02.02.2015 Views

Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Capitolo nove - Le politiche<br />

1. Premessa<br />

Ho iniziato questo volume ricordando come ormai da oltre 20 anni i demografi <strong>di</strong> tutto il<br />

mondo prevedano che il calo della natalità in corso in un numero crescente <strong>di</strong> paesi, industrializzati<br />

e non, si tradurrà in un declino <strong>demografico</strong> <strong>di</strong> enormi <strong>di</strong>mensioni ed in un progressivo<br />

invecchiamento della popolazione. L’utilizzo <strong>di</strong> approcci demografici per effettuare le proiezioni<br />

delle principali variabili del mercato del lavoro ha poi portato a sostenere che ciò si tradurrà anche<br />

in un declino dell’occupazione, in una non sostenibilità degli attuali sistemi <strong>di</strong> welfare ed in gravi<br />

rischi <strong>di</strong> recessione economica. Di fatto queste proiezioni si sono rivelate fino ad ora totalmente<br />

errate. La tesi qui sostenuta è che alla base <strong>di</strong> questi fallimenti vi è l’utilizzo <strong>di</strong> un approccio<br />

offertista alla spiegazione dei flussi migratori e la conseguente adozione <strong>di</strong> ipotesi teoricamente ed<br />

ideologicamente conformi a tale approccio.<br />

La letteratura in tema <strong>di</strong> migrazioni si è storicamente incentrata sulla spiegazione dei flussi in<br />

uscita. Detto in altri termini, la domanda alla quale la teoria economica e l’analisi demografica<br />

hanno cercato <strong>di</strong> rispondere è sempre stata: che cosa determini la decisione <strong>di</strong> lasciare un paese per<br />

un altro. L’idea che un paese possa avere un bisogno strutturale <strong>di</strong> manodopera non può quin<strong>di</strong> che<br />

risultare estranea a questa visione. D’altronde, essa non è derivabile da un modello neoclassico del<br />

mercato del lavoro in cui domanda ed offerta riguardano i servizi e non gli stock ed i cui un’ipotesi<br />

<strong>di</strong> perfetta flessibilità del lavoro permette sempre <strong>di</strong> trovare un equilibrio tra domanda ed offerta<br />

tramite variazioni del salario reale.<br />

L’obiettivo qui perseguito è stato quello <strong>di</strong> spiegare che cosa determini il numero <strong>di</strong> persone<br />

che “entrano” in un determinato paese. L’utilizzo <strong>di</strong> un approccio da domanda alla spiegazione dei<br />

flussi e l’utilizzo <strong>di</strong> un modello stock-flussi del mercato del lavoro, le cui variabili sono costituite<br />

da “popolazioni”, ha portato a costruire scenari che giungono a conclusioni ra<strong>di</strong>calmente <strong>di</strong>verse<br />

da quelle della metodologia standard che assume i sal<strong>di</strong> migratori come esogeni.<br />

La catena logica è semplice ed imme<strong>di</strong>ata. <strong>Il</strong> calo della natalità provoca, dopo circa venti anni<br />

dal suo instaurasi, una progressiva contrazione della popolazione in età lavorativa che genera, a<br />

sua volta, una carenza <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> lavoro. Questa situazione può essere temporaneamente<br />

controbilanciata dall’assorbimento della <strong>di</strong>soccupazione, da un incremento della partecipazione ed<br />

eventualmente da flussi migratori interni. Con il tempo, tuttavia, queste risorse interne finiscono<br />

necessariamente per esaurirsi e la carenza <strong>di</strong> offerta, dovuta al calo della popolazione ed alla<br />

crescita dell’occupazione, potrà essere fronteggiata solo tramite l’importazione <strong>di</strong> manodopera da<br />

altri paesi. Un’immigrazione economica comporta anche un’lmmigrazione famigliare; pertanto, i<br />

sal<strong>di</strong> migratori necessari per sod<strong>di</strong>sfare il fabbisogno occupazionale saranno necessariamente<br />

maggiori del fabbisogno e quin<strong>di</strong> in eccesso <strong>di</strong> una immigrazione puramente sostitutiva. Infine, la<br />

progressiva sostituzione <strong>di</strong> donne residenti a bassa fertilità con donne straniere ad alta fertilità<br />

provoca un aumento del numero dei nati 301 . A questo punto la popolazione totale non può che<br />

aumentare dato che aumentano tutte e tre le sue componenti principali: i giovani, le persone in età<br />

lavorativa, gli anziani.<br />

La tesi, sintetizzata nel modello proposto nel capitolo precedente è, quin<strong>di</strong> che i flussi<br />

migratori che si <strong>di</strong>rigono verso un determinato paese non hanno la propria spiegazione nella spinta<br />

generata dall’eccesso <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> lavoro conseguente al rapporto, spesso <strong>di</strong>sastroso, tra andamento<br />

<strong>demografico</strong> e sviluppo economico dei paesi <strong>di</strong> partenza –una situazione che a mio avviso<br />

rappresenta unicamente una con<strong>di</strong>zione necessaria, ma certamente non sufficiente dei flussi<br />

migratori 302 - ma nell’attrazione generata dalla presenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong> domanda <strong>di</strong> lavoro che non può<br />

essere sod<strong>di</strong>sfatta dalla popolazione residente. La <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> tale carenza relativa <strong>di</strong> offerta è<br />

determinata dalle tendenze demografiche e dall’aumento dell’occupazione. Le sue determinati<br />

sono quin<strong>di</strong> in parte demografiche, in parte economiche.<br />

Fabbisogni <strong>di</strong> forza lavoro esterna dovuti ad una carenza strutturale <strong>di</strong> forza lavoro residente si<br />

sono verificati in altri fasi storiche, per numerose e <strong>di</strong>verse ragioni, ed hanno trovato risposte in<br />

301<br />

Noto per inciso che l’ipotesi <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ato adeguamento del tasso <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà delle donne immigrate a quello delle<br />

donne residenti riflettere l’abituale e sempre presente idea che la cultura occidentale ed i comportamenti che essa genera<br />

costituiscano sempre e comunque un modello <strong>di</strong> riferimento per coloro che entrano in contatto con essa.<br />

302 Come abbiamo già ricordato non sono i paesi dove questo fenomeno raggiunge il proprio massimo, vale a <strong>di</strong>re i trenta<br />

paesi classificati dalle Nazioni Unite come sottosviluppati, a generare i maggiori flussi in uscita.<br />

219

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!