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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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Considerando solo i paesi la cui PEL era già in <strong>di</strong>minuzione nel 2005, il record assoluto in<br />

termini percentuali spetta a Hong Kong, la cui popolazione residente in età lavorativa dovrebbe<br />

<strong>di</strong>minuire <strong>di</strong> oltre il 54% tra il 2005 ed il 2050. Diminuzione tra il 40% ed il 50% si dovrebbero<br />

registrare a Macao, in Giappone, in Bulgaria, nella Repubblica Ceca, in Ucraina, in Italia ed in<br />

Slovenia. Numerosi paesi Europei dovrebbero registrare cali tra il 30% ed il 40 % (Bielorussia,<br />

Ungheria, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Lettonia, Bosnia ed Herzegovina, Grecia,<br />

Portogallo, Spagna, Austria e Germania). Tra il 20% ed il 30% troviamo, oltre ad Estonia, Malta e<br />

Belgio, le Barbados ed il Canada che dovrebbe registrare un calo <strong>di</strong> quasi il 28%. La popolazione<br />

dell’Australia dovrebbe <strong>di</strong>minuire <strong>di</strong> circa l’11%, mentre la Norvegia è l’unico paese con un valore<br />

sotto il 10%.<br />

Per quanto riguarda i paesi la cui PEL dovrebbe iniziare a <strong>di</strong>minuire dopo il 2025, in Asia le<br />

percentuali più rilevanti sono registrate da Cina (-16,1%), Tailan<strong>di</strong>a ed Armenia (rispettivamente -<br />

13,2% e -12,6%). La PEL dell’Irlanda dovrebbe <strong>di</strong>minuire dell’1,3%. Alcuni Stati Caraibici<br />

registrano contrazioni record, soprattutto in considerazione del fatto che l’orizzonte temporale<br />

considerato è <strong>di</strong> 25 anni: Antille Olandesi (-31,7%), Cuba (-23%).<br />

Veniamo ora alle previsioni del saldo migratorio fornite dalle N.U. Un’analisi congiunta dei<br />

dati relativi alle tendenze della PEL autoctona e dei sal<strong>di</strong> migratori evidenzia che le <strong>di</strong>minuzioni<br />

della popolazione in età lavorativa si dovrebbero registrare in presenza <strong>di</strong>:<br />

1. Sal<strong>di</strong> migratori negativi; in questo caso il decremento della popolazione residente è<br />

ulteriormente aggravato dal trasferimento <strong>di</strong> una sua parte, talvolta anche cospicua,<br />

all’estero. Se consideriamo i primi 47 paesi nei quali il decremento <strong>demografico</strong> della<br />

PEL si presenta già da ora come un fenomeno strutturale, questo caso riguarda: in<br />

Asia, la Corea del Sud e la Georgia; in Europa, numerosi paesi dell’ex blocco<br />

comunista (Bielorussia, Bulgaria, Moldavia, Polonia, Romania, Ucraina, Lettonia e<br />

Lituania, e Macedonia). Per quanto riguarda i 15 paesi che entreranno nel 1925,<br />

rientrano in questa casistica Cina, Portorico, Trinidad e Tobago, Cuba e Martinica.<br />

2. Sal<strong>di</strong> migratori positivi che coprono più che totalmente il calo della popolazione<br />

autoctona e generano quin<strong>di</strong> un aumento della popolazione residente. I casi più<br />

emblematici sono quelli <strong>di</strong> Canada, Australia, Stati Uniti ed Inghilterra; ma la stessa<br />

situazione si dovrebbe registrare anche a Singapore, Cipro, Lussemburgo e,<br />

relativamente al periodo, 2005-2025, in Spagna.<br />

3. Immigrazioni positive che coprono solo parzialmente il calo della popolazione<br />

autoctona; é il caso più comune per i paesi europei, ma caratterizza anche Tailan<strong>di</strong>a,<br />

Hong Kong, Macao, Giappone e Singapore.<br />

Le Tavola 10.4 riassume questa situazione con riferimento alle gran<strong>di</strong> aree che formano<br />

l’ADDP. Nella tabella a sinistra i dati si riferiscono solo ai paesi che presentano un declino della<br />

PEL. Nella tabella a destra sono riportati i dati relativi a tutti i 62 paesi che rientrano nell’ADDP<br />

nell’accezione <strong>di</strong>scussa in questo paragrafo, vale a <strong>di</strong>re i paesi la cui popolazione in età lavorativa<br />

comincia a declinare tra il 2005 ed il 2050. Quin<strong>di</strong>, mentre nella tabella a destra il numero dei paesi<br />

è costante, in quella a sinistra il numero dei paesi è <strong>di</strong>fferente nei due perio<strong>di</strong>.<br />

La tabella a sinistra, che è quella che commenteremo in maniera più estesa, mostra come tra il<br />

2005 ed il 2050 la popolazione in età lavorativa dei paesi in declino <strong>demografico</strong> dovrebbe<br />

contrarsi, come abbiamo già detto, <strong>di</strong> 76 milioni nel primo periodo e <strong>di</strong> 292 nel secondo, per un<br />

totale <strong>di</strong> 368 milioni <strong>di</strong> unità, pari al 15,2% della popolazione <strong>di</strong> partenza. Nello stesso periodo,<br />

questi paesi dovrebbero registrare un saldo migratorio <strong>di</strong> 75 milioni, 25 nel primo periodo e 50 nel<br />

secondo. Pertanto, nel primo periodo il saldo migratorio coprirebbe un terzo del calo <strong>demografico</strong>,<br />

nel secondo il tasso <strong>di</strong> copertura scenderebbe a circa il 17%.<br />

La popolazione in età lavorativa della Cina comincia a <strong>di</strong>minuire nel secondo periodo dopo<br />

aver raggiunto un valore massimo <strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> un miliardo <strong>di</strong> unità verso il 2015. La <strong>di</strong>minuzione<br />

è <strong>di</strong> circa il 16% (-140 milioni, oltre 5,5 milioni all’anno). Malgrado ciò, secondo la Population<br />

Division, 8 milioni <strong>di</strong> cinesi dovrebbero lasciare il paese tra il 2025 ed il 2050, un dato analogo a<br />

quello che dovrebbe caratterizzare il ventennio precedente, quando la PEL cinese dovrebbe<br />

aumentare <strong>di</strong> 65 milioni <strong>di</strong> unità.<br />

Negli altri paesi asiatici il calo della PEL dovrebbe essere <strong>di</strong> circa 15 milioni <strong>di</strong> unità, nel<br />

primo periodo, e <strong>di</strong> 42 nel secondo. <strong>Il</strong> saldo migratorio è positivo in entrambi i perio<strong>di</strong>, ma, come<br />

per il totale, il suo tasso <strong>di</strong> copertura, per altro molto modesto, si <strong>di</strong>mezza dal primo al secondo<br />

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