHOWGIRL<br />

mezzocapo<br />

VOCE DEGLI AFO4<br />

la nuova incisione anche in videoclip (nelle foto) il singolo<br />

“Stupido”<br />

PROFESSIONE CANTANTE<br />

IRENE<br />

Inizio a studiare canto e musica a 14 anni sotto la guida di insegnanti diversi, da<br />

subito mi interesso principalmente al rock, al pop e alla canzone d'autore. Negli<br />

anni studio il metodo Voicecraft with Compulsory Figures con Jo Estill a Firenze,<br />

partecipo a vari seminari tenuti da Fabrizia Barresi sull'improvvisazione, studio e<br />

approfondisco il metodo LA VOCE con Fulvio Tomaino a Roma e frequento la<br />

Berklee Summer School di Umbria Jazz con Donna McElroy e Dennis<br />

Montgomery III. Parallelamente studio pianoforte con la pianista Georgia<br />

Iaconetti, partecipo come uditrice alle lezioni del Maestro Francesco Cipriano al<br />

Conservatorio Mascagni di Livorno, studio teoria musicale e solfeggio con<br />

Elisabetta Bacci. Adoro anche la chitarra acustica, la suono finchè gli altri non si<br />

ribellano...Divento poi insegnante accreditata del metodo LA VOCE e insegno<br />

canto moderno e tecnica vocale a Roma presso l' Accademia Musicale Ladybird<br />

Project-Cherubini, diretta dal chitarrista e grande didatta Paolo Patrignani, in<br />

Toscana a Piombino (Livorno) presso la CROSSROAD MUSIC LAB ed a Lucca<br />

presso la CITY MUSIC ACADEMY. Nel Luglio 2007 sono assistente e<br />

coordinatrice della sezione Voce agli European Master of Music di Lucca, dove ho<br />

l'onore di collaborare con grandi insegnanti quali Albert Hera, Andrea Figallo,<br />

Fulvio Tomaino, Fabrizio Mascolo.(www.citymusicacademy.it). Amo<br />

l’insegnamento ed ho la fortuna di avere allievi molto seri, creativi e musicali che<br />

mi danno grandi soddisfazioni e con i quali ho delle bellissime amicizie. Altra<br />

fortuna sono i musicisti con i quali collaboro ed ho collaborato, Marco Mezzacapo,<br />

chitarrista, Giovanni Germanelli, bassista, Luca Tognoni, batterista, Marco<br />

Bertogna, chitarrista, bassista e produttore soprattutto, Federico Righi, batterista,<br />

Nico Pistolesi, pianista, Egisto Grandi, trombettista, Cinzia Orlandini, chitarrista<br />

e violoncellista, Franco Ceccanti, chitarrista, Nino Pellegrini, contrabbassista,<br />

Andrea Marianelli, bassista e contrabbassista, Luca Silvestri, bassista, Stefano<br />

Carrara, batterista, Simone Marrucci, chitarrista. Lavoro come cantante,<br />

insegnante e vocal trainer in studio. Attualmente il mio progetto principale è la<br />

rockband AFO4, per la quale canto, scrivo e faccio di tutto e di<br />

più...www.myspace.com/afoquattro per chi si vuole render conto del nostro livello<br />

di follia lucida. Con gli AFO4 ho in attivo una produzione con Marco Bertogna,<br />

Roberto Salvadori e Nicolò Fragile per la Cama Records, un videoclip<br />

(“Stupido”) prodotto da Marco Bertogna e Gian Maria Tavanti, per la regia di<br />

Carlo Paramidani e anni, suoni, nottate, concerti, parole, emozioni…insomma un<br />

mondo così grande che a volte mi ci perdo…Nel Gennaio 2007 abbiamo vinto il<br />

premio Miglior Rock Band al Festival Brescia On-Line, Miglior Band del mese di<br />

Febbraio per l'etichetta Strani Suoni di Reggio Emilia e nel Luglio 2007 abbiamo<br />

presentato "Stupido" nel programma Matinèe su Rai2. Un secondo ma importante<br />

progetto è il Quartetto Khorakhanè, formazione con la quale rivisito le canzoni di<br />

Fabrizio De Andrè per chitarre classiche, acustiche,mandolino, violoncello,<br />

bouzouki e voce. Con il Quartetto ho inciso nel 2005 il Cd "A forza di essere<br />

vento" . Amo la canzone d’autore ed è un onore mettere la voce al servizio<br />

dell’opera di De Andrè.


vincent<br />

CAMPANELLI<br />

Come è iniziata la tua avventura nel mondo della musica<br />

Inizia tanti anni fa...ero piccolino e la nonna volle che io mi iscrivessi ad una scuola di<br />

musica. Iniziai per poco tempo con il pianoforte...la tromba...fino ad approdare al sax<br />

la mia attuale passione. Ho iniziato dal Jazz, per poi convertirmi alla musica leggera,<br />

anche se il mio vero “amore” è il blues, anzi il rhythm blues e la bossa-nova.<br />

