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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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Tav. 7.8 - Popolazione italiana e straniera; età me<strong>di</strong>a per sesso; 2006<br />

popolazione italiana<br />

popolazione straniera<br />

uomini donne totale uomini donne totale<br />

totale 41,8 45,0 43,5 30,4 31,4 30,9<br />

14-70 43,0 43,7 43,4 36,0 36,6 36,3<br />

8. <strong>Il</strong> ra<strong>di</strong>camento della popolazione straniera. Numerose evidenze empiriche attestano che la<br />

comunità straniera non solo è in forte crescita, ma che il suo ra<strong>di</strong>camento sul territorio sta<br />

progressivamente aumentando. I dati più significativi sono quelli relativi alla famiglia (matrimoni,<br />

fecon<strong>di</strong>tà, scuola) ed al lavoro, che vanno però inseriti nel contesto della durata me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> residenza.<br />

8.1 La durata della residenza - Un’indagine svolta dalla Caritas e pubblicata nel dossier Statistico<br />

del 2002 274 evidenziava che dei circa 790mila regolarizzati dalle quattro sanatorie effettuate fino a<br />

quel momento, 566mila, pari ad oltre il 70%, erano ancora regolarmente presenti sul territorio<br />

nazionale. Osserviamo per inciso che i dati dell’Indagine Caritas risultano interessanti da due punti<br />

<strong>di</strong> vista. <strong>Il</strong> primo riguarda il fatto che una porzione considerevole <strong>di</strong> coloro che immigrano nel<br />

nostro paese lo fa con l’intenzione <strong>di</strong> stabilirsi e d’inserirsi permanentemente nel mondo del lavoro<br />

e nella società civile. D’altra parte essi evidenziano anche che il fenomeno non è totale e che<br />

quin<strong>di</strong> una crescente presenza straniera non potrà che determinare un numero crescente <strong>di</strong><br />

cancellazioni, contribuendo a mantenere elevato il fabbisogno.<br />

Nel 2004 l’Istat ha pubblicato dati relativi all’anzianità <strong>di</strong> presenza dei possessori <strong>di</strong> permessi<br />

<strong>di</strong> soggiorno. <strong>Il</strong> dato misura la durata della permanenza rispetto alla data nella quale il permesso è<br />

stato ottenuto. Visto il ruolo estremamente rilevante delle sanatorie ed il fatto che esse<br />

prevedevano la presenza in Italia anteriore alla presentazione della domanda <strong>di</strong> regolarizzazione, il<br />

dato ISTAT è una sottostima della durata della presenza effettiva nel nostro paese. Malgrado ciò al<br />

1 gennaio 2004 la comunità straniera presente in Italia aveva una permanenza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 5,7 anni (6<br />

per gli uomini, 5,3 per le donne), un dato che non può che essere considerato elevato visto che il<br />

fenomeno migratorio ha nel nostro paese una storia ancora molto breve. I paesi in via <strong>di</strong> sviluppo<br />

che registrano i valori più elevati sono Mauritius (10 anni), Iran (8,6), Filippine (8,2), Somalia<br />

(7,9), Senegal (7,8), Tunisia (7,6) e Ghana (7,5). Le durate minori sono registrate dai paesi<br />

dell’Europa dell’Est che hanno avuto un peso estremamente rilevante nei flussi migratori degli<br />

ultimi anni: Polonia (4,4), Federazione Russa (4,2), Romania (3,4), Moldavia (2,5) e Ucraina (2,5).<br />

Rientra in questo gruppo anche l’Ecuador (3,4).<br />

8.2 Lo stato civile - Nel 1992 la con<strong>di</strong>zione prevalente tra la popolazione immigrata era quella <strong>di</strong><br />

celibe (52,4%) e ciò era vero non solo per gli uomini (56,1%), ma anche per le donne (46,7%). A<br />

15 anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> coniugato è <strong>di</strong>venuta maggioritaria (54,1%) non solo per le<br />

donne (57,7%), ma anche per gli uomini (50,4%).<br />

274 Massimo Carfagna, “Le regolarizzazioni tra il 1986 ed il 1998”, Dossier Statistico Immigrazione 2002, Nuova<br />

Anterem, Roma, 2002; pp. 139-148.<br />

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