Lavieri
Arno Schmidt Dalla vita di un fauno Lavieri
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Arno Schmidt<br />
Dalla vita<br />
di un fauno<br />
<strong>Lavieri</strong>
Negli anni dal 1939 al 1944 l’impiegato<br />
Düring lavora per gli uffi ci del circondario<br />
di Fallingbostel, nella Brughiera di Luneburgo.<br />
Incatenato alla rupe di Prometeo<br />
delle sue mansioni, e costretto a dividere<br />
la propria vita tra le atmosfere naziste e<br />
una segreta rivolta dell’intelligenza, coltiva<br />
idee di fuga dalla famiglia – partecipe<br />
anch’essa dell’ipnosi collettiva – e dalla<br />
macchina dello Stato. Il «vedente» Düring,<br />
che deve suo malgrado «partecipare al gioco<br />
della mosca cieca», ottiene dal Landrat<br />
l’incarico di allestire un archivio storico<br />
per il circondario. È cosí che egli può tornare<br />
alla sua passione per i dati e le cifre,<br />
a cavallo di una bicicletta, alla volta di<br />
registri di comuni e chiese, raggiungendo<br />
in tal modo la distanza apogea dal pianeta<br />
concentrazionario.<br />
Un giorno chiede al superiore di poter<br />
andare, ufficialmente per scopi lavorativi,<br />
ad Amburgo, dove visita una libreria<br />
antiquaria e la galleria d’arte. Durante il<br />
viaggio di ritorno soggiorna presso una<br />
locanda e scopre, passeggiando per la foresta,<br />
una capanna – che servirà poi da luogo<br />
d’incontro con la sua giovane amante<br />
Käthe, ovvero la “lupa”. È il rifugio di quel<br />
disertore francese del periodo napoleonico,<br />
le cui vicende egli aveva meticolosamente<br />
seguite nelle sue ricerche archivistiche, al<br />
quale sente di essere simile e di cui ammira<br />
la riuscita evasione dalla società.
collana arno
Arno Schmidt<br />
Dalla vita di un fauno<br />
A cura di<br />
Domenico Pinto<br />
avieri
Arno Schmidt<br />
Dalla vita di un fauno<br />
<strong>Lavieri</strong> editore / ISBN 978-88-89312-09-4<br />
Traduzione di Domenico Pinto<br />
ristampa<br />
Copyright © 2006 Ipermedium comunicazione e servizi s.a.s.<br />
Titolo originale dell’opera: Aus dem Leben eines Fauns<br />
Copyright © 1973 Fischer Taschenbuch Verlag, Frankfurt am Main<br />
La traduzione di questo romanzo è esemplata sul testo della Bargfelder Ausgabe<br />
<strong>Lavieri</strong> edizioni<br />
via IV Novembre, 19 - 81020 - S. Angelo in Formis (CE)<br />
via Canala, 55 - 85050 - Villa d’Agri (PZ)<br />
——<br />
www.lavieri.it / info@lavieri.it<br />
Nella stessa collana<br />
Arno Schmidt, Brand’s Haide<br />
(arno n.5)<br />
Arno Schmidt, Specchi neri<br />
(arno n.8)<br />
Walter Kempowski, Tadellöser & Wolff. Un romanzo borghese<br />
(arno n.4)<br />
Antonio Pizzuto, Sinfonia (1927)<br />
(arno n.9)<br />
Ulrike Draesner, viaggio obliquo<br />
(arno n.10)
Sommario<br />
Introduzione.......................................7<br />
Dalla vita di un fauno...............................13<br />
Note al testo ...............................................109<br />
Cronologia ................................................133<br />
Bibliografia ................................................137
Introduzione<br />
di Domenico Pinto<br />
«O gioventú accademica della nazione tedesca, brucia dunque a<br />
mezzanotte in tutte le università del Reich, brucia ciò che tu finora<br />
non hai certo amato, ma che poteva traviare e minacciò di traviare te e<br />
noi tutti 1 ». Queste le parole del professor Hans Naumann, germanista<br />
e demologo emerito dell’università di Bonn, la notte della sagra della<br />
primavera nazista, il 10 maggio 1933, nel giorno stabilito della barbarie.<br />
Nella Germania illuminata dai roghi delle opere «troppo umane» e<br />
«corruttrici» egli rincalzava ancora gli studenti convenuti al Marktplatz:<br />
«Se questa sera volasse tra le fiamme un libro in piú, sarebbe cosa meno<br />
grave che se bruciasse un libro in meno». Dodici anni dopo Arno<br />
Schmidt ottiene il permesso di ritornare a casa dal fronte ormai sgretolato,<br />
a Greiffenberg, in cui per l’ultima volta può guardare la sua biblioteca<br />
personale, e aiuta la moglie Alice a impacchettare e spedire a Ovest<br />
le loro cose: dall’avanzata dell’Armata Rossa riescono a salvare soltanto<br />
i suoi manoscritti e un’opera completa di Wieland in 36 volumi, infilati<br />
in uno zaino, mentre la porta della città già ardeva.<br />
A guerra finita Schmidt si avvicina per tappe graduali al silenzio di<br />
Barg feld, il piccolo paese della Bassa Sassonia – luogo scelto a tavolino<br />
per essere il piú remoto da ogni tangenza del mondo – dove riscatta il<br />
tempo confiscato dal dodicennio nero, e costruisce pazientemente l’arca<br />
con cui traghettare il suo canone privato oltre i sismi della storia: per<br />
il bibliofilo Noah – anagramma del nome Arno nella pronuncia basso<br />
tedesca – «senza libri non v’è beatitudine», come fatto dire al geodeta<br />
alessandrino del suo Enthymesis (1949). A Bargfeld viene costruito l’impero<br />
archivistico-matematico che alimenta il potente mito dell’autore:<br />
Schmidt l’anacoreta, il solipsista nella brughiera, logoclasta e irregolare<br />
delle lettere tedesche. Qui egli registra la tempesta magnetica del suo<br />
1 La citazione è tratta da: Santoli, V. La letteratura tedesca moderna: Con un’analisi della letteratura<br />
contemporanea di Marianello Marianelli. Firenze, Sansoni; Milano, Accademia, 1971, p. 353.
opus magnum, Zettels Traum: 120.000 schede costituiscono l’oceanico<br />
dattiloscritto, scatola nera del Novecento, di cui si potrebbe dire con le<br />
parole che Tucholsky usò per Ulysses: «Estratto di carne Liebig. Non lo si<br />
può mangiare. Ma con questo saranno preparate molte minestre» – ricetta<br />
che forse non a caso si ritrova in Contini, per il liebig stilistico di Pizzuto.<br />
2 Da qui il motore immobile contribuisce a una rinnovata ricezione<br />
di Joyce in Germania, con le «antidistorsioni 3 » del Finnegans Wake, i suoi<br />
saggi radiofonici, e indirettamente armando la penna del sodale Hans<br />
Wollschläger, che con la sua traduzione (1975) è riuscito a tendere l’arco<br />
di Ulisse in tedesco, sostituendo quella tempestiva ma assai discutibile di<br />
Goyert del 1927. È questo sfondo brughiero, paesaggio di cui Schmidt<br />
è alacre topografo, popolato di invarianti metamorfiche della luna, del<br />
vento e delle nuvole quasi virgiliani tibicines, a dare origine a molte delle<br />
sue narrazioni: il lettore italiano conosce questi luoghi attraverso gli<br />
occhi di Carlo Emilio Gadda, che ha lasciato sensibilissime e disperate<br />
annotazioni, raccolte nel diario in parte redatto al campo di Celle, dove<br />
fu prigioniero per nove mesi nel 1918.<br />
Dalla vita di un Fauno ha radice nel nodo autobiografico, cifrato,<br />
delle opere di Schmidt, zona di rifrazione dell’autore, sinopia dei suoi<br />
personaggi: benché il libro sia stato scritto – tra il dicembre del 1952 e il<br />
febbraio del 1953 – quando il «taglialemma» era già a Kastel, le quinte<br />
gli giungono dal suo lungo soggiorno a Cordingen, nel circondario di<br />
Fallingbostel, dove la storia dell’impiegato Düring trova ambientazione,<br />
con un supplemento di realtà tale che gli spostamenti del protagonista<br />
possono essere seguiti metro per metro sulle mappe catastali. I<br />
fotogrammi che compongono il Fauno sono tessere strappate al degrado<br />
della memoria: in questo mosaico ontologico Düring ha la facies di<br />
Arno Schmidt, che presta al suo personaggio molti tratti della propria<br />
personalità: il culto delle scienze esatte e l’ateismo, l’acribia filologica, la<br />
critica del potere e quel pessimismo antropologico che vede nella storia<br />
la determinazione del male, in una teodicea negativa incarnata dal Leviatano,<br />
il principio che tutto divora e annichilisce. Attraverso la sua prosa<br />
intermittente Schmidt ha perseguito, con accanimento senza pari, un re-<br />
2 «Liebigs Fleischextrakt. Man kann es nicht essen. Aber es werden noch viele Suppen damit<br />
zubereitet werden». Peter Panter. Ulysses. In: «Die Weltbühne», nr. 47 (22 dic. 1927), p. 788.<br />
– «Ma studiare un “liebig” stilistico così eccezionale sarebbe un’operazione critica letteralmente<br />
impertinente alla sede». Gianfranco Contini. Ringraziamento a Pizzuto. In: «Forum italicum»,<br />
vol. VIII, n. 3, 1974, p. 412.<br />
3 Così Schmidt definiva le sue esegesi joyciane.<br />
10
alismo profondo: ottenere dall’amplificazione dell’Io poetico la filigrana<br />
del mondo detenuta dal soggetto.<br />
L’autore ha consegnato volture della sua attività negli scritti che<br />
vanno sotto il nome di Calcoli: 4 le forme narrative tràdite, mimesi delle<br />
consuetudini sociali, verrebbero impiegate, al pari di formule matematiche,<br />
per risolvere problemi specifici – uno dei fogli di calcolo si apre<br />
con il motto nemo geometriae ignarus intrato (non entri nessuno che<br />
sia digiuno di geometria). Pur riconoscendo l’efficacia di formule quali<br />
grande romanzo, romanzo epistolare, dialogo o diario, per «descrivere e<br />
radiografare il mondo attraverso la parola» sarebbe un errore avvalersi<br />
solo di queste. Bisogna invece progettare nuove avventure formali atte<br />
a imitare processi di coscienza e modi dell’esperienza che cambiano nel<br />
tempo: il fine è quello di ottenere nuovi modelli dalla «raffigurazione<br />
conforme di processi cerebrali mediante particolari ordini di elementi<br />
della prosa», e Schmidt ha cura di indicare un fundamentum in re nelle<br />
sue strategie, sottolineando come non vi sia nulla di ‘artistico’ nel suo<br />
modo di procedere, al contrario ‘organico’. 5 Al momento della redazione<br />
di Calcoli III, l’ultimo della serie, poterono aver trovato compimento<br />
in libro solo le prime due forme progettate: «ricordo» (alla cui serie<br />
di tentativi pertengono Die Umsiedler e Seelandschaft mit Pocahontas) e<br />
«esistenza a mosaico» (Il cuore di pietra, ma anche Dalla vita di un fauno),<br />
mentre i «giochi di pensiero più lunghi» (Kaff auch Mare Crisium)<br />
e «sogno» (Zettels Traum) sono ancora di là da venire. Un ripensamento<br />
dei meccanismi della memoria genera la tecnica dell’album fotografico:<br />
