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convergenza economica tra le regioni italiane: il ruolo della ...

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CONVERGENZA ECONOMICA TRA LE REGIONI<br />

ITALIANE: IL RUOLO DELLA CRIMINALITÀ E DELLA<br />

SPESA PUBBLICA, 1960-1993 1<br />

Giuseppe Tullio 2 - Stefano Quarella 3<br />

Introduzione<br />

Dal 1960, <strong>il</strong> primo anno per cui i dati sono disponib<strong>il</strong>i, al 1996 <strong>il</strong><br />

divario economico fra <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> del Mezzogiorno e quel<strong>le</strong> del<br />

Centro-Nord si è indubbiamente ridotto. Il rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> procapite<br />

del Sud e quello del Centro-Nord è infatti passato dal 47% del<br />

1960 al 58% del 1996. Tuttavia, nonostante i massicci <strong>tra</strong>sferimenti di<br />

risorse economiche dal Centro-Nord e l’adozione di politiche ed<br />

interventi appositamente predisposti dallo Stato per ridurre questo<br />

divario, <strong>le</strong> differenze ancora esistenti sono marcate. Inoltre, a partire dal<br />

1984 <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong> si è praticamente interrotto: <strong>il</strong> PIL procapite<br />

del Mezzogiorno, pari al 62% di quello centro-settentriona<strong>le</strong> nel<br />

1984, è diminuito fino ad arrivare al 58% nel 1996. La disoccupazione<br />

nel Sud rimane al di sopra del 20%, mentre nel Centro-Nord si è vicini<br />

ad una situazione di pieno impiego.<br />

Non deve pertanto sorprendere che <strong>il</strong> dibattito su quella che già<br />

nel secolo scorso veniva definita “la questione meridiona<strong>le</strong>” abbia negli<br />

ultimi tempi ripreso notevo<strong>le</strong> vigore, sia da un punto di vista politico sia<br />

da un punto di vista più squisitamente economico. Dopo l'ingresso<br />

dell'Italia nell'Unione Monetaria Europea deciso <strong>il</strong> 2 Maggio 1998,<br />

l'obiettivo del governo Prodi è passato da politiche finalizzate all'en<strong>tra</strong>ta<br />

nell'Unione Monetaria a politiche rivolte ad aumentare gli investimenti<br />

pubblici nel Sud per ridurre la disoccupazione.<br />

L'aumento degli investimenti pubblici al fine di combattere la<br />

disoccupazione può essere considerato uno strumento di politica<br />

1 Questo lavoro è <strong>tra</strong>tto da un capitolo <strong>della</strong> tesi di laurea di Stefano Quarella dal<br />

titolo “Disuguaglianze economiche fra Nord e Sud e sv<strong>il</strong>uppi del mercato del lavoro”<br />

presentata <strong>il</strong> 4 Febbraio 1997 presso l’Università degli Studi di Brescia, Facoltà di<br />

Economia. Si ringrazia <strong>il</strong> Prof. Francesco Daveri per gli ut<strong>il</strong>i suggerimenti.<br />

2 Università degli Studi di Brescia, Facoltà di Economia, Via S. Faustino, 74/B -<br />

25122 Brescia.<br />

3 Banca San Paolo di Brescia, Corso Martiri <strong>della</strong> Libertà, 13 - 25121 Brescia.<br />

1


<strong>economica</strong> più che ragionevo<strong>le</strong> in un contesto socio-economico<br />

"norma<strong>le</strong>". Può essere invece inuti<strong>le</strong> o addirittura controproducente in<br />

un contesto in cui gli investimenti pubblici siano decisi sulla base di<br />

motivazioni politico-e<strong>le</strong>ttorali piuttosto che sulla base di criteri<br />

economici razionali, in un contesto in cui <strong>le</strong> amminis<strong>tra</strong>zioni locali siano<br />

corrotte, nel qua<strong>le</strong> i <strong>le</strong>gami <strong>tra</strong> la criminalità organizzata e <strong>le</strong> autorità<br />

locali (e talvolta anche <strong>le</strong> autorità cen<strong>tra</strong>li) siano stretti, e nel qua<strong>le</strong> i<br />

diritti di proprietà non siano garantiti per la presenza <strong>della</strong> criminalità<br />

organizzata e di un sistema giudiziario estremamente <strong>le</strong>nto e spesso non<br />

sufficientemente "distante" dal<strong>le</strong> organizzazioni criminali e dai<br />

funzionari pubblici corrotti.<br />

Con ciò noi non vogliamo dire che tutto <strong>il</strong> Sud presenti queste<br />

caratteristiche, sebbene la r<strong>il</strong>uttanza mos<strong>tra</strong>ta dagli investitori centrosettentrionali<br />

ed esteri ad operare in quest'area nonostante <strong>le</strong> forti<br />

agevolazioni pubbliche, <strong>il</strong> minor costo del lavoro e gli incentivi fiscali<br />

sembri suggerire l'effettiva esistenza di prob<strong>le</strong>matiche come quel<strong>le</strong><br />

descritte sopra 4 . Giovanni Falcone afferma nel suo libro "Cose di Cosa<br />

Nos<strong>tra</strong>" che la Mafia ottiene circa <strong>il</strong> 20% dei suoi introiti dagli<br />

investimenti pubblici. Inoltre, potrebbe esistere un nesso (come molti<br />

quotidiani ipotizzano) <strong>tra</strong> l'e<strong>le</strong>vato numero di omicidi <strong>tra</strong> organizzazioni<br />

criminali rivali verificatosi a Napoli nella prima metà del 1998 ed <strong>il</strong> fatto<br />

che nella città stiano per arrivare ingenti risorse pubbliche.<br />

Se <strong>il</strong> Mezzogiorno è un contesto socio-politico "malato", cosa di<br />

cui siamo fermamente convinti 5 , <strong>le</strong> misure di politica <strong>economica</strong><br />

4 Per molte grandi imprese <strong>italiane</strong> come la Fiat questi prob<strong>le</strong>mi sono meno ri<strong>le</strong>vanti<br />

dato <strong>il</strong> loro fortissimo potere con<strong>tra</strong>ttua<strong>le</strong> con <strong>il</strong> governo cen<strong>tra</strong><strong>le</strong>, con <strong>le</strong><br />

amminis<strong>tra</strong>zioni pubbliche locali e con chiunque altro abbia a che fare con loro.<br />

5 Va<strong>le</strong> la pena ricordare che uno degli autori di questo studio ha ereditato alcune<br />

proprietà terriere nel Centro-Sud ed è incappato nel<strong>le</strong> seguenti tre vicende, esempi<br />

emb<strong>le</strong>matici del<strong>le</strong> debo<strong>le</strong>zze ed inefficienze dello stato nell'area. 1) Nel 1981 e nel<br />

1982 la sua azienda agricola vantava crediti con l'erario in relazione all'imposta sul<br />

valore aggiunto. Quando suo padre morì nel 1984 la tassa di successione fu<br />

prontamente pagata anche su tali crediti. Nel 1988 egli non ne aveva ancora ottenuto<br />

i rimborsi. Il Ministero del<strong>le</strong> Finanze disse che la questione del rimborso del 1981 era<br />

"chiusa" dato che "questa è la nos<strong>tra</strong> procedura standard per quanto riguarda i<br />

rimborsi inferiori al mezzo m<strong>il</strong>ione di lire". Per ta<strong>le</strong> motivo non sarebbero stati<br />

rimborsati nè <strong>il</strong> capita<strong>le</strong> nè gli interessi, benchè la tassa di successione fosse stata<br />

pagata sul credito IVA del 1981. Per quanto riguardava <strong>il</strong> rimborso relativo al 1982,<br />

<strong>il</strong> capita<strong>le</strong> sarebbe stato effettivamente restituito, ma per avere anche gli interessi<br />

avrebbe dovuto presentare ricorso in tribuna<strong>le</strong>. Egli presentò quindi ricorso per <strong>il</strong><br />

credito relativo al 1981 (capita<strong>le</strong> ed interessi) e per gli interessi relativi al credito del<br />

1982. Il caso fu chiuso con <strong>il</strong> rimborso comp<strong>le</strong>to di capita<strong>le</strong> ed interessi solo nel<br />

1998, cioè dopo ben 17 anni! Questa vicenda mos<strong>tra</strong> quanta fiducia possa avere <strong>il</strong><br />

2


necessarie per rimettere in moto <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong> del Sud<br />

cittadino nei confronti di una simi<strong>le</strong> amminis<strong>tra</strong>zione e potrebbe anche fornire una<br />

giustificazione mora<strong>le</strong> all'evasione fisca<strong>le</strong>. 2) Egli possedeva una striscia di terra<br />

vicino al mare presso una località turistica nel Centro-Sud. Sulla base dei regolamenti<br />

ed<strong>il</strong>izi del Comune in questione si poteva edificare su di essa ed era già stato<br />

edificato tutt'intorno. Egli chiese un permesso di costruzione per la prima volta nel<br />

1983. La richiesta fu respinta due volte nel corso degli anni successivi sulla base<br />

<strong>della</strong> motivazione che <strong>il</strong> Comune non aveva ancora costruito un sistema di fognature<br />

in ta<strong>le</strong> località, sebbene egli avesse proposto, nel progetto presentato, di costruire a<br />

proprie spese un col<strong>le</strong>gamento al punto più vicino dell'impianto fognario esistente.<br />

Nel corso del tempo gli fu ripetutamente detto, da parte degli amminis<strong>tra</strong>tori locali,<br />

che una raccomandazione da parte di notab<strong>il</strong>i nazionali <strong>della</strong> Democrazia Cristiana<br />

(in particolare gli fu fatto <strong>il</strong> nome di Giulio Andreotti) avrebbe fortemente agevolato<br />

la concessione ed<strong>il</strong>izia e che contributi "volontari" al sindaco per <strong>il</strong> finanziamento<br />

<strong>della</strong> prossima festa del paese sarebbero stati molto graditi. Nel Marzo del 1994,<br />

dopo che la seconda richiesta di licenza di costruzione presentata nel '92 era stata<br />

respinta, egli fece ricorso al TAR del Lazio contro la decisione del<strong>le</strong> autorità locali di<br />

respingere <strong>il</strong> progetto e a tutt'oggi egli sta ancora aspettando la prima udienza (dopo<br />

15 anni dalla prima richiesta al Comune e dopo quasi 5 anni dal ricorso al TAR!). 3)<br />

La terza vicenda è ancora più fastidiosa. Nel Marzo del 1994 egli mise in vendita<br />

l'azienda agricola che possedeva nel Sud (la stessa del punto 1) e si accordò con<br />

l'acquirente affinché i contributi dell'Unione Europea sul grano duro per la stagione<br />

1993/94 rimanessero al venditore; <strong>il</strong> ricavo derivante dalla vendita <strong>della</strong> produzione<br />

sarebbero invece andati all'acquirente. Non ci fu opposizione ed <strong>il</strong> passaggio di<br />

proprietà avvenne regolarmente <strong>il</strong> 30 Marzo 1994. Nel Luglio del 1994 fu accusato<br />

dall'acquirente di avergli estorto con minacce la clausola secondo la qua<strong>le</strong> i contributi<br />

UE sarebbero spettati al venditore. L'acquirente ha testimoni falsi, ai quali avrà<br />

probab<strong>il</strong>mente promesso una parte dei contributi nel caso in cui <strong>il</strong> tribuna<strong>le</strong><br />

giudicherà uno di noi colpevo<strong>le</strong> di estorsione. Egli non è ancora stato sentito dai<br />

giudici in quattro anni nè è stata fissata una udienza preliminare. Nel frattempo <strong>il</strong> suo<br />

nome è sui registri <strong>della</strong> Polizia come potenzia<strong>le</strong> crimina<strong>le</strong>.<br />

Potremmo raccontare un quarto episodio di ingiustizia causato dall'assenza di<br />

un sistema <strong>le</strong>gislativo efficiente, ma non vogliamo annoiare <strong>il</strong> <strong>le</strong>ttore ulteriormente. Il<br />

punto è che o uno di noi è stato estremamente sfortunato o nel Mezzogiorno c'è<br />

effettivamente qualcosa che non va. Dobbiamo aggiungere che la famiglia di colui<br />

che è incappato in queste tre vicende vive a Roma mentre <strong>le</strong> sue proprietà sono/erano<br />

disseminate in parecchie città o paesi del Centro-Sud; ciò indebolisce la posizione<br />

socia<strong>le</strong> <strong>della</strong> sua famiglia agli occhi <strong>della</strong> criminalità e del<strong>le</strong> varie amminis<strong>tra</strong>zioni<br />

locali. Inoltre, questa famiglia non ha col<strong>le</strong>gamenti con partiti politici, con i più alti<br />

gradi <strong>della</strong> Chiesa Cattolica e non appartiene ad associazioni massoniche; queste<br />

organizzazioni sono solitamente in grado di risolvere prob<strong>le</strong>mi sim<strong>il</strong>i a quelli<br />

descritti sopra at<strong>tra</strong>verso col<strong>le</strong>gamenti con l'amminis<strong>tra</strong>zione pubblica, velocizzando<br />

i processi e portandoli alla "giusta" conclusione. Egli ha vinto la battaglia relativa al<br />

rimborso sull'IVA ed è convinto di vincere anche <strong>le</strong> altre due. Il prob<strong>le</strong>ma è quando e<br />

a qua<strong>le</strong> costo. Noi abbiamo perso la fiducia nel governo italiano e nel sistema<br />

giuridico-<strong>le</strong>ga<strong>le</strong> italiano e chi di noi due è incappato in queste vicende, disgustato da<br />

tutto ciò, ha già preso la decisione di lasciare definitivamente l'Italia.<br />

3


consistono principalmente nel combattere la corruzione molto più<br />

seriamente di quanto non si sia fatto fino ad oggi, incrementare<br />

enormemente <strong>le</strong> risorse destinate alla Magis<strong>tra</strong>tura e al<strong>le</strong> Forze di<br />

Polizia, dare maggior potere ai giudici e agli ufficiali di polizia di<br />

comprovata moralità ed onestà e rimuovere gli altri, portare a<br />

conclusione con molta più ce<strong>le</strong>rità i processi civ<strong>il</strong>i e penali, se<strong>le</strong>zionare<br />

con cura i vertici del<strong>le</strong> forze dell'ordine e <strong>della</strong> Magis<strong>tra</strong>tura che devono<br />

operare al Sud sulla base di principi di professionalità e onestà piuttosto<br />

che sulla base di criteri di aff<strong>il</strong>iazione politica e di inclinazione<br />

all'affarismo, approvare <strong>le</strong>ggi speciali come richiesto da molti magis<strong>tra</strong>ti<br />

che operano nel Mezzogiorno 6 , adottare provvedimenti finalizzati ad<br />

aumentare la fiducia dei cittadini nei confronti di Polizia, Carabinieri e<br />

Magis<strong>tra</strong>tura così che essi possano denunciare i crimini subiti senza<br />

paura di ritorsioni o vendette da parte <strong>della</strong> criminalità organizzata. Gli<br />

investimenti pubblici dovrebbero essere "congelati" fino a quando <strong>il</strong><br />

contesto socio-economico non sia sufficientemente "pulito". Se <strong>il</strong> nostro<br />

giudizio fosse sbagliato, allora l'incremento degli investimenti pubblici è<br />

la misura di politica <strong>economica</strong> senz'altro più efficace per rimettere in<br />

moto l'economia del Sud.<br />

La risposta al quesito relativo alla politica "corretta" per<br />

combattere la disoccupazione nel Sud e per con<strong>tra</strong>stare <strong>il</strong> processo di<br />

divergenza <strong>economica</strong> che abbiamo detto iniziare nuovamente a partire<br />

dal 1984 dipende dal peso e dal <strong>ruolo</strong> che la criminalità organizzata e la<br />

corruzione hanno giocato nel fermare <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong> del<br />

Sud. Questo lavoro si propone di studiare, at<strong>tra</strong>verso l'impiego<br />

dell'analisi statistica, i fattori che hanno influenzato <strong>il</strong> processo di<br />

<strong>convergenza</strong>/divergenza <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> a partire dal 1960<br />

ponendo una particolare enfasi sul <strong>ruolo</strong> svolto dalla criminalità<br />

regiona<strong>le</strong> e dalla spesa pubblica regiona<strong>le</strong>. Su quest'ultimo fronte<br />

considereremo sia la spesa pubblica nel suo comp<strong>le</strong>sso sia la sua<br />

scomposizione in consumi ed investimenti pubblici.<br />

Le variab<strong>il</strong>i sopra menzionate presentano differenze significative<br />

sia a livello territoria<strong>le</strong> (in particolare <strong>tra</strong> <strong>il</strong> Sud e <strong>il</strong> Centro-Nord) sia a<br />

livello tempora<strong>le</strong> (<strong>il</strong> loro comportamento cambia nel corso del tempo).<br />

La Figura 1 mos<strong>tra</strong> per esempio <strong>il</strong> numero di omicidi volontari per ogni<br />

6 Ci riferiamo, <strong>tra</strong> gli altri, al forte appello lanciato dal giudice Morv<strong>il</strong>lo di Pa<strong>le</strong>rmo,<br />

cognato di Giovanni Falcone, al Maurizio Costanzo Show (Cana<strong>le</strong> 5) nel Maggio del<br />

1998. Egli auspicava <strong>le</strong>ggi speciali sulla base <strong>della</strong> motivazione che nel Sud esiste<br />

una vera e propria "guerra" <strong>della</strong> criminalità organizzata contro lo stato, e che <strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi<br />

predisposte contro la criminalità "ordinaria" non possono essere sufficienti a<br />

con<strong>tra</strong>stare la tipologia di reati commessi dalla criminalità organizzata.<br />

4


100.000 abitanti nel Sud e nel Centro-Nord. La differenza sistematica<br />

nel tasso di criminalità <strong>tra</strong> <strong>le</strong> due aree è impressionante (nel Sud è da 2 a<br />

6 volte superiore a seconda dei periodi). Ancora più impressionante è<br />

però l'aumento del tasso di criminalità verificatosi nel Sud a partire dalla<br />

metà degli anni '70 e ancor di più nella seconda metà del decennio '80 e<br />

nei primi anni '90. Un certo aumento si riscon<strong>tra</strong> anche nel Centro-Nord<br />

ma, terminato <strong>il</strong> fenomeno del<strong>le</strong> Brigate Rosse, dalla seconda metà degli<br />

anni '80 questo aumento è certamente in parte anche dovuto alla<br />

criminalità organizzata meridiona<strong>le</strong>.<br />

Esistono già molti studi che analizzano la <strong>convergenza</strong> <strong>economica</strong><br />

<strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> 7 . Parecchi di essi non considerano la variabi<strong>le</strong><br />

"criminalità'" e <strong>tra</strong> quelli che lo fanno pochi la trovano significativa. Va<br />

detto che questi ultimi ut<strong>il</strong>izzano come indice di criminalità <strong>il</strong> comp<strong>le</strong>sso<br />

di reati contro <strong>il</strong> patrimonio, l'economia e la fede pubblica o <strong>il</strong> numero di<br />

reati in genera<strong>le</strong> invece degli omicidi volontari. Noi pensiamo che nel<br />

