Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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02.02.2015 Views

Dall’afflusso di un numero d’immigrati che, nell’ipotesi minima, è ipotizzato sui 5 milioni C’è, infine, un generale accordo che alla fine dei prossimi 45 anni il nostro paese continuerà ad essere interessato da un disequilibrio demografico per lo meno analogo a quello attuale. L’ovvia implicazione è che non solo i fenomeni sopra indicati sarebbero destinati a continuere a tempo indeterminato, ma anche, come vedremo meglio in seguito, che in questa situazione la popolazione italiana sarebbe destinata col tempo a sparire e ad essere sostituita da persone venute da altri paesi e dai loro figli. Una lettura dei dati relativi all’Italia sembra però indicare che per il momento l’andamento demografico non si è allineato alle previsioni dei demografi. A mio giudizio, ci sono validi motivi anche per ritenere che esso non si allineerà neanche alle proiezioni più recenti. In particolare, si può osservare che la popolazione totale non ha mai mostrato e non mostra segni di flessione, come pure la popolazione in età lavorativa. Non solo, ma alcune delle regioni che sembravano più esposte ai drammatici effetti di questa fase demografica, registrano tendenze demografiche fortemente positive non solo della popolazione totale, ma anche della popolazione in età lavorativa. Prima di interrogarci sul perchè le previsioni demografiche si siano per il momento rivelate del tutto infondate è opportuno porre il caso italiano nel quadro di quella che dovrebbe essere l’evoluzione demografica del pianeta secondo il più accreditato istituto di proiezioni demografiche del mondo: la Population Division delle Nazioni Unite. 3 Il futuro demografico del mondo: le proiezioni delle Nazioni Unite 10 Dal 1950 al 2007 la popolazione della terra è cresciuta da 2,5 a 6,5 miliardi, ad una tasso medio annuo di 1,71%. A partire dalla metà degli anni ’60, il tasso di crescita è progressivamente diminuito e, secondo l’ipotesi centrale della Population Division delle Nazioni Unite, questa tendenza si dovrebbe confermare anche nei prossimi 45 anni portando il tasso di crescita dal 1,54% degli ultimi trenta anni allo 0,75%. Se questa ipotesi si verificherà corretta, nel 2050 la popolazione mondiale sarà di 9,1 miliardi 11 . Tav. 1.7 - Paesi per consistenza demografica e relativa popolazione; 1950, 2005 e 2050 1950 2005 2050 1950 2005 2050 Paesi con numero popolazione oltre 100 milioni di residenti 4 11 19 1.172.836 3.936.217 6.133.643 tra 50 e 100 4 13 16 285.514 894.711 1.053.670 tra 10 e 50 27 55 64 657.020 1.256.467 1.591.605 tra 1 e 10 99 74 63 390.980 362.326 282.554 meno di 1 94 75 66 17.142 16.652 14.265 Totale 228 228 228 2.523.492 6.466.373 9.075.737 oltre 50 milioni 8 24 35 1.458.350 4.830.928 7.187.313 meno di 50 milioni 220 204 193 1.065.142 1.635.445 1.888.424 Composizione % oltre 100 milioni di residenti 1,8 4,8 8,3 46,5 60,9 67,6 tra 50 e 100 1,8 5,7 7,0 11,3 13,8 11,6 tra 10 e 50 11,8 24,1 28,1 26,0 19,4 17,5 tra 1 e 10 43,4 32,5 27,6 15,5 5,6 3,1 meno di 1 41,2 32,9 28,9 0,7 0,3 0,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 oltre 50 milioni 3,5 10,5 15,4 57,8 74,7 79,2 meno di 50 milioni 96,5 89,5 84,6 42,2 25,3 20,8 Fonte: Population Division delle Nazioni Unite 11 Nell’ipotesi minima la popolazione mondiale sarà solo di 7,6 miliardi, mentre nell’ipotesi massima toccherebbe i 10,6 miliardi (Highlights 2004). La sostanziale differenza tra le tre ipotesi dipende essenzialmente da quale andamento del tasso di fertilità venga ipotizzato. 21

