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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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I dati del nord e del centro risultano analoghi a quelli nazionali 288 . Quelli del mezzogiorno<br />

evidenziano come l’emigrazione verso il nord abbia interessato solo nel 7,5% dei casi persone con<br />

meno <strong>di</strong> 30 anni. Pertanto, gli immigrati interni sono risultati me<strong>di</strong>amente più anziani <strong>di</strong> quelli<br />

stranieri ed hanno ulteriormente aggravato il processo d’invecchiamento della popolazione del<br />

centro-nord.<br />

Nel quin<strong>di</strong>cennio successivo il calo <strong>demografico</strong> riguarda le classi 15-44 che perdono quasi 6<br />

milioni <strong>di</strong> unità, mentre le classi successive aumentano <strong>di</strong> circa tre milioni. Ciò comporterebbe un<br />

ulteriore spostamento in avanti del baricentro della popolazione. <strong>Il</strong> peso delle classi iniziali<br />

scenderebbe, infatti, dal 56,3% al 45,8%. <strong>Il</strong> fenomeno è ancora più pronunciato nel nord e nel<br />

centro dove il peso della classe 15-44 scenderebbe rispettivamente al 42,9% ed al 44%.<br />

Tav. 8.9 - Italia e ripartizioni; popolazione totale per gran<strong>di</strong> classi <strong>di</strong> età; 2006 e 2021<br />

Italia<br />

Nord<br />

2006 2021 Diff. 2006 2021 Diff.<br />

15-44 23.941 17.975 -5.966 10.583 7.433 -3.150<br />

45-69 18.323 21.237 2.914 8.629 9.900 1.271<br />

Totale 42.264 39.212 -3.052 19.212 17.333 -1.879<br />

Centro<br />

Sud<br />

15-44 4.525 3.257 -1.269 8.832 7.285 -1.547<br />

45-69 3.651 4.139 488 6.044 7.198 1.154<br />

Totale 8.176 7.396 -780 14.876 14.484 -393<br />

2.4 La popolazione totale<br />

Tra il 1991 ed il 2006 la popolazione italiana, è aumentata <strong>di</strong> quasi 2,2 milioni <strong>di</strong> unità. <strong>Il</strong><br />

risultato è dovuto non solo al previsto aumento degli anziani (+2,7 milioni), ma anche al leggero<br />

aumento della popolazione in età lavorativa e ad una <strong>di</strong>minuzione dei giovani inferiore a quella<br />

preannunciata.<br />

Tav. 8.10 - Italia e ripartizioni; popolazione totale per gran<strong>di</strong> classi <strong>di</strong> età; 1991 e 2006<br />

Italia<br />

Nord<br />

1991 2006 var. ass. var. % 1991 2006 var. ass. var. %<br />

0-14 9.002 8.303 -699 -7,8 3.330 3.537 207 6,2<br />

15-69 42.082 42.264 183 0,4 19.222 19.212 -9 0,0<br />

70 e + 5.675 8.374 2.699 47,6 2.661 4.004 1.343 50,5<br />

Totale 56.759 58.941 2.183 3,8 25.212 26.753 1.540 6,1<br />

Centro<br />

Sud<br />

0-14 1.534 1.502 -32 -2,1 4.138 3.264 -874 -21,1<br />

15-69 8.172 8.176 4 0,0 14.688 14.876 188 1,3<br />

70 e + 1.198 1.753 555 46,3 1.706 2.617 912 53,5<br />

Totale 10.904 11.431 527 4,8 20.531 20.758 227 1,1<br />

L’analisi dei dati ripartizionale evidenzia l’impatto dei sal<strong>di</strong> migratori. Nel centro - nord essi<br />

hanno contribuito in maniera sostanziale a rendere positivo il saldo dei giovani e ad annullare la<br />

prevista contrazione della popolazione in età lavorativa. Nel sud, non ancora interessato in maniera<br />

massiccia da flussi migratori esteri e punto <strong>di</strong> partenza <strong>di</strong> mezzo milione <strong>di</strong> persone in età<br />

lavorativa, il numero dei giovani si è drasticamente ridotto ed il numero degli anziani ha registrato<br />

l’aumento più massiccio. In conclusione, i flussi migratori hanno contribuito, <strong>di</strong>rettamente ed<br />

in<strong>di</strong>rettamente, a frenare il processo d’invecchiamento della popolazione italiana, in misura<br />

proporzionale alla loro consistenza. La varianza della struttura per gran<strong>di</strong> classi d’età delle tre<br />

ripartizioni è quin<strong>di</strong> notevolmente <strong>di</strong>minuita, ma la popolazione del sud rimane me<strong>di</strong>amente più<br />

giovane.<br />

288 Nel nord gli immigrati con meno <strong>di</strong> trenta anni sono stati il 37,2%, nel centro il 38,1%.<br />

198

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