02.02.2015 Views

Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

nell’indagine Excelsior non è chiaro. Da come le domande sono formulate sono portato a ritenere<br />

che Excelsior misuri le entrate <strong>di</strong> persone e non i contratti sottoscritti. Ciò tuttavia implicherebbe<br />

l’incapacità <strong>di</strong> Excelsior <strong>di</strong> cogliere forse l’aspetto più caratterizzante del nostro mercato del lavoro<br />

degli ultimi anni, una forte flessibilità in entrata ed in uscita che si concretizza in un numero<br />

estremamente elevato <strong>di</strong> assunzioni multiple.<br />

Vi è poi un ultimo problema, forse il più rilevante quantitativamente, che riguarda l’ipotesi <strong>di</strong><br />

base della rilevazione Excelsior, vale a <strong>di</strong>re la capacità delle imprese intervistate <strong>di</strong> riportare<br />

fedelmente le movimentazione avvenute negli ultimi do<strong>di</strong>ci mesi e prevedere quelle future. Alcune<br />

indagini 227 hanno evidenziato che le imprese, soprattutto quelle <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o piccole,<br />

incontrano gravissime <strong>di</strong>fficoltà a ricostruire le uscite e le entrate intervenute negli ultimi mesi.<br />

Uno dei motivi è che molte imprese affidano a professionisti che non lavorano in azienda la<br />

gestione delle paghe e quin<strong>di</strong> al momento dell’intervista non hanno accesso <strong>di</strong>retto alle<br />

informazioni che potrebbero permettere <strong>di</strong> ricostruire i movimenti passati e stimare meglio quelli<br />

futuri. Questo problema non può non presentarsi nel caso delle interviste telefoniche. Per quanto<br />

riguarda la previsione della movimentazione futura, a parte le inevitabili omissioni dovute alle<br />

cause in<strong>di</strong>cate in precedenza, è poi chiaramente emerso dalle indagini svolte che il livello <strong>di</strong><br />

accuratezza delle risposte (e quin<strong>di</strong> dell’errore) <strong>di</strong>pende dal ruolo svolto in azienda dai <strong>di</strong>pendenti.<br />

In particolare la capacità previsiva, ma anche la precisione retrospettiva, è positivamente correlata<br />

all’importanza del ruolo svolto in azienda.<br />

Come si vede non mancano certo le motivazioni per spiegare il fallimento dell’indagine<br />

Excelsior nel cogliere le movimentazioni e per spiegare come le <strong>di</strong>storsioni siano più gravi per<br />

certe figure professionali che per altre.<br />

Di fatto il problema <strong>di</strong> definire il concetto <strong>di</strong> fabbisogno e quin<strong>di</strong> formulare delle procedure<br />

che ne consentano una corretta valutazione non è mai stato affrontato in maniera corretta ed<br />

esaustiva dai documenti governativi. Come la precedente <strong>di</strong>scussione ha ampiamente <strong>di</strong>mostrato le<br />

cause non sono solo ideologiche.<br />

3.2 Produttività e aumento della partecipazione: due false soluzioni<br />

Uno dei leit motif della letteratura demografica è che la carenza <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> lavoro possa essere<br />

gestita da un aumento della produttività o da un innalzamento della partecipazione, in particolare<br />

dei lavoratori anziani. A mio avviso si tratta <strong>di</strong> argomenti senza alcun fondamento né teorico, né<br />

empirico a causa della natura strutturale della carenza <strong>di</strong> offerta.<br />

Per quanto riguarda il primo punto, il livello della domanda <strong>di</strong> lavoro in termini <strong>di</strong> stock (il<br />

numero dei posti <strong>di</strong> lavoro) può <strong>di</strong>minuire solo qualora l’aumento della produttività sia maggiore <strong>di</strong><br />

quello della produzione. Affinché la soluzione “produttività” possa funzionare sarebbe quin<strong>di</strong><br />

necessario che l’aumento della produttività eccedesse l’aumento della produzione <strong>di</strong> un ammontare<br />

pari alla <strong>di</strong>minuzione percentuale della popolazione in età lavorativa e ciò per tutto il periodo nel<br />

quale la popolazione autoctona in età lavorativa continuerà a <strong>di</strong>minuire. In sostanza, a parità <strong>di</strong> altre<br />

con<strong>di</strong>zioni, per eliminare il fabbisogno occupazionale <strong>di</strong> un paese come l’Italia nei prossimi 50<br />

anni, la produttività dovrebbe crescere il 30% in più della produzione. Si tratta <strong>di</strong> un evento<br />

impossibile e credo non auspicabile. Negli ultimi 50 anni in tutti i paesi industrializzati la<br />

produttività è cresciuta decisamente meno della produzione, come evidenzia il fatto che<br />

l’occupazione è cresciuta ovunque. I rari momenti <strong>di</strong> calo dell’occupazione sono associati o a fasi<br />

<strong>di</strong> profonda ristrutturazione della struttura occupazionale (ad esempio gli anni ’60) o a fasi <strong>di</strong><br />

pronunciata crisi economica caratterizzati da contrazioni del PIL. In Italia, dal 1981 ad oggi, un<br />

fenomeno <strong>di</strong> questo genere si è registrato solo nel triennio 1992-1994. Bisogna, infine, ricordare<br />

che i tassi <strong>di</strong> crescita della produttività sono venuti riducendosi con il progre<strong>di</strong>re della<br />

terziarizzazione e che è molto improbabile che nei prossimi 50 anni le economie dei paesi avanzati<br />

siano caratterizzate dal ritorno a processi produttivi ad alta intensità <strong>di</strong> capitale e comunque tali da<br />

portare il tasso <strong>di</strong> crescita della produttività a valori me<strong>di</strong> superiori al 2%.<br />

227 Bruni Michele e Dario Ceccarelli (2001), "Domanda <strong>di</strong> lavoro e fabbisogni formativi nel settore del turismo.<br />

Un'indagine sulle aziende del sud", in Stefano Poeta (a cura <strong>di</strong>), L'analisi dei fabbisogni formativi e professionali del<br />

settore turismo, Franco Angeli Milano; Paolo Bertolini, Bruni Michele, Enrico Giovanetti, (2001), “Struttura produttiva<br />

e mercato del lavoro nell’agrindustria: evoluzione tecnologica e bisogni formativi, Working paper del <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Economia</strong> Politica dell’Università <strong>di</strong> Modena, n. 386.<br />

111

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!