Sud ci sia una forte sottostima dei reati effettivamente commessi a causa<br />

dell'ovvio timore di molte persone nel denunciare gli stessi al<strong>le</strong> autorità<br />

competenti. Gli omicidi volontari, sebbene non siano la misura migliore<br />

<strong>della</strong> forza <strong>della</strong> criminalità organizzata, sono comunque una misura che<br />

non corre <strong>il</strong> rischio di sottostimare <strong>il</strong> fenomeno, eccetto nei casi in cui i<br />

corpi siano sciolti nell'acido o murati (vivi o morti). Ambedue i casi si<br />

sono verificati.<br />

FIGURA 1: Omicidi volontari consumati nel Centro-Nord e nel Sud per<br />

ogni 100.000 abitanti<br />

7 Solo per citarne alcuni si ricordano Piras M.G. (1992), Di Liberto A. (1994), Paci<br />

R.-Pigliaru F. (1995), Cosci S.-Mattesini F. (1995), Fabiani S.-Pel<strong>le</strong>grini G. (1997),<br />

Bianchi C.-Menegatti M. (1997), Ferri G.-Mattesini F. (1997), Del Monte A.-<br />

Papagni E. (1997).<br />

5


0,7<br />

0,6<br />

0,5<br />

0,4<br />

Sud<br />

0,3<br />

0,2<br />

0,1<br />

Centro-Nord<br />

0<br />

1960<br />

1962<br />

1964<br />

1966<br />

1968<br />

1970<br />

1972<br />

1974<br />

1976<br />

1978<br />

1980<br />

1982<br />

1984<br />

1986<br />

1988<br />

1990<br />

1992<br />

1994<br />

E' importante sottolineare che gli omicidi che vengono<br />

solitamente ri<strong>le</strong>vati in Italia sono di una tipologia diversa rispetto a<br />

quelli che vengono regis<strong>tra</strong>ti nel<strong>le</strong> grandi città degli Stati Uniti o a Rio<br />

de Janeiro, città nel<strong>le</strong> quali si giunge ad ammazzare anche nel caso di<br />

picco<strong>le</strong> rapine o di piccoli furti. Ciò ci permette di considerare gli<br />

omicidi volontari, nel caso del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong>, come un fenomeno<br />

esogeno rispetto alla crescita del PIL regiona<strong>le</strong>. Essi sono invece<br />

probab<strong>il</strong>mente molto meno esogeni rispetto agli investimenti pubblici ed<br />

alla spesa pubblica per <strong>le</strong> ragioni che abbiamo ricordato in precedenza.<br />

Per quanto riguarda la spesa pubblica <strong>le</strong> ipotesi avanzate sono che<br />

essa abbia esercitato un effetto benefico sulla crescita del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong><br />

meridionali nel corso del decennio '60, cioè quando la produttività<br />

margina<strong>le</strong> degli investimenti pubblici era molto alta, i <strong>tra</strong>sferimenti<br />

correnti non ancora eccessivi e la corruzione molto meno e<strong>le</strong>vata,<br />

mentre nel corso degli anni '80 <strong>il</strong> suo effetto sia diventato negativo a<br />

causa di una produttività degli investimenti pubblici molto più bassa, di<br />

una corruzione più radicata, di intrecci più intensi <strong>tra</strong> politica, affari e<br />

criminalità, dell'uso sistematico del denaro pubblico per interessi<br />

personali o per finanziare <strong>le</strong> ingenti spese dei partiti politici al potere, di<br />

crescenti distorsioni nel mercato del lavoro provocate dai <strong>tra</strong>sferimenti<br />

correnti (Micossi e Tullio, 1992a, 1992b). Negli anni '80 un generoso<br />

sistema pensionistico (non <strong>le</strong>gato ai contributi effettivamente versati) e<br />

l'assegnazione di un esorbitante numero di false pensioni di invalidità,<br />

abbinato con un fortissimo principio di solidarietà intergeneraziona<strong>le</strong><br />

insito nel<strong>le</strong> famiglie <strong>italiane</strong>, ha bloccato l'emigrazione dal Sud<br />

nonostante la crescente disoccupazione, in particolare <strong>tra</strong> i giovani.<br />

Non si può nemmeno escludere che negli ultimi vent'anni molti<br />

investimenti pubblici sia stati decisi, soprattutto al Sud, con lo scopo<br />

principa<strong>le</strong> di massimizzare tangenti e voti per politici corrotti e profitti<br />

6


per imprese ben inserite nel sistema degli appalti pubblici piuttosto che<br />

sulla base <strong>della</strong> razionalità <strong>economica</strong> 8 e che quindi una quota sempre<br />

maggiore <strong>della</strong> voce “investimenti” nel b<strong>il</strong>ancio dello Stato e del<strong>le</strong><br />

aziende pubbliche sia costituita da “tangenti” 9 e non da spesa per<br />

investimenti veri e propri.<br />

In questo studio intendiamo verificare empiricamente queste<br />

ipotesi di effetto “asimmetrico” <strong>della</strong> spesa pubblica nel tempo (prima<br />

positivo e poi negativo) sulla <strong>convergenza</strong>. Solo uno degli studi empirici<br />

esistenti sulla <strong>convergenza</strong> fa la stessa cosa. Piras (1992) trova per <strong>il</strong><br />

periodo 1963-75 una relazione positiva e significativa <strong>tra</strong> la crescita del<br />

PIL e la variabi<strong>le</strong> "opere pubbliche". La variabi<strong>le</strong> diviene non<br />

significativa per <strong>il</strong> periodo 1963-84. Rispetto agli studi precedenti sulla<br />

<strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> noi estendiamo <strong>il</strong> periodo in esame<br />

all'ultimo anno per <strong>il</strong> qua<strong>le</strong> tutti i dati erano disponib<strong>il</strong>i al momento in<br />

cui questo lavoro è iniziato.<br />

La nos<strong>tra</strong> variabi<strong>le</strong> che misura la criminalità organizzata risulta<br />

estremamente significativa e fornisce una spiegazione molto<br />

convincente del perché <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong> si sia interrotto a<br />

partire dal 1984. Più avanti vedremo che gran parte <strong>della</strong> significatività<br />

mos<strong>tra</strong>ta dalla nos<strong>tra</strong> variabi<strong>le</strong> "criminalità organizzata" sull'intero<br />

periodo considerato è spiegata principalmente dall'effetto che essa<br />

8 Pochi ricorderanno la vicenda del "Nuc<strong>le</strong>o di Valutazione degli Investimenti<br />

Pubblici" creato presso <strong>il</strong> Ministero del B<strong>il</strong>ancio agli inizi degli anni '80 per<br />

introdurre in Italia <strong>le</strong> tecniche rigorose di valutazione degli investimenti adottate e<br />

sperimentate per anni dalla Banca Mondia<strong>le</strong>. Inizialmente tutto f<strong>il</strong>ò liscio, ma non<br />

appena la classe politica si accorse che con l'introduzione di queste tecniche avrebbe<br />

perso discrezionalità (e quindi potere) <strong>il</strong> Nuc<strong>le</strong>o fu reso "innocuo" anche con mezzi<br />

poco ortodossi come infondate denunce penali a funzionari onesti.<br />

9 Sul finire degli anni '80 in una regione del Sud in cui <strong>il</strong> terremoto del 1980 aveva<br />

causato oltre 1000 morti un piccolo appezzamento di terreno venne espropriato ad<br />

uno di noi al fine di col<strong>le</strong>gare un paese di 3000 abitanti con una frazione di so<strong>le</strong> 300<br />

anime. La s<strong>tra</strong>da fu costruita con ponti e gal<strong>le</strong>rie ad una altezza intermedia <strong>tra</strong> <strong>il</strong><br />

fondo val<strong>le</strong> e <strong>le</strong> cime del<strong>le</strong> montagne. Costo preventivato: 32 m<strong>il</strong>iardi di lire. Pur non<br />

essendo ingegneri civ<strong>il</strong>i notammo che la s<strong>tra</strong>da avrebbe potuto benissimo essere<br />

costruita verso <strong>il</strong> fondo val<strong>le</strong> senza tanti ponti e gal<strong>le</strong>rie (e senza espropriare nostri<br />

terreni). Scoprimmo, a tal proposito, che esisteva un progetto alternativo. Costo<br />

preventivato: 4 m<strong>il</strong>iardi. Le autorità locali devono aver fatto in modo che <strong>il</strong> progetto<br />

alternativo scomparisse in modo da non potesse essere preso in considerazione.<br />

Viene spontaneo pensare che <strong>il</strong> margine per tangenti e ingiusti profitti sia in valore<br />

assoluto molto più alto su una spesa di 32 m<strong>il</strong>iardi piuttosto che su una di 4. Da<br />

episodi di questo tipo deriva spesso <strong>il</strong> malcontento dei contribuenti di molte parti del<br />

paese. Se i tribunali avessero funzionato meglio e più velocemente avremmo forse<br />

potuto evitare l’esproprio dei nostri terreni e soprattutto la inuti<strong>le</strong> spesa di 28 m<strong>il</strong>iardi<br />

per <strong>il</strong> povero contribuente chiedendo alla magis<strong>tra</strong>tura di aprire un’inchiesta sul caso.<br />

7


esercita nel Sud dopo <strong>il</strong> 1980. Il cambiamento nel segno <strong>della</strong> variabi<strong>le</strong><br />

"spesa pubblica" nel corso del tempo è a sua volta confermato dai dati,<br />

visto che la mancata significatività sull'intero periodo nasconde un<br />

effetto decisamente positivo e significativo fino alla prima metà degli<br />

anni '70, un effetto positivo ma molto più debo<strong>le</strong> nella seconda metà<br />

dello stesso decennio, fino ad arrivare ad un effetto neu<strong>tra</strong><strong>le</strong> o addirittura<br />

negativo nel corso degli anni '80 e '90 con differenze notevoli <strong>tra</strong> <strong>le</strong><br />

principali aree economiche del Paese (Nord, Centro e Sud).<br />

Concludiamo quindi che la fortissima significatività statistica <strong>della</strong><br />

criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica nello spiegare l’arresto del processo di<br />

<strong>convergenza</strong> del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali attesta in modo chiarissimo come<br />

i fenomeni criminali e di spreco di risorse pubbliche nel Mezzogiorno<br />

abbiano assunto a partire dagli anni '80 proporzioni macroscopiche, tali<br />

appunto da rendere significativo <strong>il</strong> loro effetto sulla crescita <strong>economica</strong><br />

comp<strong>le</strong>ssiva del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> medesime.<br />

Il lavoro che viene presentato è strutturato come segue. Nella<br />

sezione 1 si affronta un breve esame storico a partire dal 1960 del<strong>le</strong><br />

varie fasi del processo di <strong>convergenza</strong> del PIL meridiona<strong>le</strong> rispetto a<br />

quello del Centro-Nord. Distingueremo <strong>tra</strong> fasi di rapida <strong>convergenza</strong><br />

(1960-71 e 1978-84) e fasi di divergenza (1971-78 e 1984-96). Se <strong>le</strong><br />

stime preliminari sono esatte, la fase di divergenza è continuata nel<br />

1997. La sezione 2 mos<strong>tra</strong> i risultati dell'analisi statistica. Abbiamo<br />

diviso <strong>il</strong> periodo 1960-93 in 7 sottoperiodi di cinque anni ciascuno, ad<br />

eccezione dell'ultimo che si compone di soli 4 anni, e abbiamo ut<strong>il</strong>izzato<br />

medie quinquennali di dati annuali. Essendo l'Italia costituita da 20<br />

<strong>regioni</strong> si hanno 140 osservazioni per ciascuna regressione (7 x 20) e<br />

solitamente oltre 120 gradi di libertà. L'uso di medie quinquennali ci<br />

permette di esaminare meglio l'impatto del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative (in<br />

particolare <strong>della</strong> criminalità organizzata e <strong>della</strong> spesa pubblica) sul<br />

processo di <strong>convergenza</strong> che non si è dimos<strong>tra</strong>to uniforme nel tempo e<br />

<strong>tra</strong> <strong>le</strong> tre principali aree economiche (Sud, Centro e Nord). Nella sezione<br />

3 verificheremo l'effetto <strong>della</strong> criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica<br />

sull'occupazione. La sezione 4 riassume i risultati principali e <strong>tra</strong>e<br />

conclusioni di politica <strong>economica</strong>.<br />

1. Cenni storici sulla <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> Centro-Nord e Sud dal 1960<br />

in poi<br />

La Figura 2 mos<strong>tra</strong> l'andamento del rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> procapite<br />

del Mezzogiorno ed <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> centro-<br />

8


settentrionali nel periodo compreso <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1960 ed <strong>il</strong> 1996. Esso passa<br />

dal 47,3% del 1960 al 58,2% del 1996. In altri termini, <strong>il</strong> gap esistente<br />

<strong>tra</strong> l’economia del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali e quel<strong>le</strong> del resto del Paese<br />

diminuisce di ben 10,9 punti percentuali.<br />

FIGURA 2: Rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del Sud ed <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong><br />

pro-capite del Centro-Nord ( prezzi 1980)<br />

0,64<br />

0,62<br />

0,6<br />

0,58<br />

0,56<br />

0,54<br />

0,52<br />

0,5<br />

0,48<br />

0,46<br />

1960<br />

1962<br />

1964<br />

1966<br />

1968<br />

1970<br />

1972<br />

1974<br />

1976<br />

1978<br />

1980<br />

1982<br />

1984<br />

1986<br />

1988<br />

1990<br />

1992<br />

1994<br />

1996<br />

Tuttavia, questo processo di “avvicinamento” non procede ad un<br />

ritmo costante. Ad una fase di forte <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1960 ed <strong>il</strong> 1971<br />

segue un periodo di divergenza (1971-78). Il periodo 1978-84 è<br />

caratterizzato da una fase di moderata <strong>convergenza</strong>, mentre <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1984<br />

ed <strong>il</strong> 1996 <strong>il</strong> PIL del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali passa dal 62% al 58,2% di<br />

quello del Centro-Nord.<br />

Il periodo 1960-71: una fase di rapida <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> Centro-Nord e<br />

Sud<br />

Gran parte del recupero mos<strong>tra</strong>to dell’economia del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong><br />

meridionali su quel<strong>le</strong> del Centro-Nord si manifesta nel corso del periodo<br />

1960-1971. In questa fase <strong>il</strong> rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL pro-capite del Sud e<br />

quello del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> centro-settentrionali aumenta dal 47,3% al 61,1% (<strong>il</strong><br />

gap si riduce di 13,8 punti percentuali, cioè di più dell'1% all'anno).<br />

Le ragioni che portano a questo avvicinamento sono innanzitutto<br />

<strong>il</strong> positivo andamento dell’intera economia italiana che cresce ad un<br />

tasso medio annuo vicino al 5% 10 , andamento favorito dalla crescente<br />

integrazione con l'economia europea, da un contesto economico-<br />

10 4,6% per essere precisi.<br />

9


finanziario stabi<strong>le</strong> e da prezzi del<strong>le</strong> materie prime decrescenti. In<br />

secondo luogo la grande emigrazione di manodopera dal Sud permette<br />

di aumentare la produttività e <strong>il</strong> PIL pro-capite dell'area. Infine,<br />

l’intervento pubblico si mantiene, almeno fino alla metà del decennio<br />

'60, nei limiti di un intervento di tipo preva<strong>le</strong>ntemente infrastruttura<strong>le</strong>,<br />

diretto principalmente alla creazione di quel<strong>le</strong> che possono essere<br />

definite <strong>le</strong> “pre-condizioni” allo sv<strong>il</strong>uppo piuttosto che ad intervenire<br />

direttamente nell’economia garantendo, per esempio, la nascita<br />

“pianificata” di insediamenti industriali. D'al<strong>tra</strong> parte, gli investimenti<br />

pubblici sono ancora largamente basati sul principio <strong>della</strong> razionalità<br />

<strong>economica</strong> piuttosto che su altri obiettivi e ciò non può che avere,<br />

almeno per quanto riguarda <strong>il</strong> periodo in esame, un effetto positivo sul<br />

PIL pro-capite del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali.<br />

Il periodo 1971-78: una fase di brusca interruzione <strong>della</strong> <strong>convergenza</strong><br />

Tra <strong>il</strong> 1971 ed <strong>il</strong> 1978 <strong>il</strong> rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite<br />

meridiona<strong>le</strong> e <strong>il</strong> corrispondente dato centro-settentriona<strong>le</strong> diminuisce<br />

dal 61,1% al 57,4%, ossia di 3,69 punti percentuali. L'economia italiana<br />

viene indebolita in questo periodo dalla recessione mondia<strong>le</strong>, dalla crisi<br />

del sistema monetario di Bretton Woods nel 1971, dalla conseguente<br />

svalutazione del dollaro USA, dalla crescente protesta sindaca<strong>le</strong>, dalla<br />

<strong>convergenza</strong> salaria<strong>le</strong> che caratterizza tutto <strong>il</strong> paese, dalla crisi<br />

petrolifera del 1973-74 e dall'incertezza crescente. La lira viene<br />

svalutata ripetutamente nel 1973 e nel 1976. L'inflazione aumenta e<br />

diventa molto più variabi<strong>le</strong>. La spesa pubblica viene incrementata in<br />

modo disordinato nel tentativo di con<strong>tra</strong>stare la disoccupazione<br />

derivante dall'eccessivo aumento dei salari reali e dall'aumento del<br />

prezzo del petrolio. Le rimesse dei lavoratori meridionali all'estero<br />

vengono frenate dall'aspettativa di svalutazione <strong>della</strong> lira e dal tasso di<br />

interesse rea<strong>le</strong> che per buona parte del periodo risulta negativo.<br />

Insomma, nel momento in cui la congiuntura <strong>economica</strong> diviene<br />

meno favorevo<strong>le</strong>, <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali sono quel<strong>le</strong> che vengono colpite<br />

più di tutte <strong>le</strong> altre e la politica <strong>economica</strong> del governo che inizia ad<br />

essere caratterizzata da una spesa pubblica irraziona<strong>le</strong> e disordinata<br />

certamente non aiuta a risolvere i prob<strong>le</strong>mi economici di lungo periodo<br />

del Sud. Le imprese pubbliche che nel periodo precedente avevano<br />

iniziato a dirigere una larga fetta dei loro investimenti verso <strong>il</strong><br />

Mezzogiorno risentono fortemente dell'aumento dei salari reali e <strong>della</strong><br />

prima crisi petrolifera. Le picco<strong>le</strong> e medie imprese sono invece <strong>le</strong> più<br />

10


apide ad adattarsi al nuovo contesto ed <strong>il</strong> fatto che esse siano dislocate<br />

per lo più nel Centro-Nord lascia <strong>il</strong> Sud in una posizione di debo<strong>le</strong>zza.<br />

Piuttosto che stimolare lo sv<strong>il</strong>uppo di imprese picco<strong>le</strong> e medie<br />

dimensioni nel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Sud e creare un contesto socia<strong>le</strong> e <strong>le</strong>ga<strong>le</strong><br />

necessario per agevolare gli investimenti privati, <strong>il</strong> governo preferisce<br />

combattere la disoccupazione at<strong>tra</strong>verso <strong>il</strong> massiccio incremento del<br />

pubblico impiego e destinando ingenti risorse pubbliche alla creazione e<br />

allo sv<strong>il</strong>uppo di grandi imprese ad alta intensità di capita<strong>le</strong><br />

