convergenza economica tra le regioni italiane: il ruolo della ...
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CONVERGENZA ECONOMICA TRA LE REGIONI<br />
ITALIANE: IL RUOLO DELLA CRIMINALITÀ E DELLA<br />
SPESA PUBBLICA, 1960-1993 1<br />
Giuseppe Tullio 2 - Stefano Quarella 3<br />
Introduzione<br />
Dal 1960, <strong>il</strong> primo anno per cui i dati sono disponib<strong>il</strong>i, al 1996 <strong>il</strong><br />
divario economico fra <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> del Mezzogiorno e quel<strong>le</strong> del<br />
Centro-Nord si è indubbiamente ridotto. Il rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> procapite<br />
del Sud e quello del Centro-Nord è infatti passato dal 47% del<br />
1960 al 58% del 1996. Tuttavia, nonostante i massicci <strong>tra</strong>sferimenti di<br />
risorse economiche dal Centro-Nord e l’adozione di politiche ed<br />
interventi appositamente predisposti dallo Stato per ridurre questo<br />
divario, <strong>le</strong> differenze ancora esistenti sono marcate. Inoltre, a partire dal<br />
1984 <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong> si è praticamente interrotto: <strong>il</strong> PIL procapite<br />
del Mezzogiorno, pari al 62% di quello centro-settentriona<strong>le</strong> nel<br />
1984, è diminuito fino ad arrivare al 58% nel 1996. La disoccupazione<br />
nel Sud rimane al di sopra del 20%, mentre nel Centro-Nord si è vicini<br />
ad una situazione di pieno impiego.<br />
Non deve pertanto sorprendere che <strong>il</strong> dibattito su quella che già<br />
nel secolo scorso veniva definita “la questione meridiona<strong>le</strong>” abbia negli<br />
ultimi tempi ripreso notevo<strong>le</strong> vigore, sia da un punto di vista politico sia<br />
da un punto di vista più squisitamente economico. Dopo l'ingresso<br />
dell'Italia nell'Unione Monetaria Europea deciso <strong>il</strong> 2 Maggio 1998,<br />
l'obiettivo del governo Prodi è passato da politiche finalizzate all'en<strong>tra</strong>ta<br />
nell'Unione Monetaria a politiche rivolte ad aumentare gli investimenti<br />
pubblici nel Sud per ridurre la disoccupazione.<br />
L'aumento degli investimenti pubblici al fine di combattere la<br />
disoccupazione può essere considerato uno strumento di politica<br />
1 Questo lavoro è <strong>tra</strong>tto da un capitolo <strong>della</strong> tesi di laurea di Stefano Quarella dal<br />
titolo “Disuguaglianze economiche fra Nord e Sud e sv<strong>il</strong>uppi del mercato del lavoro”<br />
presentata <strong>il</strong> 4 Febbraio 1997 presso l’Università degli Studi di Brescia, Facoltà di<br />
Economia. Si ringrazia <strong>il</strong> Prof. Francesco Daveri per gli ut<strong>il</strong>i suggerimenti.<br />
2 Università degli Studi di Brescia, Facoltà di Economia, Via S. Faustino, 74/B -<br />
25122 Brescia.<br />
3 Banca San Paolo di Brescia, Corso Martiri <strong>della</strong> Libertà, 13 - 25121 Brescia.<br />
1
<strong>economica</strong> più che ragionevo<strong>le</strong> in un contesto socio-economico<br />
"norma<strong>le</strong>". Può essere invece inuti<strong>le</strong> o addirittura controproducente in<br />
un contesto in cui gli investimenti pubblici siano decisi sulla base di<br />
motivazioni politico-e<strong>le</strong>ttorali piuttosto che sulla base di criteri<br />
economici razionali, in un contesto in cui <strong>le</strong> amminis<strong>tra</strong>zioni locali siano<br />
corrotte, nel qua<strong>le</strong> i <strong>le</strong>gami <strong>tra</strong> la criminalità organizzata e <strong>le</strong> autorità<br />
locali (e talvolta anche <strong>le</strong> autorità cen<strong>tra</strong>li) siano stretti, e nel qua<strong>le</strong> i<br />
diritti di proprietà non siano garantiti per la presenza <strong>della</strong> criminalità<br />
organizzata e di un sistema giudiziario estremamente <strong>le</strong>nto e spesso non<br />
sufficientemente "distante" dal<strong>le</strong> organizzazioni criminali e dai<br />
funzionari pubblici corrotti.<br />
Con ciò noi non vogliamo dire che tutto <strong>il</strong> Sud presenti queste<br />
caratteristiche, sebbene la r<strong>il</strong>uttanza mos<strong>tra</strong>ta dagli investitori centrosettentrionali<br />
ed esteri ad operare in quest'area nonostante <strong>le</strong> forti<br />
agevolazioni pubbliche, <strong>il</strong> minor costo del lavoro e gli incentivi fiscali<br />
sembri suggerire l'effettiva esistenza di prob<strong>le</strong>matiche come quel<strong>le</strong><br />
descritte sopra 4 . Giovanni Falcone afferma nel suo libro "Cose di Cosa<br />
Nos<strong>tra</strong>" che la Mafia ottiene circa <strong>il</strong> 20% dei suoi introiti dagli<br />
investimenti pubblici. Inoltre, potrebbe esistere un nesso (come molti<br />
quotidiani ipotizzano) <strong>tra</strong> l'e<strong>le</strong>vato numero di omicidi <strong>tra</strong> organizzazioni<br />
criminali rivali verificatosi a Napoli nella prima metà del 1998 ed <strong>il</strong> fatto<br />
che nella città stiano per arrivare ingenti risorse pubbliche.<br />
Se <strong>il</strong> Mezzogiorno è un contesto socio-politico "malato", cosa di<br />
cui siamo fermamente convinti 5 , <strong>le</strong> misure di politica <strong>economica</strong><br />
4 Per molte grandi imprese <strong>italiane</strong> come la Fiat questi prob<strong>le</strong>mi sono meno ri<strong>le</strong>vanti<br />
dato <strong>il</strong> loro fortissimo potere con<strong>tra</strong>ttua<strong>le</strong> con <strong>il</strong> governo cen<strong>tra</strong><strong>le</strong>, con <strong>le</strong><br />
amminis<strong>tra</strong>zioni pubbliche locali e con chiunque altro abbia a che fare con loro.<br />
5 Va<strong>le</strong> la pena ricordare che uno degli autori di questo studio ha ereditato alcune<br />
proprietà terriere nel Centro-Sud ed è incappato nel<strong>le</strong> seguenti tre vicende, esempi<br />
emb<strong>le</strong>matici del<strong>le</strong> debo<strong>le</strong>zze ed inefficienze dello stato nell'area. 1) Nel 1981 e nel<br />
1982 la sua azienda agricola vantava crediti con l'erario in relazione all'imposta sul<br />
valore aggiunto. Quando suo padre morì nel 1984 la tassa di successione fu<br />
prontamente pagata anche su tali crediti. Nel 1988 egli non ne aveva ancora ottenuto<br />
i rimborsi. Il Ministero del<strong>le</strong> Finanze disse che la questione del rimborso del 1981 era<br />
"chiusa" dato che "questa è la nos<strong>tra</strong> procedura standard per quanto riguarda i<br />
rimborsi inferiori al mezzo m<strong>il</strong>ione di lire". Per ta<strong>le</strong> motivo non sarebbero stati<br />
rimborsati nè <strong>il</strong> capita<strong>le</strong> nè gli interessi, benchè la tassa di successione fosse stata<br />
pagata sul credito IVA del 1981. Per quanto riguardava <strong>il</strong> rimborso relativo al 1982,<br />
<strong>il</strong> capita<strong>le</strong> sarebbe stato effettivamente restituito, ma per avere anche gli interessi<br />
avrebbe dovuto presentare ricorso in tribuna<strong>le</strong>. Egli presentò quindi ricorso per <strong>il</strong><br />
credito relativo al 1981 (capita<strong>le</strong> ed interessi) e per gli interessi relativi al credito del<br />
1982. Il caso fu chiuso con <strong>il</strong> rimborso comp<strong>le</strong>to di capita<strong>le</strong> ed interessi solo nel<br />
1998, cioè dopo ben 17 anni! Questa vicenda mos<strong>tra</strong> quanta fiducia possa avere <strong>il</strong><br />
2
necessarie per rimettere in moto <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong> del Sud<br />
cittadino nei confronti di una simi<strong>le</strong> amminis<strong>tra</strong>zione e potrebbe anche fornire una<br />
giustificazione mora<strong>le</strong> all'evasione fisca<strong>le</strong>. 2) Egli possedeva una striscia di terra<br />
vicino al mare presso una località turistica nel Centro-Sud. Sulla base dei regolamenti<br />
ed<strong>il</strong>izi del Comune in questione si poteva edificare su di essa ed era già stato<br />
edificato tutt'intorno. Egli chiese un permesso di costruzione per la prima volta nel<br />
1983. La richiesta fu respinta due volte nel corso degli anni successivi sulla base<br />
<strong>della</strong> motivazione che <strong>il</strong> Comune non aveva ancora costruito un sistema di fognature<br />
in ta<strong>le</strong> località, sebbene egli avesse proposto, nel progetto presentato, di costruire a<br />
proprie spese un col<strong>le</strong>gamento al punto più vicino dell'impianto fognario esistente.<br />
Nel corso del tempo gli fu ripetutamente detto, da parte degli amminis<strong>tra</strong>tori locali,<br />
che una raccomandazione da parte di notab<strong>il</strong>i nazionali <strong>della</strong> Democrazia Cristiana<br />
(in particolare gli fu fatto <strong>il</strong> nome di Giulio Andreotti) avrebbe fortemente agevolato<br />
la concessione ed<strong>il</strong>izia e che contributi "volontari" al sindaco per <strong>il</strong> finanziamento<br />
<strong>della</strong> prossima festa del paese sarebbero stati molto graditi. Nel Marzo del 1994,<br />
dopo che la seconda richiesta di licenza di costruzione presentata nel '92 era stata<br />
respinta, egli fece ricorso al TAR del Lazio contro la decisione del<strong>le</strong> autorità locali di<br />
respingere <strong>il</strong> progetto e a tutt'oggi egli sta ancora aspettando la prima udienza (dopo<br />
15 anni dalla prima richiesta al Comune e dopo quasi 5 anni dal ricorso al TAR!). 3)<br />
La terza vicenda è ancora più fastidiosa. Nel Marzo del 1994 egli mise in vendita<br />
l'azienda agricola che possedeva nel Sud (la stessa del punto 1) e si accordò con<br />
l'acquirente affinché i contributi dell'Unione Europea sul grano duro per la stagione<br />
1993/94 rimanessero al venditore; <strong>il</strong> ricavo derivante dalla vendita <strong>della</strong> produzione<br />
sarebbero invece andati all'acquirente. Non ci fu opposizione ed <strong>il</strong> passaggio di<br />
proprietà avvenne regolarmente <strong>il</strong> 30 Marzo 1994. Nel Luglio del 1994 fu accusato<br />
dall'acquirente di avergli estorto con minacce la clausola secondo la qua<strong>le</strong> i contributi<br />
UE sarebbero spettati al venditore. L'acquirente ha testimoni falsi, ai quali avrà<br />
probab<strong>il</strong>mente promesso una parte dei contributi nel caso in cui <strong>il</strong> tribuna<strong>le</strong><br />
giudicherà uno di noi colpevo<strong>le</strong> di estorsione. Egli non è ancora stato sentito dai<br />
giudici in quattro anni nè è stata fissata una udienza preliminare. Nel frattempo <strong>il</strong> suo<br />
nome è sui registri <strong>della</strong> Polizia come potenzia<strong>le</strong> crimina<strong>le</strong>.<br />
Potremmo raccontare un quarto episodio di ingiustizia causato dall'assenza di<br />
un sistema <strong>le</strong>gislativo efficiente, ma non vogliamo annoiare <strong>il</strong> <strong>le</strong>ttore ulteriormente. Il<br />
punto è che o uno di noi è stato estremamente sfortunato o nel Mezzogiorno c'è<br />
effettivamente qualcosa che non va. Dobbiamo aggiungere che la famiglia di colui<br />
che è incappato in queste tre vicende vive a Roma mentre <strong>le</strong> sue proprietà sono/erano<br />
disseminate in parecchie città o paesi del Centro-Sud; ciò indebolisce la posizione<br />
socia<strong>le</strong> <strong>della</strong> sua famiglia agli occhi <strong>della</strong> criminalità e del<strong>le</strong> varie amminis<strong>tra</strong>zioni<br />
locali. Inoltre, questa famiglia non ha col<strong>le</strong>gamenti con partiti politici, con i più alti<br />
gradi <strong>della</strong> Chiesa Cattolica e non appartiene ad associazioni massoniche; queste<br />
organizzazioni sono solitamente in grado di risolvere prob<strong>le</strong>mi sim<strong>il</strong>i a quelli<br />
descritti sopra at<strong>tra</strong>verso col<strong>le</strong>gamenti con l'amminis<strong>tra</strong>zione pubblica, velocizzando<br />
i processi e portandoli alla "giusta" conclusione. Egli ha vinto la battaglia relativa al<br />
rimborso sull'IVA ed è convinto di vincere anche <strong>le</strong> altre due. Il prob<strong>le</strong>ma è quando e<br />
a qua<strong>le</strong> costo. Noi abbiamo perso la fiducia nel governo italiano e nel sistema<br />
giuridico-<strong>le</strong>ga<strong>le</strong> italiano e chi di noi due è incappato in queste vicende, disgustato da<br />
tutto ciò, ha già preso la decisione di lasciare definitivamente l'Italia.<br />
3
consistono principalmente nel combattere la corruzione molto più<br />
seriamente di quanto non si sia fatto fino ad oggi, incrementare<br />
enormemente <strong>le</strong> risorse destinate alla Magis<strong>tra</strong>tura e al<strong>le</strong> Forze di<br />
Polizia, dare maggior potere ai giudici e agli ufficiali di polizia di<br />
comprovata moralità ed onestà e rimuovere gli altri, portare a<br />
conclusione con molta più ce<strong>le</strong>rità i processi civ<strong>il</strong>i e penali, se<strong>le</strong>zionare<br />
con cura i vertici del<strong>le</strong> forze dell'ordine e <strong>della</strong> Magis<strong>tra</strong>tura che devono<br />
operare al Sud sulla base di principi di professionalità e onestà piuttosto<br />
che sulla base di criteri di aff<strong>il</strong>iazione politica e di inclinazione<br />
all'affarismo, approvare <strong>le</strong>ggi speciali come richiesto da molti magis<strong>tra</strong>ti<br />
che operano nel Mezzogiorno 6 , adottare provvedimenti finalizzati ad<br />
aumentare la fiducia dei cittadini nei confronti di Polizia, Carabinieri e<br />
Magis<strong>tra</strong>tura così che essi possano denunciare i crimini subiti senza<br />
paura di ritorsioni o vendette da parte <strong>della</strong> criminalità organizzata. Gli<br />
investimenti pubblici dovrebbero essere "congelati" fino a quando <strong>il</strong><br />
contesto socio-economico non sia sufficientemente "pulito". Se <strong>il</strong> nostro<br />
giudizio fosse sbagliato, allora l'incremento degli investimenti pubblici è<br />
la misura di politica <strong>economica</strong> senz'altro più efficace per rimettere in<br />
moto l'economia del Sud.<br />
La risposta al quesito relativo alla politica "corretta" per<br />
combattere la disoccupazione nel Sud e per con<strong>tra</strong>stare <strong>il</strong> processo di<br />
divergenza <strong>economica</strong> che abbiamo detto iniziare nuovamente a partire<br />
dal 1984 dipende dal peso e dal <strong>ruolo</strong> che la criminalità organizzata e la<br />
corruzione hanno giocato nel fermare <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong> del<br />
Sud. Questo lavoro si propone di studiare, at<strong>tra</strong>verso l'impiego<br />
dell'analisi statistica, i fattori che hanno influenzato <strong>il</strong> processo di<br />
<strong>convergenza</strong>/divergenza <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> a partire dal 1960<br />
ponendo una particolare enfasi sul <strong>ruolo</strong> svolto dalla criminalità<br />
regiona<strong>le</strong> e dalla spesa pubblica regiona<strong>le</strong>. Su quest'ultimo fronte<br />
considereremo sia la spesa pubblica nel suo comp<strong>le</strong>sso sia la sua<br />
scomposizione in consumi ed investimenti pubblici.<br />
Le variab<strong>il</strong>i sopra menzionate presentano differenze significative<br />
sia a livello territoria<strong>le</strong> (in particolare <strong>tra</strong> <strong>il</strong> Sud e <strong>il</strong> Centro-Nord) sia a<br />
livello tempora<strong>le</strong> (<strong>il</strong> loro comportamento cambia nel corso del tempo).<br />
La Figura 1 mos<strong>tra</strong> per esempio <strong>il</strong> numero di omicidi volontari per ogni<br />
6 Ci riferiamo, <strong>tra</strong> gli altri, al forte appello lanciato dal giudice Morv<strong>il</strong>lo di Pa<strong>le</strong>rmo,<br />
cognato di Giovanni Falcone, al Maurizio Costanzo Show (Cana<strong>le</strong> 5) nel Maggio del<br />
1998. Egli auspicava <strong>le</strong>ggi speciali sulla base <strong>della</strong> motivazione che nel Sud esiste<br />
una vera e propria "guerra" <strong>della</strong> criminalità organizzata contro lo stato, e che <strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi<br />
predisposte contro la criminalità "ordinaria" non possono essere sufficienti a<br />
con<strong>tra</strong>stare la tipologia di reati commessi dalla criminalità organizzata.<br />
4
100.000 abitanti nel Sud e nel Centro-Nord. La differenza sistematica<br />
nel tasso di criminalità <strong>tra</strong> <strong>le</strong> due aree è impressionante (nel Sud è da 2 a<br />
6 volte superiore a seconda dei periodi). Ancora più impressionante è<br />
però l'aumento del tasso di criminalità verificatosi nel Sud a partire dalla<br />
metà degli anni '70 e ancor di più nella seconda metà del decennio '80 e<br />
nei primi anni '90. Un certo aumento si riscon<strong>tra</strong> anche nel Centro-Nord<br />
ma, terminato <strong>il</strong> fenomeno del<strong>le</strong> Brigate Rosse, dalla seconda metà degli<br />
anni '80 questo aumento è certamente in parte anche dovuto alla<br />
criminalità organizzata meridiona<strong>le</strong>.<br />
Esistono già molti studi che analizzano la <strong>convergenza</strong> <strong>economica</strong><br />
<strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> 7 . Parecchi di essi non considerano la variabi<strong>le</strong><br />
