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Artisti contemporanei del territorio delle Signe

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BEATRICE BOTTICELLI • LISA CIARDI<br />

<strong>Artisti</strong><br />

<strong>contemporanei</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>territorio</strong><br />

<strong>del</strong>le<br />

<strong>Signe</strong>


BEATRICE BOTTICELLI • LISA CIARDI<br />

<strong>Artisti</strong><br />

<strong>contemporanei</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>territorio</strong><br />

<strong>del</strong>le<br />

<strong>Signe</strong>


COLLANA<br />

<strong>Artisti</strong> in Toscana<br />

14<br />

Diretta da<br />

FABRIZIO BORGHINI<br />

Il volume è realizzato da<br />

Con il contributo di<br />

Iª edizione gennaio 2015<br />

ISBN 978-88-6039-336-4<br />

Tutti i diritti riservati<br />

© Copyright Associazione Toscana Cultura<br />

e Masso <strong>del</strong>le Fate Edizioni<br />

Masso <strong>del</strong>le Fate Edizioni<br />

Via Cavalcanti, 9 - 50058 Signa (FI)<br />

www.masso<strong>del</strong>lefate.it<br />

Finito di stampare nel mese di gennaio 2015<br />

presso la Nova Arti Grafiche<br />

Via Cavalcanti, 9/D - 50058 Signa (FI)<br />

www.novaartigrafiche.it


La passione per l’espressione artistica, in<br />

ogni sua forma, è da sempre parte <strong>del</strong>la<br />

storia e <strong>del</strong>la tradizione dei due Comuni e<br />

dei popoli <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong>, Signa e Lastra a Signa<br />

appunto. Sarà forse per quella tradizione manifatturiera<br />

ad alto tasso di creatività, che ha da<br />

sempre caratterizzato queste zone, rendendole,<br />

per secoli, cuore pulsante e motore <strong>del</strong>l’economia<br />

di una vasta parte <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> fiorentino:<br />

l’arte <strong>del</strong>l’intreccio <strong>del</strong>la paglia a Signa, seguita<br />

poi dalla maglieria e dalla creazione di capi di<br />

moda in genere, ma anche la ceramica e la lavorazione<br />

<strong>del</strong>la pietra serena a Lastra a Signa.<br />

Non a caso, sono moltissimi gli artisti che, nei<br />

secoli, sono nati e hanno operato in queste<br />

zone: basti pensare al pittore Egisto Ferroni<br />

(1835-1912), allo scultore Renato Bertelli (1900-<br />

1974), al suo collega Mario Moschi (1896-1971)<br />

per Lastra a Signa, oppure allo scultore Alimondo<br />

Ciampi (1876-1939), ai pittori e ceramisti<br />

Giuseppe Santelli (1880-1956) e Alvaro Cartei<br />

(1911-1995), allo scultore Bruno Catarzi (1903-<br />

1996), al pittore Raffaello Fossi (1928-1962) o<br />

all’artista e ceramista Giovanni Vettori (1936-<br />

2008) per Signa. Né sono mancati rappresentanti<br />

illustri di altre forme di espressione artistica,<br />

dal canto alla recitazione, che qui hanno trovato<br />

terreno fertile e ispirazione, dal celebre tenore<br />

Enrico Caruso, alle sorelle Irma ed Emma Gramatica,<br />

senza dimenticare il cantante Carlo Buti.<br />

Oggi, questa speciale vena artistica e creativa è<br />

tutt’altro che esaurita. Lo dimostrano la nascita<br />

di associazioni che coordinano l’attività di pittori<br />

e scultori, le manifestazioni organizzate per promuovere<br />

il loro lavoro ma anche il fiorire di tante<br />

iniziative spontanee. Negli ultimi anni, molte<br />

strade e piazze si sono arricchite di opere d’arte:<br />

statue volute dalle amministrazioni comunali,<br />

opere donate da singoli artisti e fondazioni, tabernacoli<br />

tornati a nuova vita grazie al lavoro di<br />

scultori e pittori <strong>contemporanei</strong>, gallerie e studi<br />

che hanno aperto i battenti regalando al <strong>territorio</strong><br />

colore e vivacità. Questo libro vuole essere<br />

un omaggio ai tanti che, nelle <strong>Signe</strong>, per professione<br />

o per diletto, in modo sistematico o solo<br />

nei ritagli di tempo libero, lasciano che l’arte arricchisca<br />

le loro e le nostre vite. Tutti, in modo<br />

diverso, sono interpreti di questo tempo e di<br />

questo <strong>territorio</strong>. Ogni loro opera è un frammento<br />

di vita e di storia consegnato alle prossime<br />

generazioni. Un pezzo di ciò che siamo e di ciò<br />

che queste terre sanno ancora oggi spiegarci e<br />

raccontare. Perché, citando Henry Miller, “l’arte<br />

non insegna nulla, se non il senso <strong>del</strong>la vita”.<br />

Beatrice Botticelli - Lisa Ciardi


Angela Bagni<br />

Sindaco <strong>del</strong> Comune<br />

di Lastra a Signa<br />

L’arte non ha confini né territoriali ne temporali.<br />

La sua espressione percorre il<br />

tempo lasciando emozioni in<strong>del</strong>ebili<br />

nell’osservatore e trasmettendo messaggi<br />

interiori che trovano inspirazione nel <strong>territorio</strong><br />

in cui l’artista è cresciuto. Questo <strong>territorio</strong><br />

conosciuto come “Le <strong>Signe</strong>” accomuna due realtà<br />

diverse eppure vicine e non solo geograficamente.<br />

Vicine per storia, per cultura, per tradizioni,<br />

per quell’artigianato ricco e vivace, il cui confine<br />

con l’arte è spesso labile. Lastra a Signa e Signa<br />

sono sempre state vicine soprattutto nel<br />

proliferare fin dai tempi più remoti di artisti e in<br />

particolare di pittori di alto livello che hanno vivacizzato<br />

la storia locale, e non solo, trasmettendo<br />

con l’arte i sentimenti ed i valori di cui questa<br />

parte di Toscana è ricca.<br />

Laboriosità, inventiva, creatività sono da sempre<br />

i tratti distintivi <strong>del</strong>le produzioni artistiche di Lastra<br />

a Signa, che non vuole vivere racchiusa nei<br />

suoi confini, ma aprirsi per presentare le sue eccellenze<br />

in ogni campo e poiché l’arte non ha<br />

confini, ma pone le sue radici nei luoghi dove si<br />

nutre, è giusto che nasca un’opera comune<br />

come questo volume per abbracciare in un’unica<br />

pubblicazione quegli artisti <strong>contemporanei</strong> che<br />

danno lustro ai territori di Lastra a Signa e Signa.<br />

Stefano Calistri<br />

Assessore alla Cultura<br />

<strong>del</strong> Comune di Lastra a Signa<br />

L’uscita di questo volume costituisce per<br />

tutto il <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong> l’occasione<br />

per riflettere su di una <strong>del</strong>le grandi ricchezze<br />

che da secoli accompagna la storia<br />

di una <strong>del</strong>le zone più pregiate <strong>del</strong>l’occidente<br />

fiorentino. La storia di queste terre vede il lavoro<br />

inteso come valore assoluto ma accanto a questo<br />

emerge una forte attenzione per il bello e per<br />

quanto ad esso può essere collegato. Le <strong>Signe</strong>,<br />

sin dal più antico medioevo, hanno ospitato artisti<br />

che in ogni ambito <strong>del</strong> figurativo sono stati<br />

capaci di rendere le nostre campagne e i nostri<br />

agglomerati urbani degni <strong>del</strong>la vicina Firenze <strong>del</strong>la<br />

cui grandezza facevano naturalmente parte.<br />

Dall’unione fra arte e lavoro si sono sviluppate<br />

alcune <strong>del</strong>le principali attività che hanno reso,<br />

negli ultimi secoli Le <strong>Signe</strong> famose in tutto il<br />

Alberto Cristianini<br />

Sindaco <strong>del</strong> Comune di Signa<br />

mondo: l’industria <strong>del</strong>la paglia, l’arte degli scalpellini<br />

e le terrecotte rappresenteranno a lungo il<br />

biglietto da visita di queste zone.<br />

In un rapporto stretto con le attività lavorative e<br />

con le importanti esperienze fiorentine anche il<br />

XXI secolo mostra la ricchezza di un <strong>territorio</strong><br />

vivo nel quale l’arte è sempre e comunque presente.<br />

Le piazze, le chiese, i parchi vengono ancora<br />

oggi arricchiti con opere contemporanee<br />

capaci di trasformare l’intero <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

in un grande museo diffuso di arte contemporanea.<br />

Bella l’idea di fermare con questo libro,<br />

come in una grande foto, la realtà attuale offrendo<br />

l’immagine di un mondo poliedrico dove artisti<br />

più o meno noti costituiscono insieme la forza<br />

e lo spirito di questo <strong>territorio</strong>.<br />

Giampiero Fossi<br />

Assessore alla Cultura<br />

<strong>del</strong> Comune di Signa


Clara Abate<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Nata ad Arezzo nel 1943, da sempre appassionatasi<br />

al disegno e alla pittura<br />

come autodidatta, ha studiato a Firenze,<br />

dove si è laureata in architettura e ha vissuto per<br />

più di 50 anni, per poi trasferirsi a Lastra a Signa.<br />

Dal 1998 in poi, ritiratasi in pensione dalla professione<br />

di architetto, ha iniziato a dipingere in<br />

modo continuativo, potendosi confrontare con<br />

altri artisti attraverso mostre e concorsi regionali<br />

e nazionali, ottenendo numerosi premi e segnalazioni.<br />

Iscrivendosi nel 2004 all’associazione culturale<br />

Gadarte di Firenze, ha potuto partecipare attivamente<br />

a numerose manifestazioni artistiche anche<br />

presso altri centri culturali, prediligendo soprattutto<br />

le gare di pittura estemporanea.<br />

Premi conseguiti e principali mostre espositive:<br />

1° premio al concorso <strong>del</strong>la Regione Toscana<br />

“Manifesto per la festa internazionale <strong>del</strong>la donna”<br />

(1978); mostra “Donne in luce” al Parterre<br />

di Firenze (2004); 1° premio alla mostra “Pensando<br />

Firenze” (Gadarte, Firenze), Premio bassorilievo<br />

al 39° Premio nazionale di pittura “Città<br />

di Lastra” (Lastra a Signa), 1° premio all’Ex-tempore<br />

di pittura a Molin <strong>del</strong> Piano, 1° premio di<br />

pittura al 43° Cardo d’argento di Fiesole (2005);<br />

segnalazione al 40° Premio nazionale di pittura<br />

“Città di Lastra”, 1° premio al concorso di pittura<br />

estemporanea a Sant’Agata <strong>del</strong> Mugello, mostra<br />

a Meersburg (Germania), 3° premio al Concorso<br />

di pittura estemporanea alle Terme<br />

Tamerici di Montecatini, personale al centro<br />

culturale Spazio Aperto di Firenze (2006); premio<br />

di rappresentanza al 42° Premio nazionale di<br />

pittura “Città di Lastra” (2008); 1° premio assoluto<br />

alla rassegna “Premio Bargellini”, targa Fratres<br />

per l’opera che meglio esprime i valori<br />

Giaggioli, 2006, acquerello, cm. 70x43<br />

<strong>del</strong>l’uomo al 43° Premio nazionale di pittura “Città di<br />

Lastra”, 1° premio all’estemporanea di pittura a Tosi<br />

(2009); targa “Il Magnifico” per la rassegna di arti visive<br />

al convento <strong>del</strong>le Leopoldine di Firenze, 3° premio al<br />

concorso di pittura a Barberino Val d’Elsa (2010); premio<br />

al concorso di grafica di Caran d’Ache e Le Giubbe<br />

Rosse (2011); premio di rappresentanza al 46° Concorso<br />

nazionale di pittura “Città di Lastra” (2012); targa<br />

“Metropoli” al 48° Concorso nazionale di pittura “Città<br />

di Lastra” (2014).<br />

Via Livornese, 229 - Tel. 055 291388 - Lastra a Signa (FI)<br />

clara.abate@alice.it<br />

5


Stefania Accardi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Stefania Accardi è nata a Palermo nel 1978,<br />

ma vive a Lastra a Signa dal 1983. Pittrice,<br />

attrice e regista teatrale, da sempre alla ricerca<br />

di un linguaggio che la rappresenti pienamente,<br />

ha sperimentato fin da piccola varie arti: il disegno,<br />

la danza, il pianoforte, la pittura, la scultura, il teatro.<br />

Dopo la maturità al Liceo <strong>Artisti</strong>co di Firenze, nel<br />

1998 ha partecipato al concorso nazionale di pittura<br />

“Città di Lastra” vincendo il secondo premio nella<br />

sezione giovani. Da quell’anno le sue opere sono<br />

state esposte in varie mostre collettive. A giugno<br />

<strong>del</strong> 2012, l’Antico Spedale di Sant’Antonio ha ospitato<br />

la sua prima personale con 30 pezzi.<br />

L’altra scena<br />

«Cominciai a dipingere “seriamente”, traducendo<br />

un “dolore” che non trovava parole. Oggi con la<br />

stessa intensità e una nuova leggerezza porto avanti<br />

quell’obiettivo e sono grata a quella sofferenza».<br />

Stefania Accardi<br />

«In queste poche righe è racchiusa la questione di<br />

fondo che muove la sua istanza creativa […]. Il suo<br />

intento è quello di poter dipingere ogni volta un nuovo<br />

stato d’animo. Rappresentare in qualche modo<br />

[…]”L’altra scena” […] che non solo rimanda all’altra<br />

passione che attraversa la pittrice, il teatro […] ma ci<br />

dice anche <strong>del</strong>la “scena altra”, quella psicanalitica di<br />

cui parla Sigmund Freud nella sua “Interpretazione<br />

dei sogni”. Gli itinerari, ricchi di suggestioni profonde<br />

quali la psicanalisi può offrire, accompagnano<br />

l’artista già da qualche anno contribuendo ad alimentare<br />

una dimensione che non ha niente a che vedere<br />

con la rappresentazione oggettiva […]. La sua cifra<br />

stilistica si inserisce nella tradizione moderna inaugurata<br />

dalle avanguardie <strong>del</strong> XX secolo, mantenendo<br />

tuttavia un felice dialogo col figurativismo. Ciò è<br />

testimoniato prevalentemente da due fattori: l’uso<br />

dei colori che privilegia, sia nelle tonalità che nella<br />

plasticità, l’effetto <strong>del</strong>l’impatto emotivo rispetto alla<br />

resa più o meno realistica degli elementi […] e la<br />

scelta dei soggetti, che non mira a una riproduzione<br />

fe<strong>del</strong>e dei loro tratti distintivi […] ma a restituire un<br />

certo slancio emotivo […]».<br />

Cristina Accardi<br />

Cell. 339 3438222<br />

stefaniaaccardi78@gmail.com - www.stefaniaaccardi.it<br />

7


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Associazione Pro-Arte La Torre<br />

L’associazione Pro-Arte La Torre ha iniziato la sua attività nel 1999 per<br />

volontà di Sandro Capra che sin dall’inizio ne è stato il legale responsabile.<br />

In questi 15 anni sono molte le iniziative che l’hanno caratterizzata:<br />

mostre collettive di pittura, di scultura e di grafica, principalmente a Signa ma<br />

anche in altre località <strong>del</strong>la Toscana.<br />

Tra queste, quattro edizioni di “Arte in vetrina” allestite nei negozi di Signa nel<br />

periodo natalizio, cinque edizioni di “Estemporanea” di pittura per le vie di<br />

Signa, dai Renai al Castello.<br />

Varie serate di lettura di brevi racconti inediti scritti degli associati e ancora<br />

molte serate dedicate alla poesia con autori noti e in erba, presentazioni di libri<br />

di scrittori quali: Mara Faggioli, Monica Locanto, Elisa Riccardi, Stefano<br />

Cuccuini, Valentina Ramponi, Michela Buongiorno e Sandro Capra.<br />

Senza dimenticare le serate teatrali di musica lirica e pittura nella Salablu di<br />

Signa.<br />

Attualmente gli iscritti sono:<br />

Andrea Boni<br />

Fernando Braschi<br />

Edi Campana<br />

Sandro Capra<br />

Fulvio Cartoni<br />

Gabriella Casini<br />

Giuseppe Cirri<br />

Danilo Crovetti<br />

Carlo De Luca<br />

Mara Faggioli<br />

Gandolfa Gennaro<br />

Antonio Lammardo<br />

Mariagrazia Leone<br />

Stefano Nistri<br />

Massimo Pazzini<br />

Ettore Poggiali<br />

Paolo Pretelli<br />

Piertito Prezzolini<br />

Felice Rocca<br />

Caterina Salaris<br />

Giovanna Salaris<br />

Elisiano Sangiorgi<br />

Renzo Sbraci<br />

Giovanna Tofani<br />

Umberto Toni<br />

Antonio Veltro<br />

Organi direttivi:<br />

Presidente, Sandro Capra<br />

Vice Presidente, Massimo Pazzini<br />

Segretaria, Gandolfa Gennaro<br />

Cassiere, Carlo De Luca<br />

Consigliere, Antonio Lammardo<br />

Cell. 338 8561520<br />

sandrocapra@alice.it<br />

8


Giuliano Bandecchi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

La musica, olio su tavola, cm. 50x60<br />

Giuliano Bandecchi è nato nel 1944 a Bientina<br />

(PI) dove tuttora risiede, anche se ha un legame<br />

con il <strong>territorio</strong> di Lastra a Signa, frequentato<br />

dal figlio che vive a Montespertoli.<br />

Pittore figurativo, si è avvicinato al disegno da giovane,<br />

distinguendosi in campo artistico fin dal periodo<br />

scolastico. Ha frequentato la bottega pittorica<br />

<strong>del</strong> maestro iperrealista Giovacchini, oltre a essersi<br />

dedicato per due anni al corso di pittura presso l’U-<br />

TE di Pontedera e ad aver seguito per un biennio<br />

l’Officina d’arte di Livorno. Attualmente è iscritto<br />

all’Accademia d’arte di Pisa dove ha appreso e perfezionato<br />

diverse tecniche pittoriche.<br />

Nei suoi dipinti si ritrovano paesaggi <strong>del</strong> <strong>territorio</strong><br />

che lo circonda e ritratti, presentati attraverso una<br />

pittura che riflette un’attenta osservazione <strong>del</strong>la natura,<br />

degli oggetti e <strong>del</strong>le figure. Fra le sue tecniche<br />

pittoriche preferite spiccano l’olio su iuta, legno e<br />

tela, ma nella sua produzione non mancano opere a<br />

carboncino, gessetti e acquerelli. I paesaggi di Bandecchi<br />

trasmettono un senso di quiete frutto di uno<br />

spirito contemplativo e di un’attenta osservazione<br />

di natura, oggetti e figure rispecchiando la sua anima<br />

semplice.<br />

Tra le mostre a cui ha partecipato figurano la collettiva<br />

alle Capanne di Pisa (2009, 2010 e 2011), quella<br />

a Pontedera (2010) e quella di arte e solidarietà<br />

“Incontri” a Bientina (2010), ma anche la personale<br />

al Caffè degli artisti a Pontedera (2011), la XXIX<br />

Rassegna nazionale di pittura, scultura e grafica a<br />

Livorno (2011), il concorso di pittura Nannicini a Capannoli<br />

e la Rassegna nazionale di pittura estemporanea<br />

a Vicopisano (2011, 2012 e 2013), oltre alla<br />

34ª Rassegna di pittura e grafica <strong>del</strong>l’Accademia<br />

d’arte di Pisa (2013, Palazzo Gambacorti). E ancora,<br />

nel 2013, la mostra “I grandi temi <strong>del</strong>l’arte” dedicata<br />

alla natura morta a Pisa, la collettiva “Anime diverse<br />

in arte” all’Hotel Euro a Cascina, seguite, nel<br />

2014, dalle collettive di acquerelli “Tra mare” a San<br />

Rossore, dove si è classificato al sesto posto, e da<br />

quella di Lastra a Signa.<br />

Tel. 0587 755308<br />

9


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Riccardo Battigelli<br />

Si assiste a un ritorno alla pittura dipinta che ha<br />

segnato l’ultimo decennio <strong>del</strong> XX secolo e caratterizzato<br />

buona parte <strong>del</strong>l’arte contemporanea<br />

<strong>del</strong> Nuovo Millennio. Non si tratta di nostalgismo<br />

o di anti progressismo ma di un recupero <strong>del</strong><br />

“mestiere”, che prende le distanze dal perfezionismo<br />

<strong>del</strong> fotorealismo e dagli stratagemmi ottenibili<br />

con il digitale. Fa parte di questo “nuovo orizzonte”<br />

anche il lavoro <strong>del</strong> secondo periodo <strong>del</strong>l’arte di Riccardo<br />

Battigelli. Di origini triestine, è nato a Firenze<br />

nel 1933, per poi formarsi come pittore esordiente<br />

a Bologna negli anni Cinquanta e Sessanta. Poi, per<br />

i giochi a volte avversi <strong>del</strong> vivere, è “sparito” dalle<br />

scene attive <strong>del</strong>l’arte ed è ricomparso nel mondo<br />

<strong>del</strong>la pittura in Toscana nel 2003.<br />

Un pittore dal talento conclamato, anche se ha seguito<br />

un percorso eclettico partito negli anni fra il<br />

1949 e il 1955 <strong>del</strong>la sua formazione artistica, con i<br />

maestri Morandi, Man<strong>del</strong>li e Natalini all’Accademia<br />

di Bologna e Michelucci alla facoltà di Architettura<br />

di Firenze. Nel primo periodo bolognese ha eseguito<br />

lavori di architettura degli interni e scenografie<br />

per diversi teatri, tra cui il Regio di Parma dove ha<br />

ricevuto un premio per la ‘’Migliore Scenografia’’. A<br />

Sarsina, nel 1956, ha progettato l’arena ed eseguito<br />

le scenografie per l’inaugurazione <strong>del</strong>le celebrazioni<br />

<strong>del</strong> bimillenario di Plauto, nato nella città nel 44<br />

a.C. Ha esposto dipinti in Italia, Europa, Nord Africa<br />

e Stati Uniti. La sua arte ha riscosso crescenti consensi,<br />

tanto da valergli, fra il 1955 e 1956 il Premio<br />

San Fe<strong>del</strong>e a Milano, il Montagnola, il Casalecchio<br />

e il Re Enzo a Bologna, oltre alle esposizioni alla<br />

galleria Numero di Firenze e alla ‘’One Gallery’’ di<br />

New York nel 1956.<br />

Nel 1966, a causa di dolorosi eventi familiari ha<br />

chiuso lo studio di Bologna e si è trasferito negli<br />

Stati Uniti dove ha recepito saperi diversamente<br />

acquisibili altrove. Ha lavorato in un Ranch nel New<br />

Mexico e ha vissuto importanti esperienze formative,<br />

di cultura e di vita. Tornato in Italia si è stabilito<br />

in una fattoria in Toscana e dagli anni Settanta si è<br />

dedicato ad attività di allevamento e speciale addestramento<br />

di cavalli per consentire una didattica<br />

Personaggi <strong>del</strong>la Commedia <strong>del</strong>la Vita - Conclusioni e Riconversioni,<br />