nel volgere lo sguardo al proprio passato «all’inizio appaiono sempre,<br />
in scorrimento veloce, singole, chiarissime istantanee (= foto), intorno<br />
alle quali, nel corso del “ricordo”, si collocano a complemento piccoli<br />
frammenti esplicativi (= testi): una simile catena di unità foto-testuali è<br />
il risultato finale di ogni tentativo di ricordo consapevole». Dedotta una<br />
«catena chiara e strutturata dal personale=comodo semicaos», si rifigura<br />
nel lettore – cui bisogna per questo «iniettare potentissimi concentrati<br />
di parole» – l’illusione del proprio ricordo, che lasci in trasparenza il «reticolo<br />
cristallino» della memoria e su cui possano stagliarsi le immagini<br />
strappate al passato. L’album fotografico scompone dunque il processo<br />
della memoria in due fasi, «un primo impulso luminoso come carica<br />
4 La sintesi è da: Schmidt, A. Berechnungen; Berechnungen I; Berechnungen II. Bargfelder Ausgabe,<br />
III/3. Hg. Bernd Rauschenbach. Zürich, Haffmans, 1995, p. 101-106; p. 163-168; p. 275-284.<br />
5 Cfr. Suhrbier, H. Zur Prosatheorie von Arno Schmidt. München, «Bargfelder Bote»: Sonderlfg.,<br />
Edition Text u. Kritik, 1980, pp. 8-9.<br />
11
d’innesco; e di riflesso, a seguire, il piccolo commento ottenuto». Risultato<br />
impossibile un «flusso epico» che narri ciò che rimane dell’esperienza<br />
– piuttosto «cateratta epica», giacché: «Da mezzanotte a mezzanotte<br />
non è affatto “1 giorno”, bensí “1440 minuti”» –, l’attenzione viene diretta<br />
sul piú recente passato (o se vogliamo «piú antico presen te»): che<br />
ciascuno confronti il «mosaico danneggiato» della propria vita quotidiana,<br />
dove gli eventi, a causa delle nostre scarse prestazioni cerebrali (con<br />
il suo ‘dimenticare’) salterebbero, rivelando «una struttura porosa della<br />
nostra esistenza: per noi il passato è sempre un’immagine reticolare».<br />
Sgrossata allora la trama del superfluo, ‘deidratata’ la prosa di tutti gli<br />
elementi oleografici, questa vita ‘bucherellata’ e musiva è già in nuce nel<br />
programma che il Fauno porta a compimento: «La mia vita ! : Nessun<br />
continuum !», e che trova una perfetta sintonia proprio nel complanare<br />
Antonio Pizzuto: «La vita non è stata per me di uno svolgimento lineare,<br />
a note legate, direbbe un musicista. Non so vederla che come una successione<br />
discontinua di stati frammentari con questo solo di comune: la<br />
direzione verso la morte. Niente logicità, niente sillogismi 6 ».<br />
Infine il puntinismo del Fauno – prosa atomica nell’età della fisica – è<br />
una compatta macchina per il recupero e l’estensione delle percezioni:<br />
carotata la memoria, mostrata la radice alla realtà dell’osservatore, inventariata<br />
la piena dei dettagli, intessuta la lingua di tic del parlato e argotismi<br />
– con una ortografia fonetica che a volte conduce il tedesco verso<br />
forme di polisintesi –, Schmidt ha tanto sfrondato la fabula da poter<br />
comprimere questo archivio di materiali in un lingotto dal terribile peso<br />
specifico (nell’Edizione di Bargfeld appena 90 pagine).<br />
Nella Germania del cattolicissimo Adenauer, stesa sul letto di un<br />
Procuste ora dimentico ora memore della barbarie – tra Persilscheine 7 e<br />
gabinetti di governo con qualche refuso nazista –, invitata a cavalcare la<br />
tigre del riarmo atomico e del miracolo economico, dove per Anders i<br />
media già esercitano il loro «terrorismo mite» e il mondo si avvia a essere<br />
«spettralità e matrice» di sé stesso, la carica contestataria della generazione<br />
degli arrabbiati, degli Johnson e dei Grass, viene fatta brillare da<br />
Schmidt già nel 1949 con il Leviatano, e poi perfezionata dal dispositivo<br />
del Fauno, valicando di colpo – gettato il ponte verso l’espressionismo<br />
6 Pizzuto, A. Sul ponte di Avignone. A cura di Antonio Pane; postfazione di Rosalba Galvagno.<br />
Firenze, Edizioni Polistampa, 2004, p.5.<br />
7 Come vennero chiamati i certificati di denazificazione. Dal nome della marca di detersivi<br />
Persil.<br />
12
– l’inesistente «punto zero», il «taglio del bosco» e il «lemurismo» della<br />
letteratura tedesca di quegli anni, malata di troppe metafisiche, consolatoria<br />
nel suo senso di colpa, se a dettare il pentimento fu la prestazione<br />
culturale, il passato non piú dominabile. Non c’è forse che Schmidt in<br />
quel torno d’anni a figgere con crudezza lo sguardo sui monatti del Leviatano,<br />
nella fonte schizofrenica del nazismo, non difficile da riconoscere<br />
nel fabbricante di ordigni a orologeria di cui scriveva Heißenbüttel,<br />
che lo aveva caro, in uno dei suoi testi: «Si tiene in disparte e molti<br />
lo prendono per timido. Per lo piú lo si vede seduto in un angolo o con<br />
la schiena appoggiata alla parete arnesi intorno a sé sul pavimento tra le<br />
ginocchia divaricate mucchi disordinati di foglietti zeppi di cifre [...] A<br />
me interessa il fabbricatore di deflagrazioni ritardate. Studio il suo sistema<br />
di lavoro e il suo metodo. A chi giova a chi nuoce Né agli altri né a<br />
se stesso. Oppure sí È malvagio Quando sente l’esplosione sa ancora<br />
di essere stato lui Comunque non gli importa di vedere la cosa 8 ».<br />
8 Da Pirotecnici: Heissenbüttel, H. Testi 1 / 2 / 3. Trad. di Emilio Picco. Torino, Einaudi, 1968,<br />
p. 57-58.<br />
13
Molte sono le persone che hanno contribuito, in varie fasi, alla redazione<br />
di questo lavoro, e il mio ringraziamento va a tutti i membri della Fondazione<br />
Arno Schmidt, che ha incoraggiato e sostenuto il progetto, e in modo particolare<br />
a Susanne Fischer, così sollecita nell’esegesi del Fauno. Desidero poi ringraziare<br />
Diana Politano e Daniele Ventre (dai quali ho spillato le risorse linguistiche),<br />
Antonio Pane (i cui consigli mi hanno scortato), Giancarlo Alfano per il prezioso<br />
aiuto, e inoltre Marco Grosso, Francesco Maione e Emilio Picco.<br />
Un ultimo pensiero è per Claude Riehl, il traduttore francese di Schmidt, al<br />
quale non potrò piú dare questo libro, che pure avrebbe voluto.<br />
D. P.
Dalla vita di un fauno
I<br />
(Febbraio 1939)<br />
Tu non voglia additare le stelle; né scrivere sulla neve; al tuono toccare la<br />
terra : aguzzai dunque una mano verso l’alto, scheggiai con dito imbozzolato<br />
la “K” nella crosta argentea accanto a me, (in quel momento<br />
temporali non ce n’erano, sennò avrei già fatto qualcosa !) (Nella<br />
borsa crepita la carta oleata).<br />
Il nudo cranio mongolico della luna si spinse piú vicino a me. (Le discussioni<br />
hanno solo questo di positivo : che in seguito vengono alla mente<br />
buone idee).<br />
La strada principale (per la stazione) ricoperta di strisce d’argento; ben<br />
cementata ai margini di neve dura, diamonddiamond (macadamizzata;<br />
– era pure cognato di Cooper). Gli alberi enormi sull’attenti e<br />
il mio passo si muoveva solerte sotto di me. (Presto a sinistra il bosco<br />
tornerà indietro e arriveranno i campi). E la luna doveva ancora<br />
trafficarmi alle spalle, poiché a volte, attraverso l’oscurità conifera,<br />
scintillavano raggi insolitamente acuti. Lontano una piccola auto<br />
piantò gli occhi gonfi nella diurna notte, si guardò con calma intorno<br />
tremula, e poi mi rivolse pigra il sedere di scimmia rovente: per<br />
fortuna va via !<br />
La mia vita! : nessun continuum ! (non solo frantumata dal giorno e<br />
dalla notte in pezzi bianchi e neri ! Ché anche di giorno per me è un<br />
Altro che va alla stazione; che siede in ufficio; libreggia; che trampola<br />
nei boschi; copula; ciarla; scrive; presticogitatore; ventaglio sfagliato;<br />
che corre; fuma; defeca; sente la radio; che dice «signor Landrat» :<br />
that’s me ! ) : un vassoio pieno di snapshots che brillano.<br />
Nessun continuum, nessun continuum ! : cosí scorre la mia vita, cosí i ricordi<br />
(come un convulsivo che guardi un temporale notturno) :<br />
Fiamma : una spoglia casa dell’abitato digrigna tra gli arbusti verde<br />
bandiera : notte.<br />
Fiamma : visi pallidi allocchiscono, lingue batacchiano, dita dentellano : notte.<br />
Fiamma : ferme falangi d’albero; cerchi di bambini corrono; donne<br />
cocottano; ragazze birbeggiano camicette in su : notte !<br />
Fiamma : io : ahimè : notte ! !
Ma io non riesco a sentire la mia vita come un nastro che scorra maestoso;<br />
non io ! (Motivazione).<br />
Ghiaccio alla deriva nel cielo : zolle; un campo. Zolle; un campo. Fenditure<br />
nere, in cui stelle strisciavano (stelle marine). Un ventre di pesce<br />
bianco vivo (pesce luna). Poi :<br />
Stazione di Cordingen : la neve frizzava lieve ai muri; un filo nero dello<br />
scambio tremava e fluttuava hawaiano; (accanto a me comparve la<br />
lupa, con granelli d’argento dappertutto. Per prima cosa salire).<br />
La grande lupa bianca : ringhiò il saluto, si sedette feroce e trascinò<br />
fuori il libro scolastico per un angolo; poi estrasse dalla stilografica<br />
tanti fili d’inchiostro frastagliati, si piegò, e guardò con gli occhi<br />
tondi in un foro invisibile. Il mio stormo di pensieri, rosso, ruotò<br />
un po’ intorno a lei, gracchiante, con occhi tondi, cerchiati di<br />
giallo. (Poi però ne venne di nuovo uno nero, e io affilai la bocca<br />
e fissai contrariato le sporche panche di legno : attraverso di noi<br />
brillarono ottuse, roundheads, scintillanti viti d’ottone : come si<br />
fa a sfuggire a questa roba La lupa raspò nella brina al finestrino,<br />
che l’amica salga : dunque: Walsrode).<br />
«Heil, signor Düring !»: «Giorno, Peters.»; e se ne uscí con la battuta :<br />
“Fiori, gentile signore ! : – : No, grazie. La signora è mia moglie !”.<br />
Hahahihi. (Fuori uncinava nelle nubi un artiglio d’argento, ne lacerò<br />
una sottile, si ritrasse di nuovo) : hahahihi. Il suo sguardo bighellonò<br />
sulle studentesse, sulle sete curve delle camicette; sulle gonne<br />
ripiene di cosce.<br />
Dai bei sopraccigli : scolare con misteri semplici nel viso, occhi seri immobili;<br />
caschetti color sabbia si voltarono su colli sottili, mentre la<br />
mano di porcellana scriveva minuscola inglese, nel quaderno blu.<br />
(Ci fosse anche un po’ di sole ! : E in quel momento arrivò, puntuale,<br />