"criminalità'" e <strong>tra</strong> quelli che lo fanno pochi la trovano significativa. Va<br />
detto che questi ultimi ut<strong>il</strong>izzano come indice di criminalità <strong>il</strong> comp<strong>le</strong>sso<br />
di reati contro <strong>il</strong> patrimonio, l'economia e la fede pubblica o <strong>il</strong> numero di<br />
reati in genera<strong>le</strong> invece degli omicidi volontari. Noi pensiamo che nel<br />
Sud ci sia una forte sottostima dei reati effettivamente commessi a causa<br />
dell'ovvio timore di molte persone nel denunciare gli stessi al<strong>le</strong> autorità<br />
competenti. Gli omicidi volontari, sebbene non siano la misura migliore<br />
<strong>della</strong> forza <strong>della</strong> criminalità organizzata, sono comunque una misura che<br />
non corre <strong>il</strong> rischio di sottostimare <strong>il</strong> fenomeno, eccetto nei casi in cui i<br />
corpi siano sciolti nell'acido o murati (vivi o morti). Ambedue i casi si<br />
sono verificati.<br />
FIGURA 1: Omicidi volontari consumati nel Centro-Nord e nel Sud per<br />
ogni 100.000 abitanti<br />
7 Solo per citarne alcuni si ricordano Piras M.G. (1992), Di Liberto A. (1994), Paci<br />
R.-Pigliaru F. (1995), Cosci S.-Mattesini F. (1995), Fabiani S.-Pel<strong>le</strong>grini G. (1997),<br />
Bianchi C.-Menegatti M. (1997), Ferri G.-Mattesini F. (1997), Del Monte A.-<br />
Papagni E. (1997).<br />
5
0,7<br />
0,6<br />
0,5<br />
0,4<br />
Sud<br />
0,3<br />
0,2<br />
0,1<br />
Centro-Nord<br />
0<br />
1960<br />
1962<br />
1964<br />
1966<br />
1968<br />
1970<br />
1972<br />
1974<br />
1976<br />
1978<br />
1980<br />
1982<br />
1984<br />
1986<br />
1988<br />
1990<br />
1992<br />
1994<br />
E' importante sottolineare che gli omicidi che vengono<br />
solitamente ri<strong>le</strong>vati in Italia sono di una tipologia diversa rispetto a<br />
quelli che vengono regis<strong>tra</strong>ti nel<strong>le</strong> grandi città degli Stati Uniti o a Rio<br />
de Janeiro, città nel<strong>le</strong> quali si giunge ad ammazzare anche nel caso di<br />
picco<strong>le</strong> rapine o di piccoli furti. Ciò ci permette di considerare gli<br />
omicidi volontari, nel caso del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong>, come un fenomeno<br />
esogeno rispetto alla crescita del PIL regiona<strong>le</strong>. Essi sono invece<br />
probab<strong>il</strong>mente molto meno esogeni rispetto agli investimenti pubblici ed<br />
alla spesa pubblica per <strong>le</strong> ragioni che abbiamo ricordato in precedenza.<br />
Per quanto riguarda la spesa pubblica <strong>le</strong> ipotesi avanzate sono che<br />
essa abbia esercitato un effetto benefico sulla crescita del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong><br />
meridionali nel corso del decennio '60, cioè quando la produttività<br />
margina<strong>le</strong> degli investimenti pubblici era molto alta, i <strong>tra</strong>sferimenti<br />
correnti non ancora eccessivi e la corruzione molto meno e<strong>le</strong>vata,<br />
mentre nel corso degli anni '80 <strong>il</strong> suo effetto sia diventato negativo a<br />
causa di una produttività degli investimenti pubblici molto più bassa, di<br />
una corruzione più radicata, di intrecci più intensi <strong>tra</strong> politica, affari e<br />
criminalità, dell'uso sistematico del denaro pubblico per interessi<br />
personali o per finanziare <strong>le</strong> ingenti spese dei partiti politici al potere, di<br />
crescenti distorsioni nel mercato del lavoro provocate dai <strong>tra</strong>sferimenti<br />
correnti (Micossi e Tullio, 1992a, 1992b). Negli anni '80 un generoso<br />
sistema pensionistico (non <strong>le</strong>gato ai contributi effettivamente versati) e<br />
l'assegnazione di un esorbitante numero di false pensioni di invalidità,<br />
abbinato con un fortissimo principio di solidarietà intergeneraziona<strong>le</strong><br />
insito nel<strong>le</strong> famiglie <strong>italiane</strong>, ha bloccato l'emigrazione dal Sud<br />
nonostante la crescente disoccupazione, in particolare <strong>tra</strong> i giovani.<br />
Non si può nemmeno escludere che negli ultimi vent'anni molti<br />
investimenti pubblici sia stati decisi, soprattutto al Sud, con lo scopo<br />
principa<strong>le</strong> di massimizzare tangenti e voti per politici corrotti e profitti<br />
6
per imprese ben inserite nel sistema degli appalti pubblici piuttosto che<br />
sulla base <strong>della</strong> razionalità <strong>economica</strong> 8 e che quindi una quota sempre<br />
maggiore <strong>della</strong> voce “investimenti” nel b<strong>il</strong>ancio dello Stato e del<strong>le</strong><br />
aziende pubbliche sia costituita da “tangenti” 9 e non da spesa per<br />
investimenti veri e propri.<br />
In questo studio intendiamo verificare empiricamente queste<br />
ipotesi di effetto “asimmetrico” <strong>della</strong> spesa pubblica nel tempo (prima<br />
positivo e poi negativo) sulla <strong>convergenza</strong>. Solo uno degli studi empirici<br />
esistenti sulla <strong>convergenza</strong> fa la stessa cosa. Piras (1992) trova per <strong>il</strong><br />
periodo 1963-75 una relazione positiva e significativa <strong>tra</strong> la crescita del<br />
PIL e la variabi<strong>le</strong> "opere pubbliche". La variabi<strong>le</strong> diviene non<br />
significativa per <strong>il</strong> periodo 1963-84. Rispetto agli studi precedenti sulla<br />
<strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> noi estendiamo <strong>il</strong> periodo in esame<br />
all'ultimo anno per <strong>il</strong> qua<strong>le</strong> tutti i dati erano disponib<strong>il</strong>i al momento in<br />
cui questo lavoro è iniziato.<br />
La nos<strong>tra</strong> variabi<strong>le</strong> che misura la criminalità organizzata risulta<br />
estremamente significativa e fornisce una spiegazione molto<br />
convincente del perché <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong> si sia interrotto a<br />
partire dal 1984. Più avanti vedremo che gran parte <strong>della</strong> significatività<br />
mos<strong>tra</strong>ta dalla nos<strong>tra</strong> variabi<strong>le</strong> "criminalità organizzata" sull'intero<br />
periodo considerato è spiegata principalmente dall'effetto che essa<br />
8 Pochi ricorderanno la vicenda del "Nuc<strong>le</strong>o di Valutazione degli Investimenti<br />
Pubblici" creato presso <strong>il</strong> Ministero del B<strong>il</strong>ancio agli inizi degli anni '80 per<br />
introdurre in Italia <strong>le</strong> tecniche rigorose di valutazione degli investimenti adottate e<br />
sperimentate per anni dalla Banca Mondia<strong>le</strong>. Inizialmente tutto f<strong>il</strong>ò liscio, ma non<br />
appena la classe politica si accorse che con l'introduzione di queste tecniche avrebbe<br />
perso discrezionalità (e quindi potere) <strong>il</strong> Nuc<strong>le</strong>o fu reso "innocuo" anche con mezzi<br />
poco ortodossi come infondate denunce penali a funzionari onesti.<br />
9 Sul finire degli anni '80 in una regione del Sud in cui <strong>il</strong> terremoto del 1980 aveva<br />
causato oltre 1000 morti un piccolo appezzamento di terreno venne espropriato ad<br />
uno di noi al fine di col<strong>le</strong>gare un paese di 3000 abitanti con una frazione di so<strong>le</strong> 300<br />
anime. La s<strong>tra</strong>da fu costruita con ponti e gal<strong>le</strong>rie ad una altezza intermedia <strong>tra</strong> <strong>il</strong><br />
fondo val<strong>le</strong> e <strong>le</strong> cime del<strong>le</strong> montagne. Costo preventivato: 32 m<strong>il</strong>iardi di lire. Pur non<br />
essendo ingegneri civ<strong>il</strong>i notammo che la s<strong>tra</strong>da avrebbe potuto benissimo essere<br />
costruita verso <strong>il</strong> fondo val<strong>le</strong> senza tanti ponti e gal<strong>le</strong>rie (e senza espropriare nostri<br />
terreni). Scoprimmo, a tal proposito, che esisteva un progetto alternativo. Costo<br />
preventivato: 4 m<strong>il</strong>iardi. Le autorità locali devono aver fatto in modo che <strong>il</strong> progetto<br />
alternativo scomparisse in modo da non potesse essere preso in considerazione.<br />
Viene spontaneo pensare che <strong>il</strong> margine per tangenti e ingiusti profitti sia in valore<br />
assoluto molto più alto su una spesa di 32 m<strong>il</strong>iardi piuttosto che su una di 4. Da<br />
episodi di questo tipo deriva spesso <strong>il</strong> malcontento dei contribuenti di molte parti del<br />
paese. Se i tribunali avessero funzionato meglio e più velocemente avremmo forse<br />
potuto evitare l’esproprio dei nostri terreni e soprattutto la inuti<strong>le</strong> spesa di 28 m<strong>il</strong>iardi<br />
per <strong>il</strong> povero contribuente chiedendo alla magis<strong>tra</strong>tura di aprire un’inchiesta sul caso.<br />
7
esercita nel Sud dopo <strong>il</strong> 1980. Il cambiamento nel segno <strong>della</strong> variabi<strong>le</strong><br />
"spesa pubblica" nel corso del tempo è a sua volta confermato dai dati,<br />
visto che la mancata significatività sull'intero periodo nasconde un<br />
effetto decisamente positivo e significativo fino alla prima metà degli<br />
anni '70, un effetto positivo ma molto più debo<strong>le</strong> nella seconda metà<br />
dello stesso decennio, fino ad arrivare ad un effetto neu<strong>tra</strong><strong>le</strong> o addirittura<br />
negativo nel corso degli anni '80 e '90 con differenze notevoli <strong>tra</strong> <strong>le</strong><br />
principali aree economiche del Paese (Nord, Centro e Sud).<br />
Concludiamo quindi che la fortissima significatività statistica <strong>della</strong><br />
criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica nello spiegare l’arresto del processo di<br />
<strong>convergenza</strong> del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali attesta in modo chiarissimo come<br />
i fenomeni criminali e di spreco di risorse pubbliche nel Mezzogiorno<br />
abbiano assunto a partire dagli anni '80 proporzioni macroscopiche, tali<br />
appunto da rendere significativo <strong>il</strong> loro effetto sulla crescita <strong>economica</strong><br />
comp<strong>le</strong>ssiva del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> medesime.<br />
Il lavoro che viene presentato è strutturato come segue. Nella<br />
sezione 1 si affronta un breve esame storico a partire dal 1960 del<strong>le</strong><br />
varie fasi del processo di <strong>convergenza</strong> del PIL meridiona<strong>le</strong> rispetto a<br />
quello del Centro-Nord. Distingueremo <strong>tra</strong> fasi di rapida <strong>convergenza</strong><br />
(1960-71 e 1978-84) e fasi di divergenza (1971-78 e 1984-96). Se <strong>le</strong><br />
stime preliminari sono esatte, la fase di divergenza è continuata nel<br />
1997. La sezione 2 mos<strong>tra</strong> i risultati dell'analisi statistica. Abbiamo<br />
diviso <strong>il</strong> periodo 1960-93 in 7 sottoperiodi di cinque anni ciascuno, ad<br />
eccezione dell'ultimo che si compone di soli 4 anni, e abbiamo ut<strong>il</strong>izzato<br />
medie quinquennali di dati annuali. Essendo l'Italia costituita da 20<br />
<strong>regioni</strong> si hanno 140 osservazioni per ciascuna regressione (7 x 20) e<br />
solitamente oltre 120 gradi di libertà. L'uso di medie quinquennali ci<br />
permette di esaminare meglio l'impatto del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative (in<br />
particolare <strong>della</strong> criminalità organizzata e <strong>della</strong> spesa pubblica) sul<br />
processo di <strong>convergenza</strong> che non si è dimos<strong>tra</strong>to uniforme nel tempo e<br />
<strong>tra</strong> <strong>le</strong> tre principali aree economiche (Sud, Centro e Nord). Nella sezione<br />
3 verificheremo l'effetto <strong>della</strong> criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica<br />
sull'occupazione. La sezione 4 riassume i risultati principali e <strong>tra</strong>e<br />
conclusioni di politica <strong>economica</strong>.<br />
1. Cenni storici sulla <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> Centro-Nord e Sud dal 1960<br />
in poi<br />
La Figura 2 mos<strong>tra</strong> l'andamento del rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> procapite<br />
del Mezzogiorno ed <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> centro-<br />
8
settentrionali nel periodo compreso <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1960 ed <strong>il</strong> 1996. Esso passa<br />
dal 47,3% del 1960 al 58,2% del 1996. In altri termini, <strong>il</strong> gap esistente<br />
<strong>tra</strong> l’economia del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali e quel<strong>le</strong> del resto del Paese<br />
diminuisce di ben 10,9 punti percentuali.<br />
FIGURA 2: Rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del Sud ed <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong><br />
pro-capite del Centro-Nord ( prezzi 1980)<br />
0,64<br />
0,62<br />
0,6<br />
0,58<br />
0,56<br />
0,54<br />
0,52<br />
0,5<br />
0,48<br />
0,46<br />
1960<br />
1962<br />
1964<br />
1966<br />
1968<br />
1970<br />
1972<br />
1974<br />
1976<br />
1978<br />
1980<br />
1982<br />
1984<br />
1986<br />
1988<br />
1990<br />
1992<br />
1994<br />
1996<br />
Tuttavia, questo processo di “avvicinamento” non procede ad un<br />
ritmo costante. Ad una fase di forte <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1960 ed <strong>il</strong> 1971<br />
segue un periodo di divergenza (1971-78). Il periodo 1978-84 è<br />
caratterizzato da una fase di moderata <strong>convergenza</strong>, mentre <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1984<br />
ed <strong>il</strong> 1996 <strong>il</strong> PIL del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali passa dal 62% al 58,2% di<br />
quello del Centro-Nord.<br />
Il periodo 1960-71: una fase di rapida <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> Centro-Nord e<br />
Sud<br />
Gran parte del recupero mos<strong>tra</strong>to dell’economia del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong><br />
meridionali su quel<strong>le</strong> del Centro-Nord si manifesta nel corso del periodo<br />
1960-1971. In questa fase <strong>il</strong> rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL pro-capite del Sud e<br />
quello del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> centro-settentrionali aumenta dal 47,3% al 61,1% (<strong>il</strong><br />
gap si riduce di 13,8 punti percentuali, cioè di più dell'1% all'anno).<br />
Le ragioni che portano a questo avvicinamento sono innanzitutto<br />
<strong>il</strong> positivo andamento dell’intera economia italiana che cresce ad un<br />
tasso medio annuo vicino al 5% 10 , andamento favorito dalla crescente<br />
integrazione con l'economia europea, da un contesto economico-<br />
10 4,6% per essere precisi.<br />
9
finanziario stabi<strong>le</strong> e da prezzi del<strong>le</strong> materie prime decrescenti. In<br />
secondo luogo la grande emigrazione di manodopera dal Sud permette<br />
di aumentare la produttività e <strong>il</strong> PIL pro-capite dell'area. Infine,<br />
l’intervento pubblico si mantiene, almeno fino alla metà del decennio<br />
'60, nei limiti di un intervento di tipo preva<strong>le</strong>ntemente infrastruttura<strong>le</strong>,<br />
diretto principalmente alla creazione di quel<strong>le</strong> che possono essere<br />
definite <strong>le</strong> “pre-condizioni” allo sv<strong>il</strong>uppo piuttosto che ad intervenire<br />
direttamente nell’economia garantendo, per esempio, la nascita<br />
“pianificata” di insediamenti industriali. D'al<strong>tra</strong> parte, gli investimenti<br />
pubblici sono ancora largamente basati sul principio <strong>della</strong> razionalità<br />
<strong>economica</strong> piuttosto che su altri obiettivi e ciò non può che avere,<br />
almeno per quanto riguarda <strong>il</strong> periodo in esame, un effetto positivo sul<br />
PIL pro-capite del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali.<br />
Il periodo 1971-78: una fase di brusca interruzione <strong>della</strong> <strong>convergenza</strong><br />
Tra <strong>il</strong> 1971 ed <strong>il</strong> 1978 <strong>il</strong> rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite<br />
meridiona<strong>le</strong> e <strong>il</strong> corrispondente dato centro-settentriona<strong>le</strong> diminuisce<br />
dal 61,1% al 57,4%, ossia di 3,69 punti percentuali. L'economia italiana<br />
viene indebolita in questo periodo dalla recessione mondia<strong>le</strong>, dalla crisi<br />
del sistema monetario di Bretton Woods nel 1971, dalla conseguente<br />
svalutazione del dollaro USA, dalla crescente protesta sindaca<strong>le</strong>, dalla<br />
<strong>convergenza</strong> salaria<strong>le</strong> che caratterizza tutto <strong>il</strong> paese, dalla crisi<br />
petrolifera del 1973-74 e dall'incertezza crescente. La lira viene<br />
svalutata ripetutamente nel 1973 e nel 1976. L'inflazione aumenta e<br />
diventa molto più variabi<strong>le</strong>. La spesa pubblica viene incrementata in<br />
modo disordinato nel tentativo di con<strong>tra</strong>stare la disoccupazione<br />
derivante dall'eccessivo aumento dei salari reali e dall'aumento del<br />
prezzo del petrolio. Le rimesse dei lavoratori meridionali all'estero<br />
vengono frenate dall'aspettativa di svalutazione <strong>della</strong> lira e dal tasso di<br />