1966, olio su tela, cm. 90x100, collezione privata<br />

equestre integrata con esperienze di disegno dal<br />

vero, atta alla conoscenza dei valori <strong>del</strong> paesaggio<br />

tramite il cavallo, quale soggetto fondamentale per<br />

l’escursionismo nella Natura.<br />

Nel recente periodo ha partecipato a mostre collettive<br />

e concorsi riscuotendo importanti riconoscimenti,<br />

fra i quali, nel 2009, la Palma d’Oro per l’arte<br />

e il Premio “Sentimenti e sensazioni dall’Italia’’ alla<br />

Maecenas Sverige Academy, in Svezia, e nel 2010 il<br />

Premio Città di Stoccolma alla Bellange Art Galerj.<br />

Nel 2011, ecco il Premio Ambiente Italia per il 150°<br />

<strong>del</strong>l’Unità d’Italia con l’opera “Donna Italia nel compimento<br />

<strong>del</strong>l’Unione senza spargere sangue” (ora<br />

di proprietà <strong>del</strong> Comune di Montaione) e la Medaglia<br />

alla Carriera, conferita a Teano dal Presidente<br />

<strong>del</strong>la Repubblica. Nel 2012 ha preso parte alla Prima<br />

Biennale di Palermo, nel 2013 ha vinto il Premio Lorenzo<br />

de’ Medici a Firenze ed è stato il I° Classificato<br />

al Concorso MusicArte alle Giubbe Rosse di Firenze<br />

con l’opera “Music Sense” <strong>del</strong> 1954. Nel<br />

Santo Stefano, 389 - 50050 Montaione (FI) - Cell. 333 8743610<br />

riccardo.battigelli@tiscali.it - www.riccardobattigelli.it<br />

10


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Riccardo Battigelli<br />

Cipressi per due, 2005, olio su tela, cm. 50x35<br />

L’opera è stata scelta per la cover <strong>del</strong>l’album contenete la<br />

suonata per pianoforte “Cipressi‘’ composta nel 1920 dal Maestro<br />

Mario Castelnuovo Tedesco ed eseguita nel giugno<br />

2011 da Maria Clara Monetti in occasione <strong>del</strong>le commemorazioni<br />

per il centenario <strong>del</strong> Maestro. Nel 2013 l’opera è stata<br />

selezionata per la Prima Biennale Internazionale di Palermo<br />

2014 ha partecipato alla Prima Biennale <strong>del</strong>la<br />

Creatività a Verona e a diverse collettive: a Pontedera<br />

alla M. Brogi Arte-Scuola, a Castellina in<br />

Chianti e a Greve in Chianti alle mostre curate da<br />

Caterina Pacenti e organizzate dalla WarpArt de<br />

‘’Il Bottega’’. Le sue opere sono state inserite in<br />

numerosi cataloghi, annuari e riviste. Ha ricevuto<br />

molte recensioni critiche di rilievo e dati di<br />

quotazioni.<br />

Battigelli è stato definito “Pittore <strong>del</strong> silenzio<br />

<strong>del</strong>la luce”. La sua produzione figurativa di nature<br />

morte, paesaggi e figure, si colloca nelle forme<br />

poetiche di una pittura che guarda al passato<br />

ponendosi nella realtà <strong>del</strong> presente. Subisce la<br />

lezione degli Impressionisti, ammira i Macchiaioli,<br />

sente la presenza di certi aspetti <strong>del</strong> Novecento<br />

italiano, si fonde nella contemplazione<br />

ammirata di Renoir e di Manet ma soprattutto<br />

medita sul fascino che gli provoca l’arte di Paul<br />

Cézanne, a sua volta già amato da Giorgio Morandi.<br />

I suoi dipinti risultano dinamici e scevri dal peso<br />

di aneddoti o racconti pedanti ma sono invece<br />

impostati unicamente sul significato immesso<br />

nella forma colmata di sentimenti. Evocano serenità<br />

e insieme sofferenza che diventano emozione<br />

e narrazione animate da pennellate libere ma<br />

precise, sempre convincenti, costringendo chi<br />

osserva a leggerne la sottigliezza d’immagine<br />

tramite un’indagine ravvicinata, soffermandosi<br />

sul macro-dettaglio, sul pennellare che può divenire<br />

anche liberamente astratto ma che conduce<br />

Natura Inerte: La chiave <strong>del</strong> sapere, 2014, olio su tela, cm. 64x40<br />

sempre a una immagine percettibile e distinguibile. Induce<br />

a scoprire il discorso emotivo nascosto dietro il<br />

segno e sotto la pennellata.<br />

La pittura di Battigelli è contemporaneamente una scena<br />

fuori dal tempo e parte <strong>del</strong> tempo in divenire. Si colloca<br />

fuori dalla cronaca e dalla verosimiglianza <strong>del</strong><br />

réportage ma è nel mondo dei prototipi, dove impera la<br />

poesia, e dove il tema, sempre elettivo, restituisce con<br />

accenti nuovi e attuali la sorprendente vitalità <strong>del</strong>la manualità<br />

matura <strong>del</strong>la pittura, ad onta <strong>del</strong>la prepotenza<br />

<strong>del</strong>l’immagine virtuale. Alcune sue opere hanno suscitato<br />

poesie: ‘’Cipressi’’, di Roberta Incerpi, ispirata dal<br />

dipinto “Cipressi per due” o l’intensa poesia di Nadia<br />

Betti “La chiave <strong>del</strong> sapere” ispirata dall’opera omonima<br />

di Battigelli ora alla Urbis et Artis di Roma, Università<br />

<strong>del</strong> Seraphicum.<br />

11


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Alessandro Belli<br />

Studio di onda, tecnica mista su faesite, cm. 30x40<br />

Costa livornese Calafuria, olio su faesite, cm. 50x50<br />

Nato a Lastra a Signa nel 1956, Alessandro<br />

Belli è autodidatta. La passione per la pittura<br />

è nata in lui all’inizio degli anni Novanta, durante<br />

i soggiorni a Castiglioncello, visitando le mostre<br />

dei Macchiaioli e Post Macchiaioli, che si succedevano<br />

al Castello Pasquini.<br />

Come dice lui stesso, è ancora alla ricerca di una<br />

propria identità pittorica, e spazia da un figurativo<br />

“classico”, ad opere, sempre figurative, ma più<br />

materiche e vigorose, che hanno come soggetto<br />

prevalente il mare.<br />

Nel dicembre <strong>del</strong> 2000 ha partecipato al XIV concorso<br />

Internazionale di Pittura organizzato al Castello<br />

Pasquini di Castiglioncello dalla FENALC, ricevendo<br />

il premio Speciale <strong>del</strong>la Giuria nella Sezione Marina,<br />

e nel concorso <strong>del</strong>l’anno successivo, ha vinto il 3°<br />

Scogli a Baratti, olio su tavola, cm. 17x34<br />

premio nella Sezione Paesaggio.<br />

Nel novembre 2013, ha partecipato alla mostra collettiva<br />

“Artigianato è Arte”, organizzata da CNA<br />

Pensionati, e tenuta alla Galleria Pio Fedi di Firenze,<br />

nell’ambito <strong>del</strong>le iniziative <strong>del</strong>la festa Diladdarno.<br />

Nel maggio 2014, nell’ambito <strong>del</strong>la Fiera Agricola di<br />

Dicomano, ha partecipato alla collettiva di pittura e<br />

scultura, sempre organizzata da CNA Pensionati di<br />

Firenze.<br />

Fa parte <strong>del</strong> gruppo CNA Arte Pensionati.<br />

Cell. 335 1297680<br />

albesive@gmail.com<br />

12


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Alessandro Belli<br />

Marina al tramonto, olio su compensato, cm. 25x40<br />

Mareggiata sulla costa, olio su compensato, cm. 18x41<br />

Mareggiata, olio su faesite, cm. 15x30<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Marcello Bertini<br />

Marcello Bertini nasce a Porto di Mezzo (FI),<br />

storico borgo fluviale sul fiume Arno, antica<br />

via marittima, commerciale e militare<br />

<strong>del</strong>la Firenze rinascimentale, verso il porto pisano e<br />

l’Europa. Appassionato d’arte fin da giovane, è assiduo<br />

frequentatore dei musei fiorentini, stimolato<br />

anche dal padre Giuseppe, dirigente alla Galleria degli<br />

Uffizi. Dopo aver conseguito la maturità tecnica,<br />

si iscrive al corso di pittura <strong>del</strong>la Scuola Fiorentina di<br />

Porta Romana. Scrive di lui il critico d’arte Ugo Fortini<br />

“Studia con rigore forme e cromie, avvalendosi<br />

di severi studi sui chimismi cromatici e le dinamiche<br />

<strong>del</strong> colore, perfezionati da un corso di specializzazione<br />

all’Università di Pisa. Le sue fonti principali di<br />

ispirazione sono: la natura, il contesto ambientale e<br />

gli oggetti <strong>del</strong> quotidiano. In particolare, le mutazioni<br />

<strong>del</strong> paesaggio, i significati dei fiori, i segreti degli interni<br />

di studio, ci conducono a quegli amorevoli pretesti<br />

<strong>del</strong>la sua personale ricerca di Bellezza, sempre<br />

in bilico fra reale e metareale, e che segnano inconfondibilmente<br />

il suo viatico principale di artista“. Già<br />

dalla prima metà degli anni Settanta, si susseguono<br />

le esposizioni personali di Marcello Bertini, che<br />

spaziano per tutta l’Italia e all’estero. Sue opere<br />

(dipinti anche di grandi dimensioni) entrano a far<br />

parte di importanti collezioni pubbliche e private.<br />

Espone in prestigiosi luoghi istituzionali e gallerie<br />

d’arte, instaurando con queste un proficuo rapporto<br />

continuativo. Escono vari cataloghi a firma di<br />

valenti critici e storici <strong>del</strong>l’arte, che scandiscono<br />

periodicamente l’evolvere <strong>del</strong>la sua opera e vanno<br />

ad arricchire la sua già nutrita bibliografia. Scrivono<br />

di lui: Cristina Acidini, Andrea Baldinotti, Mario Bucci,<br />

Rinaldo Frank Burattin, Dino Carlesi, Giovanna<br />

Maria Carli, Maria Luisa Cason, Umberto Cecchi,<br />

Giovanni Faccenda, Ugo Fortini, Carla Guiducci Bonanni,<br />

Lodovico Gierut, Delio Granchi, Pier Francesco<br />

Listri, Giovanni Lombardi, Mario Mazzocchi,<br />

Fabrizio Moretti, Marco Moretti, Elvio Natali, Armando<br />

Nocentini, Nicola Nuti, Sergio Pacciani,<br />

Marco Palamidessi, Tommaso Paloscia, Antonio<br />

Paolucci, Dino Pasquali, Aldo Rettori, Paola Scuffi,<br />

Cell. 339 5817608 - info@marcellobertini.com<br />

www.marcellobertini.com<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Marcello Bertini<br />

Angolo di studio, 2005, olio su tela, cm. 80x80<br />

Casolari a Montespertoli, 2012, olio su tela, cm. 80x80<br />

Umberto Sereni, Faustina Tori, Maurizio Vanni, Marcello<br />

Vannucci. Nel corso degli anni Marcello Bertini<br />

partecipa a numerose manifestazioni artistiche di<br />

rilievo: Arte Fiera Bologna, Fiera <strong>del</strong> Levante di Bari,<br />

Art Expo di Brussels, Mostra per il Commercio di<br />

Bordeaux, Esposizione Internazionale di Lugano,<br />

Festival Internazionale di Porto Vecchio - Corsica,<br />

Congresso di Archeometria <strong>del</strong> CNR di Firenze, Fiera<br />

<strong>del</strong>l’Arte di Barcellona, Rassegna Internazionale<br />

di Boston, Arte Expo Barcellona, Artist Yourney In<br />

Europa, European Commission - Brussels. La sua<br />

dimora e gli studi d’arte, si trovano a Gigliola, ameno<br />

borgo <strong>del</strong> Chianti Fiorentino, e a Lastra a Signa,<br />

nell’antica fortezza brunelleschiana, sul fiume Arno.<br />

“I luoghi segreti <strong>del</strong>l’anima“ come definisce Ugo<br />

Fortini gli studi <strong>del</strong> pittore toscano “luoghi di meditazione,<br />

di mutamento e trasformazione <strong>del</strong>la realtà,<br />

luoghi dei luoghi per eccellenza, dove le atmosfere<br />

che si godono e si soffrono, segnano spesso la vita<br />

<strong>del</strong>l’artista”. Portando con sè quell’intensità e quelle<br />

magie che restano <strong>del</strong>le passate manifestazioni<br />

artistiche - dopo le loro positive conclusioni - il maestro<br />

Bertini chiude l’anno 2013 con due importanti<br />

eventi: in Versilia al Museo Ugo Guidi e a Barcellona<br />

con Arte Expo. Dopo l’impegno Europeo di Brussels<br />

<strong>del</strong> giugno 2014 l’artista è tornato ad esporre in Toscana,<br />

nell’autunno scorso, con una importante mostra<br />

dal titolo “Alchimie fra colori e poesia nella pittura<br />

<strong>del</strong> vero”, promossa dal Comune di Pontassieve,<br />

distintosi negli ultimi anni per una attività culturale<br />

ammirevole; mostra patrocinata da Regione Toscana,<br />

Provincia e Comune di Firenze, con la collaborazione<br />

<strong>del</strong>l’Accademia di Belle Arti di Firenze e <strong>del</strong>la<br />

Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico,<br />

<strong>Artisti</strong>co ed Etnoantropologico e per il Polo Museale<br />

<strong>del</strong>la Città di Firenze, nonché dei Comuni di Montespertoli<br />

e Lastra a Signa. L’evento, presentato da<br />

Giovanni Faccenda, si è avvalso <strong>del</strong>le note di critici<br />

illustri e dei contributi di Ugo Fortini e Antonio Paolucci.<br />

Quest’ultimo scrive “Realtà e Poesia, binomio<br />

classico <strong>del</strong>la pittura <strong>del</strong> vero. Ma la realtà cosa sarebbe<br />

in pittura, senza il soccorso <strong>del</strong>la Poesia L’Epifania<br />

<strong>del</strong> vero può essere fermata e sublimata solo<br />

da quel processo intellettuale - metalogico - che<br />

chiamiamo Poesia. Perchè la Poesia ferma il tempo,<br />

sospende l’inesausto processo che conduce noi e le<br />

cose nel flusso <strong>del</strong>la vita. Vedere con occhi limpidi,<br />

cuore caldo e mente serena, e dividere con noi il<br />

privilegio <strong>del</strong>la visione secondo Poesia. Questo è il<br />

destino <strong>del</strong>l’Arte, questo è il mestiere <strong>del</strong> pittore<br />

quando il pittore è, come Marcello Bertini, Poeta <strong>del</strong><br />

Vero”. Infine, cogliamo dalla generosa testura <strong>del</strong>la<br />

personalità Bertiniana un suo stesso pensiero: “Fiori,<br />

paesaggi <strong>del</strong>l’amata terra... amorevole pretesto<br />

per accedere alla segreta intimità che la pittura mi<br />

offre... Passando attraverso gli irti e meravigliosi<br />

ostacoli <strong>del</strong> segno, alchimie cromatiche raggiungono<br />

stanze segrete <strong>del</strong>l’anima”.<br />

15


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Belarghes<br />

Allegoria <strong>del</strong>la paglia, 2014. Piazza Cavallotti - Signa (FI)<br />

Foto Daniel Guarducci<br />

Lo scultore Belarghes (Arben Pazaj) è nato nel<br />

1963 a Valona in Albania. Si è avvicinato alla<br />

scultura a nove anni. Dopo aver vinto il concorso<br />

statale per studiare scultura al Liceo <strong>Artisti</strong>co di<br />

Tirana, si è laureato all’Accademia di Belle Arti. Nel<br />

2003 è arrivato in Italia, a Firenze, dove ha proseguito<br />

il suo percorso artistico libero di esprimersi a suo<br />

modo, ricevendo apprezzamenti dalla critica illustre.<br />

Scrive Marco Moretti sulla scultura “Allegoria <strong>del</strong>la<br />

Paglia”: «Belarghes, da artista sensibile, ha saputo<br />

cogliere ed emblematicamente tradurre, in maniera<br />

non aulica né celebrativa seppur solidamente figurativa,<br />

lo spirito di quella centralità manifatturiera<br />

volta al femminile. E lo ha fatto concependo la sua<br />

opera per accenni di simboli: dal mannello di spighe,<br />

di steli e di trecce che fuoriescono da una sorta<br />

di tronco-contenitore posto a lato <strong>del</strong>la figura, al<br />

cappello di paglia a larga tesa detto ‘monachina’.<br />

Dal lato formale ha costruito la scultura tramite uno<br />

svelto mo<strong>del</strong>lato da cui emergono spunti di concezione<br />

classica: come quell’elemento stesso, di supporto<br />

prima accennato, presente già nella scultura<br />

greca per dare maggior stabilità alla figura. La statua<br />

vi si appoggia con l’esterno <strong>del</strong>la gamba destra e,<br />

con la mano, sfiora simbolicamente la paglia. L’impostazione<br />

classica <strong>del</strong>la statua si evince soprattutto<br />

dalla posizione chiastica <strong>del</strong>le gambe, la destra<br />

flessa e l’altra di sostegno, da cui deriva la mossa<br />

<strong>del</strong> bacino con il conseguente ritmo alterno e bilanciato<br />

di flessioni e di tensioni, accentuato dalla posizione<br />

degli arti contrapposti. Un dinamismo plastico<br />

che imprime movimento a tutta la figura, il quale si<br />

accentua nel gesto dinamico <strong>del</strong>l’avambraccio sinistro<br />

alzato fino a un aggetto di 90 gradi rispetto al<br />

busto, ritornando con circa metà angolazione a toccare<br />

con la mano la falda <strong>del</strong> cappello, sotto la cui<br />

‘ala battagliera’ il volto <strong>del</strong>la donna guarda risolutamente<br />

avanti a sé, come fermamente determinato<br />

ad affrontare il futuro. Senso d’energia che si sprigiona<br />

anche attraverso la svelta solidità <strong>del</strong>le forme<br />

muliebri, trasmettendosi al leggero vestito che ricopre<br />

il corpo giovanile. Così plasticamente concepita,<br />

questa figura viva e pulsante, così ‘aerea’ ma allo<br />

stesso tempo così attaccata alla terra, non vuol costituire<br />

idea di monumento, ma memoria e memento<br />

di una condizione economica ed umana che<br />

per oltre due secoli e mezzo segnò, primo fra tutti<br />

in Toscana, il <strong>territorio</strong> di Signa».<br />

Cell. 393 5396120<br />

www.belarghes.it<br />

16


Andrea Boni<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

La vespa di Mac, 2007, acrilico su tela, cm. 80x70<br />

Vi guardo, 2014, acrilico su tela, cm. 80x60<br />

Andrea Boni ha iniziato a dipingere nel 1990,<br />

iscrivendosi ad un corso di pittura <strong>del</strong> D.L.F.<br />

di Firenze, tenuto dalla professoressa Andrea<br />

Sole Costa. È rimasto influenzato dal gusto <strong>del</strong><br />

geometrismo elaborato attraverso forti contrasti di<br />

luci ed ombre. Il motivo dominante <strong>del</strong>le sue composizioni<br />

è la ricerca di una tridimensionalità virtuale<br />

assoluta, dove ciò che viene rappresentato è solo il<br />

mezzo per conseguirla. Da ciò la predilezione per<br />

mo<strong>del</strong>li costruiti con cartoncini Bristol colorati, da<br />

cui ricreare tutto (ritratti, nature morte, paesaggi,<br />

spazi e forme immaginarie).<br />

Innumerevoli le rassegne pittoriche cui ha partecipato,<br />

ottenendo molti successi, con importanti premi<br />

e riconoscimenti, anche all’estero. Ha vinto per<br />

due volte il 1° premio nazionale Città di Lastra negli<br />

anni 2001e 2011. Ha collaborato inoltre alla realizzazione<br />

di ambientazioni, scenografie e murales per<br />

noti locali da ballo in Firenze e dintorni. Nel 2014 è<br />

stato protagonista di una personale organizzata dal<br />

Comune di Signa.<br />

Via M. Buonarroti, 7 - 50058 Signa (FI)<br />

Cell. 338 7031402<br />

17


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Giorgio Butini<br />

Acqua (particolare <strong>del</strong>l’opera), 2010, bassorilievo, ardesia, cm. 60x60<br />

“Figlio d’arte, ho fatto mio il linguaggio dei segni<br />

ancor prima di quello <strong>del</strong>la parola, trovando nel disegno<br />

il mio mezzo di comunicazione privilegiato.<br />

Le opere di Metamorfosi, sono il messaggio, forte<br />

e spesso inquietante, che ho voluto trasmettere<br />

agli altri. Alcuni miei pensieri divenuti denuncia e<br />

resi materia…”<br />

Giorgio Butini nasce a Firenze il 25 febbraio<br />

1965, autodidatta, frequenta botteghe di<br />

maestri come Antonio Berti e Raimondo<br />

Riachi, a Firenze e Parigi, studia anatomia presso il<br />

reparto di medicina legale di Careggi a Firenze, dedicandosi<br />

alla scultura, alla pittura e all’arte <strong>del</strong> restauro<br />

lapideo e ligneo. Apre il suo primo Atelier nel<br />

1987 a Sesto Fiorentino vicino a Firenze, dedicandosi<br />

anche all’arte <strong>del</strong>la ceramica.<br />

Nel 1994 trasferisce il suo laboratorio sulle colline di<br />

Lastra a Signa, Firenze.<br />

Dal marzo 2009 vive e lavora a Quarrata, Pistoia.<br />

Svolge a tempo pieno l’attività artistica e di insegnamento<br />

<strong>del</strong>le tecniche scultoree, pittoriche e di<br />

disegno.<br />

Ad oggi sono molte le opere da lui realizzate sia<br />

pubbliche che private, ne citiamo alcune.<br />

Nel 2004 l’artista realizza da un monolite di marmo<br />

dal peso di 14 tonnellate “Il Grido”, gruppo scultoreo<br />

dove rappresenta il dolore <strong>del</strong>la madre alla perdita<br />

<strong>del</strong> proprio figlio, l’opera si trova all’interno <strong>del</strong><br />

Parco Comunale di Villa Rucellai - Campi Bisenzio,<br />

Firenze.<br />

Nel 2007 dona un Crocifisso di bronzo al Santo Padre<br />

- Stanze Vaticane, Roma.<br />

Nel 2010 realizza “Supremazia” opera in bronzo donata<br />

al Presidente <strong>del</strong>la Repubblica - Musei <strong>del</strong> Quirinale,<br />

Roma.<br />

Nel 2013 Giorgio Butini realizza il monumento in<br />

marmo dedicato alla memoria <strong>del</strong> CT <strong>del</strong>la Nazionale<br />

Italiana di Ciclismo, Franco Ballerini che tutti ricordano<br />

come il “Ballero” inaugurata in occasione<br />

dei Mondiali 2013 tenuti in Toscana, collocata al<br />

Nelson Man<strong>del</strong>a Forum di Firenze.<br />

info@giorgiobutini.it<br />

www.giorgiobutini.it<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Giorgio Butini<br />

Disegno (particolare), 2011, altorilievo, ardesia, cm. 60x60<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Olinto Camarlinghi<br />

Esplosione di colori, 2014, olio su tela<br />

Olinto Camarlinghi, conosciuto anche come Oli,<br />

è nato nel 1932 a Lastra a Signa, dove vive<br />

tutt’ora.<br />

L’affinità con i colori, grandi protagonisti nella sua pittura,<br />

è nata tra le mura <strong>del</strong>la maglieria <strong>del</strong> padre, dove<br />

