Leggi la Carta di Milano - Carte Bollate
Leggi la Carta di Milano - Carte Bollate
Leggi la Carta di Milano - Carte Bollate
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
CARTA DI MILANO – Approvata integralmente dall’Or<strong>di</strong>ne Nazionale dei giornalisti<br />
E’ nata in carcere<br />
e adesso è “legge”<br />
Il consiglio nazionale dell’or<strong>di</strong>ne dei giornalisti, già il 15 marzo 2013 aveva approvato <strong>la</strong> <strong>Carta</strong> <strong>di</strong><br />
Mi<strong>la</strong>no, protocollo deontologico per i giornalisti che trattano notizie concernenti carceri, persone<br />
in esecuzione penale, detenuti o ex detenuti. Il testo, nato da una col<strong>la</strong>borazione tra alcune<br />
redazioni carcerarie e gli or<strong>di</strong>ni dei giornalisti del<strong>la</strong> Lombar<strong>di</strong>a, del Veneto e dell’Emilia Romagna<br />
era stato però mo<strong>di</strong>ficato, eliminando un passaggio importante, che riguardava il <strong>di</strong>ritto all’oblio,<br />
ovvero “il riconoscimento del <strong>di</strong>ritto dell’in<strong>di</strong>viduo privato del<strong>la</strong> libertà o ex-detenuto tornato in<br />
libertà a non restare indeterminatamente esposto ai danni ulteriori che <strong>la</strong> reiterata pubblicazione <strong>di</strong><br />
una notizia può arrecare all'onore e al<strong>la</strong> reputazione”. Questo punto è stato reintegrato nel<strong>la</strong><br />
premessa del testo approvato l’11 aprile, che pubblichiamo integralmente, nel<strong>la</strong> versione rivista<br />
dal<strong>la</strong> commissione giuri<strong>di</strong>ca del Cnog.<br />
<strong>Carta</strong> <strong>di</strong> Mi<strong>la</strong>no<br />
Protocollo deontologico per i giornalisti che trattano notizie concernenti carceri, persone in<br />
esecuzione penale, detenuti o ex detenuti.<br />
Il Consiglio nazionale dei giornalisti esprime apprezzamento per l'impegno volontario dei molti<br />
colleghi che realizzano strumenti <strong>di</strong> informazione all'interno degli istituti <strong>di</strong> pena in col<strong>la</strong>borazione<br />
con i detenuti e che hanno dato vita al<strong>la</strong> <strong>Carta</strong> <strong>di</strong> Mi<strong>la</strong>no, fatta propria da numerosi Or<strong>di</strong>ni regionali.<br />
Richiamandosi ai dettati deontologici presenti nel<strong>la</strong> <strong>Carta</strong> dei doveri del giornalista, con partico<strong>la</strong>re<br />
riguardo al dovere fondamentale <strong>di</strong> rispettare <strong>la</strong> persona e <strong>la</strong> sua <strong>di</strong>gnità e <strong>di</strong> non <strong>di</strong>scriminare<br />
nessuno per razza, religione, sesso, con<strong>di</strong>zioni fisiche e mentali e opinioni politiche, riafferma il<br />
criterio deontologico fondamentale del "rispetto del<strong>la</strong> verità sostanziale dei fatti osservati"<br />
contenuto nell'articolo 2 del<strong>la</strong> legge istitutiva dell'Or<strong>di</strong>ne nonché i principi fissati dal<strong>la</strong><br />
Dichiarazione universale dei <strong>di</strong>ritti dell'uomo, dal Patto internazionale Onu sui <strong>di</strong>ritti civili e politici<br />
e dal<strong>la</strong> Costituzione italiana e dal<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione europea.<br />
Consapevole che il <strong>di</strong>ritto all'informazione può incontrare limiti quando venga in conflitto con i<br />
<strong>di</strong>ritti dei soggetti bisognosi <strong>di</strong> una tute<strong>la</strong> privilegiata, fermo restando il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> cronaca in or<strong>di</strong>ne<br />
ai fatti e alle responsabilità, e comunque <strong>di</strong> fronte a eventi <strong>di</strong> rilevanza storica e sociale o in<br />
presenza <strong>di</strong> evidenti ragioni <strong>di</strong> interesse generale, il Cnog invita a osservare <strong>la</strong> massima attenzione<br />
nel trattamento delle notizie concernenti persone private del<strong>la</strong> libertà. Sopratutto in quel<strong>la</strong> fase<br />
estremamente <strong>di</strong>fficile e problematica del reinserimento nel<strong>la</strong> società - o, ancora, quando sia stata<br />
