Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica
Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica
• Tutte le regioni del centro nord, ad eccezione della Liguria, hanno registrato aumenti della popolazione residente; • Tutte le regioni del sud, ad eccezione di Abruzzo, Molise e Sardegna hanno registrato diminuzioni della popolazione; • Tutte le regioni meridionali, ad eccezione di Abruzzo e Sardegna, hanno registrato saldi migratori interni e totali negativi. Possiamo, pertanto, cominciare ad enunciare alcune conclusioni che verranno più ampiamente documentate nella parte finale del volume. Il calo della popolazione residente in età lavorativa ben lungi dal provocare carenza di manodopera genera, in presenza di un mercato del lavoro che crea occupazione, flussi migratori che non solo sono in grado di compensare il calo dell’offerta interna, ma provocano un aumento della popolazione in età lavorativa e contribuiscono all’aumento di quella totale, anche attraverso aumenti consistenti del tasso di natalità e riduzioni del tasso di mortalità. 3.3.2 Il mercato del lavoro 3.3.2.1 Partecipazione, occupazione e disoccupazione Una delle caratteristiche più saliente ed anche più preoccupanti del mercato del lavoro Italiano è costituita dall’enorme differenziale occupazionale fra le regioni del nord e quelle del sud. Attualmente nelle regioni del Sud vive il 35,3% della popolazione in età lavorativa che esprime il 30,1% dell’offerta di lavoro, ma dispone solo del 28,3% dei posti di lavoro. La conseguenza è che mentre nelle regioni del Centro-Nord vi sono 62 posti di lavoro regolari ogni 100 persone in età lavorativa, nel Meridione ve ne sono solo 44 264 . Tav. 6.26 - Distribuzione della popolazione in età lavorativa, delle Forze di lavoro, dell'Occupazione e delle Persone in cerca di occupazione per ripartizione; Tav. 6.27 - Indicatori del mercato del lavoro per ripartizione; 2006 2006 tda tdo tdd PEL FDL Occ. PIO Centro Nord 64,7 69,9 71,7 45,7 Mezzogiorno 35,3 30,1 28,3 54,3 Nord 63,8 61,4 3,8 Centro 61,3 57,5 6,1 Mezzogiorno 49,9 43,8 12,3 Il diverso livello della domanda influenza il livello di partecipazione che risulta decisamente meno elevato nel Sud (49,9%) che nel Nord (63,8%); malgrado ciò, il tasso di disoccupazione del Sud è “solo” del 12,2% a fronte del 3,8% del Nord . Inoltre, un più elevato livello della domanda comporta possibilità occupazionali decisamente più elevate per le donne e rende estremamente più facile l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Per quanto riguarda il primo punto, il tasso di occupazione femminile delle regioni settentrionali (51,7%) è di quasi 23 punti più elevato di quello delle regioni meridionali (29,1%), mentre il tasso di disoccupazione femminile del sud è il triplo di quello del nord (16,5% contro 5,1%). Questa situazione si riflette, ovviamente, in differenziali di genere più elevati. Tav. 6.28 - Indicatori del mercato del lavoro per sesso e ripartizione; 2006 Nord Centro Sud t.d.a. t.d.o t.d.d t.d.a. t.d.o t.d.d t.d.a. t.d.o t.d.d Uomini 73,0 71,0 2,8 71,4 68,2 4,5 65,4 58,9 10,0 Donne 54,5 51,7 5,1 51,4 47,1 8,2 34,8 29,1 16,5 Diff. -18,6 -19,3 2,4 -20,1 -21,1 3,7 -30,6 -29,8 6,5 I grafici evidenziano poi come siano soprattutto i giovani, ed i particolare le giovani donne, a subire le conseguenze di una domanda insufficiente. I differenziali sud - nord del tasso di occupazione raggiungono, infatti, un valore massimo in corrispondenza della classe 25-29 per poi 264 Per le ripartizione la popolazione in età lavorativa è definita sull’intervallo 15-64 anni. 161
