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Il caglio animale in breve<br />

Il più diffuso e conosciuto è quello liquido ottenuto dallo stomaco<br />

del vitello. È disponibile anche in polvere e in pasta. I suoi enzimi<br />

(pepsina e chimosina) sono attivati da un pH acido e anche la<br />

temperatura influisce sull’attività coagulante (40°C è la temperatura<br />

ottimale). La pepsina è 45 volte più proteolitica della chimosina.<br />

Sono disattivate a 52-59°C. I formaggi ottenuti con questo caglio<br />

sono caratterizzati da una pasta dolce in quelli freschi, sapida ma mai<br />

piccante in quelli stagionati.<br />

Per alcuni formaggi tradizionali sono utilizzati il caglio di agnello e<br />

di capretto (in pasta o in polvere), industriali o aziendali. Questi<br />

coagulanti presentano, oltre a chimosina e pepsina, quantità variabili<br />

di lipasi, un enzima ancora poco studiato, e sono responsabili del<br />

gusto piccante del formaggio. Miscelando ad arte il caglio ovicaprino<br />

con quello bovino, si può creare una gamma di formaggi<br />

vaccini con carattere deciso, come il provolone piccante.<br />

Una curiosità: i vegetariani assoluti (Vegani) non mangiano il formaggio<br />

fatto con caglio animale e cercano, invece, formaggi ottenuti con altri<br />

coagulanti.<br />

Altri coagulanti: microbici e da OGM<br />

I coagulanti microbici (disponibili in forma liquida e in polvere) si<br />

ottengono dalla coltivazione di muffe (citate nella precedente tabella)<br />

e sono resistenti a pH e temperature elevati. La caratteristica<br />

principale è la capacità di indurre un rassodamento più lento della<br />

cagliata all’inizio e più rapido alla fine del processo, con maggiore<br />

velocità di acidificazione e di spurgo della cagliata rispetto al caglio<br />

di origine animale. Pertanto è bene velocizzare il processo, per<br />

evitare un’acidificazione o un’asciugatura eccessiva della cagliata.<br />

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