interesse rea<strong>le</strong> che per buona parte del periodo risulta negativo.<br />
Insomma, nel momento in cui la congiuntura <strong>economica</strong> diviene<br />
meno favorevo<strong>le</strong>, <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali sono quel<strong>le</strong> che vengono colpite<br />
più di tutte <strong>le</strong> altre e la politica <strong>economica</strong> del governo che inizia ad<br />
essere caratterizzata da una spesa pubblica irraziona<strong>le</strong> e disordinata<br />
certamente non aiuta a risolvere i prob<strong>le</strong>mi economici di lungo periodo<br />
del Sud. Le imprese pubbliche che nel periodo precedente avevano<br />
iniziato a dirigere una larga fetta dei loro investimenti verso <strong>il</strong><br />
Mezzogiorno risentono fortemente dell'aumento dei salari reali e <strong>della</strong><br />
prima crisi petrolifera. Le picco<strong>le</strong> e medie imprese sono invece <strong>le</strong> più<br />
10
apide ad adattarsi al nuovo contesto ed <strong>il</strong> fatto che esse siano dislocate<br />
per lo più nel Centro-Nord lascia <strong>il</strong> Sud in una posizione di debo<strong>le</strong>zza.<br />
Piuttosto che stimolare lo sv<strong>il</strong>uppo di imprese picco<strong>le</strong> e medie<br />
dimensioni nel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Sud e creare un contesto socia<strong>le</strong> e <strong>le</strong>ga<strong>le</strong><br />
necessario per agevolare gli investimenti privati, <strong>il</strong> governo preferisce<br />
combattere la disoccupazione at<strong>tra</strong>verso <strong>il</strong> massiccio incremento del<br />
pubblico impiego e destinando ingenti risorse pubbliche alla creazione e<br />
allo sv<strong>il</strong>uppo di grandi imprese ad alta intensità di capita<strong>le</strong><br />
(siderurgiche, chimiche e di costruzione) nella speranza, così fu detto,<br />
che queste permettano la creazione intorno ad esse di un sufficiente<br />
numero di piccoli insediamenti produttivi. La spiegazione verso la qua<strong>le</strong><br />
noi propendiamo è invece che la scelta di questi progetti megaindustriali<br />
sia stata dovuta al fatto che in questo periodo <strong>le</strong> tangenti e <strong>le</strong><br />
considerazioni di carattere e<strong>le</strong>ttora<strong>le</strong> siano già preva<strong>le</strong>nti. Ben lontano<br />
dal creare <strong>il</strong> contesto economico-socia<strong>le</strong> più adatto per stimolare gli<br />
investimenti dall'estero e dal Centro-Nord in picco<strong>le</strong> e medie imprese,<br />
queste politiche finalizzate alla creazione di "cattedrali nel deserto"<br />
hanno ridotto <strong>il</strong> <strong>ruolo</strong> del mercato nel Sud, aumentato la corruzione e<br />
l'arroganza <strong>della</strong> classe politica e <strong>della</strong> pubblica amminis<strong>tra</strong>zione loca<strong>le</strong><br />
e reso più forte la criminalità organizzata, risultato, quest'ultimo,<br />
probab<strong>il</strong>mente benvenuto agli occhi <strong>della</strong> classe politica dominante<br />
dell'epoca dato che al momento del<strong>le</strong> e<strong>le</strong>zioni centinaia di migliaia di<br />
voti possono essere "indirizzati" dalla criminalità organizzata 11 verso <strong>le</strong><br />
liste da essa prescelte.<br />
Il periodo 1978-84: la ripresa del processo di <strong>convergenza</strong><br />
Dopo la svalutazione del 1976 la lira si stab<strong>il</strong>izza, <strong>il</strong><br />
finanziamento monetario del debito pubblico viene fortemente ridotto, <strong>il</strong><br />
mercato dei titoli di stato si sv<strong>il</strong>uppa e <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1978 ed <strong>il</strong> 1981 l'Italia<br />
regis<strong>tra</strong> forti avanzi nel saldo del<strong>le</strong> partite correnti. Nel Marzo del 1979<br />
la lira en<strong>tra</strong> nel Sistema Monetario Europeo (SME), sebbene con una<br />
banda di osc<strong>il</strong>lazione più larga (+/-6%) rispetto a quella degli altri paesi<br />
11 L'On. Giulio Andreotti è stato accusato di aver commesso un crimine simi<strong>le</strong> in<br />
Sic<strong>il</strong>ia. Sarebbe un grosso errore pensare che questo tipo di crimini sia venuto meno<br />
con la crisi <strong>della</strong> Democrazia Cristiana e del Partito Socialista nel 1992. Importanti<br />
personaggi di Forza Italia sono stati accusati di connessioni con la Mafia nel periodo<br />
del<strong>le</strong> e<strong>le</strong>zioni del 1994. Anche <strong>il</strong> Sig. Dell'Utri, figura di primo piano di una del<strong>le</strong> più<br />
importanti aziende di Berlusconi (Publitalia) è stato accusato di aver avuto rapporti<br />
con la Mafia sic<strong>il</strong>iana.<br />
11
(+/-2,25%). Nel Luglio del 1981 la Banca d'Italia viene liberata<br />
dall'obbligo di comprare titoli di stato emessi sul mercato primario.<br />
Nonostante <strong>il</strong> secondo shock petrolifero del 1979-80, i cambiamenti<br />
istituzionali descritti sopra e, soprattutto, l'en<strong>tra</strong>ta nello SME riducono<br />
significativamente l'incertezza.<br />
In questo periodo <strong>il</strong> rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite<br />
meridiona<strong>le</strong> ed <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del Centro-Nord aumenta dal<br />
57,4% al 62,3%, cioè di 4,88 punti percentuali. Quando nella sezione 2<br />
useremo medie quinquennali per ciascuna regione piuttosto che dati<br />
annuali aggregati per macro-<strong>regioni</strong> (come in Fig. 1 e 2) troveremo che<br />
già nel corso <strong>della</strong> prima metà degli anni '80 la spesa pubblica e<br />
soprattutto <strong>il</strong> tasso di criminalità influenzano negativamente la<br />
<strong>convergenza</strong> del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Sud. Si può perciò ipotizzare che <strong>il</strong><br />
processo di <strong>convergenza</strong> che si ri<strong>le</strong>va nella prima metà degli anni '80 sia<br />
la conseguenza di una diminuzione del tasso di criminalità nel Sud<br />
durante <strong>il</strong> periodo (si veda la Fig. 1) combinata con un contesto macroeconomico<br />
più favorevo<strong>le</strong> e con una riduzione significativa del clima di<br />
incertezza rispetto al periodo 1971-77.<br />
Il periodo 1984-96: una fase di ripresa <strong>della</strong> divergenza<br />
Tra <strong>il</strong> 1984 ed <strong>il</strong> 1996 <strong>il</strong> divario esistente <strong>tra</strong> l’economia del<strong>le</strong><br />
<strong>regioni</strong> meridionali e quella del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> centro-settentrionali cresce<br />
nuovamente: l’esame del rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del<br />
Mezzogiorno e quello del Centro-Nord mos<strong>tra</strong> come quest’ultimo,<br />
passando dal 62,3% del 1984 al 58,2% del 1996, subisca una riduzione<br />
di ben 4,1 punti percentuali. Il peggioramento è concen<strong>tra</strong>to nel periodo<br />
compreso <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1991 ed <strong>il</strong> 1996 quando <strong>il</strong> gap aumenta di 3,7 punti<br />
percentuali in soli 6 anni, in virtù di una paralisi del processo di crescita<br />
nel Sud e di una crescita moderata nel Centro-Nord. Nel 1996 <strong>il</strong> gap<br />
torna quindi ai livelli di 16 anni prima (1979).<br />
Le cause del forte peggioramento <strong>della</strong> situazione <strong>economica</strong><br />
meridiona<strong>le</strong> nel periodo 1991-96 sono due. Primo, la forza del crimine<br />
organizzato e l'intreccio affari-politica-mafia raggiungono livelli mai<br />
visti prima (Fig. 1), come dimos<strong>tra</strong>to anche dagli assassini di Falcone,<br />
Borsellino e Lima nel 1992. Secondo, dopo la svalutazione <strong>della</strong> lira nel<br />
Settembre 1992 e la sua uscita dallo SME <strong>il</strong> Centro-Nord compensa la<br />
caduta <strong>della</strong> domanda interna con un forte incremento del<strong>le</strong> esportazioni.<br />
Il Sud può essere considerato sotto molti aspetti come una del<strong>le</strong><br />
ultime economie totalmente cen<strong>tra</strong>lizzate (al pari di Cuba e <strong>della</strong> Corea<br />
12
del Nord) dato che <strong>il</strong> settore pubblico rappresenta una parte<br />
incredib<strong>il</strong>mente vasta dell'economia loca<strong>le</strong>. Micossi e Tullio (1992a,<br />
1992b) calcolano che nel 1988 la spesa pubblica costituisce <strong>il</strong> 76% del<br />
PIL del Sud. Negli anni fino al 91/92 questo rapporto é ulteriormente<br />
cresciuto ed anche in modo consistente (Fig. 4) aumentato. Inoltre, qui<br />
<strong>le</strong> imprese pubbliche giocano ancora un <strong>ruolo</strong> importante e i loro costi<br />
non sono pienamente considerati nel<strong>le</strong> cifre sopra riportate. Se si pensa<br />
che l'agricoltura, che è ancora molto diffusa nel Sud, gode di forti aiuti<br />
provenienti da Bruxel<strong>le</strong>s (anche se i finanziamenti sono ora distribuiti da<br />
agenzie <strong>italiane</strong>) e che in pratica nessuna attività <strong>economica</strong> può essere<br />
in<strong>tra</strong>presa senza autorizzazioni 12 da parte di enti pubblici, è chiaro che la<br />
politica loca<strong>le</strong> o la criminalità organizzata (o en<strong>tra</strong>mbe insieme)<br />
controllano la quasi totalità <strong>della</strong> allocazione del<strong>le</strong> risorse economiche<br />
nel Sud. Anche gli enormi investimenti effettuati dalla Fiat a Melfi nei<br />
primi anni '90 non possono essere considerati comp<strong>le</strong>tamente "privati",<br />
dato che su un investimento di circa 5 m<strong>il</strong>a m<strong>il</strong>iardi di lire la Fiat ha<br />
ottenuto un generoso "sussidio" (non un prestito!) di circa 3 m<strong>il</strong>a<br />
m<strong>il</strong>iardi di lire.<br />
A nostro avviso nel Sud c'è troppo "stato" dove non dovrebbe<br />
esserci e ve ne è poco o niente dove dovrebbe esserci (amminis<strong>tra</strong>zione<br />
<strong>della</strong> giustizia e controllo del territorio da parte del<strong>le</strong> forze dell'ordine).<br />
2-Gli effetti <strong>della</strong> criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica sulla<br />
<strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong>: l'evidenza empirica dal 1960 al<br />
1993.<br />
2.1 -La <strong>convergenza</strong> assoluta o incondizionata<br />
Secondo la teoria neoclassica <strong>della</strong> crescita <strong>economica</strong> se due<br />
paesi o <strong>regioni</strong> sono caratterizzate dagli stessi parametri strutturali<br />
(funzioni di produzione) ma da differenti livelli iniziali di reddito procapite<br />
essi tenderanno a convergere nel lungo periodo verso lo stesso<br />
livello di reddito pro-capite (cioè verso lo stesso stato stazionario 13 ). Il<br />
paese con un livello di reddito pro-capite inizia<strong>le</strong> più basso crescerà più<br />
velocemente del paese più ricco e <strong>il</strong> suo livello di reddito pro-capite<br />
convergerà verso quest'ultimo a causa dell'ipotesi neoclassica dei<br />
rendimenti marginali decrescenti del capita<strong>le</strong> (lungo la medesima<br />
funzione di produzione per <strong>le</strong> due <strong>regioni</strong>). In questo caso si parla di<br />
12 Si veda <strong>il</strong> secondo episodio alla nota 5.<br />
13 Si vedano Ramsey (1928), Cass (1965), Solow (1956) e Koopmans (1965).<br />
13
<strong>convergenza</strong> assoluta o incondizionata. La <strong>convergenza</strong> assoluta è<br />
misurata nella <strong>le</strong>tteratura empirica at<strong>tra</strong>verso l'impiego dell'indicatore β<br />
o dell'indicatore σ. Una stima dell'indicatore β è ottenuta stimando la<br />
seguente regressione 14 :<br />
(1/T) . ln ( y i,t / y i,t-T ) = a + b . ln y i,t-T + u i,t (1)<br />
dove y è <strong>il</strong> PIL pro-capite, ln è <strong>il</strong> logaritmo natura<strong>le</strong>, a rif<strong>le</strong>tte <strong>il</strong> reddito<br />
di equ<strong>il</strong>ibrio; b rappresenta l’effetto del reddito inizia<strong>le</strong> sul tasso di<br />
crescita medio del periodo dal tempo t-T al tempo t; u i,t è una variabi<strong>le</strong><br />
stocastica; l’indice i rappresenta la regione i-esima, t l’indice tempora<strong>le</strong>,<br />
T l’intervallo tempora<strong>le</strong>. Pertanto la variabi<strong>le</strong> dipendente è <strong>il</strong> tasso di<br />
crescita medio geometrico del PIL rea<strong>le</strong> pro-capite di ciascuna regione<br />
nel periodo che va da t-T a t e b costituisce una stima approssimativa<br />
(con segno opposto) dell'indicatore β. Quest'ultimo è <strong>il</strong> parametro di<br />
<strong>convergenza</strong>, cioè la velocità di aggiustamento del PIL pro-capite al suo<br />
livello di stato stazionario.<br />
In particolare, si ha <strong>convergenza</strong> quando <strong>il</strong> parametro b è negativo<br />
(β positivo); ciò significa che <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> povere nel periodo inizia<strong>le</strong><br />
tendono a crescere più velocemente nei periodi successivi. Tanto<br />
maggiore è <strong>il</strong> valore assoluto di b e tanto minore è <strong>il</strong> tempo necessario<br />
affinché la regione i-esima raggiunga <strong>il</strong> suo livello di stato stazionario.<br />
Il primo insieme di stime <strong>della</strong> equazione 1 è riportato nella<br />
Tabella 1. Essa contiene <strong>le</strong> stime dell'equazione per i periodi 1960-93 e<br />
1960-94 e per tutti i sottoperiodi analizzati nella descrizione storica<br />
<strong>della</strong> Sezione 1.<br />
Per quanto riguarda <strong>il</strong> periodo 1960-93 si ri<strong>le</strong>va l’esistenza di un<br />
processo di <strong>convergenza</strong> statisticamente significativo 15 ma di lieve<br />
consistenza (β≅0,014); ciò significa <strong>il</strong> gap fra <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> povere e quel<strong>le</strong><br />
ricche diminuisce ad un tasso medio annuo di circa l’1,4%. Se<br />
consideriamo anche l'anno 1994 <strong>il</strong> tasso di <strong>convergenza</strong> si riduce<br />
all'1,3%. Considerando <strong>il</strong> primo valore di β e ricordando che nel 1960 <strong>il</strong><br />
divario inizia<strong>le</strong> <strong>tra</strong> <strong>il</strong> PIL pro-capite del Sud e quello del Centro-Nord<br />
era pari a 52,7%, si rendono necessari 54 anni affinché ta<strong>le</strong> divario sia<br />
azzerato 16 .<br />
14 Per un approfondimento del modello si vedano Barro e Sala-i-Martin (1991).<br />
15 Ad un livello di confidenza dell'1%; ricordiamo che una variabi<strong>le</strong> è significativa<br />
quando la t di Student (in parentesi) è all’incirca superiore a 2 in valore assoluto.<br />
16 Il calcolo è <strong>il</strong> seguente: (1-0.527) * (1+0.014) t = 1. Quindi, risolvendo per t si<br />
ottiene: t = ln (1/0.473) : ln (1.014) = 53.849 ≅ 54.<br />
14
Tuttavia, <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong> assoluta non si dimos<strong>tra</strong><br />
stabi<strong>le</strong> nel tempo. Ad una fase di forte <strong>convergenza</strong> nel corso del<br />
periodo 1960-71 caratterizzata da un tasso medio annuo del 3,2%<br />
(statisticamente significativa all'1%) segue una fase di <strong>convergenza</strong> non<br />
significativa (0,5%). Tra <strong>il</strong> 1978 e <strong>il</strong> 1984 la <strong>convergenza</strong> torna ad essere<br />
ri<strong>le</strong>vante (2,9%) e statisticamente significativa all'1%. Nel periodo<br />
1984-94 si ri<strong>le</strong>va un processo di divergenza pari ad un tasso medio<br />
annuo dello 0,73%.<br />
Confrontando <strong>tra</strong> loro <strong>le</strong> ultime due righe <strong>della</strong> Tabella 1, è<br />
interessante notare come l'aggiunta di un solo anno (<strong>il</strong> 1994) modifichi <strong>il</strong><br />
grado di divergenza dell'ultimo sottoperiodo dallo 0,46% allo 0,73%<br />
medio annuo e renda <strong>il</strong> coefficiente significativamente diverso da zero.<br />
La debo<strong>le</strong> <strong>convergenza</strong> ri<strong>le</strong>vata per <strong>le</strong> 20 <strong>regioni</strong> nella Tabella 1<br />
nel periodo 1971-78, sebbene non significativa, è apparentemente in<br />
con<strong>tra</strong>ddizione con la divergenza osservata nella Fig. 2. La<br />
con<strong>tra</strong>ddizione è solo apparente dato che la Fig. 2 mos<strong>tra</strong> <strong>il</strong> rapporto <strong>tra</strong><br />
<strong>il</strong> PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del Sud e <strong>il</strong> corrispondente valore del Centro-<br />
Nord, mentre <strong>le</strong> regressioni sono basate su 20 osservazioni regionali. In<br />
effetti la <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>regioni</strong> cen<strong>tra</strong>li e <strong>regioni</strong> settentrionali fa da<br />
abbondante con<strong>tra</strong>ppeso alla divergenza <strong>tra</strong> <strong>il</strong> Sud e <strong>il</strong> resto del paese.<br />
Parecchie <strong>regioni</strong> del Centro-Nord come <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Nord-Est<br />
(Veneto, Friuli, Trentito), Em<strong>il</strong>ia-Romagna e Marche, caratterizzate<br />
dalla presenza di picco<strong>le</strong> e medie imprese, riescono ad adattarsi meglio<br />