è cresciuto a stretto contatto con abbinamenti cromatici<br />

e sfumature.<br />

Nella sua vita, trascorsa tra Firenze, Milano e Parigi, è<br />

sempre stato un appassionato d’arte, anche come<br />

collezionista, ma è solo in tempi recenti che ha iniziato<br />

a dipingere, partendo dal figurativo e aprendosi negli<br />

ultimi tempi anche al linguaggio astratto. Seppur autodidatta,<br />

la sua produzione è molto diversificata anche<br />

nelle tecniche, che spaziano dal pennello alla spatola,<br />

dagli oli agli acrilici fino alle tempere.<br />

È stato presente a numerose mostre sia collettive che<br />

personali, tra cui quattro esposizioni allo Spedale di<br />

Sant’Antonio a Lastra a Signa e altrettante a Scandicci.<br />

Nel 2013 ha partecipato alla manifestazione Volterra<br />

in cornice. Nel 2014 è stato premiato nell’ambito<br />

<strong>del</strong> 48° Concorso di Pittura Premio Nazionale Città di<br />

Lastra.<br />

Pian dei Giullari, 2012, graffito, olio, calce e acrilico su tela<br />

Tre amici curiosi, olio su embrice<br />

Cell. 331 3245208<br />

20


Edi Campana<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Girasoli a testa in giù, pastelli su carta<br />

Edi Campana, è nata e vive a Firenze, città che<br />

ama molto. Ha frequentato il liceo artistico<br />

serale Leon Battista Alberti ma dipinge per<br />

diletto.<br />

Di carattere schivo e poco interessata alle esposizioni,<br />

trova nella quotidianità i suoi soggetti preferiti.<br />

Ha una particolare sensibilità per le composizioni<br />

floreali e le nature morte che rappresenta soprattutto<br />

con la tecnica dei pastelli.<br />

Le sue opere emanano energia e vitalità contrastanti,<br />

gioia e malinconia si mescolano scambiandosi<br />

vicendevolmente i ruoli di sfondo e primo piano.<br />

Ha esposto con <strong>del</strong>le mini-personali a Firenze presso<br />

il Chiostro <strong>del</strong>l’Ammannati e nella Palazzina Livia.<br />

Da qualche anno è iscritta all’associazione Pro-Arte<br />

“La Torre” di Signa grazie alla quale ha esposto con<br />

la personale dal titolo “Niente di che...” presso la<br />

vecchia biblioteca comunale. Ha inoltre partecipato<br />

alle tante attività promosse dall’associazione.<br />

Cell. 333 7208241<br />

21


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Sandro Capra<br />

Sandro Capra arriva a Signa nel 1968 a sedici<br />

anni. Sin da subito cerca di integrarsi nella<br />

comunità signese e già nei primi anni Settanta<br />

fa parte <strong>del</strong> consiglio <strong>del</strong> circolo ricreativo Stella<br />

Rossa. In quel periodo partecipa, come pittore, alle<br />

mostre collettive organizzate da Giuseppe Medaglini<br />

e Luigi Buscaglioni.<br />

Dal 1980 al 1985 è consigliere comunale a Signa.<br />

Nel 1990 pubblica il primo<br />

libro “Villadoro in Sicilia”<br />

edito da L’autore<br />

libri (Firenze), dove racconta<br />

la vita e la tradizione<br />

<strong>del</strong> suo paese d’origine.<br />

Il volume è segnalato<br />

al 12° Premio letterario<br />

Campofranco.<br />

Dal 1985 al 1994 scrive e<br />

mette in scena tre commedie,<br />

curandone la regia. Una di queste è stata<br />

rappresentata anche in piazza Cavour a Signa durante<br />

la fiera annuale <strong>del</strong> 1994.<br />

Nel 1999 crea l’associazione Pro-Arte la Torre, <strong>del</strong>la<br />

quale è il presidente fin dalla fondazione, organizzando<br />

mostre collettive, cinque edizioni di estemporanee<br />

di pittura, “Per le vie di Signa dai Renai al<br />

Castello”, serate di letture di brevi racconti inediti,<br />

poesie e presentazioni di<br />

libri.<br />

Nel 2003 pubblica il secondo<br />

romanzo “Per caso”<br />

edito da Logisma editore<br />

che riceve la segnalazione<br />

d’onore al 21° premio Firenze<br />

Europa “Mario Conti”,<br />

edizione 2003.<br />

Nel 2004 come presidente<br />

<strong>del</strong>l’associazione indice un<br />

concorso di brevi racconti: di<br />

questi, dopo una accurata<br />

selezione da parte <strong>del</strong>la giuria,<br />

<strong>del</strong>la quale è parte, viene<br />

pubblicata la raccolta “Racconti<br />

Italiani <strong>del</strong> 2000” edita<br />

da Agèmina.<br />

Nel 2011 pubblica il suo terzo<br />

romanzo, “Amico”, edito<br />

da Arduino Sacco editore.<br />

Da alcuni anni si dedica con<br />

passione all’incisione al bulino.<br />

Note di Ugo Fortini<br />

«…incidere su lastra direttamente<br />

al bulino è operazione<br />

che ha in sé <strong>del</strong>l’arcano,<br />

non stampa, le sue opere sono uniche.<br />

Scrive Goethe in Almanacco <strong>del</strong>le Muse ”intorno<br />

all’incisione d’arte ogni cosa aleggia di magia”.<br />

Sandro Capra sa bene tutto ciò e realizza, intrise di<br />

quella misteriosa atmosfera, le sue pregevoli opere;<br />

tracciando trame vivaci ed espressive, traendo<br />

dalla ricerca di codesti schemi decorativi effetti di<br />

chiaroscuro da considerarsi<br />

capolavori».<br />

Le immagini <strong>del</strong>le copertine<br />

dei libri sono<br />

sue.<br />

Incisione al bulino su<br />

alluminio, cm. 45x60<br />

Cell. 338 8561520 - www.sandrocapra.it<br />

sandrocapra@alice.it<br />

22


Donato Carone<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Donato Carone svolge la sua attività<br />

di fotografo professionista dal 1976.<br />

Affianca l’attività “commerciale”<br />

che lo vede specializzato in foto di ritratto,<br />

moda e reportage, a quella artistica e di ricerca,<br />

in cui fonde le sue qualità di fotografo<br />

a quelle di pittore, designer e architetto:<br />

ha studiato arte ed architettura all’università<br />

di Firenze, dove ha vissuto fino agli inizi<br />

degli anni Ottanta.<br />

In quel periodo è arrivato a Milano per continuare<br />

la collaborazione artistica con la RAI<br />

iniziata alcuni anni prima nella sede Rai Toscana.<br />

Contemporaneamente ha aperto<br />

due studi fotografici, uno a Milano e l’altro<br />

a Varese, dove si è occupato soprattutto di<br />

foto di moda e di ritratto, collaborando con<br />

tutte le più grosse agenzie di moda che in<br />

quegli anni vivevano il loro periodo di massimo<br />

splendore. Nel frattempo sono iniziati<br />

i suoi numerosi viaggi in Europa,<br />

Stati Uniti, Paesi Arabi,<br />

Sud America e tanti altri. Le<br />

sue foto sono state pubblicate<br />

su varie testate nazionali,<br />

tra le quali: Geodes, Qui Touring,<br />

Gente Viaggi, Vera, Amica,<br />

L’Uomo Vogue, Living.<br />

Dal 1972 a oggi ha partecipato<br />

a numerose esposizioni a<br />

Firenze, Signa, Varese, ma<br />

anche in Svizzera, a Londra,<br />

New York e in California.<br />

Cortile<br />

Delizie siciliane al tramonto<br />

Vicolo Martini, 19 - 50058 Signa (FI)<br />

www.foto80.it<br />

23


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Giancarlo Carrai<br />

Madonna robbiana, 2013 La famiglia, 2013<br />

Sculture d’ispirazione neoclassica, restauro di<br />

pezzi antichi, creazioni contemporanee uniche.<br />

Si muove sul confine labile che divide da<br />

sempre l’artigiano dall’artista il lavoro di Giancarlo<br />

Carrai che, nato a Santa Luce Orciano (Pi) nel 1953,<br />

vive e lavora a Lastra a Signa.<br />

Nel suo laboratorio immerso nel verde di San Romolo,<br />

sul colle più alto <strong>del</strong> Comune, da cui domina<br />

tutta la vallata <strong>del</strong>l’Arno, Carrai si dedica alla realizzazione<br />

di opere d’ispirazione classica e neoclassica.<br />

Grande attenzione è dedicata alle figure femminili,<br />

dalle pose aggraziate e dai tratti <strong>del</strong>icati. Ciascuna<br />

scultura è realizzata studiando i dettagli in ogni passaggio:<br />

le opere prima sono plasmate in creta, poi<br />

calcate in gesso, realizzando il negativo e quindi il<br />

positivo, infine levigate e rifinite.<br />

L’attività di Giancarlo Carrai ha però mille sfumature<br />

e abbraccia maiolica, porcellana e cotto, spaziando<br />

dalla creazione di sculture fino alla realizzazione<br />

di fregi ornamentali e bassorilievi. La sua<br />

abilità nelle arti plastiche gli consente anche di recuperare<br />

alla perfezione pezzi antichi che, grazie a<br />

un accurato lavoro di restauro, ritornano allo splendore<br />

originario.<br />

Ma l’artista viene fuori specialmente nella produzione<br />

più recente, dove alla tecnica sapiente si unisce<br />

il guizzo creativo: prendono vita così sculture di<br />

grande impatto, spesso dominate da linee geometriche,<br />

a volte quasi spigolose, ma sempre caratterizzate<br />

da una forza dirompente. Alcune sembrano<br />

svilupparsi come antichi totem, altre ricordano maschere<br />

carnevalesche, altre ancora sono figure solide<br />

ed energiche. Quasi degli enigmi da decifrare,<br />

con una faccia nuova da scoprire a ogni sguardo o<br />

un dettaglio da cercare come in una matrioska.<br />

Cell. 339 3312456<br />

giancarlocarrai@outlook.it<br />

24


Elisabetta Carraretto<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

L’uomo <strong>del</strong>l’umiltà<br />

Elisabetta Carraretto è nata a Portogruaro<br />

(Ve) nel 1973, ma vive a Signa dal<br />

2009.<br />

Il suo legame con la pittura è iniziato in seguito<br />

a un periodo di sofferenza. È aggredendo la<br />

tela con i colori, ed esprimendo così le sue<br />

emozioni, che è riuscita a superare un grande<br />

dolore.<br />

Qualche anno fa, ha quindi cominciato a seguire<br />

il corso/laboratorio di pittura “La bottega<br />

di Marzia” (tenuto da Marzia Rocchi), dove le<br />

sono state insegnate varie tecniche e dove ha<br />

imparato a usare colori e metodi, mentre la<br />

“maestra” ha permesso a lei e agli altri allievi<br />

di apprendere come tirare fuori quello che<br />

ognuno ha dentro.<br />

Si è così innamorata sempre di più <strong>del</strong>l’arte e,<br />

continuando a seguire il corso per apprendere<br />

il più possibile, ha imparato a sviluppare al meglio<br />

la propria sensibilità artistica.<br />

Il cammino<br />

Cell. 349 2381716<br />

25


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Gabriella Casini<br />

Dolce attesa per un risveglio, olio su tela<br />

Gabriella Casini è nata a Impruneta nel 1959,<br />

ma vive a Signa dal 1992.<br />

Fin da piccola ha amato la pittura e si è avvicinata<br />

al mondo <strong>del</strong>le tele e dei colori da autodidatta.<br />

Dopo aver iniziato gli studi in biologia, ha frequentato<br />

l’istituto magistrale ed è diventata maestra elementare<br />

e <strong>del</strong>la scuola <strong>del</strong>l’infanzia. Ha continuato a<br />

dipingere per propria soddisfazione, quasi per necessità<br />

personale, cercando di fermare sulla tela,<br />

con i suoi colori, tutto il “bello” <strong>del</strong>la realtà.<br />

I soggetti principali sono gli elementi <strong>del</strong>la natura,<br />

primi su tutti i fiori. La sua è una pittura figurativa<br />

fatta di colore ed energia, in cui l’acceso cromatismo<br />

si sposa alle pennellate vigorose. La tecnica<br />

spazia dall’olio su tela all’acquerello fino a toccare le<br />

sperimentazioni, più recenti, con la pittura acrilica.<br />

Fra le mostre a cui ha partecipato anche diverse collettive<br />

con i pittori di Impruneta e due con altri artisti<br />

signesi, tra cui quella <strong>del</strong> settembre 2013 tenutasi al<br />

Circolo Arci Stella Rossa nel Castello di Signa.<br />

In morte <strong>del</strong>la direttrice didattica Sonia Macchi, olio su tela<br />

Cell. 334 1623781<br />

26


Piero Ciaramelli<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Firenze, bassorilievo in terracotta, cm. 110x55<br />

Ninfee, olio su tela, cm. 80x80<br />

Nascita di Venere, terracotta patinata bronzo, cm. 45x32x32<br />

Piero Ciaramelli, pittore e scultore lastrigiano, è<br />

attivo nel settore dal 1970. Ha partecipato a mostre<br />

collettive nazionali e internazionali, oltre che<br />

a varie personali allestite in tutta Italia.<br />

Sue opere sono presenti nelle gallerie più prestigiose<br />

di Firenze. Diplomato alla Scuola di Nudo <strong>del</strong> Gada nel<br />

1972, è inserito nel Catalogo Nazionale Bolaffi con quotazioni<br />

dal 1980.<br />

Scrive di lui Carlo Prono nel “Corriere Poeti e Pittori”:<br />

«Pittore attento ed estroverso, passa da raffinate figure<br />

di nudi femminili ai ritratti espressivi grevi di vita e<br />

colore, per completarsi con paesaggi <strong>del</strong>la sua Toscana<br />

pieni di aria tersa da fresche brezze, incontaminate colline<br />

che avvolgono le schiere di cipressi, sentinelle a<br />

guardia <strong>del</strong>la storia di questa terra etrusca.<br />

La vita, la cultura <strong>del</strong>la Toscana si trova in toto nella<br />

pittura di Ciaramelli, i campi lavorati, le strade che si<br />

inerpicano nei boschi e nei casolari, i colori <strong>del</strong>le case,<br />

la disposizione degli olivi e dei cipressi. Tutto questo è<br />

Flash 2, olio su tela, cm. 80x80<br />

minuzioso e personale racconto <strong>del</strong>la sua terra,<br />

una pittura luminosa, una tavolozza piena di colori<br />

che sembrano estratti dai fiori, dalle foglie <strong>del</strong>la<br />

terra e dall’aria <strong>del</strong>la Toscana».<br />

Di recente si è cimentato con le sculture di cioccolato,<br />

all’interno di diverse manifestazioni e, a<br />

ottobre 2014, ha vinto la seconda edizione <strong>del</strong><br />

concorso di scultura “Maria Grazia Vaccari” con<br />

l’opera “Tiramisù”.<br />

Via Arione, 9 - Lastra a Signa (FI)<br />

27


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Giuseppe Cirri<br />

Paesaggio toscano, cm. 150x90<br />

Giuseppe Cirri è nato a Comeana (Carmignano)<br />

e vive a Sant’Angelo a Lecore, località<br />

tra Campi Bisenzio e Signa.<br />

La sua è una vita dedicata alla pittura, passione che<br />

da sempre lo accompagna, unita al talento innato<br />

per la rappresentazione grafica.<br />

Nel corso degli anni, si è dedicato con uguale intensità<br />

alla raffigurazione <strong>del</strong> paesaggio toscano e alla<br />

natura morta, sperimentando varie tecniche, ma rimanendo<br />

sempre fe<strong>del</strong>e a se stesso.<br />

Ama dipingere all’aperto, riportando su tela scene<br />

di vita quotidiana, ma anche frammenti di ambienti<br />

rurali che ancora oggi caratterizzano le campagne<br />

<strong>del</strong> <strong>territorio</strong> in cui vive, immerso in quella realtà a<br />

lui cara che rimanda alla tradizione dei Macchiaioli.<br />

Ha partecipato a numerose mostre, sia personali<br />

che collettive, ottenendo vari riconoscimenti. Le<br />

sue opere si trovano sia in Italia che all’estero.<br />

Via Sant’Angelo a Lecore, 266 - 50013 Campi Bisenzio (FI)<br />

Tel. 055 8797148<br />

28


Daniela Corsini<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Daniela Corsini è l’iniziatrice e la figura più<br />

influente <strong>del</strong> Filtrismo ® , movimento di<br />

fotografia pittorica sviluppato a Firenze<br />

alla fine <strong>del</strong> Novecento.<br />

Numerose le personali e le presentazioni <strong>del</strong>le<br />

sue foto e dei video, in Italia e all’estero, tra le<br />

quali: Librerie Feltrinelli di Firenze e Perugia<br />

(2005, 2007, 2008); Caffè Giubbe Rosse di Firenze<br />

(2006); Università Tiradentes e MUHSE-<br />

Museo Antropologico-Aracaju, Brasile (2006);<br />

Düsseldorf, Germania (2009); Digione, Francia<br />

(2010); Museo Archeologico Nazionale di Firenze<br />

(2010); Palazzo Medici Riccardi di Firenze<br />

(2011); Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles,<br />

Belgio (2013); Berlino, Germania (2014).<br />

«In ogni tempo l’arte contemporanea sorprende:<br />

niente è già visto prima. Talora genera entusiasmi<br />

che magari si sopiranno, oppure sdegni e<br />

rifiuti forse destinati a mutarsi in plausi successivi<br />

all’artista.<br />

Anche quando segue orme antiche, l’arte che<br />

doni contributi mostra un tratto suo.<br />

Essa ha dunque un dialogo aperto col pubblico<br />

che voglia parteciparvi, ascoltandosi e cercando<br />

nuove chiavi di lettura oltre quelle dorate dal tempo.<br />

In questo divenire si colloca il Filtrismo ® , movimento<br />

di fotografia pittorica sviluppato a Firenze<br />

dalla fine <strong>del</strong> Novecento. Qui l’artista reinventa<br />

con strumenti digitali ciò che ha fotografato, per<br />

riprodurre il modo in cui l’ha vissuto attraverso il<br />

filtro <strong>del</strong>la propria percezione cognitiva.<br />

Col tempo si sviluppa anche il modo di essere,<br />

vedere e realizzare di ogni artista. Così, questa<br />

esposizione 2013 evidenzia la progressione di<br />

Daniela Corsini, fondatrice <strong>del</strong> movimento. La<br />

dimensione evolutiva è tanto più visibile poiché<br />

siamo davanti al sequel di “Archeovisioni”, la<br />

straordinaria mostra nella mostra <strong>del</strong> 2010, quando<br />

il Museo Archeologico Nazionale di Firenze<br />

L’onda <strong>del</strong> suono<br />

presentò la sua visione di reperti millenari. Dalle prime<br />

forme di creatività umana agli esiti etruschi, greci e romani,<br />

la sua arte narrò i capolavori di ieri con lo sguardo<br />

di oggi, confluendo nel volume “Archeovisioni”.<br />

Da subito Archeovisioni aveva trasformato lo spettatore<br />

in un detective, impegnato a trovare la propria percezione<br />

in quella di Daniela Corsini. Nel progress c’è un<br />

indizio nuovo, posto fra le opere e chiaro nel Viaggio<br />

<strong>del</strong>la barca senza vela né timone, come se la vita stessa<br />

si incaricasse <strong>del</strong> nostro percorso, lasciando a noi di<br />

trarne il meglio e di poterci continuare a sorprendere».<br />

Paolo Boschi<br />

Presidente <strong>del</strong>l’Agenzia formativa Apogeo<br />

www.apogeoform.net<br />

Estratto dal commento critico alla mostra<br />

“Archeovisioni - a work in progress”<br />

Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles - maggio/giugno 2013<br />

Cell. 328 3467970 - info@danielacorsini.it<br />

www.danielacorsini.it - www.archeovisioni.it<br />

29


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Danilo Crovetti<br />

Casolare a Signa, olio su masonite, cm. 30x40<br />

Danilo Crovetti è un artista signese che si è<br />

avvicinato alla pittura da autodidatta. Protagonisti<br />

nelle sue opere sono paesaggi e<br />

scorci di una Toscana senza tempo.<br />

Scrive di lui Sandro Serradifalco ne “I protagonisti<br />

<strong>del</strong>le nuove avanguardie” (EA Editore, 2013): “Artista<br />

dedito alla pittura di paesaggio, il maestro Danilo<br />

Crovetti ci presenta nelle proprie opere lirici scorci<br />

<strong>del</strong>la sua Toscana, animandola con felice tocco<br />

nella sua intensa pittura. Quello di Crovetti è un<br />

agire dettato dalla sua spiccata sensibilità visiva ed<br />

emotiva che sulle orme mai tramontate <strong>del</strong>l’iconografia<br />

<strong>del</strong> paesaggio, offre la visione di una natura<br />

piena, amica, serena, in cui l’uomo non è presente<br />

ma partecipe con lo sguardo e con gli affetti”.<br />

A Danilo<br />

Colori di rara bellezza avvolgono forme antiche di<br />

oggetti vissuti.<br />

Vicoli e paesaggi ci appaiono in tutto il loro splendore<br />

e ci riportano indietro ai tempi passati, suscitando<br />

in noi echi ancestrali di solenni bellezze.<br />

Serina Volpe<br />

Via <strong>del</strong> Crocifisso, 50A - 50058 Signa (FI) - Tel. 055 8790385 - Cell. 333 4899834<br />

daniloc.pittore@gmail.com - www.daniloc.altervista.org<br />

30


Alessandro de Larderel<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Vaso Panza<br />

Nato in Cile, Alessandro de Larderel ha<br />

studiato alla facoltà d’Architettura <strong>del</strong>l’Università<br />

de Chile di Santiago <strong>del</strong> Cile.<br />

Appassionato d’arte sin dall’infanzia, ha iniziato a<br />

seguire lezioni di disegno e pittura, con diversi<br />

maestri come Tom Daskam, Carmen Silva, Claudio<br />

Cortez. Nel 1985 ha conseguito il diploma di<br />

restauratore di dipinti su tela, tavola e affreschi<br />

all’Università Internazionale <strong>del</strong>’Arte (Uia) di Firenze.<br />

Fra i suoi insegnanti si contano Carlo Ragghianti,<br />

Umberto Baldini ed Ornella Casazza. La<br />

sua attività come restauratore lo ha portato a lavorare<br />

anche su opere appartenenti a musei fiorentini<br />

e <strong>del</strong>la provincia, <strong>del</strong>la Curia Arcivescovile<br />

e di importanti collezioni private.<br />

L’intenso contatto con le opere d’arte antiche da<br />

lui restaurate, gli ha permesso di avere un’ottima<br />

padronanza <strong>del</strong>le tecniche pittoriche, mentre<br />

lo studio <strong>del</strong>le nature morte, di tradizione sia<br />

fiamminga che italica, gli ha consentito di riprodurre<br />

in modo estremamente fe<strong>del</strong>e gli effetti<br />

creati dalla luce e dalla trasparenza <strong>del</strong> vetro. Lo<br />

stile che predilige è quello figurativo, con il quale<br />

riesce a creare un dialogo tra l’opera e il pubblico.<br />

Il suo soggetto principale è il vetro, in particolare<br />

quello artigianale di Empoli, che riesce a<br />

donare effetti sempre nuovi e diventa il medium<br />

perfetto tra la realtà e l’immaginazione. Semplici<br />

contenitori di vino, olio o di uso comune, si fanno<br />

portavoce di una sapienza e poesia contadina dal<br />

fascino rustico ed antico. Il cristallo, con la sua perfezione,<br />

sussurra invece le antiche storie di culture<br />

sofisticate e raffinate.<br />

Alessandro de Larderel ha partecipato a numerose<br />

mostre personali e collettive. Tra le personali, quella<br />

negli spazi <strong>del</strong>l’Associazione Culturale Lyceum (Firenze,<br />

2005 e 2011), alla Gallerie Thuiller (Parigi,<br />

2007), alla Fattoria “Le Montanine”, (Impruneta,<br />

Firenze, 2009), all’Hotel Park Palace (Firenze 2010),<br />

oltre a una mostra-evento in una residenza privata a<br />

Santiago <strong>del</strong> Cile. Tra le sedi <strong>del</strong>le collettive: Galleria<br />