diminuire progressivamente nelle classi successive fino ad annullarsi per le classi più anziane. In sostanza, una domanda relativamente carente si traduce in una maggiore difficoltà d’ingresso dei giovani alla prima esperienza lavorativa, in una più elevata età media di uscita e in una età media più elevata degli occupati. Graf. 6.20a - tdo delle tre grandi ripartizioni e differenza Sud-Nord ; totale; 2006 Graf. 6.20b -tdd delle tre grandi ripartizioni e differenza Sud-Nord ; totale; 2006 100 80 60 40 20 0 -20 50 40 30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 65-69 Sud-Nord Nord Cent ro Sud Sud-Nord Nord Centro Sud 120 100 80 60 40 20 0 -20 Graf. 620c - tdo delle tre grandi ripartizioni e differenza Sud-Nord ; uomini; 2006 50 40 30 20 10 0 -10 -20 -30 Graf. 6.20d - tdd delle tre grandi ripartizioni e differenza Sud-Nord ; uomini; 2006 -40 15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 65-69 Sud-Nord Nord Cent ro Sud Sud-Nord Nord Centro Sud 100 80 60 40 20 0 -20 -40 Graf. 6.20e - tdo delle tre grandi ripartizioni e differenza Sud-Nord ; donne; 2006 Sud-Nord Nord Cent ro Sud 60 50 40 30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 Graf. 620f - tdd delle tre grandi ripartizioni e differenza Sud-Nord ; donne; 2006 15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 Sud-Nord Nord Centro Sud 65-69 Limitarsi a parlare di Nord e Sud è però una semplificazione eccessiva in un caso come quello italiano in cui i mercati locali del lavoro presentano situazioni e dinamiche molto differenti. Un’analisi a livello regionale, oltre a fornire una visione più articolata del problema, consente anche di cogliere meglio l’impatto che la domanda del lavoro ha nell’allocazione dei posti di lavoro e della disoccupazione e di verificare le ipotesi da noi avanzate in precedenza a questo riguardo. 162
- Page 111 and 112: • Verso la metà degli anni ‘90
- Page 113 and 114: Per quanto riguarda la possibilità
- Page 115 and 116: disoccupazione. Calcolata la popola
- Page 117 and 118: • Dalla popolazione per provenien
- Page 119 and 120: Capitolo 5 - Un modello stock fluss
- Page 121 and 122: Questo atteggiamento nei confronti
- Page 123 and 124: 2.2 Il modello generazionale del me
- Page 125 and 126: Molti anni fa per spiegare il model
- Page 127 and 128: Nel primo circuito l’intervallo t
- Page 129 and 130: 60 50 40 Graf. 5.1 - Paesi sottosvi
- Page 131 and 132: Nel 1950, nei paesi in via di svilu
- Page 133 and 134: 100000 80000 Graf. 5.8 - Paesisvilu
- Page 135 and 136: Italiano, che esista della disoccup
- Page 137 and 138: 40 35 30 25 20 15 10 5 0 1861-1871
- Page 139 and 140: diminuisce in maniera molto pronunc
- Page 141 and 142: Tav. 6.1 - Le principali variabili
- Page 143 and 144: Grafico 6.7 100 90 80 70 60 50 40 3
- Page 145 and 146: Grafico 6.9 60 50 Italia -O ccupati
- Page 147 and 148: Tav. 6.10 - Italia; distribuzione p
- Page 149 and 150: Tav . 6.13 - Unità di lavoro dipen
- Page 151 and 152: Tav. 6.16b - Italia; flussi di popo
- Page 153 and 154: en l'82,2% alle uscite definitive e
- Page 155 and 156: 3.000 Italia; PEL, FdL e Occupazion
- Page 157 and 158: Trenta anni sono stati dunque suffi
- Page 159 and 160: scolarità delle classi più anzian
- Page 161: della popolazione italiana è quasi
- Page 165 and 166: Graf. 6.22a - Tassi di occupazione
- Page 167 and 168: In tutte le ripartizioni il livello
- Page 169 and 170: Tav. 6.37 - Incidenza delle unità
- Page 171 and 172: Capitolo settimo - La presenza stra
- Page 173 and 174: Prospetto 7.1 - Quote d'ingresso pe
- Page 175 and 176: Tav. 7.2 - Cittadini stranieri; pop
- Page 177 and 178: Capoluoghi di Regione: Milano, Peru
- Page 179 and 180: Tav. 7.8 - Popolazione italiana e s
- Page 181 and 182: decisamente inferiore a quella dell
- Page 183 and 184: nostro paese 277 . Nell’arco degl