di quel<strong>le</strong> <strong>tra</strong>dizionalmente più ricche ed industrializzate del Nord-Ovest<br />
agli shock salariali e al<strong>le</strong> crisi petrolifere e ad evitare lo scontro diretto<br />
con <strong>le</strong> organizzazioni sindacali.<br />
La Tabella 2 mos<strong>tra</strong> i risultati <strong>della</strong> σ-<strong>convergenza</strong>.<br />
L’indicatore σ rappresenta la dispersione del livello di prodotto procapite<br />
<strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong>, misurata dalla deviazione standard del logaritmo<br />
del prodotto pro-capite di un gruppo di <strong>regioni</strong>; la <strong>convergenza</strong> assoluta<br />
si realizza se la dispersione decresce nel tempo.<br />
Tra <strong>il</strong> 1960 ed <strong>il</strong> 1971 l’indicatore σ diminuisce<br />
significativamente e senza interruzione. Esso osc<strong>il</strong>la fino al 1978 su<br />
valori più e<strong>le</strong>vati di quelli raggiunti nel 1971, poi riprende a descrescere<br />
<strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1978 ed <strong>il</strong> 1984, anno in cui raggiunge <strong>il</strong> livello più basso<br />
dell'intero periodo considerato. La valutazione dell’andamento <strong>della</strong> σ-<br />
<strong>convergenza</strong> conferma quindi quanto evidenziato dallo studio <strong>della</strong> β-<br />
<strong>convergenza</strong>.<br />
15
2.2 La <strong>convergenza</strong> condizionata: <strong>il</strong> <strong>ruolo</strong> <strong>della</strong> criminalità<br />
organizzata, <strong>della</strong> spesa pubblica e dell'istruzione.<br />
Se aggiungiamo al livello inizia<strong>le</strong> del PIL pro-capite, l'unica<br />
variabi<strong>le</strong> indipendente contenuta nell'equazione (1), ulteriori variab<strong>il</strong>i<br />
indipendenti (definite anche esplicative o esogene) come ad esempio <strong>il</strong><br />
tasso di criminalità, la spesa pubblica e l'istruzione, la stima del<br />
coefficiente b è denominata β-<strong>convergenza</strong> condizionata. L'introduzione<br />
di variab<strong>il</strong>i esplicative aggiuntive permette di considerare <strong>il</strong> fatto che <strong>le</strong><br />
varie <strong>regioni</strong> possono essere caratterizzate da parametri strutturali<br />
differenti (e di conseguenza da diversi livelli di stato stazionario) e che<br />
<strong>le</strong> politiche economiche regionali, la criminalità organizzata, l'istruzione<br />
e l'incertezza micro o macro-<strong>economica</strong> possono acce<strong>le</strong>rare o ral<strong>le</strong>ntare<br />
<strong>il</strong> natura<strong>le</strong> processo di <strong>convergenza</strong> determinato dai rendimenti<br />
marginali decrescenti del capita<strong>le</strong>.<br />
Le variab<strong>il</strong>i indipendenti che consideriamo sono:<br />
1. crim = tasso di criminalità regiona<strong>le</strong>, definito come <strong>il</strong> numero di<br />
omicidi volontari per ogni 100 m<strong>il</strong>a abitanti e usato come variabi<strong>le</strong><br />
che misura la forza <strong>della</strong> criminalità organizzata.<br />
2. ip = investimenti regionali in costruzioni ed opere pubbliche a prezzi<br />
costanti del 1980 e in rapporto alla popolazione residente. Questa<br />
variabi<strong>le</strong> esclude i sussidi agli investimenti privati e gli investimenti<br />
del<strong>le</strong> imprese pubbliche; è perciò una misura imperfetta degli<br />
investimenti effettuati dal governo in ciascuna regione.<br />
3. cp = consumi pubblici regionali a prezzi costanti del 1980 in rapporto<br />
alla popolazione residente. I dati ut<strong>il</strong>izzati per i consumi e per gli<br />
investimenti pubblici sono dati di contab<strong>il</strong>ità naziona<strong>le</strong> e non di<br />
b<strong>il</strong>ancio. I <strong>tra</strong>sferimenti pubblici, cioè la componente <strong>della</strong> spesa<br />
pubblica italiana certamente più dinamica degli ultimi due decenni,<br />
sono pertanto esclusi. Se avessimo potuto ut<strong>il</strong>izzare dati più comp<strong>le</strong>ti,<br />
i nostri risultati econometrici sarebbero stati forse migliori.<br />
4. sp = spesa pubblica pro-capite a prezzi costanti del 1980, definita<br />
come somma di cp e ip.<br />
5. e = numero di studenti iscritti alla scuola secondaria superiore in<br />
rapporto alla popolazione residente.<br />
16
Per una descrizione più dettagliata dei dati e del<strong>le</strong> loro fonti si può<br />
consultare l'Appendice Statistica. Il coefficiente <strong>della</strong> variabi<strong>le</strong> relativa<br />
all'istruzione (e) non si dimos<strong>tra</strong> mai significativamente diverso da zero.<br />
Questo risultato appare in linea con quanto trovato in altri studi sulla<br />
<strong>convergenza</strong> in Italia; abbiamo perciò deciso di escludere fin dall'inizio<br />
ta<strong>le</strong> variabi<strong>le</strong> per non appesantire inut<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> lavoro. La stessa cosa<br />
va<strong>le</strong> per <strong>il</strong> "saldo migratorio netto", variabi<strong>le</strong> che era stata presa in<br />
considerazione nel<strong>le</strong> fasi iniziali dell'analisi ma che non si è mai<br />
dimos<strong>tra</strong>ta significativa.<br />
I dati per <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Sud sono sistematicamente influenzati dal<br />
fatto che i servizi pubblici sono stimati al costo dei fattori e dalla scelta<br />
del governo, a partire dai primi anni '70, di aumentare fortemente <strong>il</strong><br />
numero degli impiegati pubblici al fine di con<strong>tra</strong>stare la crescente<br />
disoccupazione. Paci (1997) mos<strong>tra</strong> per esempio che nel corso del<br />
decennio '80 la crescita <strong>economica</strong> <strong>della</strong> Sardegna è quasi interamente<br />
riconducibi<strong>le</strong> all'aumento dei "servizi non destinab<strong>il</strong>i alla vendita",<br />
settore che coincide praticamente con quello pubblico. Aspettandoci<br />
risultati ancora più forti di quelli ottenuti impiegando <strong>il</strong> PIL pro-capite<br />
"ufficia<strong>le</strong>", abbiamo rieseguito tutte <strong>le</strong> regressioni che mostreremo poco<br />
più avanti anche con <strong>il</strong> PIL pro-capite ridefinito in modo ta<strong>le</strong> da<br />
escludere la componente dei servizi non vendib<strong>il</strong>i. I risultati non si sono<br />
però dimos<strong>tra</strong>ti <strong>tra</strong> loro significativamente diversi; per ta<strong>le</strong> ragione in<br />
questo studio presenteremo solo <strong>le</strong> regressioni con la definizione<br />
ufficia<strong>le</strong> di PIL pro-capite 17 .<br />
Qualche considerazione particolare merita la nos<strong>tra</strong> variabi<strong>le</strong> che<br />
misura la criminalità organizzata. Innanzitutto va detto che in Italia gli<br />
omicidi volontari connessi con rapine, furti o altri piccoli delitti non<br />
sono molto frequenti. Questo è un tipo di crimine molto comune nel<strong>le</strong><br />
grandi città degli Stati Uniti o in città come Rio de Janeiro, ma che in<br />
Italia si verifica raramente. E' quindi ragionevo<strong>le</strong> assumere che <strong>il</strong><br />
maggior numero di omicidi volontari che caratterizza <strong>le</strong> <strong>regioni</strong><br />
meridionali rispetto al Centro-Nord è fortemente connesso con gli<br />
interessi e <strong>le</strong> attività <strong>della</strong> criminalità organizzata. Quest'ultima uccide<br />
tutti coloro che con<strong>tra</strong>stano o disturbano <strong>le</strong> sue attività: giudici,<br />
imprenditori, componenti del<strong>le</strong> forze dell'ordine, membri di bande rivali,<br />
aff<strong>il</strong>iati che "sanno troppo" o che collaborano con la giustizia. E se non<br />
ci riesce, li colpisce indirettamente uccidendo i loro parenti, inclusi i<br />
bambini. Anche i politici che non sono più in grado di garantire alla<br />
17 Si veda Quarella (1997), Capitolo III.<br />
17
criminalità organizzata una protezione "adeguata" rien<strong>tra</strong>no nella<br />
categoria del<strong>le</strong> persone da "eliminare" 18 .<br />
In secondo luogo, diversamente dagli omicidi che caratterizzano<br />
<strong>le</strong> città degli Stati Uniti che sono strettamente correlati con <strong>il</strong> ciclo<br />
economico, gli omicidi volontari <strong>della</strong> criminalità organizzata nel Sud<br />
d'Italia sono generalmente <strong>il</strong> frutto di decisioni col<strong>le</strong>giali ben ponderate<br />
e basate su motivazioni economico-politiche e possono quindi essere<br />
considerati esogeni rispetto alla crescita <strong>economica</strong>. Inoltre,<br />
con<strong>tra</strong>riamente ad altre misure <strong>della</strong> criminalità usate in altri studi<br />
sull'Italia che non sono risultate significative (delitti contro <strong>il</strong><br />
patrimonio, l'economia e la fede pubblica o indici di criminalità ancora<br />
più ampi), la nos<strong>tra</strong> misura è molto meno soggetta al rischio di<br />
sottostima. Da un lato, in Italia <strong>le</strong> autorità competenti non sono in grado<br />
di reagire e di rispondere in tempi ragionevoli al<strong>le</strong> denunce dei cittadini<br />
(occorrono anni affinché i processi siano portati a conclusione 19 ) e<br />
dall'altro la criminalità organizzata ha in pratica <strong>il</strong> monopolio dell'uso<br />
<strong>della</strong> vio<strong>le</strong>nza. Molti cittadini evitano quindi di denunciare al<strong>le</strong> forze<br />
dell'ordine i delitti subiti per paura di ritorsioni da parte <strong>della</strong><br />
criminalità. Inoltre, quando i cittadini cercano di raccogliere<br />
informazioni presso gli uffici pubblici sul<strong>le</strong> presunte attività <strong>il</strong><strong>le</strong>gali dei<br />
criminali al fine di formulare chiaramente <strong>le</strong> accuse contro di essi<br />
all'Autorità Giudiziaria, certi impiegati pubblici di alcuni uffici del Sud<br />
sanno molto bene quali informazioni nascondere e a chi nasconder<strong>le</strong> 20 .<br />
Tornando ad un livello più teorico è uti<strong>le</strong> spendere qualche parola<br />
sul perché la criminalità e la corruzione agiscono negativamente sulla<br />
crescita <strong>economica</strong>. Esse non creano ricchezza ma semplicemente la<br />
ridistribuiscono e facendo questo scoraggiano <strong>le</strong> attività produttive in<br />
modo analogo all'eccessiva imposizione fisca<strong>le</strong> 21 . Esse riducono<br />
18 Forse l'omicidio dell'On. Salvo Lima, assassinato a Pa<strong>le</strong>rmo nel Marzo del 1992,<br />
rien<strong>tra</strong> in questa fattispecie.<br />
19 Si veda la nota 5.<br />
20 Recentemente uno di noi è riuscito ad ottenere alcune informazioni preliminari<br />
dall'AIMA, l'agenzia di stato incaricata di distribuire i sussidi dell'Unione Europea<br />
(UE) all'agricoltura, su domande <strong>il</strong><strong>le</strong>gali per l'ottenimento (<strong>il</strong><strong>le</strong>ga<strong>le</strong>) di sussidi dell'UE<br />
presentate per l'annata agraria 1992/93 da terzi sulla propria azienda agricola (si veda<br />
l'episodio n. 3, nota 5). Queste informazioni, per ora soltanto preliminari e verbali,<br />
sono state ottenute solo dopo aver scritto alla Commissione Europea a Bruxel<strong>le</strong>s. La<br />
Commissione ha messo l'AIMA sotto pressione chiedendo che la risposta fosse<br />
inviata a Bruxel<strong>le</strong>s. Prima di scrivere alla Commissione la risposta dell'AIMA era<br />
stata: "ora esiste una <strong>le</strong>gge sulla privacy e noi non possiamo rispondere". Ma <strong>il</strong><br />
terreno era di uno di noi e la "privacy" non c'en<strong>tra</strong> niente.<br />
21 Si veda Bardhan (1997).<br />
18
l'efficienza di ogni lira spesa per investimenti pubblici a causa <strong>della</strong><br />
percentua<strong>le</strong> che va nel<strong>le</strong> tasche <strong>della</strong> criminalità organizzata e degli<br />
impiegati pubblici e/o degli imprenditori corrotti e a causa <strong>della</strong><br />
distorsione operata sul<strong>le</strong> scelte di impiego del<strong>le</strong> risorse pubbliche, scelte<br />
che spesso sono operate in modo da massimizzare <strong>le</strong> tangenti piuttosto<br />
che la produttività degli investimenti 22 . In aggiunta a ciò esse<br />
modificano anche <strong>le</strong> scelte occupazionali in favore di attività<br />
redistributive e di posizioni di rendita piuttosto che di effettiva<br />
creazione di ricchezza. Gli imprenditori esistenti nel<strong>le</strong> aree controllate<br />
dalla criminalità organizzata sono invogliati (e spesso costretti) ad<br />
andarsene o a non crescere per evitare di dover cedere parte del capita<strong>le</strong><br />
dell’azienda alla criminalità organizzata; peggio ancora, gli investitori<br />
potenziali provenienti da altre <strong>regioni</strong> del paese o dall'estero non hanno<br />
nessun incentivo ad impiegare i propri capitali in tali aree 23 . Se alla<br />
presenza <strong>della</strong> criminalità organizzata si aggiunge, come accade in molte<br />
parti del Sud, un sistema giudiziario <strong>le</strong>nto ed inefficiente ed<br />
un'amminis<strong>tra</strong>zione pubblica dai meccanismi tutt'altro che <strong>tra</strong>sparenti,<br />
composta da funzionari ed impiegati spesso collusi con <strong>il</strong> crimine e<br />
corrotti, si capisce fac<strong>il</strong>mente come mai non esistano i presupposti<br />
necessari per la <strong>convergenza</strong>. Anche l'efficienza e l'equità del sistema<br />
fisca<strong>le</strong> sono influenzati negativamente dalla corruzione 24 .<br />
La Tabella 3 mos<strong>tra</strong> <strong>le</strong> stime dell'equazione (1) in cui <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i<br />
esplicative menzionate sopra sono aggiunte al logaritmo del PIL procapite<br />
inizia<strong>le</strong> (lnyin). Il periodo considerato è <strong>il</strong> 1960-93; <strong>il</strong> 1993 è<br />
l'ultimo anno per <strong>il</strong> qua<strong>le</strong> quasi tutte <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative sono<br />
disponib<strong>il</strong>i 25 . Al fine di ottenere risultati statisticamente più robusti e di<br />
analizzare meglio i cambiamenti nel corso del tempo dei coefficienti del<br />
tasso di criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica abbiamo diviso <strong>il</strong> periodo<br />
1960-93 in 7 sottoperiodi di 5 anni ciascuno 26 e calcolato medie<br />
aritmetiche quinquennali di tutte <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative. Fanno però<br />
22 Si veda la nota 9.<br />
23 Non sorprende <strong>il</strong> fatto che gli investimenti esteri in Italia in percentua<strong>le</strong> del PIL<br />
siano i più bassi d'Europa e che la maggior parte di essi venga impiegata nel Nord.<br />
Per esempio al 1° Gennaio 1996 la percentua<strong>le</strong> di imprese con partecipazioni estere<br />
era del 73% nel Nord, del 16% nel Centro e dell'11% nel Sud (Quintieri,1998).<br />
24 Per una analisi esauriente dei canali at<strong>tra</strong>verso cui la corruzione influenza<br />
negativamente l'efficienza e l'equità del sistema fisca<strong>le</strong> si veda V. Tanzi (1995).<br />
25 Gli investimenti pubblici regionali ed i consumi pubblici regionali sono disponib<strong>il</strong>i<br />
solo fino al 1992.<br />
26 I quinquenni sono <strong>il</strong> 1960-64, 1965-69, 1970-74, 1975-79, 1980-84, 1985-89 con<br />
l’esclusione del periodo 1990-93 che è un quadriennio.<br />
19
eccezione <strong>il</strong> PIL pro-capite inizia<strong>le</strong>, che è dato dal livello inizia<strong>le</strong> di<br />
ciascun quinquennio, e <strong>il</strong> tasso di crescita del PIL pro-capite, che è una<br />
media geometrica di ciascun quinquennio anziché una media aritmetica.<br />
Abbiamo quindi regressioni basate su 140 osservazioni (7 periodi per 20<br />
<strong>regioni</strong>); ciò garantisce la robustezza dei risultati ottenuti. Il<br />
procedimento adottato presenta anche <strong>il</strong> vantaggio di ridurre la volat<strong>il</strong>ità<br />
del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i, ed in special modo quella del tasso di criminalità, e<br />
quindi di ottenere risultati non influenzati dal comportamento "anomalo"<br />
del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i regis<strong>tra</strong>to in determinati anni.<br />
Osserviamo in primo luogo che <strong>il</strong> coefficiente del PIL rea<strong>le</strong> procapite<br />
inizia<strong>le</strong> è negativo e significativamente diverso da zero ad un<br />
livello di confidenza dell'1%. Comparando ta<strong>le</strong> valore con la stime <strong>della</strong><br />
β-<strong>convergenza</strong> assoluta <strong>della</strong> Tabella 1 <strong>il</strong> coefficiente giunge quasi a<br />
raddoppiare in valore assoluto portandosi dal 1,4% al 2,1-2,5%. Ciò<br />
implica che l'influenza del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative aggiuntive considerate<br />
in Tabella 3 sul processo di <strong>convergenza</strong> è stata significativamente<br />
negativa e cioè che la criminalità organizzata e la spesa pubblica hanno<br />
significativamente ridotto <strong>il</strong> tasso di <strong>convergenza</strong> medio annuo del<br />
periodo al di sotto di quanto sarebbe stato altrimenti. In secondo luogo <strong>il</strong><br />
