4 - Società Chimica Italiana
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Cristina Duranti<br />
interpretare i risultati di una campagna d'analisi per operare scelte produttive e accertare il rispetto delle norme haaccp<br />
ed i dettati dei disciplinari di produzione.<br />
Questioni di metodo<br />
Concordo pienamente con le considerazioni contenute nell'introduzione della Proposta di curricolo verticale per il<br />
triennio non specialistico “La didattica laboratoriale è considerata oggi la metodologia più adatta per lo studio delle<br />
scienze: abitua ad osservare, ad affrontare situazioni problematiche, a formulare ipotesi, a cercare dati e costrutti teorici<br />
per comprovarne la validità; incoraggia ad argomentare; sviluppa atteggiamenti critici, abitua all’autonomia. È<br />
essenziale quindi per sviluppare quelle competenze che possono consentire agli alunni di affrontare con successo gli<br />
studi universitari e di partecipare in modo critico alle scelte sociali ed economiche.<br />
Con questa metodologia l’insegnamento della <strong>Chimica</strong> può contribuire a rafforzare lo sviluppo delle otto competenze<br />
chiave per la cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria (....... ) ed a consolidarle. “<br />
Aggiungo anche che quando si parla di approccio laboratoriale non s'intende tanto una sorta di attivismo sperimentale<br />
“perché si deve far tutto in laboratorio” quanto che l'atteggiamento ed il clima che si instaura tra docente e discenti e´<br />
quello di un atelier dove circolano idee, interpretazioni, dubbi che alla fine l´insegnante coagula e porta a sintesi.<br />
A me pare che il fermento più´ fecondo di questa impostazione sia quello di superare decisamente la distinzione tra<br />
lezione teorica e lezione pratica. É un particolare tutt'altro che trascurabile perché non corrisponde affatto alla prassi<br />
più diffusa, sicuramente negli Istituti agrari, che comporta che il docente tecnico-pratico prenda in consegna l´allievo<br />
dal docente “teorico”, lo alleni ad eseguire delle operazioni per attribuirgli un voto ¨pratico¨ talvolta con una<br />
programmazione parallela non sempre in sintonia con quella del docente “teorico”.<br />
É il retaggio dei vecchi istituti tecnici nei quali la parte addestrativa aveva ampio spazio nel quadro orario e, per la<br />
verità, aveva anche una sua ragion d´essere nel fatto che al perito erano proprio richieste quel tipo di prestazioni. Se ne<br />
trova tuttora traccia anche in molti libri di testo di laboratorio 6 dallo storico Lotti Galoppini all'attuale e molto diffuso<br />
Sicheri 7 .<br />
Esemplifico. La classificazione merceologica degli oli d'oliva impone la determinazione dell'acidità libera; i manuali di<br />
laboratorio per periti agrari riportano:<br />
V ∗M ∗28,2<br />
%acido oleico =<br />
dove V= mL di soluzione di KOH usati, M = molarità della soluzione di KOH e<br />
P<br />
P = peso in g dell'olio<br />
Ora è evidente che, a parte il perseverare a chiamare peso la massa, non c'è bisogno di particolari requisiti per infilare<br />
ciecamente dei numeri dentro una formula e ricavare un risultato!<br />
Ma quel 28,2 da dove salta fuori<br />
Invece quando si determina l'acidità totale di un vino<br />
acido tartarico/L= a∗75∗N dove a=mL di soluzione di NaOH usati, N = normalità della soluzione di NaOH e<br />
V<br />
V = mL di vino, sembra una cabala!<br />
Oggi serve imparare a imparare per poter rientrare più´ volte nella vita lavorativa nel ciclo formativo.<br />
Va, a parer mio, riconsiderato anche il ruolo e la fisionomia professionale dell'insegnante tecnico-pratico facendo notare<br />
che gli ITP sono, al momento, gli unici insegnanti non laureati nel nostro sistema scolastico e paradossalmente ciò<br />
accade proprio al livello di scuola secondaria di II grado! Non credo che sia fuor di luogo pensare di potenziare questa<br />
figura richiedendo almeno una laurea triennale come titolo d'accesso, naturalmente fermi restando i diritti acquisiti. Del<br />
resto già ora parecchi ITP sono laureati e talvolta hanno conseguito lauree specialistiche o vecchio ordinamento.<br />
Ora, se nell'istruzione professionale può avere addirittura senso anche una cattedra tecnico-pratica nella logica della<br />
formazione di tipo di scuola, francamente non ne colgo l'utilità nell'attuale istruzione tecnica.<br />
La soluzione mi sembra semplice e a portata di mano: prevedere il pieno e organico coinvolgimento di entrambi i<br />
docenti nel concordare la programmazione didattica, i metodi e la valutazione degli allievi.<br />
Conoscenze, abilità e competenze<br />
Da almeno una dozzina d'anni si va discutendo dei tre termini e di ciò che essi significano nell'insegnamento intendendo<br />
che cosa sia ragionevolmente misurabile e valutabile. In altri termini con quali strumenti si accerta e con quali criteri si<br />
valuta se l'allievo ha maturato conoscenze, abilità e competenze.<br />
La Commissione curricoli ha adottato le seguenti definizioni:<br />
“Conoscenze”: indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono<br />
_____________________________<br />
6. Lotti, Galoppini Esercitazioni di chimica, Edagricole, Bologna,1984<br />
7. Sicheri Esercitazioni di laboratorio chimico-agrario, Hoepli, Milano, 2001<br />
Ottobre – Dicembre 2009 CnS – La <strong>Chimica</strong> nella Scuola<br />
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