Luce e trasparenza<br />

“La Pergola” (Firenze, 2004), Centro Culturale Impruneta<br />

(Firenze, 2005 e 2007), Centro Culturale <strong>del</strong> Comune<br />

di Piombino (2006), Gallerie Thuiller (Parigi,<br />

2007), Concorso Società Enrico Caruso (Lastra a Signa,<br />

2007, 2008 e 2009), Salon Societe National des Beaux<br />

Arts (Parigi, Museo <strong>del</strong> Louvre, 2006, 2008 e 2009),<br />

Misa Liguria Spazio Aperto (Genova, 2010), Misa The<br />

Hub (Milano, 2010), ARTour-o Must, (Firenze, 2010 e<br />

2011), View on trends - libreria e galleria d’arte (Prato,<br />

2011), Associazione Culturale Lyceum (Firenze, 2012).<br />

Via Livornese, 99 - 50055 Lastra a Signa (FI)<br />

Tel. 055 224061 - Cell. 340 6094019<br />

31


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Rosa Delvecchio<br />

Binja, 2014, olio su tela, cm. 50x70<br />

Lucana di nascita, ha frequentato la scuola media<br />

inferiore e il liceo classico a Firenze, presso<br />

l’Educandato Santissima Annunziata.<br />

Ha successivamente conseguito la laurea in Giurisprudenza<br />

presso l’Università degli Studi di Firenze,<br />

città dove vive tuttora. Lavora a Lastra a Signa.<br />

Nonostante sia sempre stata attratta dal mondo<br />

<strong>del</strong>l’arte, ha cominciato a studiare pittura solo nel<br />

2011 nella scuola <strong>del</strong>la professoressa Andrea Sole<br />

Costa a Firenze, che ancora oggi frequenta con interesse.<br />

Lo studio <strong>del</strong>le varie espressioni artistiche e l’apprendimento<br />

<strong>del</strong>le varie tecniche pittoriche hanno<br />

rappresentato altrettanti affascinanti stimoli per soffermarsi<br />

ad indagare e analizzare il proprio vissuto.<br />

Dipingere è un’esperienza bella e appagante attraverso<br />

la quale convogliare ed esprimere le emozioni<br />

<strong>del</strong> quotidiano e le riflessioni più profonde, con<br />

l’obiettivo di raccontare qualcosa di se stessa a coloro<br />

che seguono il suo lavoro.<br />

I suoi lavori sono stati esposti nelle seguenti mostre<br />

collettive :<br />

2012 - Studio 64 - Firenze<br />

2013 - Studio 64 - Firenze<br />

2014 - Sale ex circolo - Palazzo Medici Riccardi - Firenze<br />

Via Toselli, 139 - Firenze<br />

Cell. 348 8929038<br />

32


Tiziana Faccendi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Terre senesi, resine bicomponenti su vetro, cm. 37x34<br />

Tiziana Faccendi, Maestro d’Arte, si esprime<br />

con tecniche grafiche e pittoriche su carta,<br />

tela, legno, ceramica. Da quindici anni trova<br />

la massima soddisfazione esprimendosi su vetro<br />

utilizzando resine bicomponenti, talvolta integrando<br />

materiali che appartengono alla sua storia personale.<br />

Ha esposto con successo in varie mostre e concorsi:<br />

è stata premiata alla VII edizione <strong>del</strong> Premio Internazionale<br />

<strong>Artisti</strong>co-Letterario “Una rosa per Santa<br />

Rosa” di Viterbo e alla XXIII edizione <strong>del</strong> “Premio<br />

Italia per le Arti Visive”.<br />

Ha partecipato alla mostra “en plein air”, allestita in<br />

occasione <strong>del</strong>la Festa dei Fiori a Firenze nel 2011,<br />

ed è stata premiata al concorso di pittura “Premio<br />

Nazionale Città di Lastra 2014”. A febbraio 2013, la<br />

“Sala <strong>del</strong>l’affresco” <strong>del</strong> Comune di Signa ha ospitato<br />

una sua personale. È stata finalista al premio di<br />

pittura FBO Montecatini 2014, premiata al XXXII<br />

Premio Firenze a dicembre <strong>del</strong>lo stesso anno e a<br />

gennaio 2015 (Caffè storico letterario Giubbe Rosse)<br />

è presente alla mostra <strong>del</strong>le opere selezionate in<br />

questa occasione. Ha inoltre realizzato la copertina<br />

Bagno Vignoni Terme di Santa Caterina, resine bicomponenti<br />

su vetro, cm. 34x45<br />

e le illustrazioni <strong>del</strong> libro “Storia di Juan” di Candida<br />

Vig, edizioni Polistampa.<br />

Alcune sue opere sono presenti in ambienti privati in<br />

Italia e in altri Paesi europei, mentre altre sono esposte<br />

in ambienti pubblici. Tra queste, a Signa, sono<br />

visibili “San Lorenzo”, monofora nella facciata <strong>del</strong>la<br />

Chiesa di San Lorenzo, “Beata Giovanna”, alla porta<br />

d’ingresso <strong>del</strong>la Chiesa il Beatino, “San Francesco e<br />

fratello focu”, pannello <strong>del</strong> Centro Caritas “Giovanni<br />

Paolo II” e “Paesaggio toscano”, quadro ospitato<br />

nella Sala Consiliare <strong>del</strong> Palazzo Comunale.<br />

Tiziana Faccendi elabora soluzioni decorative d’arredamento<br />

per la Vetreria Picchioni Aldo & Figlio a Signa<br />

in via Spartaco Lavagnini, 5. Ha un nuovo spazio<br />

espositivo visitabile su appuntamento.<br />

Tiziana Faccendi per Vetreria Picchioni - Tel. 055 8732190<br />

Cell. 338 5430830 - tizianafaccendi@gmail.com - www.vetreriapicchioni.it<br />

33


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Franco Faggioli<br />

Ulivi<br />

Franco Faggioli è nato nel 1946 a Botinaccio,<br />

piccola frazione <strong>del</strong> Comune di Montespertoli.<br />

Fin da piccolo è sempre stato attratto dai<br />

colori e dal disegno. A quattordici anni è entrato in<br />

ceramica per imparare a fare il decoratore. Il padre<br />

aveva una falegnameria, ma il colore e la ceramica<br />

lo attraevano in un modo irresistibile.<br />

A diciotto anni ha lasciato la ceramica per frequentare<br />

l’Istituto d’Arte dove ha imparato a disegnare e<br />

ad affinare le proprie attitudini naturali. Dopo un<br />

breve periodo d’insegnamento, è stato chiamato<br />

dal Colorificio Romer di Firenze.<br />

Si è interessato per tutta la vita di colori, ceramica e<br />

pittura, disegnando, dipingendo e mo<strong>del</strong>lando argilla.<br />

Il suo soggetto principale è sempre stato la natura,<br />

quella <strong>del</strong>la campagna toscana, degli olivi nodosi,<br />

ma anche quella <strong>del</strong> mare che lambisce la costa<br />

con i pini che si piegano stanchi al vento.<br />

Scrive di lui Marco Manetti: «Franco Faggioli elimina<br />

tutto ciò che disturba: le tracce degli uomini,<br />

degli animali, le strade, le case… Ascolta il respiro<br />

<strong>del</strong>le piante, <strong>del</strong>la natura e il silenzio che la circonda;<br />

registra un istante di vita su cui la luce si posa e<br />

lo sottrae alla banale ripetitività <strong>del</strong> quotidiano per<br />

farne una sorprendente rivelazione».<br />

Tra le ultime personali che lo hanno visto protagonista,<br />

ecco tra il 2011 e il 2012 “I colori <strong>del</strong>l’anima”<br />

nel Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo (Mo), nel<br />

2012 “Sguardi oltre l’orizzonte” a Perugia e nel<br />

2013 “I colori <strong>del</strong>l’emozione” a Montelupo Fiorentino.<br />

Infine, a ottobre 2014, il Caffè Le Giubbe Rosse di<br />

Firenze ha fatto da cornice alla mostra “Fra terra e<br />

cielo”, rassegna <strong>del</strong>le sue opere migliori.<br />

Cell. 348 2585305<br />

francofaggioli@gmail.com - www.francofaggioli.altervista.org<br />

34


Mara Faggioli<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Il mito di Dafne<br />

La luce <strong>del</strong>l’oriente<br />

Mara Faggioli è nata a Firenze e vive e<br />

opera a Scandicci, dividendo il suo<br />

tempo e la sua sensibilità artistica fra<br />

scultura, pittura e poesia. Fa parte <strong>del</strong>l’Associazione<br />

Pro Lastra “Enrico Caruso” di Lastra a Signa<br />

e <strong>del</strong>l’Associazione “La Torre” di Signa. Ha<br />

pubblicato: “Dedicato a Lorenzo” (Helicon,<br />

2001), “Piuma Leggera” (Masso <strong>del</strong>le Fate,<br />

2004) e “Dulcamara” (Ibiskos, 2010).<br />

Si è classificata al primo posto in numerosi concorsi<br />

letterari, oltre a far parte <strong>del</strong>la giuria in manifestazioni<br />

simili. Nel 2003, nella sede <strong>del</strong> Parlamento<br />

Europeo di Bruxelles, è stata premiata<br />

per il “Grand Prix de Poésie”. Una sua poesia è<br />

stata scelta da Maurizio Costanzo e letta a Rai 1 durante<br />

la trasmissione “L’uomo <strong>del</strong>la notte”.<br />

È stata inserita dalla Commissione Nazionale <strong>del</strong>l’Unesco<br />

nel sito web <strong>del</strong>la “Babele Poetica” in occasione<br />

<strong>del</strong>la Giornata mondiale <strong>del</strong>la poesia 2003 e 2004. Una<br />

sua opera è stata scelta dall’Istituto Scudi di San Martino<br />

per rappresentare l’edizione <strong>del</strong> 2009 <strong>del</strong> premio<br />

dedicato a persone distintesi in atti di generosità, altruismo<br />

e solidarietà.<br />

Tra i suoi numerosi riconoscimenti: il “Fiorino d’Oro”<br />

per la poesia edita (2004), il “Fiorino d’Argento” per la<br />

scultura (2007), il “Premio Donna Città di Scandicci”<br />

(2011). Il Comitato <strong>del</strong> Premio Titano <strong>del</strong>la Repubblica<br />

di San Marino, con il patrocinio <strong>del</strong>l’Interreligious and<br />

International Federation for World Peace, le ha conferito<br />

il titolo di “Promotore di una cultura di pace”.<br />

Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive<br />

in Italia e all’estero (Parigi e Cracovia). Sue sculture<br />

e pitture si trovano in collezioni private in Italia, Germania<br />

e Canada ed in permanenza presso i Comuni di Firenze,<br />

Montelupo Fiorentino, Castel San Niccolò, Greve<br />

in Chianti, Colonna (Roma) e presso la Basilica di<br />

San Francesco ad Assisi.<br />

Largo dei Mille, 6 - 50018 Scandicci (FI) - Esposizione permanente: piazza Marconi, 8 - Scandicci<br />

Cell. 339 3594145 - marafaggioli@hotmail.it<br />

35


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Foto Giusti Claudio<br />

Cima da Conegliano<br />

Caravaggio<br />

Lo studio Foto Giusti è nato nel 1987, con Paolo<br />

che si occupava di riprese fotografiche,<br />

principalmente ad opere d’arte di qualsiasi<br />

genere, sia antiche che moderne. Sin da allora, <strong>del</strong><br />

suo lavoro ha fatto una vera e propria passione,<br />

tanto da coinvolgere, fin da piccolo, anche suo figlio<br />

Claudio, che ha seguito le orme <strong>del</strong> padre e<br />

che, dal 1992, ha iniziato ad affiancarlo nel lavoro.<br />

Nel 2012 Paolo è andato in pensione e Claudio ha<br />

proseguito l’attività in proprio.<br />

Il lavoro si svolge sia in Italia che all’estero, principalmente<br />

presso studi di restauro, antiquari, collezionisti,<br />

musei, case d’asta, fondazioni, gallerie di<br />

artisti <strong>contemporanei</strong> oltre che in tutte le mostre<br />

d’arte e biennali d’antiquariato di Firenze, Roma e<br />

in molte altre località.<br />

Ad oggi il frutto <strong>del</strong> lavoro di Paolo e Claudio, oltre<br />

all’archivio cartaceo e digitale, composto da migliaia<br />

di immagini, è raccolto in più di duecento pubblicazioni.<br />

50055 Lastra a Signa (FI) - Tel. 055 8729056<br />

info@fotogiusti.com - www.fotogiusti.com<br />

36


Arianna Fusini<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Il bacio, 2014, olio e doratura a foglia d’oro, cm. 50x70<br />

Arianna Fusini è nata a Firenze nel 1976 e vive<br />

a Signa dal 2010.<br />

La sua passione per l’arte si è mostrata fin<br />

da quando era piccola e negli anni l’ha portata a confrontarsi<br />

con le più svariate tecniche artistiche, dalla<br />

pittura a olio agli acrilici, dagli stucchi ai restauri fino<br />

ai mosaici e alle ceramiche. Nel frattempo Arianna<br />

ha alimentato la sua vena creativa anche nel percorso<br />

scolastico, diplomandosi come tecnica <strong>del</strong>la grafica<br />

e <strong>del</strong>la pubblicità.<br />

Ha iniziato i suoi studi nel rispetto dei canoni accademici<br />

e <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong> passato ma in parallelo<br />

ha assorbito la modernità con la grafica e le<br />

tecniche computerizzate, sviluppando nelle sue<br />

opere un proprio stile.<br />

Nei suoi dipinti le scene sembrano perdersi in una<br />

dimensione fuori dal tempo, come sospese tra il<br />

sogno e la realtà e immerse in paesaggi lontani.<br />

Cell. 347 9794017<br />

arianna.fusini@alice.it<br />

37


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Sonia Galli<br />

Sonia Galli è nata a Firenze nel dicembre <strong>del</strong><br />

1990 e vive a Signa. Dopo essersi diplomata<br />

nel 2009 al Liceo <strong>Artisti</strong>co di Firenze, si è<br />

iscritta all’Accademia di Belle Arti seguendo il corso<br />

di pittura. Nel 2012, parallelamente agli studi pittorici,<br />

ha scoperto il mondo <strong>del</strong> cake design e ha iniziato<br />

le prime sperimentazioni in questo campo. Il<br />

corso di scultura <strong>del</strong> suo piano di studi le ha dato<br />

l’occasione per approfondire la lavorazione <strong>del</strong>la pasta<br />

di zucchero: un tema che le si è rivelato congeniale<br />

tanto da spingerla a “costruirci sopra” la sua<br />

tesi di laurea, nel febbraio 2014. Il suo lavoro punta<br />

a rendere il cake design, oggi tanto di moda, una<br />

vera e propria forma di arte.<br />

Nella foto, l’opera presentata anche al Premio Kombat<br />

Prize di Livorno, perfetta sintesi fra cake design,<br />

pittura e scultura. I soggetti sono infatti realizzati<br />

interamente in pasta di zucchero e colorati con una<br />

pittura a base di materiali edibili, coloranti alimentari<br />

diluiti in burro di cacao ed alcol.<br />

Cell. 333 8542477<br />

38


Gandolfa Gennaro<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Così si racconta l’artista: «Nascere e crescere<br />

in Sicilia, laurearsi a Trento e subito dopo trasferirsi<br />

e lavorare nella città rinascimentale<br />

per eccellenza. Percorsi esistenziali che cambiano<br />

la quotidianità e il rapporto con il resto <strong>del</strong> mondo.<br />

Arriva tardi la passione per la pittura, un liceo artistico<br />

serale, tanti corsi monografici che fanno da volano<br />

alle decine e decine di mostre realizzate in Toscana,<br />

in Sicilia e all’estero. Nonostante lo scorrere<br />

degli anni, riconoscersi e rimanere legata alle parole<br />

<strong>del</strong> critico Ugo Fortini “Fluisce, ondeggia la gestaltica<br />

potenza <strong>del</strong>l’atto pittorico di Gandolfa: danza!”<br />

conosciuto all’associazione Pro-Arte la Torre di<br />

Signa con la quale da quasi un decennio c’è un’ottima<br />

collaborazione. Definirsi sociologa - pittrice,<br />

quasi un vezzo per non utilizzare i soliti titoli. Curiosità<br />

ed informazioni si possono trovare anche sui<br />

siti www. gandolfa.it e www. gandolfa.eu.<br />

Qui si preferisce<br />

sintetizzare le<br />

scelte artistiche:<br />

Impronte oniriche,<br />

il quasi monocromo<br />

dei colori<br />

diventa spessore,<br />

definisce le prospettive,<br />

si trasforma in volumi: figure, profili, primi<br />

piani in rapida crescita si diffondono, si moltiplicano,<br />

sembrano voler clonare se stessi; pretendono<br />

uno spazio, esigono una visibilità all’ombra <strong>del</strong> loro<br />

stesso esistere, vogliono un loro ruolo, diventano<br />

protagonisti.<br />

Parole, musiche e<br />

colori,immagini<br />

colorate con commenti<br />

poetici riscritte<br />

utilizzando<br />

suggestioni di altre<br />

poesie, alle quale vengono poi abbinate musiche.<br />

Neruda, Lorca, Plath, Bau<strong>del</strong>aire, Merini ma<br />

anche liriche collegate a Cleopatra, Violetta, Adriana<br />

che si trasformano in un momentaneo accordo<br />

di emozioni che rilassa e dà energie per ritrovare<br />

nuove creatività.<br />

Vetri e plexiglas,<br />

altre trasparenze,<br />

la semplicità<br />

lineare <strong>del</strong>le grafiche<br />

abbinate<br />

alle trame ed agli<br />

orditi dei vecchi<br />

tessuti, agli scarti<br />

rielaborati di carte. Soggetti irreali, invenzioni <strong>del</strong>le<br />

fantasie, rappresentazioni mitologiche, storie<br />

raccontate dai classici latini, greci, medievali. Immaginare<br />

attraverso la suggestione <strong>del</strong> momento,<br />

fare comparazioni emotive, accettare un passato<br />

da ritrovare, accontentarsi di un presente da vivere,<br />

nello sforzo continuo che tutto possa divenire memoria<br />

<strong>del</strong> futuro.<br />

Installazioni su<br />

realtà dimenticate:<br />

vecchi oggetti<br />

<strong>del</strong> lavoro agricolo,<br />

tegole dismesse,<br />

finestre<br />

rattoppate, vestiti<br />

inutilizzati ritrovano<br />

vita nella calda estate siciliana, rivivono all’ombra<br />

degli alberi, godono <strong>del</strong>la luce <strong>del</strong> crepuscolo,<br />

resistono agli improvvisi temporali, respirano il soffio<br />

<strong>del</strong> vento. Diventano nuovamente parte di ciò<br />

che li circonda».<br />

www.gandolfa.it<br />

www.gandolfa.eu<br />

39


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Rossella Guadagno<br />

Rossella Guadagno è nata a Firenze e si è<br />

diplomata al Liceo <strong>Artisti</strong>co nel 1979. In<br />

seguito si è iscritta a Palazzo Spinelli<br />

dove, nel 1981, ha conseguito la Laurea di specializzazione<br />

in Grafica Pubblicitaria. Attualmente<br />

vive a Poggio alla Malva, nel comune di Carmignano<br />

e lavora come grafica pubblicitaria nella<br />

propria ditta, dal nome Orma, mantenendo uno stretto<br />

legame anche con il <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong>. Fin da piccola<br />

ha sempre avuto una vera e propria passione per la<br />

pittura: ha sempre dipinto per il piacere e il gusto di dipingere,<br />

utilizzando varie tecniche, dalla tempera all’olio,<br />

dall’acrilico ai gessi fino alle matite colorate.<br />

Bimbo su fondo chiaro, olio su tela, cm. 50x40<br />

Dopo varie estemporanee e mostre collettive, nel<br />

2010 è arrivata la sua prima personale dal titolo “Guardami”,<br />

nata dal desiderio di realizzare una mostra con<br />

un tema ben preciso e che seguisse un filo conduttore.<br />

Come ha scritto lei stessa «tormentata da questa idea,<br />

una notte in sogno, mi sono arrivate <strong>del</strong>le frasi che mi<br />

hanno dato l’ispirazione a eseguire alcuni quadri... in<br />

seguito le frasi mi sono talmente piaciute che ho deciso<br />

di integrarle nella mostra; quasi tutti i quadri avevano<br />

accanto una tavoletta in compensato dove riportavo<br />

questi pensieri... il risultato, a detta degli intervenuti<br />

all’inaugurazione è stato molto emozionante».<br />

Il tema <strong>del</strong>l’esposizione erano, ovviamente, le espres-<br />

La linguaccia, gessi e matite colorate su carta da pacchi intelato<br />

su tela, cm. 30x45<br />

Via Bruno Spinelli, 2 - Poggio alla Malva - Carmignano (PO)<br />

Tel. 055 8718219 - 338 8458889 - info@rossellaguadagno.it - www.rossellaguadagno.it<br />

40


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Rossella Guadagno<br />

Ragazza con drappo rosso, olio su tela con applicazioni<br />

di tessuto, cm. 50x70<br />

Donna con le perle, olio su tela con applicazioni, cm. 50x70<br />

sioni degli occhi. La mostra iniziava con questa<br />

frase:<br />

«Sono sempre stata affascinata dalla potenza degli<br />

occhi e come possono cambiare il nostro volto.<br />

Guardando negli occhi una persona puoi capire tante<br />

cose, intuire gli stati d’animo, i sentimenti, le<br />

bugie. Gli occhi sono specchi limpidi e trasparenti<br />

di quello che pensiamo; anche se vogliamo dimostrare<br />

o dire altro i nostri occhi ci tradiscono perché<br />

non sanno mentire. L’importante sarebbe solo...<br />

guardare».<br />

“Guardami” comprendeva anche alcune opere caratterizzate<br />

da dettagli in rilievo: da qui l’idea di partenza<br />

per realizzare la sua seconda mostra personale<br />

dal titolo “Toccami”, che ha seguito l’esigenza di<br />

rendere l’opera sempre più realistica. Applicando<br />

qualcosa sul quadro, Rossella si è resa conto che<br />

l’opera si trasformava, diventava un oggetto in continuo<br />

movimento, non più statico ma materico.<br />

Scrive Rossella:<br />

«A seconda <strong>del</strong>l’inclinazione e <strong>del</strong>l’angolazione con<br />

cui lo si guardava, l’oggetto faceva ”muovere” la<br />

propria ombra: accanto all’ombra dipinta per far risaltare<br />

i piani e la prospettiva, ecco quella proiettata<br />

dalla superficie in rilievo muoversi sul quadro e trasformarlo».<br />

E poi, la possibilità di toccare il quadro.<br />

Per la prima volta l’artista ha dato il suo consenso a<br />

toccare le proprie opere e lo spettatore si è potuto<br />

mescolare con esse così come il colore si mescola<br />

all’oggetto.<br />

Le scarpe, olio su tela con applicazioni, cm. 50x70<br />

41


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Paolo Lorenzo Andrea Guerrazzi<br />