scontata <strong>la</strong> pena - partico<strong>la</strong>re attenzione va posta al <strong>di</strong>ritto all’oblio che tute<strong>la</strong> dal<strong>la</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> dati<br />
che riguar<strong>di</strong>no precedenti giu<strong>di</strong>ziari o comunque informazioni pregiu<strong>di</strong>zievoli <strong>di</strong> analogo<br />
argomento.<br />
Il Consiglio nazionale invita quin<strong>di</strong> i giornalisti a:<br />
1) Tenere presente che il reinserimento sociale è un passaggio complesso che può avvenire a fine<br />
pena oppure gradualmente, come previsto dalle leggi che consentono l'accesso al <strong>la</strong>voro esterno, i<br />
permessi or<strong>di</strong>nari, i permessi-premio, <strong>la</strong> semi-libertà, <strong>la</strong> liberazione anticipata e l'affidamento in<br />
prova ai servizi sociali;<br />
2) Usare termini appropriati in tutti i casi in cui un detenuto usufruisce <strong>di</strong> misure alternative al<br />
carcere o <strong>di</strong> benefici penitenziari evitando <strong>di</strong> sollevare un ingiustificato al<strong>la</strong>rme sociale e <strong>di</strong> rendere<br />
più <strong>di</strong>fficile un percorso <strong>di</strong> reinserimento sociale che avviene sotto stretta sorveglianza. Le misure<br />
alternative non sono equivalenti al<strong>la</strong> libertà, ma sono una modalità <strong>di</strong> esecuzione del<strong>la</strong> pena;
3) Fare riferimento puntuale alle leggi che <strong>di</strong>sciplinano il proce<strong>di</strong>mento penale e l'esecuzione del<strong>la</strong><br />
pena e al<strong>la</strong> legge sull'or<strong>di</strong>namento penitenziario (354 del 1975);<br />
4) Fornire dati atten<strong>di</strong>bili e aggiornati che permettano una corretta lettura del contesto carcerario;<br />
5) Considerare che il citta<strong>di</strong>no privato del<strong>la</strong> libertà è un interlocutore in grado <strong>di</strong> esprimersi e<br />
raccontarsi, ma può non conoscere le <strong>di</strong>namiche me<strong>di</strong>atiche e non essere quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> valutare<br />
tutte le conseguenze e gli eventuali rischi dell'esposizione attraverso i me<strong>di</strong>a;<br />
6) Tute<strong>la</strong>re il condannato che sceglie <strong>di</strong> par<strong>la</strong>re con i giornalisti, non coinvolgendo inutilmente i<br />
suoi familiari, evitando <strong>di</strong> identificarlo solo con il reato commesso e valorizzando il percorso <strong>di</strong><br />
reinserimento che sta compiendo;<br />
7) Garantire al citta<strong>di</strong>no privato del<strong>la</strong> libertà <strong>di</strong> cui si sono occupate le cronache <strong>la</strong> stessa<br />
completezza <strong>di</strong> informazione qualora sia prosciolto;<br />
8) Tenere conto dell'interesse collettivo ricordando, quando è possibile, i dati statistici che<br />
confermano <strong>la</strong> vali<strong>di</strong>tà delle misure alternative e il loro basso margine <strong>di</strong> rischio.<br />
9) Usare termini appropriati nel definire il personale addetto alle carceri.<br />
Le in<strong>di</strong>cazioni elencate riguardano anche il giornalismo online, multime<strong>di</strong>ale e altre forme <strong>di</strong><br />
comunicazione che utilizzino innovativi strumenti tecnologici per i quali dovrà essere tenuta in<br />
considerazione <strong>la</strong> prolungata <strong>di</strong>sponibilità nel tempo delle notizie.<br />
Il Consiglio nazionale si adopererà affinchè il tema del rapporto fra informazione e realtà carceraria<br />
sia inserito fra gli argomenti oggetto dell'esame professionale. Invita inoltre i Consigli regionali a<br />
favorire rapporti <strong>di</strong> col<strong>la</strong>borazione con i garanti dei <strong>di</strong>ritti del detenuto.<br />
La vio<strong>la</strong>zione <strong>di</strong> queste regole integranti lo spirito dell’art. 2 del<strong>la</strong> Legge 03.02.1963 n. 69 comporta<br />
l’applicazione delle norme contenute nel Titolo III del<strong>la</strong> stessa legge.<br />
Roma, 11 aprile 2013