(siderurgiche, chimiche e di costruzione) nella speranza, così fu detto,<br />

che queste permettano la creazione intorno ad esse di un sufficiente<br />

numero di piccoli insediamenti produttivi. La spiegazione verso la qua<strong>le</strong><br />

noi propendiamo è invece che la scelta di questi progetti megaindustriali<br />

sia stata dovuta al fatto che in questo periodo <strong>le</strong> tangenti e <strong>le</strong><br />

considerazioni di carattere e<strong>le</strong>ttora<strong>le</strong> siano già preva<strong>le</strong>nti. Ben lontano<br />

dal creare <strong>il</strong> contesto economico-socia<strong>le</strong> più adatto per stimolare gli<br />

investimenti dall'estero e dal Centro-Nord in picco<strong>le</strong> e medie imprese,<br />

queste politiche finalizzate alla creazione di "cattedrali nel deserto"<br />

hanno ridotto <strong>il</strong> <strong>ruolo</strong> del mercato nel Sud, aumentato la corruzione e<br />

l'arroganza <strong>della</strong> classe politica e <strong>della</strong> pubblica amminis<strong>tra</strong>zione loca<strong>le</strong><br />

e reso più forte la criminalità organizzata, risultato, quest'ultimo,<br />

probab<strong>il</strong>mente benvenuto agli occhi <strong>della</strong> classe politica dominante<br />

dell'epoca dato che al momento del<strong>le</strong> e<strong>le</strong>zioni centinaia di migliaia di<br />

voti possono essere "indirizzati" dalla criminalità organizzata 11 verso <strong>le</strong><br />

liste da essa prescelte.<br />

Il periodo 1978-84: la ripresa del processo di <strong>convergenza</strong><br />

Dopo la svalutazione del 1976 la lira si stab<strong>il</strong>izza, <strong>il</strong><br />

finanziamento monetario del debito pubblico viene fortemente ridotto, <strong>il</strong><br />

mercato dei titoli di stato si sv<strong>il</strong>uppa e <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1978 ed <strong>il</strong> 1981 l'Italia<br />

regis<strong>tra</strong> forti avanzi nel saldo del<strong>le</strong> partite correnti. Nel Marzo del 1979<br />

la lira en<strong>tra</strong> nel Sistema Monetario Europeo (SME), sebbene con una<br />

banda di osc<strong>il</strong>lazione più larga (+/-6%) rispetto a quella degli altri paesi<br />

11 L'On. Giulio Andreotti è stato accusato di aver commesso un crimine simi<strong>le</strong> in<br />

Sic<strong>il</strong>ia. Sarebbe un grosso errore pensare che questo tipo di crimini sia venuto meno<br />

con la crisi <strong>della</strong> Democrazia Cristiana e del Partito Socialista nel 1992. Importanti<br />

personaggi di Forza Italia sono stati accusati di connessioni con la Mafia nel periodo<br />

del<strong>le</strong> e<strong>le</strong>zioni del 1994. Anche <strong>il</strong> Sig. Dell'Utri, figura di primo piano di una del<strong>le</strong> più<br />

importanti aziende di Berlusconi (Publitalia) è stato accusato di aver avuto rapporti<br />

con la Mafia sic<strong>il</strong>iana.<br />

11


(+/-2,25%). Nel Luglio del 1981 la Banca d'Italia viene liberata<br />

dall'obbligo di comprare titoli di stato emessi sul mercato primario.<br />

Nonostante <strong>il</strong> secondo shock petrolifero del 1979-80, i cambiamenti<br />

istituzionali descritti sopra e, soprattutto, l'en<strong>tra</strong>ta nello SME riducono<br />

significativamente l'incertezza.<br />

In questo periodo <strong>il</strong> rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite<br />

meridiona<strong>le</strong> ed <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del Centro-Nord aumenta dal<br />

57,4% al 62,3%, cioè di 4,88 punti percentuali. Quando nella sezione 2<br />

useremo medie quinquennali per ciascuna regione piuttosto che dati<br />

annuali aggregati per macro-<strong>regioni</strong> (come in Fig. 1 e 2) troveremo che<br />

già nel corso <strong>della</strong> prima metà degli anni '80 la spesa pubblica e<br />

soprattutto <strong>il</strong> tasso di criminalità influenzano negativamente la<br />

<strong>convergenza</strong> del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Sud. Si può perciò ipotizzare che <strong>il</strong><br />

processo di <strong>convergenza</strong> che si ri<strong>le</strong>va nella prima metà degli anni '80 sia<br />

la conseguenza di una diminuzione del tasso di criminalità nel Sud<br />

durante <strong>il</strong> periodo (si veda la Fig. 1) combinata con un contesto macroeconomico<br />

più favorevo<strong>le</strong> e con una riduzione significativa del clima di<br />

incertezza rispetto al periodo 1971-77.<br />

Il periodo 1984-96: una fase di ripresa <strong>della</strong> divergenza<br />

Tra <strong>il</strong> 1984 ed <strong>il</strong> 1996 <strong>il</strong> divario esistente <strong>tra</strong> l’economia del<strong>le</strong><br />

<strong>regioni</strong> meridionali e quella del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> centro-settentrionali cresce<br />

nuovamente: l’esame del rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del<br />

Mezzogiorno e quello del Centro-Nord mos<strong>tra</strong> come quest’ultimo,<br />

passando dal 62,3% del 1984 al 58,2% del 1996, subisca una riduzione<br />

di ben 4,1 punti percentuali. Il peggioramento è concen<strong>tra</strong>to nel periodo<br />

compreso <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1991 ed <strong>il</strong> 1996 quando <strong>il</strong> gap aumenta di 3,7 punti<br />

percentuali in soli 6 anni, in virtù di una paralisi del processo di crescita<br />

nel Sud e di una crescita moderata nel Centro-Nord. Nel 1996 <strong>il</strong> gap<br />

torna quindi ai livelli di 16 anni prima (1979).<br />

Le cause del forte peggioramento <strong>della</strong> situazione <strong>economica</strong><br />

meridiona<strong>le</strong> nel periodo 1991-96 sono due. Primo, la forza del crimine<br />

organizzato e l'intreccio affari-politica-mafia raggiungono livelli mai<br />

visti prima (Fig. 1), come dimos<strong>tra</strong>to anche dagli assassini di Falcone,<br />

Borsellino e Lima nel 1992. Secondo, dopo la svalutazione <strong>della</strong> lira nel<br />

Settembre 1992 e la sua uscita dallo SME <strong>il</strong> Centro-Nord compensa la<br />

caduta <strong>della</strong> domanda interna con un forte incremento del<strong>le</strong> esportazioni.<br />

Il Sud può essere considerato sotto molti aspetti come una del<strong>le</strong><br />

ultime economie totalmente cen<strong>tra</strong>lizzate (al pari di Cuba e <strong>della</strong> Corea<br />

12


del Nord) dato che <strong>il</strong> settore pubblico rappresenta una parte<br />

incredib<strong>il</strong>mente vasta dell'economia loca<strong>le</strong>. Micossi e Tullio (1992a,<br />

1992b) calcolano che nel 1988 la spesa pubblica costituisce <strong>il</strong> 76% del<br />

PIL del Sud. Negli anni fino al 91/92 questo rapporto é ulteriormente<br />

cresciuto ed anche in modo consistente (Fig. 4) aumentato. Inoltre, qui<br />

<strong>le</strong> imprese pubbliche giocano ancora un <strong>ruolo</strong> importante e i loro costi<br />

non sono pienamente considerati nel<strong>le</strong> cifre sopra riportate. Se si pensa<br />

che l'agricoltura, che è ancora molto diffusa nel Sud, gode di forti aiuti<br />

provenienti da Bruxel<strong>le</strong>s (anche se i finanziamenti sono ora distribuiti da<br />

agenzie <strong>italiane</strong>) e che in pratica nessuna attività <strong>economica</strong> può essere<br />

in<strong>tra</strong>presa senza autorizzazioni 12 da parte di enti pubblici, è chiaro che la<br />

politica loca<strong>le</strong> o la criminalità organizzata (o en<strong>tra</strong>mbe insieme)<br />

controllano la quasi totalità <strong>della</strong> allocazione del<strong>le</strong> risorse economiche<br />

nel Sud. Anche gli enormi investimenti effettuati dalla Fiat a Melfi nei<br />

primi anni '90 non possono essere considerati comp<strong>le</strong>tamente "privati",<br />

dato che su un investimento di circa 5 m<strong>il</strong>a m<strong>il</strong>iardi di lire la Fiat ha<br />

ottenuto un generoso "sussidio" (non un prestito!) di circa 3 m<strong>il</strong>a<br />

m<strong>il</strong>iardi di lire.<br />

A nostro avviso nel Sud c'è troppo "stato" dove non dovrebbe<br />

esserci e ve ne è poco o niente dove dovrebbe esserci (amminis<strong>tra</strong>zione<br />

<strong>della</strong> giustizia e controllo del territorio da parte del<strong>le</strong> forze dell'ordine).<br />

2-Gli effetti <strong>della</strong> criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica sulla<br />

<strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong>: l'evidenza empirica dal 1960 al<br />

1993.<br />

2.1 -La <strong>convergenza</strong> assoluta o incondizionata<br />

Secondo la teoria neoclassica <strong>della</strong> crescita <strong>economica</strong> se due<br />

paesi o <strong>regioni</strong> sono caratterizzate dagli stessi parametri strutturali<br />

(funzioni di produzione) ma da differenti livelli iniziali di reddito procapite<br />

essi tenderanno a convergere nel lungo periodo verso lo stesso<br />

livello di reddito pro-capite (cioè verso lo stesso stato stazionario 13 ). Il<br />

paese con un livello di reddito pro-capite inizia<strong>le</strong> più basso crescerà più<br />

velocemente del paese più ricco e <strong>il</strong> suo livello di reddito pro-capite<br />

convergerà verso quest'ultimo a causa dell'ipotesi neoclassica dei<br />

rendimenti marginali decrescenti del capita<strong>le</strong> (lungo la medesima<br />

funzione di produzione per <strong>le</strong> due <strong>regioni</strong>). In questo caso si parla di<br />

12 Si veda <strong>il</strong> secondo episodio alla nota 5.<br />

13 Si vedano Ramsey (1928), Cass (1965), Solow (1956) e Koopmans (1965).<br />

13


<strong>convergenza</strong> assoluta o incondizionata. La <strong>convergenza</strong> assoluta è<br />

misurata nella <strong>le</strong>tteratura empirica at<strong>tra</strong>verso l'impiego dell'indicatore β<br />

o dell'indicatore σ. Una stima dell'indicatore β è ottenuta stimando la<br />

seguente regressione 14 :<br />

(1/T) . ln ( y i,t / y i,t-T ) = a + b . ln y i,t-T + u i,t (1)<br />

dove y è <strong>il</strong> PIL pro-capite, ln è <strong>il</strong> logaritmo natura<strong>le</strong>, a rif<strong>le</strong>tte <strong>il</strong> reddito<br />

di equ<strong>il</strong>ibrio; b rappresenta l’effetto del reddito inizia<strong>le</strong> sul tasso di<br />

crescita medio del periodo dal tempo t-T al tempo t; u i,t è una variabi<strong>le</strong><br />

stocastica; l’indice i rappresenta la regione i-esima, t l’indice tempora<strong>le</strong>,<br />

T l’intervallo tempora<strong>le</strong>. Pertanto la variabi<strong>le</strong> dipendente è <strong>il</strong> tasso di<br />

crescita medio geometrico del PIL rea<strong>le</strong> pro-capite di ciascuna regione<br />

nel periodo che va da t-T a t e b costituisce una stima approssimativa<br />

(con segno opposto) dell'indicatore β. Quest'ultimo è <strong>il</strong> parametro di<br />

<strong>convergenza</strong>, cioè la velocità di aggiustamento del PIL pro-capite al suo<br />

livello di stato stazionario.<br />

In particolare, si ha <strong>convergenza</strong> quando <strong>il</strong> parametro b è negativo<br />

(β positivo); ciò significa che <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> povere nel periodo inizia<strong>le</strong><br />

tendono a crescere più velocemente nei periodi successivi. Tanto<br />

maggiore è <strong>il</strong> valore assoluto di b e tanto minore è <strong>il</strong> tempo necessario<br />

affinché la regione i-esima raggiunga <strong>il</strong> suo livello di stato stazionario.<br />

Il primo insieme di stime <strong>della</strong> equazione 1 è riportato nella<br />

Tabella 1. Essa contiene <strong>le</strong> stime dell'equazione per i periodi 1960-93 e<br />

1960-94 e per tutti i sottoperiodi analizzati nella descrizione storica<br />

<strong>della</strong> Sezione 1.<br />

Per quanto riguarda <strong>il</strong> periodo 1960-93 si ri<strong>le</strong>va l’esistenza di un<br />

processo di <strong>convergenza</strong> statisticamente significativo 15 ma di lieve<br />

consistenza (β≅0,014); ciò significa <strong>il</strong> gap fra <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> povere e quel<strong>le</strong><br />

ricche diminuisce ad un tasso medio annuo di circa l’1,4%. Se<br />

consideriamo anche l'anno 1994 <strong>il</strong> tasso di <strong>convergenza</strong> si riduce<br />

all'1,3%. Considerando <strong>il</strong> primo valore di β e ricordando che nel 1960 <strong>il</strong><br />

divario inizia<strong>le</strong> <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL pro-capite del Sud e quello del Centro-Nord<br />

era pari a 52,7%, si rendono necessari 54 anni affinché ta<strong>le</strong> divario sia<br />

azzerato 16 .<br />

14 Per un approfondimento del modello si vedano Barro e Sala-i-Martin (1991).<br />

15 Ad un livello di confidenza dell'1%; ricordiamo che una variabi<strong>le</strong> è significativa<br />

quando la t di Student (in parentesi) è all’incirca superiore a 2 in valore assoluto.<br />

16 Il calcolo è <strong>il</strong> seguente: (1-0.527) * (1+0.014) t = 1. Quindi, risolvendo per t si<br />

ottiene: t = ln (1/0.473) : ln (1.014) = 53.849 ≅ 54.<br />

14


Tuttavia, <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong> assoluta non si dimos<strong>tra</strong><br />

stabi<strong>le</strong> nel tempo. Ad una fase di forte <strong>convergenza</strong> nel corso del<br />

periodo 1960-71 caratterizzata da un tasso medio annuo del 3,2%<br />

(statisticamente significativa all'1%) segue una fase di <strong>convergenza</strong> non<br />

significativa (0,5%). Tra <strong>il</strong> 1978 e <strong>il</strong> 1984 la <strong>convergenza</strong> torna ad essere<br />

ri<strong>le</strong>vante (2,9%) e statisticamente significativa all'1%. Nel periodo<br />

1984-94 si ri<strong>le</strong>va un processo di divergenza pari ad un tasso medio<br />

annuo dello 0,73%.<br />

Confrontando <strong>tra</strong> loro <strong>le</strong> ultime due righe <strong>della</strong> Tabella 1, è<br />

interessante notare come l'aggiunta di un solo anno (<strong>il</strong> 1994) modifichi <strong>il</strong><br />

grado di divergenza dell'ultimo sottoperiodo dallo 0,46% allo 0,73%<br />

medio annuo e renda <strong>il</strong> coefficiente significativamente diverso da zero.<br />

La debo<strong>le</strong> <strong>convergenza</strong> ri<strong>le</strong>vata per <strong>le</strong> 20 <strong>regioni</strong> nella Tabella 1<br />

nel periodo 1971-78, sebbene non significativa, è apparentemente in<br />

con<strong>tra</strong>ddizione con la divergenza osservata nella Fig. 2. La<br />

con<strong>tra</strong>ddizione è solo apparente dato che la Fig. 2 mos<strong>tra</strong> <strong>il</strong> rapporto <strong>tra</strong><br />

<strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del Sud e <strong>il</strong> corrispondente valore del Centro-<br />

Nord, mentre <strong>le</strong> regressioni sono basate su 20 osservazioni regionali. In<br />

effetti la <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>regioni</strong> cen<strong>tra</strong>li e <strong>regioni</strong> settentrionali fa da<br />

abbondante con<strong>tra</strong>ppeso alla divergenza <strong>tra</strong> <strong>il</strong> Sud e <strong>il</strong> resto del paese.<br />

Parecchie <strong>regioni</strong> del Centro-Nord come <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Nord-Est<br />

(Veneto, Friuli, Trentito), Em<strong>il</strong>ia-Romagna e Marche, caratterizzate<br />

dalla presenza di picco<strong>le</strong> e medie imprese, riescono ad adattarsi meglio<br />

di quel<strong>le</strong> <strong>tra</strong>dizionalmente più ricche ed industrializzate del Nord-Ovest<br />

agli shock salariali e al<strong>le</strong> crisi petrolifere e ad evitare lo scontro diretto<br />

con <strong>le</strong> organizzazioni sindacali.<br />

La Tabella 2 mos<strong>tra</strong> i risultati <strong>della</strong> σ-<strong>convergenza</strong>.<br />

L’indicatore σ rappresenta la dispersione del livello di prodotto procapite<br />

<strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong>, misurata dalla deviazione standard del logaritmo<br />

del prodotto pro-capite di un gruppo di <strong>regioni</strong>; la <strong>convergenza</strong> assoluta<br />

si realizza se la dispersione decresce nel tempo.<br />

Tra <strong>il</strong> 1960 ed <strong>il</strong> 1971 l’indicatore σ diminuisce<br />

significativamente e senza interruzione. Esso osc<strong>il</strong>la fino al 1978 su<br />

valori più e<strong>le</strong>vati di quelli raggiunti nel 1971, poi riprende a descrescere<br />

<strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1978 ed <strong>il</strong> 1984, anno in cui raggiunge <strong>il</strong> livello più basso<br />

dell'intero periodo considerato. La valutazione dell’andamento <strong>della</strong> σ-<br />

<strong>convergenza</strong> conferma quindi quanto evidenziato dallo studio <strong>della</strong> β-<br />

<strong>convergenza</strong>.<br />

15


2.2 La <strong>convergenza</strong> condizionata: <strong>il</strong> <strong>ruolo</strong> <strong>della</strong> criminalità<br />

organizzata, <strong>della</strong> spesa pubblica e dell'istruzione.<br />

Se aggiungiamo al livello inizia<strong>le</strong> del PIL pro-capite, l'unica<br />

variabi<strong>le</strong> indipendente contenuta nell'equazione (1), ulteriori variab<strong>il</strong>i<br />

indipendenti (definite anche esplicative o esogene) come ad esempio <strong>il</strong><br />

tasso di criminalità, la spesa pubblica e l'istruzione, la stima del<br />

coefficiente b è denominata β-<strong>convergenza</strong> condizionata. L'introduzione<br />

di variab<strong>il</strong>i esplicative aggiuntive permette di considerare <strong>il</strong> fatto che <strong>le</strong><br />

varie <strong>regioni</strong> possono essere caratterizzate da parametri strutturali<br />

differenti (e di conseguenza da diversi livelli di stato stazionario) e che<br />

<strong>le</strong> politiche economiche regionali, la criminalità organizzata, l'istruzione<br />

e l'incertezza micro o macro-<strong>economica</strong> possono acce<strong>le</strong>rare o ral<strong>le</strong>ntare<br />