Matilde<br />

Paolo Lorenzo Andrea Guerrazzi è nato a Firenze<br />

il 12 maggio <strong>del</strong> 1952, ma ha sempre vissuto<br />

a Lastra a Signa.<br />

La passione per la fotografia è nata nel 1971, quando<br />

ha cominciato a scattare in bianco e nero e a<br />

sviluppare in proprio le sue foto.<br />

Nel 2001 ha iniziato a lavorare con macchine digitali,<br />

utilizzando fotocamere Nikon e diventando membro<br />

<strong>del</strong> Nikon Professional Services, riservato<br />

esclusivamente ai fotografi professionisti.<br />

In seguito ha acquisito la certificazione Digigraphie<br />

Epson, un marchio di eccellenza per le stampe digitali<br />

artistiche rilasciato da Epson da applicare alle<br />

proprie foto in tiratura limitata che ne garantisce la<br />

durata e l’autenticità <strong>del</strong>l’artista.<br />

Cell. 393 6597797<br />

guerrazzipaolo@me.com - www.paologuerrazzi.it<br />

42


Maria Grazia Leone<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Marina, olio su tela<br />

My life, acrilico e olio<br />

Maria Grazia Leone è nata in Svizzera nel<br />

1975 ma è cresciuta in Italia, in particolare<br />

a Firenze. Da sempre amante <strong>del</strong> disegno,<br />

ha visto questa passione trasformarsi col tempo<br />

in amore per l’arte e la pittura.<br />

La sua crescita artistica non è passata da canali istituzionali,<br />

ma si è alimentata d’innumerevoli letture<br />

e di una costante e accurata osservazione di opere<br />

di grandi maestri, primo fra tutti Michelangelo Merisi.<br />

È dalle sue opere che Maria Grazia ha tratto e<br />

trae ispirazione: è all’arte di Caravaggio che si rifà<br />

tutto il suo stile pittorico.<br />

Nel corso degli anni, Maria Grazia si è rivelata anche<br />

un’ottima copista e, dopo innumerevoli richieste<br />

di realizzare “falsi d’autore”, ha deciso di mettere<br />

a punto un’intera collezione privata di copie<br />

d’autore di Caravaggio, una raccolta dal grande<br />

valore affettivo.<br />

Oggi il suo lavoro artistico continua con opere di<br />

vario genere che toccano l’iperrealismo, le copie<br />

d’arte e i ritratti. Non si riconosce, invece, nell’astrattismo,<br />

anche se ne apprezza e stima i creatori.<br />

Cell. 349 0844125<br />

mgleone75@gmail.com<br />

43


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Epifanio Salvatore Liardo<br />

La Pietà, carboncino e cera su legno<br />

Epifanio Salvatore Liardo è nato a Nicosia (EN),<br />

ma fin dall’infanzia ha vissuto in Toscana, prima<br />

a Prato, poi a Signa. Allievo <strong>del</strong> maestro<br />

Ugo Mori, ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti di<br />

pubblico sia in Italia che all’estero e si sono interessati<br />

a lui, con lusinghieri giudizi, eminenti critici<br />

d’arte.<br />

Oltre che alla pittura, negli anni si è dedicato anche<br />

all’affresco, all’incisione (su lastra dipinta e non, oltre<br />

che su ottone), alla grafica e alla mo<strong>del</strong>lazione<br />

plastica. La sua attività espositiva è iniziata nel<br />

1982, ma tra le personali più recenti ci sono quelle<br />

ospitate all’oratorio di San Gaetano di Signa nel<br />

2010, quella al Comune Signa nel 2012 e durante la<br />

Festa medievale, ogni anno dal 2005. A settembre<br />

2014, ecco anche la personale alla chiesina di San<br />

Gaetano di Signa.<br />

Ha scritto di lui Ugo Fortini nel 1995:<br />

«Al di là dei diffusi attualismi, Salvatore Liardo pratica<br />

una pittura di tradizione (specie toscana), dove<br />

la disposizione dei colori a zone unitarie, a macchia,<br />

l’accorto uso dei toni cromatici, le relazioni volumetriche<br />

e i sorvegliati effetti prospettici (vedi paesaggi)<br />

donano un insieme d’indiscutibile qualità alla sua<br />

opera.<br />

Sulla pittura di Liardo, improntata all’essenzialità<br />

<strong>del</strong>la visione attraverso l’eliminazione dei particolari,<br />

quasi fosse percepita a distanza con effetto di riduzione<br />

di figure e cose alla più scarna impressione,<br />

scrissi già nel 1982 […] a distanza di tredici anni<br />

non mi rimane che confermare […] le impressioni<br />

sull’opera di Liardo che allora trassi, giudicando il<br />

suo dipingere “un atto di fede verso l’arte” e la sua<br />

poetica “una viva e magica trasposizione <strong>del</strong>l’universo,<br />

ora nascosto nel rituale scenario di un mazzo<br />

di fiori, ora celato nel diffondersi <strong>del</strong>la luce e nel<br />

gioco fittissimo di trasparenze sull’arcano e a volte<br />

scabro mondo <strong>del</strong>la natura”».<br />

L’ultima cena, acrilico e madreperla su legno<br />

Via Romoli, 6 - 50058 Signa (FI)<br />

Tel. 055 8732294<br />

44


Antonio Manzi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Ballerina, 2001, bronzo. Lastra a Signa (FI)<br />

Lastra a Signa andata e ritorno. È qui infatti che<br />

nasce la storia artistica e umana <strong>del</strong> maestro<br />

Antonio Manzi che, nonostante i riconoscimenti<br />

internazionali e il museo a lui dedicato a Campi<br />

Bisenzio, ha voluto sempre mantenere e, anzi,<br />

potenziare negli anni, il rapporto con il <strong>territorio</strong> lastrigiano.<br />

Antonio Manzi è nato a Montella (Avellino) nel 1953<br />

e si è quindi trasferito a Lastra a Signa nel 1957.<br />

Proprio qui, ancora bambino, è riuscito a trasformare<br />

in espressione artistica la rabbia e la maturità di<br />

un’infanzia non semplice. Il tratto <strong>del</strong> Manzi, prima<br />

di farsi conoscere dal pubblico e dalla critica nazionale<br />

e internazionale, ha preso vita sui tavoli in marmo<br />

<strong>del</strong>la trattoria Sanesi dove l’artista, appena dodicenne,<br />

ha trovato accoglienza umana e artistica.<br />

Tuttora, non a caso, lo storico ristorante di Lastra a<br />

Signa ha dedicato alle prime opere cariche di una<br />

rabbia graffiante, una piccola ma interessantissima<br />

esposizione permanente.<br />

Scoperta la potenza <strong>del</strong> disegno con il “Ritratto <strong>del</strong><br />

nonno”, Manzi ha iniziato un articolato percorso da<br />

autodidatta: nel 1968, con un paesaggio, ha vinto il<br />

primo premio alla mostra di pittura estemporanea<br />

proprio a Lastra a Signa e, sempre alla trattoria Sanesi,<br />

ha iniziato a incontrare e convincere critici e<br />

collezionisti. Ai primi disegni, eseguiti sul lino, si è<br />

alternata la pittura, finché, nel 1972, a soli 19 anni,<br />

è arrivata la prima mostra personale alla Galleria<br />

Guelfa di Firenze.<br />

Tra il 1976 e il 1977, ha disegnato la grande tovaglia<br />

“La vita e la morte” (cm 350x260) che, insieme a<br />

“L’amore” (cm 450x240), è stata poi donata dall’artista,<br />

dieci anni più tardi, al Comune di Lastra a Signa.<br />

Entrambe le opere, imponenti disegni a biro su<br />

stoffa di lino, si trovano tuttora nella Sala Consiliare<br />

<strong>del</strong> Comune.<br />

Dello stesso periodo sono i viaggi e la scoperta di<br />

Cell. 339 7290402<br />

45


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Antonio Manzi<br />

L’amore, 2000, marmo, h. mt. 4. Pietrasanta (LU)<br />

Crocifisso, 1994, bronzo, h. mt. 3. Chiesa <strong>del</strong>la Natività.<br />

Lastra a Signa (FI)<br />

nuove tecniche, come la litografia, fino ad approdare<br />

nel 1977 alla ceramica, nella manifattura Italica<br />

Ars di Lastra a Signa. Nel 1984 sono arrivate la pittura<br />

in affresco e l’incisione di oltre 200 punte secche,<br />

suggellate l’anno successivo da una mostra a Prato.<br />

Approfondendo la tecnica <strong>del</strong>l’affresco, dopo varie<br />

opere molto apprezzate dalla critica, Manzi è nuovamente<br />

tornato nel suo paese di adozione, realizzando,<br />

nel 1988, “La Deposizione” (cm 300x200), per<br />

la Chiesa <strong>del</strong>la Natività di Lastra a Signa.<br />

È <strong>del</strong> 1989 la scoperta <strong>del</strong>la tecnica <strong>del</strong> graffito: due<br />

anni più tardi l’artista ha eseguito l’importante graffito<br />

“La Meditazione” nella Chiesa dei Santi Quirico<br />

e Giulietta a Capalle (Firenze). Del 1991 è quindi la<br />

scoperta <strong>del</strong>la scultura, con le prime opere in terracotta<br />

e in bronzo. A questo proposito, il 4 aprile <strong>del</strong><br />

1993, è stata collocata in piazza Michelacci a Signa<br />

“La Solidarietà” (h cm 400), realizzata su commissione<br />

<strong>del</strong>l’allora Cassa Rurale ed Artigiana di Signa<br />

(oggi Bcc di Signa). Si tratta <strong>del</strong>la prima grande scultura<br />

di Antonio Manzi posta in una piazza pubblica e<br />

soprattutto <strong>del</strong> riconoscimento tangibile <strong>del</strong>la sua<br />

arte nel <strong>territorio</strong>. Proseguendo nell’elenco <strong>del</strong>le<br />

opere collocate in zona, l’anno successivo è stato<br />

inaugurato il Crocifisso bronzeo nella Chiesa <strong>del</strong>la<br />

Natività di Lastra a Signa. Le nuove creazioni artistiche<br />

collocate nelle <strong>Signe</strong> testimoniano perfettamente<br />

anche il percorso che Manzi ha compiuto<br />

negli anni: un viaggio fra tecniche e luoghi diversi e<br />

lontani, ma soprattutto un cammino interiore che lo<br />

ha portato a trovare un’inedita armonia, incanalando<br />

la rabbia e l’energia verso temi nuovi come la<br />

solidarietà, l’amore e la fede.<br />

Nel 1995, la collaborazione con lo studio Sem di<br />

Pietrasanta ha dato inizio al percorso <strong>del</strong> maestro<br />

nella scultura in marmo. Tre anni dopo Manzi ha deciso<br />

di portare nuovamente “a casa” i frutti <strong>del</strong> suo<br />

percorso, con il Fonte Battesimale in marmo nella<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Antonio Manzi<br />

Anima e passione, 2000, vaso, marmo, collezione Museo<br />

Antonio Manzi, Campi Bisenzio (FI)<br />

Emozioni, 2013, olio, cm. 200x140<br />

Chiesa <strong>del</strong>la Natività di Lastra a Signa. Tra il 1999 e<br />

il 2000 ha lavorato a sculture in marmo, ceramiche,<br />

graffiti, affreschi e bronzi. Nel 2000 l’opera in marmo<br />

“L’Amore” (h cm 320) è stata presentata dal<br />

Comune di Pietrasanta nella piazza <strong>del</strong> Duomo.<br />

Nel 2001, il Comune di Lastra a Signa ha dedicato a<br />

Manzi una grande mostra presentata dal critico<br />

d’arte Vittorio Sgarbi: il percorso espositivo ha<br />

compreso opere scultoree di grandi dimensioni<br />

esposte in piazza <strong>del</strong> Comune e nella Sala Consiliare.<br />

Nel dicembre <strong>del</strong> 2002, nella Chiesa <strong>del</strong>la Natività<br />

di Lastra a Signa, è stato collocato l’altorilievo<br />

in marmo “Madonna <strong>del</strong>la Natività” (cm 180x180),<br />

mentre è <strong>del</strong> 2003 la commissione, da parte <strong>del</strong><br />

Comune di Campi Bisenzio, <strong>del</strong>la scultura in bronzo<br />

“Inno alla vita” (h cm 280), collocata nella piazza di<br />

Villa Rucellai.<br />

Nel 2005 ecco la prestigiosa mostra “Antonio Manzi<br />

a corte!”, nel Giardino di Boboli a Firenze, con 40<br />

opere fra sculture in marmo, ceramiche, bronzi e<br />

graffiti, mentre nel 2006 il maestro ha donato alla<br />

Chiesa <strong>del</strong>la Natività di Lastra a Signa l’affresco<br />

“San Francesco”.<br />

Nel 2007 è stato inaugurato il Museo Antonio Manzi<br />

allestito nei saloni a piano terreno <strong>del</strong>l’ala settecentesca<br />

<strong>del</strong>la Villa Rucellai di Campi Bisenzio. Nel<br />

2008 il Comune di Lastra a Signa ha acquistato l’opera<br />

“La ballerina”, bronzo di 2,80 metri, collocata<br />

nella piazzetta <strong>del</strong>la fontana di via XXIV Maggio.<br />

Nel 2011 l’artista è tornato ad esporre a Lastra a<br />

Signa con la mostra “Antonio Manzi - Passato e<br />

presente”. Oggi, nonostante i suoi tanti viaggi fra<br />

gallerie, esposizioni e mostre in Italia e nel mondo,<br />

continua ad avere il suo “rifugio” più intimo proprio<br />

nel cuore <strong>del</strong> suo paese d’adozione: uno studio ricco<br />

di opere e di storia incastonato nelle antiche<br />

mura di Lastra a Signa.<br />

47


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Giovanni Maranghi<br />

Casta Diva, tavola, cm. 120x115<br />

Giovanni Maranghi nasce nel 1955 a Lastra a<br />

Signa. Svolge i suoi studi nella vicina Firenze,<br />

si diploma al Liceo <strong>Artisti</strong>co “Leon Battista<br />

Alberti” per poi iscriversi alla Facoltà di Architettura<br />

<strong>del</strong>l’Ateneo Fiorentino. Alterna gli studi con la<br />

frequentazione dei corsi di nudo libero all’Accademia<br />

<strong>del</strong>le Belle Arti e frequenta artisti <strong>del</strong> calibro di<br />

Primo Conti, Lucio Venna e Paulo Ghiglia.<br />

A venti anni, espone una personale alla Galleria San<br />

Ferdinando di Bari. Fra gli appuntamenti di maggior<br />

rilievo si ricordano: Galleria d’Arte Spinetti di Firenze<br />

nel (1982), Galleria Dalders ad Amsterdam (1985),<br />

Galleria Diva di Bruxelles (1987). Gli anni Novanta si<br />

aprono con un’importante personale “La poltrona<br />

dei sogni” alla Galleria Nuovo Sagittario di Milano.<br />

Sempre in questi anni è protagonista a Carmel, in<br />

California, con una personale alla Medici Gallery e<br />

ancora allo Studio 205 di Chicago e nel 1997 con una<br />

personale a New Orleans. Il nuovo secolo si apre<br />

con “Gnacchi e Timparlini” all’Hotel Excelsior di Firenze;<br />

mostra ispirata alle “poesie metasemantiche”<br />

di Fosco Maraini.<br />

Nel 2001, Mondadori Editore gli dedica un redazionale<br />

e uno special sul periodico “Arte”. Espone per<br />

la prima volta a Parigi nel 2003, con “Illusiones coscientes”<br />

alla Galleria Nichido. Fra il 2005 e il 2007<br />

altri importanti appuntamenti: Siena, Pietrasanta,<br />

Matera, Firenze (nelle Palazzine Lorenesi in occasione<br />

di “Pitti Immagine”) e Forte dei Marmi. Contemporaneamente<br />

espone in Olanda, Francia, Russia<br />

e Usa. In questi anni, Maranghi, oltre<br />

all’encausto, tecnica da lui a fondo indagata, sperimenta<br />

altre soluzioni, che vanno dal “collage”, alle<br />

più attuali “resine”.<br />

Il 2008 è l’anno di “Extra - Large Barocco”, mostra<br />

di grande fascino all’interno <strong>del</strong>la Basilica <strong>del</strong>la Santissima<br />

Vergine <strong>del</strong> Carmelo a Piacenza, dove il<br />

tema <strong>del</strong>la donna si confronta con quello <strong>del</strong>la clausura.<br />

Di lì a poco, altri due appuntamenti importanti:<br />

“Donne”, trenta opere che indagano il mondo fem-<br />

giovannimaranghi.fi@gmail.it - giovanni.maranghi@tin.it<br />

www.giovannimaranghi.it<br />

48


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Giovanni Maranghi<br />

“L’unicità di un’opera di Giovanni<br />

non va intesa soltanto nel senso tradizionale<br />

d’un lavoro che ha un suo<br />

tempo, un suo soggetto, una sua<br />

espressione (pur nel contesto operativo<br />

d’un unico artefice). Un’opera<br />

di lui è unica anche perché rappresenta<br />

uno stadio singolo (in sé compiuto)<br />

d’una ricerca tecnica in continua<br />

elaborazione. Ricerca che però<br />

va intesa non già come esperienza<br />

speculativa, bensì come anelito a<br />

far d’ogni opera una creazione in cui<br />

tutto concorra alla sua connotazione<br />

lirica”.<br />

Antonio Natali<br />

Una storia inventata, resina, cm. 150x150<br />

minile alla Galleria Brunetti di Ponsacco; e “Colazione<br />

da Maranghi” all’interno <strong>del</strong>l’Antico Spedale degli<br />

Innocenti a Firenze, in occasione <strong>del</strong> quale<br />

presenta il calendario “Mukki Latte” per il 2009. Un<br />

anno, questo, che lo avrà a Palm Beach alla Galleria<br />

Faustini, alla Chetkin Gallery di New York, alla De<br />

Freo Gallery di Goteborg e a Parigi in occasione<br />

<strong>del</strong>l’inaugurazione <strong>del</strong>la nuova galleria “Art Comparaison”<br />

di Tatiana Tournemine. Nel 2010 è ancora<br />

protagonista in Svezia, a Simrishamn, nella nuova<br />

sede <strong>del</strong>la De Freo Gallery, in luglio alla Faustini Arte<br />

al Forte dei Marmi. Particolare la mostra curata dalla<br />

De Freo Gallery a Montecarlo nel 2011, durante il<br />

69° Gran Premio di Formula 1, sullo yacht “Planet<br />

125” Euro Choo-Choo e la performance organizzata<br />

nei grandi magazzini NK di Goteborg. Il tenore Andrea<br />

Bocelli lo invita ad allestire una mostra a Lajatico<br />

(PI), “Art Food - cibo per la mente”. Di seguito,<br />

espone alla “De Freo Gallery” di Berlino e alla Galerie<br />

“Tatiana Tournemine” di Parigi insieme alla designer<br />

di gioielli Jade Jagger. Nel 2013 è nella galleria<br />

Plexus in Montreau e quindi espone la mostra “Casta<br />

Diva”, nella “Sala <strong>del</strong>le Colonne” <strong>del</strong> Comune di<br />

Pontassieve presentato da Antonio Natali, direttore<br />

<strong>del</strong>la “Galleria degli Uffizi”. Nel 2014, tale mostra è<br />

a Stuttgart, nella Sala degli Specchi <strong>del</strong>lo “Schoss<br />

Solitude” ai membri <strong>del</strong> “Business Club Stuttgart”.<br />

Con la mostra “Sono quella che sono”, a ottobre,<br />

patrocinato dalla “De Freo Gallery”, Maranghi torna<br />

a Goteborg con una serie di nuove opere all’interno<br />

<strong>del</strong> prestigioso “Sankt Jorgen Park Resort”, nel novembre<br />

<strong>del</strong> 2014 presenta a Palazzo Medici Riccardi,<br />

(sede <strong>del</strong>la Provincia di Firenze) “Una storia in<br />

bianco”, nel dicembre espone presso Unico Ovunque<br />

Arte a Firenze la mostra dal titolo “Una firma in<br />

rosso”. Ha realizzato per Toscana Energia il calendario<br />

2015.<br />

Hanno scritto di lui: Romano Battaglia, Giuseppe Bilotta,<br />

Luciano Caprile, Francoise de Céligny, Roberto<br />

Ciabani, Alessandro Coppellotti, Maria Vittoria Corti,<br />

Giovanni Faccenda, Alessandra Gaeta, Silvano<br />

Granchi, Filippo Lotti, Ilario Luperini, Albert Manstembrock,<br />

Fosco Maraini, Alessandro Marini, Nicola<br />

Micieli, Antonio Natali, Tommaso Paloscia, Thibaud<br />

Josset, Patrice de la Perrierè, Giulio Pisani,<br />

Daniela Pronesti, Stéphanie Portal, Ivan Quaroni,<br />

Gregorio Rossi, Alessandro Sarti, Maurizio Vanni.<br />

49


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Lucia Marasciuolo<br />

«Dipingo quello che vedo in me stessa.<br />

Ciò che il pensiero mi suggerisce posso farlo.<br />

ciò che il pensiero mi rivela posso divenirlo.<br />

Questo dovrebbe essere l’incrollabile fede<br />

<strong>del</strong>l’uomo in sé perché Dio lo abita.<br />

Ogni spazio libera la mente.<br />

Ogni schema viene abbandonato<br />

per lasciare posto all’immaginazione».<br />

Lucia Marasciuolo<br />

Lucia Marasciuolo è nata nel 1939 a Lastra a Signa,<br />

dove tutt’ora vive. La passione per la pittura<br />

e il disegno hanno fatto parte <strong>del</strong>la sua vita<br />

fin da piccola. Una passione che è proseguita negli<br />

anni ma che solo nel 1982, anno in cui Lucia ha iniziato<br />

a dipingere, si è tradotta in azione. Inizialmente si<br />

è cimentata nella pittura seguendo un approccio tradizionale:<br />

una dimensione nella quale ha iniziato a<br />

sentirsi “stretta” fin da subito e che ha lasciato posto<br />

ad una pittura astratta che si basa essenzialmente<br />

sul colore, con il quale ha iniziato e continuato a<br />

esprimere le proprie sensazioni ed emozioni.<br />

Caos e gioia, 2006, acrilico su tela<br />

Esplosione di luce, 2005, acrilico su tela<br />

Via Dino Campana, 8<br />

50055 Lastra a Signa (FI)<br />

50


Annamaria Maremmi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Oltre le nubi, 2014, olio su tela, cm. 60x60<br />