Voliamo agli anni 80’, un momento magico per te e i “Mikron”, ti va di raccontarci<br />

quella splendida avventura<br />

Più che avventura, è stata una sfida, io e Roberto (Trentacarlini) approdammo a<br />

Milano per incidere un disco, era il momento che impazzava nelle discoteche suoni<br />

pop-elettronici, che nulla avevano a che fare con la nostra preparazioni in tema<br />

musicale, in quattro giorni incidemmo “Polynesia” e tornammo a Porto San Giorgio.<br />

Essendo, Klaus Schulze, il produttore del nostro mix lo stesso degli Alphaville (Big in<br />

Japan), dopo tre mesi fummo chiamati di nuovo a Milano per la promozione del nostro<br />

primo disco. In quel breve lasso di tempo, in tutta Europa, avevamo venduto circa<br />

580.000 copie, un trionfo del tutto inaspettato. Dopo questa esperienza, ho continuato<br />

con delle collaborazioni, firmando la sigla del programma RAI “Prisma”, mentre un<br />

nostro passaggio promozionale a “Disco Ring” ci lanciò anche in Italia al settimo<br />

posto nella classifica ufficiale.<br />

Ed oggi<br />

Roberto è tornato in america da molti anni, attualmente si esibisce a Las Vegas come<br />

sosia di Elvis Presley, con molto successo...mentre io, oggi, collaboro con moltissimi<br />

gruppi avendo aggiunto alle mie performance...oltre al sax...anche la parte vocale oltre<br />

che la batteria elettronica.<br />

Che ne pensi dell’universo in rosa...le donne<br />

I pensieri sono tanti...sia belli ...che brutti....<br />

La nostra speciale intervista temina sulla sospensione di queste parole....che vogliono<br />

dire molte cose....alla prossima Vince!<br />

di Bruno Baldassarri<br />

AL CAFE’ TORINESE di Porto San Giorgio ITALY<br />

fotoTALK nella RADIO<strong>by</strong> Ettore e Piero<br />

I MIGLIORI<br />

ANNI...<br />

nella foto il Dj Fabio Di Fabio (ex Radio Cosmo International)<br />

La magia della musica anni ‘70 non passa mai di<br />

moda, ne e’ dimostrazione evidente di una festa<br />

riuscitissima “celebrata” a Monsampietro Morico,<br />

un piccolo paese delle marche (italy).<br />

Il motto della notte è quasi un esortazione a tornare<br />

ad essere quelli che eravamo, nel vestire e<br />

nell’ interpretare gli anni che abbiamo vissuto molto<br />

intensamente. Per una notte una sorta di “ritorno al<br />

passato” attraverso le note che hanno fatto da<br />

colonna sonora alla nostra gioventù, quindi tutti in<br />

pista e sotto con i Tramps, Cool & Gang, Chic, Donna<br />

Summer, James Brown, Instant Funk, Cerrone,<br />

Bionic Boogie, CJ and Company, e soprattutto<br />

risvegliando...<br />

IL SETTANTA CHE È IN TE


vincent<br />

CAMPANELLI<br />

Come è iniziata la tua avventura nel mondo della musica<br />

Inizia tanti anni fa...ero piccolino e la nonna volle che io mi iscrivessi ad una scuola di<br />

musica. Iniziai per poco tempo con il pianoforte...la tromba...fino ad approdare al sax<br />

la mia attuale passione. Ho iniziato dal Jazz, per poi convertirmi alla musica leggera,<br />

anche se il mio vero “amore” è il blues, anzi il rhythm blues e la bossa-nova.<br />

Voliamo agli anni 80’, un momento magico per te e i “Mikron”, ti va di raccontarci<br />

quella splendida avventura<br />

Più che avventura, è stata una sfida, io e Roberto (Trentacarlini) approdammo a<br />

Milano per incidere un disco, era il momento che impazzava nelle discoteche suoni<br />

pop-elettronici, che nulla avevano a che fare con la nostra preparazioni in tema<br />

musicale, in quattro giorni incidemmo “Polynesia” e tornammo a Porto San Giorgio.<br />

Essendo, Klaus Schulze, il produttore del nostro mix lo stesso degli Alphaville (Big in<br />

Japan), dopo tre mesi fummo chiamati di nuovo a Milano per la promozione del nostro<br />

primo disco. In quel breve lasso di tempo, in tutta Europa, avevamo venduto circa<br />