La popolazione mondiale si sta progressivamente concentrando nei paesi di grandi dimensioni. Il numero di paesi con almeno 50 milioni di abitanti è passato dagli otto del 1950 ai ventiquattro del 2005 e dovrebbe salire a trentacinque nel 2050. Contemporaneamente, la quota di popolazione che vive nei paesi grandi è passata dal 57,8% al 74,7% e dovrebbe raggiungere quasi l’80% nel 2050. Tra il 1950 ed il 2005 l’Italia è entrata nel novero dei paesi grandi. Tuttavia, mentre nel 1950 essa occupava il decimo posto nella graduatoria per dimensione demografica, nel 2005 occupa il ventiduesimo e dovrebbe scendere al trentaquattresimo nel 2050. La crescita demografica tende a concentrarsi sempre di più nei paesi più poveri. Tra il 1950 ed il 2005 l’apporto dei paesi sviluppati alla crescita della popolazione mondiale è stato del 10,1%; nei prossimi 45 anni sarà praticamente nullo 12 . Va, infine, sottolineato che i tassi di crescita più elevati si registreranno nei 30 paesi più poveri del pianeta. Tav. 1.8 - Popolazione per livello di sviluppo dei paesi di residenza; 1950 - 2050 1950 1975 2005 2050 1950-75 1975-2005 2005-50 Valori assoluti Variazioni assolute Paesi più sviluppati 813 1.047 1.211 1.236 234 164 25 Paesi sottosviluppati 201 356 759 1.735 155 403 558 Paesi in via di sviluppo 1506 2671 4494 6.104 1.165 1.823 2.988 Paesi meno sviluppati 1.706 3.026 5.253 7.840 1.320 2.227 3.547 Composizione percentuale Variazioni percentuali Paesi più sviluppati 32,3 25,7 18,7 13,6 28,8 15,7 2,1 Paesi sottosviluppati 8,0 8,7 11,7 19,1 77,1 113,2 73,5 Paesi in via di sviluppo 59,8 65,6 69,5 67,3 77,4 68,3 66,5 Paesi meno sviluppati 67,7 74,3 81,3 86,4 77,4 73,6 67,5 Fonte: Population Division delle Nazioni Unite A seguito di queste tendenze, il peso demografico dei paesi sviluppati è sceso dal 32,3% al 18,7% e dovrebbe ulteriormente diminuire al 13,6%; quello dei paesi in via di sviluppo è passato dal 59,8% del 1950 al 69,5% del 2005 e dovrebbe scendere al 67,3% nel 2050. Il dato più impressionante riguarda i 30 paesi meno sviluppati la cui popolazione incideva per l’8% nel 1950, incide ora per l’11,7% e dovrebbe arrivare al 19,1% nel 2050. Si noti soprattutto che in 100 anni la popolazione di questi paesi dovrebbe crescere di ben 8 volte e che mentre nel 1950 era pari ad un quarto di quella dei paesi sviluppati nel 2050 sarà del 40% più numerosa. L’America del Nord, ma soprattutto l’Europa, stanno progressivamente perdendo peso. Nel 1950 la popolazione di questi due continenti rappresentava il 28,5% della popolazione mondiale, nel 2050 rappresenterà solo l’11,8%. Di contro, l’incidenza della popolazione africana passerà dal 8,9% al 21,3%, a fronte di una sostanziale stabilità dell’Asia e di un leggero calo dell’America latina. Tra il 1950 ed il 2005 il 65% della crescita demografica mondiale si è verificato in Asia, mentre l’Africa ha contribuito solo per il 17,3%; tra il 2005 ed il 2050 il contributo dell’Asia scenderà a circa il 50°%, mentre quello dell’Africa salirà al 39,5%. Nei prossimi 45 anni il tasso medio annuo di crescita demografica dei paesi arabi sarà circa doppio di quello medio mondiale e questi paesi contribuiranno alla crescita demografica del pianeta per il 27% a fronte del 19,2% degli ultimi 55 anni. Il peso dei paesi arabi è passato dal 11,8% del 1950 al 16,4% del 2005 e salirà al 19,4% nel 2050. A quella data la popolazione dei paesi arabi sarà più numerosa di quelle della Cina e dell’India. 12 Tra il 1950 ed il 2005 la popolazione mondiale è cresciuta in media di 71,7 milioni all’anno; nei prossimi 45 anni la crescita media annua dovrebbe essere di 58 milioni e scendere a 34 alla fine del periodo. 22

La popolazione mon<strong>di</strong>ale si sta progressivamente concentrando nei paesi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni.<br />

<strong>Il</strong> numero <strong>di</strong> paesi con almeno 50 milioni <strong>di</strong> abitanti è passato dagli otto del 1950 ai ventiquattro del<br />

2005 e dovrebbe salire a trentacinque nel 2050. Contemporaneamente, la quota <strong>di</strong> popolazione che<br />

vive nei paesi gran<strong>di</strong> è passata dal 57,8% al 74,7% e dovrebbe raggiungere quasi l’80% nel 2050.<br />