Annamaria Maremmi ha iniziato la sua carriera<br />

artistica a Firenze negli anni Settanta, con<br />

collettive e personali. Col passare <strong>del</strong> tempo<br />

ha esposto all’interno di diverse manifestazioni anche<br />

per mezzo <strong>del</strong>le associazioni di cui fa parte, oltre<br />

a ricevere numerosi premi e riconoscimenti.<br />

Sue mostre personali sono state ospitate nelle sedi<br />

comunali di Campi Bisenzio, Signa e Pontassieve,<br />

con il patrocinio dei Comuni. Tra le esposizioni più<br />

recenti, quelle presso lo storico Caffè Le Giubbe<br />

Rosse di Firenze e al Museo Guidi di Forte dei Marmi.<br />

Sue opere sono inoltre in mostra permanente<br />

sempre presso le Giubbe Rosse, al Telesia Museum<br />

di San Roberto (RC) e nel Comune di Pontassieve.<br />

L’artista svolge il suo lavoro in studio a Campi<br />

Bisenzio, oltre che a Signa e Marina di Pietrasanta.<br />

«Dinamica e vitalistica è la pittura di Anna Maria<br />

Maremmi, scorrevole nel colore che costruisce lo<br />

spazio <strong>del</strong>ineando vigorose immagini in movimento,<br />

fra luci e vaporose rifrazioni, con un avvertibile<br />

senso di libertà».<br />

Federico Napoli<br />

Mostra Hotel Esplanade, Viareggio, novembre 2013<br />

«…Nel suo multiforme spartito espressivo, in cui<br />

più spesso ricorrono come principali protagonisti figure<br />

muliebri ed equine e scenografiche visioni <strong>del</strong>la<br />

natura, appare costante la vocazione a suscitare<br />

un magico dialogo tra materialità ed immaterialità».<br />

Roberta Fiorini<br />

Mostra “Momenti”, Pontassieve, aprile 2014<br />

«Ne “Il Silenzio e le Visioni” di Annamaria Maremmi,<br />

c’è sempre l’intenzione, ottimamente e pittoricamente<br />

concretata, di isolarsi mentalmente per<br />

aprire il proprio scrigno magico dove porre – di volta<br />

in volta - autonomi accenti lirici, sogni e attese, racconti/incontri<br />

interpretati e portati in essere con dolce<br />

fluente e forte forma cromatica. La sua testimonianza<br />

ci consente di lodarne le già note doti, tra cui<br />

c’è quella <strong>del</strong> saper comunicare, nel senso che sa<br />

unire il già visto/pensato/vissuto al presente, proiettandosi<br />

in un oltre misterioso e avvincente...».<br />

Lodovico Gierut<br />

Museo Ugo Guidi, Forte dei Marmi, giugno 2014<br />

annamaria.maremmi@gmail.com - www.annamariamaremmi.com - you tube: annamaria maremmi<br />

Catalogo: Annamaria Maremmi “Il silenzio e le visioni” a cura di Lodovico Gierut, Ed. Museo Ugo Guidi<br />

51


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Mirella Mazzoni<br />

Nata il 22 febbraio <strong>del</strong> 1946 a Signa, dove<br />

tutt’ora vive, Mirella Mazzoni, insegnante in<br />

pensione, ha sempre coltivato la passione<br />

per l’arte nel proprio tempo libero. Fin da giovane, si<br />

è cimentata nella creazione di opere realizzate con<br />

tecniche diverse, che ha condiviso solo in una cerchia<br />

ristretta di amici, familiari e conoscenti. I suoi<br />

quadri rappresentano paesaggi di Signa e dintorni,<br />

ma anche località visitate nel corso dei suoi molteplici<br />

viaggi nel mondo.<br />

Appassionata di cultura e storia <strong>del</strong>l’arte, si è dedicata<br />

soprattutto allo sbalzo su rame e alla pittura a<br />

olio, ma anche al ritaglio di sagome per creare giochi<br />

di chiari e scuri, luci e ombre, oltre che alla pittura<br />

su vetro.<br />

I tetti di via Berti, olio su tela<br />

Tralcio fiorito, sbalzo su rame<br />

Via <strong>del</strong>lo Stadio, 32 - 50058 Signa (FI)<br />

52


Lina Moretti Nesticò<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Ascolto, 2014, pigmento e terre su polimaterico, cm. 130x130<br />

Lina Moretti Nesticò vive ed opera a Lastra a<br />

Signa. Oltre alla Scuola <strong>del</strong> Nudo presso l’Accademia<br />

di Belle Arti e la Fondazione per lo<br />

Studio <strong>del</strong>la Grafica il Bisonte ha incrementato la<br />

sua formazione frequentando laboratori di artisti in<br />

Firenze. Ha iniziato la sua attività espositiva nel<br />

1998 all’interno <strong>del</strong> circuito fiorentino, arrivando a<br />

partecipare ad esposizioni internazionali. In Europa,<br />

da Barcellona a Parigi, da Stoccarda a Helsinki<br />

fino a Stoccolma. Negli Stati Uniti a New York e in<br />

Messico a Cancun, quindi Sydney e Canberra in<br />

Australia. Esprime la sua interiorità e poetica attraverso<br />

varie tecniche, dall’olio all’acquerello, al polimaterico,<br />

dall’incisione su lastre di zinco alla xilografia.<br />

La sua è una continua sperimentazione che<br />

va dal figurativo all’universo <strong>del</strong>l’informale e <strong>del</strong>l’astrazione.<br />

«...Tutta la sua arte è serietà professionale, ardore<br />

conoscitivo, espressione di vigoria spirituale che<br />

non disdegna affatto, pur nel suo empito esistenziale,<br />

la nota idillica e la disposizione anche affettuosa<br />

nell’osservazione <strong>del</strong>la realtà...».<br />

F. Monterosso<br />

Università di Pavia<br />

Atelier “La Cantina” - Via Cesare Pavese, 24 - 50055 Lastra a Signa (FI) - Italia<br />

Cell. 338 1734729 - Tel. 055 8724361 - linanest@alice.it - cmoro8@yahoo.it<br />

53


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Lina Moretti Nesticò<br />

Abbandono, 2014, pigmento e terre su polimaterico, cm. 130x130<br />

«...La sua...è un’urgenza creativa che si misura a<br />

tutto campo con la materia <strong>del</strong>l’arte (ciò che era la<br />

norma per l’artista <strong>del</strong> Rinascimento). La sua coerente<br />

libertà è il filo che ricuce tutti i suoi momenti,<br />

la fluidità e la mobilità <strong>del</strong>le accensioni cromatiche<br />

sono le stesse che animano i profili di un nudo, le<br />

impressioni di un viaggio, i riflessi <strong>del</strong>l’acqua...».<br />

Roberta Fiorini<br />

Critica d’arte, Firenze<br />

«…La Moretti rilegge col pennello e traduce in poderose<br />

immagini liriche alcuni passi <strong>del</strong> volume<br />

“Donne che corrono coi lupi” (Frassinelli 1992)…<br />

differenti immagini bloccate nella loro dinamica e<br />

rese atemporali…Un’esaltazione <strong>del</strong>la femminilità<br />

in tutte le sue sfaccettature, un poetico inno al femminile,<br />

per mezzo di una pennellata sciolta, immaginifica<br />

ed evocativa…»<br />

Giampaolo Trotta<br />

Critico d’Arte, Firenze<br />

«…Su tale su superficie grezza scabra, graffiata, si<br />

stagliano le statuarie figure umane: un travaglio<br />

che fuori <strong>del</strong>la metafora arriva alla personalità umana<br />

segnata dal passare <strong>del</strong> tempo. Le imponenti figure<br />

si intersecano in un dinamismo quasi “neomichelangiolesco”<br />

modernizzato attraverso un gesto<br />

informale…il dinamismo <strong>del</strong>le sue figure immerse<br />

nella tradizione e nel tempo rinascimentale <strong>del</strong>le<br />

“antiquae elegantie”, giunge a traghettarle verso<br />

nuovi confini e orizzonti postmoderni, attraverso un<br />

senso di sacra coralità».<br />

Giampaolo Trotta<br />

Critico d’Arte, Firenze<br />

54


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Lina Moretti Nesticò<br />

Rinascita, 2014, acquaforte, acquatinta, incisione su lastra di zinco, cm. 63x50<br />

«Il segno nella pittura di Moretti Nesticò prevale su<br />

tutto…Un segno che esprime la fermezza <strong>del</strong>l’autrice,<br />

quasi dalla cui rapidità d’esecuzione debba<br />

dipendere l’epifania <strong>del</strong>la sua personalità; su registri<br />

differenziati si assestano le due linee di ricerca…ovvero<br />

quella iconica e quella astrattista, se nel<br />

primo caso la visione è verbalizzata con uno straordinario<br />

sintetismo di segni ed una fluidità esecutiva<br />

eccellente, nelle composizioni astratte ciò che balza<br />

a prima vista è il gusto per la materia…»<br />

«…Queste emblematiche figure…raccontano in<br />

pieno la storia al femminile e protestano nel più<br />

grande silenzio…i frangenti si avvalgono di una tavolozza<br />

originalissima ed un’architettura che si dispone<br />

a salire in modo definitivo ed illimite…La<br />

donna incinta è possente e pensierosa…»<br />

Duccia Camiciotti<br />

Pegaso<br />

Paolo Levi<br />

Catalogo d’Arte Moderna<br />

Ed. Giorgio Mondadori n. 47<br />

55


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Renzo Moroni<br />

Chianti, verso Castellina Scalo, 2014, pastello, cm. 40x30<br />

Renzo Moroni è nato a Impruneta, il 10 agosto<br />

1939, ed è residente a Lastra a Signa dal<br />

2001.<br />

Autodidatta amante <strong>del</strong>l’arte, nella pittura ha trovato<br />

congeniale spontaneità e libero slancio osservando<br />

le meraviglie che la natura offre in ogni stagione.<br />

I suoi pastelli la rappresentano nell’armonia <strong>del</strong>la<br />

campagna e <strong>del</strong>l’amato mare.<br />

Via C. Castracane, 30 - Lastra a Signa (FI)<br />

Tel. 340 3706626<br />

56


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Renzo Moroni<br />

5 Terre “Monterosso Fegina”, 1999, pastello a olio, cm. 40x30<br />

Ciliegio a Castel S. Gimignano, 2000, olio su cartoncino, cm. 50x60<br />

57


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Margherita Mugnai<br />

Donna in blu, 2014<br />

Margherita Mugnai è nata a Firenze nel<br />

1975. Ha sempre vissuto a Lastra a Signa,<br />

dove tuttora risiede e lavora.<br />

Si è diplomata come Maestro d’Arte ed ha conseguito<br />

la maturità artistica nella sezione di decorazione<br />

pittorica presso l’Istituto Statale d’Arte di Firenze.<br />

Negli anni successivi si è dedicata alla pittura, alla<br />

decorazione murale e al restauro pittorico, legato in<br />

particolare al recupero <strong>del</strong>l’architettura storica, in<br />

collaborazione con vari studi di architettura e committenze<br />

private, a Firenze e in altre città italiane.<br />

Negli anni ha realizzato manufatti artistici avvalendosi<br />

<strong>del</strong>la conoscenza di varie tecniche pittoriche<br />

(affresco, pittura a calce, pittura encausticata, pittura<br />

a chiaro scuro, imitazione marmo e legno e<br />

varie altre tecniche) che le hanno permesso svariate<br />

applicazioni sia nella decorazione murale che<br />

nella realizzazione di oggettistica in genere.<br />

Oltre alle esperienze operative nel campo decorativo<br />

non ha mai messo da parte la passione per la<br />

pittura come forma espressiva <strong>del</strong>la sua personalità<br />

artistica, unendo abilità tecniche e istinto creativo.<br />

Ha partecipato a varie mostre collettive e concorsi<br />

nazionali aprendo la strada ad un percorso artistico<br />

tutto in divenire.<br />

Cell. 339 2348388<br />

58


Tullio Naldi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

La lavorazione <strong>del</strong>le colonne di Villa Caruso<br />

Tullio Naldi è nato nel 1926 a Lastra a Signa dove<br />

tutt’ora vive e lavora. Ha iniziato la sua attività subito<br />

dopo la fine <strong>del</strong>le scuole elementari, seguendo<br />

le orme di suo padre e di suo nonno, entrambi scalpellini.<br />

Oggi è rimasto praticamente uno degli ultimi<br />

scalpellini in attività e lavora ancora la pietra a mano,<br />

utilizzando gli attrezzi di una volta come un’antica binda<br />

<strong>del</strong> 1866, il palo da leva, il martello, compasso, mazza,<br />

punciotti e bocciarda.<br />

Ha eseguito numerosi lavori per privati sul <strong>territorio</strong> di<br />

Signa e Lastra a Signa, mentre tra quelli pubblici si contano<br />

le colonne in pietra di Villa Caruso, i leggii <strong>del</strong>le<br />

chiese di Signa, <strong>del</strong>le Selve o di San Niccolò a Firenze e<br />

ancora il balcone <strong>del</strong>la Misericordia di Lastra a Signa.<br />

Una <strong>del</strong>le colonne <strong>del</strong>la villa ultimata<br />

Via Livornese, 445 - 50055 Lastra a Signa (FI)<br />

Tel. 055 8724229<br />

59


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Stefano Nistri<br />

A<br />

Lastra a Signa, nel 1958, anno di nascita di<br />

Stefano Nistri, la tradizione <strong>del</strong>la lavorazione<br />

<strong>del</strong>le pietre è ancora presente e attiva. Al<br />

Serraglio, frazione dove nasce, le case sono sul ciglio<br />

di una cava: come non sentire il richiamo di<br />

questo materiale così affascinante<br />

Così fin da piccolo è attratto dalla pietra e ogni occasione<br />

è buona per provare a lavorarla. L’attenzione<br />

verso la scultura e la pittura è forte: dopo le scuole,<br />

intraprende diverse esperienze lavorative, per poi<br />

approdare in un’azienda artigianale <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> dedicata<br />

alla lavorazione dei lapidei. È qui che inizia<br />

l’approfondimento e il forte legame con la pietra e<br />

la sua lavorazione.<br />

Arricchisce la sua conoscenza nella bottega <strong>del</strong>l’opera<br />

di Santa Maria <strong>del</strong> Fiore (Opera <strong>del</strong> Duomo)<br />

dove ha modo di lavorare al restauro di più facciate<br />

eseguendo diversi pezzi tutti completamente a<br />

mano, come colonne tortili, cappelli a guglia, rostre<br />

e mensole.<br />

L’ambiente gli permette anche di fare esperienza<br />

con scultori, pittori e maestri d’arte che arricchiscono<br />

le sue conoscenze e lo spingono ancora di più a<br />

creare nuovi lavori e provare varie sperimentazioni.<br />

Tutt’oggi lavora nel lapideo e si ritaglia il tempo libero<br />

per continuare le sue passioni: la scultura e la<br />

pittura.<br />

Tel. 055 8722566<br />

lastradipietra@yahoo.it<br />

60


Massimo Pazzini<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Meandri senili, 2009, olio<br />

Massimo Pazzini è nato a Signa<br />

nel 1951 e dal 1975 si è spostato<br />

a Poggio a Caiano, dove<br />

tuttora risiede.<br />

Si è avvicinato all’arte ai tempi <strong>del</strong>la<br />

scuola, applicandosi alla pittura come autodidatta,<br />

ma ha interrotto l’attività pittorica<br />

quasi subito, sin da ragazzo.<br />

Nel 1999, ha ritrovato per caso i disegni<br />

di quel periodo ed è così che ha ripreso a<br />

dipingere. L’atto di imprimere i colori sulla<br />

tela si è rivelato per lui una sorta di valvola<br />

di sfogo: non ha mai dipinto per gli<br />

altri ma solo per se stesso. Spesso i suoi<br />

dipinti hanno preso vita dalla memoria di<br />

sensazioni passate che Massimo è riuscito<br />

a riscrivere con il proprio linguaggio.<br />

Le tecniche usate sono soprattutto olio a<br />

secco e spatola, per dare vita a una pittura<br />

prevalentemente informale e astratta,<br />

di grande impatto. Anche quando sì è<br />

avvicinato allo stile formale, ha sempre<br />

trasformato con la sua impronta personale<br />

la rappresentazione <strong>del</strong> reale. Nella<br />

sua sterminata produzione non sono<br />

mancati disegni e sperimentazioni.<br />

Ha esposto in diverse personali, tra cui<br />

quella <strong>del</strong> 1999, la prima, all’Ambra di<br />

Poggio a Caiano, alla Rocca di Carmignano,<br />

alla Breda di Pistoia e al Caffè<br />

Storico Letterario Giubbe Rosse di Firenze.<br />

Numerose le collettive con il<br />

gruppo dei pittori di Signa.<br />

Scomposto tra le foglie, 2009, olio<br />

Tel. 055 877100<br />

61


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Daniele Pisani<br />

MultiMe, 2013<br />

Daniele Pisani nasce a Firenze il 17 dicembre<br />

1979. Laureato in Storia, critica e produzione<br />

<strong>del</strong>lo spettacolo all’Università di Firenze,<br />

è pittore e fotografo. Centra la sua opera nell’introspezione<br />

di sé attraverso la rivalutazione <strong>del</strong>l’aspetto<br />

femmineo <strong>del</strong> creare.<br />

Qui presenta “MultiMe 2013”, testimonianza <strong>del</strong><br />

suo modo di creare: uno scatto realizzato nel suo<br />

studio in cui si intravedono anche opere pittoriche,<br />

in un’unione di fotografia e pittura, sia nell’immagine<br />

che nella tecnica.<br />

www.danielepisani.net<br />

62


Lorella Pubblici<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Pakistan, matita su tela di lino, cm. 40x35<br />

Schiava, olio su tela, cm. 70x50<br />

Lorella Pubblici è nata a Firenze e vive a Ginestra<br />

Fiorentina nel Comune di Lastra a Signa.<br />

Ha cominciato a dipingere fin da giovanissima<br />

e nel 2002 ha iniziato a frequentare lo Studio d’arte<br />

Marzia Pieri.<br />

La pittura è sempre stata per lei un linguaggio naturale,<br />

uno strumento d’espressione immediato e<br />

spontaneo.<br />

Nella sua arte il colore è la forma <strong>del</strong>l’emozione primigenia<br />

che si sviluppa intorno alle figure che lente,<br />

ma definite, nascono sulla tela.<br />

Come dice l’artista stessa, “Non è in particolare il<br />

soggetto a rivestire un’importanza preminente nel<br />

mio lavoro; è la tecnica e la ricerca che stanno dietro<br />

ogni fibra dei capelli o dei tessuti, è la forza che<br />

cerco di trasmettere al tratto”.<br />

Cell. 338 2900353<br />

lorellarte@gmail.com - www.lorellapubblici.it<br />

63


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Milena Prestia<br />

La tempesta, 2013, olio su tela, cm. 110x80<br />

« Milena Prestia ha frequentato a Firenze il<br />

Liceo <strong>Artisti</strong>co, la Scuola di Fumetto Comics,<br />

ed una Scuola di decorazione Pittorica<br />

a Bologna. Ha lavorato con le riproduzioni d’autore,<br />

in prevalenza nature morte fiamminghe e con<br />

i trompe l’oeil. Dal 2000, attingendo al suo mondo<br />

interiore, dedica al mare la sua ricerca artistica tanto<br />

da farne il tema dominante di gran parte <strong>del</strong>le sue<br />

opere, riallacciando i fili <strong>del</strong>le sue origini famigliari<br />

con l’isola di Ortigia a Siracusa. Nei suoi dipinti il<br />

mare è la dimensione privilegiata in cui le contraddizioni,<br />

i rumori <strong>del</strong>la vita si stemperano per cedere<br />

posto al silenzio <strong>del</strong>l’anima, che è pace e riconciliazione<br />

con se stessi. Il mare diventa metafora di un<br />

viaggio nell’interiorità, che quanto più s’inoltra<br />

nell’ombra e nella tempesta, tanto più si avvicina<br />

alla luce, perché non c’è abisso così profondo e tormentato<br />

come il cuore <strong>del</strong>l’uomo. Per Milena Prestia<br />

la pittura è un percorso di esplorazione <strong>del</strong>l’io<br />

che,come per effetto di un’arcana metamorfosi,<br />

assume l’aspetto di una Sirena sfuggente e bellissima<br />

nella sua corsa verso la libertà. È nel corpo sinuoso<br />

di questa creatura marina, sospesa fra verità<br />

e mito, sensualità e candore non franto,che la pittrice<br />

ha scelto come soggetto principale la donna che<br />

vive l’habitat naturale <strong>del</strong>l’acqua, al sicuro da voci e<br />

rapporti che possano influire distogliere e violare la<br />

ricerca di sé. Così facendo mette a nudo il suo variopinto<br />

mondo interiore, traccia il profilo di una<br />

donna che reca in sé sensualità e grazia, dolcezza e<br />

forza, il mistero <strong>del</strong>la vita e i segreti <strong>del</strong>la seduzione.<br />

La resa di questi contenuti è strettamente connessa<br />

al pieno dominio <strong>del</strong> mezzo pittorico, che la<br />

Prestia esercita mediante un’attenta applicazione<br />

degli espedienti formali, un forte senso dei volumi<br />

e <strong>del</strong>le prospettive, ed una tessitura cromatica intensa,<br />

come soltanto la sensibilità di una donna<br />

può concepirla».<br />

Daniela Pronestì<br />

Cell. 348 1030037<br />

www.milenaprestia.it - milena.prestia@gmail.com<br />

64


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Milena Prestia<br />

Nebbie, 2015, tecnica mista su tela, cm. 100x80<br />

Grigio, 2014, tecnica mista su tela, cm. 40x40<br />

Voli, 2014, tecnica mista su tela, cm. 50x70<br />

Questi i principali premi e le mostre più importanti:<br />

Premio Italia Arti Visive; “Dentro ed oltre il visibile”<br />

Ex Fornace Pasquinucci (2001); Premio Italia Arti Visive:<br />

premio pubblicazione in “Look Photo” (2002);<br />

Premio Targa “Città la Lastra”, Personale al Florence<br />

Dance Cultural Center (2003); Premio Coppa Cassa<br />

di Risparmio Pistoia Pescia (2004); Premio acquisto<br />

(2005); Pubblicazione primo Annuario “<strong>Artisti</strong> <strong>del</strong>le<br />

<strong>Signe</strong>” (2007); Personale FirenzeArt “La realtà e il<br />

mito”, Collettiva con Silvio Loffredo Hotel West Florence<br />

(2008); Personale Villa Pozzolini - patrocinio<br />

Comune di Firenze (2009); Personale Antico Mercato<br />

Siracusa - patrocinio Regione Sicilia (2009/2010);<br />

Personale Sala Frontone di Talamone - Patrocinio<br />

Comune di Orbetello (2010); Personale Piazza <strong>del</strong><br />

SaleSiena, Personale Terra Futura Fortezza da Basso<br />

di Firenze (2011); Personale Palazzo <strong>del</strong> Governo Siracusa,<br />