tasso di criminalità ha un coefficiente che è significativamente diverso<br />
da zero ad un livello di confidenza dell'1%. Il suo effetto sulla<br />
<strong>convergenza</strong> è negativo. Questo risultato è in netto con<strong>tra</strong>sto con quanto<br />
trovato in altri studi sull'Italia. Infine la spesa pubblica considerata nel<br />
suo comp<strong>le</strong>sso e gli investimenti non sono significativi mentre i consumi<br />
pubblici esercitano un effetto negativo sulla <strong>convergenza</strong> ma solo ad un<br />
livello di confidenza del 10%. Vedremo più avanti che <strong>il</strong> tasso di<br />
criminalità e la spesa pubblica non sono <strong>tra</strong> loro indipendenti: nel<br />
periodo 1980-93 <strong>il</strong> tasso di criminalità nel Sud sembra essere fortemente<br />
e positivamente influenzato dai consumi pubblici, <strong>le</strong>ggermente di meno<br />
dagli investimenti pubblici.<br />
Nel<strong>le</strong> regressioni <strong>della</strong> Tabella 3 l’effetto del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i<br />
esplicative è considerato costante nel tempo e <strong>tra</strong> <strong>le</strong> varie <strong>regioni</strong>. Questa<br />
è senz'altro un'ipotesi molto forte. Nella parte rimanente di questa<br />
sezione rimuoviamo questa ipotesi e così facendo potremo capire molto<br />
meglio dove e quando <strong>il</strong> tasso di criminalità e la spesa pubblica hanno<br />
esercitato un effetto negativo sulla <strong>convergenza</strong>. Vediamo innanzitutto<br />
se i coefficienti del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esogene aggiuntive sono cambiate nel<br />
corso del tempo. I sottoperiodi considerati sono 3: 1960-74, 1975-79 e<br />
1980-93. Essi sono stati individuati seguendo Micossi e Tullio (1992a,<br />
1992b) sulla base dell’assunto secondo cui <strong>le</strong> scelte di politica<br />
<strong>economica</strong> promosse dai vari governi al fine di ridurre i divari di<br />
20
crescita <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> passano da una fase di comp<strong>le</strong>ssiva<br />
efficacia (<strong>il</strong> decennio '60) ad una fase di neu<strong>tra</strong>lità (negli anni '70) per<br />
arrivare infine ad un periodo in cui tali scelte si dimos<strong>tra</strong>no addirittura<br />
controproducenti, in concomitanza con la progressiva “degenerazione”<br />
del sistema politico italiano avvenuta nel corso del decennio '80.<br />
Il dubbio principa<strong>le</strong> riguardava dove collocare la prima metà degli<br />
anni '70 e noi abbiamo lasciato che fossero i dati a dircelo collocando<br />
questo periodo prima con la seconda metà del decennio '70 e poi con <strong>il</strong><br />
decennio '60. Abbiamo quindi costruito tre variab<strong>il</strong>i di comodo<br />
(dummies): d1 che assume <strong>il</strong> valore 1 nei primi tre sottoperiodi (1960-<br />
74) e 0 negli altri (1975-93), d2 che assume valore 1 nel periodo 1975-<br />
79 e 0 negli altri e infine d3 che è pari a 1 negli ultimi tre sottoperiodi<br />
(1980-93) e 0 nei primi quattro. In seguito abbiamo costruito <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i<br />
spd1, spd2 e spd3 come prodotto di sp e del<strong>le</strong> dummies temporali. Al<strong>le</strong><br />
variab<strong>il</strong>i ip, cp e crim è stato applicato lo stesso procedimento. I risultati<br />
sono riportati nella Tabella 4.<br />
Come in precedenza <strong>il</strong> coefficiente del livello inizia<strong>le</strong> del PIL procapite<br />
è negativo e significativo ad un livello di confidenza dell'1%,<br />
suggerendo quindi la presenza di <strong>convergenza</strong> condizionata. Il tasso di<br />
criminalità è statisticamente significativo ad un livello di confidenza<br />
dell'1% solo nel terzo periodo (1980-93). Se consideriamo <strong>il</strong> tasso di<br />
criminalità senza la spesa pubblica la significatività statistica del suo<br />
coefficiente nel periodo 1980-93 aumenta notevolmente; si noti che<br />
l'Adjusted R 2 è influenzato ben poco dall'eliminazione <strong>della</strong> spesa<br />
pubblica (cfr.regr.4 con regr.1-3). Ciò potrebbe essere un indizio del<br />
fatto che in quest'ultimo periodo <strong>le</strong> due variab<strong>il</strong>i sono intensamente<br />
correlate l'una con l'al<strong>tra</strong>. Se <strong>le</strong> nostre considerazioni relativamente al<br />
sistema politico italiano e alla società meridiona<strong>le</strong> dal 1980 in poi sono<br />
corrette, <strong>il</strong> tasso di criminalità è influenzato in maniera positiva dalla<br />
spesa pubblica. Il coefficiente <strong>della</strong> spesa pubblica è positivo e<br />
statisticamente significativo ad un livello di confidenza dell'1% nel<br />
primo periodo (1960-74), è ancora positivo ma meno significativo nel<br />
secondo periodo (ad un livello di confidenza del 2,5%) e diviene non<br />
significativo nel terzo. Le stessa cosa va<strong>le</strong> per <strong>le</strong> sue componenti ip e cp.<br />
Tutto ciò conferma pienamente <strong>le</strong> osservazioni espresse da Micossi e<br />
Tullio (1992a, 1992b) e da altri circa l'enorme spreco di risorse<br />
pubbliche nel Sud a partire dai primi anni '80. Del<strong>le</strong> sue due componenti<br />
la variabi<strong>le</strong> cp sembra mantenere un <strong>ruolo</strong> <strong>le</strong>ggermente più significativo<br />
e positivo di ip.<br />
Da una scomposizione di tipo tempora<strong>le</strong> del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative<br />
passiamo ora ad una scomposizione di tipo territoria<strong>le</strong>: vogliamo infatti<br />
21
verificare se gli effetti <strong>della</strong> criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica<br />
interessano indistintamente tutto <strong>il</strong> territorio italiano o se si concen<strong>tra</strong>no<br />
in qualche area particolare. Le aree individuate sono <strong>il</strong> Nord, <strong>il</strong> Centro<br />
ed <strong>il</strong> Sud. Individuiamo quindi tre variab<strong>il</strong>i dummies: dn, dc e dm. La<br />
prima assume valore 1 per ciascuna regione del Nord e 0 per <strong>le</strong> altre 27 ,<br />
dc è pari ad 1 per ciascuna regione del Centro 28 e dm per ciascuna<br />
regione del Sud 29 . Quindi per ciascuna variabi<strong>le</strong> esogena si individuano<br />
tre nuove variab<strong>il</strong>i; per esempio la variabi<strong>le</strong> crim è suddivisa in crimdn,<br />
crimdc e crimdm dove crimdn non è altro che <strong>il</strong> prodotto di crim e dn.<br />
Lo stesso procedimento è applicato a sp, ip e cp. I risultati sono riportati<br />
in Tabella 5.<br />
La β-<strong>convergenza</strong> condizionata osc<strong>il</strong>la <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 2,6 e <strong>il</strong> 2,9% medio<br />
annuo ed è significativamente maggiore in valore assoluto <strong>della</strong> β-<br />
<strong>convergenza</strong> assoluta stimata in Tabella 1. Il coefficiente del tasso di<br />
criminalità non è significativamente diverso da zero nel Nord e nel<br />
Centro. E' invece diverso da zero ad un livello di confidenza dell'1% e<br />
con <strong>il</strong> coefficiente atteso nel Sud. La spesa pubblica non è mai<br />
significativa.<br />
Le regressioni contenute nel<strong>le</strong> Tabel<strong>le</strong> 4 e 5 sembrano suggerire<br />
che la criminalità organizzata e la corruzione sono diventate un ostacolo<br />
alla crescita principalmente nel periodo 1980-93 e soprattutto nel Sud e<br />
che la spesa pubblica ha stimolato la crescita solo nel primo periodo<br />
(1960-74) e poco nel secondo (1975-79).<br />
Al fine di ottenere risultati ancora più dettagliati abbiamo deciso<br />
di scomporre <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esogene contemporaneamente sia per periodo<br />
sia per macro-<strong>regioni</strong>. Definiamo <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i dummies appropriate e<br />
scomponiamo ciascuna variabi<strong>le</strong> esogena in 9 variab<strong>il</strong>i. La variabi<strong>le</strong><br />
crimd1dn per esempio è data dal prodotto <strong>tra</strong> crim e <strong>le</strong> dummies d1 e dn<br />
e rappresenta <strong>il</strong> tasso di criminalità nel Nord nel primo periodo (1960-<br />
74). Siccome abbiamo 140 osservazioni e poiché <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esogene<br />
contenute in ciascuna regressione sono al massimo 2 i gradi di libertà<br />
rimangono assai e<strong>le</strong>vati essendo sempre superiori a 120. I risultati sono<br />
riportati in Tabella 6.<br />
Ri<strong>le</strong>viamo ancora forte multicollinearità <strong>tra</strong> <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i spesa<br />
pubblica e tasso di criminalità. Per questa ragione presentiamo anche<br />
27 Si considerano <strong>regioni</strong> del Nord la Lombardia, <strong>il</strong> Piemonte, la Val<strong>le</strong> d’Aosta, la<br />
Liguria, <strong>il</strong> Trentino-Alto Adige, <strong>il</strong> Veneto e <strong>il</strong> Friuli-Venezia Giulia.<br />
28 Si considerano <strong>regioni</strong> del Centro l’Em<strong>il</strong>ia Romagna, la Toscana, <strong>le</strong> Marche,<br />
l’Umbria e <strong>il</strong> Lazio.<br />
29 Si considerano <strong>regioni</strong> del Sud l’Abruzzo, <strong>il</strong> Molise, la Campania, la Puglia, la<br />
Calabria, la Bas<strong>il</strong>icata, la Sic<strong>il</strong>ia e la Sardegna.<br />
22
egressioni che non considerano <strong>il</strong> tasso di criminalità. Se introduciamo<br />
contemporaneamente <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i sp e crim nessuna di esse risulta<br />
significativa. Il tasso di criminalità rappresenta un freno per la crescita<br />
<strong>economica</strong> del Sud nel periodo 1980-93 (si veda <strong>il</strong> coefficiente di<br />
crimd3dm). La spesa pubblica favorisce in maniera significativa la<br />
<strong>convergenza</strong> nel primo e nel secondo periodo nel Nord e nel Centro sia<br />
considerata nel suo comp<strong>le</strong>sso sia suddivisa in consumi ed investimenti<br />
pubblici. Nel Sud solo i consumi pubblici contribuiscono alla<br />
<strong>convergenza</strong> e solo nel primo periodo. Quindi nel Sud la spesa pubblica<br />
non ha mai un effetto significativamente positivo sulla <strong>convergenza</strong>,<br />
nonostante <strong>il</strong> <strong>tra</strong>sferimento di ingenti e sempre crescenti risorse<br />
pubbliche. Nel terzo periodo la spesa pubblica, e soprattutto la parte<br />
destinata agli investimenti, cessa di essere un fattore positivo per la<br />
crescita e la <strong>convergenza</strong> in tutto <strong>il</strong> paese.<br />
Una critica al<strong>le</strong> regressioni presentate potrebbe essere la seguente:<br />
sp, cp e ip sono da considerarsi parzialmente endogene a causa <strong>della</strong><br />
tendenza dei governi ad agire in maniera anticiclica (in fasi depressive<br />
del ciclo economico la spesa pubblica viene aumentata mentre in fasi di<br />
espansione <strong>economica</strong> la spesa pubblica viene ridotta). Tuttavia, in<br />
primo luogo la correlazione potenzia<strong>le</strong> risultante da questa endogeneità<br />
sarebbe negativa; ciò significa che essa tenderebbe a ridurre <strong>il</strong> valore<br />
assoluto dei coefficienti nel<strong>le</strong> Tabel<strong>le</strong> 4-6. I coefficienti trovati sono<br />
però positivi o quasi nulli: rimuovendo questa presunta correlazione, i<br />
nostri risultati verrebbero solamente rinforzati. In secondo luogo,<br />
accettando l'ipotesi di azione anticiclica da parte dei governi, <strong>il</strong> ritardo<br />
<strong>tra</strong> la fase di ristagno o di crisi del ciclo economico e l'aumento effettivo<br />
degli investimenti pubblici sarebbe comunque estremamente lungo,<br />
soprattutto nel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali dove l'amminis<strong>tra</strong>zione pubblica è<br />
particolarmente inefficiente. Quindi l'uso di medie quinquennali riduce<br />
sensib<strong>il</strong>mente questa possibi<strong>le</strong> correlazione dato che un ciclo economico<br />
solitamente non dura più di 5 anni. In terzo luogo, gli investimenti<br />
pubblici tendono ad essere distribuiti <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> più sulla base dei<br />
criteri e<strong>le</strong>ttoralistici del<strong>le</strong> figure di spicco <strong>della</strong> politica naziona<strong>le</strong> e del<br />
verificarsi di calamità naturali (per esempio terremoti) o eventi<br />
favorevoli (come gli anni santi o giubi<strong>le</strong>i organizzati dal Vaticano per <strong>il</strong><br />
Lazio) piuttosto che sulla base di criteri economici (politiche<br />
economiche anticicliche, ritorni economici sugli investimenti). Infine, la<br />
distribuzione in termini geografici dei consumi pubblici è piuttosto<br />
indipendente dal ciclo economico, specialmente nel Sud, poiché i sussidi<br />
alla disoccupazione non sono molto sv<strong>il</strong>uppati in Italia: essi favoriscono<br />
23
quasi esclusivamente gli occupati del<strong>le</strong> grandi imprese che sono<br />
concen<strong>tra</strong>te soprattutto nel Nord.<br />
In ogni caso, dall'esame <strong>della</strong> correlazione esistente <strong>tra</strong> <strong>il</strong> tasso di<br />
crescita medio di ciascun quinquennio e la media quinquenna<strong>le</strong> di ip e<br />
cp sull'intero periodo considerato e in tutte <strong>le</strong> macro-<strong>regioni</strong> emerge che<br />
ta<strong>le</strong> correlazione è significativa e negativa. Essa è più significativa con<br />
cp piuttosto che con ip. Tuttavia la correlazione <strong>tra</strong> <strong>il</strong> tasso di crescita e<br />
ip scompare nel Sud nel periodo 1980-93; a tal proposito si veda la Fig.<br />
3. La correlazione <strong>tra</strong> <strong>il</strong> tasso di crescita medio quinquenna<strong>le</strong> del<strong>le</strong><br />
<strong>regioni</strong> del Sud ed i consumi pubblici (cp) è visualizzata in Fig. 4. Essa è<br />
significativamente negativa, ma solo per la presenza di 8 osservazioni<br />
"anoma<strong>le</strong>" ("outliers"; si veda l'insieme di punti in basso a des<strong>tra</strong>). Senza<br />
gli 8 "outliers" la correlazione è positiva. Tutte queste osservazioni<br />
"anoma<strong>le</strong>" si riferiscono al periodo 1990-93 30 , cioè ad un periodo di<br />
crescita molto bassa per <strong>il</strong> Sud. S<strong>tra</strong>namente nel Sud cp è aumentata<br />
ancora molto nel periodo 1990-92, di qualcosa come <strong>il</strong> 30-40% in<br />
termini reali. Poiché <strong>le</strong> politiche anticicliche nei confronti <strong>della</strong><br />
disoccupazione sono praticamente inesistenti nel Sud per <strong>le</strong> ragioni che<br />
spiegavamo poch'anzi, <strong>il</strong> forte aumento di cp che si osserva nel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong><br />
meridionali nel periodo dev'essere senz'altro ricondotto al<strong>le</strong> politiche di<br />
incremento del pubblico impiego e ad altri programmi di spesa<br />
probab<strong>il</strong>mente decisi in larga parte nel quinquennio precedente. Pertanto<br />
<strong>il</strong> comportamento di cp nel periodo 1990-92 è con tutta probab<strong>il</strong>ità la<br />
conseguenza degli intrecci politico-affaristico-mafiosi i cui effetti<br />
spiegano anche la diffusione <strong>della</strong> criminalità organizzata, l'aumento<br />
degli omicidi volontari e l'arresto <strong>della</strong> crescita <strong>economica</strong> in queste<br />
<strong>regioni</strong>.<br />
Fig. 3-Correlazione <strong>tra</strong> <strong>il</strong> tasso di crescita medio quinquenna<strong>le</strong> del PIL<br />
p.c. (y) e gli investimenti pubblici (ip), medie quinquennali, Sud, 1980-<br />
93 31 .<br />
30 1990-92 per cp.<br />
31 L'interpolazione lineare visualizzata in Fig. 3 è basata sulla seguente regressione (t<br />
di Student in parentesi): y = 0.013 (1.06) + 0.003 (0.29) ipd3dm; Adj.R 2 = -0.04.<br />
24
0,04<br />
0,03<br />
0,02<br />
y<br />
0,01<br />
0<br />
0,6<br />
-0,01<br />
0,7 0,8 0,9 1 1,1 1,2 1,3 1,4<br />
ipd3dm<br />
Fig. 4-Correlazione <strong>tra</strong> <strong>il</strong> tasso di crescita medio quinquenna<strong>le</strong> del PIL<br />
p.c. (y) e i consumi pubblici (cp), medie quinquennali, Sud, 1980-93 32 .<br />
y<br />
0,04<br />
0,035<br />
0,03<br />
0,025<br />
0,02<br />
0,015<br />
0,01<br />
0,005<br />
0<br />
-0,005 0,9 1,1 1,3 1,5 1,7 1,9<br />
-0,01<br />
cpd3dm<br />
Concludiamo che nel Sud cp e ip, almeno nel periodo 1980-93,<br />
non agiscono in maniera anticiclica. Questa mancanza di correlazione<br />
inversa <strong>tra</strong> la crescita del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> da una parte e ip e cp dall'al<strong>tra</strong> hanno<br />
importanti implicazioni anche per quanto riguarda l'attendib<strong>il</strong>ità dei<br />
risultati che presenteremo nella prossima sezione (dove la variabi<strong>le</strong><br />
dipendente è <strong>il</strong> tasso di occupazione).<br />
Se si considera plausibi<strong>le</strong> l'ipotesi secondo cui la spesa pubblica<br />
nel Sud ha favorito a partire dai primi anni '80 la corruzione e la<br />
criminalità organizzata, la conclusione più ovvia che ne segue è che <strong>il</strong><br />
denaro speso dai governi italiani nel Sud dai primi anni '80 in poi ha<br />
