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Sorgo da foraggio<br />
Il sorgo (Sorghum bicolor (L.) Moench.) è<br />
stata una delle prime piante ad essere<br />
coltivata e sembra che le forme attuali<br />
abbiano avuto la loro origine nell’Africa<br />
occidentale diverse migliaia di anni fa. La<br />
coltivazione del sorgo si è poi diffusa in<br />
tutto il mondo, prima in Asia ed Europa, poi in America e Australia.<br />
Nelle agricolture di sussistenza del Terzo Mondo la granella viene<br />
utilizzata direttamente per l’alimentazione umana, perché in questi<br />
paesi la trasformazione zootecnica sarebbe troppo costosa. In questi<br />
ambienti le rese sono molto basse (0,5-1 t/ha), sia per la primitiva<br />
tecnica colturale sia per le condizioni ambientali avverse: il sorgo<br />
infatti viene coltivato dove l’ambiente è troppo arido per il mais.<br />
Nelle agricolture progredite la granella di sorgo viene destinata<br />
all’alimentazione animale, in concorrenza con quella di mais, di cui<br />
ha analogo valore nutritivo. La pianta del sorgo, sia allo stato<br />
giovane che a maturazione lattea o cerosa della granella, si presta<br />
assai bene all’alimentazione del bestiame.<br />
Esigenze ambientali<br />
Il sorgo richiede per germinare temperature di 14°C ed è capace di<br />
sopportare le deficienze idriche con danni limitati, ma ha comunque<br />
bisogno di apporti idrici che per l’intero ciclo (tra piogge e<br />
disponibilità di riserve idriche del terreno) posso stimarsi intorno a<br />
300-350 mm (3000-3500 m 3 /ha). In terreni profondi e a buona<br />
capacità di ritenzione idrica bastano apporti idrici di 120-150 mm nei<br />
mesi da giugno ad agosto per assicurare rese soddisfacenti dal punto<br />
di vista tecnico ed economico.<br />
Queste condizioni si riscontrano in parecchie zone della regione<br />
Campania, anche in molte di quelle zone collinari svantaggiate,<br />
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