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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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Per quanto riguarda il primo punto, dopo alcune stime condotte da gruppi <strong>di</strong> ricerca o singoli<br />

stu<strong>di</strong>osi, l’ISTAT valutò la presenza <strong>di</strong> immigrati extracomunitari al 31/12/1989 in 963mila 93 .<br />

Questo valore depurato dagli stranieri che non rientravano nella tipologia evocata dalla <strong>di</strong>zione<br />

ISTAT 94 porterebbe a stimare il numero dei citta<strong>di</strong>ni del terzo mondo presenti in Italia, in maniera<br />

regolare ed irregolare, in circa 800, 850 mila. Su questa valutazione si possono avanzare alcune<br />

considerazioni. La prima è che una presenza straniera pari a circa l’1,5% della popolazione totale<br />

non poteva <strong>di</strong> per sé costituire un dato allarmante. Essa era però vissuta e cavalcata come tale da<br />

una buona parte della classe <strong>politica</strong> 95 e della popolazione. La spiegazione <strong>di</strong> questo fatto, oltre<br />

all’innegabile presenza <strong>di</strong> veri e propri sentimenti xenofobi, è da in<strong>di</strong>viduare in un’interpretazione<br />

del fenomeno che ne vedeva la causa in fenomeni <strong>di</strong> spinta dai paesi del terzo mondo non<br />

giustificati dalla situazione del mercato del lavoro italiano, un’interpretazione che, come abbiamo<br />

visto, veniva sostanzialmente con<strong>di</strong>visa dai più qualificati stu<strong>di</strong>osi della materia e dall’IRP. La<br />

seconda è che, se pren<strong>di</strong>amo per buoni i dati pubblicati successivamente dall’ISTAT, il dato<br />

rappresentava certamente una sovra-valutazione. Come vedremo meglio in seguito, gli stranieri<br />

regolarmente residenti nel nostro paese nel 1993, e quin<strong>di</strong> dopo la regolarizzazione della Legge<br />

Martelli, erano meno <strong>di</strong> 600mila ed alla stessa data i permessi <strong>di</strong> soggiorno per motivi <strong>di</strong> lavoro e<br />

famiglia erano circa 460mila.<br />

2.3 Dalla legge Martelli alla Napolitano - Turco<br />

La Legge Martelli (n. 39, del 28 febbraio 1990 96 ) fu, pertanto, il frutto <strong>di</strong> un clima emergenziale<br />

del tutto ingiustificato; tuttavia, alcuni suoi elementi, <strong>di</strong> fatto più formali che sostanziali, fanno sì<br />

che essa rappresenti un sia pur modesto passo in avanti rispetto alla legislazione precedente.<br />

Come la 943, anche la legge Martelli che reca il titolo “Norme in materia <strong>di</strong> collocamento e<br />

trattamento dei lavoratori extracomunitari e contro le immigrazioni clandestine” è una legge<br />

formalmente garantista. Essa abroga quasi totalmente le norme del Testo unico <strong>di</strong> Polizia 97<br />

sostituendole con una nuova <strong>di</strong>sciplina dell’accesso al territorio dei citta<strong>di</strong>ni extracomunitari ed<br />

elimina la riserva geografica, stabilendo altresì le procedure e le con<strong>di</strong>zioni per il riconoscimento<br />

dello status <strong>di</strong> rifugiato 98 . Introduce, inoltre, la possibilità <strong>di</strong> una gestione programmata delle quote<br />

e stabilisce una sanatoria con criteri meno restrittivi <strong>di</strong> quelle precedenti.<br />

La legge Martelli stabilisce che i citta<strong>di</strong>ni non comunitari non hanno un <strong>di</strong>ritto all’ingresso in<br />

Italia, ma devono essere a ciò autorizzati tramite l’ottenimento <strong>di</strong> un visto che può essere concesso<br />

per ben precisi motivi, i principali dei quali sono: turismo, stu<strong>di</strong>o, lavoro subor<strong>di</strong>nato, lavoro<br />

autonomo, cura, famiglia, culto. Entro otto giorni dall’ingresso, gli stranieri devono richiedere il<br />

permesso <strong>di</strong> soggiorno che è concesso per gli stessi motivi del visto d’ingresso. La durata del<br />

permesso <strong>di</strong> soggiorno è <strong>di</strong> due anni ed il permesso <strong>di</strong> soggiorno è rinnovabile.<br />

La 93 introduce il principio che, ogni anno, sia stabilita “la programmazione dei flussi<br />

d’ingresso in Italia per ragioni <strong>di</strong> lavoro degli stranieri extracomunitari e del loro inserimento<br />

socio-culturale, nonché le sue modalità, sperimentando l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> criteri omogenei anche<br />

in sede comunitaria”. I parametri dei quali il governo deve tenere conto per stabilire le quote sono<br />

estremamente generici e non operativi. La legge cita, infatti, non meglio specificate esigenze<br />

dell’economia nazionale, la <strong>di</strong>sponibilità finanziaria e la presenza <strong>di</strong> strutture amministrative volte<br />

ad assicurare adeguata accoglienza ai citta<strong>di</strong>ni extracomunitari e la possibilità <strong>di</strong> loro reale<br />

in Italia in circa 189.000 <strong>di</strong> cui 77.000 <strong>di</strong>soccupati; Censis, “La problematica degli stranieri in Italia”, Quin<strong>di</strong>cinale <strong>di</strong><br />

note e commenti, N. 344, pagg. 1015-1027, 1980.<br />

93 ISTAT, “Gli immigrati presenti in Italia; una stima per l’anno 1989”, 1990.<br />

94 M.I Maciotti e E. Pugliese, pag. 23.<br />

95 Dall’analisi degli atteggiamenti e delle proposte in materia <strong>di</strong> popolazione da parte <strong>di</strong> alcune formazioni politiche<br />

effettuata dall’IRP all’inizio degli anni ‘90 emerge ad esempio che la Lega Nord “afferma decisamente che<br />

l’immigrazione è dannosa e va bloccata con ogni mezzo, compreso quello <strong>di</strong> essere severi nel consentire il<br />

ricongiungimento famigliare”. Dalla stessa fonte emerge anche l’opinione che la stampa abbia contribuito a ra<strong>di</strong>calizzare<br />

il <strong>di</strong>battito sulle questioni demografiche; Terzo rapporto IRP, pagg. 45 e 46<br />

96 Approvazione del Decreto legge 30 <strong>di</strong>cembre 1989, n. 416.<br />

97 Per alcuni esempi delle conseguenze dell’applicazione della vigenza del testo Unico <strong>di</strong> Polizia fino al 1989 si veda<br />

Franco Pittau, “Riflessi sulle migrazioni della recente giurisprudenza”, Affari Sociali Internazionali, n° 1, 1990,<br />

98<br />

Precedentemente alla Legge Martelli erano considerasti rifugiati solo gli stranieri provenienti da alcuni paesi<br />

comunisti. Va però ricordato che la Legge Martelli lascia inattuato il precetto costituzionale sul riconoscimento del <strong>di</strong>ritto<br />

d’asilo facendo riferimento solo ai perseguitati per motivi razziali, religiosi ed etnici (Convenzione <strong>di</strong> Ginevra del 1951).<br />

68

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