<strong>il</strong> natura<strong>le</strong> processo di <strong>convergenza</strong> determinato dai rendimenti<br />

marginali decrescenti del capita<strong>le</strong>.<br />

Le variab<strong>il</strong>i indipendenti che consideriamo sono:<br />

1. crim = tasso di criminalità regiona<strong>le</strong>, definito come <strong>il</strong> numero di<br />

omicidi volontari per ogni 100 m<strong>il</strong>a abitanti e usato come variabi<strong>le</strong><br />

che misura la forza <strong>della</strong> criminalità organizzata.<br />

2. ip = investimenti regionali in costruzioni ed opere pubbliche a prezzi<br />

costanti del 1980 e in rapporto alla popolazione residente. Questa<br />

variabi<strong>le</strong> esclude i sussidi agli investimenti privati e gli investimenti<br />

del<strong>le</strong> imprese pubbliche; è perciò una misura imperfetta degli<br />

investimenti effettuati dal governo in ciascuna regione.<br />

3. cp = consumi pubblici regionali a prezzi costanti del 1980 in rapporto<br />

alla popolazione residente. I dati ut<strong>il</strong>izzati per i consumi e per gli<br />

investimenti pubblici sono dati di contab<strong>il</strong>ità naziona<strong>le</strong> e non di<br />

b<strong>il</strong>ancio. I <strong>tra</strong>sferimenti pubblici, cioè la componente <strong>della</strong> spesa<br />

pubblica italiana certamente più dinamica degli ultimi due decenni,<br />

sono pertanto esclusi. Se avessimo potuto ut<strong>il</strong>izzare dati più comp<strong>le</strong>ti,<br />

i nostri risultati econometrici sarebbero stati forse migliori.<br />

4. sp = spesa pubblica pro-capite a prezzi costanti del 1980, definita<br />

come somma di cp e ip.<br />

5. e = numero di studenti iscritti alla scuola secondaria superiore in<br />

rapporto alla popolazione residente.<br />

16


Per una descrizione più dettagliata dei dati e del<strong>le</strong> loro fonti si può<br />

consultare l'Appendice Statistica. Il coefficiente <strong>della</strong> variabi<strong>le</strong> relativa<br />

all'istruzione (e) non si dimos<strong>tra</strong> mai significativamente diverso da zero.<br />

Questo risultato appare in linea con quanto trovato in altri studi sulla<br />

<strong>convergenza</strong> in Italia; abbiamo perciò deciso di escludere fin dall'inizio<br />

ta<strong>le</strong> variabi<strong>le</strong> per non appesantire inut<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> lavoro. La stessa cosa<br />

va<strong>le</strong> per <strong>il</strong> "saldo migratorio netto", variabi<strong>le</strong> che era stata presa in<br />

considerazione nel<strong>le</strong> fasi iniziali dell'analisi ma che non si è mai<br />

dimos<strong>tra</strong>ta significativa.<br />

I dati per <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Sud sono sistematicamente influenzati dal<br />

fatto che i servizi pubblici sono stimati al costo dei fattori e dalla scelta<br />

del governo, a partire dai primi anni '70, di aumentare fortemente <strong>il</strong><br />

numero degli impiegati pubblici al fine di con<strong>tra</strong>stare la crescente<br />

disoccupazione. Paci (1997) mos<strong>tra</strong> per esempio che nel corso del<br />

decennio '80 la crescita <strong>economica</strong> <strong>della</strong> Sardegna è quasi interamente<br />

riconducibi<strong>le</strong> all'aumento dei "servizi non destinab<strong>il</strong>i alla vendita",<br />

settore che coincide praticamente con quello pubblico. Aspettandoci<br />

risultati ancora più forti di quelli ottenuti impiegando <strong>il</strong> PIL pro-capite<br />

"ufficia<strong>le</strong>", abbiamo rieseguito tutte <strong>le</strong> regressioni che mostreremo poco<br />

più avanti anche con <strong>il</strong> PIL pro-capite ridefinito in modo ta<strong>le</strong> da<br />

escludere la componente dei servizi non vendib<strong>il</strong>i. I risultati non si sono<br />

però dimos<strong>tra</strong>ti <strong>tra</strong> loro significativamente diversi; per ta<strong>le</strong> ragione in<br />

questo studio presenteremo solo <strong>le</strong> regressioni con la definizione<br />

ufficia<strong>le</strong> di PIL pro-capite 17 .<br />

Qualche considerazione particolare merita la nos<strong>tra</strong> variabi<strong>le</strong> che<br />

misura la criminalità organizzata. Innanzitutto va detto che in Italia gli<br />

omicidi volontari connessi con rapine, furti o altri piccoli delitti non<br />

sono molto frequenti. Questo è un tipo di crimine molto comune nel<strong>le</strong><br />

grandi città degli Stati Uniti o in città come Rio de Janeiro, ma che in<br />

Italia si verifica raramente. E' quindi ragionevo<strong>le</strong> assumere che <strong>il</strong><br />

maggior numero di omicidi volontari che caratterizza <strong>le</strong> <strong>regioni</strong><br />

meridionali rispetto al Centro-Nord è fortemente connesso con gli<br />

interessi e <strong>le</strong> attività <strong>della</strong> criminalità organizzata. Quest'ultima uccide<br />

tutti coloro che con<strong>tra</strong>stano o disturbano <strong>le</strong> sue attività: giudici,<br />

imprenditori, componenti del<strong>le</strong> forze dell'ordine, membri di bande rivali,<br />

aff<strong>il</strong>iati che "sanno troppo" o che collaborano con la giustizia. E se non<br />

ci riesce, li colpisce indirettamente uccidendo i loro parenti, inclusi i<br />

bambini. Anche i politici che non sono più in grado di garantire alla<br />

17 Si veda Quarella (1997), Capitolo III.<br />

17


criminalità organizzata una protezione "adeguata" rien<strong>tra</strong>no nella<br />

categoria del<strong>le</strong> persone da "eliminare" 18 .<br />

In secondo luogo, diversamente dagli omicidi che caratterizzano<br />

<strong>le</strong> città degli Stati Uniti che sono strettamente correlati con <strong>il</strong> ciclo<br />

economico, gli omicidi volontari <strong>della</strong> criminalità organizzata nel Sud<br />

d'Italia sono generalmente <strong>il</strong> frutto di decisioni col<strong>le</strong>giali ben ponderate<br />

e basate su motivazioni economico-politiche e possono quindi essere<br />

considerati esogeni rispetto alla crescita <strong>economica</strong>. Inoltre,<br />

con<strong>tra</strong>riamente ad altre misure <strong>della</strong> criminalità usate in altri studi<br />

sull'Italia che non sono risultate significative (delitti contro <strong>il</strong><br />

patrimonio, l'economia e la fede pubblica o indici di criminalità ancora<br />

più ampi), la nos<strong>tra</strong> misura è molto meno soggetta al rischio di<br />

sottostima. Da un lato, in Italia <strong>le</strong> autorità competenti non sono in grado<br />

di reagire e di rispondere in tempi ragionevoli al<strong>le</strong> denunce dei cittadini<br />

(occorrono anni affinché i processi siano portati a conclusione 19 ) e<br />

dall'altro la criminalità organizzata ha in pratica <strong>il</strong> monopolio dell'uso<br />

<strong>della</strong> vio<strong>le</strong>nza. Molti cittadini evitano quindi di denunciare al<strong>le</strong> forze<br />

dell'ordine i delitti subiti per paura di ritorsioni da parte <strong>della</strong><br />

criminalità. Inoltre, quando i cittadini cercano di raccogliere<br />

informazioni presso gli uffici pubblici sul<strong>le</strong> presunte attività <strong>il</strong><strong>le</strong>gali dei<br />

criminali al fine di formulare chiaramente <strong>le</strong> accuse contro di essi<br />

all'Autorità Giudiziaria, certi impiegati pubblici di alcuni uffici del Sud<br />

sanno molto bene quali informazioni nascondere e a chi nasconder<strong>le</strong> 20 .<br />

Tornando ad un livello più teorico è uti<strong>le</strong> spendere qualche parola<br />

sul perché la criminalità e la corruzione agiscono negativamente sulla<br />

crescita <strong>economica</strong>. Esse non creano ricchezza ma semplicemente la<br />

ridistribuiscono e facendo questo scoraggiano <strong>le</strong> attività produttive in<br />

modo analogo all'eccessiva imposizione fisca<strong>le</strong> 21 . Esse riducono<br />

18 Forse l'omicidio dell'On. Salvo Lima, assassinato a Pa<strong>le</strong>rmo nel Marzo del 1992,<br />

rien<strong>tra</strong> in questa fattispecie.<br />

19 Si veda la nota 5.<br />

20 Recentemente uno di noi è riuscito ad ottenere alcune informazioni preliminari<br />

dall'AIMA, l'agenzia di stato incaricata di distribuire i sussidi dell'Unione Europea<br />

(UE) all'agricoltura, su domande <strong>il</strong><strong>le</strong>gali per l'ottenimento (<strong>il</strong><strong>le</strong>ga<strong>le</strong>) di sussidi dell'UE<br />

presentate per l'annata agraria 1992/93 da terzi sulla propria azienda agricola (si veda<br />

l'episodio n. 3, nota 5). Queste informazioni, per ora soltanto preliminari e verbali,<br />

sono state ottenute solo dopo aver scritto alla Commissione Europea a Bruxel<strong>le</strong>s. La<br />

Commissione ha messo l'AIMA sotto pressione chiedendo che la risposta fosse<br />

inviata a Bruxel<strong>le</strong>s. Prima di scrivere alla Commissione la risposta dell'AIMA era<br />

stata: "ora esiste una <strong>le</strong>gge sulla privacy e noi non possiamo rispondere". Ma <strong>il</strong><br />

terreno era di uno di noi e la "privacy" non c'en<strong>tra</strong> niente.<br />

21 Si veda Bardhan (1997).<br />

18


l'efficienza di ogni lira spesa per investimenti pubblici a causa <strong>della</strong><br />

percentua<strong>le</strong> che va nel<strong>le</strong> tasche <strong>della</strong> criminalità organizzata e degli<br />

impiegati pubblici e/o degli imprenditori corrotti e a causa <strong>della</strong><br />

distorsione operata sul<strong>le</strong> scelte di impiego del<strong>le</strong> risorse pubbliche, scelte<br />

che spesso sono operate in modo da massimizzare <strong>le</strong> tangenti piuttosto<br />

che la produttività degli investimenti 22 . In aggiunta a ciò esse<br />

modificano anche <strong>le</strong> scelte occupazionali in favore di attività<br />

redistributive e di posizioni di rendita piuttosto che di effettiva<br />

creazione di ricchezza. Gli imprenditori esistenti nel<strong>le</strong> aree controllate<br />

dalla criminalità organizzata sono invogliati (e spesso costretti) ad<br />

andarsene o a non crescere per evitare di dover cedere parte del capita<strong>le</strong><br />

dell’azienda alla criminalità organizzata; peggio ancora, gli investitori<br />

potenziali provenienti da altre <strong>regioni</strong> del paese o dall'estero non hanno<br />

nessun incentivo ad impiegare i propri capitali in tali aree 23 . Se alla<br />

presenza <strong>della</strong> criminalità organizzata si aggiunge, come accade in molte<br />

parti del Sud, un sistema giudiziario <strong>le</strong>nto ed inefficiente ed<br />

un'amminis<strong>tra</strong>zione pubblica dai meccanismi tutt'altro che <strong>tra</strong>sparenti,<br />

composta da funzionari ed impiegati spesso collusi con <strong>il</strong> crimine e<br />

corrotti, si capisce fac<strong>il</strong>mente come mai non esistano i presupposti<br />

necessari per la <strong>convergenza</strong>. Anche l'efficienza e l'equità del sistema<br />

fisca<strong>le</strong> sono influenzati negativamente dalla corruzione 24 .<br />

La Tabella 3 mos<strong>tra</strong> <strong>le</strong> stime dell'equazione (1) in cui <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i<br />

esplicative menzionate sopra sono aggiunte al logaritmo del PIL procapite<br />

inizia<strong>le</strong> (lnyin). Il periodo considerato è <strong>il</strong> 1960-93; <strong>il</strong> 1993 è<br />

l'ultimo anno per <strong>il</strong> qua<strong>le</strong> quasi tutte <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative sono<br />

disponib<strong>il</strong>i 25 . Al fine di ottenere risultati statisticamente più robusti e di<br />

analizzare meglio i cambiamenti nel corso del tempo dei coefficienti del<br />

tasso di criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica abbiamo diviso <strong>il</strong> periodo<br />

1960-93 in 7 sottoperiodi di 5 anni ciascuno 26 e calcolato medie<br />

aritmetiche quinquennali di tutte <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative. Fanno però<br />

22 Si veda la nota 9.<br />

23 Non sorprende <strong>il</strong> fatto che gli investimenti esteri in Italia in percentua<strong>le</strong> del PIL<br />

siano i più bassi d'Europa e che la maggior parte di essi venga impiegata nel Nord.<br />

Per esempio al 1° Gennaio 1996 la percentua<strong>le</strong> di imprese con partecipazioni estere<br />

era del 73% nel Nord, del 16% nel Centro e dell'11% nel Sud (Quintieri,1998).<br />

24 Per una analisi esauriente dei canali at<strong>tra</strong>verso cui la corruzione influenza<br />

negativamente l'efficienza e l'equità del sistema fisca<strong>le</strong> si veda V. Tanzi (1995).<br />

25 Gli investimenti pubblici regionali ed i consumi pubblici regionali sono disponib<strong>il</strong>i<br />

solo fino al 1992.<br />

26 I quinquenni sono <strong>il</strong> 1960-64, 1965-69, 1970-74, 1975-79, 1980-84, 1985-89 con<br />

l’esclusione del periodo 1990-93 che è un quadriennio.<br />

19


eccezione <strong>il</strong> PIL pro-capite inizia<strong>le</strong>, che è dato dal livello inizia<strong>le</strong> di<br />

ciascun quinquennio, e <strong>il</strong> tasso di crescita del PIL pro-capite, che è una<br />

media geometrica di ciascun quinquennio anziché una media aritmetica.<br />

Abbiamo quindi regressioni basate su 140 osservazioni (7 periodi per 20<br />

<strong>regioni</strong>); ciò garantisce la robustezza dei risultati ottenuti. Il<br />

procedimento adottato presenta anche <strong>il</strong> vantaggio di ridurre la volat<strong>il</strong>ità<br />

del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i, ed in special modo quella del tasso di criminalità, e<br />

quindi di ottenere risultati non influenzati dal comportamento "anomalo"<br />

del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i regis<strong>tra</strong>to in determinati anni.<br />

Osserviamo in primo luogo che <strong>il</strong> coefficiente del PIL rea<strong>le</strong> procapite<br />

inizia<strong>le</strong> è negativo e significativamente diverso da zero ad un<br />

livello di confidenza dell'1%. Comparando ta<strong>le</strong> valore con la stime <strong>della</strong><br />

β-<strong>convergenza</strong> assoluta <strong>della</strong> Tabella 1 <strong>il</strong> coefficiente giunge quasi a<br />

raddoppiare in valore assoluto portandosi dal 1,4% al 2,1-2,5%. Ciò<br />

implica che l'influenza del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative aggiuntive considerate<br />

in Tabella 3 sul processo di <strong>convergenza</strong> è stata significativamente<br />

negativa e cioè che la criminalità organizzata e la spesa pubblica hanno<br />

significativamente ridotto <strong>il</strong> tasso di <strong>convergenza</strong> medio annuo del<br />

periodo al di sotto di quanto sarebbe stato altrimenti. In secondo luogo <strong>il</strong><br />

tasso di criminalità ha un coefficiente che è significativamente diverso<br />

da zero ad un livello di confidenza dell'1%. Il suo effetto sulla<br />

<strong>convergenza</strong> è negativo. Questo risultato è in netto con<strong>tra</strong>sto con quanto<br />

trovato in altri studi sull'Italia. Infine la spesa pubblica considerata nel<br />

suo comp<strong>le</strong>sso e gli investimenti non sono significativi mentre i consumi<br />

pubblici esercitano un effetto negativo sulla <strong>convergenza</strong> ma solo ad un<br />

livello di confidenza del 10%. Vedremo più avanti che <strong>il</strong> tasso di<br />

criminalità e la spesa pubblica non sono <strong>tra</strong> loro indipendenti: nel<br />

periodo 1980-93 <strong>il</strong> tasso di criminalità nel Sud sembra essere fortemente<br />

e positivamente influenzato dai consumi pubblici, <strong>le</strong>ggermente di meno<br />

dagli investimenti pubblici.<br />

Nel<strong>le</strong> regressioni <strong>della</strong> Tabella 3 l’effetto del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i<br />

esplicative è considerato costante nel tempo e <strong>tra</strong> <strong>le</strong> varie <strong>regioni</strong>. Questa<br />

è senz'altro un'ipotesi molto forte. Nella parte rimanente di questa<br />

sezione rimuoviamo questa ipotesi e così facendo potremo capire molto<br />

meglio dove e quando <strong>il</strong> tasso di criminalità e la spesa pubblica hanno<br />

esercitato un effetto negativo sulla <strong>convergenza</strong>. Vediamo innanzitutto<br />

se i coefficienti del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esogene aggiuntive sono cambiate nel<br />

corso del tempo. I sottoperiodi considerati sono 3: 1960-74, 1975-79 e<br />

1980-93. Essi sono stati individuati seguendo Micossi e Tullio (1992a,<br />

1992b) sulla base dell’assunto secondo cui <strong>le</strong> scelte di politica<br />

<strong>economica</strong> promosse dai vari governi al fine di ridurre i divari di<br />

20


crescita <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> passano da una fase di comp<strong>le</strong>ssiva<br />

efficacia (<strong>il</strong> decennio '60) ad una fase di neu<strong>tra</strong>lità (negli anni '70) per<br />

arrivare infine ad un periodo in cui tali scelte si dimos<strong>tra</strong>no addirittura<br />

controproducenti, in concomitanza con la progressiva “degenerazione”<br />

del sistema politico italiano avvenuta nel corso del decennio '80.<br />

Il dubbio principa<strong>le</strong> riguardava dove collocare la prima metà degli<br />

anni '70 e noi abbiamo lasciato che fossero i dati a dircelo collocando<br />

questo periodo prima con la seconda metà del decennio '70 e poi con <strong>il</strong><br />

decennio '60. Abbiamo quindi costruito tre variab<strong>il</strong>i di comodo<br />

(dummies): d1 che assume <strong>il</strong> valore 1 nei primi tre sottoperiodi (1960-<br />

74) e 0 negli altri (1975-93), d2 che assume valore 1 nel periodo 1975-<br />

79 e 0 negli altri e infine d3 che è pari a 1 negli ultimi tre sottoperiodi<br />

(1980-93) e 0 nei primi quattro. In seguito abbiamo costruito <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i<br />

spd1, spd2 e spd3 come prodotto di sp e del<strong>le</strong> dummies temporali. Al<strong>le</strong><br />

variab<strong>il</strong>i ip, cp e crim è stato applicato lo stesso procedimento. I risultati<br />

sono riportati nella Tabella 4.<br />

Come in precedenza <strong>il</strong> coefficiente del livello inizia<strong>le</strong> del PIL procapite<br />

