Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

dep.unimore.it
from dep.unimore.it More from this publisher
02.02.2015 Views

per decenni a venire, anche perché le leve sempre più ridotte di giovani, con crescente livello di istruzione e sostenuti dalla collettività e/o dalle famiglie continueranno a rifiutare i lavori poco graditi o poco pagati o che comportano spostamenti territoriali ritenuti non accettabili” 129 , gli autori prospettano flussi migratori appena superiori a quelli rilevati nel quindicennio precedente . Essi concludono, infatti, affermando quasi contro voglia che “alla luce della esperienza passata 130 e degli attesi futuri squilibri demografici ed economici fra i possibili Paesi di origine e l’Italia, si può ritenere ragionevole per i prossimi anni una forchetta che abbia come minimo un flusso di 50 mila immigrati e come massimo un flusso di 80mila” 131 . E’ su questa ipotesi che si basa la proiezione della popolazione italiana e della presenza straniera presentata nel testo, proiezione che si è già dimostrato essere abbondantemente in difetto e che non potrà non esserlo ancora di più al 2017, perfino nella ipotesi alta, dato che la proiezione è del tutto incompatibile con una valutazione realistica del fabbisogno di manodopera straniera espressa dal mercato del lavoro italiano. Tav. 3.2 - Italia; proiezioni della popolazione italiana al 2017 per classe di età e provenienza 1997 2007 2017 1997-07 2007-17 1997-2017 0-19 Italiani 11.666 10.314 8.812 -1.352 -1.502 -2.854 Stranieri 214 487 739 273 252 525 Totale 11.880 10.801 9.551 -1.079 -1.250 -2.329 20-59 Italiani 31.730 30.597 28.342 -1.133 -2.255 -3.388 Stranieri 1.123 1.841 2.415 718 574 1.292 Totale 32.853 32.438 30.757 -415 -1.681 -2.096 60 e + Italiani 13.080 14.907 16.495 1.827 1.588 3.415 Stranieri 43 129 381 86 252 338 Totale 13.123 15.036 16.876 1.913 1.840 3.753 Totale Italiani 56.476 55.818 53.649 -658 -2.169 -2.827 Stranieri 1.380 2.457 3.535 1.077 1.078 2.155 Totale 57.856 58.275 57.184 419 -1.091 -672 20-39 1997 2007 2017 1997-07 2007-17 1997-2017 Italiani 17.200 14.823 11.567 -2.377 -3.256 -5.633 Stranieri 780 985 1.106 205 121 326 Totale 17.980 15.808 12.673 -2.172 -3.135 -5.307 40-59 Italiani 14.530 15.774 16.775 1.244 1.001 2.245 Stranieri 343 856 1.309 513 453 966 Totale 14.873 16.630 18.084 1.757 1.454 3.211 Fonte: Nostre elaborazioni su proiezioni Golini e De Simone Osserviamo, infatti, che secondo questa proiezione la popolazione autoctona in età lavorativa dovrebbe diminuire di 2,1 milioni come conseguenza di una diminuzione di 3,4 milioni di unità della popolazione autoctona e dell’arrivo di 1,3 milioni di stranieri. Questa dinamica è però la risultante di una diminuzione di 5,3 milioni della classe di età 20-39 e di un aumento di 3,2 milioni della 40-59. Ai tassi di occupazione del 1998 ciò implica una diminuzione dell’occupazione di quasi 1,3 milioni di unità o, alternativamente, qualora il livello occupazionale rimanesse inalterato, una crescita del tasso di occupazione totale di 13 punti. In sostanza, un’immigrazione di molto inferiore al livello di sostituzione come quella prospettata da Golini e De Simone non solo non lascia spazio alla crescita occupazionale, ma non consente neppure il mantenimento del livello 129 Ibidem pag. 59. Gli autori aggiungono altri due motivi: la crescita di livello di scolarità, in particolare delle donne, nei paesi di partenza ed il crescente livello di urbanizzazione che potrebbe portare ad un peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni urbane le più esposte all’emigrazione. 130 Vale a dire un afflusso medio annuo di 50-65mila immigrati. 131 Ibidem pag. 61. 75