esercitato un effetto estremamente negativo sulla <strong>convergenza</strong> e che è<br />
perciò meglio non impiegare risorse pubbliche nel Sud fino a quando <strong>il</strong><br />
constesto socio-economico non sia stato comp<strong>le</strong>tamente ripulito. Una<br />
forte e generalizzata riduzione dell'imposizione fisca<strong>le</strong> avrebbe un<br />
effetto molto positivo sulla crescita di lungo periodo dell'intero paese e<br />
molto probab<strong>il</strong>mente anche su quella del Sud. La percezione sempre più<br />
chiara che i contribuenti del Nord hanno di quante risorse pubbliche<br />
vengano sprecate nel Sud e di come queste ultime non facciano altro che<br />
32 L'interpolazione lineare visualizzata in Fig. 4 è basata sulla seguente regressione (t<br />
di Student in parentesi): y = 0.05 (3.59) - 0.023 (-2.39) cpd3dm; Adj.R 2 = 0.17.<br />
25
contribuire all'espansione <strong>della</strong> corruzione e a foraggiare la criminalità<br />
organizzata stimola l'evasione fisca<strong>le</strong> (che in queste circostanze<br />
potrebbe anche avere una giustificazione mora<strong>le</strong>) e ha portato alla<br />
nascita e alla crescita, nei primi anni '90, <strong>della</strong> Lega Nord.<br />
Una stima approssimativa dell'effetto congiunto <strong>della</strong> criminalità e<br />
<strong>della</strong> spesa pubblica sulla <strong>convergenza</strong> del Sud può essere ottenuta dalla<br />
differenza <strong>tra</strong> la β-<strong>convergenza</strong> assoluta stimata in Tabella 1 (1,4%) e la<br />
β-<strong>convergenza</strong> condizionata stimata nel<strong>le</strong> Tabel<strong>le</strong> 3-6, che nel<strong>le</strong><br />
regressioni migliori raggiunge <strong>il</strong> 3%. Considerando più prudentemente<br />
una stima del 2,7%, <strong>le</strong> politiche economiche "sbagliate" per <strong>il</strong> Sud e<br />
l'incapacità (o la mancata volontà) da parte dei governi italiani di<br />
mantenere la <strong>le</strong>gge e l'ordine almeno ai livelli degli anni '60 hanno<br />
abbassato di circa 1,3 punti percentuali <strong>il</strong> tasso di crescita medio annuo<br />
del PIL pro-capite del Sud nei 34 anni considerati. Solo nel periodo<br />
1960-71 <strong>le</strong> politiche economiche seguite dai governi si sono dimos<strong>tra</strong>te<br />
corrette, dato che la β-<strong>convergenza</strong> assoluta ri<strong>le</strong>vata in ta<strong>le</strong> periodo<br />
(3,2%, si veda la terza regressione <strong>della</strong> Tabella 1) che misura la<br />
<strong>convergenza</strong> effettiva è al di sopra <strong>della</strong> β-<strong>convergenza</strong> condizionata<br />
misurata per l'intero periodo e assunta come base per i nostri calcoli<br />
(2,7%). In questo periodo l'esistenza di politiche economiche "corrette"<br />
e <strong>il</strong> fatto che la criminalità e la corruzione fossero ancora sotto controllo<br />
hanno perciò contribuito positivamente alla <strong>convergenza</strong> per circa 0,5<br />
punti percentuali all'anno. Nel periodo 1971-93 esse hanno invece<br />
"sot<strong>tra</strong>tto" 2,2 punti percentuali all'anno al tasso medio di crescita del<br />
Sud riducendolo dal già ricordato 2,7% (teorico) all'effettivo 0,5%.<br />
Questi calcoli non considerano, inoltre, che una più e<strong>le</strong>vata imposizione<br />
fisca<strong>le</strong>, necessaria per finanziare la spesa pubblica, ha abbassato <strong>il</strong> tasso<br />
di crescita dell'intero paese, come suggerito da Daveri e Tabellini<br />
(1997).<br />
3-Una variabi<strong>le</strong> dipendente alternativa: <strong>il</strong> tasso di occupazione<br />
regiona<strong>le</strong><br />
Usando esattamente <strong>le</strong> stesse metodologie di calcolo e <strong>le</strong> stesse<br />
variab<strong>il</strong>i esplicative viste nella Sezione 2 analizziamo in questa sezione<br />
l'effetto del tasso di criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica sul tasso di<br />
occupazione definito come rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> numero di occupati e la<br />
popolazione residente in ciascuna regione. La Tabella 7 corrisponde alla<br />
Tabella 3 <strong>della</strong> Sezione 2; l'unica differenza è rappresentata dalla<br />
variabi<strong>le</strong> dipendente.<br />
26
Il coefficiente del reddito inizia<strong>le</strong> è positivo; ciò suggerisce che <strong>le</strong><br />
<strong>regioni</strong> più ricche hanno anche un tasso di occupazione più alto. Il<br />
coefficiente del tasso di criminalità è negativo e in genera<strong>le</strong> molto più<br />
significativo di quanto visto nel<strong>le</strong> regressioni che considerano come<br />
variabi<strong>le</strong> dipendente <strong>il</strong> tasso di crescita del PIL pro-capite. La variabi<strong>le</strong><br />
consumi pubblici ha un coefficiente negativo e significativamente<br />
diverso da zero ad un livello di confidenza dell'1%, confermando così<br />
l'ipotesi secondo cui <strong>le</strong> pensioni di invalidità, la generosità del sistema<br />
pensionistico, i sussidi al<strong>le</strong> famiglie e l'incremento nel pubblico impiego<br />
portano ad un più basso tasso di occupazione. Il coefficiente degli<br />
investimenti pubblici non è significativamente diverso da zero; più<br />
avanti vedremo tuttavia che questa mancanza di significatività dipende<br />
solo dal<strong>le</strong> enormi differenze esistenti <strong>tra</strong> Centro-Nord e Sud.<br />
Scomponendo <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esplicative secondo <strong>il</strong> criterio tempora<strong>le</strong><br />
usato nel caso del PIL pro-capite si ottengono <strong>le</strong> regressioni contenute in<br />
Tabella 8. In primo luogo osserviamo che <strong>il</strong> coefficiente del tasso di<br />
criminalità è sempre molto significativo e negativamente correlato con <strong>il</strong><br />
tasso di occupazione. In secondo luogo la sua significatività aumenta<br />
fortemente nel corso del tempo, come ci si attendeva. La spesa pubblica<br />
non risulta mai significativa. Ciò dipende dal persistente effetto negativo<br />
esercitato dai consumi pubblici sull'occupazione la cui significatività si<br />
rafforza nel corso del tempo, e dall'effetto positivo degli investimenti<br />
pubblici nel primo periodo. Si noti inoltre che nel<strong>le</strong> regressioni che non<br />
considerano <strong>il</strong> tasso di criminalità l'Adjusted R 2 si abbassa in maniera<br />
molto significativa, mentre nel<strong>le</strong> regressioni con <strong>il</strong> tasso di crescita del<br />
PIL ciò non accadeva (cfr. Tabel<strong>le</strong> 3-6); ciò sembra suggerire che <strong>il</strong><br />
tasso di criminalità è più importante nello spiegare l'occupazione di<br />
quanto lo sia per la crescita e la <strong>convergenza</strong>.<br />
Da una scomposizione territoria<strong>le</strong> del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esogene si<br />
ottengono ulteriori importanti informazioni. I risultati sono contenuti in<br />
Tabella 9. Innanzitutto osserviamo che <strong>il</strong> livello inizia<strong>le</strong> del reddito<br />
perde la sua significatività, ma ciò non pone seri prob<strong>le</strong>mi dato che non<br />
stiamo spiegando la <strong>convergenza</strong> ma <strong>il</strong> tasso di occupazione. Per quanto<br />
riguarda <strong>il</strong> tasso di criminalità esso non è mai significativamente<br />
correlato con l'occupazione nel Nord, mentre è molto significativo nel<br />
Centro e ancor di più nel Sud. Nel Centro-Sud <strong>il</strong> suo impatto sul tasso di<br />
occupazione è negativo. Gli investimenti pubblici hanno un effetto<br />
positivo e molto significativo sull'occupazione nel Nord e nel Centro,<br />
com'era <strong>le</strong>cito attendersi, ma <strong>il</strong> loro effetto è invece significativamente<br />
negativo nel Sud confermando così la nos<strong>tra</strong> ipotesi secondo cui in ta<strong>le</strong><br />
area c'è effettivamente più di qualcosa che non va. Infine, la spesa<br />
27
pubblica considerata nel suo comp<strong>le</strong>sso e i consumi pubblici esercitano<br />
un effetto negativo e significativo sull'occupazione nel Sud. Nel Centro-<br />
Nord l'effetto dei consumi pubblici varia da neu<strong>tra</strong><strong>le</strong> a positivo a<br />
seconda del<strong>le</strong> regressioni.<br />
Le regressioni caratterizzate da una scomposizione sia tempora<strong>le</strong><br />
sia territoria<strong>le</strong> del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i esogene sono contenute in Tabella 10.<br />
Presentiamo anche regressioni senza <strong>il</strong> tasso di criminalità poichè nel<br />
terzo periodo nel Sud essa è fortemente correlata con la spesa pubblica e<br />
questo può portare a stime imprecise del<strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i di spesa. Il risultato<br />
pricipa<strong>le</strong> di queste regressioni è che in tutti e tre i periodi <strong>il</strong> tasso di<br />
criminalità non influenza mai significativamente l'occupazione nel Nord,<br />
mentre nel Sud la correlazione è sempre negativa e molto significativa.<br />
Il risultato per <strong>il</strong> Sud con<strong>tra</strong>sta con quanto trovato in Tabella 6 dove nel<br />
primo periodo <strong>il</strong> tasso di criminalità nel Sud non influenzava<br />
negativamente la <strong>convergenza</strong>.<br />
Un'idea approssimativa di quanto la spesa pubblica ed <strong>il</strong> tasso di<br />
criminalità siano <strong>tra</strong> loro correlati nel Sud può essere ottenuta<br />
confrontando la significatività <strong>della</strong> variabi<strong>le</strong> crimd3dm nel<strong>le</strong> prime due<br />
regressioni <strong>della</strong> Tabella 10: se togliamo la spesa pubblica nella seconda<br />
regressione, la t statistica del coefficiente del tasso di criminalità<br />
aumenta da 5,4 a 8,6. Si osservi anche che se togliamo la spesa pubblica<br />
l'Adjusted R 2 si riduce solo di poco (cfr. regr. 1 e 2 di Tabella 10).<br />
Il tasso di criminalità nel Centro ha un effetto significativamente<br />
negativo nel primo periodo, non è significativo nel secondo mentre torna<br />
ad essere negativo nel terzo, anche se con una minore significatività. I<br />
consumi pubblici esercitano sempre un effetto negativo e molto<br />
significativo sull'occupazione; probab<strong>il</strong>mente essi creano forti<br />
distorsioni nel mercato del lavoro. In tutti i periodi la significatività del<br />
coefficiente dei consumi pubblici aumenta fortemente se togliamo la<br />
criminalità dalla regressione, segno che la correlazione <strong>tra</strong> esse è molto<br />
alta. Nel Centro-Nord i consumi pubblici non hanno un effetto ben<br />
delineato sull'occupazione. Gli investimenti pubblici sono positivamente<br />
e significativamente correlati con l'occupazione in tutti i tre periodi nel<br />
Centro-Nord, ed in particolare nel Centro, mentre <strong>il</strong> loro coefficiente è<br />
sempre significativamente negativo nel Sud.<br />
Nel loro insieme <strong>le</strong> regressioni che ut<strong>il</strong>izzano <strong>il</strong> tasso di<br />
occupazione come variabi<strong>le</strong> dipendente mos<strong>tra</strong>no gli effetti esercitati<br />
dalla criminalità e dalla spesa pubblica ancor più chiaramente di quel<strong>le</strong><br />
che considerano <strong>il</strong> tasso di crescita del PIL pro-capite. Esse tendono a<br />
confermare i risultati <strong>della</strong> Sezione 2 e forniscono un quadro ancora più<br />
chiaro del <strong>ruolo</strong> <strong>della</strong> spesa pubblica nei tre gruppi di <strong>regioni</strong> e nei tre<br />
28
periodi considerati, evidenziando <strong>le</strong> profonde differenze <strong>tra</strong> <strong>il</strong> Nord ed <strong>il</strong><br />
Sud.<br />
4-Conclusioni<br />
In linea con altri studi sul tema questo lavoro trova una una forte<br />
<strong>convergenza</strong> nel corso del periodo 1960-71 <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong>. La<br />
stima <strong>della</strong> β-<strong>convergenza</strong> assoluta indica un tasso di <strong>convergenza</strong><br />
medio annuo di circa <strong>il</strong> 3,2% per questo periodo. Dopo <strong>il</strong> 1971 <strong>il</strong> lavoro<br />
evidenzia periodi di divergenza seguiti da periodi di più <strong>le</strong>nta<br />
<strong>convergenza</strong> rispetto agli anni '60 (si veda la Tabella 1). Dopo <strong>il</strong> 1984 <strong>il</strong><br />
PIL rea<strong>le</strong> pro-capite medio del<strong>le</strong> 8 <strong>regioni</strong> meridionali diminuisce se<br />
confrontato con quello del Centro-Nord; ta<strong>le</strong> fenomeno si accentua a<br />
partire dal 1991. Il risultato fina<strong>le</strong> è una β-<strong>convergenza</strong> assoluta per<br />
l'intero periodo 1960-93 di un più modesto 1,4% annuo.<br />
La Sezione 1 presenta una breve analisi storica dei fattori che<br />
possono aver condizionato queste fasi di <strong>convergenza</strong> e di divergenza<br />
<strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> e in particolare <strong>tra</strong> <strong>il</strong> Sud e <strong>il</strong> Centro-Nord e<br />
fornisce due possib<strong>il</strong>i spiegazioni del perchè <strong>il</strong> processo di <strong>convergenza</strong><br />
abbia dapprima cominciato a ral<strong>le</strong>ntare considerevolmente nel corso<br />
degli anni '70 e si sia poi comp<strong>le</strong>tamente fermato a partire dai primi anni<br />
'80. Le politiche economiche "sbagliate" nel Sud portate avanti con<br />
ostinazione dai governi italiani ed <strong>il</strong> rafforzamento <strong>della</strong> criminalità<br />
organizzata e <strong>della</strong> corruzione hanno <strong>le</strong>ntamente imbrigliato e poi<br />
bloccato i fattori di sv<strong>il</strong>uppo naturalmente presenti nell'area anche se<br />
solo allo stato potenzia<strong>le</strong>. Con riferimento ai cambiamenti degli effetti<br />
<strong>della</strong> spesa pubblica nel corso del tempo la nos<strong>tra</strong> ipotesi inizia<strong>le</strong> è che<br />
l'intervento pubblico nel Sud sia stato largamente benefico nel decennio<br />
'60, neu<strong>tra</strong><strong>le</strong> negli anni '70 e negativo negli anni '80 e '90. Queta<br />
suddivisione tempora<strong>le</strong> è suggerita anche da Costabi<strong>le</strong> e Giannola<br />
(1996).<br />
All'inizio <strong>della</strong> Sezione 2 vengono fornite alcune spiegazioni<br />
teoriche del perchè ci dobbiamo attendere una crescita <strong>economica</strong> più<br />
<strong>le</strong>nta in quel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> o paesi in cui la criminalità e la corruzione sono<br />
più diffuse. Nel testo e in alcune note ricordiamo episodi personalmente<br />
sperimentati da uno di noi. Essi vogliono fornire al <strong>le</strong>ttore, e<br />
specialmente a quello del Nord Italia o s<strong>tra</strong>niero, un esempio <strong>della</strong><br />
mancanza di <strong>tra</strong>sparenza nell'amminis<strong>tra</strong>zione pubblica del Centro-Sud e<br />
dell'assenza di un sistema giudiziario efficiente (ci vogliono decenni<br />
affinchè un processo venga portato a conclusione), nonchè mos<strong>tra</strong>re<br />
29
quanto sia diffici<strong>le</strong> condurre un'attività produttiva o commercia<strong>le</strong> in<br />
molte zone del Sud. Questi episodi possono contribuire a spiegare la<br />
quasi tota<strong>le</strong> mancanza di investimenti diretti provenienti dall'estero che<br />
caratterizza quel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> in cui la criminalità organizzata è più forte e<br />
perchè <strong>il</strong> capita<strong>le</strong> privato del Nord Italia viene investito nel Sud solo<br />
quando i benefici fiscali e contributivi e gli incentivi pubblici sono<br />
altissimi 33 .<br />
Nella parte empirica di questo lavoro (Sezioni 2 e 3) dividiamo<br />
l'intero periodo considerato (1960-93) in 7 sottoperiodi di 5 anni<br />
ciascuno 34 e costruiamo medie quinquennali di dati annuali. Abbiamo<br />
quindi 7 osservazioni per 20 <strong>regioni</strong>, per un tota<strong>le</strong> di 140 osservazioni<br />
per ciascuna regressione. Le regressioni presentate in questo lavoro<br />
hanno perciò almeno 120 gradi di libertà; ciò rinforza l'attendib<strong>il</strong>ità dei<br />
risultati ottenuti. Rispetto a precedenti studi sulla <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>le</strong><br />
<strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong>, studi in cui la criminalità non sembra avere effetti<br />
significativi sul processo di <strong>convergenza</strong>, noi ut<strong>il</strong>izziamo un diverso<br />
indice di criminalità: <strong>il</strong> numero di omicidi volontari consumati. Questo<br />
indice è certamente meno soggetto a sottostimare <strong>il</strong> fenomeno <strong>della</strong><br />
criminalità, e in special modo quella organizzata, rispetto ad altri che<br />
considerano i delitti contro <strong>il</strong> patrimonio, l'economia e la fede pubblica o<br />
i delitti in genera<strong>le</strong> (due variab<strong>il</strong>i ut<strong>il</strong>izzate in studi precedenti) ed è<br />
scarsamente influenzata dagli omicidi commessi per rapina (come<br />
accade invece nel<strong>le</strong> città degli Usa) dato che questo tipo di omicidi non<br />
è molto comune in Italia.<br />
