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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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<strong>di</strong>minuisce in maniera molto pronunciata nei quaranta anni successivi scendendo ad un valore<br />

me<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> 470.000 tra il 1951 ed il 1961. <strong>Il</strong> periodo successivo è caratterizzato da un trend<br />

moderatamente crescente.<br />

Come conseguenza degli andamenti che abbiamo appena descritto, il saldo naturale presenta<br />

valori crescenti fino al decennio 1961–71 -con due interruzioni in concomitanza dei conflitti<br />

mon<strong>di</strong>ali- quando raggiunge il proprio massimo storico, a causa dell’impennata della natalità e<br />

malgrado il numero dei morti sia ormai in fase crescente.<br />

Nel 1964 nascono, come abbiamo già visto, 1.035.207 bambini, un valore vicino a quelli che si<br />

erano registrati fra il 1861 ed il 1931, un periodo nel quale la popolazione era però decisamente<br />

meno numerosa, ed i tassi <strong>di</strong> natalità erano prossimi o superiori al 30 per mille. A partire dal 1965,<br />

il numero dei nati inizia a contrarsi e poi dal 1973 a crollare con una velocità senza precedenti,<br />

tanto da scendere nel 1986 a circa 562.000 unità con una per<strong>di</strong>ta percentuale del 45,7% in soli 22<br />

anni. Nel ventennio successivo il numero dei nati presenta modeste oscillazioni con un valore<br />

massimo <strong>di</strong> 581.000 nel 1990 ed uno minimo <strong>di</strong> 537.000 nel 1994.<br />

1.200.000<br />

1.000.000<br />

Graf. 6.6 - Italia; Nati, morti e saldo naturale<br />

Saldo naturale Nati Morti<br />

800.000<br />

600.000<br />

400.000<br />

200.000<br />

0<br />

-200.000<br />

1952<br />

1954<br />

1956<br />

1958<br />

1960<br />

1962<br />

1964<br />

1966<br />

1968<br />

1970<br />

1972<br />

1974<br />

1976<br />

1978<br />

1980<br />

1982<br />

1984<br />

1986<br />

1988<br />

1990<br />

1992<br />

1994<br />

1996<br />

1998<br />

2000<br />

2002<br />

2004<br />

2006<br />

<strong>Il</strong> dato del 2006 è analogo a quello del 1987, ma la situazione che lo genera è molto <strong>di</strong>versa.<br />

Infatti, mentre nel 1987 i nati erano quasi totalmente citta<strong>di</strong>ni italiani, nel 2006 quasi 58.000<br />

(10,4%) sono stranieri. <strong>Il</strong> pareggio del saldo naturale è pertanto dovuto all’apporto della comunità<br />

straniera senza la quale nel 2006 il tasso <strong>di</strong> natalità sarebbe stato del 8,9 per mille e quello <strong>di</strong><br />

mortalità del 9,9 per mille. <strong>Il</strong> ritorno del saldo naturale a valori <strong>di</strong> equilibrio è quin<strong>di</strong> da imputare al<br />

nuovo grande fenomeno <strong>demografico</strong>, l’arrivo nel nostro paese <strong>di</strong> un numero crescente <strong>di</strong> stranieri<br />

il cui numero è passato dai circa 740.000 del 1995 agli oltre quattro milioni attuali e che fa sì,<br />

come vedremo meglio in seguito, che la popolazione in età lavorativa non <strong>di</strong>minuisca e quella totale<br />

aumenti.<br />

3. Le gran<strong>di</strong> trasformazioni del mercato del lavoro italiano 1966-2006<br />

Tra il 1966 ed il 2006 le caratteristiche strutturali del mercato del lavoro italiano sono<br />

drammaticamente cambiate. Alcuni <strong>di</strong> questi cambiamenti sono stati, se non totalmente causati,<br />

certamente propiziati dall’evoluzione demografica <strong>di</strong> questi ultimi anni.<br />

In questo paragrafo analizzeremo, sia pure in maniera estremamente sintetica, alcuni dei<br />

cambiamenti più rilevanti utilizzando sia una prospettiva <strong>di</strong> stock, sia una prospettiva <strong>di</strong> flusso 254 . <strong>Il</strong><br />

limitato livello <strong>di</strong> informazione <strong>di</strong>sponibile per il 1966 non ci permetterà <strong>di</strong> effettuare tutti i<br />

confronti su <strong>di</strong> un orizzonte temporale <strong>di</strong> quaranta anni; pertanto, rispetto ad alcune variabili,<br />

254 Nell’intervallo considerato in questo stu<strong>di</strong>o l’Istat ha mo<strong>di</strong>ficato numerose volte le definizioni <strong>di</strong> occupato, persona in<br />

cerca <strong>di</strong> occupazione e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> forze <strong>di</strong> lavoro. Le <strong>di</strong>fferenze tra le definizioni adottate all’inizio e alla fine del periodo<br />

non sono tuttavia tali da mo<strong>di</strong>ficare in maniera sostanziale le <strong>di</strong>mensioni dei fenomeni che stiamo analizzando.<br />

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