rosso dagli squarci gialli delle nuvole; oh-iss-sbuffo di ferrovia,<br />
come si sgolasse l’universo, indifferente ed extragalattico).<br />
Permanenza alla stazione : (Chiudere la porta !. «’Uderestagne !»).<br />
Sorgere del sole : e lance scarlatte. (Però in fondo tutto rimaneva ancora<br />
fisso e blu ghiaccio, per quanto alti Lui tenesse i vuoti gobelin<br />
rosa salmone).<br />
Fuori dal finestrino : tutti impietriti i boschi ! (E là dietro rosa chiaro e<br />
blu); cosí calmo che Nessuno potrebbe passarvi attraverso (poiché<br />
dovrebbe avanzare in equilibrio sulla punta delle dita con occhi<br />
spalancati e braccia flesse; (e cosí forse mettere radici ! Un folle desiderio<br />
mi prese, di essere io Quello : tirare i freni d’emergenza,<br />
18
lasciare lí le valigie, aguzze braccia funambole, occhi di cristallo,<br />
flint & crown)).<br />
Fallingbostel : «Heil» : «’Rivederci !» : – : «’Rivederci ! !» : – «Heilittler !»<br />
Ufficio del circondario (= la rupe di Prometeo). Colleghi : Peters; Schönert;<br />
(Runge era ancora in ferie di partito); la signorina Krämer, la signorina<br />
Knoop (dattilografucce); Otte, apprendista maschile; Grimm,<br />
apprendista femminile.<br />
La signorina Krämer : minuta e serpeggiadra. Era all’archivio, guardò maliziosa<br />
da questa parte, e poi strofinò disinvolta il bacino all’angolo<br />
del tavolo; stese all’indietro il golfino verde nell’aria calda centralizzata,<br />
rivelando i delicati seni di mela, e guardò trasognata le sue<br />
sottili e lisce dita d’asparago ziffare nelle schede.<br />
«Vorrei essere nei suoi panni, signorina Krämer !» (Schönert, sospirando<br />
angosciato. Di nuovo) : «Vorrei essere nei suoi panni.» Ella lo<br />
considerò sospettosa dalla lunga coda dell’occhio (certo anche lei<br />
ha le sue preoccupazioni). – «Sicuro», asserí pio, «E se fosse un<br />
pezzo cosí : –» mostrò : circa 20 centimetri. – La sua bocca, in<br />
principio sbalordita plissé, si dissolse, in eddies and dimples, poi<br />
sbuffò camozza (io stesso ghignai con dignità, da caporeparto : lo<br />
Schönert, il porco. Già, quello non era sposato !), e andò di là dalla<br />
sua amica, le bisbigliò due frasi, mostrò – : (distanza di circa 30<br />
centimetri), e anche quella rise forte e nervosa (ma durante tutta<br />
l’offerta continuò a girare con fare commerciale i suoi angoli di<br />
pagina. Poi : i suoi sguardi serpeggiarono prudenti attraverso gli<br />
oggetti fino a lui, Schönert).<br />
Oora et laboora, et laboora, et laboora : «Che flemma.» Ringhiò Peters (lo<br />
slesiano) rabbioso sulla sua pratica, rosicchiò la pencil, spinse i denti<br />
sul labbro inferiore e meditò. (Questo sí che era interessante ! Spesso<br />
ero stato in ascolto dei suoi suoni primordiali; quelli incomprensibili<br />
erano o slavo storpiato o francese degli anni dell’occupazione napoleonica<br />
della Slesia, 1808-13. In linea di massima diceva cosí : «D’accordo,<br />
s’o fa» = non «sofà», bensí «c’est fait»; «Maledizione ’a samb»<br />
= non «la samba», bensí «ensemble». E adesso definiva il suo quidam<br />
un «flemma». – In seguito trovato nel Sachs-Villatte : «flambart =<br />
compagnone, tipo in gamba», dunque un po’ equivalente al nostro<br />
«sagoma» o «macchietta»).<br />
Pausa per la colazione (poi subito dopo apertura al pubblico) : film, calcio,<br />
il Führer, barzellette, «Chi in gioventú se la spazzola bene, poco ha<br />
bisogno in vecchiaia del pettine» (Peters), Congresso del Partito, fai-<br />
19
de d’ufficio, guardare giornali illustrati, masticare e frusciare : «beh,<br />
Schönert » –<br />
Davvero notevole!: Schönert, ferratissimo anche nei classici, aveva letto<br />
il libro XXIII dell’Odissea, 233 ss., e contestava la possibilità : marcirebbe<br />
troppo in fretta ! Persino un palo conficcato nel terreno resisterebbe<br />
molto piú a lungo (poiché diversamente i vasi ancora intatti<br />
del ceppo filtrerebbero di continuo umidità verso l’alto; come ogni<br />
agricoltore saprebbe). «In nessun caso dura 10 o 20 anni !» Dunque :<br />
Omero ignorante ! Oppure .<br />
Alla finestra : davanti a lunghi carri c’erano cavalli dalle criniere bianche;<br />
occhieggiavano dalle scuderie; andavano alle mani dei fanciulli; battevano<br />
lo zoccolo sul selciato; da loro cadevano fichi verdognoli; meditavano<br />
e sbuffavano. (Incatenati nel cuoio. E variopinti vetturali<br />
apparvero e gridarono in umanese. Tutto nell’inverno).<br />
E del pubblico l’armento dall’ampia fronte e dal lucente pelo : (Massí va’, è<br />
solo dalle 10 alle 12. E oggi era tranquillo). Timbrare. Due attestati.<br />
«Sí, lei deve andare allaaa – stanza 24. Un piano sopra. – Va bene »<br />
Una giovane ragazza voleva sposarsi (gonna rossa, pullover giallo, ampia<br />
e prolifica), e io le spiegai con indulgenza che le mancavano ancora<br />
diverse «carte», «secondo le nuove disposizioni», atto di nascita del<br />
nonno di parte materna; qui al certificato di matrimonio mancava<br />
la firma (Oh, aveva di già un bambino, il che spiegava la carrozzeria,<br />
Gran Cañon : bisognerebbe dirle : meglio che non si sposi !)<br />
Non c’è proprio alcun dialogo tra le generazioni ! I miei bambini sono degli<br />
estranei; come lo furono sempre i miei genitori. È per questo che nelle<br />
biografie i parenti sono sempre meno importanti degli amori o degli<br />
amici. Noi stiamo gli uni intorno agli altri come camerieri. (I bambini<br />
separano una coppia solo piú in fretta. Nei nostri ambienti).<br />
Ancora un timbro : «Ma chiuda la porta, signorina Krämer !»<br />
Pausa pranzo : cioè gramolare fette di pane imburrato. Poi fare un po’ di<br />
moto.<br />
Non so : (davanti ai negozi); non so : ma per qualche motivo «grande magazzino»<br />
mi fa pensare sempre a «piscina coperta»; onde al neon erotiche<br />
in entrambi, artificiale e sovraesposto.<br />
Uno sciame di ragazze calò con gaie lingue sfarfallanti. (Alla sua età Peters<br />
vuole ancora comprarsi un pianoforte. E imparare a suonare.<br />
Perché no).<br />
SA, SS, esercito, HJ eccosivvia : gli uomini non sono mai tanto fastidiosi<br />
come quando giocano a fare i soldati. (Capita loro periodicamente<br />
20
ogni ventina d’anni, piú o meno come la malaria, di recente con<br />
maggiore frequenza). Alla fine i peggiori sono sempre i maestri, vale<br />
a dire : superiori, capi, direttori, presidenti, generali, ministri, cancellieri.<br />
Un uomo per bene si vergogna di essere un superiore !<br />
L’autobus rosso scuro mi fece piano le fusa da dietro, si spinse lentamente<br />
dalla mia parte, e io guardai per un secondo nei visi, piú o meno<br />
dieci, bisecati da barre di nickel spesse un pollice, ottenebrati dai<br />
finestrini torbidi, senza interesse e vitrei : (Poi il mulino sulla Böhme,<br />
e il monumento di Quintus Icilius).<br />
«Attenzione, arriva il Dr. D. !» sibilò Peters entrando, e pescò piú in basso<br />
nei suoi passaporti; la Krämer punzecchiò piú svelta la sua scura<br />
Mercedes con sottili dita lesbiche, e l’apprendista Otte alzò il grosso<br />
cassetto dello schedario, con eloquente affanno, ad altezza di mento,<br />
l’occhio del padrone fa il cavallo grasso, ecco : arriva :<br />
Landrat Dr. von der Decken : alto, grigio e grasso; calma sovrana nelle profonde<br />
rughe del viso nebuloso; gli occhi passarono un panno pesante<br />
sui piani delle scrivanie e su di noi, restanti oggetti. Alla mia destra<br />
guardò a lungo (quella girava continuamente la matita dando una<br />
veloce scorsa alla posta : ti rende poroso, Serenissime , il successivo<br />
foglio, girare. Ed egli rimaneva ancora, dirigente, monumento, potentato,<br />
iguanodonte, oddio, come ci disprezzavamo, come l’Imperatore<br />
di Aromata, il successivo foglio : girare). «Che ora, signor Peters<br />
» : «Ehm – 15 e 30, signor Landrat, ettrentaquattro.» «Grazie»<br />
(molto profondo e bofonchiato hindenburgicamente). «Grazie». Poi<br />
se ne andò. E io lessi e voltai; la Krämer si scaccolava delicata; e l’apprendista<br />
Otte si riprese il cassetto dallo sterno. («’Na faccia aveva<br />
fatto», Peters infaticabile : «come ’na scimmia che mastica colla !»; e<br />
noi boccheggiammo dal ridere per l’eroica metafora : ma sicuro che<br />
anche ’sto qua è un silesianismo !)<br />
Presto oggi l’imbrunire (Schönert aveva ascoltato il bollettino meteorologico<br />
e profetava offuscamento e piogge). La lampada da tavolo dava<br />
ai moduli verdi un tono ancor piú mabusiano (I seen him serve the<br />
Queen / in a suit of rifle-green), e Otte mi portò la cartella con 500<br />
firme; ancora una volta; aveva finito di mettere i timbri (’na qualche<br />
direttiva a tutti i comuni; da affiggere), e mi aiutò, senza parole e anche<br />
un po’ stacanovista. «P.p. Düring». «P.p. Düring». Cinquecento<br />
volte. (E dire che ci invidiano la pensione ! Cose dell’altro mondo !)<br />
Dio sa : già piovigginava; però il treno arrivò puntuale attraverso gli spruzzi.<br />
(Peters voleva andare ancora al cinema).<br />
21
Il distributore di giornali macilento : ero capitato in «Viaggiatori con bagaglio<br />
a mano» e osservavo come egli apriva in corsa il finestrino e<br />
lanciava il peso dei pacchi alle solitarie casette cantoniere (perché<br />
quelli dopo li distribuissero ai paesi. «Allora, signor Singer, come va il<br />
torneo »; e lui mi diede informazioni schivo e pettinaio. (Giacché era<br />
un giocatore di scacchi appassionato, poligonale e misero, “Circolo<br />
Germania Walsrode”, e cosí incantevolmente fanatico che quando si<br />
«allenava» non fumava). «Heilittler, signor Singer».<br />
La piú calma aria di palude : un contadino prese forma dieci passi davanti<br />
a me; all’inizio solo grigio, come un soffio di fumo; (poi sembrò<br />
portare pantaloni blu; la schiena curva rimase incolore); le mani fumigavano<br />
lentamente ai fianchi; poi si dispiegò, chioccò la frusta, che<br />
l’aria gemette di dolore, cava : allora svaní il cavallo di toppe ombra<br />
che gli era accanto, né piú riemerse poi. (Si era proprio fittonato, disseminato;<br />
in qualche modo).<br />
Luci dell’abitato, e malinconia, as the mist resembles the rain.<br />
Pranzare a cena : destino di marinaio. Patate al forno ed elastiche fettine<br />