Le nostre ipotesi vengono pienamente confermate dall'analisi<br />
econometrica <strong>della</strong> Sezione 2, la qua<strong>le</strong> mos<strong>tra</strong> come la nos<strong>tra</strong> variabi<strong>le</strong><br />
per la criminalità organizzata risulti essere la più significativa nello<br />
spiegare la mancata <strong>convergenza</strong> del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Sud dal 1980 in poi,<br />
come i consumi pubblici tendano ad avere un effetto benefico nel<strong>le</strong> tre<br />
macro-<strong>regioni</strong> durante gli anni '60, mantengano un effetto debolmente<br />
positivo nel decennio '70 e perdano significatività dopo <strong>il</strong> 1980, mentre<br />
gli investimenti non esercitano effetti degni di nota nel Sud in tutti i<br />
periodi. Uno studio sulla <strong>convergenza</strong> <strong>tra</strong> <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> trova che la<br />
corruzione, misurata dai delitti contro la pubblica amminis<strong>tra</strong>zione,<br />
influenza negativamente la <strong>convergenza</strong> (Del Monte e Papagni, 1997) e<br />
ciò non con<strong>tra</strong>ddice certamente <strong>le</strong> principali conclusioni del nostro<br />
lavoro dato che la corruzione e la criminalità vanno di pari passo.<br />
33 E quando essi si spostano tendono a dirigersi verso quel<strong>le</strong> aree in cui la criminalità<br />
organizzata è assente o comunque non troppo forte.<br />
34 Fa eccezione l'ultimo sottoperiodo che è costituito da soli 4 anni.<br />
30
Nella Sezione 3 replichiamo i tests <strong>della</strong> Sezione 2 ut<strong>il</strong>izzando<br />
come variabi<strong>le</strong> dipendente <strong>il</strong> rapporto <strong>tra</strong> <strong>il</strong> numero di occupati e la<br />
popolazione di ciascuna regione e verifichiamo che già nel decennio '60<br />
<strong>il</strong> tasso di criminalità influenzava negativamente l'occupazione nel Sud,<br />
che <strong>il</strong> suo effetto negativo diventa sempre più significativo con <strong>il</strong><br />
<strong>tra</strong>scorrere del tempo, che i consumi pubblici nel Sud esercitano sempre<br />
un effetto negativo e molto significativo sull'occupazione e che gli<br />
investimenti pubblici tendono ad avere un effetto positivo e significativo<br />
sull'occupazione nei tre periodi nel Centro-Nord mentre nel Sud esso è<br />
significativamente negativo già nel corso degli anni '60. Nel comp<strong>le</strong>sso<br />
<strong>il</strong> potere esplicativo del<strong>le</strong> nostre variab<strong>il</strong>i esogene è più forte nel<strong>le</strong><br />
regressioni che ut<strong>il</strong>izzano come variabi<strong>le</strong> dipendente <strong>il</strong> tasso di<br />
occupazione. Aggiungendo la Sezione 3 allo studio analizziamo anche<br />
uno dei principali canali at<strong>tra</strong>verso cui <strong>il</strong> tasso di criminalità e la spesa<br />
pubblica influenzano la <strong>convergenza</strong>: <strong>il</strong> mercato del lavoro 35 .<br />
Alla fine <strong>della</strong> Sezione 2 presentiamo una stima approssimativa<br />
dell'effetto congiunto <strong>della</strong> criminalità e <strong>della</strong> spesa pubblica sulla<br />
<strong>convergenza</strong> del Sud confrontando la β-<strong>convergenza</strong> assoluta stimata in<br />
Tabella 1 con la β-<strong>convergenza</strong> condizionata stimata nel<strong>le</strong> Tabel<strong>le</strong> 3-6.<br />
Considerando una stima prudenzia<strong>le</strong> del 2,7%, <strong>le</strong> politiche economiche<br />
"sbagliate" attuate dai governi nel Sud e l'incapacità o, peggio, la<br />
mancanza di volontà di mantenere un clima di sufficiente <strong>le</strong>galità sono<br />
costate al Sud circa 2,2 punti percentuali all'anno in termini di minor<br />
crescita del PIL pro-capite durante i 23 anni che vanno dal 1971 al 1993.<br />
Le politiche economiche attuate dai governi nel periodo 1960-71 sono<br />
risultate invece "corrette" e hanno contribuito alla <strong>convergenza</strong> nella<br />
misura di 0,5 punti percentuali all'anno. Questa stima non considera <strong>il</strong><br />
fatto che la più e<strong>le</strong>vata imposizione fisca<strong>le</strong> necessaria per finanziare<br />
questa spesa pubblica "dannosa" ha ral<strong>le</strong>ntato la crescita <strong>economica</strong> di<br />
tutto <strong>il</strong> paese 36 .<br />
Un'ipotesi che avanziamo ma che non verifichiamo direttamente<br />
in questo lavoro è che la spesa pubblica, sia quella corrente che per gli<br />
investimenti, aumenti la forza <strong>economica</strong> <strong>della</strong> criminalità organizzata e<br />
<strong>il</strong> suo controllo sul territorio. Il giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla<br />
Mafia nel 1992, era ben consapevo<strong>le</strong> di questo <strong>le</strong>game. Sfortunatamente<br />
non possiamo verificare empiricamente la validità <strong>della</strong> nos<strong>tra</strong> ipotesi,<br />
35<br />
Per un modello di crescita <strong>economica</strong> che spieghi come l'aumento <strong>della</strong><br />
disoccupazione può ridurre la crescita <strong>economica</strong> nel lungo periodo si veda Daveri e<br />
Tabellini (1997).<br />
36 Si veda ancora Daveri e Tabellini (1997) per quanto riguarda l'evidenza empirica<br />
<strong>della</strong> forza di questo effetto.<br />
31
anche perchè la nos<strong>tra</strong> misura <strong>della</strong> forza <strong>della</strong> criminalità organizzata<br />
non è certamente la variabi<strong>le</strong> idea<strong>le</strong> per catturare i m<strong>il</strong>ioni di <strong>tra</strong>nsazioni<br />
"nascoste" o "sommerse" che interferiscono negativamente con<br />
l'allocazione efficiente del<strong>le</strong> risorse nel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> del Sud. Il fatto che<br />
durante l'ultimo periodo considerato (1984-93) nella prima regressione<br />
<strong>della</strong> Tabella 10 <strong>il</strong> tasso di criminalità nel Sud (crimd3dm) acquisti<br />
maggiore significatività togliendo la spesa pubblica può già essere un<br />
indizio che <strong>le</strong> due variab<strong>il</strong>i svolgono più o meno la stessa funzione nello<br />
spiegare l'andamento del tasso di occupazione regiona<strong>le</strong>.<br />
Un interessante studio sul<strong>le</strong> determinanti degli omicidi volontari<br />
nel<strong>le</strong> 20 <strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong> di Marselli e Vannini (1997) mos<strong>tra</strong> che gli<br />
omicidi sono significativamente e positivamente influenzati dalla spesa<br />
socia<strong>le</strong> e dalla percentua<strong>le</strong> di occupati nel settore dei servizi e nel settore<br />
pubblico; <strong>il</strong> numero di agenti di Polizia in rapporto alla popolazione<br />
residente di ciascuna regione esercita invece un effetto negativo sugli<br />
omicidi. Marselli e Vannini mos<strong>tra</strong>no anche che nel<strong>le</strong> <strong>regioni</strong> a più<br />
e<strong>le</strong>vata densità crimina<strong>le</strong> non c'è affatto una percentua<strong>le</strong> più e<strong>le</strong>vata<br />
(rispetto alla popolazione residente) di agenti di Polizia, Carabinieri e di<br />
magis<strong>tra</strong>ti, come invece sarebbe <strong>le</strong>cito attendersi. Del Monte (1996)<br />
trova invece che nel Sud la spesa pubblica genera corruzione. I risultati<br />
trovati da questi autori sono perfettamente in linea con i nostri.<br />
Per quanto riguarda <strong>le</strong> implicazioni di politica <strong>economica</strong> <strong>il</strong><br />
messaggio di questo lavoro dovrebbe risultare abbastanza chiaro.<br />
Innanzitutto <strong>il</strong> governo cen<strong>tra</strong><strong>le</strong> dovrebbe adoperarsi, soprattutto nel<br />
Sud, al fine di acce<strong>le</strong>rare i processi penali e civ<strong>il</strong>i, aumentare <strong>le</strong> risorse<br />
destinate al sistema giudiziario e al<strong>le</strong> forze di polizia, combattere con<br />
più convinzione la corruzione e la criminalità organizzata e introdurre<br />
<strong>le</strong>ggi speciali i cui effetti siano circoscritti al<strong>le</strong> aree più colpite dalla<br />
criminalità. Una <strong>le</strong>gislazione pena<strong>le</strong> predisposta per i delitti "ordinari"<br />
non è certamente sufficiente per combattere <strong>le</strong> organizzazioni criminali<br />
operanti nel Sud. Queste <strong>le</strong>ggi "speciali" potrebbero essere molto ut<strong>il</strong>i<br />
per ridurre e rendere più diffic<strong>il</strong>i i <strong>le</strong>gami <strong>tra</strong> criminalità, pubblica<br />
amminis<strong>tra</strong>zione e sistema politico.<br />
In secondo luogo, finchè questo lavoro di "pulizia" non sarà<br />
messo in opera <strong>il</strong> governo si dovrebbe astenere dall'aumentare gli<br />
investimenti nel Sud non essendo in grado (fino ad ora) di controllare la<br />
destinazione ultima di gran parte di essi. Viceversa, sarebbe molto<br />
meglio per l'intero paese ridurre drasticamente l'imposizione fisca<strong>le</strong>.<br />
In terzo luogo, dato che i consumi pubblici hanno dimos<strong>tra</strong>to di<br />
avere effetti fortemente negativi sull'occupazione del<strong>le</strong> <strong>regioni</strong><br />
meridionali, <strong>il</strong> governo dovrebbe adoperarsi per ridurli nel più breve<br />
32
tempo possibi<strong>le</strong>. Anche la riduzione del numero di impiegati pubblici<br />
potrebbe migliorare la crescita di lungo periodo non solo del Sud<br />
(sappiamo bene quanto sia spropositato <strong>il</strong> numero di impiegati pubblici<br />
in quest'area) ma di tutta la nazione. Una politica di riduzione del peso<br />
del settore pubblico potrebbe anche permettere una riduzione<br />
dell'imposizione fisca<strong>le</strong> e del costo del lavoro in tutto <strong>il</strong> paese e<br />
contribuire quindi alla crescita <strong>economica</strong> per ta<strong>le</strong> via. Essa<br />
aumenterebbe anche lo spazio per <strong>il</strong> mercato nel Sud. Ma è anche ovvio<br />
che nessun mercato si può sv<strong>il</strong>uppare se la <strong>le</strong>gge e l'ordine non sono<br />
ristab<strong>il</strong>iti. Potrebbero essere ut<strong>il</strong>i anche misure finalizzate ad aumentare<br />
la f<strong>le</strong>ssib<strong>il</strong>ità del mercato del lavoro (come ad esempio deduzioni fiscali<br />
per gli emigranti). In aggiunta a tutto ciò si dovrebbero inviare chiari<br />
segnali per far capire che la musica è cambiata, mentre invece gli attuali<br />
governi stanno facendo tutto <strong>il</strong> con<strong>tra</strong>rio dando occupazione per uno o<br />
due anni a centinaia di migliaia di giovani sotto forma di "lavori<br />
socialmente ut<strong>il</strong>i" e creando così l'aspettativa di un lavoro sicuro e<br />
permanente. E poichè sono sempre <strong>le</strong> autorità locali a decidere a chi dare<br />
lavoro, ci troviamo nuovamente di fronte ad una situazione che può<br />
favorire la corruzione e <strong>il</strong> potere <strong>della</strong> criminalità organizzata. Possiamo<br />
immaginarci i rischi che corre un sindaco o un assessore che si rifiuta di<br />
assumere persone raccomandate dai delinquenti del posto!<br />
Esistono parecchi e recenti studi sul <strong>ruolo</strong> <strong>della</strong> criminalità<br />
organizzata, <strong>della</strong> corruzione, dell'imposizione fisca<strong>le</strong>, <strong>della</strong> dimensione<br />
del settore pubblico, del livello qualitativo del<strong>le</strong> istituzioni e <strong>della</strong><br />
mancanza di libertà <strong>economica</strong> in Italia che giungono a conclusioni<br />
molto sim<strong>il</strong>i al<strong>le</strong> nostre. Quintieri (1998) e Quintieri e Paganetto (1998)<br />
suggeriscono che la mancanza di libertà <strong>economica</strong> e l'eccessiva<br />
regolamentazione sono negativi per la crescita, Del Monte e Papagni<br />
(1997) mos<strong>tra</strong>no quanto la corruzione sia stata negativa per la crescita<br />
del paese, Costabi<strong>le</strong> e Giannola (1996) e Marselli e Vannini (1996)<br />
pongono l'accento sul <strong>ruolo</strong> giocato dalla probab<strong>il</strong>ità di essere puniti e<br />
sul rafforzamento dei diritti di proprietà. Daveri e Tabellini (1997)<br />
mos<strong>tra</strong>no che un'alto livello di imposizione fisca<strong>le</strong> aumenta la<br />
disoccupazione e abbassa la crescita <strong>economica</strong>.<br />
Ben sapendo che <strong>le</strong> probab<strong>il</strong>ità che gli attuali o i futuri governi<br />
italiani adottino i provvedimenti necessari sono molto scarse, noi<br />
auspichiamo che siano i governi dell'Unione Europea e la Commissione<br />
Europea ad assumere provvedimenti che costringano l'Italia a fare ciò<br />
che da sola non sa (o non vuo<strong>le</strong>) fare. Questi provvedimenti non sono<br />
solo nell'interesse dell'Italia e del Sud, ma anche nell'interesse<br />
dell'Europa intera. M<strong>il</strong>iardi di Euro sotto forma di sussidi all'agricoltura<br />
33
o di investimenti pubblici giungono a persone che dovrebbero essere in<br />
carcere. Inoltre, con l'Unione Monetaria, l'aumento dell'integrazione<br />
finanziaria e una maggiore mob<strong>il</strong>ità degli italiani all'interno dell'Europa,<br />
è nell'interesse dei governi membri dell'UE eliminare questo cancro,<br />
perchè sarà molto più faci<strong>le</strong> riciclare denaro sporco. Sarebbe anche<br />
auspicabi<strong>le</strong> che l'Unione Europea si facesse promotrice <strong>della</strong> produzione<br />
e <strong>della</strong> distribuzione pubblica di tutte <strong>le</strong> droghe, per ridurre <strong>il</strong> potere<br />
finanziario <strong>della</strong> criminalità organizzata.<br />
I governi italiani sono troppo deboli per prendere queste misure.<br />
Pur considerando i meriti del governo Prodi nel portare l'Italia<br />
nell'Unione Monetaria, è altrettanto vero che senza una forte pressione<br />
dell'Europa e senza <strong>le</strong>ggi o <strong>tra</strong>ttati vincolanti l'Italia non avrebbe mai<br />
abolito i controlli sui flussi internazionali di capita<strong>le</strong> nel 1990, non<br />
avrebbe reso indipendente la Banca d'Italia dai condizionamenti del<br />
governo nel 1994, introdotto misure per aumentare la concorrenza in<br />
certi settori industriali, ridotto l'inflazione al di sotto del 2% nel 1998 e<br />
<strong>il</strong> disavanzo del b<strong>il</strong>ancio pubblico al di sotto del 3% del PIL. Allo stesso<br />
modo non sarà capace, senza una forte spinta dall'esterno, di con<strong>tra</strong>stare<br />
in maniera efficace la criminalità organizzata, prob<strong>le</strong>ma a nostro<br />
modesto parere molto più importante di quello dell'inflazione o del<br />
disavanzo di b<strong>il</strong>ancio. Il nostro pessimismo è motivato dalla<br />
consapevo<strong>le</strong>zza che gli interessi esistenti per mantenere lo "status quo"<br />
sono fortissimi e che molti intel<strong>le</strong>ttuali si radunano sotto la bandiera<br />
<strong>della</strong> difesa ad ogni costo del<strong>le</strong> libertà personali e dell'esistente (e<br />
probab<strong>il</strong>mente eccessivo) "garantismo" del sistema giudiziario, forse<br />
anche a causa del ricordo dei tempi del fascismo e <strong>della</strong> mancanza di<br />
fiducia in Polizia e Magis<strong>tra</strong>tura (mancanza di fiducia in parte<br />
giustificata). Il fatto che esista un certo numero di giudici e di poliziotti<br />
corrotti rappresenta sicuramente un prob<strong>le</strong>ma. Per anni <strong>il</strong> dibattito<br />
politico sulla riforma del sistema giudiziario è stato strettamente <strong>le</strong>gato<br />
agli interessi personali dei politici.<br />
I governi europei hanno <strong>il</strong> dovere di affrontare con fermezza <strong>il</strong><br />
prob<strong>le</strong>ma e costringere <strong>il</strong> presente e i futuri governi italiani a fare<br />
altrettanto. In Italia i giudici onesti che possono dare <strong>il</strong> loro contributo<br />
redigendo una lista di misure ed interventi necessari per eliminare <strong>il</strong><br />
fenomeno <strong>della</strong> corruzione e <strong>della</strong> criminalità organizzata di certo non<br />
mancano 37 . Nel frattempo la sovranità dell'Italia nella lotta contro la<br />
Mafia e la corruzione dovrebbe essere ridotta con vincoli specifici<br />
(sim<strong>il</strong>i a quelli contenuti nel <strong>tra</strong>ttato di Maastricht per l’economia), con<br />
la creazione di commissioni miste composte da italiani e s<strong>tra</strong>nieri<br />
37 Uno di essi è <strong>il</strong> giudice Morv<strong>il</strong>lo di Pa<strong>le</strong>rmo, cognato di Giovanni Falcone.<br />
34
incaricate di individuare la s<strong>tra</strong>tegia ottima<strong>le</strong> e condurre e monitorare la<br />
lotta.<br />
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APPENDICE STATISTICA<br />
y = tasso di crescita del PIL pro-capite a prezzi 1980, ottenuto dividendo <strong>il</strong> PIL<br />
regiona<strong>le</strong> a prezzi correnti per l'indice dei prezzi al consumo di ciascuna regione e<br />
poi per la popolazione residente. La variabi<strong>le</strong> dipendente del<strong>le</strong> regressioni in Tabella<br />
1 è <strong>il</strong> tasso di crescita medio geometrico del PIL rea<strong>le</strong> pro-capite di ciascun periodo<br />
