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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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occupazionale, se non ipotizzando una crescita del livello partecipativo neppure lontanamente<br />

immaginabile in un mercato del lavoro con le caratteristiche <strong>di</strong> quello italiano.<br />

Tav. 3.3 - Italia; popolazione straniera prevista; incidenza sulla popolazione totale<br />

e struttura per classe <strong>di</strong> età; 1997, 2007, 2017<br />

1997 2007 2017 1997 2007 2017<br />

0-19 1,8 4,5 7,7 15,5 19,8 20,9<br />

20-39 4,3 6,2 8,7 56,5 40,1 31,3<br />

40-59 2,3 5,1 7,2 24,9 34,8 37,0<br />

60 e + 0,3 0,9 2,3 3,1 5,3 10,8<br />

Totale 2,4 4,2 6,2 100,0 100,0 100,0<br />

Fonte: Nostre elaborazioni su proiezioni Golini e De Simone<br />

Va anche sottolineato che l’impostazione “demografica” degli autori fa sì che essi continuino a<br />

non ipotizzare, malgrado le premesse del loro ragionamento, l’esistenza <strong>di</strong> una relazione tra<br />

andamento <strong>demografico</strong> e quin<strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> lavoro, da un lato, e flusso migratorio, dall’altro. Ciò è<br />

evidente confrontando i due decenni coperti dalla proiezione. Tra il 1997 ed il 2007 ad un calo della<br />

popolazione autoctona <strong>di</strong> 1,1 milioni corrisponde un aumento della popolazione straniera <strong>di</strong><br />

718mila unità, mentre nel decennio successivo la variazione del numero <strong>di</strong> stranieri è <strong>di</strong> sole<br />

574mila unità, a fronte <strong>di</strong> un calo della popolazione autoctona in età lavorativa <strong>di</strong> 2,3 milioni.<br />

Infine, la proiezione non prende in considerazione il fatto, che il calo <strong>demografico</strong> autoctono si<br />

concentrerà nel Centro nord. (- 3,8 milioni a fronte <strong>di</strong> lieve aumento nel sud). Inoltre, in entrambi i<br />

casi ciò deriverà da una <strong>di</strong>minuzione delle classi <strong>di</strong> età più giovani e da un aumento delle più<br />

anziane. Ora è evidente che la concentrazione del calo <strong>demografico</strong> nelle regioni settentrionali e<br />

l’innalzamento particolarmente pronunciato dell’età me<strong>di</strong>a in tale area non possono che provocare,<br />

a parità delle altre con<strong>di</strong>zioni, un fabbisogno più elevato dato che il centro nord presenta tassi <strong>di</strong><br />

occupazione decisamente più elevati della me<strong>di</strong>a delle prime classi ed una economia sommersa la<br />

cui incidenza, valutabile in circa il 12, 13%, è tuttavia sufficiente sia per limitare considerevolmente<br />

la possibilità <strong>di</strong> un innalzamento della partecipazione, sia per esprimere un consistente fabbisogno<br />

<strong>di</strong> immigrati<br />

Tav. 3.4 - Italia; popolazione autoctona prevista al<br />

2017 per gran<strong>di</strong> classi <strong>di</strong> età e ripartizione<br />

1997 2017 Diff<br />

20-39<br />

Centro -Nord 11198 6381 -4817<br />

Mezzogiorno 6560 5337 -1223<br />

Italiani 17758 11720 -6038<br />

40-59<br />

Centro -Nord 9879 10913 1034<br />

Mezzogiorno 4894 6405 1511<br />

Italiani 14773 17316 2543<br />

20-59<br />

Centro -Nord 21077 17294 -3783<br />

Mezzogiorno 11454 11742 288<br />

Italiani 32531 29036 -3495<br />

Fonte: Nostre elaborazioni su proiezioni Golini e De<br />

Simone<br />

Notiamo anche che per la prima volta Golini non fa riferimento al rischio che l’immigrazione<br />

metta in pericolo la pace sociale, né all’ipotesi che il calo <strong>demografico</strong> possa essere gestito con<br />

incrementi <strong>di</strong> produttività, limitandosi ad ipotizzare la possibilità <strong>di</strong> un fortissimo aumento della<br />

presenza femminile nel mercato del lavoro: insomma la soluzione non è più rappresentata dalla<br />

tecnologia, ma dalle donne.<br />

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