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Il futuro demografico dell'Italia - Dipartimento di Economia politica

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<strong>di</strong> modello <strong>di</strong> flusso utilizzato da Excelsior non è quello coerente con il problema specifico del<br />

fabbisogno.<br />

Per quanto riguarda l’atten<strong>di</strong>bilità. delle stime, nel nostro paese esistono numerose fonti<br />

(INAIL, INPS, Centri per l’Impiego, ISTAT) che forniscono dati sulle entrate nell’occupazione,<br />

sia pure sulla base <strong>di</strong> definizioni e <strong>di</strong> modalità <strong>di</strong> rilevazione <strong>di</strong>verse.<br />

Tali rilevazioni possono essere classificate in due gruppi. Nel primo rientra solo la<br />

rilevazione dei flussi lor<strong>di</strong> condotti dall’ISTAT. Essa si basa sull’idea <strong>di</strong> verificare quante persone<br />

si siano spostate in un dato intervallo da una con<strong>di</strong>zione all’altra. In sostanza l’Indagine tenta <strong>di</strong><br />

stimare quante persone siano ancora, ad esempio, occupate a tre mesi o a do<strong>di</strong>ci mesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza<br />

dalla precedente rilevazione e, qualora non lo siano più, in quale con<strong>di</strong>zione siano passate. Ciò<br />

permette <strong>di</strong> costruire una matrice dei passaggi <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zione relativi ad intervalli <strong>di</strong> tempo<br />

specifici. Al <strong>di</strong> là dei complessi problemi <strong>di</strong> stima che questo esercizio comporta, va segnalata una<br />

sua peculiarità che ne evidenzia meglio <strong>di</strong> ogni altra le caratteristiche intrinseche. <strong>Il</strong> numero delle<br />

transizioni rilevate con questa metodologia decresce all’aumentare del periodo. In sostanza, se a<br />

<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tre mesi i passaggi nell’occupazione da un’altra con<strong>di</strong>zione (persona in cerca <strong>di</strong><br />

occupazione, non forza lavoro, ecc.) sono due milioni, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci risultano pari a circa la<br />

metà. La spiegazione <strong>di</strong> questo dato contro intuitivo sta nel fatto che maggiore è l’intervallo<br />

considerato, maggiore è il numero <strong>di</strong> passaggi transitori che si cancellano a vicenda. Per intervalli<br />

più lunghi i passaggi transitori non cancellati da passaggi nell’opposta <strong>di</strong>rezione tendono a<br />

<strong>di</strong>venire sempre meno rilevanti e la stima dei passaggi <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zione ottenute con questa<br />

metodologia tende alla stima <strong>di</strong> quelli che definiremo “ingressi generazionali” nell’area<br />

dell’occupazione.<br />

Nel secondo gruppo rientrano le rilevazioni effettuate da INAIL, INPS e Centri per<br />

l’Impiego che misurano tutti gli ingressi nell’occupazione, sia pure partendo da <strong>di</strong>verse procedure<br />

amministrative. Nel caso dei Centri per l’Impiego, ad esempio, la misura riguarda tutti gli avviati,<br />

in quella dell’INAIL tutti i lavoratori che sono stati assicurati presso l’Ente. L’indagine Excelsior<br />

rientra nel secondo gruppo e quin<strong>di</strong> i suoi dati dovrebbero fornire una previsione delle entrate nella<br />

occupazione che vengono poi misurate ex post da INAIL, INPS e Centri per l’Impiego.<br />

<strong>Il</strong> primo fatto che emerge da un confronto tra i dati Inail ed i dati Excelsior è che le stime<br />

Excelsior si pongono su <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza totalmente <strong>di</strong>verso da quello INAIL: per il 2005,<br />

ad esempio, Excelsior prevedeva circa 650mila entrate nell’occupazione, mentre quelle<br />

contabilizzate dall’INAIL per lo stesso periodo sono <strong>di</strong> poco inferiori a 7 milioni. Tuttavia, poiché<br />

i dati si riferiscono a universi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa consistenza (Excelsior non include agricoltura e pubblico<br />

Impiego) è opportuno confrontare i due dati non in termini assoluti, ma relativi, vale a <strong>di</strong>re<br />

utilizzando i tassi <strong>di</strong> ingresso nell’occupazione 224 . <strong>Il</strong> dato INAIL corrisponde ad un tasso<br />

d’ingresso del 42%, a fronte <strong>di</strong> un valore proposto da Excelsior del 6,5 %. Si tratta <strong>di</strong> due valori<br />

che forniscono una visione totalmente contrapposta del nostro mercato del lavoro, anche<br />

considerando che Excelsior non misura il lavoro stagionale. Infatti, se il dato Excelsior fosse<br />

corretto, il mercato del lavoro del nostro paese presenterebbe un livello <strong>di</strong> rigi<strong>di</strong>tà che non<br />

troverebbe confronto in alcuna economia <strong>di</strong> libero mercato. Basti osservare che esso implicherebbe<br />

una durata me<strong>di</strong>a dei posti <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> circa se<strong>di</strong>ci anni. Di contro, se fosse corretto il dato INAIL,<br />

secondo il quale la durata me<strong>di</strong>a dei posti <strong>di</strong> lavoro è inferiore ai tre anni, il nostro mercato del<br />

lavoro risulterebbe uno dei più flessibili dell’Europa continentale ed il suo livello <strong>di</strong> mobilità<br />

sarebbe molto vicino a quello degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Quale dei due dati è più<br />

cre<strong>di</strong>bile<br />

Nel 2002 l’Osservatorio sulla mobilità <strong>di</strong>retto da Bruno Contini 225 ha presentato un rapporto<br />

molto dettagliato sulla mobilità del lavoro nel nostro paese basato su statistiche Inps. <strong>Il</strong> limite<br />

maggiore <strong>di</strong> questo lavoro, per altro estremamente rigoroso ed approfon<strong>di</strong>to, è quello <strong>di</strong> fornirci<br />

tassi <strong>di</strong> ingresso e <strong>di</strong> turnover che arrivano fino al 1996. Poiché vi sono forti in<strong>di</strong>cazioni che la<br />

flessibilità del mercato del lavoro è aumentata nel periodo successivo, possiamo ritenere che i tassi<br />

d’ingresso, misurati nel periodo coperto dall’analisi dell’Osservatorio della mobilità, siano inferiori<br />

a quelli attuali. Per quanto ci riguarda, i risultati <strong>di</strong> maggiore interesse pubblicati dall’Osservatorio<br />

sono i seguenti:<br />

224 <strong>Il</strong> tasso <strong>di</strong> ingresso è dato dal rapporto tra le entrate nella occupazione ed il numero degli occupati <strong>di</strong>pendenti.<br />

225 Contini Bruno (a cura <strong>di</strong>) (2002), Osservatorio della mobilità del lavoro, <strong>Il</strong> Mulino, Bologna<br />

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