di salame rosso-nere. «Già ce l’avete la foto di Hitler » chiedeva<br />
l’Egerländer-Marsch, e subito dopo asserí : «Noo noo, noi non ce<br />
l’abbiamo / ma stai sicuro che la compriamo». (Qui come un flash<br />
il ricordo di Natale : le candele baluginavano sapute e assorte, tenui<br />
visini di oro fuso su bianchi colli slanciati, chine, bugiarde e raggiratrici.<br />
Era persino gradevole il puzzo del vino caldo artefatto con<br />
cannella e garofano, rosso nei bicchieri della domenica; e anche io mi<br />
ero artificiosamente messo una mano sulla pancia, dato fiato a uno<br />
dei tre pesanti brasile. Poi però non ce l’avevo fatta piú, ed ero ricorso<br />
al vecchio atlante del 1850, ripescato a Verden per un paio di pfennig.<br />
Diaframma chiuso).<br />
(Un tempo ci provavo sempre con i libri. Come regalo per moglie e<br />
bambini. Ma da anni ormai erano solo bollitori elettrici, biancheria<br />
e tritacarne; tutt’intorno primum vivere. Mio figlio saggiava con<br />
gioia selvaggia il pugnale della HJ extralungo, a ciò che vuole cadere<br />
si deve dare anche una spinta; il vestito nuovo era appeso alla figlia,<br />
davanti allo specchio, viso di caramella : mia figlia. Diaframma<br />
chiuso).<br />
Alla ricerca di emittenti (di notiziari) : «il sapone Cadum abbellisce il tuo<br />
corpo. / – Il sapone Cadum è senza pari !». E detto in modo cosí profondo,<br />
sull’aria giallo susina del m’ami : dunque Saarbrücken; avanti.<br />
(Mo si credono un’officina culturale !)<br />
22
«Papa Pio l’Ennesimo : gravemente malato», e io sollevai solo le sopracciglia<br />
continuando a cambiare : chi viaggia ancora in zeppelin oggi ! (Se<br />
penso che nessuno dei nostri sei grandi classici è stato cattolico.....<br />
se poi penso che la metà di loro – oh, la di gran lunga migliore metà :<br />
Lessing, Wieland, Goethe (ordinati cronologicamente !) – era nemica<br />
di ogni religione rivelata....... : cosí lo so io quello che so !)<br />
«Stanco : notte» (ho la stanza per me al pianoterra; con gli anni e i bambini<br />
mia moglie mi ha dimenticato; si concede unicamente molto controvoglia).<br />
Di là dagli Evers e Hohgrefe ancora luce.<br />
Di nuovo al gabinetto : freddo nero e inodore. (Sono proprio stanco; vabbè,<br />
domani è sabato). (Cenere spirava sulla luna di cemento, continua,<br />
dal vento pallido fluitata, sedotta, sbertucciata, dissipata). (Poi,<br />
dopo ore, si era fatta piú in là. Alla finestra in camicia).<br />
2 gradi sopra lo zero, pioggerellina, senza vento, passeggera. (Lenzuola<br />
gelate).<br />
Aprii l’edizione Kröner blu pieghevole, e lessi la lettera che nel 1891 Nietzsche<br />
indirizzò a Jakob Burckhardt dall’isola di Skye nelle Ebridi : «.....alla<br />
piaggia, tra assi e altro legname piegato dal turbine, e tutto un cielo<br />
di stelle marine mi brulica piano intorno mentre scrivo : costruiamo<br />
i dragoni senza alcun pavido ponte di coperta; all’albero maestro già<br />
fluttua la tela d’olona con cimose rosso vivo. – Due delle lance vengono<br />
fatte partire prima, come pattuglia di esploratori, come corvi,<br />
come cavalieri del Graal. Io, comandante del corpo principale, seguo<br />
pochi giorni piú tardi con le restanti sei navi : la mia prossima lettera<br />
risoria (sic !), amico, la riceverai già da Helluland, non appena avremo<br />
eletto i luoghi di costruzione per le nostre shanties.....» (poi però il<br />
testo si offuscava, e voltai pagina, e fui preso da frammenti e note, finché<br />
non mi svegliai. – Mi capita spesso di sfogliare i libri cosí. Strano<br />
però, quando N. di solito non lo posso soffrire !).<br />
Cucinitudine : freddo e vuoto di piastrelle. I bambini dormono; la moglie<br />
dorme; io : veglio ! – Il ridicolo termos rosso con il caffèrnao argilloso;<br />
due fette di salame, due con formaggio : belle fette grigio dorate<br />
di Harzer (non puzzolente e fuso : quello non mi piace ! È magnifico<br />
quando uno ce l’ha, “il proprio ordine”. Beffardo).<br />
Il vento schioccava nel giardino e per ultimo venne con passetti acquatici<br />
sbrodolanti.<br />
I rami gracchiavano nella notte. (A quel punto il mio cappotto sventolò<br />
rapido e gradasso). Della pioggia bisbigliava con l’asfalto. (Come nere<br />
calze di lana bagnate il mio pensiero meandrò a lungo sottosopra. O<br />
23
come un carro funebre, perdutosi in vaste foreste, che gema, con a seguito<br />
tendine garrenti dai bordi bianco-neri). Anche gli scarni cespugli<br />
sferragliavano scheletriche sarabande; il lastricato brillava al lampione<br />
solitario : nella mansardina armeggiavano lemuri intrusioni; la pancia<br />
scaricò cigolante : bel calduccio su per la schiena – c’est la guerre !).<br />
(Le regioni montuose non le amo : né il pastoso dialetto dei loro abitanti, né<br />
la terra dalle innumerevoli arcate, barocco tellurico. Il mio paesaggio<br />
deve essere pianeggiante, piatto, brughiero, per miglia e miglia, foresta,<br />
prato, nebbia, silenzioso).<br />
(Non solo geologicamente : anche in senso morale e spirituale il momento<br />
ha nome Alluvium : sedimentazione. Palafitticoli e uomini delle<br />
caverne; zeppi di pali o grotte nel pensiero; Svizzera Sassone dell’intelletto.<br />
Bel nome : «popolo del bicchiere campaniforme» ! Altro che<br />
brachi- o dolico- : celiocefali ! Dall’eterno stare sull’attenti diventa<br />
tutto prognato : gnorsí, signor Neanderthal!)<br />
Ritardo!: tutti i treni avevano un ritardo indeterminato (e il suo berretto<br />
rosso fuoco si spiaceva appena e ufficialmente orgoglioso per l’eccezionale<br />
caso di responsabilità). E cosí facemmo muti i due passi e ci<br />
spingemmo dentro, uno dietro l’altro<br />
nella minuscola sala d’attesa : subito cominciarono a formarsi circoli scuri<br />
intorno a ciascuno di noi, distratti, mani tascabili; solo dopo un<br />
po’ di tempo arrivò il mormorio (questo sarebbe durato 10 minuti<br />
buoni; poi sarebbero diventati furiosi, etc. etc., era tutto già noto. Io<br />
badavo a tenere sempre sott’occhio la mia lupa).<br />
Ella se ne accorse, e si smoccicò sfacciata e allettante al di sopra delle sue<br />
amiche. (I compiti parevano essere piú o meno ancora gli stessi : analisi<br />
di curve, Galsworthy, legge di Wien, e «Àilettoilquartatto ». –) Il<br />
vento divenne piú forte; saltava chino qua e là, si drizzava, respirava<br />
cavernoso, e rovistava allegro nella fanghiglia di neve; poi venne alla<br />
mia finestra, farfugliò tre frasi in gaelico, si piegò (dalle risate, per il<br />
mio viso), e fu sparito. Le macchie scure sotto di noi si ingrandivano;<br />
il rosso prese di nuovo il telefono in mano; questo ronzava al suo filo<br />
sottile, ed egli lo interrogò scrupoloso e irritato.<br />
Cosí pensavo, e il mio corpo del frattempo stava all’angolo della stazione,<br />
come un autobus vuoto abbandonato dal conducente.<br />
Alla fine tutto rabbrividisce : dal dorso del nero verme di ferro gocciolò<br />
nei baveri. Le pozzanghere sbrodolarono nelle scarpette delle ragazze<br />
(poi il dragone fischiò molle vapore, che lallante e incerto rollò sulla<br />
ghiaia plumbea).<br />
24
Scompartimento fumatori : inalavano e sognavano : e anch’io estrassi pro<br />
forma una elegante Attika.<br />
La lupa : dilaniò le sue fette di colazione in due pratici pezzi, piano e con<br />
dita assenti, facendo rotolare una perla di formaggio ambrata nelle<br />
falde glaciali della carta stagnola (affinità spirituale, no ! ). Poi una<br />
mela. Poi “Biologia”, lo Schmeil-Norrenberg.<br />
«Caspita, c’è Runge !» (in maniera ipocrita) : «Beh !» (Peters, Schönert, la<br />
Krämer, tutti intorno). Ed egli raccontò laconico, tronfio.<br />
Di Bergen-Belsen : (era stato distaccato come soldato delle SS al personale<br />
di campo, il brutto porco). «Oh, lí lavorano tutti sodo !», con un<br />
sorriso contratto e padronale : «gli ebrei.» Pausa. Spinse la scheda piú<br />
vicino ai grassi occhi azzurri; ma andava detto : «e quando si rifiutano<br />
– vengono impiccati.» – ! ! – : «Alle forche speciali.»<br />
Nulla ! Io non so nulla ! Non m’importa di nulla ! (Ma una cosa so : tutti<br />
i politici, tutti i generali, tutti coloro che in qualche modo regnano o<br />
comandano sono dei farabutti ! Senza eccezione ! Tutti ! Io mi ricordo<br />
ancora bene dei grandi pogrom : e non dimentico come le SA spaccarono<br />
con l’ascia la macchina da scrivere del Dr. Fränkel, e come<br />
rovesciarono lo stridulo pianoforte dalla finestra, finché egli non si<br />
suicidò ! : Ma giorno una volta verrà, mie care canaglie. E guai a colui<br />
che ancora vi concede “un’altra possibilità” !)<br />
«Cristo: si è castrato da solo!»; questo era di nuovo Schönert, che leggeva<br />
con intonazione Matteo XIX versetto 12, i passi paralleli, menzionava<br />
gli skopcy, e continuava poi a sviluppare senza sosta le sue idee mangrove.<br />
(Però in sé non del tutto paradossale, no Ci riflettiamo meglio<br />
dopo, va’).<br />
Una tipetta mora, beltenebros dunque, torace stratosfericamente gonfio,<br />
dava molto da fare a Peters, il quale si intrattenne con lei a lungo e<br />
per troppi motivi di servizio, e con i suoi occhi da pesce le proponeva<br />
ripetutamente lascivi commerci. (Mica è la fine del mondo : è solo<br />
triste ! «Quella un triangolo se lo fa !». Lutero era proprio cosí : anche<br />
lui «non poteva vedere una donna senza concupirla» !).<br />
Poi i programmi per il sabato delle dattilografe : «Il Landrat ha già disposto<br />
qualcosa per mezzogiorno – Quindi : signore mie !» e io mi rivolsi<br />
burbero di nuovo ai raccoglitori, con le fredde prese di stoffa.<br />
Una Croce alla Maternità ! : questa era per la coboldica ubriacona della Benecke,<br />
quella con 14 bambini; tutti caricature, rossi di capelli, strabici,<br />
denti simili a pietre di mah-jong, una figliata di troll : da prendere<br />
a calci nel sedere !<br />
25
Dunque una croce alla madre : ed ella stese orgogliosa le mani sul grasso<br />
ventre materno. (Fino a quando lo Stato pagherà premi per la monta<br />
non dobbiamo meravigliarci se lo spazio vitale diventa sempre piú<br />
stretto. – E sia : a che scopo sono un impiegato !)<br />
Quando Cesare Augusto emanò il famoso decreto la popolazione della terra<br />
