Materiali di discussione - Dipartimento di Economia politica

camera bianca certificata. Inizia come impresa familiare che opera come
fornitore per Dideco (cardiochirurgia). Oggi è una società di capitale, realizza
due linee di prodotti propri, ha potenziato il management, fattura 8,5 milioni
di euro, ha poco meno di settanta dipendenti, un nuovo impianto di
dimensioni rilevanti e di alto livello tecnologico. Lo sviluppo è reso possibile
dalla cessione del controllo (80%) nel 1999 al gruppo Villa Maria, un gruppo
italiano, con sede a Lugo in provincia di Ravenna, che riunisce cliniche private
che operano nella cardiochirurgia (circa il 12% degli interventi a cuore
aperto, sul mercato italiano). Il gruppo funziona da polmone finanziario e
assorbe il 20-25 della produzione.
L’impresa, inoltre, controlla al 100% una piccola unità produttiva che
svolge esclusivamente attività di ricerca e sviluppo in collaborazione con
partners italiani e stranieri (imprese e università).
Due sono, ora, le linee di prodotti fondamentali per Eurosets: una è la linea
storica del core business: l’autotrasfusione e cioè drenaggi post operatori,
drenaggi del sangue e raccolta e reinfusione dello stesso durante l’intervento
chirurgico (sistemi di autotrasfusione autologa). Insieme a questi prodotti ci
sono anche altri prodotti quali filtri per il trattamento sangue e la produzione
di sacche per il trasferimento sangue. L’altra linea è nuova, ed è stata inserita
da un paio d’anni: la linea della cardiochirurgia e quindi della circolazione
extracorporea.
Le dimensioni dei lotti produttivi sono assai diversificate per tipo di
prodotto (15mila per i connettori) per lotto, per il prodotto più grosso circa
500/600 per drenaggi post-operatori. I prodotti che danno maggiore
redditività in termini di gross profit sono: il connettore, di cui ne vengono
stampati circa 2.500.000 all’anno e il drenaggio post operatorio per ortopedia
chiamato “ortopas”.
Attualmente mercato interno mercato estero sono approssimativamente
delle medesime dimensioni.
Il mercato estero più importante è quello tedesco, che vale poco meno di
due milioni di euro ed è differenziato su due canali: uno con il quale si vende
componentistica a un produttore tedesco per l’assemblaggio di circuiti con
varie caratteristiche; l’altro attraverso un distributore che acquista il prodotto
finito e lo rivende sul mercato tedesco. Seguono poi solo mercati piccoli, a
macchia di leopardo su tutto il mondo (con una presenza in Sud Africa,
Giappone e Spagna).
Per quanto riguarda il futuro, l’impresa si è data tre priorità: la prima è
entrare in alcuni mercati europei (Francia ed Inghilterra); la seconda è
l’ingresso nel mercato Giapponese (apriranno una filiale con un distributore e
hanno ottenuto la certificazione di alcuni prodotti sul mercato giapponese). La
terza, infine, consiste nel tentativo di ingresso nel mercato statunitense. Al
mercato USA, tuttavia, ci si rivolgerà solo dopo aver consolidato questi
risultati. In Russia è iniziata la registrazione dei prodotti. In India e in Cina vi
sono solo vendite sporadiche.
In ciascuno di questi mercati si punta a ricavare una nicchia per prodotti di
alto livello, rosicchiando una piccola quota di mercato a Sorin in Europa,
Metronic in USA e Tarumo in Giappone.
In Italia si è deciso di concentrare la forza di vendita nel Nord e in
Toscana, puntando ad avere un rapporto diretto con i clienti finali.
I prodotti sono sviluppati e realizzati quasi per intero all’interno
dell’impresa; vengono esternalizzati solo i prodotti non strategici per non
comunicare ad altri lo specifico know-how produttivo.
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