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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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tenderà ad aumentare. Anche se sono convinto che un’analisi basata su corretti in<strong>di</strong>catori<br />

economici, porterà a risultati molto meno drammatici <strong>di</strong> quelli forniti dagli in<strong>di</strong>catori demografici<br />

ed evidenzierà che il carico dei giovani nella fase formativa sarà almeno analogo a quello degli<br />

anziani, sarà fondamentale monitorare l’andamento previsto degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> carico strutturale e<br />

procedere ad una ristrutturazione delle fasi della vita che tenga nel dovuto conto sia l’inevitabile<br />

prolungamento della fase formativa, sia il molto probabile aumento della durata della vita al <strong>di</strong> là<br />

dei limiti oggi previsti.<br />

<strong>Il</strong> terzo punto dell’agenda dovrebbe quin<strong>di</strong> essere quello <strong>di</strong> formulare insiemi <strong>di</strong> politiche<br />

strutturali che garantissero <strong>di</strong> raggiungere gli obietti appena in<strong>di</strong>cati ed altri che emergessero dal<br />

<strong>di</strong>battito.<br />

La possibilità <strong>di</strong> movimento degli immigrati all’interno dell’area Shenghen comporta che<br />

l’attivazione <strong>di</strong> politiche corrette da parte <strong>di</strong> un singolo stato potrebbe essere svuotate dalla<br />

mancata attivazione <strong>di</strong> politiche coerenti da parte degli altri paesi. L’Italia dovrebbe pertanto farsi<br />

portavoce perché l’impostazione suggerita in questo lavoro venisse adottata anche a livello<br />

europeo.<br />

Le precedenti brevi considerazioni dovrebbero essere sufficienti per mettere in evidenza che la<br />

messa in essere <strong>di</strong> un sistema così complesso <strong>di</strong> interventi dovrebbe basarsi su esercizi <strong>di</strong> scenario<br />

e simulazioni molto più complessi ed articolati <strong>di</strong> quelli possibili al singolo stu<strong>di</strong>oso.<br />

Ritengo d’altra parte che nessuna delle istituzioni esistenti nel paese <strong>di</strong>sponga, allo stato<br />

attuale, della varietà <strong>di</strong> competenze e della flessibilità operativa necessaria per costruire modelli<br />

che riguar<strong>di</strong>no gli aspetti demografici, economici, sociali e politici e contemporaneamente lavorare<br />

alla formulazione <strong>di</strong> proposte legislative. È per questo motivo che ritengo necessario che questi<br />

compiti vengano affidati ad una Agenzia Nazionale che dovrebbe rappresentare il blueprint per<br />

una Agenzia Europea.<br />

7. L’Agenzia per l’Immigrazione<br />

Una lunga attività <strong>di</strong> esperto per l’Unione Europea mi ha convinto che interventi una tantum<br />

(stu<strong>di</strong> e ricerche) o articolati in progetti (spesso proposti da un gruppo e svolti da un altro) non<br />

rappresentano strumenti idonei per affrontare problematiche strutturali. Quin<strong>di</strong>, malgrado<br />

Osservatori e Agenzie non siano più alla moda, ritengo che per affrontare in maniera organica e<br />

strutturata i problemi collegati alle conseguenze della denatalità sarebbe è opportuno che il nostro<br />

paese si doti <strong>di</strong> una struttura pubblica specializzata che chiamerò Agenzia Nazionale per<br />

l’Immigrazione.<br />

L’obiettivo generale dell’Agenzia dovrà essere quello <strong>di</strong> analizzare, con un taglio fortemente<br />

operativo, tutti gli aspetti del fenomeno migratorio e <strong>di</strong> fornire supporto conoscitivo e propositivo<br />

all’attività legislativa e <strong>di</strong> governo. Per garantire il successo <strong>di</strong> questa attività nel lungo periodo, è<br />

necessario che l’Agenzia sia anche preposta al monitoraggio non solo delle tendenze demografiche,<br />

delle caratteristiche della popolazione straniera, del suo livello <strong>di</strong> inserimento socio-economico, ma<br />

anche e soprattutto al monitoraggio ed alla valutazione delle misure adottate.<br />

Vista la pervasività del fenomeno migratorio e delle sue conseguenze, l’Agenzia dovrà riunire<br />

competenze in grado <strong>di</strong> affrontare il tema dell’immigrazione dal punto <strong>di</strong> vista <strong>demografico</strong>,<br />

economico, sociologico e politico ed essere organizzata in modo da utilizzare tali competenze in<br />

maniera sinergica.<br />

<strong>Il</strong> primo compito dell’Agenzia dovrebbe essere quello <strong>di</strong> sviluppare un modello in grado <strong>di</strong><br />

stimare il fabbisogno migratorio a livello nazionale e ripartizionale attraverso scenari <strong>di</strong> crescita<br />

occupazionale e <strong>di</strong> simulare insiemi alternativi <strong>di</strong> politiche demografiche, economiche e sociali<br />

volte a risolvere i problemi strutturali generati dal calo della natalità Nell’ipotesi che la<br />

metodologia qui proposta, o una sua variante, costituisca il punto <strong>di</strong> partenza metodologico <strong>di</strong><br />

questa attività, gli scenari <strong>di</strong> fabbisogno consentiranno anche <strong>di</strong> costruire scenari demografici.<br />

Per svolgere in maniera appropriata questa attività, l’Agenzia dovrà dotarsi della base dati<br />

richiesta dal modello. Ho sottolineato più volte come la corretta analisi <strong>di</strong> molti dei fenomeni<br />

collegati al fenomeno migratorio richieda articolazioni delle variabili <strong>di</strong>verse da quelle<br />

normalmente utilizzate dalle proiezioni demografiche standard. Ciò potrebbe richiedere rilevazioni<br />

specifiche che potranno essere garantite solo da una stretta collaborazione con l’Istituto Nazionale<br />

<strong>di</strong> Statistica.<br />

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