occupazionale, se non ipotizzando una crescita del livello partecipativo neppure lontanamente immaginabile in un mercato del lavoro con le caratteristiche di quello italiano. Tav. 3.3 - Italia; popolazione straniera prevista; incidenza sulla popolazione totale e struttura per classe di età; 1997, 2007, 2017 1997 2007 2017 1997 2007 2017 0-19 1,8 4,5 7,7 15,5 19,8 20,9 20-39 4,3 6,2 8,7 56,5 40,1 31,3 40-59 2,3 5,1 7,2 24,9 34,8 37,0 60 e + 0,3 0,9 2,3 3,1 5,3 10,8 Totale 2,4 4,2 6,2 100,0 100,0 100,0 Fonte: Nostre elaborazioni su proiezioni Golini e De Simone Va anche sottolineato che l’impostazione “demografica” degli autori fa sì che essi continuino a non ipotizzare, malgrado le premesse del loro ragionamento, l’esistenza di una relazione tra andamento demografico e quindi offerta di lavoro, da un lato, e flusso migratorio, dall’altro. Ciò è evidente confrontando i due decenni coperti dalla proiezione. Tra il 1997 ed il 2007 ad un calo della popolazione autoctona di 1,1 milioni corrisponde un aumento della popolazione straniera di 718mila unità, mentre nel decennio successivo la variazione del numero di stranieri è di sole 574mila unità, a fronte di un calo della popolazione autoctona in età lavorativa di 2,3 milioni. Infine, la proiezione non prende in considerazione il fatto, che il calo demografico autoctono si concentrerà nel Centro nord. (- 3,8 milioni a fronte di lieve aumento nel sud). Inoltre, in entrambi i casi ciò deriverà da una diminuzione delle classi di età più giovani e da un aumento delle più anziane. Ora è evidente che la concentrazione del calo demografico nelle regioni settentrionali e l’innalzamento particolarmente pronunciato dell’età media in tale area non possono che provocare, a parità delle altre condizioni, un fabbisogno più elevato dato che il centro nord presenta tassi di occupazione decisamente più elevati della media delle prime classi ed una economia sommersa la cui incidenza, valutabile in circa il 12, 13%, è tuttavia sufficiente sia per limitare considerevolmente la possibilità di un innalzamento della partecipazione, sia per esprimere un consistente fabbisogno di immigrati Tav. 3.4 - Italia; popolazione autoctona prevista al 2017 per grandi classi di età e ripartizione 1997 2017 Diff 20-39 Centro -Nord 11198 6381 -4817 Mezzogiorno 6560 5337 -1223 Italiani 17758 11720 -6038 40-59 Centro -Nord 9879 10913 1034 Mezzogiorno 4894 6405 1511 Italiani 14773 17316 2543 20-59 Centro -Nord 21077 17294 -3783 Mezzogiorno 11454 11742 288 Italiani 32531 29036 -3495 Fonte: Nostre elaborazioni su proiezioni Golini e De Simone Notiamo anche che per la prima volta Golini non fa riferimento al rischio che l’immigrazione metta in pericolo la pace sociale, né all’ipotesi che il calo demografico possa essere gestito con incrementi di produttività, limitandosi ad ipotizzare la possibilità di un fortissimo aumento della presenza femminile nel mercato del lavoro: insomma la soluzione non è più rappresentata dalla tecnologia, ma dalle donne. 76

per decenni a venire, anche perché le leve sempre più ridotte <strong>di</strong> giovani, con crescente livello <strong>di</strong><br />

istruzione e sostenuti dalla collettività e/o dalle famiglie continueranno a rifiutare i lavori poco<br />

gra<strong>di</strong>ti o poco pagati o che comportano spostamenti territoriali ritenuti non accettabili” 129 , gli autori<br />

prospettano flussi migratori appena superiori a quelli rilevati nel quin<strong>di</strong>cennio precedente . Essi<br />

concludono, infatti, affermando quasi contro voglia che “alla luce della esperienza passata 130 e degli<br />

attesi futuri squilibri demografici ed economici fra i possibili Paesi <strong>di</strong> origine e l’Italia, si può<br />

ritenere ragionevole per i prossimi anni una forchetta che abbia come minimo un flusso <strong>di</strong> 50 mila<br />

immigrati e come massimo un flusso <strong>di</strong> 80mila” 131 . E’ su questa ipotesi che si basa la proiezione<br />

della popolazione italiana e della presenza straniera presentata nel testo, proiezione che si è già<br />