calcolato come indicato nell'equazione (1). Nel<strong>le</strong> regressioni del<strong>le</strong> Tabel<strong>le</strong> 3-6 esso è<br />
dato dal tasso di crescita medio geometrico del PIL rea<strong>le</strong> pro-capite di ciascun<br />
quinquennio. Fonti per <strong>il</strong> PIL regiona<strong>le</strong> a prezzi correnti: Istat (Noterapide, Dicembre<br />
1997), Istat (Conoscere l’Italia 1996), Istat (Conti Economici Regionali, 1995),<br />
Fondazione ENI Enrico Mattei (Banca dati regiona<strong>le</strong> ad opera di C.Tirloni-<br />
G.Veronese). Per la popolazione residente di ciascuna regione: Istat (Annuario<br />
Statistico Italiano, vari anni), Fondazione ENI Enrico Mattei (Banca dati regiona<strong>le</strong> ad<br />
opera di C.Tirloni-G.Veronese). Per l’indice dei prezzi al consumo di ciascuna<br />
regione: Istat (Annuario Statistico Italiano, vari anni), Fondazione ENI Enrico Mattei<br />
(Banca dati regiona<strong>le</strong> ad opera di C.Tirloni-G.Veronese).<br />
lnyin = logaritmo natura<strong>le</strong> del PIL pro-capite a prezzi 1980 dell’anno inizia<strong>le</strong> di<br />
ciascun sottoperiodo (Tabella 1) o di ciascun quinquennio (Tabel<strong>le</strong> 3-10). Fonti: si<br />
veda y.<br />
crim = tasso di criminalità, definito come numero di omicidi volontari consumati in<br />
ogni regione per ogni 100.000 abitanti; medie quinquennali di dati annuali. Fonte:<br />
Istat (Annuario del<strong>le</strong> Statistiche Giudiziarie, vari anni).<br />
ip = investimenti in costruzioni ed opere pubbliche a prezzi costanti 1980 diviso la<br />
popolazione residente; medie quinquennali di dati annuali. Fonti: Istat (I Conti<br />
Economici Regionali, 1995), Fondazione ENI Enrico Mattei (Banca dati regiona<strong>le</strong> ad<br />
opera di C.Tirloni-G.Veronese).<br />
40
cp = consumi col<strong>le</strong>ttivi <strong>della</strong> P.A. e del<strong>le</strong> istituzioni sociali col<strong>le</strong>ttive a prezzi costanti<br />
1980 diviso la popolazione residente; medie quinquennali di dati annuali. Fonti: si<br />
veda y.<br />
sp = spesa pubblica pro-capite a prezzi costanti 1980, intesa come somma di cp + ip.<br />
ot = tasso di occupazione, definito come numero tota<strong>le</strong> di occupati in ciascuna<br />
regione diviso la popolazione residente; medie quinquennali di dati annuali. Fonti:<br />
Istat (Annuario Statistico Italiano, vari anni).<br />
Variab<strong>il</strong>i di comodo ( variab<strong>il</strong>i "dummies"):<br />
D1 = 1 per i quinquenni 1960-64, 1965-69, 1970-74; D1 = 0 negli altri casi;<br />
D2 = 1 nel quinquennio 1975-79 e 0 negli altri casi;<br />
D3 = 1 per i quinquenni 1980-84; 1985-89; 1990-93 e 0 negli altri casi;<br />
DN = 1 per <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> settentrionali e 0 negli altri casi;<br />
DC = 1 per <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> cen<strong>tra</strong>li e 0 negli altri casi;<br />
DM = 1 per <strong>le</strong> <strong>regioni</strong> meridionali e 0 negli altri casi;<br />
Quindi si ha che:<br />
crimd1= tasso di criminalità nel periodo 1960-74;<br />
crimd2=tasso di criminalità nel periodo 1975-79;<br />
crimd3= tasso di criminalità nel periodo 1980-93;<br />
crimdn= tasso di criminalità nel Nord;<br />
crimdc= tasso di criminalità nel Centro;<br />
crimdm= tasso di criminalità nel Mezzogiorno;<br />
crimd1dn= tasso di criminalità nel periodo 1960-74 nel Nord;<br />
crimd1dc= tasso di criminalità nel periodo 1960-74 nel Centro;<br />
crimd1dm= tasso di criminalità nel periodo 1960-74 nel Mezzogiorno;<br />
crimd2dn= tasso di criminalità nel periodo 1975-79 nel Nord;<br />
... ... ...<br />
Le stesse considerazioni valgono per <strong>le</strong> variab<strong>il</strong>i sp, cp, ip, ot.<br />
41
TABELLA 1β-<strong>convergenza</strong> assoluta,<br />
numero di osservazioni: 20<br />
Periodo Costante Lnyin Adj.R 2 β<br />
1960-93 0.049 -0.013 0.73 0.014<br />
(24.28) (-7.83)<br />
1960-94 0.048 -0.013 0.69 0.013<br />
(23.42) (-6.72)<br />
1960-71 0.084 -0.032 0.74 0.032<br />
(18.79) (-7.58)<br />
1971-78 0.041 -0.005 -0.04 0.005<br />
(2.49) (-0.49)<br />
1978-84 0.074 -0.0286 0.59 0.029<br />
(7.76) (-5.42)<br />
1984-93 0.016 0.004 0.01 -0.004<br />
(2.01) (1.10)<br />
1984-94 0.010<br />
(1.49)<br />
0.007<br />
(2.02)<br />
0.14 -0.007<br />
T di Student fra parentesi.<br />
TABELLA 2 - σ-<strong>convergenza</strong><br />
(Deviazione Standard del logaritmo natura<strong>le</strong> del PIL rea<strong>le</strong> pro-capite del<strong>le</strong> 20<br />
<strong>regioni</strong> <strong>italiane</strong>, numero di osservazioni: 20)<br />
Anno σ Anno σ Anno σ Anno σ Anno σ<br />
42
1960 0.406 1967 0.300 1974 0.299 1981 0.256 1988 0.251<br />
1961 0.355 1968 0.300 1975 0.276 1982 0.257 1989 0.250<br />
1962 0.358 1969 0.288 1976 0.294 1983 0.237 1990 0.247<br />
1963 0.343 1970 0.291 1977 0.279 1984 0.233 1991 0.238<br />
1964 0.355 1971 0.274 1978 0.277 1985 0.241 1992 0.243<br />
1965 0.329 1972 0.278 1979 0.269 1986 0.250 1993 0.245<br />
1966 0.320 1973 0.298 1980 0.258 1987 0.248 1994 0.252<br />
TABELLA 3 - β-<strong>convergenza</strong> condizionata;<br />
medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />
Costante 0.074<br />
(18.64)<br />
0.073<br />
(17.14)<br />
0.074<br />
(18.70)<br />
Lnyin -0.023<br />
(-6.40)<br />
-0.021<br />
(-5.26)<br />
-0.025<br />
(-9.16)<br />
Crim -0.003<br />
(-4.05)<br />
-0.002<br />
(-3.29)<br />
-0.003<br />
(-4.46)<br />
Sp -0.012<br />
(-0.40)<br />
Cp -0.005<br />
(-1.24)<br />
Ip 0.001<br />
(0.34)<br />
Adj. R 2 0.50 0.50 0.50<br />
T di Student fra parentesi.<br />
43
TABELLA 4 - β-<strong>convergenza</strong> condizionata;<br />
medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />
Costante 0.059<br />
(10.11)<br />
0.060<br />
(10.48)<br />
0.057<br />
(9.74)<br />
0.006<br />
(12.09)<br />
0.052<br />
(10.61)<br />
0.054<br />
(11.64)<br />
0.050<br />
(9.58)<br />
Lnyin -0.021<br />
(-5.42)<br />
-0.019<br />
(-5.70)<br />
-0.023<br />
(-5.63)<br />
-0.021<br />
(-7.42)<br />
-0.017<br />
(-5.12)<br />
-0.018<br />
(-5.90)<br />
-0.017<br />
(-4.95)<br />
Crimd1 -0.001<br />
(-0.78)<br />
-0.001<br />
(-0.53)<br />
-0.002<br />
(-1.16)<br />
0.0002<br />
(0.10)<br />
Crimd2 -0.003<br />
(-1.37)<br />
-0.002<br />
(-1.27)<br />
-0.003<br />
(-1.53)<br />
-0.001<br />
(-0.70)<br />
Crimd3 -0.002<br />
(-2.98)<br />
-0.002<br />
(-3.14)<br />
-0.002<br />
(-3.12)<br />
-0.003<br />
(-4.85)<br />
Spd1 0.009<br />
(2.34)<br />
0.009<br />
(2.53)<br />
Spd2 0.007<br />
(1.94)<br />
0.005<br />
(1.50)<br />
Spd3 0.001<br />
(0.54)<br />
-0.0004<br />
(-0.17)<br />
Ipd1 0.010<br />
(1.94)<br />
0.015<br />
(2.89)<br />
Ipd2 0.009<br />
(1.47)<br />
0.008<br />
(1.58)<br />
Ipd3 -0.001<br />
(-0.35)<br />
-0.002<br />
(-0.57)<br />
Cpd1 0.028<br />
(2.98)<br />
0.023<br />
(2.58)<br />
Cpd2 0.021<br />
(2.57)<br />
0.012<br />
(1.63)<br />
Cpd3 0.007<br />
(1.40)<br />
0.0005<br />
(0.11)<br />
Adj. R 2 0.55 0.54 0.56 0.51 0.52 0.51 0.53<br />
T di Student fra parentesi.<br />
44
TABELLA 5 - β-<strong>convergenza</strong> condizionata;<br />
medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />
Costante 0.078<br />
(18.14)<br />
0.078<br />
(18.50)<br />
0.076<br />
(16.20)<br />
Lnyin -0.028<br />
(-6.12)<br />
-0.029<br />
(-8.21)<br />
-0.026<br />
(-5.19)<br />
Crimdn -0.003<br />
(-0.77)<br />
-0.002<br />
(-0.62)<br />
-0.002<br />
(-0.70)<br />
Crimdc 0.004<br />
(0.62)<br />
0.004<br />
(0.58)<br />
0.004<br />
(0.55)<br />
Crimdm -0.002<br />
(-2.58)<br />
-0.002<br />
(-2.83)<br />
-0.002<br />
(-2.21)<br />
Spdn 0.002<br />
(0.80)<br />
Spdc -0.001<br />
(-0.25)<br />
Spdm -0.001<br />
(-0.55)<br />
Ipdn 0.006<br />
(1.26)<br />
Ipdc 0.0003<br />
(0.04)<br />
Ipdm -0.001<br />
(-0.32)<br />
Cpdn 0.001<br />
(0.22)<br />
Cpdc -0.004<br />
(-0.66)<br />
Cpdm -0.005<br />
(-1.01)<br />
Adj. R 2 0.51 0.51 0.51<br />
T di Student fra parentesi.<br />
45
TABELLA 6 - β-convergence condizionata;<br />
medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />
Costante 0.066<br />
(10.47)<br />
0.060<br />
(9.19)<br />
Lnyin -0.022 -0.025<br />
(-5.83) (-5.24)<br />
Crimd1dn 0.008<br />
(1.89)<br />
Crimd1dc 0.012<br />
(1.35)<br />
Crimd1dm 0.0006<br />
(0.029)<br />
Crimd2dn 0.0035<br />
(0.98)<br />
Crimd2dc 0.012<br />
(1.82)<br />
Crimd2dm -0.001<br />
(-1.01)<br />
Crimd3dn -0.003<br />
(-1.07)<br />
Crimd3dc -0.003<br />
(-0.66)<br />
Crimd3dm -0.002<br />
(-3.60)<br />
Spd1dn 0.011<br />
(2.90)<br />
Spd1dc 0.013<br />
(2.72)<br />
Spd1dm 0.008<br />
(1.78)<br />
Spd2dn 0.008<br />
(2.00)<br />
Spd2dc 0.012<br />
(2.60)<br />
Spd2dm 0.004<br />
(1.04)<br />
Spd3dn 0.003<br />
(1.26)<br />
Costante 0.062<br />
(8.90)<br />
Lnyin -0.03<br />
(-5.25)<br />
Crimd1dn -0.005<br />
(-0.53)<br />
Crimd1dc -0.006<br />
(-0.28)<br />
Crimd1dm -0.002<br />
(-0.70)<br />
Crimd2dn 0.120<br />
(1.16)<br />
Crimd2dc 0.020<br />
(0.89)<br />
Crimd2dm -0.003<br />
(-1.04)<br />
Crimd3dn -0.01<br />
(-2.05)<br />
Crimd3dc 0.003<br />
(0.38)<br />
Crimd3dm -0.002<br />
(-1.90)<br />
Cpd1dn 0.039<br />
(2.45)<br />
Cpd1dc 0.036<br />
(2.25)<br />
Cpd1dm 0.025<br />
(2.14)<br />
Cpd2dn 0.005<br />
(0.33)<br />
Cpd2dc 0.012<br />
(0.62)<br />
Cpd2dm 0.022<br />
(1.75)<br />
Cpd3dn 0.019<br />
(2.84)<br />
0.059<br />
(9.01)<br />
-0.03<br />
(-5.23)<br />
0.031<br />
(3.14)<br />
0.031<br />
(3.00)<br />
0.020<br />
(2.15)<br />
0.020<br />
(2.30)<br />
0.027<br />
(2.87)<br />
0.011<br />
(1.39)<br />
0.009<br />
(1.66)<br />
Costante 0.062<br />
(8.82)<br />
Lnyin -0.02<br />
(-4.29)<br />
Crimd1dn -0.002<br />
(-0.22)<br />
Crimd1dc -0.004<br />
(-0.22)<br />
Crimd1dm -0.0002<br />
(-0.09)<br />
Crimd2dn 0.048<br />
(0.54)<br />
Crimd2dc 0.010<br />
(0.70)<br />
Crimd2dm -0.002<br />
(-0.98)<br />
Crimd3dn -0.007<br />
(-1.60)<br />
Crimd3dc 0.005<br />
(0.62)<br />
Crimd3dm -0.002<br />
(-2.27)<br />
Ipd1dn 0.011<br />
(1.04)<br />
Ipd1dc 0.014<br />
(1.09)<br />
Ipd1dm 0.005<br />
(0.51)<br />
Ipd2dn -0.002<br />
(-0.14)<br />
Ipd2dc 0.001<br />
(0.09)<br />
Ipd2dm 0.005<br />
(0.55)<br />
Ipd3dn 0.004<br />
(0.86)<br />
0.061<br />
(9.63)<br />
-0.023<br />
(-5.57)<br />
0.015<br />
(2.75)<br />
0.020<br />
(2.44)<br />
0.01<br />
(1.30)<br />
0.011<br />
(1.65)<br />
0.021<br />
(2.32)<br />
0.003<br />
(0.54)<br />
0.003<br />
(0.66)<br />
46
Spd3dc 0.003<br />
(1.08)<br />
0.0001<br />
(0.06)<br />
Cpd3dc 0.009<br />
(1.28)<br />
Cpd3dm 0.008<br />
(1.40)<br />
0.009<br />
(1.53)<br />
0.002<br />
(0.55)<br />
Ipd3dc -0.009<br />
(-0.90)<br />
Ipd3dm -0.003<br />
(-0.59)<br />
0.002<br />
(0.36)<br />
-0.004<br />
(-0.80)<br />
Spd3dm<br />
Adj. R 2 0.53 0.53 Adj. R 2 0.55 0.54 Adj. R 2 0.52 0.52<br />
T di Student fra parentesi.<br />
TABELLA 7 - Var. dip.: Tasso di occupazione,<br />
medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />
Costante 0.35<br />
(33.2)<br />
0.34<br />
(30.79)<br />
0.35<br />
(33.13)<br />
Lnyin 0.036<br />
(3.64)<br />
0.048<br />
(4.56)<br />
0.024<br />
(3.15)<br />
Crim -0.020<br />
(-9.71)<br />
-0.018<br />
(-8.25)<br />
-0.021<br />
(-10.69)<br />
Sp -0.0098<br />
(-1.45)<br />
Cp -0.031<br />
(-2.68)<br />
Ip 0.001<br />
(0.12)<br />
Adj. R 2 0.50 0.52 0.49<br />
T di Student fra parentesi.<br />
47
TABELLA 8 - Var. dip.: Tasso di occupazione,<br />
medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />
Costante 0.365<br />
(22.42)<br />
0.036<br />
(22.71)<br />
0.371<br />
(23.02)<br />
0.373<br />
(25.03)<br />
0.294<br />
(16.83)<br />
0.028<br />
(16.91)<br />
0.314<br />
(18.45)<br />
Lnyin 0.028<br />
(2.61)<br />
0.018<br />
(1.96)<br />
0.046<br />
(4.03)<br />
0.015<br />
(2.01)<br />
0.070<br />
(5.79)<br />
0.048<br />
(4.43)<br />
0.095<br />
(8.13)<br />
Crimd1 -0.031<br />
(-5.41)<br />
-0.033<br />
(-5.78)<br />
-0.027<br />
(-4.65)<br />
-0.029<br />
(-5.42)<br />
Crimd2 -0.025<br />
(-4.01)<br />
-0.025<br />
(-4.13)<br />
-0.024<br />
(-3.84)<br />
-0.026<br />
(-6.25)<br />
Crimd3 -0.018<br />
(-7.86)<br />
-0.018<br />
(-8.38)<br />
-0.016<br />
(-6.90)<br />
-0.020<br />
(-10.09)<br />
Spd1 -0.0009<br />
(-0.084)<br />
-0.009<br />
(-0.66)<br />
Spd2 -0.007<br />
(-0.71)<br />
-0.027<br />
(-2.37)<br />
Spd3 -0.009<br />
(-1.33)<br />
-0.025<br />
(-2.93)<br />
Ipd1 0.023<br />
(1.57)<br />
0.038<br />
(2.09)<br />
Ipd2 0.005<br />
(0.32)<br />
-0.003<br />
(-0.21)<br />
Ipd3 0.0003<br />
(0.11)<br />
-0.008<br />
(-0.55)<br />
Cpd1 -0.058<br />
(-2.28)<br />
-0.101<br />
(-3.71)<br />
Cpd2 -0.057<br />
(-2.47)<br />
-0.125<br />
(-5.25)<br />
Cpd3 -0.047<br />
(-3.37)<br />
-0.091<br />
(-5.98)<br />
Adj. R 2 0.51 0.51 0.53 0.50 0.19 0.15 0.31<br />
T di Student fra parentesi.<br />
48
TABELLA 9 - Var. dip.: Tasso di occupazione,<br />
medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />
Costante 0.376<br />
(38.37)<br />
0.371<br />
(40.29)<br />
0.379<br />
(33.22)<br />
0.384<br />
(54.28)<br />
0.371<br />
(50.60)<br />
0.388<br />
(59.80)<br />
Lnyin 0.0046<br />
(0.42)<br />
0.006<br />
(-0.07)<br />
0.018<br />
(1.51)<br />
Crimdn -0.010<br />
(-1.19)<br />
-0.008<br />
(-0.96)<br />
-0.009<br />
(-1.03)<br />
-0.009<br />
(-1.11)<br />
-0.008<br />
(-1.10)<br />
-0.005<br />
(-0.63)<br />
Crimdc -0.053<br />
(-3.29)<br />
-0.055<br />
(-3.65)<br />
-0.048<br />
(-2.88)<br />
-0.052<br />
(-3.28)<br />
-0.055<br />
(-3.80)<br />
-0.04<br />
(-2.59)<br />
Crimdm -0.013<br />
(-6.37)<br />
-0.013<br />
(-7.25)<br />
-0.012<br />
(-5.47)<br />
-0.019<br />
(-6.44)<br />
-0.013<br />
(-7.34)<br />
-0.013<br />
(-5.97)<br />
Spdn 0.0087<br />
(1.27)<br />
0.010<br />
(2.24)<br />
Spdc 0.023<br />
(2.55)<br />
0.025<br />
(3.60)<br />
Spdm -0.016<br />
(-2.45)<br />
-0.014<br />
(-3.08)<br />
Ipdn 0.026<br />
(2.47)<br />
0.026<br />
(2.89)<br />
Ipdc 0.073<br />
(3.89)<br />
0.073<br />
(4.33)<br />
Ipdm -0.25<br />
(-2.22)<br />
-0.026<br />
(-2.67)<br />
Cpdn -0.0007<br />
(-0.54)<br />
0.013<br />
(1.52)<br />
Cpdc 0.019<br />
(1.32)<br />
0.033<br />
(2.87)<br />
Cpdm -0.038<br />
(-3.30)<br />
-0.025<br />
(-3.22)<br />
Adj. R 2 0.64 0.66 0.62 0.64 0.66 0.61<br />
T di Student fra parentesi.<br />
49
TABELLA 10 - Var. dip.: Tasso di occupazione,<br />
medie quinquennali di dati annuali, 1960-93, numero di osservazioni: 140<br />
Costante 0.043<br />
(27.94)<br />
Lnyin -0.011<br />
(-1.62)<br />
Crimd1dn 0.018<br />
(0.78)<br />
Crimd1dc -0.15<br />
(-3.59)<br />
Crimd1dm -0.02<br />
(-4.64)<br />
Crimd2dn 0.001<br />
(0.83)<br />
Crimd2dc -0.063<br />
(-1.56)<br />
Crimd2dm -0.021<br />
(-3.41)<br />
Crimd3dn -0.014<br />
(-1.31)<br />
Crimd3dc -0.035<br />
(-1.95)<br />
Crimd3dm -0.011<br />
(-5.41)<br />
Spd1dn -0.013<br />
(-0.89)<br />
Spd1dc 0.046<br />
(2.82)<br />
Spd1dm -0.035<br />
(-2.83)<br />
Spd2dn -0.007<br />
(-0.45)<br />
Spd2dc 0.025<br />
(1.14)<br />
Spd2dm -0.02<br />
(-1.73)<br />
Spd3dn 0.010<br />
(1.49)<br />
Spd3dc 0.014<br />
(1.43)<br />
Spd3dm -0.019<br />
(-2.90)<br />
0.401<br />
(25.44)<br />
-0.012<br />
(-1.51)<br />
0.010<br />
(1.09)<br />
0.002<br />
(0.10)<br />
-0.030<br />
(-6.77)<br />
0.002<br />
(0.23)<br />
-0.001<br />
(-0.05)<br />
-0.023<br />
(-5.94)<br />
0.017<br />
(1.88)<br />
0.012<br />
(0.92)<br />
-0.015<br />
(-8.63)<br />
0.393<br />
(22.41)<br />
-0.010<br />
(-1.12)<br />
0.010<br />
(1.36)<br />
0.021<br />
(1.51)<br />
-0.043<br />
(-3.84)<br />
0.008<br />
(0.72)<br />
0.015<br />
(0.84)<br />
-0.034<br />
(-3.08)<br />
0.016<br />
(1.83)<br />
0.015<br />
(1.43)<br />
-0.021<br />
(-3.09)<br />
Costante 0.433<br />
(28.44)<br />
Lnyin -0.002<br />
(-0.15)<br />
Crimd1dn 0.034<br />
(1.52)<br />
Crimd1dc -0.18<br />
(-4.01)<br />
Crimd1dm -0.023<br />
(-3.99)<br />
Crimd2dn -0.003<br />
(-0.17)<br />
Crimd2dc -0.064<br />
(-1.42)<br />
Crimd2dm -0.017<br />
(-2.60)<br />
Crimd3dn -0.014<br />
(-1.34)<br />
Crimd3dc -0.036<br />
(-2.63)<br />
Crimd3dm -0.010<br />
(-4.62)<br />
Cpd1dn -0.090<br />
(-2.63)<br />
Cpd1dc 0.069<br />
(1.98)<br />
Cpd1dm -0.110<br />
(-4.33)<br />
Cpd2dn -0.040<br />
(-1.18)<br />
Cpd2dc 0.010<br />
(0.22)<br />
Cpd2dm -0.080<br />
(-2.90)<br />
Cpd3dn -0.006<br />
(-0.43)<br />
Cpd3dc -0.002<br />
(-0.18)<br />
Cpd3dm -0.056<br />
(-4.44)<br />
0.407<br />
(23.48)<br />
0.008<br />
(0.57)<br />
-0.030<br />
(-1.31)<br />
-0.274<br />
(-1.00)<br />
-0.146<br />
(-5.87)<br />
-0.036<br />
(-1.60)<br />
-0.031<br />
(-1.41)<br />
-0.114<br />
(-5.24)<br />
-0.015<br />
(-0.87)<br />
-0.018<br />
(-1.16)<br />
-0.074<br />
(-5.47)<br />
Costante 0.421<br />
(28.14)<br />
Lnyin -0.025<br />
(-2.51)<br />
Crimd1dn 0.006<br />
(0.29)<br />
Crimd1dc -0.012<br />
(-3.20)<br />
Crimd1dm -0.029<br />
(-5.25)<br />
Crimd2dn 0.004<br />
(0.25)<br />
Crimd2dc -0.057<br />
(-1.62)<br />
Crimd2dm -0.21<br />
(-3.95)<br />
Crimd3dn -0.006<br />
(-0.60)<br />
Crimd3dc -0.038<br />
(-2.14)<br />
Crimd3dm -0.012<br />
(-6.21)<br />
Ipd1dn 0.004<br />
(0.20)<br />
Ipd1dc 0.097<br />
(3.33)<br />
Ipd1dm -0.042<br />
(-1.95)<br />
Ipd2dn -0.001<br />
(-0.05)<br />
Ipd2dc 0.070<br />
(1.75)<br />
Ipd2dm -0.021<br />
(-1.12)<br />
Ipd3dn 0.031<br />
(2.85)<br />
Ipd3dc 0.063<br />
(2.70)<br />
Ipd3dm -0.029<br />
(-2.33)<br />
0.385<br />
(22.16)<br />
-0.024<br />
(-1.69)<br />
0.054<br />
(3.35)<br />
0.070<br />
(3.33)<br />
-0.063<br />
(-2.82)<br />
0.035<br />
(2.08)<br />
0.056<br />
(2.20)<br />
-0.047<br />
(-2.11)<br />
0.052<br />
(3.90)<br />
0.062<br />
(3.28)<br />
-0.035<br />
(-2.25)<br />
50
Adj.R 2 0.69 0.58 0.53 Adj.R 2 0.70 0.57 Adj.R 2 0.69 0.51<br />
T di Student fra parentesi.<br />
51