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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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5. La proposta <strong>di</strong> una nuova metodologia per la costruzione <strong>di</strong> scenari del mercato<br />

del lavoro e dei relativi scenari demografici.<br />

Possiamo ora riassumere brevemente le critiche che abbiamo avanzato ai modelli previsivi <strong>di</strong><br />

tipo <strong>demografico</strong> e <strong>di</strong> tipo economico.<br />

La critica fondamentale è che essi non si basano su modelli comportamentali e quin<strong>di</strong> non<br />

considerano le interrelazioni causali che legano i parametri <strong>di</strong> base, le variabili da prevedere,<br />

nonché parametri e variabili. Inoltre, nel caso del modello dell’Unione Europea, in cui vi è un pur<br />

larvale approccio modellistico, il modello utilizzato si pone in netta contrad<strong>di</strong>zione con le ipotesi <strong>di</strong><br />

base della teoria economica. In sostanza si tratta <strong>di</strong> procedure meccaniche prive <strong>di</strong> qualunque<br />

riferimento ad interpretazioni del contesto economico e sociale o che utilizzano ipotesi economiche<br />

abnormi.<br />

Questa accusa <strong>di</strong> meccanicismo <strong>demografico</strong> è stata estesa anche agli esercizi<br />

sull’immigrazione sostitutiva, i cui scenari non rispondono a nessun chiaro obiettivo economico, ed<br />

ai parametri più utilizzati per misurare il carico strutturale la cui lettura non fornisce in<strong>di</strong>cazioni<br />

utilizzabili per sviluppare politiche economiche e del lavoro.<br />

La nostra precedente <strong>di</strong>scussione ha poi posto in luce come<br />

• L’ipotesi <strong>di</strong> istantaneo adattamento dei tassi i fecon<strong>di</strong>tà degli immigrati ai valori della<br />

comunità residente sia, per lo meno per quanto riguarda il nostro paese, contraddetta<br />

dalle analisi empiriche;<br />

• L’idea che la carenza <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> lavoro dovuta alle tendenza demografiche possa<br />

essere risolta tramite incrementi della produttività ed aumenti della partecipazione non<br />

è realistica in economie ormai fortemente terziarizzate ed in particolare in una<br />

situazione come quella italiana in cui il tasso <strong>di</strong> partecipazione reale è molto più elevato<br />

<strong>di</strong> quello ufficiale a seguito della presenza <strong>di</strong> una estesa economia sommersa.<br />

Si è infine evidenziato come la procedura <strong>di</strong> rilevazione del fabbisogno <strong>di</strong> importare<br />

manodopera proposta dalla nostra legislazione non solo non fornisce una definizione teorica <strong>di</strong><br />

questo concetto, né del suo correlato empirico, ma la concezione <strong>di</strong> fabbisogno adottata è<br />

teoricamente errata.<br />

Avendo chiarito i “punti deboli” delle procedure oggi utilizzate sia dagli Istituti <strong>di</strong> statistica, sia<br />

delle nostre istituzioni, possiamo ora passare alla fase propositiva delineando un sistema logico<br />

alternativo in grado <strong>di</strong> produrre scenari del mercato del lavoro -che includono una stima del<br />

fabbisogno <strong>di</strong> manodopera esterna - e scenari demografici, entrambi non affetti dai problemi che<br />

abbiamo appena elencato.<br />

Questo sistema logico <strong>di</strong>fferisce in maniera sostanziale dal precedente e si presenta decisamente<br />

più complesso. In primo luogo la proiezione della popolazione non rappresenta il punto <strong>di</strong> partenza,<br />

ma il punto <strong>di</strong> arrivo; in secondo luogo il percorso qui delineato non si svolge lungo un unico<br />

sentiero, ma si basa sulla confluenza <strong>di</strong> due percorsi, quello <strong>demografico</strong> e quello economico. <strong>Il</strong><br />

modello del mercato del lavoro -che verrà ampiamente <strong>di</strong>scusso nel prossimo capitolo- è un<br />

modello stock-flussi dato che, come argomenteremo in seguito, un modello basato su variabili <strong>di</strong><br />

stock non può gestire in maniera adeguata il problema dei flussi migratori. Inoltre, nella nostra<br />

impostazione è la domanda <strong>di</strong> lavoro, e più precisamente la domanda <strong>di</strong> lavoro in termini <strong>di</strong> flusso,<br />

il motore del mercato del lavoro. L’offerta, come numerosissimi stu<strong>di</strong> condotti a partire dall’inizio<br />

degli anni 60 hanno ampiamente <strong>di</strong>mostrato, ha le propria determinanti principali nella domanda <strong>di</strong><br />

lavoro e nella popolazione in età lavorativa. Nel caso in cui vi sia una carenza strutturale <strong>di</strong> offerta,<br />

il raggiungimento <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> equilibrio richiede che l’offerta includa anche una<br />

componente immigrata. Infine, il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione non è stabilito aprioristicamente (a<br />

tavolino o come desiderato politico), ma è la risultante dell’andamento della domanda e della<br />

reattività dell’offerta rispetto alla domanda. In conclusione si potrebbe sostenere che questo sistema<br />

utilizza una strumentazione demografica (un approccio generazionale alla costruzione delle<br />

variabili del mercato del lavoro viste tutte come delle popolazioni) e relazioni causali economiche.<br />

La Figura 4.3 sintetizza il percorso logico proposto che è poi dettagliato nella Figura 4.4 .<br />

I punti <strong>di</strong> partenza della procedura qui suggerita sono due: da un lato la struttura demografica<br />

della popolazione nell’anno <strong>di</strong> partenza e dall’altro la struttura demografica dell’occupazione e<br />

delle forze <strong>di</strong> lavoro (e quin<strong>di</strong> della <strong>di</strong>soccupazione). I dati <strong>di</strong> partenza sono pertanto costituiti<br />

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