ammontava a circa 50 milioni di persone. (Schönert confermò).<br />
Ora, la superficie utile della Terra è pressoché una costante. Ammise<br />
anche questo. Al momento siamo 2,5 miliardi, i.e. cinquanta volte<br />
tanto, e ogni giorno aumentano ancora di circa 100.000 : quindi !<br />
E adesso le opinioni cominciarono a cozzare. (Io sono piuttosto per<br />
la sterilizzazione degli uomini – che non significa castrazione – e<br />
per la legalizzazione dell’aborto. Piú di 1 miliardo non dovremmo<br />
essere !)<br />
Argumentum ad hominem : «Già, e allora si faccia sterilizzare, signor<br />
Düring !» (Disfida e trionfo : allora !) : «Ma subito, signor Runge !<br />
Pure oggi stesso !». E anche Schönert annuiva colpito e voluttuoso :<br />
«Via libera completa. E il piacere è lo stesso !», e si appoggiò piú forte<br />
alla sedia della signorina Krämer. (Poi dettagli tecnici : come viene<br />
fatto : baionetta fuori, piede dentro, via. O collo sbucciapatata.)<br />
«Sinistr ! : – Sinistr!: – – Cantare !» (Servizio di lavoro obbligatorio), e le<br />
uniformi marionette scattarono innanzi con gambe rullanti, appoggiarono<br />
solerti all’indietro le teste germaniche e proruppero entusiaste<br />
: «Tuu san tera dii fede . . . » (e intanto nei loro lager marcivano a<br />
milioni !). Muggivano ancora i cadenzati necrofori, distinti da altrettanti<br />
cretini solo nella forma, piú cupa si accigliò la mia faccia, piú<br />
rovine presagivo, piú membranosi morti. («E come il volo d’aquila<br />
dal nido / èee il tu-oo volo di spirito : resistete !»); non annuii beffardo;<br />
non risi sardonico; non io ! Peccato solo che io, un vedente, dovrò<br />
partecipare al gioco della mosca cieca. (Mah, forse ci si può fare un<br />
po’ da parte. Chissà). (Elefantiasi del concetto di Stato).<br />
Bordi delle unghie mangiucchiati, abbigliamento qualunque, faccia larga e<br />
occhi opachi : «Un passaporto per favore.» (In un pacato e chiarissimo<br />
tedesco senza inflessioni : è già qualcosa !) E gli cavai io stesso la<br />
biografia. (Voleva un visto per l’Inghilterra : dunque emigrare. Tipi<br />
furbi, questi scrittori. Erano tutti privi di «parentado», e potevano<br />
muoversi liberamente. Mentre per quelli come noi). «Segni particolari<br />
» : « – : Forse : portatore di occhiali –» suggerí; annuire a questo e<br />
a quello. (Ma poi ne ebbi abbastanza, e lo passai a massa Otte per far<br />
compilare tutto con la sua formidabile grafia Sütterlin).<br />
26
“Ore 12 ascolto collettivo” : ed era di nuovo una seduta del Reichstag,<br />
con Ha e Heil e società corale ed energico ruggito; a conclusione :<br />
«approvata all’unanimità». (Anche qui : «cantare !». Ed erano cosí orgogliosi<br />
: in Inghilterra c’era sempre questo schifoso pro e contro in<br />
parlamento : ma noi siamo concordi, dalla testa ai piedi !). E ovunque<br />
nel popolo la placida, felice convinzione : il Führer farà bene ! Dio, i<br />
tedeschi sono stupidi ! Il 95% ! (I.e. gli altri non sono certo migliori :<br />
lasciate solo che una volta gli americani eleggano il loro Hindenburg<br />
!)<br />
Gli uomini si comportavano come bandiere; le loro labbra sventolavano, le<br />
loro mani applaudivano, alcuni correvano davanti ad altri vorticosamente.<br />
Alle finestre aperte le radio bollivano e cuocevano la loro<br />
musica croc, alla quale già si univa il vento grigio. Luce pluviale entrò<br />
di nuovo fra le case, e presto al di sopra scivolarono gli aghi d’acqua<br />
sui mari di asfalto.<br />
Indifferente al destino del mio popolo! : Quello che lí si comporta da nazista,<br />
macina marce, ed entusiasta si scambia parole da quattro soldi,<br />
non è il mio popolo ! È il popolo di Adolf Hitler ! (Un mezzo milione<br />
forse sono diversi, i.e. migliori; ma allora dovremmo anche chiamarci<br />
in maniera diversa, emigrare, in Saskatchewan – ah, è tutto cosí doloroso<br />
e in-, e io pestai ancora stizzoso le magre gambe sul selciato. O<br />
per quanto mi riguarda anche nelle Falklands).<br />
La pioggia scalfiva i vetri (dello scompartimento); fu di nuovo piú buio<br />
nel nostro tubo di ferro.<br />
Tumulto di vento; la grandine cicalò energica. (Walsrode).<br />
Foresta : l’ingresso era stato coperto di nebbia in fretta, disordinatamente,<br />
le cui sciolte estremità si trascinavano sui prati avanti e indietro;<br />
quindi un lembo su, e una sbirciatina : – (Chiuso di nuovo. È bagnato.<br />
Fitto. Io).<br />
«Va’ di nuovo da Trempenau. Compra delle salsicce». E io avanzai, piegato<br />
sotto il cielo piatto, tratteggiato obliquo dalla pioggia, pieno di amarezza<br />
servile e rassegnato.<br />
La grande lupa bianca : rise tra i denti maliziosi, e comprò della bella carne<br />
rossa, e pallide molli salsicce da arrostire. Poi balzò con le lunge gambe<br />
sul telaio della bicicletta, facendo fremere le sue piccole mammelle,<br />
e sgusciò via serena e vivace. Tra pioggia e alberi ammuffiti.<br />
Il mio gatto preferito : se sono un discreto conoscitore dell’universo (hihi :<br />
cosa prova una stella se un’altra le va «troppo vicino» ), fra non molto<br />
porterà i suoi piccoli in aperta campagna, in modo da non venire<br />
27
trascurato completamente. (Me lo ha già fatto una volta per gelosia !)<br />
– Proprio come le persone : appena ci sono i bambini l’uomo viene<br />
trascurato. (Sono anni ormai che mia moglie si rifiuta, burbera e con<br />
pretesti candido-astuti, di accontentarmi. Conseguenze !).<br />
«Allora, Miss Femminità » (mia figlia); arrivò clarisonante e volle un marco<br />
per i quaderni. «Sicura che è un film permesso ai giovani » ammonii<br />
in tono di rimprovero, ed ella mi diede un buffetto da signora<br />
(!) e rise.<br />
«Acqua – s’è – fatta !»; con l’involto dell’asciugamano trampolai in zoccoli<br />
e accappatoio nella lavanderia, alla vasca grigia.<br />
Nudo (e rosso bollito); ma è quasi troppo fredda ! Mi insaponai tremante<br />
sedere e accessori, mi sollevai a fatica, e asciugai tutto frizionando.<br />
Bussare ai vetri : «Ciaoo !» Käthe Evers (la lupa) : mi perforò con la<br />
strizzatina d’occhio, mi riconobbe, osservò bene tutto, inclusi<br />
petto e gambe, e scoppiò a ridere forte. Alla lettera : esplose in<br />
una risata e corse intorno all’angolo di casa. O. (Cosmotheoros :<br />
non significa «frugamondo» ).<br />
Biancheria pulita; e poi entrai di nuovo fra gli infinito-terribili gobelin<br />
rosso-neri della vita, ora minaccioso-urlanti, ora assopito-indugianti.<br />
Seduto alla poltrona : l’orologio vacillava docile le piccole cifre fino a me.<br />
(A volte là dentro quello grosso scoppiava in una risata dispotica e<br />
soffocata : «Ah !»; «Oh !»; poi il coro cortigiano canticchiava di nuovo).<br />
I gatti pulsavano nel pelo; respiravano. Pulsare è vita. Forse noi<br />
siamo nati tra due respiri del sole (periodo glaciale; periodo interglaciale).<br />
Probabilmente il concetto «tempo» dipende dalla grandezza<br />
del relativo essere vivente; io ne ho uno diverso da quello della sequoia<br />
di 4000 anni, da quello del momentaneo infusorio, da quello delle<br />
stelle di tipo δ-Cephei, da quello del Leviatano, da quello del primo<br />
sconosciuto, del primo...<br />
Nella rimessa : da poco anche le biciclette devono portare luce posteriore<br />
e targa : come se fossero loro colpevoli degli incidenti ! Io farei di<br />
meglio : nessun veicolo dovrebbe avere un motore che viaggi sopra i<br />
40 km l’ora : poi ci sarebbe la pace ! (Ma forse sedeva al Reichstag un<br />
qualche fabbricante di luci elettriche o il suo amico; è la spiegazione<br />
piú semplice).<br />
Il sole ardeva al margine inferiore del cielo (accanto a compatte ceneri di<br />
nubi); dalle foreste si levò un grigio spirito palustre; erba e passiti<br />
stillarono tanto e russarono (accanto alle mie scarpe alte, ai miei pantaloni).<br />
Posi la testa in orizzontale sul treppiedi e misurai intorno a<br />
28
Note al testo<br />
L’autore di queste note deve molto all’opera di Dieter Kuhn, i cui contributi<br />
rimangono la principale fonte di informazioni su Dalla vita di un<br />
fauno, e dai quali si è ricavata larga parte delle osservazioni e delle chiavi<br />
di lettura qui raccolte. Questi contributi, indispensabili per chi voglia<br />
approfondire i temi del romanzo, sono riuniti in:<br />
Dieter Kuhn, Kommentierendes Handbuch zu Arno Schmidts Roman<br />
»Aus dem Leben eines Fauns« (abbr. kh).<br />
Dieter Kuhn, Weitere Erläuterungen zu Arno Schmidts Roman »Aus dem<br />
Leben eines Fauns« (abbr. we).<br />
––––<br />
Dalla vita di un fauno. Il cabotaggio intertestuale del libro ha inizio già nel titolo,<br />
con il riecheggiamento della novella Aus dem Leben eines Taugenichts (Dalla vita di un<br />
perdigiorno) di Joseph von Eichendorff (1788-1857).<br />
Il sistema interpuntivo del Fauno, che potrà al lettore apparire inconsueto, è in<br />
Schmidt un modo per stenografare il pensiero e limare il superfluo della narrazione. La<br />
cifra tipografica della sua prosa è stato pertanto conservata. Da una lettera del 12 agosto<br />
1956 a Ernst Krawehl, allora direttore editoriale per Stahlberg: «Durante la correzione<br />
delle bozze, badi in generale a questo per favore: si deve – per delle ragioni! – lasciare<br />
quasi sempre tutto così come l’ho consegnato nel manoscritto. Anche la distanza del<br />
punto dalla parentesi non è immotivata». Schmidt, A. Fragmente. Bargfelder Ausgabe,<br />
Supplemente I. Frankfurt am Main, Suhrkamp, 2003, p. 392.<br />
Pag. 15<br />
«Tu non voglia additare le stelle». Dal paragrafo sulla Secta Italica, oder Pythagorica<br />
della storia della filosofia di Brucker. La regola XLIX dice: «Quando tuona<br />
bisogna toccare la terra»; la regola LXVIII: «Non si deve indicare verso le stelle»;<br />
regola LXX: «Non si deve scrivere nella neve». Johann Jacob Brucker: Jacob Bruckers,<br />
Kurtze, Fragen, Aus der, Philosophischen Historie, Von, Anfang der Welt, Biß<br />
auf die, Geburt Christi. Zweyter Theil. Ulm, Daniel Bartholomäi und Sohn, 1731.<br />
– Düring sembra infrangere, alla ricerca di un nuovo ordine, le leggi del cosmo,<br />
mentre in “K.” potrebbe essere celato il nome dell’amata Käthe. Vedi R. Finke:<br />
Arno Schmidts faunische Prosa, p. 34-35.