Tra il 1950 ed il 2005 l’Italia è entrata nel novero dei paesi gran<strong>di</strong>. Tuttavia, mentre nel 1950<br />

essa occupava il decimo posto nella graduatoria per <strong>di</strong>mensione demografica, nel 2005 occupa il<br />

ventiduesimo e dovrebbe scendere al trentaquattresimo nel 2050.<br />

La crescita demografica tende a concentrarsi sempre <strong>di</strong> più nei paesi più poveri. Tra il 1950 ed<br />

il 2005 l’apporto dei paesi sviluppati alla crescita della popolazione mon<strong>di</strong>ale è stato del 10,1%; nei<br />

prossimi 45 anni sarà praticamente nullo 12 . Va, infine, sottolineato che i tassi <strong>di</strong> crescita più elevati<br />

si registreranno nei 30 paesi più poveri del pianeta.<br />

Tav. 1.8 - Popolazione per livello <strong>di</strong> sviluppo dei paesi <strong>di</strong> residenza; 1950 - 2050<br />

1950 1975 2005 2050 1950-75 1975-2005 2005-50<br />

Valori assoluti<br />

Variazioni assolute<br />

Paesi più sviluppati 813 1.047 1.211 1.236 234 164 25<br />

Paesi sottosviluppati 201 356 759 1.735 155 403 558<br />

Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo 1506 2671 4494 6.104 1.165 1.823 2.988<br />

Paesi meno sviluppati 1.706 3.026 5.253 7.840 1.320 2.227 3.547<br />

Composizione percentuale<br />

Variazioni percentuali<br />

Paesi più sviluppati 32,3 25,7 18,7 13,6 28,8 15,7 2,1<br />

Paesi sottosviluppati 8,0 8,7 11,7 19,1 77,1 113,2 73,5<br />

Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo 59,8 65,6 69,5 67,3 77,4 68,3 66,5<br />

Paesi meno sviluppati 67,7 74,3 81,3 86,4 77,4 73,6 67,5<br />

Fonte: Population Division delle Nazioni Unite<br />

A seguito <strong>di</strong> queste tendenze, il peso <strong>demografico</strong> dei paesi sviluppati è sceso dal 32,3% al<br />

18,7% e dovrebbe ulteriormente <strong>di</strong>minuire al 13,6%; quello dei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo è passato<br />

dal 59,8% del 1950 al 69,5% del 2005 e dovrebbe scendere al 67,3% nel 2050. <strong>Il</strong> dato più<br />

impressionante riguarda i 30 paesi meno sviluppati la cui popolazione incideva per l’8% nel 1950,<br />

incide ora per l’11,7% e dovrebbe arrivare al 19,1% nel 2050. Si noti soprattutto che in 100 anni la<br />

popolazione <strong>di</strong> questi paesi dovrebbe crescere <strong>di</strong> ben 8 volte e che mentre nel 1950 era pari ad un<br />

quarto <strong>di</strong> quella dei paesi sviluppati nel 2050 sarà del 40% più numerosa.<br />

L’America del Nord, ma soprattutto l’Europa, stanno progressivamente perdendo peso. Nel<br />

1950 la popolazione <strong>di</strong> questi due continenti rappresentava il 28,5% della popolazione mon<strong>di</strong>ale,<br />

nel 2050 rappresenterà solo l’11,8%. Di contro, l’incidenza della popolazione africana passerà dal<br />

8,9% al 21,3%, a fronte <strong>di</strong> una sostanziale stabilità dell’Asia e <strong>di</strong> un leggero calo dell’America<br />

latina.<br />

Tra il 1950 ed il 2005 il 65% della crescita demografica mon<strong>di</strong>ale si è verificato in Asia, mentre<br />

l’Africa ha contribuito solo per il 17,3%; tra il 2005 ed il 2050 il contributo dell’Asia scenderà a<br />

circa il 50°%, mentre quello dell’Africa salirà al 39,5%.<br />

Nei prossimi 45 anni il tasso me<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> crescita demografica dei paesi arabi sarà circa<br />

doppio <strong>di</strong> quello me<strong>di</strong>o mon<strong>di</strong>ale e questi paesi contribuiranno alla crescita demografica del pianeta<br />

per il 27% a fronte del 19,2% degli ultimi 55 anni. <strong>Il</strong> peso dei paesi arabi è passato dal 11,8% del<br />

1950 al 16,4% del 2005 e salirà al 19,4% nel 2050. A quella data la popolazione dei paesi arabi<br />

sarà più numerosa <strong>di</strong> quelle della Cina e dell’In<strong>di</strong>a.<br />

12 Tra il 1950 ed il 2005 la popolazione mon<strong>di</strong>ale è cresciuta in me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 71,7 milioni all’anno; nei prossimi 45 anni la<br />

crescita me<strong>di</strong>a annua dovrebbe essere <strong>di</strong> 58 milioni e scendere a 34 alla fine del periodo.<br />

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