Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica
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una percentuale minore <strong>di</strong> anziani. <strong>Il</strong> peso della classe centrale è analogo nelle tre ripartizioni e<br />
scende in maniera analoga. Alla fine del periodo la sua incidenza è <strong>di</strong> circa il 54% in tutte e tre le<br />
ripartizioni.<br />
Questi andamenti hanno ovviamente un forte impatto sugli in<strong>di</strong>catori demografici. <strong>Il</strong> processo<br />
<strong>di</strong> invecchiamento sarebbe massimo al nord, dove l’età me<strong>di</strong>a dovrebbe salire a 51,9 anni a fronte<br />
<strong>di</strong> un valore <strong>di</strong> 48,7 del mezzogiorno. Nel 2050 il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza senile dovrebbe essere <strong>di</strong><br />
59,6 nel sud e <strong>di</strong> 66,8 nel nord; l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> vecchia <strong>di</strong> 243,9 nel sud contro il 351,3 nel nord. In<br />
entrambi i casi gli in<strong>di</strong>catori del centro presentano valori interme<strong>di</strong>.<br />
Tav.1.5 - Italia; in<strong>di</strong>catori demografici per ripartizione;<br />
2000 e 2050<br />
Età me<strong>di</strong>a<br />
In<strong>di</strong>c e <strong>di</strong><br />
vecchiaia<br />
Dipendenza<br />
strutturale<br />
Dipendenza<br />
anziani<br />
Italia<br />
2000 41,6 127,0 48,4 27,1<br />
2050 50,5 301,1 84,6 63,5<br />
Nord<br />
2000 43,2 155,7 47,3 28,8<br />
2050 51,9 351,3 85,8 66,8<br />
Centro<br />
2000 43,0 152,0 48,8 29,4<br />
2050 50,7 311,5 82,8 62,7<br />
Sud<br />
2000 38,9 91,1 49,6 23,6<br />
2050 48,7 243,9 84,0 59,6<br />
Fonte : ISTAT<br />
Anche i dati ripartizionali e regionali riflettono le ipotesi sui tassi <strong>di</strong> fertilità, mortalità e<br />
migratorietà. In particolare, l’ISTAT ipotizza che, per tutto il periodo considerato, il sud registri un<br />
saldo migratorio negativo pari a circa 40.000 persone all’anno. Di conseguenza circa 1/3 degli<br />
immigrati nel nord dovrebbe provenire dal Sud, mentre nel centro la proporzione dovrebbe essere<br />
solo <strong>di</strong> un quarto. Nel complesso l’ISTAT prevede che in 50 anni oltre 2,2 milioni <strong>di</strong> persone<br />
lascino il Sud per muoversi al centro nord, il che spiega perché sia il mezzogiorno ad avere la<br />
contrazione demografica più pronunciata, malgrado il minor decremento <strong>demografico</strong> e l’arrivo in<br />
questa ripartizione <strong>di</strong> quasi un milione <strong>di</strong> stranieri.<br />
Tav.1.6 - Italia; Proiezioni ISTAT, Ipotesi Centrale; saldo naturale e flussi<br />
migratori; 2000 - 2050<br />
S a ldo natura le<br />
Saldo<br />
migratorio<br />
inerno<br />
Saldo<br />
migratorio<br />
estero<br />
Saldo<br />
migratorio<br />
totale<br />
S a ldo to tale<br />
S a ldo to tale<br />
Nord -6.962 1.679 3.338 5.018 -1.945 -2.010<br />
Centro -2.854 532 1.569 2.100 -754 -782<br />
Sud -1.859 -2.211 962 -1.248 -3.107 -3.162<br />
Italia -11.675 5.870 5.870 -5.806 -5.994<br />
Fonte: ISTAT<br />
In conclusione, il nostro Istituto Centrale <strong>di</strong> Statistica e la Poipulation Division delle Nazioni<br />
Unite concordano sul fatto che nei prossimi 50 anni il nostro paese sarà interessato:<br />
Da un drammatico calo della popolazione in età lavorativa;<br />
Da un calo rilevante della popolazione totale;<br />
Da un progressivo invecchiamento della popolazione che si manifesterà attraverso un<br />
progressivo innalzamento dell’età me<strong>di</strong>a, un progressivo aumento del numero degli<br />
anziani e della loro incidenza sulla popolazione in età lavorativa;<br />
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