Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica
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un minimo del 33,1% della Germania. La conseguenza è una riduzione della popolazione<br />
lavorativa <strong>di</strong> questi tre paesi <strong>di</strong> ben 28,5 milioni pari a -23%.<br />
Ancora più sorprendenti risultano le previsioni del saldo migratorio degli altri paesi. Le<br />
popolazioni in età lavorativa degli ex paesi comunisti dovrebbero registrare <strong>di</strong>minuzioni comprese<br />
tra il -32,1% <strong>di</strong> Polonia e Romania ed il -40,5% dell’Ucraina con la Russia a -37,8%. Secondo la<br />
Population Division l’unico paese a registrare un saldo migratorio positivo dovrebbe essere la<br />
Russia che a fronte <strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione della propria PEL <strong>di</strong> quasi 39 milioni <strong>di</strong> unità dovrebbe<br />
ricevere 2,3 milioni <strong>di</strong> immigrati. Gli altri tre paesi, oltre a veder <strong>di</strong>minuire la propria popolazione<br />
<strong>di</strong> 27 milioni <strong>di</strong> unità, dovrebbero registrare anche un saldo migratorio negativo <strong>di</strong> 3,2 milioni 381 .<br />
Ugualmente contrad<strong>di</strong>ttorie le previsioni relative ai paesi asiatici e, in particolare a Corea e<br />
Giappone. La Corea oltre a vedere <strong>di</strong>minuire la propria popolazione in età lavorativa <strong>di</strong> circa 11<br />
milioni <strong>di</strong> unità (-32,3%), dovrebbe fornire al resto del mondo un milione <strong>di</strong> immigrati. <strong>Il</strong><br />
Giappone, la cui popolazione autoctona in età lavorativa dovrebbe <strong>di</strong>minuire del 41,2% dovrebbe<br />
invece ricevere 2,4 milioni <strong>di</strong> immigrati che ridurrebbero la contrazione al 38,3%.<br />
Non posso non sottolineare ancora una volta come <strong>di</strong> fronte a questi dati si sia portati a pensare<br />
che essi siano stati prodotti in automatico da un computer e che occhi e menti umane non li<br />
abbiamo mai né visti, né analizzati.<br />
Mi sia adesso concesso <strong>di</strong> riassumere la mia tesi e le sue implicazioni.<br />
6. <strong>Il</strong> secolo della grande migrazione e della multietnicità<br />
E’ mio convincimento, anche sulla base della precedente documentazione empirica, che<br />
nell’attuale fase demografica, nei paesi caratterizzati da tassi <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà inferiori al livello<br />
naturale, vale a <strong>di</strong>re a quello che prevale in assenza della conoscenza e dell’utilizzo <strong>di</strong> mezzi<br />
anticoncezionali e che possiamo porre a circa 4,5, natalità e durata della vita siano sostanzialmente<br />
svincolati dall’andamento economico 382 .<br />
La natalità è sempre più il risultato <strong>di</strong> un scelta consapevole <strong>di</strong> coppia e senza fare ricorso a<br />
teorie formalizzate del capitale umano mi sembra ragionevole che una fecon<strong>di</strong>tà sotto il livello <strong>di</strong><br />
rimpiazzo rappresenti la scelta più ragionevole ed ovvia in una situazione in cui:<br />
• La durata della fase formativa si sta progressivamente prolungando;<br />
• Lo status e la con<strong>di</strong>zione economica futura dei giovani <strong>di</strong>pendono in maniera cruciale<br />
dalla loro formazione culturale e professionale;<br />
• Una proporzione elevata e crescente <strong>di</strong> donne è presente sul mercato del lavoro;<br />
• Le coppie desiderano poter avere un crescente controllo del proprio tempo libero.<br />
D’altra parte, la durata me<strong>di</strong>a della vita <strong>di</strong>pende in maniera cruciale dal progresso scientifico<br />
ed in una fase in cui la genetica è solo ai propri inizi e l’utilizzo e la produzione <strong>di</strong> pezzi <strong>di</strong><br />
ricambio sta <strong>di</strong>ventando una realtà sempre più rilevante, mi sembra inutile e probabilmente<br />
sbagliato ipotizzare l’esistenza <strong>di</strong> limiti biologici superiori.<br />
Tutto ciò comporta che non si possa ipotizzare la presenza <strong>di</strong> sistemi auto-regolatori <strong>di</strong> tipo<br />
malthusiano in grado <strong>di</strong> determinare una convergenza del sistema <strong>demografico</strong> verso un equilibrio<br />
naturale, basato cioè su valori analoghi dei tassi <strong>di</strong> natalità e mortalità.<br />
Di contro l’affermarsi <strong>di</strong> un sistema produttivo <strong>di</strong> mercato ha creato una forte relazione tra<br />
popolazione in età lavorativa e crescita economica. In un sistema <strong>di</strong> mercato, basato sulla<br />
concorrenza fra imprese, il lavoro gioca, insieme alla tecnologia, un ruolo fondamentale. Ciò ha<br />
condotto ad una articolazione sempre più precisa della vita umana in tre fasi de<strong>di</strong>cate<br />
rispettivamente alla formazione, al lavoro ed al “riposo”, un’articolazione che aveva un ruolo del<br />
tutto marginale nel regime <strong>demografico</strong> naturale, dove vita e lavoro coincidevano e la formazione<br />
avveniva quasi unicamente sul lavoro.<br />
Se a livello in<strong>di</strong>viduale la durata e la struttura della fase formativa <strong>di</strong>pendono, oltre che dalle<br />
caratteristiche, dotazioni ed inclinazioni personali, dalle scelte dei singoli e e sono fortemente<br />
con<strong>di</strong>zionate dal livello <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to dalla famiglia, ma soprattutto dalle professioni dei genitori, a<br />
livello aggregato e nel lungo periodo esse non possono che essere fortemente influenzate e<br />
381 <strong>Il</strong> caso limite è quello dell’Ucraina che tra per<strong>di</strong>te naturali e migratorie dovrebbe registrare una contrazione della PEL<br />
del 43,2%.<br />
382 Non si possono a priori escludere reazioni congiunturali a pronunciate fasi <strong>di</strong> crisi o <strong>di</strong> crescita economica.<br />
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