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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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Tra il 1981 ed il 2004 l’occupazione italiana, misurata in ULA, è aumentata <strong>di</strong> 2.371.000 unità<br />

(+10,7%). <strong>Il</strong> lavoro regolare ha contribuito per 1.586.000 unità (+8,1%) e quello irregolare per<br />

785.000 (+31,6%). L’incidenza dell’occupazione irregolare sull’occupazione totale è così passata<br />

dal 11,3% al 13,4%.<br />

Tav. 6.12 - Italia - Unità <strong>di</strong> lavoro regolare e non regolare per posizione nella professione; 1981-2004<br />

Dipendenti In<strong>di</strong>pendenti Totali<br />

Regolari Non regolari Totale Regolari Non regolari Totale Regolari Non regolari Totale<br />

valori assoluti<br />

1981 13.621 1.679 15.299 5.953 806 6.760 19.574 2.485 22.059<br />

1991 13.654 2.609 16.263 6.800 545 7.345 20.454 3.154 23.608<br />

1995 12.927 2.694 15.621 6.339 569 6.907 19.266 3.263 22.528<br />

2004 14.532 2.699 17.231 6.628 570 7.199 21.160 3.269 24.430<br />

variazioni assolute<br />

1981-91 34 930 964 847 - 261 586 880 669 1.549<br />

1991-95 - 727 85 - 642 - 461 23 - 438 - 1.189 109 - 1.080<br />

1995-04 1.605 5 1.610 290 1 291 1.895 7 1.901<br />

1981-04 911 1.021 1.932 675 - 236 439 1.586 785 2.371<br />

variazioni percentuali<br />

1981-91 0,2 55,4 6,3 14,2 - 32,4 8,7 4,5 26,9 7,0<br />

1991-95 - 5,3 3,3 - 3,9 - 6,8 4,3 - 6,0 - 5,8 3,4 - 4,6<br />

1995-04 12,4 0,2 10,3 4,6 0,2 4,2 9,8 0,2 8,4<br />

1981-04 6,7 60,8 12,6 11,3 - 29,3 6,5 8,1 31,6 10,7<br />

All’interno <strong>di</strong> questo lungo periodo emergono tre fasi, due caratterizzate dall’espansione ed<br />

una dalla contrazione del lavoro irregolare. Nella prima, che abbraccia il periodo 1981-1991, le<br />

unità <strong>di</strong> lavoro totali crescono del 7% ed il lavoro irregolare contribuisce per il 43,2%. La seconda,<br />

che va dal 1991 al 1995, provoca, in soli 4 anni, la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> oltre un milione <strong>di</strong> Unità <strong>di</strong><br />

lavoro. La crisi colpisce unicamente il lavoro regolare, mentre quello irregolare cresce <strong>di</strong> oltre<br />

100.000 unità ed il suo peso sale dal 13,4% al 14,5%. Nel 1996 inizia una nuova fase espansiva,<br />

tuttora in corso, ma della quale possiamo documentare solo il periodo fino al 2004. In questi otto<br />

anni il numero delle ULA totali cresce <strong>di</strong> 1,9 milioni <strong>di</strong> unità, quasi tutte regolari, il che porta, ad<br />

una notevole riduzione dell’incidenza del lavoro irregolare. Si noti, tuttavia, che l’incidenza del<br />

lavoro irregolare cresce fino al 1998, quando tocca un massimo del 15,1%, un valore che rimarrà<br />

costante fino al 2001.<br />

La crescita delle ULA totali registrata tra il 1981 ed il 2004 è da imputare per l’81% al lavoro<br />

<strong>di</strong>pendente il cui peso passa dal 69,8% al 71%. Nello stesso periodo il lavoro irregolare <strong>di</strong>pendente<br />

cresce in maniera ancora più accentuata del lavoro <strong>di</strong>pendente totale, cosicché la sua incidenza<br />

passa dal 11% al 15,7%, con una punta del 18% nel 2001. Poiché nello stesso periodo il lavoro<br />

irregolare <strong>di</strong>pendente <strong>di</strong>minuisce del 29,3%, si registra una progressiva concentrazione del lavoro<br />

irregolare nel lavoro <strong>di</strong>pendente (dal 67,6% al 82,6%).<br />

unità <strong>di</strong> lavoro (ULA). Le ULA (unità <strong>di</strong> lavoro) costituiscono una stima dei servizi <strong>di</strong> lavoro, e sono rilevate sia per<br />

l’economia regolare, sia per quella irregolare. Questo dato è in<strong>di</strong>spensabile per misurare il livello e l’andamento della<br />

produttività. Le ULA rappresentano il numero degli uomini anno a tempo pieno. I lavoratori part time sono, infatti,<br />

computati con un peso uguale alle ore da essi effettivamente lavorate<br />

261 Finalità <strong>di</strong>verse sono perseguite dall’Indagine sulle Forze <strong>di</strong> Lavoro che mira a valutare il numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> uomini<br />

presenti nell’occupazione e nelle altre con<strong>di</strong>zioni nel corso dell’anno. I valori me<strong>di</strong> dell’ISTAT rappresentano pertanto<br />

uomini anno che potranno essere o a tempo pieno o a tempo parziale. Anche in questo caso il dato non fornisce quin<strong>di</strong><br />

una valutazione delle persone che sperimentano lo status <strong>di</strong> occupato dato che una percentuale <strong>di</strong> essi non è presente<br />

nell’occupazione per l’intero arco dell’anno per una serie <strong>di</strong> ragioni:<br />

• Alcuni lavoratori entrano nell’occupazione nel corso dell’anno e pur <strong>di</strong>sponendo <strong>di</strong> contratti a tempo<br />

indeterminato saranno presenti nello status <strong>di</strong> occupato solo per una porzione dell’anno<br />

• Analogamente lo stesso sarà vero per le persone che escono definitivamente dall’occupazione nel corso<br />

dell’anno e lavorano quin<strong>di</strong> solo alcuni mesi<br />

• L’analisi dei flussi ha inoltre evidenziato la presenza <strong>di</strong> movimenti temporanei tra l’occupazione e le altre<br />

con<strong>di</strong>zioni dovute al fatto che alcuni lavori sono <strong>di</strong> tipo stagionale o più in generale perché le entrate sono<br />

basate su contratti temporanei <strong>di</strong> breve durata.<br />

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