è negativo e significativo ad un livello di confidenza dell'1%,<br />

suggerendo quindi la presenza di <strong>convergenza</strong> condizionata. Il tasso di<br />

criminalità è statisticamente significativo ad un livello di confidenza<br />

dell'1% solo nel terzo periodo (1980-93). Se consideriamo <strong>il</strong> tasso di<br />

criminalità senza la spesa pubblica la significatività statistica del suo<br />

coefficiente nel periodo 1980-93 aumenta notevolmente; si noti che<br />

l'Adjusted R 2 è influenzato ben poco dall'eliminazione <strong>della</strong> spesa<br />

pubblica (cfr.regr.4 con regr.1-3). Ciò potrebbe essere un indizio del<br />

fatto che in quest'ultimo periodo <strong>le</strong> due variab<strong>il</strong>i sono intensamente<br />

correlate l'una con l'al<strong>tra</strong>. Se <strong>le</strong> nostre considerazioni relativamente al<br />

sistema politico italiano e alla società meridiona<strong>le</strong> dal 1980 in poi sono<br />

corrette, <strong>il</strong> tasso di criminalità è influenzato in maniera positiva dalla<br />

spesa pubblica. Il coefficiente <strong>della</strong> spesa pubblica è positivo e<br />

statisticamente significativo ad un livello di confidenza dell'1% nel<br />

primo periodo (1960-74), è ancora positivo ma meno significativo nel<br />

secondo periodo (ad un livello di confidenza del 2,5%) e diviene non<br />

significativo nel terzo. Le stessa cosa va<strong>le</strong> per <strong>le</strong> sue componenti ip e cp.<br />

Tutto ciò conferma pienamente <strong>le</strong> osservazioni espresse da Micossi e<br />

Tullio (1992a, 1992b) e da altri circa l'enorme spreco di risorse<br />

pubbliche nel Sud a partire dai primi anni '80. Del<strong>le</strong> sue due componenti<br />

la variabi<strong>le</strong> cp sembra mantenere un <strong>ruolo</strong> <strong>le</strong>ggermente più significativo<br />

e positivo di ip.<br />

Da una scomposizione di tipo tempora<strong>le</strong> del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative<br />

passiamo ora ad una scomposizione di tipo territoria<strong>le</strong>: vogliamo infatti<br />

21


verificare se gli effetti <strong>della</strong> criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica<br />

interessano indistintamente tutto <strong>il</strong> territorio italiano o se si concen<strong>tra</strong>no<br />

in qualche area particolare. Le aree individuate sono <strong>il</strong> Nord, <strong>il</strong> Centro<br />

ed <strong>il</strong> Sud. Individuiamo quindi tre variab<strong>il</strong>i dummies: dn, dc e dm. La<br />

prima assume valore 1 per ciascuna regione del Nord e 0 per <strong>le</strong> altre 27 ,<br />

dc è pari ad 1 per ciascuna regione del Centro 28 e dm per ciascuna<br />

regione del Sud 29 . Quindi per ciascuna variabi<strong>le</strong> esogena si individuano<br />

tre nuove variab<strong>il</strong>i; per esempio la variabi<strong>le</strong> crim è suddivisa in crimdn,<br />

crimdc e crimdm dove crimdn non è altro che <strong>il</strong> prodotto di crim e dn.<br />

Lo stesso procedimento è applicato a sp, ip e cp. I risultati sono riportati<br />

in Tabella 5.<br />

La β-<strong>convergenza</strong> condizionata osc<strong>il</strong>la <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 2,6 e <strong>il</strong> 2,9% medio<br />

annuo ed è significativamente maggiore in valore assoluto <strong>della</strong> β-<br />

<strong>convergenza</strong> assoluta stimata in Tabella 1. Il coefficiente del tasso di<br />

criminalità non è significativamente diverso da zero nel Nord e nel<br />

Centro. E' invece diverso da zero ad un livello di confidenza dell'1% e<br />

con <strong>il</strong> coefficiente atteso nel Sud. La spesa pubblica non è mai<br />

significativa.<br />

Le regressioni contenute nel<strong>le</strong> Tabel<strong>le</strong> 4 e 5 sembrano suggerire<br />

che la criminalità organizzata e la corruzione sono diventate un ostacolo<br />

alla crescita principalmente nel periodo 1980-93 e soprattutto nel Sud e<br />

che la spesa pubblica ha stimolato la crescita solo nel primo periodo<br />

(1960-74) e poco nel secondo (1975-79).<br />

Al fine di ottenere risultati ancora più dettagliati abbiamo deciso<br />

di scomporre <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esogene contemporaneamente sia per periodo<br />

sia per macro-<strong>regioni</strong>. Definiamo <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i dummies appropriate e<br />

scomponiamo ciascuna variabi<strong>le</strong> esogena in 9 variab<strong>il</strong>i. La variabi<strong>le</strong><br />

crimd1dn per esempio è data dal prodotto <strong>tra</strong> crim e <strong>le</strong> dummies d1 e dn<br />

e rappresenta <strong>il</strong> tasso di criminalità nel Nord nel primo periodo (1960-<br />

74). Siccome abbiamo 140 osservazioni e poiché <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esogene<br />

contenute in ciascuna regressione sono al massimo 2 i gradi di libertà<br />

rimangono assai e<strong>le</strong>vati essendo sempre superiori a 120. I risultati sono<br />

riportati in Tabella 6.<br />

Ri<strong>le</strong>viamo ancora forte multicollinearità <strong>tra</strong> <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i spesa<br />

pubblica e tasso di criminalità. Per questa ragione presentiamo anche<br />

27 Si considerano <strong>regioni</strong> del Nord la Lombardia, <strong>il</strong> Piemonte, la Val<strong>le</strong> d’Aosta, la<br />

Liguria, <strong>il</strong> Trentino-Alto Adige, <strong>il</strong> Veneto e <strong>il</strong> Friuli-Venezia Giulia.<br />

28 Si considerano <strong>regioni</strong> del Centro l’Em<strong>il</strong>ia Romagna, la Toscana, <strong>le</strong> Marche,<br />

l’Umbria e <strong>il</strong> Lazio.<br />

29 Si considerano <strong>regioni</strong> del Sud l’Abruzzo, <strong>il</strong> Molise, la Campania, la Puglia, la<br />

Calabria, la Bas<strong>il</strong>icata, la Sic<strong>il</strong>ia e la Sardegna.<br />

22


egressioni che non considerano <strong>il</strong> tasso di criminalità. Se introduciamo<br />

contemporaneamente <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i sp e crim nessuna di esse risulta<br />

significativa. Il tasso di criminalità rappresenta un freno per la crescita<br />

<strong>economica</strong> del Sud nel periodo 1980-93 (si veda <strong>il</strong> coefficiente di<br />

crimd3dm). La spesa pubblica favorisce in maniera significativa la<br />

<strong>convergenza</strong> nel primo e nel secondo periodo nel Nord e nel Centro sia<br />

considerata nel suo comp<strong>le</strong>sso sia suddivisa in consumi ed investimenti<br />

pubblici. Nel Sud solo i consumi pubblici contribuiscono alla<br />

<strong>convergenza</strong> e solo nel primo periodo. Quindi nel Sud la spesa pubblica<br />

non ha mai un effetto significativamente positivo sulla <strong>convergenza</strong>,<br />

nonostante <strong>il</strong> <strong>tra</strong>sferimento di ingenti e sempre crescenti risorse<br />

pubbliche. Nel terzo periodo la spesa pubblica, e soprattutto la parte<br />

destinata agli investimenti, cessa di essere un fattore positivo per la<br />

crescita e la <strong>convergenza</strong> in tutto <strong>il</strong> paese.<br />

Una critica al<strong>le</strong> regressioni presentate potrebbe essere la seguente:<br />

sp, cp e ip sono da considerarsi parzialmente endogene a causa <strong>della</strong><br />

tendenza dei governi ad agire in maniera anticiclica (in fasi depressive<br />

del ciclo economico la spesa pubblica viene aumentata mentre in fasi di<br />

espansione <strong>economica</strong> la spesa pubblica viene ridotta). Tuttavia, in<br />

primo luogo la correlazione potenzia<strong>le</strong> risultante da questa endogeneità<br />

sarebbe negativa; ciò significa che essa tenderebbe a ridurre <strong>il</strong> valore<br />

assoluto dei coefficienti nel<strong>le</strong> Tabel<strong>le</strong> 4-6. I coefficienti trovati sono<br />

però positivi o quasi nulli: rimuovendo questa presunta correlazione, i<br />

nostri risultati verrebbero solamente rinforzati. In secondo luogo,<br />

accettando l'ipotesi di azione anticiclica da parte dei governi, <strong>il</strong> ritardo<br />

<strong>tra</strong> la fase di ristagno o di crisi del ciclo economico e l'aumento effettivo<br />

degli investimenti pubblici sarebbe comunque estremamente lungo,<br />

soprattutto nel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali dove l'amminis<strong>tra</strong>zione pubblica è<br />

particolarmente inefficiente. Quindi l'uso di medie quinquennali riduce<br />

sensib<strong>il</strong>mente questa possibi<strong>le</strong> correlazione dato che un ciclo economico<br />

solitamente non dura più di 5 anni. In terzo luogo, gli investimenti<br />

pubblici tendono ad essere distribuiti <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> più sulla base dei<br />

criteri e<strong>le</strong>ttoralistici del<strong>le</strong> figure di spicco <strong>della</strong> politica naziona<strong>le</strong> e del<br />

verificarsi di calamità naturali (per esempio terremoti) o eventi<br />

favorevoli (come gli anni santi o giubi<strong>le</strong>i organizzati dal Vaticano per <strong>il</strong><br />

Lazio) piuttosto che sulla base di criteri economici (politiche<br />

economiche anticicliche, ritorni economici sugli investimenti). Infine, la<br />

distribuzione in termini geografici dei consumi pubblici è piuttosto<br />

indipendente dal ciclo economico, specialmente nel Sud, poiché i sussidi<br />

alla disoccupazione non sono molto sv<strong>il</strong>uppati in Italia: essi favoriscono<br />

23


quasi esclusivamente gli occupati del<strong>le</strong> grandi imprese che sono<br />

concen<strong>tra</strong>te soprattutto nel Nord.<br />

In ogni caso, dall'esame <strong>della</strong> correlazione esistente <strong>tra</strong> <strong>il</strong> tasso di<br />

crescita medio di ciascun quinquennio e la media quinquenna<strong>le</strong> di ip e<br />

cp sull'intero periodo considerato e in tutte <strong>le</strong> macro-<strong>regioni</strong> emerge che<br />

ta<strong>le</strong> correlazione è significativa e negativa. Essa è più significativa con<br />

cp piuttosto che con ip. Tuttavia la correlazione <strong>tra</strong> <strong>il</strong> tasso di crescita e<br />

ip scompare nel Sud nel periodo 1980-93; a tal proposito si veda la Fig.<br />

3. La correlazione <strong>tra</strong> <strong>il</strong> tasso di crescita medio quinquenna<strong>le</strong> del<strong>le</strong><br />

<strong>regioni</strong> del Sud ed i consumi pubblici (cp) è visualizzata in Fig. 4. Essa è<br />

significativamente negativa, ma solo per la presenza di 8 osservazioni<br />

"anoma<strong>le</strong>" ("outliers"; si veda l'insieme di punti in basso a des<strong>tra</strong>). Senza<br />

gli 8 "outliers" la correlazione è positiva. Tutte queste osservazioni<br />

"anoma<strong>le</strong>" si riferiscono al periodo 1990-93 30 , cioè ad un periodo di<br />

crescita molto bassa per <strong>il</strong> Sud. S<strong>tra</strong>namente nel Sud cp è aumentata<br />

ancora molto nel periodo 1990-92, di qualcosa come <strong>il</strong> 30-40% in<br />

termini reali. Poiché <strong>le</strong> politiche anticicliche nei confronti <strong>della</strong><br />

disoccupazione sono praticamente inesistenti nel Sud per <strong>le</strong> ragioni che<br />

spiegavamo poch'anzi, <strong>il</strong> forte aumento di cp che si osserva nel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong><br />

meridionali nel periodo dev'essere senz'altro ricondotto al<strong>le</strong> politiche di<br />

incremento del pubblico impiego e ad altri programmi di spesa<br />

probab<strong>il</strong>mente decisi in larga parte nel quinquennio precedente. Pertanto<br />

<strong>il</strong> comportamento di cp nel periodo 1990-92 è con tutta probab<strong>il</strong>ità la<br />

conseguenza degli intrecci politico-affaristico-mafiosi i cui effetti<br />

spiegano anche la diffusione <strong>della</strong> criminalità organizzata, l'aumento<br />

degli omicidi volontari e l'arresto <strong>della</strong> crescita <strong>economica</strong> in queste<br />

<strong>regioni</strong>.<br />

Fig. 3-Correlazione <strong>tra</strong> <strong>il</strong> tasso di crescita medio quinquenna<strong>le</strong> del PIL<br />

p.c. (y) e gli investimenti pubblici (ip), medie quinquennali, Sud, 1980-<br />

93 31 .<br />

30 1990-92 per cp.<br />

31 L'interpolazione lineare visualizzata in Fig. 3 è basata sulla seguente regressione (t<br />

di Student in parentesi): y = 0.013 (1.06) + 0.003 (0.29) ipd3dm; Adj.R 2 = -0.04.<br />

24


0,04<br />

0,03<br />

0,02<br />

y<br />

0,01<br />

0<br />

0,6<br />

-0,01<br />

0,7 0,8 0,9 1 1,1 1,2 1,3 1,4<br />

ipd3dm<br />

Fig. 4-Correlazione <strong>tra</strong> <strong>il</strong> tasso di crescita medio quinquenna<strong>le</strong> del PIL<br />

p.c. (y) e i consumi pubblici (cp), medie quinquennali, Sud, 1980-93 32 .<br />

y<br />

0,04<br />

0,035<br />

0,03<br />

0,025<br />

0,02<br />

0,015<br />

0,01<br />

0,005<br />

0<br />

-0,005 0,9 1,1 1,3 1,5 1,7 1,9<br />

-0,01<br />

cpd3dm<br />

Concludiamo che nel Sud cp e ip, almeno nel periodo 1980-93,<br />

non agiscono in maniera anticiclica. Questa mancanza di correlazione<br />

inversa <strong>tra</strong> la crescita del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> da una parte e ip e cp dall'al<strong>tra</strong> hanno<br />

importanti implicazioni anche per quanto riguarda l'attendib<strong>il</strong>ità dei<br />

risultati che presenteremo nella prossima sezione (dove la variabi<strong>le</strong><br />

dipendente è <strong>il</strong> tasso di occupazione).<br />

Se si considera plausibi<strong>le</strong> l'ipotesi secondo cui la spesa pubblica<br />

nel Sud ha favorito a partire dai primi anni '80 la corruzione e la<br />

criminalità organizzata, la conclusione più ovvia che ne segue è che <strong>il</strong><br />

denaro speso dai governi italiani nel Sud dai primi anni '80 in poi ha<br />

esercitato un effetto estremamente negativo sulla <strong>convergenza</strong> e che è<br />

perciò meglio non impiegare risorse pubbliche nel Sud fino a quando <strong>il</strong><br />

constesto socio-economico non sia stato comp<strong>le</strong>tamente ripulito. Una<br />

forte e generalizzata riduzione dell'imposizione fisca<strong>le</strong> avrebbe un<br />

effetto molto positivo sulla crescita di lungo periodo dell'intero paese e<br />

molto probab<strong>il</strong>mente anche su quella del Sud. La percezione sempre più<br />

chiara che i contribuenti del Nord hanno di quante risorse pubbliche<br />

vengano sprecate nel Sud e di come queste ultime non facciano altro che<br />

32 L'interpolazione lineare visualizzata in Fig. 4 è basata sulla seguente regressione (t<br />

di Student in parentesi): y = 0.05 (3.59) - 0.023 (-2.39) cpd3dm; Adj.R 2 = 0.17.<br />

25


contribuire all'espansione <strong>della</strong> corruzione e a foraggiare la criminalità<br />

organizzata stimola l'evasione fisca<strong>le</strong> (che in queste circostanze<br />

potrebbe anche avere una giustificazione mora<strong>le</strong>) e ha portato alla<br />

nascita e alla crescita, nei primi anni '90, <strong>della</strong> Lega Nord.<br />

Una stima approssimativa dell'effetto congiunto <strong>della</strong> criminalità e<br />

<strong>della</strong> spesa pubblica sulla <strong>convergenza</strong> del Sud può essere ottenuta dalla<br />

differenza <strong>tra</strong> la β-<strong>convergenza</strong> assoluta stimata in Tabella 1 (1,4%) e la<br />

β-<strong>convergenza</strong> condizionata stimata nel<strong>le</strong> Tabel<strong>le</strong> 3-6, che nel<strong>le</strong><br />

regressioni migliori raggiunge <strong>il</strong> 3%. Considerando più prudentemente<br />

una stima del 2,7%, <strong>le</strong> politiche economiche "sbagliate" per <strong>il</strong> Sud e<br />

l'incapacità (o la mancata volontà) da parte dei governi italiani di<br />

mantenere la <strong>le</strong>gge e l'ordine almeno ai livelli degli anni '60 hanno<br />

abbassato di circa 1,3 punti percentuali <strong>il</strong> tasso di crescita medio annuo<br />

del PIL pro-capite del Sud nei 34 anni considerati. Solo nel periodo<br />

1960-71 <strong>le</strong> politiche economiche seguite dai governi si sono dimos<strong>tra</strong>te<br />

corrette, dato che la β-<strong>convergenza</strong> assoluta ri<strong>le</strong>vata in ta<strong>le</strong> periodo<br />

(3,2%, si veda la terza regressione <strong>della</strong> Tabella 1) che misura la<br />

<strong>convergenza</strong> effettiva è al di sopra <strong>della</strong> β-<strong>convergenza</strong> condizionata<br />

misurata per l'intero periodo e assunta come base per i nostri calcoli<br />

(2,7%). In questo periodo l'esistenza di politiche economiche "corrette"<br />

e <strong>il</strong> fatto che la criminalità e la corruzione fossero ancora sotto controllo<br />

hanno perciò contribuito positivamente alla <strong>convergenza</strong> per circa 0,5<br />

punti percentuali all'anno. Nel periodo 1971-93 esse hanno invece<br />

"sot<strong>tra</strong>tto" 2,2 punti percentuali all'anno al tasso medio di crescita del<br />

Sud riducendolo dal già ricordato 2,7% (teorico) all'effettivo 0,5%.<br />

Questi calcoli non considerano, inoltre, che una più e<strong>le</strong>vata imposizione<br />

fisca<strong>le</strong>, necessaria per finanziare la spesa pubblica, ha abbassato <strong>il</strong> tasso<br />

di crescita dell'intero paese, come suggerito da Daveri e Tabellini<br />

(1997).<br />

3-Una variabi<strong>le</strong> dipendente alternativa: <strong>il</strong> tasso di occupazione<br />

regiona<strong>le</strong><br />

Usando esattamente <strong>le</strong> stesse metodologie di calcolo e <strong>le</strong> stesse<br />

variab<strong>il</strong>i esplicative viste nella Sezione 2 analizziamo in questa sezione<br />

l'effetto del tasso di criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica sul tasso di<br />

occupazione definito come rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> numero di occupati e la<br />

popolazione residente in ciascuna regione. La Tabella 7 corrisponde alla<br />

Tabella 3 <strong>della</strong> Sezione 2; l'unica differenza è rappresentata dalla<br />

variabi<strong>le</strong> dipendente.<br />

26


Il coefficiente del reddito inizia<strong>le</strong> è positivo; ciò suggerisce che <strong>le</strong><br />