Diamonddiamond. Lo scintillio della neve fa scattare l’analogia con i diamanti e l’allusione<br />
al cane di Newton, che si chiamava per l’appunto Diamond, e che rovesciò una<br />
candela su un manoscritto del grande fisico, distruggendo il lavoro di anni: «O Diamond!<br />
Diamond! thou little knowest the mischief done!». The Oxford Dictionary of<br />
Quotations. Third Edition. Oxford New York Toronto Melbourne, Oxford University<br />
Press, 1985, p. 362.<br />
Macadamizzata; – era pure cognato di Cooper. Il macadam è un tipo di pavimentazione<br />
stradale realizzata con pietrisco e altri materiali. Dal nome dell’ingegnere scozzese<br />
J.L. Mac Adam (1756-1836). Questi sposò una sorella della moglie di James Fenimore<br />
Cooper (1789-1851), il romanziere statunitense autore del romanzo L’ultimo dei<br />
Mohicani e di cui Schmidt tradusse The Wept of Wish-Ton-Wish, Satanstoe, The Chainbearer<br />
e The Redskins.<br />
«La mia vita ! : nessun continuum!». Novalis: «Die Schreibart des Romans muß kein<br />
Kontinuum – es muß ein in jedem Perioden gegliederter Bau sein. Jedes kleine Stück<br />
muß etwas Abgeschnittenes – Begrenztes – ein eignes Ganze sein». Novalis. Fragmente:<br />
Poetik, nr. 1447. Band I. Hg. Ewald Wasmuth. Heidelberg, Lambert Schneider, 1957.<br />
(Comunicato da Ken Calhoon). – Nella versione italiana: «La stesura d’un romanzo<br />
non dev’essere un filo continuo, dev’essere un edificio suddiviso in singoli periodi.<br />
Ogni piccolo brano dev’essere limitato, ritagliato, un tutto in sé». Novalis. Opere. Trad.<br />
di Ervino Pocar. Milano, Guanda, 1982.<br />
Landrat. Nella maggior parte dei Länder della Germania il presidente di un circondario.<br />
Pag. 16<br />
Pesce luna. Pesce che vive nel Mediterraneo e che può pesare fino a 600 chili. Il suo<br />
nome non deriva tanto dalla forma, quanto dalla sua superficie viscida, che riluce nel<br />
buio.<br />
Stazione di Cordingen. Piccola cittadina del vecchio circondario di Fallingbostel (oggi<br />
Soltau-Fallingbostel), nella Bassa Sassonia, dalla quale Düring parte nel suo viaggio<br />
giornaliero per raggiungere gli uffici dell’amministrazione circondariale.<br />
«La grande lupa bianca :». Citazione letterale dallo Zauberring (1813) di Fouqué:<br />
«[...] da fährt aus dem dichtesten Buschwerk eine große, weiße Wölfin auf ihn los,<br />
so daß er nur eben noch Zeit behält, zur Seite zu Springen, und weil er nicht gleich<br />
zum Schwerdte kommen kann, die Axt nach seiner Feindin zu schleudern». Der<br />
Zauberring, in: Fouqué, Friedrich de La Motte. Ausgewählte Werke. Vierter Band,<br />
Erster Theil. Halle, C.A. Schwetschke und Sohn, 1941, p. 55. – «[...] in quel momento,<br />
dalla piú fitta boscaglia, si avventò su di lui una grande lupa bianca, tanto<br />
che egli ebbe appena il tempo di saltare di lato e, poiché non gli riuscí di prendere<br />
subito la spada, di scagliare l’ascia contro la sua nemica».<br />
Roundheads. Furono così indicati in Inghilterra i sostenitori del parlamento durante la<br />
guerra civile (1642-51), poiché era costume dei puritani portare i capelli corti, in contrapposizione<br />
ai cavalieri, che invece li portavano lunghi (ingl. «teste rotonde»).<br />
Walsrode. Città dell’attuale circondario Soltau-Fallingbostel, 24.373 abitanti (ne contava<br />
8114 nel dicembre del 1939).<br />
Gobelin. Arazzo tessuto a mano. Dal nome della famosa manifattura parigina dei Gobelins.<br />
Pag. 17<br />
Occhi di cristallo, flint & crown. Il flint (ingl. «silice»), è un vetro con un forte potere<br />
112
dispersivo, impiegato in ottica insieme all’altra principale categoria di vetri, il crown<br />
(«corona», per la forma circolare delle sue lenti).<br />
«Fallingbostel :». Capoluogo del circondario Soltau-Fallingbostel (11.820 ab.), con<br />
2.900 abitanti nel 1939.<br />
Eddies and dimples. (Mulinelli e increspature). Dalla poesia di Longfellow The Building<br />
of the Ship: «A quiet smile played round his lips, / As the eddies and dimples of<br />
the tide / Play round the bows of ships, / That steadily at anchor ride». Longfellow,<br />
H.W. The Complete Poetical Works of Longfellow. Boston-New York, The Riverside<br />
Press Cambridge, Houghton Mifflin Company, 1922.<br />
Pag. 18<br />
Odissea XXIII. Vedi i versi 233-45 della versione Pindemonte:<br />
Bella d’olivo rigogliosa pianta / Sorgea nel mio cortile, i rami larga, / E grossa molto, di colonna<br />
in guisa. / Io di commesse pietre ad essa intorno / Mi architettai la maritale stanza,<br />
/ E d’un bel tetto la coversi, e salde / Porte v’imposi e fermamente attate. / Poi, vedovata<br />
del suo crin l’oliva, / Alquanto su dalla radice il tronco / Ne tagliai netto, e con le pialle<br />
sopra / Vi andai leggiadramente, v’adoprai / La infallibile squadra e il succio acuto. / Cosí<br />
il sostegno mi fec’io del letto.<br />
«E del pubblico l’armento dall’ampia fronte e dal lucente pelo :». Riferimento al<br />
Lied von der Glocke (La canzone della campana) di Schiller (1800): «Blökend ziehen<br />
/ Heim die Schafe, / Und der Rinder / Breitgestirnte, glatte Scharen / Kommen<br />
brüllend, / Die gewohnten Ställe füllend». – «Belando al lor ricetto / Tornano<br />
i greggi; e lento, / Di queruli muggiti empiendo il cielo, / Rincasa anche l’armento<br />
/ Dall’ampia fronte e dal lucente pelo». Schiller, F. Liriche. Trad. di Andrea Maffei.<br />
Torino, UTET, 1911.<br />
Atto di nascita del nonno di parte materna. Secondo la Legge per la protezione del sangue<br />
e dell’onore tedesco del 1935, veniva considerato ebreo chiunque avesse almeno tre<br />
nonni ebrei.<br />
Pag. 19<br />
Quintus Icilius. Si tratta di un oscuro funzionario dello Hannover, Heinrich Guichard<br />
(1798-1861), che ha ereditato l’appellativo dal piú famoso Karl Gottlieb Guichard<br />
(1724-1777), filologo e teologo, il quale era stato uno dei collaboratori di Federico II<br />
di Prussia. Il re aveva ironicamente apostrofato lo studioso con questo nome in seguito<br />
a una discussione di strategia militare: Quintus Icilius era un centurione che condusse<br />
male le sue truppe durante la battaglia di Farsalo.<br />
L’imperatore di Aromata. Schmidt ha tolto l’espressione dall’Abraham Tonelli (1798) di<br />
Tieck, dove l’imperatore viene ridicolizzato.<br />
Hindenburgicamente. Paul von Hindenburg (1847-1934), generale e uomo politico<br />
tedesco. Capo di Stato Maggiore dell’esercito tedesco nella prima guerra mondiale e<br />
presidente della repubblica dal 1925 al 1934.<br />
Un tono ancor piú mabusiano. Allusione al film di Fritz Lang Dr. Mabuse (1922), o<br />
al pittore olandese Jan Grossaert (ca. 1478-1535 ca.), che aveva adottato il nome di<br />
Mabuse.<br />
I seen him serve the Queen / in a suit of rifle-green. Schmidt cita, con qualche libertà,<br />
dalla ballata Soldier, soldier di Rudyard Kipling. La terza strofa recita: «Soldier, soldier<br />
come from the wars, / What did you see o’ my true love / I seen ’im serve the Queen<br />
113
in a suit o’ rifle-green, / An’ you’d best go look for a new love». Kipling, R. Rudyard<br />
Kipling’s Verse. London, Odder and Stoughton, 1960.<br />
E dire che ci invidiano la pensione! Cfr. l’inizio (I,1) dell’Emilia Galotti di Lessing,<br />
dove «Il Principe (ad un tavolo da lavoro ingombro di corrispondenza e di carte, ne scorre<br />
alcune): Lagnanze, e ancora lagnanze! Suppliche, nient’altro che suppliche!... Che lavoro<br />
ingrato, e dire che ci invidiano!». Lessing, G.E. Emilia Galotti. Introd. e trad. di<br />
Nello Sàito. Torino, Einaudi, 2000.<br />
Pag. 20<br />
Pettinaio. Nel racconto di Gottfried Keller Die drei gerechten Kammacher, apparso nel<br />
volume Die Leute von Seldwyla (1856), questa categoria di persone viene così stilizzata:<br />
«Kurz, er war die merkwürdigste Mischung von wahrhaft heroischer Weisheit und<br />
Ausdauer und von sanfter schnöder Herz- und Gefühllosigkeit». Keller, G. Sämtliche<br />
Werke und ausgewählte Briefe. Band II. Hg. von Clemens Heselhaus. München, Carl<br />
Hanser Verlag, 1957, p. 179. – «Insomma, egli era la piú strana mistura di una saggezza<br />
e di una perseveranza veramente eroiche con la piú placida e vile insensibilità». I tre<br />
pettinai amanti della giustizia, in: Keller, G. Tutte le novelle. Vol. I. Versione di Lavinia<br />
Mazzucchetti, Milano, Adelphi, 1963.<br />
As the mist resembles the rain. Longfellow, The Day is Done, strofe 2-3: «I see the<br />
lights of the village / Gleam through the rain and the mist, / And a feeling of sadness<br />
comes o’er me, / That my soul cannot resist: // A feeling of sadness and longing<br />
/ That is not akin to pain, / And resembles sorrow only / As the mist resembles<br />
the rain». Longfellow, H.W. The Complete Poetical Works of Longfellow, op cit. – «A<br />
la nebbia traverso ed a la piova / Raggiano i lumi de la villa; e un senso / M’invade<br />
di tristezza, a cui lo spirto / Già vinto s’abbandona. // Un senso di tristezza e smania<br />
insieme, / Che dolore non è, ma v’assomiglia / Come la nebbia, che si solve in perle,<br />
/ Assomiglia a la piova». Longfellow, H.W. Liriche e Novelle. Trad. di Carlo Faccioli.<br />
Firenze, Successori Le Monnier, 1896.<br />
Egerländer-Marsch. Questa marcia, composta da Wendelin Kopetzky (1844-1899)<br />
«venne trasmessa pressoché ogni giorno dalla radio del Reich, tra il settembre 1938<br />
e il marzo del 1939, nel periodo che va dalla “crisi dei Sudeti”, promossa dai vertici<br />
nazionalsocialisti, fino all’occupazione di Boemia e Moravia, divenendo cosí un tormentone<br />
per gli ascoltatori. Ne circolavano diverse varianti parodistiche che naturalmente,<br />
come anche questo esempio addotto nel “Fauno”, non si potevano certo sentire<br />
alla radio». kh, p. 29.<br />
Verden. Verden sull’Aller, città della Bassa Sassonia, 26.900 ab.<br />
Primum vivere. La tradizione attribuisce a Thomas Hobbes (1588-1679) la frase primum<br />
vivere, deinde philosophari (prima si pensi a vivere, poi a filosofare).<br />
A ciò che vuole cadere si deve dare anche una spinta. Lieve variazione delle parole di<br />
Zarathustra: «Oh meine Brüder, bin ich denn grausam Aber ich sage: was fällt, das<br />
soll man auch noch stossen!». – «Fratelli miei, forse sono crudele Ma io dico: a ciò<br />
che sta cadendo si deve dare anche una spinta!». Nietzsche, F. Cosí parlò Zarathustra.<br />
Trad. Mazzino Montinari, Milano, Adelphi, 2005, p. 245.<br />
Sull’aria giallo susina del m’ami. La grande varietà di situazioni cantata dai Meistersänger,<br />
i trovatori tedeschi, era pari solo a quelle delle melodie che accompagnavano<br />
i loro testi.<br />
Saarbrücken. Questa emittente del Reich trasmise dal 29 settembre 1935 fino all’ini-<br />
114
zio del 1945.<br />
«Papa Pio l’Ennesimo :». Si tratta di Papa Pio XI (Achille Ratti; 1847-1939). Ebbe un<br />
atteggiamento benevolo nei confronti del fascismo, ma protestò contro le leggi razziali<br />
del 1938.<br />
Pag. 21<br />
«Aprii l’edizione Kröner blu pieghevole». Il tascabile delle edizioni Kröner nr. 100 contiene<br />
due lettere di Nietzsche a Burckhardt, ma nessuna dalle Isole Ebridi, dove egli<br />
non era mai stato.<br />
Helluland. Nei loro viaggi esplorativi verso occidente, i Vichinghi raggiunsero le coste<br />
settentrionali dell’America. Una saga attribuisce all’islandese Bjarni Herjólfsson la<br />
scoperta dell’odierna Terranova, nel 986, che venne chiamata Helluland (Terra piatta<br />
o anche Terra delle pietre piatte).<br />
Pag. 22<br />
C’est la guerre ! Maréchal Bosquet (1810-1861) commentò così la poesia di Tennyson<br />
The Charge of the Light Brigade (1854): «C’est magnifique, mais ce n’est pas la guerre».<br />
The Oxford Dictionary of Quotations, op. cit. p. 90.<br />
Alluvium. È uno dei due periodi in cui è divisa l’era quaternaria: quello piú antico, il<br />
Pleistocene, detto Diluvium, che ha visto la diffusione dell’uomo e l’espansione dei<br />
ghiacciai, e l’Olocene, detto Alluvium, il cui inizio è calcolato fra i 12.000 e i 9000<br />
anni fa, caratterizzato dallo scioglimento delle calotte glaciali e dalla conseguente sedimentazione<br />
dei detriti.<br />
Svizzera Sassone. Nella valle scavata dall’Elba tra i Monti Metalliferi e la Lusazia, le rocce<br />
d’arenaria, erose in vertiginosi pinnacoli, danno vita a un paesaggio suggestivo, meritandole<br />
tale nome.<br />
Popolo del bicchiere campaniforme. Verso la fine del XVIII secolo a.C. il dominio degli<br />
Schnurkeramiker in molte zone della futura Germania fu messo in crisi dalla popolazione<br />
del bicchiere campaniforme, genti guerriere penetrate dalla penisola iberica.<br />
Altro che brachi- o dolico-: celiocefali!. La media età del ferro rileva un’alternanza di<br />
crani corti o allungati. L’antropologia del nazismo si è servita di queste osservazioni<br />