- Page 185 and 186: Tav. 7.18 - Permessi di soggiorno p
- Page 187 and 188: della popolazione straniera. Ciò c
- Page 189 and 190: all’aumento occupazionale di ques
- Page 191 and 192: ichiede in settori come l’agricol
- Page 193 and 194: Obiettivo di questo capitolo è que
- Page 195 and 196: Tav. 8.2- Italia e ripartizioni; po
- Page 197 and 198: sostanzialmente perfetta il calo de
- Page 199 and 200: I dati del nord e del centro risult
- Page 201 and 202: dei posti di lavoro aggiuntivi è s
- Page 203 and 204: Tav. 8.16 - Italia e ripartizioni;
- Page 205 and 206: occupazione specifici dell’anno d
- Page 207 and 208: contribuito medio annuo della popol
- Page 209 and 210: Quindi, perché sostenere che, al c
- Page 211 and 212: arriverebbe al 40 % e ciò causereb
<strong>di</strong>minuire progressivamente nelle classi successive fino ad annullarsi per le classi più anziane. In<br />
sostanza, una domanda relativamente carente si traduce in una maggiore <strong>di</strong>fficoltà d’ingresso dei<br />
giovani alla prima esperienza lavorativa, in una più elevata età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> uscita e in una età me<strong>di</strong>a<br />
più elevata degli occupati.<br />
Graf. 6.20a - tdo delle tre gran<strong>di</strong> ripartizioni<br />
e <strong>di</strong>fferenza Sud-Nord ; totale; 2006<br />
Graf. 6.20b -tdd delle tre gran<strong>di</strong> ripartizioni e<br />
<strong>di</strong>fferenza Sud-Nord ; totale; 2006<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
-20<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
-10<br />
-20<br />
-30<br />
-40<br />
15-19<br />
20-24<br />
25-29<br />
30-34<br />
35-39<br />
40-44<br />
45-49<br />
50-54<br />
55-59<br />
60-64<br />
65-69<br />
Sud-Nord Nord Cent ro Sud<br />
Sud-Nord Nord Centro Sud<br />
120<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
-20<br />
Graf. 620c - tdo delle tre gran<strong>di</strong> ripartizioni e<br />
<strong>di</strong>fferenza Sud-Nord ; uomini; 2006<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
-10<br />
-20<br />
-30<br />
Graf. 6.20d - tdd delle tre gran<strong>di</strong> ripartizioni<br />
e <strong>di</strong>fferenza Sud-Nord ; uomini; 2006<br />
-40<br />
15-19<br />
20-24<br />
25-29<br />
30-34<br />
35-39<br />
40-44<br />
45-49<br />
50-54<br />
55-59<br />
60-64<br />
65-69<br />
Sud-Nord Nord Cent ro Sud<br />
Sud-Nord Nord Centro Sud<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
-20<br />
-40<br />
Graf. 6.20e - tdo delle tre gran<strong>di</strong> ripartizioni e<br />
<strong>di</strong>fferenza Sud-Nord ; donne; 2006<br />
Sud-Nord Nord Cent ro Sud<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
-10<br />
-20<br />
-30<br />
-40<br />
Graf. 620f - tdd delle tre gran<strong>di</strong> ripartizioni e<br />
<strong>di</strong>fferenza Sud-Nord ; donne; 2006<br />
15-19<br />
20-24<br />
25-29<br />
30-34<br />
35-39<br />
40-44<br />
45-49<br />
50-54<br />
55-59<br />
60-64<br />
Sud-Nord Nord Centro Sud<br />
65-69<br />
Limitarsi a parlare <strong>di</strong> Nord e Sud è però una semplificazione eccessiva in un caso come quello<br />
italiano in cui i mercati locali del lavoro presentano situazioni e <strong>di</strong>namiche molto <strong>di</strong>fferenti.<br />
Un’analisi a livello regionale, oltre a fornire una visione più articolata del problema, consente<br />
anche <strong>di</strong> cogliere meglio l’impatto che la domanda del lavoro ha nell’allocazione dei posti <strong>di</strong><br />
lavoro e della <strong>di</strong>soccupazione e <strong>di</strong> verificare le ipotesi da noi avanzate in precedenza a questo<br />
riguardo.<br />
162