<strong>regioni</strong> più ricche hanno anche un tasso di occupazione più alto. Il<br />

coefficiente del tasso di criminalità è negativo e in genera<strong>le</strong> molto più<br />

significativo di quanto visto nel<strong>le</strong> regressioni che considerano come<br />

variabi<strong>le</strong> dipendente <strong>il</strong> tasso di crescita del PIL pro-capite. La variabi<strong>le</strong><br />

consumi pubblici ha un coefficiente negativo e significativamente<br />

diverso da zero ad un livello di confidenza dell'1%, confermando così<br />

l'ipotesi secondo cui <strong>le</strong> pensioni di invalidità, la generosità del sistema<br />

pensionistico, i sussidi al<strong>le</strong> famiglie e l'incremento nel pubblico impiego<br />

portano ad un più basso tasso di occupazione. Il coefficiente degli<br />

investimenti pubblici non è significativamente diverso da zero; più<br />

avanti vedremo tuttavia che questa mancanza di significatività dipende<br />

solo dal<strong>le</strong> enormi differenze esistenti <strong>tra</strong> Centro-Nord e Sud.<br />

Scomponendo <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative secondo <strong>il</strong> criterio tempora<strong>le</strong><br />

usato nel caso del PIL pro-capite si ottengono <strong>le</strong> regressioni contenute in<br />

Tabella 8. In primo luogo osserviamo che <strong>il</strong> coefficiente del tasso di<br />

criminalità è sempre molto significativo e negativamente correlato con <strong>il</strong><br />

tasso di occupazione. In secondo luogo la sua significatività aumenta<br />

fortemente nel corso del tempo, come ci si attendeva. La spesa pubblica<br />

non risulta mai significativa. Ciò dipende dal persistente effetto negativo<br />

esercitato dai consumi pubblici sull'occupazione la cui significatività si<br />

rafforza nel corso del tempo, e dall'effetto positivo degli investimenti<br />

pubblici nel primo periodo. Si noti inoltre che nel<strong>le</strong> regressioni che non<br />

considerano <strong>il</strong> tasso di criminalità l'Adjusted R 2 si abbassa in maniera<br />

molto significativa, mentre nel<strong>le</strong> regressioni con <strong>il</strong> tasso di crescita del<br />

PIL ciò non accadeva (cfr. Tabel<strong>le</strong> 3-6); ciò sembra suggerire che <strong>il</strong><br />

tasso di criminalità è più importante nello spiegare l'occupazione di<br />

quanto lo sia per la crescita e la <strong>convergenza</strong>.<br />

Da una scomposizione territoria<strong>le</strong> del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esogene si<br />

ottengono ulteriori importanti informazioni. I risultati sono contenuti in<br />

Tabella 9. Innanzitutto osserviamo che <strong>il</strong> livello inizia<strong>le</strong> del reddito<br />

perde la sua significatività, ma ciò non pone seri prob<strong>le</strong>mi dato che non<br />

stiamo spiegando la <strong>convergenza</strong> ma <strong>il</strong> tasso di occupazione. Per quanto<br />

riguarda <strong>il</strong> tasso di criminalità esso non è mai significativamente<br />

correlato con l'occupazione nel Nord, mentre è molto significativo nel<br />

Centro e ancor di più nel Sud. Nel Centro-Sud <strong>il</strong> suo impatto sul tasso di<br />

occupazione è negativo. Gli investimenti pubblici hanno un effetto<br />

positivo e molto significativo sull'occupazione nel Nord e nel Centro,<br />

com'era <strong>le</strong>cito attendersi, ma <strong>il</strong> loro effetto è invece significativamente<br />

negativo nel Sud confermando così la nos<strong>tra</strong> ipotesi secondo cui in ta<strong>le</strong><br />

area c'è effettivamente più di qualcosa che non va. Infine, la spesa<br />

27


pubblica considerata nel suo comp<strong>le</strong>sso e i consumi pubblici esercitano<br />

un effetto negativo e significativo sull'occupazione nel Sud. Nel Centro-<br />

Nord l'effetto dei consumi pubblici varia da neu<strong>tra</strong><strong>le</strong> a positivo a<br />

seconda del<strong>le</strong> regressioni.<br />

Le regressioni caratterizzate da una scomposizione sia tempora<strong>le</strong><br />

sia territoria<strong>le</strong> del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esogene sono contenute in Tabella 10.<br />

Presentiamo anche regressioni senza <strong>il</strong> tasso di criminalità poichè nel<br />

terzo periodo nel Sud essa è fortemente correlata con la spesa pubblica e<br />

questo può portare a stime imprecise del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i di spesa. Il risultato<br />

pricipa<strong>le</strong> di queste regressioni è che in tutti e tre i periodi <strong>il</strong> tasso di<br />

criminalità non influenza mai significativamente l'occupazione nel Nord,<br />

mentre nel Sud la correlazione è sempre negativa e molto significativa.<br />

Il risultato per <strong>il</strong> Sud con<strong>tra</strong>sta con quanto trovato in Tabella 6 dove nel<br />

primo periodo <strong>il</strong> tasso di criminalità nel Sud non influenzava<br />

negativamente la <strong>convergenza</strong>.<br />

Un'idea approssimativa di quanto la spesa pubblica ed <strong>il</strong> tasso di<br />

criminalità siano <strong>tra</strong> loro correlati nel Sud può essere ottenuta<br />

confrontando la significatività <strong>della</strong> variabi<strong>le</strong> crimd3dm nel<strong>le</strong> prime due<br />

regressioni <strong>della</strong> Tabella 10: se togliamo la spesa pubblica nella seconda<br />

regressione, la t statistica del coefficiente del tasso di criminalità<br />

aumenta da 5,4 a 8,6. Si osservi anche che se togliamo la spesa pubblica<br />

l'Adjusted R 2 si riduce solo di poco (cfr. regr. 1 e 2 di Tabella 10).<br />

Il tasso di criminalità nel Centro ha un effetto significativamente<br />

negativo nel primo periodo, non è significativo nel secondo mentre torna<br />

ad essere negativo nel terzo, anche se con una minore significatività. I<br />

consumi pubblici esercitano sempre un effetto negativo e molto<br />

significativo sull'occupazione; probab<strong>il</strong>mente essi creano forti<br />

distorsioni nel mercato del lavoro. In tutti i periodi la significatività del<br />

coefficiente dei consumi pubblici aumenta fortemente se togliamo la<br />

criminalità dalla regressione, segno che la correlazione <strong>tra</strong> esse è molto<br />

alta. Nel Centro-Nord i consumi pubblici non hanno un effetto ben<br />

delineato sull'occupazione. Gli investimenti pubblici sono positivamente<br />

e significativamente correlati con l'occupazione in tutti i tre periodi nel<br />

Centro-Nord, ed in particolare nel Centro, mentre <strong>il</strong> loro coefficiente è<br />

sempre significativamente negativo nel Sud.<br />

Nel loro insieme <strong>le</strong> regressioni che ut<strong>il</strong>izzano <strong>il</strong> tasso di<br />

occupazione come variabi<strong>le</strong> dipendente mos<strong>tra</strong>no gli effetti esercitati<br />

dalla criminalità e dalla spesa pubblica ancor più chiaramente di quel<strong>le</strong><br />

che considerano <strong>il</strong> tasso di crescita del PIL pro-capite. Esse tendono a<br />

confermare i risultati <strong>della</strong> Sezione 2 e forniscono un quadro ancora più<br />

chiaro del <strong>ruolo</strong> <strong>della</strong> spesa pubblica nei tre gruppi di <strong>regioni</strong> e nei tre<br />

28


periodi considerati, evidenziando <strong>le</strong> profonde differenze <strong>tra</strong> <strong>il</strong> Nord ed <strong>il</strong><br />

Sud.<br />

4-Conclusioni<br />

In linea con altri studi sul tema questo lavoro trova una una forte<br />

<strong>convergenza</strong> nel corso del periodo 1960-71 <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong>. La<br />

stima <strong>della</strong> β-<strong>convergenza</strong> assoluta indica un tasso di <strong>convergenza</strong><br />

medio annuo di circa <strong>il</strong> 3,2% per questo periodo. Dopo <strong>il</strong> 1971 <strong>il</strong> lavoro<br />

evidenzia periodi di divergenza seguiti da periodi di più <strong>le</strong>nta<br />

<strong>convergenza</strong> rispetto agli anni '60 (si veda la Tabella 1). Dopo <strong>il</strong> 1984 <strong>il</strong><br />

PIL rea<strong>le</strong> pro-capite medio del<strong>le</strong> 8 <strong>regioni</strong> meridionali diminuisce se<br />

confrontato con quello del Centro-Nord; ta<strong>le</strong> fenomeno si accentua a<br />

partire dal 1991. Il risultato fina<strong>le</strong> è una β-<strong>convergenza</strong> assoluta per<br />

l'intero periodo 1960-93 di un più modesto 1,4% annuo.<br />

La Sezione 1 presenta una breve analisi storica dei fattori che<br />

possono aver condizionato queste fasi di <strong>convergenza</strong> e di divergenza<br />

<strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> e in particolare <strong>tra</strong> <strong>il</strong> Sud e <strong>il</strong> Centro-Nord e<br />

fornisce due possib<strong>il</strong>i spiegazioni del perchè <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong><br />

abbia dapprima cominciato a ral<strong>le</strong>ntare considerevolmente nel corso<br />

degli anni '70 e si sia poi comp<strong>le</strong>tamente fermato a partire dai primi anni<br />

'80. Le politiche economiche "sbagliate" nel Sud portate avanti con<br />

ostinazione dai governi italiani ed <strong>il</strong> rafforzamento <strong>della</strong> criminalità<br />

organizzata e <strong>della</strong> corruzione hanno <strong>le</strong>ntamente imbrigliato e poi<br />

bloccato i fattori di sv<strong>il</strong>uppo naturalmente presenti nell'area anche se<br />

solo allo stato potenzia<strong>le</strong>. Con riferimento ai cambiamenti degli effetti<br />

<strong>della</strong> spesa pubblica nel corso del tempo la nos<strong>tra</strong> ipotesi inizia<strong>le</strong> è che<br />

l'intervento pubblico nel Sud sia stato largamente benefico nel decennio<br />

'60, neu<strong>tra</strong><strong>le</strong> negli anni '70 e negativo negli anni '80 e '90. Queta<br />

suddivisione tempora<strong>le</strong> è suggerita anche da Costabi<strong>le</strong> e Giannola<br />

(1996).<br />

All'inizio <strong>della</strong> Sezione 2 vengono fornite alcune spiegazioni<br />

teoriche del perchè ci dobbiamo attendere una crescita <strong>economica</strong> più<br />

<strong>le</strong>nta in quel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> o paesi in cui la criminalità e la corruzione sono<br />

più diffuse. Nel testo e in alcune note ricordiamo episodi personalmente<br />

sperimentati da uno di noi. Essi vogliono fornire al <strong>le</strong>ttore, e<br />

specialmente a quello del Nord Italia o s<strong>tra</strong>niero, un esempio <strong>della</strong><br />

mancanza di <strong>tra</strong>sparenza nell'amminis<strong>tra</strong>zione pubblica del Centro-Sud e<br />

dell'assenza di un sistema giudiziario efficiente (ci vogliono decenni<br />

affinchè un processo venga portato a conclusione), nonchè mos<strong>tra</strong>re<br />

29


quanto sia diffici<strong>le</strong> condurre un'attività produttiva o commercia<strong>le</strong> in<br />

molte zone del Sud. Questi episodi possono contribuire a spiegare la<br />

quasi tota<strong>le</strong> mancanza di investimenti diretti provenienti dall'estero che<br />

caratterizza quel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> in cui la criminalità organizzata è più forte e<br />

perchè <strong>il</strong> capita<strong>le</strong> privato del Nord Italia viene investito nel Sud solo<br />

quando i benefici fiscali e contributivi e gli incentivi pubblici sono<br />

altissimi 33 .<br />

Nella parte empirica di questo lavoro (Sezioni 2 e 3) dividiamo<br />

l'intero periodo considerato (1960-93) in 7 sottoperiodi di 5 anni<br />

ciascuno 34 e costruiamo medie quinquennali di dati annuali. Abbiamo<br />

quindi 7 osservazioni per 20 <strong>regioni</strong>, per un tota<strong>le</strong> di 140 osservazioni<br />

per ciascuna regressione. Le regressioni presentate in questo lavoro<br />

hanno perciò almeno 120 gradi di libertà; ciò rinforza l'attendib<strong>il</strong>ità dei<br />

risultati ottenuti. Rispetto a precedenti studi sulla <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>le</strong><br />

<strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong>, studi in cui la criminalità non sembra avere effetti<br />

significativi sul processo di <strong>convergenza</strong>, noi ut<strong>il</strong>izziamo un diverso<br />

indice di criminalità: <strong>il</strong> numero di omicidi volontari consumati. Questo<br />

indice è certamente meno soggetto a sottostimare <strong>il</strong> fenomeno <strong>della</strong><br />

criminalità, e in special modo quella organizzata, rispetto ad altri che<br />

considerano i delitti contro <strong>il</strong> patrimonio, l'economia e la fede pubblica o<br />

i delitti in genera<strong>le</strong> (due variab<strong>il</strong>i ut<strong>il</strong>izzate in studi precedenti) ed è<br />

scarsamente influenzata dagli omicidi commessi per rapina (come<br />

accade invece nel<strong>le</strong> città degli Usa) dato che questo tipo di omicidi non<br />

è molto comune in Italia.<br />

Le nostre ipotesi vengono pienamente confermate dall'analisi<br />

econometrica <strong>della</strong> Sezione 2, la qua<strong>le</strong> mos<strong>tra</strong> come la nos<strong>tra</strong> variabi<strong>le</strong><br />

per la criminalità organizzata risulti essere la più significativa nello<br />

spiegare la mancata <strong>convergenza</strong> del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Sud dal 1980 in poi,<br />

come i consumi pubblici tendano ad avere un effetto benefico nel<strong>le</strong> tre<br />

macro-<strong>regioni</strong> durante gli anni '60, mantengano un effetto debolmente<br />

positivo nel decennio '70 e perdano significatività dopo <strong>il</strong> 1980, mentre<br />

gli investimenti non esercitano effetti degni di nota nel Sud in tutti i<br />

periodi. Uno studio sulla <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> trova che la<br />

corruzione, misurata dai delitti contro la pubblica amminis<strong>tra</strong>zione,<br />

influenza negativamente la <strong>convergenza</strong> (Del Monte e Papagni, 1997) e<br />

ciò non con<strong>tra</strong>ddice certamente <strong>le</strong> principali conclusioni del nostro<br />

lavoro dato che la corruzione e la criminalità vanno di pari passo.<br />

33 E quando essi si spostano tendono a dirigersi verso quel<strong>le</strong> aree in cui la criminalità<br />

organizzata è assente o comunque non troppo forte.<br />

34 Fa eccezione l'ultimo sottoperiodo che è costituito da soli 4 anni.<br />

30


Nella Sezione 3 replichiamo i tests <strong>della</strong> Sezione 2 ut<strong>il</strong>izzando<br />

come variabi<strong>le</strong> dipendente <strong>il</strong> rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> numero di occupati e la<br />

popolazione di ciascuna regione e verifichiamo che già nel decennio '60<br />

<strong>il</strong> tasso di criminalità influenzava negativamente l'occupazione nel Sud,<br />

che <strong>il</strong> suo effetto negativo diventa sempre più significativo con <strong>il</strong><br />

<strong>tra</strong>scorrere del tempo, che i consumi pubblici nel Sud esercitano sempre<br />

un effetto negativo e molto significativo sull'occupazione e che gli<br />

investimenti pubblici tendono ad avere un effetto positivo e significativo<br />

sull'occupazione nei tre periodi nel Centro-Nord mentre nel Sud esso è<br />

significativamente negativo già nel corso degli anni '60. Nel comp<strong>le</strong>sso<br />

<strong>il</strong> potere esplicativo del<strong>le</strong> nostre variab<strong>il</strong>i esogene è più forte nel<strong>le</strong><br />

regressioni che ut<strong>il</strong>izzano come variabi<strong>le</strong> dipendente <strong>il</strong> tasso di<br />

occupazione. Aggiungendo la Sezione 3 allo studio analizziamo anche<br />

uno dei principali canali at<strong>tra</strong>verso cui <strong>il</strong> tasso di criminalità e la spesa<br />

pubblica influenzano la <strong>convergenza</strong>: <strong>il</strong> mercato del lavoro 35 .<br />

Alla fine <strong>della</strong> Sezione 2 presentiamo una stima approssimativa<br />

dell'effetto congiunto <strong>della</strong> criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica sulla<br />

<strong>convergenza</strong> del Sud confrontando la β-<strong>convergenza</strong> assoluta stimata in<br />

Tabella 1 con la β-<strong>convergenza</strong> condizionata stimata nel<strong>le</strong> Tabel<strong>le</strong> 3-6.<br />

Considerando una stima prudenzia<strong>le</strong> del 2,7%, <strong>le</strong> politiche economiche<br />

"sbagliate" attuate dai governi nel Sud e l'incapacità o, peggio, la<br />

mancanza di volontà di mantenere un clima di sufficiente <strong>le</strong>galità sono<br />

costate al Sud circa 2,2 punti percentuali all'anno in termini di minor<br />

crescita del PIL pro-capite durante i 23 anni che vanno dal 1971 al 1993.<br />

Le politiche economiche attuate dai governi nel periodo 1960-71 sono<br />

risultate invece "corrette" e hanno contribuito alla <strong>convergenza</strong> nella<br />

misura di 0,5 punti percentuali all'anno. Questa stima non considera <strong>il</strong><br />

fatto che la più e<strong>le</strong>vata imposizione fisca<strong>le</strong> necessaria per finanziare<br />

questa spesa pubblica "dannosa" ha ral<strong>le</strong>ntato la crescita <strong>economica</strong> di<br />

tutto <strong>il</strong> paese 36 .<br />

Un'ipotesi che avanziamo ma che non verifichiamo direttamente<br />

in questo lavoro è che la spesa pubblica, sia quella corrente che per gli<br />

investimenti, aumenti la forza <strong>economica</strong> <strong>della</strong> criminalità organizzata e<br />

<strong>il</strong> suo controllo sul territorio. Il giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla<br />

Mafia nel 1992, era ben consapevo<strong>le</strong> di questo <strong>le</strong>game. Sfortunatamente<br />

non possiamo verificare empiricamente la validità <strong>della</strong> nos<strong>tra</strong> ipotesi,<br />

35<br />

Per un modello di crescita <strong>economica</strong> che spieghi come l'aumento <strong>della</strong><br />

disoccupazione può ridurre la crescita <strong>economica</strong> nel lungo periodo si veda Daveri e<br />

Tabellini (1997).<br />

36 Si veda ancora Daveri e Tabellini (1997) per quanto riguarda l'evidenza empirica<br />

<strong>della</strong> forza di questo effetto.<br />

31


anche perchè la nos<strong>tra</strong> misura <strong>della</strong> forza <strong>della</strong> criminalità organizzata<br />

non è certamente la variabi<strong>le</strong> idea<strong>le</strong> per catturare i m<strong>il</strong>ioni di <strong>tra</strong>nsazioni<br />

