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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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che l’oggetto dell’analisi e le leggi che lo governano sono in continua evoluzione 170 . In questo<br />

contesto, un tema che mi sembra cruciale è quello degli in<strong>di</strong>catori demografici <strong>di</strong> carico sociale, in<br />

particolare quelli utilizzati per misurare il peso degli anziani. Ci chiederemo se tali in<strong>di</strong>catori,<br />

introdotti quando la realtà socio-economica era totalmente <strong>di</strong>versa e la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> informazioni<br />

statistiche molto più ridotta, siano ancora idonei a rappresentare la realtà in cui viviamo e a<br />

suggerire le corrette politiche.<br />

Analizzerò poi alcune ipotesi specifiche utilizzate nelle proiezioni demografiche ed in<br />

particolare quella relativa all’adeguamento istantaneo della fecon<strong>di</strong>tà delle immigrate. Discuterò,<br />

infine, la tesi della Replacement migration, analizzando le critiche che sono state rivolte a questo<br />

concetto ed in<strong>di</strong>cando la mia posizione al riguardo<br />

La seconda parte del capitolo riguarda temi più strettamente legati al mercato del lavoro. Come<br />

abbiamo visto, il dato relativo ai sal<strong>di</strong> migratori che entra nelle proiezioni demografiche è<br />

sostanzialmente un “educated guess”, <strong>di</strong> solito basato sulla me<strong>di</strong>a dei valori relativi agli ultimi<br />

<strong>di</strong>eci anni. I nostri governi hanno pertanto giustamente deciso che la <strong>di</strong>mensione delle quote non<br />

fosse derivata dalla proiezioni demografiche, ma fosse stabilita sulla base <strong>di</strong> analisi e procedure ad<br />

hoc. <strong>Il</strong> problema è però che i vari documenti governativi relativi a questo tema non hanno mai<br />

definito in maniera chiara cosa si debba intendere per fabbisogno occupazionale e quin<strong>di</strong> che cosa<br />

debba essere misurato; d’altra parte il concetto generico <strong>di</strong> fabbisogno da essi proposto non ha<br />

niente ha a che vedere con il fabbisogno <strong>di</strong> importare manodopera.<br />

Affronterò, infine, il tema delle proiezioni delle variabili del mercato del lavoro. In questo caso<br />

il problema è che tali proiezioni sono, non me ne vogliano i demografi, degli esercizi puramente<br />

demografici che niente hanno a che vedere con la teoria economica.<br />

In sostanza, la tesi che intendo sostenere è che le metodologie impiegate da tutti gli istituti <strong>di</strong><br />

statistica per effettuare proiezioni demografiche e gli in<strong>di</strong>catori adottati per sintetizzare e<br />

confrontare la situazione presente e futura producono informazioni gravemente <strong>di</strong>storte, creando<br />

così premesse errate per l’elaborazione delle politiche. La situazione <strong>di</strong>venta ancora più grave se,<br />

non solo si accettano questi dati in maniera acritica, ma si proceda poi a costruire scenari del<br />

mercato del lavoro utilizzando procedure ancora meno sostenibili sul piano della teoria economica.<br />

2. Critiche all’analisi demografica<br />

2.1 Proiezioni e previsioni demografiche<br />

La metodologia utilizzata per proiettare in avanti una popolazione è concettualmente<br />

semplice. Qualora la popolazione sia chiusa e l’esercizio riguar<strong>di</strong> un unico territorio, dati il livello<br />

della popolazione e la sua struttura per sesso e singolo anno d’età nell’anno base, si otterrà la<br />

popolazione dell’anno successivo inserendo il numero stimato <strong>di</strong> nati nella classe <strong>di</strong> età 0 - 1 171 e<br />

sottraendo a tutte le generazioni successive 172 il relativo numero <strong>di</strong> morti. Ripetendo tale<br />

operazione per tutti gli anni del periodo considerato, è possibile proiettare in avanti la popolazione,<br />

calcolarne le variazioni assolute (la <strong>di</strong>fferenza tra i nati ed i morti) ed ottenere la struttura per sesso<br />

e classe d’età per ognuno degli anni compresi nell’intervallo. Le ipotesi cruciali sono dunque<br />

quelle relative al tasso <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà 173 ed ai tassi specifici <strong>di</strong> mortalità.<br />

L’esercizio si complica notevolmente quando si debbano considerare anche i flussi migratori,<br />

sia interni, sia internazionali. Tutte le proiezioni che abbiamo analizzato risolvono il problema<br />

ipotizzando dei sal<strong>di</strong> migratori sostanzialmente costanti per il periodo considerato. <strong>Il</strong> livello e la<br />

struttura dei flussi sono, in genere, calcolati come me<strong>di</strong>a dei valori degli ultimi <strong>di</strong>eci anni. A<br />

partire dalla metà degli anni ‘80, questa procedura ha avuto due conseguenze ben precise. La<br />

170 Ovviamente vi sono <strong>di</strong>fferenze anche nella definizione <strong>di</strong> cambiamento e sulla rilevanza che ciò ha sulla teoria. Gli<br />

economisti neoclassici sembrano, ad esempio convinti, della immutabilità della natura umana e della sostanziale<br />

irrilevanza del contesto socio-economicio. Essi ritengono, pertanto, che le stesse teorie possano essere applicate in<br />

maniera ugualmente proficua al mondo greco, a quello me<strong>di</strong>oevale o a quello delle moderne corporations.<br />

171 <strong>Il</strong> numero dei nati è ottenuto moltiplicando il numero delle donne in età fertile (15-49) per tassi <strong>di</strong> fertilità specifici il<br />

cui livello costituisce una delle ipotesi della proiezione.<br />

172 Ogni generazione include le persone nate in un dato anno <strong>di</strong> calendario.<br />

173 <strong>Il</strong> tasso <strong>di</strong> mortalità è dato dal rapporto tra il numero dei nati in un determinato anno e la popolazione totale; il tasso <strong>di</strong><br />

fecon<strong>di</strong>tà totale in<strong>di</strong>ca il numero <strong>di</strong> figli che ogni donna ha in me<strong>di</strong>a durante il suo periodo fertile.<br />

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