580.000 copie, un trionfo del tutto inaspettato. Dopo questa esperienza, ho continuato<br />

con delle collaborazioni, firmando la sigla del programma RAI “Prisma”, mentre un<br />

nostro passaggio promozionale a “Disco Ring” ci lanciò anche in Italia al settimo<br />

posto nella classifica ufficiale.<br />

Ed oggi<br />

Roberto è tornato in america da molti anni, attualmente si esibisce a Las Vegas come<br />

sosia di Elvis Presley, con molto successo...mentre io, oggi, collaboro con moltissimi<br />

gruppi avendo aggiunto alle mie performance...oltre al sax...anche la parte vocale oltre<br />

che la batteria elettronica.<br />

Che ne pensi dell’universo in rosa...le donne<br />

I pensieri sono tanti...sia belli ...che brutti....<br />

La nostra speciale intervista temina sulla sospensione di queste parole....che<br />

vogliono dire molte cose....alla prossima Vince!<br />

di Bruno Baldassarri<br />

AL CAFE’ TORINESE di Porto San Giorgio ITALY<br />

fotoTALK nella RADIO<strong>by</strong> Ettore e Piero<br />

I MIGLIORI<br />

ANNI...<br />

nella foto il Dj Fabio Di Fabio (ex Radio Cosmo International)<br />

La magia della musica anni ‘70 non passa mai di<br />

moda, ne e’ dimostrazione evidente di una festa<br />

riuscitissima “celebrata” a Monsampietro Morico,<br />

un piccolo paese delle marche (italy).<br />

Il motto della notte è quasi un esortazione a tornare<br />

ad essere quelli che eravamo, nel vestire e<br />

nell’ interpretare gli anni che abbiamo vissuto molto<br />

intensamente. Per una notte una sorta di “ritorno al<br />

passato” attraverso le note che hanno fatto da<br />

colonna sonora alla nostra gioventù, quindi tutti in<br />

pista e sotto con i Tramps, Cool & Gang, Chic, Donna<br />

Summer, James Brown, Instant Funk, Cerrone,<br />

Bionic Boogie, CJ and Company, e soprattutto<br />

risvegliando...<br />

IL SETTANTA CHE È IN TE


PROVOCAZIONI<br />

PICCOLE<br />

DONNE EMERSE<br />

DAL NULLA...<br />

che hanno ricercato l’indipendenza, che sono andate controcorrente per inseguire<br />

un sogno. Donne alle quali non conta cosa si pensi di loro, ma conta essere se<br />

stesse. Donne che piangono, ridono, corrono dai figli all’uscita dell’asilo o di scuola<br />

alle cinque del pomeriggio. Donne manager che scaraventano nei sancta sanctorum<br />

del business sentimenti, emozioni, intuizioni e rumorosità, donne che non barattano<br />

quasi mai la verità con l’omertà, il coraggio con l’ignavia, la lealtà con la<br />

sottomissione. Donne che si mostrano fragili quando sono forti, donne che con un<br />

sorriso vero riescono ad umanizzare cose terribilmente serie e noiosissime come<br />

l’investmentbanking o il recruiting. Ma quante sono, in Italia, le donne così, quelle<br />

che “ce l’hanno fatta”. Poche, pochissime. Una valanga di cifre e statistiche per<br />

dire che la vita delle donne è sostanzialmente spaccata in due. Nella prima parte,<br />

quella dedicata alla formazione, le donne hanno conquistato il primato, nei modi e<br />

nei tempi, eccellendo pure nelle facoltà tradizionalmente a monopolio maschile.<br />

Supremazia che si trasforma in disfatta quando dalla palestra delle aule universitarie<br />

si passa all’arena della vita vera, ovvero quella scandita dai ritmi quotidiani lavorofiglio-marito;<br />

arena in cui dovrebbe valere il principio sacro che regge tutte le<br />

democrazie compiute: l’uguaglianza delle opportunità. La responsabilità di questa<br />

arretratezza non è però solo di chi detiene il potere: la famiglia italiana è ancora<br />

purtroppo intrappolata in una visione saldamente ferma ad un modello non<br />

partecipativo in cui la donna è costretta ad uno slalom quotidiano tra casa, famiglia e<br />

lavoro, con l’aggravante ancora non risolta, se non in rare eccezioni, di servizi<br />

sociali che non funzionano, o che comunque non soddisfano se non in parte, la<br />

richiesta sempre crescente di “tempo” delle donne lavoratrici. Le donne non solo<br />

aspettano di più per fare il loro ingresso nel mercato del lavoro, ma raramente<br />

raggiungono posizioni di vertice. Le eccezioni, per fortuna, ci sono. Speriamo che la<br />

scelta di Luxottica di affidare alle donne un terzo delle 200 posizioni di vertice del<br />

gruppo entro il 2009, sull’onta di colossi come Nike e Nissan, o di Unicredit che ha<br />

appena promosso un piano per avere un top management composto da uomini e da<br />

donne nella stessa percentuale oppure ancora, come Bankitalia che per la prima<br />

volta nella storia ha assegnato ad Anna Maria Tarantola la vicedirezione, siano<br />

sempre meno casi sporadici.<br />

di Valeriana Mariani<br />

DONNE<br />

CRESCONO<br />

www.donnaimpresa.com 98<br />

foto di Jenni Tapanila<br />

IN COLLABORAZIONE CON:<br />

www.di.donna.it<br />

DI.<strong>DONNA</strong><br />

international<br />

www.donnaimpresa.com

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