"nascoste" o "sommerse" che interferiscono negativamente con<br />

l'allocazione efficiente del<strong>le</strong> risorse nel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Sud. Il fatto che<br />

durante l'ultimo periodo considerato (1984-93) nella prima regressione<br />

<strong>della</strong> Tabella 10 <strong>il</strong> tasso di criminalità nel Sud (crimd3dm) acquisti<br />

maggiore significatività togliendo la spesa pubblica può già essere un<br />

indizio che <strong>le</strong> due variab<strong>il</strong>i svolgono più o meno la stessa funzione nello<br />

spiegare l'andamento del tasso di occupazione regiona<strong>le</strong>.<br />

Un interessante studio sul<strong>le</strong> determinanti degli omicidi volontari<br />

nel<strong>le</strong> 20 <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> di Marselli e Vannini (1997) mos<strong>tra</strong> che gli<br />

omicidi sono significativamente e positivamente influenzati dalla spesa<br />

socia<strong>le</strong> e dalla percentua<strong>le</strong> di occupati nel settore dei servizi e nel settore<br />

pubblico; <strong>il</strong> numero di agenti di Polizia in rapporto alla popolazione<br />

residente di ciascuna regione esercita invece un effetto negativo sugli<br />

omicidi. Marselli e Vannini mos<strong>tra</strong>no anche che nel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> a più<br />

e<strong>le</strong>vata densità crimina<strong>le</strong> non c'è affatto una percentua<strong>le</strong> più e<strong>le</strong>vata<br />

(rispetto alla popolazione residente) di agenti di Polizia, Carabinieri e di<br />

magis<strong>tra</strong>ti, come invece sarebbe <strong>le</strong>cito attendersi. Del Monte (1996)<br />

trova invece che nel Sud la spesa pubblica genera corruzione. I risultati<br />

trovati da questi autori sono perfettamente in linea con i nostri.<br />

Per quanto riguarda <strong>le</strong> implicazioni di politica <strong>economica</strong> <strong>il</strong><br />

messaggio di questo lavoro dovrebbe risultare abbastanza chiaro.<br />

Innanzitutto <strong>il</strong> governo cen<strong>tra</strong><strong>le</strong> dovrebbe adoperarsi, soprattutto nel<br />

Sud, al fine di acce<strong>le</strong>rare i processi penali e civ<strong>il</strong>i, aumentare <strong>le</strong> risorse<br />

destinate al sistema giudiziario e al<strong>le</strong> forze di polizia, combattere con<br />

più convinzione la corruzione e la criminalità organizzata e introdurre<br />

<strong>le</strong>ggi speciali i cui effetti siano circoscritti al<strong>le</strong> aree più colpite dalla<br />

criminalità. Una <strong>le</strong>gislazione pena<strong>le</strong> predisposta per i delitti "ordinari"<br />

non è certamente sufficiente per combattere <strong>le</strong> organizzazioni criminali<br />

operanti nel Sud. Queste <strong>le</strong>ggi "speciali" potrebbero essere molto ut<strong>il</strong>i<br />

per ridurre e rendere più diffic<strong>il</strong>i i <strong>le</strong>gami <strong>tra</strong> criminalità, pubblica<br />

amminis<strong>tra</strong>zione e sistema politico.<br />

In secondo luogo, finchè questo lavoro di "pulizia" non sarà<br />

messo in opera <strong>il</strong> governo si dovrebbe astenere dall'aumentare gli<br />

investimenti nel Sud non essendo in grado (fino ad ora) di controllare la<br />

destinazione ultima di gran parte di essi. Viceversa, sarebbe molto<br />

meglio per l'intero paese ridurre drasticamente l'imposizione fisca<strong>le</strong>.<br />

In terzo luogo, dato che i consumi pubblici hanno dimos<strong>tra</strong>to di<br />

avere effetti fortemente negativi sull'occupazione del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong><br />

meridionali, <strong>il</strong> governo dovrebbe adoperarsi per ridurli nel più breve<br />

32


tempo possibi<strong>le</strong>. Anche la riduzione del numero di impiegati pubblici<br />

potrebbe migliorare la crescita di lungo periodo non solo del Sud<br />

(sappiamo bene quanto sia spropositato <strong>il</strong> numero di impiegati pubblici<br />

in quest'area) ma di tutta la nazione. Una politica di riduzione del peso<br />

del settore pubblico potrebbe anche permettere una riduzione<br />

dell'imposizione fisca<strong>le</strong> e del costo del lavoro in tutto <strong>il</strong> paese e<br />

contribuire quindi alla crescita <strong>economica</strong> per ta<strong>le</strong> via. Essa<br />

aumenterebbe anche lo spazio per <strong>il</strong> mercato nel Sud. Ma è anche ovvio<br />

che nessun mercato si può sv<strong>il</strong>uppare se la <strong>le</strong>gge e l'ordine non sono<br />

ristab<strong>il</strong>iti. Potrebbero essere ut<strong>il</strong>i anche misure finalizzate ad aumentare<br />

la f<strong>le</strong>ssib<strong>il</strong>ità del mercato del lavoro (come ad esempio deduzioni fiscali<br />

per gli emigranti). In aggiunta a tutto ciò si dovrebbero inviare chiari<br />

segnali per far capire che la musica è cambiata, mentre invece gli attuali<br />

governi stanno facendo tutto <strong>il</strong> con<strong>tra</strong>rio dando occupazione per uno o<br />

due anni a centinaia di migliaia di giovani sotto forma di "lavori<br />

socialmente ut<strong>il</strong>i" e creando così l'aspettativa di un lavoro sicuro e<br />

permanente. E poichè sono sempre <strong>le</strong> autorità locali a decidere a chi dare<br />

lavoro, ci troviamo nuovamente di fronte ad una situazione che può<br />

favorire la corruzione e <strong>il</strong> potere <strong>della</strong> criminalità organizzata. Possiamo<br />

immaginarci i rischi che corre un sindaco o un assessore che si rifiuta di<br />

assumere persone raccomandate dai delinquenti del posto!<br />

Esistono parecchi e recenti studi sul <strong>ruolo</strong> <strong>della</strong> criminalità<br />

organizzata, <strong>della</strong> corruzione, dell'imposizione fisca<strong>le</strong>, <strong>della</strong> dimensione<br />

del settore pubblico, del livello qualitativo del<strong>le</strong> istituzioni e <strong>della</strong><br />

mancanza di libertà <strong>economica</strong> in Italia che giungono a conclusioni<br />

molto sim<strong>il</strong>i al<strong>le</strong> nostre. Quintieri (1998) e Quintieri e Paganetto (1998)<br />

suggeriscono che la mancanza di libertà <strong>economica</strong> e l'eccessiva<br />

regolamentazione sono negativi per la crescita, Del Monte e Papagni<br />

(1997) mos<strong>tra</strong>no quanto la corruzione sia stata negativa per la crescita<br />

del paese, Costabi<strong>le</strong> e Giannola (1996) e Marselli e Vannini (1996)<br />

pongono l'accento sul <strong>ruolo</strong> giocato dalla probab<strong>il</strong>ità di essere puniti e<br />

sul rafforzamento dei diritti di proprietà. Daveri e Tabellini (1997)<br />

mos<strong>tra</strong>no che un'alto livello di imposizione fisca<strong>le</strong> aumenta la<br />

disoccupazione e abbassa la crescita <strong>economica</strong>.<br />

Ben sapendo che <strong>le</strong> probab<strong>il</strong>ità che gli attuali o i futuri governi<br />

italiani adottino i provvedimenti necessari sono molto scarse, noi<br />

auspichiamo che siano i governi dell'Unione Europea e la Commissione<br />

Europea ad assumere provvedimenti che costringano l'Italia a fare ciò<br />

che da sola non sa (o non vuo<strong>le</strong>) fare. Questi provvedimenti non sono<br />

solo nell'interesse dell'Italia e del Sud, ma anche nell'interesse<br />

dell'Europa intera. M<strong>il</strong>iardi di Euro sotto forma di sussidi all'agricoltura<br />

33


o di investimenti pubblici giungono a persone che dovrebbero essere in<br />

carcere. Inoltre, con l'Unione Monetaria, l'aumento dell'integrazione<br />

finanziaria e una maggiore mob<strong>il</strong>ità degli italiani all'interno dell'Europa,<br />

è nell'interesse dei governi membri dell'UE eliminare questo cancro,<br />

perchè sarà molto più faci<strong>le</strong> riciclare denaro sporco. Sarebbe anche<br />

auspicabi<strong>le</strong> che l'Unione Europea si facesse promotrice <strong>della</strong> produzione<br />

e <strong>della</strong> distribuzione pubblica di tutte <strong>le</strong> droghe, per ridurre <strong>il</strong> potere<br />

finanziario <strong>della</strong> criminalità organizzata.<br />

I governi italiani sono troppo deboli per prendere queste misure.<br />

Pur considerando i meriti del governo Prodi nel portare l'Italia<br />

nell'Unione Monetaria, è altrettanto vero che senza una forte pressione<br />

dell'Europa e senza <strong>le</strong>ggi o <strong>tra</strong>ttati vincolanti l'Italia non avrebbe mai<br />

abolito i controlli sui flussi internazionali di capita<strong>le</strong> nel 1990, non<br />

avrebbe reso indipendente la Banca d'Italia dai condizionamenti del<br />

governo nel 1994, introdotto misure per aumentare la concorrenza in<br />

certi settori industriali, ridotto l'inflazione al di sotto del 2% nel 1998 e<br />

<strong>il</strong> disavanzo del b<strong>il</strong>ancio pubblico al di sotto del 3% del PIL. Allo stesso<br />

modo non sarà capace, senza una forte spinta dall'esterno, di con<strong>tra</strong>stare<br />

in maniera efficace la criminalità organizzata, prob<strong>le</strong>ma a nostro<br />

modesto parere molto più importante di quello dell'inflazione o del<br />

disavanzo di b<strong>il</strong>ancio. Il nostro pessimismo è motivato dalla<br />

consapevo<strong>le</strong>zza che gli interessi esistenti per mantenere lo "status quo"<br />

sono fortissimi e che molti intel<strong>le</strong>ttuali si radunano sotto la bandiera<br />

<strong>della</strong> difesa ad ogni costo del<strong>le</strong> libertà personali e dell'esistente (e<br />

probab<strong>il</strong>mente eccessivo) "garantismo" del sistema giudiziario, forse<br />

anche a causa del ricordo dei tempi del fascismo e <strong>della</strong> mancanza di<br />

fiducia in Polizia e Magis<strong>tra</strong>tura (mancanza di fiducia in parte<br />

giustificata). Il fatto che esista un certo numero di giudici e di poliziotti<br />

corrotti rappresenta sicuramente un prob<strong>le</strong>ma. Per anni <strong>il</strong> dibattito<br />

politico sulla riforma del sistema giudiziario è stato strettamente <strong>le</strong>gato<br />

agli interessi personali dei politici.<br />

I governi europei hanno <strong>il</strong> dovere di affrontare con fermezza <strong>il</strong><br />

prob<strong>le</strong>ma e costringere <strong>il</strong> presente e i futuri governi italiani a fare<br />

altrettanto. In Italia i giudici onesti che possono dare <strong>il</strong> loro contributo<br />

redigendo una lista di misure ed interventi necessari per eliminare <strong>il</strong><br />

fenomeno <strong>della</strong> corruzione e <strong>della</strong> criminalità organizzata di certo non<br />

mancano 37 . Nel frattempo la sovranità dell'Italia nella lotta contro la<br />

Mafia e la corruzione dovrebbe essere ridotta con vincoli specifici<br />

(sim<strong>il</strong>i a quelli contenuti nel <strong>tra</strong>ttato di Maastricht per l’economia), con<br />

la creazione di commissioni miste composte da italiani e s<strong>tra</strong>nieri<br />

37 Uno di essi è <strong>il</strong> giudice Morv<strong>il</strong>lo di Pa<strong>le</strong>rmo, cognato di Giovanni Falcone.<br />

34


incaricate di individuare la s<strong>tra</strong>tegia ottima<strong>le</strong> e condurre e monitorare la<br />

lotta.<br />

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APPENDICE STATISTICA<br />

y = tasso di crescita del PIL pro-capite a prezzi 1980, ottenuto dividendo <strong>il</strong> PIL<br />

regiona<strong>le</strong> a prezzi correnti per l'indice dei prezzi al consumo di ciascuna regione e<br />

poi per la popolazione residente. La variabi<strong>le</strong> dipendente del<strong>le</strong> regressioni in Tabella<br />

1 è <strong>il</strong> tasso di crescita medio geometrico del PIL rea<strong>le</strong> pro-capite di ciascun periodo<br />

calcolato come indicato nell'equazione (1). Nel<strong>le</strong> regressioni del<strong>le</strong> Tabel<strong>le</strong> 3-6 esso è<br />

dato dal tasso di crescita medio geometrico del PIL rea<strong>le</strong> pro-capite di ciascun<br />

quinquennio. Fonti per <strong>il</strong> PIL regiona<strong>le</strong> a prezzi correnti: Istat (Noterapide, Dicembre<br />

1997), Istat (Conoscere l’Italia 1996), Istat (Conti Economici Regionali, 1995),<br />

Fondazione ENI Enrico Mattei (Banca dati regiona<strong>le</strong> ad opera di C.Tirloni-<br />

G.Veronese). Per la popolazione residente di ciascuna regione: Istat (Annuario<br />

Statistico Italiano, vari anni), Fondazione ENI Enrico Mattei (Banca dati regiona<strong>le</strong> ad<br />

opera di C.Tirloni-G.Veronese). Per l’indice dei prezzi al consumo di ciascuna<br />

regione: Istat (Annuario Statistico Italiano, vari anni), Fondazione ENI Enrico Mattei<br />

(Banca dati regiona<strong>le</strong> ad opera di C.Tirloni-G.Veronese).<br />

lnyin = logaritmo natura<strong>le</strong> del PIL pro-capite a prezzi 1980 dell’anno inizia<strong>le</strong> di<br />

ciascun sottoperiodo (Tabella 1) o di ciascun quinquennio (Tabel<strong>le</strong> 3-10). Fonti: si<br />

veda y.<br />

crim = tasso di criminalità, definito come numero di omicidi volontari consumati in<br />

ogni regione per ogni 100.000 abitanti; medie quinquennali di dati annuali. Fonte:<br />

Istat (Annuario del<strong>le</strong> Statistiche Giudiziarie, vari anni).<br />

ip = investimenti in costruzioni ed opere pubbliche a prezzi costanti 1980 diviso la<br />

popolazione residente; medie quinquennali di dati annuali. Fonti: Istat (I Conti<br />

Economici Regionali, 1995), Fondazione ENI Enrico Mattei (Banca dati regiona<strong>le</strong> ad<br />

opera di C.Tirloni-G.Veronese).<br />

40


cp = consumi col<strong>le</strong>ttivi <strong>della</strong> P.A. e del<strong>le</strong> istituzioni sociali col<strong>le</strong>ttive a prezzi costanti<br />

1980 diviso la popolazione residente; medie quinquennali di dati annuali. Fonti: si<br />

veda y.<br />

sp = spesa pubblica pro-capite a prezzi costanti 1980, intesa come somma di cp + ip.<br />

ot = tasso di occupazione, definito come numero tota<strong>le</strong> di occupati in ciascuna<br />

regione diviso la popolazione residente; medie quinquennali di dati annuali. Fonti:<br />

Istat (Annuario Statistico Italiano, vari anni).<br />

Variab<strong>il</strong>i di comodo ( variab<strong>il</strong>i "dummies"):<br />

D1 = 1 per i quinquenni 1960-64, 1965-69, 1970-74; D1 = 0 negli altri casi;<br />

D2 = 1 nel quinquennio 1975-79 e 0 negli altri casi;<br />

D3 = 1 per i quinquenni 1980-84; 1985-89; 1990-93 e 0 negli altri casi;<br />

DN = 1 per <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> settentrionali e 0 negli altri casi;<br />

DC = 1 per <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> cen<strong>tra</strong>li e 0 negli altri casi;<br />

DM = 1 per <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali e 0 negli altri casi;<br />

Quindi si ha che:<br />

crimd1= tasso di criminalità nel periodo 1960-74;<br />

crimd2=tasso di criminalità nel periodo 1975-79;<br />

crimd3= tasso di criminalità nel periodo 1980-93;<br />

crimdn= tasso di criminalità nel Nord;<br />

crimdc= tasso di criminalità nel Centro;<br />

crimdm= tasso di criminalità nel Mezzogiorno;<br />

crimd1dn= tasso di criminalità nel periodo 1960-74 nel Nord;<br />

crimd1dc= tasso di criminalità nel periodo 1960-74 nel Centro;<br />

crimd1dm= tasso di criminalità nel periodo 1960-74 nel Mezzogiorno;<br />

crimd2dn= tasso di criminalità nel periodo 1975-79 nel Nord;<br />

... ... ...<br />

Le stesse considerazioni valgono per <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i sp, cp, ip, ot.<br />

41


TABELLA 1β-<strong>convergenza</strong> assoluta,<br />

numero di osservazioni: 20<br />

Periodo Costante Lnyin Adj.R 2 β<br />

1960-93 0.049 -0.013 0.73 0.014<br />

(24.28) (-7.83)<br />

1960-94 0.048 -0.013 0.69 0.013<br />

(23.42) (-6.72)<br />

1960-71 0.084 -0.032 0.74 0.032<br />

(18.79) (-7.58)<br />

1971-78 0.041 -0.005 -0.04 0.005<br />

(2.49) (-0.49)<br />

1978-84 0.074 -0.0286 0.59 0.029<br />

(7.76) (-5.42)<br />

1984-93 0.016 0.004 0.01 -0.004<br />

(2.01) (1.10)<br />

1984-94 0.010<br />

(1.49)<br />

0.007<br />

(2.02)<br />

0.14 -0.007<br />

T di Student fra parentesi.<br />

TABELLA 2 - σ-<strong>convergenza</strong><br />

(Deviazione Standard del logaritmo natura<strong>le</strong> del PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del<strong>le</strong> 20<br />

<strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong>, numero di osservazioni: 20)<br />

