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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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Capitolo ottavo - Gli scenari: fabbisogno <strong>di</strong> manodopera e popolazione<br />

The main coclusion that can be drawn from the data<br />

assembled here is that Europe and more gnerally the<br />

industrialized countries seem to be on the midst of a<br />

complex process of evolution that cast doubts on the<br />

basic principles accepted by a large majority of<br />

scholars. The old consensus seems to be on the verge<br />

of collapsing, and <strong>di</strong>sastrous demographic<br />

consequences seem possible. The fate of human<br />

species – or at least of certain national population – is<br />

at stake in this process. Well before the close of this<br />

century, the population “implosion may replace the<br />

population explosion of today as the main subject of<br />

concern.<br />

Jean Bourgeois – Pichat (1986)<br />

1. Introduzione<br />

Fino a tutto il 2005 la <strong>politica</strong> italiana dei flussi è stata caratterizzata dalla costante sottostima<br />

del fabbisogno <strong>di</strong> manodopera straniera espresso dal nostro mercato del lavoro. Ciò ha reso<br />

necessario adottare una <strong>politica</strong> migratoria basata essenzialmente su processi <strong>di</strong> regolarizzazioni<br />

della manodopera irregolare e clandestina che si veniva progressivamente accumulando per<br />

rispondere alle esigenze del processo produttivo.<br />

Un sistema <strong>di</strong> questo genere non può che essere gra<strong>di</strong>to alle imprese meno competitive e meno<br />

scrupolose, pronte a cogliere tutte le occasioni per ridurre il costo del lavoro, in particolare se<br />

appartenenti a settori come l’agricoltura e l’e<strong>di</strong>lizia già caratterizzate dalla ricerca <strong>di</strong> ogni possibile<br />

forma <strong>di</strong> flessibilità, non ultima quella del lavoro nero 285 . Non deve d’altra parte sorprendere che le<br />

zone caratterizzate da una maggiore presenza <strong>di</strong> forze politiche che si oppongono ad una corretta<br />

<strong>politica</strong> migratoria e dove spesso più pronunciate sono posizioni apertamente razziste non siano<br />

meno interessate dalla presenza e dallo sfruttamento <strong>di</strong> quella forza <strong>di</strong> lavoro straniera la cui<br />

presenza è contrastata a parole, ma nei fatti risulta fortemente gra<strong>di</strong>ta.<br />

Come abbiamo visto, la sottostima del fabbisogno non può però essere attribuita solo ad una<br />

classe <strong>politica</strong> avversa a riconoscere le <strong>di</strong>mensioni del fabbisogno, incapace <strong>di</strong> affrontare in<br />

maniera aperta ed informata una situazione così <strong>politica</strong>mente sensibile, ed attenta alle istanze<br />

ipocrite <strong>di</strong> una parte della classe impren<strong>di</strong>toriale, ma anche agli errori <strong>di</strong> valutazione e previsione<br />

degli stu<strong>di</strong>osi. È però vero che anche la scelta dei modelli è, sempre e necessariamente,<br />

un’operazione ideologica. L’incapacità, ampiamente documentata in capitoli precedenti, <strong>di</strong> cogliere<br />

un fenomeno così evidente come la relazione tra tendenze demografiche, andamento della<br />

domanda <strong>di</strong> lavoro e flussi migratori da parte <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi esperti e preparati non può che <strong>di</strong>pendere<br />

da un rifiuto pregiu<strong>di</strong>ziale, ed essere la conseguenza dei paraocchi ideologici che l’accettazione<br />

delle teorie prevalenti e la loro successiva, necessaria <strong>di</strong>fesa ad oltranza finiscono con l’imporre a<br />

chi definisce i puzzles e le soluzioni della scienza normale.<br />

Non mancano certo i paralleli. <strong>Il</strong> più calzante è quello con la crisi ambientale. Anche in questo<br />

caso troviamo posizioni politiche determinate dagli interessi economici prevalenti e stu<strong>di</strong>osi che<br />

sviluppano modelli volti a sostenere tali posizioni.<br />

Riconoscere il fatto che la <strong>politica</strong> migratoria, come quella ambientale e numerose altre, siano<br />

il risultato <strong>di</strong> un intreccio tra posizioni ideologiche e vantaggi economici dagli incerti confini, sia a<br />

livello politico, sia a livello della ricerca, è un’ulteriore ragione per innescare un confronto tra<br />

modelli la cui vali<strong>di</strong>tà potrà essere giu<strong>di</strong>cata sia in base al realismo delle ipotesi, sia in base alla<br />

loro capacità previsiva. In questo caso poi, non saranno necessari tempi molto lunghi per verificare<br />

chi abbia ragione.<br />

285<br />

D’altra parte, ci si può anche chiedere se non sia stata proprio l’introduzione <strong>di</strong> crescenti misure <strong>di</strong> flessibilità del<br />

mercato del lavoro, l’incapacità <strong>di</strong> trovare politiche in grado <strong>di</strong> estirpare la piaga del lavoro irregolare, la presenza <strong>di</strong><br />

immigrati clandestini facilmente ricattabili sul piano salariale a rendere progressivamente meno competitivo un sistema<br />

che trova nel lavoro a basso costo un’alternativa miope e <strong>di</strong> breve periodo all’innovazione tecnologica.<br />

191

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