<strong>di</strong>mostrato essere abbondantemente in <strong>di</strong>fetto e che non potrà non esserlo ancora <strong>di</strong> più al 2017,<br />

perfino nella ipotesi alta, dato che la proiezione è del tutto incompatibile con una valutazione<br />

realistica del fabbisogno <strong>di</strong> manodopera straniera espressa dal mercato del lavoro italiano.<br />

Tav. 3.2 - Italia; proiezioni della popolazione italiana al 2017 per classe <strong>di</strong> età e<br />

provenienza<br />

1997 2007 2017 1997-07 2007-17 1997-2017<br />

0-19<br />

Italiani 11.666 10.314 8.812 -1.352 -1.502 -2.854<br />

Stranieri 214 487 739 273 252 525<br />

Totale 11.880 10.801 9.551 -1.079 -1.250 -2.329<br />

20-59<br />

Italiani 31.730 30.597 28.342 -1.133 -2.255 -3.388<br />

Stranieri 1.123 1.841 2.415 718 574 1.292<br />

Totale 32.853 32.438 30.757 -415 -1.681 -2.096<br />

60 e +<br />

Italiani 13.080 14.907 16.495 1.827 1.588 3.415<br />

Stranieri 43 129 381 86 252 338<br />

Totale 13.123 15.036 16.876 1.913 1.840 3.753<br />

Totale<br />

Italiani 56.476 55.818 53.649 -658 -2.169 -2.827<br />

Stranieri 1.380 2.457 3.535 1.077 1.078 2.155<br />

Totale 57.856 58.275 57.184 419 -1.091 -672<br />

20-39 1997 2007 2017 1997-07 2007-17 1997-2017<br />

Italiani 17.200 14.823 11.567 -2.377 -3.256 -5.633<br />

Stranieri 780 985 1.106 205 121 326<br />

Totale 17.980 15.808 12.673 -2.172 -3.135 -5.307<br />

40-59<br />

Italiani 14.530 15.774 16.775 1.244 1.001 2.245<br />

Stranieri 343 856 1.309 513 453 966<br />

Totale 14.873 16.630 18.084 1.757 1.454 3.211<br />

Fonte: Nostre elaborazioni su proiezioni Golini e De Simone<br />

Osserviamo, infatti, che secondo questa proiezione la popolazione autoctona in età lavorativa<br />

dovrebbe <strong>di</strong>minuire <strong>di</strong> 2,1 milioni come conseguenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> 3,4 milioni <strong>di</strong> unità<br />

della popolazione autoctona e dell’arrivo <strong>di</strong> 1,3 milioni <strong>di</strong> stranieri. Questa <strong>di</strong>namica è però la<br />

risultante <strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> 5,3 milioni della classe <strong>di</strong> età 20-39 e <strong>di</strong> un aumento <strong>di</strong> 3,2 milioni<br />

della 40-59. Ai tassi <strong>di</strong> occupazione del 1998 ciò implica una <strong>di</strong>minuzione dell’occupazione <strong>di</strong><br />

quasi 1,3 milioni <strong>di</strong> unità o, alternativamente, qualora il livello occupazionale rimanesse inalterato,<br />

una crescita del tasso <strong>di</strong> occupazione totale <strong>di</strong> 13 punti. In sostanza, un’immigrazione <strong>di</strong> molto<br />

inferiore al livello <strong>di</strong> sostituzione come quella prospettata da Golini e De Simone non solo non<br />

lascia spazio alla crescita occupazionale, ma non consente neppure il mantenimento del livello<br />

129 Ibidem pag. 59. Gli autori aggiungono altri due motivi: la crescita <strong>di</strong> livello <strong>di</strong> scolarità, in particolare delle donne, nei<br />

paesi <strong>di</strong> partenza ed il crescente livello <strong>di</strong> urbanizzazione che potrebbe portare ad un peggioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

vita delle popolazioni urbane le più esposte all’emigrazione.<br />

130 Vale a <strong>di</strong>re un afflusso me<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> 50-65mila immigrati.<br />

131 Ibidem pag. 61.<br />

75

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!