in maniera ovviamente capziosa. Una delle caratteristiche somatiche dell’Homo<br />
Heidelbergiensis (ca. 500.000 a.C.) è il prognatismo. Tratti simili presenta anche<br />
l’uomo di Neanderthal (vissuto all’incirca tra 150.000 e 40.000 anni fa), ritrovato<br />
nei pressi di Düsseldorf.<br />
Galsworthy. John Galsworthy (1867-1933), scrittore e drammaturgo. Divenne noto<br />
soprattutto per la serie di romanzi The Forsyte Saga. Nel 1932 ricevé il premio Nobel<br />
per la letteratura.<br />
Legge di Wien. Wilhelm Wien (1864-1928), fisico tedesco. Enunciò le leggi sulla distribuzione<br />
spettrale della radiazione di corpo nero. Pemio Nobel per la fisica nel 1911.<br />
Pag. 23<br />
«Di Bergen-Belsen :». Il campo di internamento di prigionieri di guerra, istituito nel<br />
circondario di Celle nel 1940, venne affidato alle SS nel 1943 e trasformato in campo<br />
di concentramento.<br />
Grandi pogrom. L’episodio prende il nome di notte dei cristalli: tra il 9 e il 10 novembre<br />
del 1938 una campagna punitiva contro gli ebrei tedeschi mise a ferro e fuoco le loro<br />
abitazioni, i luoghi di culto e le proprietà, portando alla morte di 200 persone.<br />
115
Dr. Fränkel. Medico generico della città di Lauban, suicidatosi dopo essere stato aggredito<br />
dalle SA.<br />
Ma giorno una volta verrà. Cfr. Iliade I, 164.<br />
Matteo XIX versetto 12. Il versetto recita: «Vi sono infatti eunuchi che sono nati cosí<br />
dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi<br />
sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi vuole capire capisca».<br />
Skopcy. La setta degli skopcy («castrati») fece apparizione in Russia intorno al 1775.<br />
Questa dottrina millenarista, predicata dal mistico Selivanov, raccomandava l’evirazione<br />
come mezzo di redenzione.<br />
Beltenebros. È il nome che Amadigi di Gaula – protagonista del piú famoso dei romanzi<br />
cavallereschi spagnoli, opera di Garcia Rodríguez (o Ordoñez) di Montalvo (sec.<br />
XV-XVI) – assume quando l’amata Oriana, credendolo invaghito della regina Briolanja,<br />
gli vieta di apparire alla sua presenza, ritirandosi così alla Peña Pobre. L’episodio<br />
è molto noto per la parodia che ne fece Cervantes nel Don Chisciotte.<br />
Non poteva vedere una donna senza concupirla. È una citazione dalla prima edizione di<br />
Der grüne Heinrich (1854-55) di Gottfried Keller: «Luther hat nur als Normalmann,<br />
nicht als einer von denen gesprochen, welche Religionen stiften oder säubern und die<br />
Welt verändern, wenn er sagte, er könne kein Weib ansehen, ohne ihrer zu begehren».<br />
Keller G. Sämtliche Werke und ausgewählte Briefe. Erster Band. Hg. von Clemens Heselhaus.<br />
München, Carl Hanser Verlag, p. 545.<br />
«Una Croce alla Maternità ! :». Sul modello della Medaille de la Famille Française, nel<br />
1938 venne istituita in Germania la Croce d’onore della madre tedesca, onorificenza per<br />
le madri con quattro o piú bambini.<br />
Pag. 24<br />
Il famoso decreto. Luca 2,1: «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si<br />
facesse il censimento di tutta la terra».<br />
«Argumentum ad hominem :». L’argomento (o dimostrazione) ad hominem, è quello<br />
che refuta gli assunti sostenuti dall’avversario partendo dalle sue stesse premesse, senza<br />
entrare in merito alla loro veridicità.<br />
Servizio di lavoro obbligatorio. Il Reichsarbeitsdienst (RAD) riguardava le persone di entrambi<br />
i sessi tra i 18 e i 25 anni, le quali dovevano prestare servizio, con la prevalenza<br />
del lavoro manuale, per sei mesi.<br />
Tuu san tera dii fede. È la prima strofa del Lied O Deutschland, hoch in Ehren di Ludwig<br />
Bauer (1832-1910).<br />
Lo passai a massa Otte. Master (padrone) nella pronuncia degli schiavi d’America.<br />
Grafia Sütterlin. Fu una scrittura corsiva ideata dal grafico Ludwig Sütterlin (1865-<br />
1917), insegnata a scuola e oggi in disuso.<br />
Pag. 25<br />
«“Ore 12 ascolto collettivo” :». Nelle aziende o nei condomini i discorsi dello Stato<br />
Maggiore e del Führer venivano ascoltati collettivamente.<br />
Pag. 26<br />
O. Abbreviazione di «onanismo». Vedi M. Lowsky, Der düpierte Leser, nota 9 di p. 25.<br />
116
Cosmotheoros. Opera di Huygens Christiaan (1629-1695), fisico, matematico e<br />
astronomo olandese, considerato tra i fondatori della meccanica e dell’ottica fisica.<br />
Il Cosmotheoros apparve postumo in latino: Cosmotheoros, sive de terris coelestibus<br />
earumque ornatu, conjecturae, 1698.<br />
Infusorio. Genericamente al plurale (Infusori), indica gli organismi, sottotipo del tipo<br />
Protozoi, rinvenuti nel brodo di coltura esposto all’aria.<br />
Stelle di tipo δ-Cephei. Sono stelle variabili da cui prendono il nome le variabili cefeidi,<br />
caratterizzate da una pulsazione periodica.<br />
Leviatano. L’enorme mostro squamoso della tradizione biblica è assunto da Hobbes a<br />
simbolo dell’onnipotenza dello Stato nei confronti dell’individuo. In modo simile<br />
Wieland descrive la relatività del tempo nel suo Natur der Dinge (vedi kh, p. 52).<br />
Pag. 27<br />
Tavoletta 3023. Una tavoletta (o anche «carta al 25.000») è una carta topografica alla<br />
scala 1:25.000. La tavoletta nr. 3023 è quella di Visselhövede, in cui si trova il luogo<br />
di residenza di Düring: Kolonie Hünzingen.<br />
«E giunge : la : primaveravvalle». Il Lied, popolare tra le colonne delle SA negli anni<br />
Trenta, è conosciuto anche con il nome di Lore Lore Lore Lore.<br />
Ma in Ispagna son già mille e tre. Dal Don Giovanni di Mozart, Atto I, scena V:<br />
Madamina, il catalogo è questo / Delle belle che amò il padron mio; / un catalogo egli è<br />
che ho fatt’io; / Osservate, leggete con me. / In Italia seicento e quaranta; / In Almagna<br />
duecento e trentuna; / Cento in Francia, in Turchia novantuna; / Ma in Ispagna son già<br />
mille e tre.<br />
Un grande tiranno in piú. Riferimento al romanzo Il grande tiranno di Werner Bergengruen<br />
(1892-1964). Il tiranno in questo caso è Francisco Franco (1892-1975).<br />
Maki. Proscimmie della famiglia dei Lemuridi viventi nel Madagascar.<br />
Pag. 28<br />
Bottega dell’antiquario. Reminiscenza del romanzo The Old Curiosity Shop (1841)<br />
di Charles Dickens.<br />
Neck or naught. Da The Diverting History of John Gilpin (1785) di William Cowper (1731-<br />
1800). Quando Gilpin perde il controllo del suo cavallo lo afferra brutalmente per la criniera:<br />
«His horse, who never in that sort / Had handled been before, / What thing<br />
upon his back have got / Did wonder more and more. // Away went Gilpin, neck or<br />
naught; / Away went hat and wig; / He little dreamt when he set out, / Of running<br />
such a rig». Cowper, W. The poetical Works. London, Frederick Warne, 1872, p. 214.<br />
(Cfr. kh, p. 58).<br />
Jarlingen. Piccola cittadina a 2,5 km da Kolonie Hünzingen.<br />
«Hallig-nembi». Le Hallig sono isole alluvionali nel Mare del Nord.<br />
Wattenmeer. La larga fascia costiera paludosa al largo della Frisia settentrionale, dal paesaggio<br />
spoglio e anfibio, battuta dalle tempeste. In particolari condizioni di luce, le<br />
Hallig appaiono da lì come un arcipelago sospeso nell’aria.<br />
Tu libera vaghezza giovanile. Dall’ultima strofa della poesia Wanderlust di Emanuel<br />
Geibel (1815-1884).<br />
Écumoire. Si tratta dell’Écumoire ou Tanzai et Néadarné (1733) di Claude-Prosper Jolyot<br />
de Crébillon (Parigi 1707-77), esponente del libertinismo letterario, autore di rac-<br />
117
conti e dialoghi nei quali forte è la componente licenziosa.<br />
«Gran Dioo noi ti lodiaamo». La prima strofa della rielaborazione del Te deum laudamus<br />
da parte di Ignaz Franz (1719-1790):<br />
Großer Gott, wir loben dich, / Herr, wir preisen deine Stärke, / Vor dir beugt die Erde<br />
sich / Und bewundert deine Werke. / Wie du warst vor aller Zeit, / So bleibst du in<br />
Ewigkeit.<br />
Latterie del pio giudizio. Allusione al Wilhelm Tell, IV, 3: «Du hast aus meinem Frieden<br />
mich heraus / Geschreckt, in gährend Drachengift hast du / Die Milch der<br />
Frommen Denkart mir verwandelt, / Zum Ungeheuren hast du mich gewöhnt».<br />
Schiller, F. Schillers Werke. Nationalausgabe, Zehnter Band. Hg. Siegfried Seidel.<br />
Weimar, Hermann Böhlaus Nachfolger, 1980. – «Da questa mia pace tu mi hai cacciato<br />
col terrore; il latte dei sentimenti pii tu me lo hai trasformato in fermentante<br />
veleno di drago; mi hai abituato alle cose mostruose». Guglielmo Tell, in: Schiller,<br />
F. Teatro. Prefaz. di Hans Mayer; trad. di Barbara Allason e Maria Donatella Ponti.<br />
Torino, Einaudi 1969.<br />
Ecco qua, un vantaggio per entrambi ! Vedi Nathan der Weise, Atto III, scena 7: «So wär’ /<br />
Uns beiden ja geholfen». – «In tal caso, / sarà un vantaggio per entrambi». Lessing, G.E.<br />
Nathan il saggio. Introd. di Emilio Bonfatti; trad. e note di Andrea Casalegno. Milano,<br />
Garzanti, 1992.<br />
«Kikeriki : Kakakanei;». Opera corale dell’organista e compositore tedesco Johann<br />
Hermann Schein (1586-1630).<br />
Leghorns. Gallina di origine italiana che veniva esportata in America dal porto di Livorno,<br />
città che in inglese è chiamata Leghorn.<br />
Legen. Weber ricrea una falsa etimologia di leghorn, deducendola dal verbo legen, che in<br />
tedesco significa anche deporre.<br />
Pag. 29<br />
Capra Saanen. Il distretto di Saanen è uno dei distretti del cantone di Berna, noto per<br />
l’ovinicoltura. È inteso un gioco di parole con Saane che, oltre a essere il fiume che dà<br />
il nome alla zona, è omofono di Sahne, cioè panna.<br />
Non sono dalla parte di nessuno. Guglielmo II (1859-1941), imperatore di Germania<br />
e re di Prussia, figlio di Federico III. Disse questa frase all’apertura della seduta straordinaria<br />
del parlamento del 4 agosto 1914, come richiamo all’unità dei cittadini.<br />
E «horn», questo suona tanto sigfridiano. Allusione al poema in alto tedesco medio del<br />
Lied von dem Hürnen Seyfrid, in 179 strofe, che racconta le imprese giovanili di Sigfrido.<br />
Viene riportato da 12 stampe del XVI e del XVII secolo e costituisce la base della<br />
tragedia di Hans Sachs (Der hörner Seufried, 1537) e del Volksbuch del Gehörnten<br />
Siegfried (1726).<br />
Misericordia. Lama in uso nel Medioevo per dare il colpo di grazia al cavaliere ferito<br />
a morte.<br />
Manico del comando. Nella gioventú hitleriana le ragazze tra i 14 e i 21 anni facevano<br />
parte del Bund Deutscher Mädel (BDM). Questo era gerarchicamente strutturato e<br />
conferiva ruoli di potere secondo un modello militare. Nel testo emerge un’allusione<br />
sessuale modellata sul titolo di Jungmädelschaftsführerin conferito alle caposquadra.<br />
Wandervogel. L’associazione, fondata nel 1896 da Karl Fischer, riuniva studenti con la<br />
passione per gli spettacoli filodrammatici, la musica e la danza popolare. Quando nel<br />
118
Bibliografia<br />
I testi sono indicati nella loro prima edizione e nell’ordine della bibliografia<br />
di Karl-Heinz Müther (Aisthesis Verlag 1992 e supplementi), consultabile<br />
all’indirizzo .<br />
– Leviathan, Hamburg Stuttgart Berlin Baden-Baden, Rowohlt, 1949.<br />
– Brand’s Haide, Hamburg, Rowohlt, 1951; contiene Brand’s Haide e Schwarze<br />
Spiegel.<br />
– Die Umsiedler, Hg. Alfred Andersch, Frankfurt, Frankfurter Verlags-Anstalt,<br />
studio frankfurt 6, 1953.<br />
– Aus dem Leben eines Fauns, Hamburg, Rowohlt, 1953.<br />
– Kosmas oder vom Berge des Nordens, Krefeld Baden-Baden, Agis, 1955.<br />
– Das Steinerne Herz, Karlsruhe, Stahlberg, 1956.<br />
– Die Gelehrtenrepublik, Karlsruhe, Stahlberg, 1957.<br />
– Fouqué und einige seiner Zeitgenossen, Darmstadt, Bläschke, 1958.<br />
– Dya Na Sore, Karlsruhe, Stahlberg, 1958.<br />
– Rosen & Porree, Karlsruhe, Stahlberg, 1959.<br />
– Kaff auch Mare Crisium, Karlsruhe, Stahlberg, 1960.<br />
– Belphegor, Karlsruhe, Stahlberg, 1961.<br />
– Nobodaddy’s Kinder, Reinbek, Rowohlt, 1963; contiene Aus dem Leben eines<br />
Fauns, Brand’s Haide, Schwarze Spiegel.<br />
– Sitara und der Weg dorthin, Karlsruhe, Stahlberg, 1963.<br />
– Kühe in Halbtrauer, Karlsruhe, Stahlberg, 1964.<br />
– Die Ritter vom Geist, Karlsruhe, Stahlberg, 1965.<br />
– Trommler beim Zaren, Karlsruhe, Stahlberg, 1966.<br />
– Der Triton mit dem Sonnenschirm, Karlsruhe, Stahlberg, 1969.<br />
– Zettels Traum, Stuttgart, Goverts Krüger Stahlberg, 1970.<br />
– Die Schule der Atheisten, Frankfurt am Main, S. Fischer, 1972.<br />
– Abend mit Goldrand, Frankfurt am Main, S. Fischer, 1975.<br />
– Vorläufiges zu Zettels Traum, Frankfurt am Main, S. Fischer, 1977.<br />
Pubblicazioni postume<br />
– Julia, oder die Gemälde, Zürich, Haffmans, 1983.<br />
– Dichtergespräche im Elysium, Zürich, Haffmans,1984.<br />
– Deutsches Elend, hg. von Bernd Rauschenbach, Zürich, Haffmans, 1984.