Personale Torre Saracena Isola <strong>del</strong> Giglio,<br />

Personale Palazzo <strong>del</strong> Comune Signa (2012); Personale<br />

Terra Futura Fortezza da Basso di Firenze, Personale<br />

Villa Ginori Cecina Mare (Livorno), Personale<br />

Resort “Le sirene” Gallipoli, Premio Coppa Concorso<br />

Nazionale Pittura Città di Lastra (2013).<br />

65


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Sergio Rinaldi<br />

Maternità, pirografia (incisione a fuoco su legno), cm. 60x60<br />

Sergio Rinaldi nasce nel 1930 a Genova, dove<br />

impara l’arte <strong>del</strong> dipingere. La Toscana è la<br />

sua regione d’adozione: Firenze prima, dove<br />

si trasferisce per lavoro nel 1961, e successivamente<br />

Signa, dove vive e opera. Negli anni si fa<br />

conoscere nel mondo <strong>del</strong>l’arte per le diverse tecniche<br />

applicate. In particolare, si distingue per le opere<br />

realizzate con la tecnica <strong>del</strong>la pirografia, la preferita<br />

nel creare sue opere. Dice di lui Sara Mamone:<br />

“…la pirografia…una incisione difficile a fuoco su<br />

legno giocata tutta dai contrasti chiaroscurali…rifugge<br />

dall’originalità forzata e si attesta su temi familiari<br />

e consueti a cui Sergio si applica con profonda<br />

adesione e non con una superficialità <strong>del</strong>le<br />

cose”.<br />

Per Giancarlo Caldini, Sergio Rinaldi “…ha voluto<br />

ottenere risultati legittimamente validi per essere<br />

considerati tali nel campo <strong>del</strong>la pittura” mentre<br />

Tommaso Paloscia su La Nazione nel 1975 scrive:<br />

“… là dove Rinaldi riesce a calibrare i rapporti di<br />

segno, come nella comune incisione e conquistare<br />

la profondità di campo… la composizione acquista<br />

respiro e forza espressiva”.<br />

Ha esposto in numerose mostre personali e collettive<br />

in varie città italiane e ricevuto diversi premi e<br />

segnalazioni. Tra questi: Cral Nuovo Pignone (Firenze,<br />

1975 e 1982), Galleria d’arte Sant’Ambroseus<br />

(Milano, 1975), Galleria Pastorio - Davanzati (Firenze,<br />

1975), Galleria Pasquini (Lucca, 1976), Galleria<br />

La Tavolozza (Firenze, 1977), Galleria Il Machiavello<br />

(Firenze, 1978), Galleria Arte Tre (Genova, 1978),<br />

Galleria Saletta San Jacopino (Firenze, 1979), Galleria<br />

Ateneo San Basso (Venezia, 1980), Galleria<br />

Tadino (Milano, 1980), Galleria Palazzo Ghibellino<br />

(Empoli, 1985), Circolo Caricentro (Firenze, 2008),<br />

Sala d’arte <strong>del</strong> Comune di Signa (Firenze, 2012),<br />

Sala Esposizioni ex Caserma di Signa (Firenze,<br />

2014).<br />

Piazzetta Bolognini, 2 - 50058 Signa (FI)<br />

Tel. 055 875355<br />

66


Luigi Rindi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Il maratoneta<br />

Giovane orso<br />

Luigi Rindi è nato a San Mauro a Signa e a quindici<br />

anni si è trasferito con la sua famiglia a<br />

Prato, dove vive tuttora. Da oltre venti anni si<br />

dedica alla scultura informale su pezzi di legno inerti,<br />

trovati in montagna, nei fiumi e al mare.<br />

Ha vinto diversi concorsi: all’ultimo a cui ha partecipato,<br />

il Florence Shanghai Prize <strong>del</strong> 2013, si è classificato<br />

al secondo posto con la scultura “Omaggio<br />

al finanziere Enrico Cuccia”.<br />

Su di lui sono disponibili anche diversi filmati su You<br />

Tube che ben ne descrivono le qualità artistiche e la<br />

storia.<br />

“Da queste colonne - spiega Luigi Rindi - ricordo<br />

molto caramente, tutti i ‘sammoresi’ che mi hanno<br />

conosciuto, in modo particolare coloro che hanno<br />

frequentato la scuola elementare (1943/1948) con<br />

la brava maestra signora De Felice”.<br />

luigi.rindi@libero.it<br />

www.associazioni.prato.it/ilcastello/Luigi_Rindi.html<br />

67


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Luigi Rindi<br />

La ballerina giapponese con il kimono<br />

68


Felice Rocca<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Madonna <strong>del</strong> Buon Viaggio, 2014, terracotta<br />

Felice Rocca è nato a Scicli (Ragusa) nel 1934<br />

e dal 1955 vive a Lastra a Signa.<br />

Dal 1949 al 1952 ha frequentato, fino al terzo<br />

anno, la Scuola d’Arte Statale di Comiso (RG) sotto<br />

la guida <strong>del</strong> direttore, lo scultore Umberto Diana.<br />

Per motivi finanziari ha poi dovuto lasciare gli studi<br />

e arruolarsi nell’esercito per tre anni.<br />

Nel 1955 si è trasferito a Porto di Mezzo dove ha<br />

iniziato a lavorare per la ceramica I.M.A.S.<br />

La sua attività artistica però si è potuta sviluppare<br />

soltanto grazie alla sua volontà di autodidatta.<br />

Nel 1976 e 1977 ha frequentato per due anni la<br />

scuola d’arte organizzata dal gruppo G.A.D.A. a Firenze.<br />

Ha partecipato a diverse mostre collettive e ha ricevuto<br />

targhe e riconoscimenti.<br />

Nella sua produzione si contano anche molti quadri,<br />

presenti in numerose collezioni private, anche<br />

se ma la sua attività preferita è sempre rimasta la<br />

scultura.<br />

Via <strong>del</strong>le Selve, 6 - 50055 Lastra a Signa (FI)<br />

Tel. 055 8724580<br />

69


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Marzia Rocchi<br />

Il ciclo <strong>del</strong>la vita<br />

Marzia Rocchi, classe 1952, si diploma<br />

Maestra d’Arte all’Istituto d’Arte Statale di<br />

Firenze, per poi conseguire la maturità in<br />

arti applicate (Ceramica). Allieva di Farulli, Paoli e Cipolla,<br />

riceve fin da giovane premi e riconoscimenti<br />

importanti a Milano e Firenze. Ma ai primi successi<br />

fa seguito un brusco allontanamento dal mondo<br />

<strong>del</strong>l’arte: non ancora conosciuta, il suo modo di dipingere,<br />

la sua bravura, vengono scambiati per quelli<br />

di “un uomo di esperienza”. Per cavalcare l’onda,<br />

le viene così imposto di non rivelare la sua identità di<br />

giovane donna, ma di rimanere nascosta dietro<br />

questa etichetta, allontanarsi dal suo soggetto principale,<br />

la figura femminile, pena l’esclusione dal panorama<br />

<strong>del</strong>l’arte. Da qui la decisione di smettere di<br />

esporre e continuare a dipingere solo per se stessa.<br />

In seguito si diploma come educatrice professionale:<br />

questo le permette di studiare l’importanza <strong>del</strong>la<br />

pittura come arte-terapia con anziani, giovani e<br />

bambini con handicap. È tra i fondatori <strong>del</strong>l’associazione<br />

Larco<strong>del</strong>larte, che si occupa di organizzare<br />

mostre di pittura, scultura, fotografia e artigianato.<br />

Attualmente tiene un corso-laboratorio di disegno<br />

e pittura per adulti e bambini dal titolo “Il colore ti<br />

colora”, in cui gli allievi possono giocare con la propria<br />

espressività ed emotività, e contemporaneamente<br />

apprendere le tecniche di base.<br />

Dopo lunghi anni, nel 2014 arriva una nuova personale<br />

dal titolo “Vita e metamorfosi <strong>del</strong>la donna”,<br />

allestita al caffè letterario Le Murate a Firenze: in<br />

mostra una carrellata dei suoi dipinti, da quelli <strong>del</strong>l’inizio,<br />

realizzati alla fine degli anni Settanta, fino ai<br />

più recenti che vedono al centro la donna, nella<br />

doppia veste di generatrice di vita e vittima di giudizi<br />

e pregiudizi.<br />

Cell. 348 7403286<br />

www.marziarocchi.it<br />

70


Alice Romoli<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Rose sul tavolo di vetro, olio su tela, cm. 60x80<br />

L’attimo fuggente, olio su tela, cm. 60x50<br />

Alice Romoli è nata a nel 1962 Lastra a Signa,<br />

dove tutt’oggi vive e lavora. Proveniente<br />

da una formazione classica, alla<br />

fine degli anni Novanta si è dedicata allo studio<br />

<strong>del</strong> disegno e <strong>del</strong>la pittura ad olio, sue grandi<br />

passioni da sempre.<br />

Attratta dalla luce, dalla natura, dalla vita, con<br />

empatia cerca di coglierne gli aspetti più gioiosi<br />

dipingendo soggetti come fiori, bambini, figure<br />

femminili, animali con pennellate rapide ma curate,<br />

senza mai discostarsi dall’osservazione<br />

<strong>del</strong>la realtà.<br />

Ha esposto con successo in varie mostre e in<br />

diversi concorsi: nel 2001 al Premio Città di Lastra<br />

dove è stata premiata per la grafica, al Premio<br />

Italia nel 2001 (quando ha vinto una personale alla<br />

Galleria <strong>del</strong> Can<strong>del</strong>aio di Firenze) e nel 2002. Nello<br />

stesso anno ha partecipato al “Premio Internazionale<br />

G. Pescetti” a Sesto Fiorentino.<br />

Nel 2004 ha tenuto una mostra personale presso il Caffè<br />

Italiano di Firenze e ha partecipato alla collettiva<br />

“Certaldo in Cornice” al Palazzo Pretorio di Certaldo,<br />

mentre nel 2007 ha preso parte alla collettiva de “La<br />

Scatola Magica - il Cenacolo <strong>del</strong>la Cultura” a Campi Bisenzio.<br />

Nel 2010 si registrano: il Premio Speciale “Fratres”<br />

<strong>del</strong>la Misericordia di Lastra a Signa nell’ambito <strong>del</strong> Concorso<br />

Nazionale di pittura di Lastra a Signa “all’opera<br />

che meglio esprime i valori <strong>del</strong>l’uomo”; la mostra collettiva<br />

“Donna nell’anima” presso lo Spedale di San<br />

Antonio di Lastra a Signa, il Premio Italia 2010, grazie al<br />

quale ottiene un articolo tematico sulla rivista “Eco<br />

d’Arte Moderna” e il Premio Firenze. Del 2014 la mostra<br />

personale “Attimi di un tempo ritrovato” ospitata<br />

al Palazzo Comunale di Signa.<br />

Tel. 055 8724349<br />

aliceromoli62@gmail.com<br />

71


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Angela Sabatino<br />

Angela «<br />

Sabatino nasce a Signa, antico borgo<br />

<strong>del</strong>la provincia fiorentina, da sempre<br />

appassionata d’arte, frequenta il Liceo<br />

<strong>Artisti</strong>co di Firenze dove si diploma poi all’Accademia<br />

d’Arte. Si specializza nello studio <strong>del</strong>la<br />

figura, perseguendo nel segno il mo<strong>del</strong>lo di perfezionismo<br />

annigoniano. Fin dalla giovane età,<br />

che la vede frequentare ambienti artistici di varia<br />

tendenza, si presenta sul <strong>territorio</strong> nazionale<br />

con innumerevoli concorsi e rassegne artistiche<br />

di livello, dai quali derivano positivi giudizi e<br />

consensi di critica e pubblico.<br />

Nel corso degli anni sono numerose le partecipazioni<br />

a manifestazioni ed eventi che hanno<br />

per fine la solidarietà. La sua ricerca minuziosa,<br />

appassionata, estenuante, si traduce in importanti<br />

mostre e rassegne che la vedono esporre<br />

in prestigiose sedi, fra le quali: Il Magistero <strong>del</strong><br />

Segno, Galleria <strong>del</strong> Palazzo Pretorio, Sesto Fiorentino,<br />

settembre 2009; Percorsi <strong>del</strong>l’Anima,<br />

Antico Spedale di Sant’Antonio, Lastra a Signa,<br />

Firenze, ottobre-novembre 2010, pubblicazioni a<br />

cura di Marco Palamidessi; ARS Futura Percorsi<br />

nella pittura 2011, Villa Gori, Massarosa, Lucca,<br />

luglio 2011, volume a cura di Caleidoscopio srl; Il<br />

Corpo Umano La viva tensione <strong>del</strong> vero, Regione<br />

Toscana Palazzo Bastogi, Firenze, novembre<br />

2011, mostra e catalogo a cura di Ugo Fortini,<br />

edito da Masso <strong>del</strong>le Fate, Signa; Iª Biennale<br />

<strong>del</strong>l’Acquerello e <strong>del</strong> Disegno, Castello di Levizzano,<br />

Modena, luglio-agosto 2013, mostra e catalogo<br />

a cura di Claudia Baldi, edito da Caleidoscopio<br />

Arte; De Natura Pingendi, Villa La Brilla,<br />

Lago di Massaciuccoli, Lucca, maggio-giugno<br />

2014, mostra a cura di Claudio Giumelli, catalogo<br />

edito da Caleidoscopio Arte. Sue opere figurano<br />

in collezioni d’arte pubbliche e private, e in varie<br />

pubblicazioni che portano la firma di valenti critici<br />

d’arte. Dell’opera artistica di Angela Sabatino<br />

Lo Chignon, 2012, tecnica mista su carta con fondo preparato,<br />

cm. 30x20<br />

scrive sempre Ugo Fortini: “Le immagini affiorano nel<br />

cuore dei suoi segni, per sortilegio s’eternano in momenti<br />

senza tempo, diventano bellezza, poesia, commozione”.<br />

Le sue opere realizzate dal vero, con mo<strong>del</strong>li in posa,<br />

nascono sia nel proprio studio, situato all’interno <strong>del</strong>le<br />

antiche mura brunelleschiane <strong>del</strong> prestigioso borgo lastrigiano,<br />

sia presso la Scuola Libera <strong>del</strong> Nudo all’Accademia<br />

di Belle Arti di Firenze».<br />

Ugo Fortini<br />

Studio: Piazza Garibaldi, 3 - 50055 Lastra a Signa (FI)<br />

Cell. 333 5418169<br />

72


Caterina Salaris<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Fiori, 2014, tecnica mista su tavola<br />

Apnea, 2014, acrilico su tavola<br />

Caterina Salaris è nata a Cagliari nel 1953, cresciuta<br />

a Firenze e maturata a Poggio a Caiano.<br />

Nel 1994 e 1995 ha frequentato i corsi<br />

serali di Disegno e pittura presso la Scuola d’Arte<br />

Leonardo di Prato. Nel giugno 2013 ha ripreso la<br />

spatola e i colori a olio per un corso “en plen air”<br />

con l’insegnante Aida Teran. Da allora, ha iniziato a<br />

dipingere tutti i giorni, o meglio le notti, utilizzando<br />

colori acrilici, a olio, con carta e gesso e sperimentando<br />

varie tecniche, dal pennello alla spatola alla<br />

pittura a spruzzo. Nel 2014 ha partecipato alla mostra<br />

“<strong>Artisti</strong> toscani”, tenutasi in occasione <strong>del</strong> Festival<br />

d’Europa di Santa Maria a Monte su invito <strong>del</strong><br />

pittore Alfredo Biagini, il Bottega, che in quell’occasione<br />

scrisse di lei: “Nell’arte di Caterina troviamo il<br />

sole, la freschezza e la spensieratezza, insomma la<br />

gioia di vivere, però un attento osservatore troverà<br />

un mondo complesso fatto di riflessioni ed emozioni<br />

che l’artista ha condiviso con noi”.<br />

Come iscritta all’Associazione Pro-Arte La Torre di<br />

Signa, ha preso parte alla mostra annuale di primavera<br />

e alle dimostrazioni in piazza. Su invito ha partecipato<br />

al 48° Premio Nazionale Città di Lastra a<br />

Signa <strong>del</strong> 2014.<br />

Cell. 348 7057579<br />

caterinasalaris@hotmail.it<br />

73


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Carlo Sanesi<br />

Wilma, 2011, acrilico (Fronte)<br />

(Retro)<br />

Carlo Sanesi è nato a Firenze il 28 agosto<br />

1971 ma vive a Lastra a Signa, dove ha sede<br />

anche la sua principale attività lavorativa,<br />

l’Antica Trattoria Sanesi, di cui è co-proprietario.<br />

La sua attività pittorica ha preso il via con il disegno<br />

a matita, per poi trovare la propria dimensione nella<br />

pittura acrilica che ha acceso in lui la passione e<br />

la voglia di raccontarsi: sono infatti i colori, vivaci e<br />

brillanti, i grandi protagonisti <strong>del</strong> suo linguaggio pittorico.<br />

Attraverso la brillantezza e il calore dei colori acrilici<br />

ha iniziato a raccontare il proprio sentire. Ha iniziato<br />

a esporre nel 2003, con una mostra ospitata negli<br />

spazi di Alfani Underground a Firenze, per poi proseguire<br />

con numerose esposizioni tra cui quelle a<br />

Lastra a Signa, nello Spedale di Sant’Antonio, a Certaldo<br />

e in Palazzo Vecchio a Firenze.<br />

La sua produzione prosegue all’insegna <strong>del</strong>la ricerca<br />

e <strong>del</strong>la voglia di raccontare la vita attraverso il<br />

colore: protagoniste <strong>del</strong>le sue opere sono figure<br />

luminose e positive, ognuna frutto di un percorso<br />

d’introspezione che cerca di proiettarsi verso l’esterno,<br />

ognuna con una storia da raccontare.<br />

Cell. 339 1115439<br />

74


Renzo Sbraci<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Vele<br />

Renzo Sbraci è nato a Firenze, dove tuttora<br />

vive. Il suo lavoro si divide fra due studi, uno<br />

in via Fratelli Bandiera a Firenze e l’altro in<br />

piazza Marconi a Scandicci. Fa parte <strong>del</strong>l’Associazione<br />

La Torre di Signa e <strong>del</strong>l’Associazione Gadarte<br />

di Firenze.<br />

Amante <strong>del</strong>l’arte, negli anni si è dedicato alla pittura<br />

materica e informale, anche grazie al contributo<br />

<strong>del</strong>l’amico e maestro Piero Tognarelli che lo ha indirizzato<br />

verso la pittura materica.<br />

Ha partecipato a numerose mostre ricevendo consensi<br />

e premi, tra i quali il Premio Il Magnifico<br />

<strong>del</strong>l’Associazione Gadarte e il Premio di rappresentanza<br />

al 48° Premio di Pittura Città di Lastra. Sue<br />

opere sono state acquisite da numerosi collezionisti<br />

privati.<br />

Marina<br />

Via Fratelli Bandiera, 13 - Firenze - Esposizione permanente: piazza Marconi, 8 - 50018 Scandicci (FI)<br />

Tel. 055 662931 - Cell. 333 5977283<br />

75


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Roberto Soldi (Robesol)<br />

Soffione<br />

Scala primordiale<br />

Roberto Soldi, in arte “Robesol”, è nato a Firenze<br />

e vive a Castel di Signa. Fin dall’adolescenza,<br />

dopo aver ricevuto in regalo la sua<br />

prima macchina fotografica istantanea, ha iniziato a<br />

nutrire una forte passione per la fotografia. Negli<br />

anni ha affinato varie tecniche, scegliendo la diapositiva<br />

come supporto fotografico preferito.<br />

Nel 2007 è passato definitivamente al digitale, agevolando<br />

la sperimentazione artistica ma mantenendo<br />

comunque l’integrità degli scatti originali,<br />

senza ricorrere al fotoritocco. La macchina fotografica<br />

è sempre stata un elemento indispensabile,<br />

anche nei suoi numerosi viaggi, non solo per imprimere<br />

i ricordi ma per ricercare immagini altamente<br />

suggestive.<br />

Nel 2014 si è esibito con la sua prima mostra fotografica<br />

“Attimimpressi”, riscuotendo una notevole<br />

partecipazione di pubblico.<br />

Cell. 338 6943684<br />

robesol@mail.com - www.robesol.it<br />

76


Massimo Taccetti<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Tondo Doni, pittura su ceramica<br />

Dalla mostra “Legni d’Arte”<br />

Massimo Taccetti è nato nel 1954 a Lastra a<br />

Signa. Fin da piccolo ha manifestato il proprio<br />

legame con il legno, giocando con gli<br />

arnesi <strong>del</strong> padre falegname: i suoi giocattoli erano<br />

semplici pezzi di legno che, con qualche aggiunta,<br />

diventavano spade, fucili ad elastico, macchinine.<br />

All’età di 11 anni, in seguito alla prematura perdita<br />

<strong>del</strong> padre, per necessità economiche, ha iniziato ad<br />

assolvere tutti i lavori manuali di manutenzione <strong>del</strong>la<br />

casa, e per renderla più bella, ha iniziato anche a<br />

dipingere quadri. La manualità e la creatività hanno<br />

trovato espressione anche nei tanti anni di volontariato<br />

alla Misericordia, dall’età di 13 anni. Non sono<br />

mancate le opportunità di creare loghi, scritte pubblicitarie<br />

e insegne luminose, oltre a una serie di<br />

opere realizzate per familiari e amici. Nel 1982 ha<br />

creato due pannelli in terracotta per la chiesa di Santa<br />

Maria Mater Dei a Lippi (Firenze), posti ai due lati<br />

Sinthropia, bronzo<br />

<strong>del</strong>l’affresco <strong>del</strong> Lippi e raffiguranti la Crocifissione<br />

e la Pentecoste.<br />

Nel 1982 ha interrotto la professione d’infermiere e<br />

si è iscritto al corso di restauro di legni antichi e lavorazione<br />

artistica <strong>del</strong> legno presso l’Istituto d’Arte<br />

e Restauro di Firenze, diplomandosi dopo due anni<br />

con buoni risultati. Ha lavorato in proprio come artigiano<br />

restauratore per cinque anni, per poi tornare<br />

al vecchio impiego d’infermiere, intravedendo maggiori<br />

spazi per la propria esigenza creativa. La vecchia<br />

bottega è diventata così uno studio o meglio un<br />

“bottestudio”, come la chiama il figlio Simone,<br />

dove Massimo passa molte ore <strong>del</strong> proprio tempo<br />

libero, svolgendo un lungo lavoro di ricerca e sperimentazione.<br />

Via Dante Alighieri, 57 - 50055 Lastra a Signa (FI)<br />

Tel. 055 8724760 - tac.mpgs@hotmail.it<br />

77


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Massimo Taccetti<br />

Pipe in radica d’erica<br />

Vanità, terracotta bronzata<br />

Cristo di Cimabue, ceramica e legno<br />

Entrando nel “bottestudio” di Massimo Taccetti, ecco<br />

comparire, una accanto all’altra, sculture in terracotta,<br />

in plexiglass e vetroresina, pipe in radica d’erica, archi<br />

storici e moderni con fibra di vetro, mo<strong>del</strong>li d’auto, di<br />

elicotteri e aerei, strumenti musicali come chitarre e<br />

tamburi etnici, penne stilografiche in legno, plastici, acquerelli,<br />

maschere in cartapesta, coltelli e utensili per<br />

le diverse lavorazioni. Nel suo percorso ha acquisito,<br />

grazie a una costante ricerca di manuali e materie, una<br />

buona padronanza su diversi materiali e tecniche, che<br />

spesso, in un gioco divertente e ingegnoso, unisce tra<br />

loro per ottenere esiti sempre nuovi.<br />

Tra le opere e le ideazioni più importanti di Massimo<br />

Taccetti: i pannelli in terracotta nella Chiesa di<br />

Santa Maria Mater a Lippi (Firenze), il bassorilievo<br />

in terracotta raffigurante la Madonna nel Monastero<br />

<strong>del</strong>le Benedettine di Santa Marta (Firenze),<br />

la vetrata artistica nella sede <strong>del</strong>la<br />

Misericordia a Lastra a Signa, la scultura Iuminosa<br />

in plexiglass nella sede <strong>del</strong>la Misericordia<br />

di Malmantile (Lastra a Signa), il logo <strong>del</strong>l’Elisoccorso<br />

di Firenze e quello <strong>del</strong>le ambulanze infermieristiche,<br />

il Bassorilievo in bronzo con targa<br />

per la sede <strong>del</strong> distretto Azienda Sanitaria di Firenze<br />

a Lastra a Signa, il pannello di legno intagliato<br />

e la scultura in vetroresina per la Centrale<br />

Operativa <strong>del</strong> 118, il bronzo realizzato per il premio<br />

“A rischio <strong>del</strong>la vita” nel 2003 che gli è valso<br />

il Fiorino d’argento, la scultura luminosa in<br />

plexiglass per la Misericordia di Badia a Ripoli, il<br />

monumento “Sinthropia” dedicato ai donatori<br />

di sangue collocato in piazza Piave a Malmantile,<br />

la riproduzione <strong>del</strong> Crocifisso di Cimabue in<br />

ceramica con croce lignea per la Misericordia di<br />

Lastra a Signa.<br />

78


Giovanna Tofani<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Dio vi ricompensi, 2009, pittura ad olio su tavola<br />