Anno σ Anno σ Anno σ Anno σ Anno σ<br />

42


1960 0.406 1967 0.300 1974 0.299 1981 0.256 1988 0.251<br />

1961 0.355 1968 0.300 1975 0.276 1982 0.257 1989 0.250<br />

1962 0.358 1969 0.288 1976 0.294 1983 0.237 1990 0.247<br />

1963 0.343 1970 0.291 1977 0.279 1984 0.233 1991 0.238<br />

1964 0.355 1971 0.274 1978 0.277 1985 0.241 1992 0.243<br />

1965 0.329 1972 0.278 1979 0.269 1986 0.250 1993 0.245<br />

1966 0.320 1973 0.298 1980 0.258 1987 0.248 1994 0.252<br />

TABELLA 3 - β-<strong>convergenza</strong> condizionata;<br />

medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />

Costante 0.074<br />

(18.64)<br />

0.073<br />

(17.14)<br />

0.074<br />

(18.70)<br />

Lnyin -0.023<br />

(-6.40)<br />

-0.021<br />

(-5.26)<br />

-0.025<br />

(-9.16)<br />

Crim -0.003<br />

(-4.05)<br />

-0.002<br />

(-3.29)<br />

-0.003<br />

(-4.46)<br />

Sp -0.012<br />

(-0.40)<br />

Cp -0.005<br />

(-1.24)<br />

Ip 0.001<br />

(0.34)<br />

Adj. R 2 0.50 0.50 0.50<br />

T di Student fra parentesi.<br />

43


TABELLA 4 - β-<strong>convergenza</strong> condizionata;<br />

medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />

Costante 0.059<br />

(10.11)<br />

0.060<br />

(10.48)<br />

0.057<br />

(9.74)<br />

0.006<br />

(12.09)<br />

0.052<br />

(10.61)<br />

0.054<br />

(11.64)<br />

0.050<br />

(9.58)<br />

Lnyin -0.021<br />

(-5.42)<br />

-0.019<br />

(-5.70)<br />

-0.023<br />

(-5.63)<br />

-0.021<br />

(-7.42)<br />

-0.017<br />

(-5.12)<br />

-0.018<br />

(-5.90)<br />

-0.017<br />

(-4.95)<br />

Crimd1 -0.001<br />

(-0.78)<br />

-0.001<br />

(-0.53)<br />

-0.002<br />

(-1.16)<br />

0.0002<br />

(0.10)<br />

Crimd2 -0.003<br />

(-1.37)<br />

-0.002<br />

(-1.27)<br />

-0.003<br />

(-1.53)<br />

-0.001<br />

(-0.70)<br />

Crimd3 -0.002<br />

(-2.98)<br />

-0.002<br />

(-3.14)<br />

-0.002<br />

(-3.12)<br />

-0.003<br />

(-4.85)<br />

Spd1 0.009<br />

(2.34)<br />

0.009<br />

(2.53)<br />

Spd2 0.007<br />

(1.94)<br />

0.005<br />

(1.50)<br />

Spd3 0.001<br />

(0.54)<br />

-0.0004<br />

(-0.17)<br />

Ipd1 0.010<br />

(1.94)<br />

0.015<br />

(2.89)<br />

Ipd2 0.009<br />

(1.47)<br />

0.008<br />

(1.58)<br />

Ipd3 -0.001<br />

(-0.35)<br />

-0.002<br />

(-0.57)<br />

Cpd1 0.028<br />

(2.98)<br />

0.023<br />

(2.58)<br />

Cpd2 0.021<br />

(2.57)<br />

0.012<br />

(1.63)<br />

Cpd3 0.007<br />

(1.40)<br />

0.0005<br />

(0.11)<br />

Adj. R 2 0.55 0.54 0.56 0.51 0.52 0.51 0.53<br />

T di Student fra parentesi.<br />

44


TABELLA 5 - β-<strong>convergenza</strong> condizionata;<br />

medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />

Costante 0.078<br />

(18.14)<br />

0.078<br />

(18.50)<br />

0.076<br />

(16.20)<br />

Lnyin -0.028<br />

(-6.12)<br />

-0.029<br />

(-8.21)<br />

-0.026<br />

(-5.19)<br />

Crimdn -0.003<br />

(-0.77)<br />

-0.002<br />

(-0.62)<br />

-0.002<br />

(-0.70)<br />

Crimdc 0.004<br />

(0.62)<br />

0.004<br />

(0.58)<br />

0.004<br />

(0.55)<br />

Crimdm -0.002<br />

(-2.58)<br />

-0.002<br />

(-2.83)<br />

-0.002<br />

(-2.21)<br />

Spdn 0.002<br />

(0.80)<br />

Spdc -0.001<br />

(-0.25)<br />

Spdm -0.001<br />

(-0.55)<br />

Ipdn 0.006<br />

(1.26)<br />

Ipdc 0.0003<br />

(0.04)<br />

Ipdm -0.001<br />

(-0.32)<br />

Cpdn 0.001<br />

(0.22)<br />

Cpdc -0.004<br />

(-0.66)<br />

Cpdm -0.005<br />

(-1.01)<br />

Adj. R 2 0.51 0.51 0.51<br />

T di Student fra parentesi.<br />

45


TABELLA 6 - β-convergence condizionata;<br />

medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />

Costante 0.066<br />

(10.47)<br />

0.060<br />

(9.19)<br />

Lnyin -0.022 -0.025<br />

(-5.83) (-5.24)<br />

Crimd1dn 0.008<br />

(1.89)<br />

Crimd1dc 0.012<br />

(1.35)<br />

Crimd1dm 0.0006<br />

(0.029)<br />

Crimd2dn 0.0035<br />

(0.98)<br />

Crimd2dc 0.012<br />

(1.82)<br />

Crimd2dm -0.001<br />

(-1.01)<br />

Crimd3dn -0.003<br />

(-1.07)<br />

Crimd3dc -0.003<br />

(-0.66)<br />

Crimd3dm -0.002<br />

(-3.60)<br />

Spd1dn 0.011<br />

(2.90)<br />

Spd1dc 0.013<br />

(2.72)<br />

Spd1dm 0.008<br />

(1.78)<br />

Spd2dn 0.008<br />

(2.00)<br />

Spd2dc 0.012<br />

(2.60)<br />

Spd2dm 0.004<br />

(1.04)<br />

Spd3dn 0.003<br />

(1.26)<br />

Costante 0.062<br />

(8.90)<br />

Lnyin -0.03<br />

(-5.25)<br />

Crimd1dn -0.005<br />

(-0.53)<br />

Crimd1dc -0.006<br />

(-0.28)<br />

Crimd1dm -0.002<br />

(-0.70)<br />

Crimd2dn 0.120<br />

(1.16)<br />

Crimd2dc 0.020<br />

(0.89)<br />

Crimd2dm -0.003<br />

(-1.04)<br />

Crimd3dn -0.01<br />

(-2.05)<br />

Crimd3dc 0.003<br />

(0.38)<br />

Crimd3dm -0.002<br />

(-1.90)<br />

Cpd1dn 0.039<br />

(2.45)<br />

Cpd1dc 0.036<br />

(2.25)<br />

Cpd1dm 0.025<br />

(2.14)<br />

Cpd2dn 0.005<br />

(0.33)<br />

Cpd2dc 0.012<br />

(0.62)<br />

Cpd2dm 0.022<br />

(1.75)<br />

Cpd3dn 0.019<br />

(2.84)<br />

0.059<br />

(9.01)<br />

-0.03<br />

(-5.23)<br />

0.031<br />

(3.14)<br />

0.031<br />

(3.00)<br />

0.020<br />

(2.15)<br />

0.020<br />

(2.30)<br />

0.027<br />

(2.87)<br />

0.011<br />

(1.39)<br />

0.009<br />

(1.66)<br />

Costante 0.062<br />

(8.82)<br />

Lnyin -0.02<br />

(-4.29)<br />

Crimd1dn -0.002<br />

(-0.22)<br />

Crimd1dc -0.004<br />

(-0.22)<br />

Crimd1dm -0.0002<br />

(-0.09)<br />

Crimd2dn 0.048<br />

(0.54)<br />

Crimd2dc 0.010<br />

(0.70)<br />

Crimd2dm -0.002<br />

(-0.98)<br />

Crimd3dn -0.007<br />

(-1.60)<br />

Crimd3dc 0.005<br />

(0.62)<br />

Crimd3dm -0.002<br />

(-2.27)<br />

Ipd1dn 0.011<br />

(1.04)<br />

Ipd1dc 0.014<br />

(1.09)<br />

Ipd1dm 0.005<br />

(0.51)<br />

Ipd2dn -0.002<br />

(-0.14)<br />

Ipd2dc 0.001<br />

(0.09)<br />

Ipd2dm 0.005<br />

(0.55)<br />

Ipd3dn 0.004<br />

(0.86)<br />

0.061<br />

(9.63)<br />

-0.023<br />

(-5.57)<br />

0.015<br />

(2.75)<br />

0.020<br />

(2.44)<br />

0.01<br />

(1.30)<br />

0.011<br />

(1.65)<br />

0.021<br />

(2.32)<br />

0.003<br />

(0.54)<br />

0.003<br />

(0.66)<br />

46


Spd3dc 0.003<br />

(1.08)<br />

0.0001<br />

(0.06)<br />

Cpd3dc 0.009<br />

(1.28)<br />

Cpd3dm 0.008<br />

(1.40)<br />

0.009<br />

(1.53)<br />

0.002<br />

(0.55)<br />

Ipd3dc -0.009<br />

(-0.90)<br />

Ipd3dm -0.003<br />

(-0.59)<br />

0.002<br />

(0.36)<br />

-0.004<br />

(-0.80)<br />

Spd3dm<br />

Adj. R 2 0.53 0.53 Adj. R 2 0.55 0.54 Adj. R 2 0.52 0.52<br />

T di Student fra parentesi.<br />

TABELLA 7 - Var. dip.: Tasso di occupazione,<br />

medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />

Costante 0.35<br />

(33.2)<br />

0.34<br />

(30.79)<br />

0.35<br />

(33.13)<br />

Lnyin 0.036<br />

(3.64)<br />

0.048<br />

(4.56)<br />

0.024<br />

(3.15)<br />

Crim -0.020<br />

(-9.71)<br />

-0.018<br />

(-8.25)<br />

-0.021<br />

(-10.69)<br />

Sp -0.0098<br />

(-1.45)<br />

Cp -0.031<br />

(-2.68)<br />

Ip 0.001<br />

(0.12)<br />

Adj. R 2 0.50 0.52 0.49<br />

T di Student fra parentesi.<br />

47


TABELLA 8 - Var. dip.: Tasso di occupazione,<br />

medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />

Costante 0.365<br />

(22.42)<br />

0.036<br />

(22.71)<br />

0.371<br />

(23.02)<br />

0.373<br />

(25.03)<br />

0.294<br />

(16.83)<br />

0.028<br />

(16.91)<br />

0.314<br />

(18.45)<br />

Lnyin 0.028<br />

(2.61)<br />

0.018<br />

(1.96)<br />

0.046<br />

(4.03)<br />

0.015<br />

(2.01)<br />

0.070<br />

(5.79)<br />

0.048<br />

(4.43)<br />

0.095<br />

(8.13)<br />

Crimd1 -0.031<br />

(-5.41)<br />

-0.033<br />

(-5.78)<br />

-0.027<br />

(-4.65)<br />

-0.029<br />

(-5.42)<br />

Crimd2 -0.025<br />

(-4.01)<br />

-0.025<br />

(-4.13)<br />

-0.024<br />

(-3.84)<br />

-0.026<br />

(-6.25)<br />

Crimd3 -0.018<br />

(-7.86)<br />

-0.018<br />

(-8.38)<br />

-0.016<br />

(-6.90)<br />

-0.020<br />

(-10.09)<br />

Spd1 -0.0009<br />

(-0.084)<br />

-0.009<br />

(-0.66)<br />

Spd2 -0.007<br />

(-0.71)<br />

-0.027<br />

(-2.37)<br />

Spd3 -0.009<br />

(-1.33)<br />

-0.025<br />

(-2.93)<br />

Ipd1 0.023<br />

(1.57)<br />

0.038<br />

(2.09)<br />

Ipd2 0.005<br />

(0.32)<br />

-0.003<br />

(-0.21)<br />

Ipd3 0.0003<br />

(0.11)<br />

-0.008<br />

(-0.55)<br />

Cpd1 -0.058<br />

(-2.28)<br />

-0.101<br />

(-3.71)<br />

Cpd2 -0.057<br />

(-2.47)<br />

-0.125<br />

(-5.25)<br />

Cpd3 -0.047<br />

(-3.37)<br />

-0.091<br />

(-5.98)<br />

Adj. R 2 0.51 0.51 0.53 0.50 0.19 0.15 0.31<br />

T di Student fra parentesi.<br />

48


TABELLA 9 - Var. dip.: Tasso di occupazione,<br />

medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />

Costante 0.376<br />

(38.37)<br />

0.371<br />

(40.29)<br />

0.379<br />

(33.22)<br />

0.384<br />

(54.28)<br />

0.371<br />

(50.60)<br />

0.388<br />

(59.80)<br />

Lnyin 0.0046<br />

(0.42)<br />

0.006<br />

(-0.07)<br />

0.018<br />

(1.51)<br />

Crimdn -0.010<br />

(-1.19)<br />

-0.008<br />

(-0.96)<br />

-0.009<br />

(-1.03)<br />

-0.009<br />

(-1.11)<br />

-0.008<br />

(-1.10)<br />

-0.005<br />

(-0.63)<br />

Crimdc -0.053<br />

(-3.29)<br />

-0.055<br />

(-3.65)<br />

-0.048<br />

(-2.88)<br />

-0.052<br />

(-3.28)<br />

-0.055<br />

(-3.80)<br />

-0.04<br />

(-2.59)<br />

Crimdm -0.013<br />

(-6.37)<br />

-0.013<br />

(-7.25)<br />

-0.012<br />

(-5.47)<br />

-0.019<br />

(-6.44)<br />

-0.013<br />

(-7.34)<br />

-0.013<br />

(-5.97)<br />

Spdn 0.0087<br />

(1.27)<br />

0.010<br />

(2.24)<br />

Spdc 0.023<br />

(2.55)<br />

0.025<br />

(3.60)<br />

Spdm -0.016<br />

(-2.45)<br />

-0.014<br />

(-3.08)<br />

Ipdn 0.026<br />

(2.47)<br />

0.026<br />

(2.89)<br />

Ipdc 0.073<br />

(3.89)<br />

0.073<br />

(4.33)<br />

Ipdm -0.25<br />

(-2.22)<br />

-0.026<br />

(-2.67)<br />

Cpdn -0.0007<br />

(-0.54)<br />

0.013<br />

(1.52)<br />

Cpdc 0.019<br />

(1.32)<br />

0.033<br />

(2.87)<br />

Cpdm -0.038<br />

(-3.30)<br />

-0.025<br />

(-3.22)<br />

Adj. R 2 0.64 0.66 0.62 0.64 0.66 0.61<br />

T di Student fra parentesi.<br />

49


TABELLA 10 - Var. dip.: Tasso di occupazione,<br />

medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />

Costante 0.043<br />

(27.94)<br />

Lnyin -0.011<br />

(-1.62)<br />

Crimd1dn 0.018<br />

(0.78)<br />

Crimd1dc -0.15<br />

(-3.59)<br />

Crimd1dm -0.02<br />

(-4.64)<br />

Crimd2dn 0.001<br />

(0.83)<br />

Crimd2dc -0.063<br />

(-1.56)<br />

Crimd2dm -0.021<br />

(-3.41)<br />

Crimd3dn -0.014<br />

(-1.31)<br />

Crimd3dc -0.035<br />

(-1.95)<br />

Crimd3dm -0.011<br />

(-5.41)<br />

Spd1dn -0.013<br />

(-0.89)<br />

Spd1dc 0.046<br />

(2.82)<br />

Spd1dm -0.035<br />

(-2.83)<br />

Spd2dn -0.007<br />

(-0.45)<br />

Spd2dc 0.025<br />

(1.14)<br />

Spd2dm -0.02<br />

(-1.73)<br />

Spd3dn 0.010<br />

(1.49)<br />

Spd3dc 0.014<br />

(1.43)<br />

Spd3dm -0.019<br />

(-2.90)<br />

0.401<br />

(25.44)<br />

-0.012<br />

(-1.51)<br />

0.010<br />

(1.09)<br />

0.002<br />

(0.10)<br />

-0.030<br />

(-6.77)<br />

0.002<br />

(0.23)<br />

-0.001<br />

(-0.05)<br />

-0.023<br />

(-5.94)<br />

0.017<br />

(1.88)<br />

0.012<br />

(0.92)<br />

-0.015<br />

(-8.63)<br />

0.393<br />

(22.41)<br />

-0.010<br />

(-1.12)<br />

0.010<br />

(1.36)<br />

0.021<br />

(1.51)<br />

-0.043<br />

(-3.84)<br />

0.008<br />

(0.72)<br />

0.015<br />

(0.84)<br />

-0.034<br />

(-3.08)<br />

0.016<br />

(1.83)<br />

0.015<br />

(1.43)<br />

-0.021<br />

(-3.09)<br />

Costante 0.433<br />

(28.44)<br />

Lnyin -0.002<br />

(-0.15)<br />

Crimd1dn 0.034<br />

(1.52)<br />

Crimd1dc -0.18<br />

(-4.01)<br />

Crimd1dm -0.023<br />

(-3.99)<br />

Crimd2dn -0.003<br />

(-0.17)<br />

Crimd2dc -0.064<br />

(-1.42)<br />

Crimd2dm -0.017<br />

(-2.60)<br />

Crimd3dn -0.014<br />

(-1.34)<br />

Crimd3dc -0.036<br />

(-2.63)<br />

Crimd3dm -0.010<br />

(-4.62)<br />

Cpd1dn -0.090<br />

(-2.63)<br />

Cpd1dc 0.069<br />

(1.98)<br />

Cpd1dm -0.110<br />

(-4.33)<br />

Cpd2dn -0.040<br />

(-1.18)<br />

Cpd2dc 0.010<br />

(0.22)<br />

Cpd2dm -0.080<br />

(-2.90)<br />

Cpd3dn -0.006<br />

(-0.43)<br />

Cpd3dc -0.002<br />

(-0.18)<br />

Cpd3dm -0.056<br />

(-4.44)<br />

0.407<br />

(23.48)<br />

0.008<br />

(0.57)<br />

-0.030<br />

(-1.31)<br />

-0.274<br />

(-1.00)<br />

-0.146<br />

(-5.87)<br />

-0.036<br />

(-1.60)<br />

-0.031<br />

(-1.41)<br />

-0.114<br />

(-5.24)<br />

-0.015<br />

(-0.87)<br />

-0.018<br />

(-1.16)<br />

-0.074<br />

(-5.47)<br />

Costante 0.421<br />

(28.14)<br />

Lnyin -0.025<br />

(-2.51)<br />

Crimd1dn 0.006<br />

(0.29)<br />

Crimd1dc -0.012<br />

(-3.20)<br />

Crimd1dm -0.029<br />

(-5.25)<br />

Crimd2dn 0.004<br />

(0.25)<br />

Crimd2dc -0.057<br />

(-1.62)<br />

Crimd2dm -0.21<br />

(-3.95)<br />

Crimd3dn -0.006<br />

(-0.60)<br />

Crimd3dc -0.038<br />

(-2.14)<br />

Crimd3dm -0.012<br />

(-6.21)<br />

Ipd1dn 0.004<br />

(0.20)<br />

Ipd1dc 0.097<br />

(3.33)<br />

Ipd1dm -0.042<br />

(-1.95)<br />

Ipd2dn -0.001<br />

(-0.05)<br />

Ipd2dc 0.070<br />

(1.75)<br />

Ipd2dm -0.021<br />

(-1.12)<br />

Ipd3dn 0.031<br />

(2.85)<br />

Ipd3dc 0.063<br />

(2.70)<br />

Ipd3dm -0.029<br />

(-2.33)<br />

0.385<br />

(22.16)<br />

-0.024<br />

(-1.69)<br />

0.054<br />

(3.35)<br />

0.070<br />

(3.33)<br />

-0.063<br />

(-2.82)<br />

0.035<br />

(2.08)<br />

0.056<br />

(2.20)<br />

-0.047<br />

(-2.11)<br />

0.052<br />

(3.90)<br />

0.062<br />

(3.28)<br />

-0.035<br />

(-2.25)<br />

50


Adj.R 2 0.69 0.58 0.53 Adj.R 2 0.70 0.57 Adj.R 2 0.69 0.51<br />

T di Student fra parentesi.<br />

51

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