– … Denn ‘Wallflower’ heißt ›Goldlack‹, Zürich, Haffmans, 1984.<br />
– Briefe an Werner Steinberg, Zürich, Haffmans, 1985.<br />
– Die Insel, Bargfeld, Arno Schmidt Stiftung, 1985.<br />
– Der Briefwechsel mit Alfred Andersch, hg. von Bernd Rauschenbach, Zürich,<br />
Haffmans, 1985.<br />
– Atheist : Allerdings !, Zürich, Haffmans, 1985.<br />
– Der Briefwechsel mit Wilhelm Michels, hg. von Bernd Rauschenbach, Zürich,<br />
Haffmans, 1987.<br />
– Das Leptothe=Herz, hg. von Bernd Rauschenbach, Zürich, Haffmans, 1987.<br />
– Arno Schmidts Wundertüte, hg. von Bernd Rauschenbach, Zürich, Haffmans,<br />
1989.<br />
– Griechisches Feuer, hg. von Bernd Rauschenbach, Zürich, Haffmans, 1992.<br />
– Eberhard Schlotter : Das Zweite Programm, Zürich, Haffmans, 1989.<br />
– Der Briefwechsel mit Eberhard Schlotter, hg. von Bernd Rauschenbach,<br />
Zürich, Haffmans, 1991.<br />
– Der Platz, an dem ich schreibe, hg. von Bernd Rauschenbach, Zürich,<br />
Haffmans, 1993.<br />
– Lilienthal 1801, oder die Astronomen, unter Mitarbeit von Susanne Fischer,<br />
hg. von Bernd Rauschenbach, Zürich, Haffmans, 1996.<br />
– Brüssel / Die Feuerstellung, hg. von Susanne Fischer, Frankfurt am Main,<br />
Suhrkamp, 2002.<br />
– Vier mal Vier, hg. von Janos Frecot, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 2003.<br />
Traduzioni italiane<br />
– Il cuore di pietra, in Il dissenso: 19 nuovi scrittori tedeschi / presentati da Hans<br />
Bender, trad. di Emilio Picco, Milano, Feltrinelli, 1962, p. 313-320.<br />
– Alessandro o Della verità, trad. di Emilio Picco, Torino, («La ricerca letteraria.<br />
Ser. straniera»), Einaudi, 1965; contiene Gadir ovvero Conosci te stesso, Enthymesis<br />
ovvero Q.V.O., Alessandro o Della verità, Cosma ovvero La montagna del<br />
nord (poi nella collana Nuovi Coralli, 1981).<br />
– Il Leviatano, «Il Menabò di letteratura», n. 9 (nove scrittori italiani presentati<br />
da Hans Magnus Enzensberger), trad. di Rosanna Berardi Paumgartner e<br />
Emilio Picco, Torino, Einaudi, 1966, p. 121-150.<br />
– Tina o della immortalità, presentazione, note e trad. di Maria Teresa Mandalari,<br />
in «Carte Segrete», a. I, n. 3 (luglio-settembre 1967), p. 78-115; con un<br />
commento al testo di Ernst Krawehl: Le trappole linguistiche schmidtiane.<br />
– Della miseria tedesca, vers. di Elvira Lima, «Per Approssimazione», a. II, n. 6<br />
(dicembre 1984).<br />
– Il giorno del fiore di cactus, trad. di Gianna Mingrone Schadauser e Maximilian<br />
Vilzmann, «Carte Segrete», a. V, n. 16 (aprile-giugno 1971), p. 87-90.<br />
140
– Gadir o (ri)conosci te stesso, introduzione, trad. e note di Linda Rotolo, Napoli,<br />
LER, 1989.<br />
– Il Leviatano o il migliore dei mondi (1949), seguito da Tina o della immortalità<br />
(1964), a cura di Maria Teresa Mandalari, Milano, Linea d’ombra («Aperture»),<br />
1991 (già apparsi rispettivamente in «Menabò» e «Carte Segrete»).<br />
Bibliografia critica essenziale<br />
La produzione critica sull’opera di Schmidt è ormai amplissima e, nell’impossibilità<br />
di proporne una sistematica, si indicano qui pagine a lui dedicategli<br />
dai nostri germanisti e una scelta ragionata dei principali contributi su Dalla<br />
vita di un fauno.<br />
– Cases, Cesare. Arno Schmidt e il Leviatano. In: Saggi e note di letteratura tedesca.<br />
Torino, Einaudi, 1963, p. 250-258.<br />
– Marianelli, Marianello. La cosmo-provincia di Arno Schmidt. In: La letteratura<br />
tedesca moderna. Firenze, Sansoni, 1971, p. 452-458.<br />
– Mittner, Ladislao. Arno Schmidt. Il superamento del lemurismo; Ancora Arno<br />
Schmidt. In: Storia della letteratura tedesca, § 517, 1 e 2; § 524 e passim.<br />
Torino, Einaudi, 1977.<br />
– Reininger, Anton. Il caso Arno Schmidt. In: Profilo storico della letteratura<br />
tedesca, Torino, Rosenberg & Sellier, 1986, p. 794-97 (nuova ed. ampliata<br />
1996).<br />
______<br />
– Bull, Reimer. Bauformen des Erzählens bei Arno Schmidt: Ein Beitrag zur Poetik<br />
der Erzählkunst. Bonn, Bouvier, 1970 (capitolo III).<br />
– Finke, Reinhard. Arno Schmidts faunische Prosa. In: Gebirgslandschaft mit Arno<br />
Schmidt, Grazer Symposion 1980. Hg. von Jörg Drews. München, edition<br />
text + kritik, 1982, p. 30-40.<br />
– Finke, Reinhard. Der Herr ist Autor: Die Zusammenhänge zwischen literarischem<br />
und empirischem Ich bei Arno Schmidt. München, edition + kritik,<br />
1982 (capitolo II).<br />
– Lowsky, Martin. Der düpierte Leser. In: «Bargfelder Bote», Lfg. 83-84. München,<br />
edition text + kritik, 1984, p. 19-26.<br />
– Elhardt, Armin. Landschafts- und Naturdarstellung in Arno Schmidts Roman<br />
„Aus dem Leben eines Fauns“. Hg. von Joachim Metzler. In: «Zettelkasten».<br />
Frankfurt am Main, Bangert & Metzler, 1984, p. 19-90.<br />
– Bramkamp, Robert. Topographie der Wirklichkeit in Arno Schmidts Kurzroman<br />
»Faun«. Heft 20/20a. München, Text + Kritik, 1986, p. 92-108.<br />
– Drews, Jörg. Mehr Lesungen als Lösungen. Ein Kommentar zum Auftakt des<br />
»Fauns«. Heft 20/20a. München, Text + Kritik, 1986, p. 109-118.<br />
141
– Kuhn, Dieter. Kommentierendes Handbuch zu Arno Schmidts Roman »Aus dem<br />
Leben eines Fauns«. München, edition text + kritik, 1986.<br />
– Schwier, Heinrich. Tief läßt des Pastors Töchter blicken, oder: Der Faun im<br />
Pfarrersgarten. In: «Bargfelder Bote», Lfg. 122-123, 1987, p. 5-16.<br />
– Lowsky, Martin. Prometheus, Faunus, Christus oder vom armen Heinrich Düring.<br />
Eine Einführung in Arno Schmidts »Faun Erzählung«. In: Arno Schmidt,<br />
Das Frühwerk II / Romane / Interpretationen von »Brand’s Haide« bis »Gelehrtenrepublik«.<br />
Hg. von Michael Matthias Schardt. Aachen, Alano/Rader,<br />
1987, p. 99-132.<br />
– Müller, Michael. Erotik und Solitäre Existenz. Funktionen der Textreferenz in<br />
Arno Schmidts Trilogie »Nobodaddy’s Kinder«. München, Brehm, 1989.<br />
– Kuhn, Dieter. Weitere Erläuterungen zu Arno Schmidts Roman »Aus dem Leben<br />
eines Fauns«. In: «Bargfelder Bote», Lfg. 164-165. München, edition text +<br />
kritik, 1992.<br />
– Rathien, Friedhelm. Oktoberpibroch. Der Wind im »Faun«. In: «Zettelkasten<br />
12». Hg. von Marius Fränzel. Frankfurt am Main und Wiesenbach, Bangert<br />
& Metzler, 1993, p. 37-61.<br />
– Dunker, Axel. Ästetische Soteriologie. Arkadien und die chiliastische Idylle in<br />
Arno Schmidts Roman »Aus dem Leben eines Fauns«. In: A.D., »Den Pessimismus<br />
organisieren«, Eschatologische Kategorien in der Literatur zum Dritten<br />
Reich. Bielefeld, Aisthesis Verlag, 1994, p. 109-149.<br />
142
Nelle pagine successive: parte della tavoletta 3023 (Visselhövede) del 1936. Gentile<br />
concessione della LGN - Landesvermessung und Geobasisinformation Niedersachsen.
Arno Schmidt (1914-1979): l’esecutore<br />
testamentario dell’Illuminismo e<br />
dell’Espressionismo tedeschi, il grande<br />
«taglialemma & architetto della prosa»,<br />
autore delle piú vaste avventure formali<br />
nella Germania del dopoguerra.<br />
Dalla vita di un Fauno è apparso nel<br />
1953.
Non c’è dubbio che Arno Schmidt possegga la piú densa<br />
e formidabile prosa che si scrive in questo momento in<br />
Germania.<br />
Siegfried Lenz<br />
Alla lunga nessun amante della letteratura moderna potrà<br />
sottrarsi al confronto con questo fenomeno del tutto unico.<br />
Jean Améry<br />
Mi dedico di continuo, benché per lo piú nottetempo, ad<br />
Arno Schmidt.<br />
Theodor W. Adorno<br />
ISBN 88-89312-09-2<br />
€ 15,00 (i.i.)<br />
ISBN 88-89312-08-4<br />
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