L’amore per la pittura di Giovanna Tofani si è<br />

fatto sentire fin dall’infanzia, quando era solita<br />

prendere in mano i fiori per dipingerli. Allieva<br />

di tre maestri di pittura a olio su tela come Rocco<br />

Malato in corso Tintori, Bruno Vascogori in via degli<br />

<strong>Artisti</strong> a Firenze e Ugo Mori di Lastra a Signa, Giovanna<br />

predilige la pittura a olio con materia e lavora<br />

anche con due colori sul pennello, cosa che le permette<br />

di ottenere sfumature ancora più intense. La<br />

sua cultura affonda le radici nella tradizione contadina:<br />

per questo ama dipingere le case coloniche toscane<br />

vecchio stile, i ruderi e fare estemporanee<br />

all’aria aperta.<br />

Ha partecipato con successo a concorsi nazionali e<br />

internazionali con ottimi risultati di critica, come testimoniano<br />

le recensioni su giornali e quotidiani. Un<br />

giudizio critico de La Nazione <strong>del</strong> 10 novembre<br />

1978 riporta: «[...] le sue tele hanno il pregio <strong>del</strong>la<br />

freschezza e <strong>del</strong>la semplicità e prediligono fiori,<br />

composizioni, paesaggi, nature morte e nudi. Tutti<br />

soggetti ripresi nella tradizionalità di un figurativo<br />

moderno». E ancora la Nazione dal 13 aprile 1979:<br />

«Giovanna Tofani si avvale <strong>del</strong> segno grafico e <strong>del</strong><br />

colore in misura sobria e nitida spontanea e sicura».<br />

Scrive di lei il critico Ugo Fortini: «Giovanna Tofani,<br />

pittrice autodidatta, si è formata nel clima <strong>del</strong> realismo<br />

figurativo. Il suo gusto iniziale per l’opulenza<br />

<strong>del</strong>la materia pittorica si è andato gradatamente assestando<br />

in superfici meno scabre e in un impianto<br />

costruttivo caratterizzato dalla luminosità <strong>del</strong>la tavolozza<br />

e dall’immediatezza <strong>del</strong>le percezioni. La sua<br />

pittura di paesaggio e di natura morta si sviluppa<br />

lungo l’arco <strong>del</strong>la sua intensa attività secondo schemi<br />

sostanzialmente immutati. La pennellata rapida,<br />

a brevi tratti segnata da una predilezione decorativa,<br />

a piccole campiture, si accosta, con estrema libertà,<br />

ad ampie masse di colore brillante, segnate<br />

da nervosi elementi che ne stagliano i volumi. I cromatismi,<br />

gli effetti di luce, le masse dinamicizzate,<br />

rappresentano gli strumenti tipici <strong>del</strong>la pittura di<br />

Giovanna Tofani, che tende a rielaborare assai liberamente<br />

il dato reale entro visioni <strong>del</strong> tutto personali<br />

dove il dettaglio si scioglie, la materia si rarefà,<br />

assorbendo luce per sollevarsi in un’atmosfera lirica<br />

che ha radici profonde saldamente piantate nel sentimento<br />

nella semplicità di accenti e nella candida<br />

poesia».<br />

www.giovannatofani.it<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Umberto Toni<br />

Paesaggio invernale, 2014, olio su tela, cm. 50x70<br />

Umberto Toni nasce a Porto di Mezzo nel Comune<br />

di Lastra a Signa. È un pittore naif: i<br />

suoi colori vivaci, le sue visioni fiabesche, i<br />

paesaggi da sogno riportano al mondo candido e<br />

ingenuo <strong>del</strong>l’infanzia e richiamano gioie e momenti<br />

di un tempo passato rimasto saldo nella memoria.<br />

Il suo modo allegro di dipingere invoglia a guardare<br />

il mondo attraverso la lente <strong>del</strong>l’ottimismo e <strong>del</strong>la<br />

serenità.<br />

Stabilitosi a Seano, nel Comune di Carmignano, partecipa<br />

negli anni a numerosi concorsi di pittura ottenendo<br />

successi e ricevendo ampi consensi. Sono<br />

molte le mostre collettive a cui prende parte oltre a<br />

diverse personali: ultima quella <strong>del</strong> febbraio 2014<br />

nella sala consiliare <strong>del</strong> Comune di Carmignano.<br />

Le sue opere sono state acquisite da collezionisti<br />

privati sia toscani che <strong>del</strong> resto d’Italia.<br />

Via Elsa Morante, 4/A - Seano (PO)<br />

Tel. 055 8704047 - Cell. 338 1438306 - u.toni@alice.it<br />

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Antonio Veltro<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Lancia<br />

ET<br />

Antonio Veltro è nato a Benevento nel<br />

1946. Dopo aver vissuto nel Lazio, nel<br />

1972 si è trasferito a Lastra a Signa dove<br />

vive tuttora. Ex collaudatore Lancia e meccanico<br />

di professione, la sua creatività gli ha permesso<br />

di unire meccanica, arte e riuso con esiti<br />

davvero sorprendenti.<br />

Il suo primo robot creato utilizzando materiali di<br />

recupero è datato agli inizi degli anni Settanta.<br />

Da quel momento non si è più fermato, dedicandosi<br />

con impegno e passione alla sua scultura assemblata,<br />

modo personalissimo di reinterpretare il riciclo.<br />

Avanzi di officina, boiler di caldaie, cestelli di lavatrici,<br />

vecchi cellulari, tubi, fibbie, bottoni, ammortizzatori di<br />

auto, testate in ghisa, bottiglioni in plastica, lattine, cd<br />

e vecchi orologi: ogni cosa è riuscita a tornare a nuova<br />

vita nelle creazioni di Veltro. Ecco allora segni zodiacali<br />

riprodotti con asticelle in metallo, chiavi inglesi e tappi<br />

a corona, riproduzioni di vecchie locomotive o di mo<strong>del</strong>li<br />

di auto Lancia realizzati con i materiali più disparati.<br />

Accanto a questi, la serie dei robot: dal monumentale<br />

“Pinocchio 2000”, una scultura alta 4 metri e pesante<br />

20 quintali che è stata collocata all’interno <strong>del</strong> parco<br />

Iqbal di Campi Bisenzio al simpatico E.T. con radio incorporata,<br />

fino alla marziana civettuola e al pompiere,<br />

tutti realizzati con dovizia di particolari e dotati di una<br />

propria cifra distintiva. Ad aprile 2014, allo Spedale di<br />

Sant’Antonio di Lastra a Signa, si è tenuta “Veltromania.<br />

Invenzioni meccaniche <strong>del</strong> riuso”, una mostra tutta<br />

dedicata alle sue originali composizioni.<br />

Via Livornese, 530/A - Porto di Mezzo - 50055 Lastra a Signa (FI)<br />

Tel. 055 8724461 - Cell. 334 1523976<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Paolo Vannini<br />

Campo di grano, olio su tela, cm. 45x60<br />

« Chi segue Paolo Vannini non ha potuto fare a<br />

meno di notare il percorso di rinnovamento<br />

ed evoluzione che ha interessato le sue opere<br />

negli ultimi anni. Questo non significa che egli<br />

abbia rinnegato la sua precedente esperienza pittorica,<br />

evocata anche nei nuovi lavori dal ruolo di assoluta<br />

preminenza che viene riservato al colore,<br />

ma, semmai, che quanto fatto fino ad ora è diventato<br />

un nuovo punto di partenza, l’inizio di un percorso<br />

che gli consente di allargare lo sguardo ad aspetti<br />

<strong>del</strong>la realtà che avevano trovato minor spazio<br />

nelle sue opere.<br />

Accanto alla natura, infatti, restituita attraverso immagini<br />

di ampio respiro che si alternano ad altre<br />

che, invece, nascono dalla scelta di concentrare lo<br />

sguardo solo su pochi elementi che, separati dal<br />

contesto circostante, diventano gli unici protagonisti<br />

<strong>del</strong>l’opera, è l’uomo che entra prepotentemente<br />

nel mondo artistico di Vannini, facendosi sempre<br />

più presente.<br />

È il risultato di riflessioni profonde, di pensieri che<br />

trovano sfogo in scenari cittadini o industriali che,<br />

affidati a forme fortemente geometriche e ad una<br />

tavolozza spesso giocata su toni contrastanti, comunicano<br />

un senso di inquietudine e turbamento<br />

che spinge inevitabilmente chi le osserva a pensare<br />

agli invisibili personaggi che si muovono in quelle<br />

città ed in quelle industrie, quei burattini che, tutti<br />

uguali e mossi da fili più o meno visibili, rappresentano<br />

un’amara quanto efficace metafora <strong>del</strong>l’umanità<br />

di oggi».<br />

Eleonora Tozzi<br />

Abit.: Via <strong>del</strong>le Fornaci, 11 - Studio: Via Roma, 232A - Signa (FI)<br />

Cell. 338 6121942 - info@paolovannini.it - www.paolovannini.it<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Paolo Vannini<br />

Notte e Luna, olio su tela, cm. 70x100<br />

«Ho incontrato il pittore Paolo Vannini nel suo studio<br />

in via Roma a Signa e sono rimasto favorevolmente<br />

sorpreso nel vedere che i suoi quadri esposti<br />

e ben visibili dalla strada, davano una bella e<br />

significativa nota di vita e di colore all’ambiente immerso<br />

nel caotico vivere quotidiano, ma non solo,<br />

invitavano anche i passanti a fermarsi e a entrare.<br />

Questo è quello che dovrebbe fare un artista - mi<br />

sono detto - aprirsi al mondo e allo stesso tempo<br />

invitare il mondo a entrare dentro di lui, dando vita<br />

a un proficuo scambio di esperienze, sensazioni ed<br />

emozioni che sono il miglior bagaglio che uno possa<br />

farsi per continuare ad essere vivo e a creare.<br />

Ma poi non mi è stato possibile elaborare altre formulazioni<br />

teoriche perchè, entrato nello studio, mi<br />

sono perso nei colori e nel segno dei quadri. Paesaggi,<br />

figure stilizzate, fiori che sembrano arabeschi<br />

e tante altre immagini che catturano gli occhi e<br />

su tutto il colore sempre brillante e corposo da<br />

sembrare cosa viva: un colore che accende la fantasia<br />

e riscalda l’animo.<br />

Ed è proprio sulla forza <strong>del</strong> colore che il mio pensiero<br />

si sofferma, perchè, secondo me, è proprio questo<br />

l’elemento distintivo <strong>del</strong>l’opera <strong>del</strong> Vannini. Un<br />

colore che nella sua opera assume tanta importanza<br />

da arrivare, perfino, a non rispettare i margini<br />

dettati dal segno per costruire figure o spazi reali<br />

che il pensiero vorrebbe imporre, ma che diventa<br />

segno egli stesso dando vita e costruendo istintivamente<br />

non sempre figure reali, ma sempre emozioni<br />

e sentimenti.<br />

Ed è proprio questo che il pittore vuole: non rappresentare<br />

il reale ma interpretarlo cogliendone gli<br />

elementi identificativi e quel che di più profondo<br />

suscita in lui per poi trasmetterlo con immediatezza<br />

e forza espressiva agli altri».<br />

Andrea Bolognesi<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Silvano Vannuzzi<br />

« Silvano Vannuzzi nasce a Lastra a Signa<br />

nell’antico borgo di Calcinaia, dove tutt’ora<br />

vive facendo il pittore. Inizia presto a disegnare<br />

e a dipingere dal vero, ispirato dal naturale<br />

scenario dintorno casa. Firma, non ancora adolescente,<br />

i primi quadri come la natura morta “I passeri”.<br />

A sedici anni è già pittore ceramista nella locale<br />

prestigiosa ditta Italica Ars, occupazione che,<br />

per l’alta qualità e singolarità dei manufatti, appaga<br />

il suo spirito artistico.<br />

Frequenta la Scuola d’Arte di Porta Romana a Firenze,<br />

sotto la docenza <strong>del</strong> prof. Gatti per il disegno e<br />

di Grazzini per la pittura. Giovanissimo, per molti<br />

anni è allievo di Giuseppe Santelli e poi di Valerio<br />

Cheli presso lo studio fiorentino di via dei Della<br />

Robbia. L’artista si dà intensamente ad un fattivo<br />

lavoro e si dedica sempre con interesse ad un’approfondita<br />

ricerca, particolarmente riferita allo stile<br />

nutrito dalla corrente realista sviluppatasi nelle nature<br />

morte e nelle vedute paesaggistiche, manifestando<br />

in modo sempre personale il suo gusto ai<br />

misurati rapporti tonali e la tavolozza temperata<br />

<strong>del</strong>la tradizione toscana post macchiaiola, alla quale<br />

è tutt’oggi fe<strong>del</strong>e.<br />

I soggetti dei suoi quadri sono personaggi, nella cui<br />

tecnica esecutiva ricordano volentieri Ludovico<br />

Tommasi, così come nelle nature morte Vannuzzi<br />

non disdegna accostarsi a Giovanni Bartolena. Ogni<br />

soggetto è accuratamente colto nella sua naturalezza<br />

e ritratto secondo la sensibilità <strong>del</strong>l’artista. I<br />

suoi fiori, senza ombra di dubbio, il grande capitolo<br />

che completa il suo mondo artistico naturalista.<br />

Ha partecipato a numerosi concorsi e mostre personali<br />

e collettive ottenendo molti premi e riconoscimenti<br />

di pregio.<br />

Via F. De Santis, 20 - 50055 Lastra a Signa (FI)<br />

Tel. 340 6873006<br />

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<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Silvano Vannuzzi<br />

Hanno scritto di lui: Armando Nocentini, Ugo Fortini,<br />

Dino Pasquali, Marco Moretti, Mario Del Fante, Marcello<br />

Benvenuti e molti altri.<br />

«Durante gli anni di lavoro in ceramica, Silvano Vannuzzi<br />

si dimostra appassionato ricercatore di sempre nuove<br />

combinazioni di smalti riuscendo, dopo varie prove,<br />

a realizzare il famoso “rosso martellato”, effetto di<br />

grande successo che, con la stessa preparazione <strong>del</strong><br />

“rosso”, fu poi realizzato anche in giallo e in verde, con<br />

l’utilizzo <strong>del</strong>la materia prima fornita dalla ditta Romer<br />

colorificio di Sesto Fiorentino e dal colorificio Della<br />

Robbia di Montelupo Fiorentino. Ha creato famosi<br />

smalti e decori su ceramica come quello chiamato “pavone”<br />

o il geometrico “etrusco” di grande effetto e<br />

tutti suoi decori e le sue creazioni, che venivano firmati<br />

“Vannu” o “Vannuzzi”, sono state fonte di grande successo<br />

anche in campo economico per la Italica Ars.<br />

Notevoli i suoi pezzi unici: piatti, pannelli, vasi, tanto<br />

che la Direzione <strong>del</strong>la ditta Italica Ars affida proprio a<br />

Vannuzzi il giovane, ora affermato artista, Antonio Manzi,<br />

al quale, dopo l’orario di lavoro, Silvano insegna l’uso<br />

e le modalità di mescolare i colori da trasmettere su<br />

ceramica.<br />

Su ceramica Vannuzzi ha realizzato anche numerose<br />

pregiate riproduzioni di figure sacre, che si trovano oggi<br />

in collezioni pubbliche e private, ottenendo, con la sua<br />

maestria, apprezzamenti e molti consensi.<br />

Negli anni, Vannuzzi si è infatti dedicato molto anche<br />

alla riproduzione di figure sacre anche su legno, usando<br />

la stessa tecnica dei pittori <strong>del</strong> Cinquecento:<br />

preparazione <strong>del</strong>la base su legno, stesura di<br />

gesso con apposite colle, stesura <strong>del</strong> colore a<br />

tempera, applicazione di sfoglie di oro zecchino<br />

e rifinitura con vernici speciali. La sua maestria<br />

gli ha permesso di realizzare pezzi di notevole<br />

pregio, presenti ormai in varie collezioni pubbliche<br />

e private».<br />

Ugo Fortini<br />

85


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Massimo Vinattieri<br />

« Con l’anno 2014 Massimo Vinattieri inizia il<br />

40° anniversario <strong>del</strong>la sua attività espositiva.<br />

Quattro decenni che hanno visto l’artista di<br />

San Mauro a Signa esporre in diversi Paesi d’Europa,<br />

e più recentemente al Padiglione Italia <strong>del</strong>la<br />

Biennale di Venezia riallestito al Palazzo <strong>del</strong>le Esposizioni<br />

di Torino, eppoi nella mostra “L’avventura<br />

<strong>del</strong>la forma” al Palazzo Mediceo di Seravezza.<br />

Un quarantennio in cui la pittura di Vinattieri ha<br />

compiuto una sua logica evoluzione, passando dalla<br />

giovanile predilezione per i toni accesi, a una successiva<br />

e opposta gamma di grigi dominante i colori<br />

di una figurazione ridotta all’essenziale. Successivamente<br />

l’artista è tornato a riesaminare alcuni<br />

schemi compositivi come gli “interni di studio”,<br />

serie di grande suggestione cromatico-formale che<br />

molto interessò Vittorio Sgarbi.<br />

Le opere qui esposte rappresentano il nuovo ciclo<br />

<strong>del</strong>l’artista, volto con queste a esaminare in micro<br />

suggestioni di materia già circolanti tra gli elementi<br />

figurativi di opere precedenti: incanti cromatici che<br />

da sempre affascinano l’artista complice anche la<br />

primitiva attrazione per Zoran Music. Attraverso<br />

l’approfondimento di una visione pittorica a campiture<br />

fratte, già in parte visibile nell’Autoritratto eseguito<br />

a 19 anni (esposto a Seravezza accanto a quelli<br />

di maestri <strong>del</strong> Novecento come Sironi, Viani, de<br />

Chirico, Rosai), l’approdo ai risultati qui esposti è la<br />

conseguenza logica di una maturazione attraverso<br />

le esperienze sopra accennate, la quale ha condotto<br />

info@pitturaescultura.it<br />

www.vinattierimassimo.it - www.pitturaescultura.it<br />

86


<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Massimo Vinattieri<br />

l’artista a questa indagine serrata, e potremmo dir<br />

spirituale, nella suggestività <strong>del</strong>la materia. Ricerca<br />

che tutt’ora procede affrancata dai pregressi vincoli<br />

figurativi, incentrandosi su cifre di scrittura tracciate<br />

per moduli e/o elementi assemblati in varie conformazioni<br />

spaziali. Reminiscenze vagamente evocative<br />

di mondi o luoghi, situazioni o stati d’animo che,<br />

come criptici archivi di memoria riaffiorano dall’intimo<br />

attraverso l’onirico, e altrimenti inesprimibili se<br />

non tramite guizzi di materia, consunzioni e strappi,<br />

segni ‘calligrafici’ che misteriosamente, appena<br />

evocati, si sfanno entro i loro bozzoli campiti sulla<br />

tela. Taches, orditure, grafismi scaturiti da un’intima<br />

ricerca: indagine su una condizione interiore che rispecchia<br />

il grumo fondante di Massimo Vinattieri<br />

artista, assai dissimile dal concreto e parco esistere<br />

<strong>del</strong>l’uomo legatosi per libera e lirica scelta alla terra<br />

e ai suoi animali, e che vive respira e opera tra afflati,<br />

forme, odori e sapori boschivi.<br />

Frutto di misterioso processo è dunque questo risultato,<br />

forse richiamo segreto <strong>del</strong>l’“io”, in cui converge<br />

la solarità <strong>del</strong>l’uomo e l’imperscrutabile inconscio<br />

<strong>del</strong>l’artista, e che attraverso l’onirico si<br />

schiude in questi frammenti di pura poesia».<br />

Marco Moretti<br />

87


Sede sociale e direzione<br />

Signa<br />

piazza Michelacci 7 - 50058 Signa<br />

Tel. 055 879101 - fax 055 8732067<br />

Filiali<br />

Signa<br />

piazza Michelacci 1-2 - 50058 Signa<br />

Tel. 055 879101 - fax 055 8732067<br />

Lastra a Signa<br />

via Turati 10-12<br />

50055 Lastra a Signa<br />

Tel. 055 8720251 - fax 055 8720204<br />

Ponte a Signa<br />

(Comune di Lastra a Signa)<br />

via S. Lavagnini 11 - 50055 Lastra a Signa<br />

Tel. 055 8725268 - fax 055 8725270<br />

San Mauro a Signa<br />

(Comune di Signa)<br />

via <strong>del</strong>la Chiesa 19 - 50050 S. Mauro a Signa<br />

Tel. 055 8739764/5 - fax 055 8739693<br />

Viottolone<br />

(Comune di Scandicci)<br />

via di Castelpulci 3 - 50018 Scandicci<br />

Tel. 055 7310678 - fax 055 720145<br />

Montelupo Fiorentino<br />

via Centofiori 14 - 50056 Montelupo Fiorentino<br />

Tel. 0571 913188 - fax 0571 913216<br />

Malmantile<br />

(Comune di Lastra a Signa)<br />

via Vecchia Pisana 235<br />

50050 Malmantile (Lastra a Signa)<br />

Tel. 055 8729244 - fax 055 8784412<br />

Firenze<br />

Piazza <strong>del</strong>la Libertà 32R - 50129 Firenze<br />

Tel. 055 5088114 - fax 055 578832<br />

Sede distaccata<br />

Castelfranco di Sotto<br />

via Provinciale Francesca Nord 78<br />

56022 Castelfranco di Sotto (Pisa)<br />

Tel. 0571 488730 - fax 0571 488740<br />

Sportelli ATM<br />

Signa<br />

Parco dei Renai<br />

Badia a Settimo<br />

(Comune di Scandicci)<br />

via la Comune di Parigi 34<br />

Capannori<br />

Via <strong>del</strong> Popolo 5<br />

55012 Capannori (Lucca)<br />

Firenze<br />

Nuovo Ospedale San Giovanni di Dio<br />

via Torregalli 3 - 50143 Firenze<br />

Fucecchio<br />

Piazza dei Seccatoi<br />

San Miniato<br />

Viale Marconi 20


L<br />

a passione per l’espressione artistica,<br />

in ogni sua forma, è da sempre parte<br />

<strong>del</strong>la storia e <strong>del</strong>la tradizione dei due<br />

Comuni e dei popoli <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong>. Questo libro<br />

vuole essere un omaggio ai tanti che, per<br />

professione o per diletto, in modo sistematico<br />

o solo nei ritagli di tempo libero, lasciano che<br />

l’arte arricchisca le loro e le nostre vite. Tutti,<br />

in modo diverso, sono interpreti di questo<br />

tempo e di questo <strong>territorio</strong>. Ogni loro opera è<br />

un frammento di vita e di storia consegnato<br />

alle prossime generazioni. Un pezzo di ciò che<br />

siamo e di ciò che queste terre sanno ancora<br />

oggi spiegarci e raccontare.<br />

ISBN 978-88-6039-336-4<br />

E 15,00 (IVA inclusa)

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